Open Arms, ex parroco Lampedusa: “Il fatto sussiste, nave fu palcoscenico per comizio”
"Fa sorridere l'espressione 'il fatto non sussiste', perché il fatto sussiste, eccome. E' accaduto, è passato sulla pelle delle persone che sono rimaste sequestrate e sofferenti in mezzo al mare per diversi giorni. Il fatto sussiste e io e altri insieme a me ne siamo stati testimoni". A dirlo all'Adnkronos è Carmelo La Magra, ex parroco di Lampedusa, dopo la sentenza del processo Open Arms e l'assoluzione con formula piena - perché il fatto non sussiste - del vicepremier Matteo Salvini. Nei giorni del braccio di ferro con 147 naufraghi bloccati in mezzo al mare in pieno agosto il prete da sempre in prima linea nell'accoglienza dei migranti ha ripetuto la 'protesta' andata in scena qualche mese prima, quando a essere bloccata era stata un'altra nave, la Sea Watch. Ha dormito all'addiaccio sul sagrato della chiesa di Lampedusa.
"Non una protesta - dice oggi -, ma un modo per manifestare la nostra solidarietà e la nostra vicinanza alle persone a cui era impedito di sbarcare". Oggi che il Tribunale di Palermo ha emesso il verdetto di assoluzione per l'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, don Carmelo ricorda la sofferenza dei naufraghi. "Il fatto sussiste perché li abbiamo visti sbarcare con i nostri occhi e abbiamo festeggiato con loro dopo giorni in balia del mare. Quello che è accaduto in quei giorni è storia, è reale, se le responsabilità non vengono riconosciute i motivi saranno altri ma il fatto è accaduto". Il leader della Lega ancora una volta oggi ha ribadito: "Rifarei tutto, ho difeso i confini dai clandestini". Eppure da quella nave "chi di noi era là non ha visto scendere persone che potessero mettere a rischio l'Italia. I confini si proteggono dagli eserciti e non dai poveri, da chi vuole invadere e non da chi chiede aiuto", dice l'ex parroco di Lampedusa.
Insomma, sottolinea don Carmelo, alla base del divieto di sbarco non c'era la difesa dei confini". "E' accaduto, ed è accaduto in modo plateale, quello che si ripete anche oggi quasi ogni giorno: che sulla pelle dei migranti si faccia politica, che i naufraghi vengano usati per fare propaganda". Anche perché, ricorda ancora il prete, "mentre venivano bloccati i naufraghi su Open Arms e un mese prima quelli sulla Sea Watch, a centinaia ogni giorni sbarcavano a Lampedusa in modo autonomo o dopo i soccorsi delle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza. La verità è che Open Arms è diventata un palcoscenico per un comizio. Bloccando quelle persone, Salvini non stava difendendo l'Italia, ammesso che di difesa si potesse parlare".
Cronaca
Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 20 dicembre
Realizzati invece dieci '5' che vincono 13.957,21 euro ciascuno
Nessun '6' né '5+1' al concorso del Superenalotto di oggi 20 dicembre. Realizzati invece dieci '5' che vincono 13.957,21 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 48.1 milioni di euro.
Con quali punteggi si vince
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
Il prezzo di una schedina
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è una colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Come controllare se ho vinto
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
La combinazione vincente di oggi
Estratta la combinazione vincente del concorso di oggi 20 dicembre del Superenalotto: 17, 35, 43, 56, 63, 85. Numero Jolly: 23. Numero SuperStar: 74.
Cronaca
Magdeburgo, auto contro mercatino di Natale: “11...
Arrestato l'uomo alla guida, un cittadino saudita, dopo la sua folle corsa per 400 metri tra la folla. Il cancelliere tedesco Scholz: "Questo attacco suscita i peggiori timori". Il nostro ministro degli Esteri Tajani: "Al momento non risultano italiani coinvolti"
Attentato e strage nel mercatino di Natale a Magdeburgo, in Germania. Un'auto si lancia contro la folla, oggi 20 dicembre 2024 provocando almeno 11 morti e 80 feriti secondo un primo bilancio riportato dalla Bild. Il conducente dell'auto, che è stato arrestato, ha guidato per 400 metri tra la folla. Sarebbe un cittadino saudita, nato nel 1974, come affermano i media tedeschi. Secondo fonti di sicurezza, l'uomo avrebbe noleggiato il veicolo poco prima dell'attacco condotto con una Bmw alle 19.04. L'uomo arrestato non era precedentemente noto alle forze dell'ordine come un estremista islamico. La polizia sospetta che abordo dell'auto ci fosse un ordigno esplosivo, come riporta l'emittente Mdr.
"Questo attacco suscita i peggiori timori" ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, mentre il ministro dell'Interno del governo della Sassonia- Anhalt ha ammesso: "Pensiamo a un attentato".
"Mi pare, dalle immagini che ci sono, che sia un attentato" ha detto il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani, anticipando il numero delle vittime. "Al momento non ci risultano italiani - aggiunge il vicepremier -. Ho parlato adesso con l'unità di crisi in ambasciata e la polizia tedesca".
JUST IN: At least one car plows through a large crowd of people at a Christmas market in Magdeburg, Germany.
— Collin Rugg (@CollinRugg) December 20, 2024
The driver of the car was arrested.
Local reports say that many people are injured. It's unclear how many have d*ed.
"A vehicle drove through the Christmas market… pic.twitter.com/UY6jsA5n0L
Il mercatino di Natale, situato vicino al municipio, è stato raggiunto da ambulanze e paramedici. Molte delle persone rimaste ferite sono state curate davanti alle bancarelle. Nella piazza del municipio che ospitava il mercato sono state montate anche delle tende per accogliere i feriti.
Cronaca
Da virus ad alleato contro il cancro, la scoperta...
L'obiettivo è modificare geneticamente alcuni patogeni per eliminare cellule e tessuti tumorali, serviranno altri studi ora per valutare l'efficacia sui pazienti
Un virus per combattere il cancro. Anche i virus possono diventare nostri alleati. In particolare, quelli che infettano i batteri possono, per esempio essere modificati geneticamente affinché diventino di fatto nanobioparticelle mirate, in grado di eliminare specifiche cellule e tessuti tumorali.
La ricerca
Un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna ha utilizzato a tale scopo alcuni batteriofagi da modificare in nuove nanoparticelle. Lo studio è stato realizzato nell’ambito del progetto NanoPhage, sostenuto da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro. I risultati pubblicati sulla rivista Small hanno mostrato che questa strategia potrebbe diventare un importante strumento in molti campi diagnostici e terapeutici, incluso l’ambito oncologico.
"Abbiamo messo a punto e testato un metodo che sfrutta le proprietà di specifici virus innocui per gli esseri umani. Opportunamente modificati in laboratorio, tali virus potrebbero permettere di superare alcune limitazioni dell'utilizzo di nanoparticelle in medicina", spiega Matteo Calvaresi, professore al Dipartimento di Chimica 'Giacomo Ciamician' dell'Università di Bologna e ricercatore all'Irccs Policlinico di Sant'Orsola, che ha coordinato lo studio.
La missione del virus
"Quando viene esposta alla luce, la nanobioparticella che abbiamo realizzato è capace di eliminare rapidamente le cellule e i tessuti tumorali con grande selettività, risparmiando le cellule sane".
Si parla da tempo di nanomedicina, ovvero dell'applicazione in ambiente clinico delle nanotecnologie. È un campo estremamente promettente. Tra i vantaggi dell'uso di particelle di piccolissime dimensioni ci potrebbe essere la possibilità di amplificare e concentrare in maniera considerevole l’effetto terapeutico di una singola molecola, per esempio di un farmaco, riducendo drasticamente il quantitativo necessario per la terapia e di conseguenza i possibili effetti collaterali. C'è però un grosso problema che ha impedito finora di raggiungere questo traguardo: i limiti delle attuali capacità di sintesi delle nanostrutture, che al momento non consentono di fabbricare nanoparticelle omogenee.
"Nel mondo macroscopico, per garantirci omogeneità, in qualsiasi processo di produzione, dai biscotti alle palline da tennis, utilizziamo degli stampi", spiega Calvaresi. "Nel caso delle nanoparticelle questo approccio non è percorribile, poiché parliamo di oggetti con dimensioni dell’ordine dei miliardesimi di metro e non esistono stampini così piccoli".
Per questo, quando gli scienziati provano a sintetizzare delle nanoparticelle, anche utilizzando le metodologie più accurate, producono miliardi di questi oggetti piccolissimi, ma con dimensioni e forme leggermente diverse tra loro. Questo non significa però che sia impossibile costruire particelle nanometriche in maniera totalmente riproducibile, dato che ciò avviene comunemente in natura. Un esempio sono i virus: oggetti nanometrici per i quali l’assemblaggio, la forma e le dimensioni sono strettamente determinati a livello genetico. Proprio da questa osservazione è nata l’idea degli scienziati: realizzare un sistema di sintesi di nanoparticelle con potenzialità terapeutiche, utilizzando un virus come elemento iniziale.
I passaggi della ricerca
"Siamo partiti da un particolare virus, il batteriofago M13, che infetta i batteri ed è innocuo per le piante, gli animali e gli esseri umani. Lo abbiamo utilizzato come stampo per la sintesi delle nanoparticelle”, dice Calvaresi. "A tale scopo abbiamo ‘decorato’ l'involucro virale, in gergo il capside, con delle molecole foto-attive, capaci di generare specie tossiche al contatto con la luce". In questo modo i ricercatori sono riusciti a trasformare i virus in nanobioparticelle, assolutamente identiche tra loro, che possono essere utilizzate in medicina, ad esempio per eliminare in modo mirato cellule e tessuti tumorali. Le nanobioparticelle sono state quindi valutate sperimentalmente, con ottimi risultati sia con cellule in coltura sia con animali di laboratorio.
"La nuova nanobiostruttura è in grado di colpire selettivamente le cellule tumorali e penetrare nelle complesse architetture tridimensionali del tumore, superando così uno dei maggiori limiti delle attuali terapie anticancro", conferma Calvaresi. "Ciò può avvenire grazie alla specifica forma a spaghetto del batteriofago e all’ingegnerizzazione genetica della sua estremità con alcune ‘chiavi’ molecolari in grado di riconoscere ‘serrature’ presenti solo su cellule tumorali". Ora serviranno ulteriori studi per valutare se i risultati ottenuti in laboratorio potranno essere studiati e sperimentati anche nei pazienti. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Small in un articolo dal titolo "Phage-Templated Synthesis of Targeted Photoactive 1D-Thiophene Nanoparticles".
Gli autori dello studio
Lo studio è stato coordinato da Matteo Calvaresi, professore al Dipartimento di Chimica 'Giacomo Ciamician' dell'Università di Bologna e ricercatore all'Irccs Policlinico di Sant'Orsola. Hanno collaborato al progetto i gruppi di ricerca del professor Alberto Danielli (Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell'Università di Bologna), della dottoressa Francesca di Maria (ISOF-CNR, Bologna) e della dottoressa Claudia Tortiglione (ISASI-CNR, Pozzuoli). La ricerca è stata resa possibile grazie al progetto NanoPhage, sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, in corso presso il NanoBio Interface Lab dell'Università di Bologna.