Covid, Oms: “Virus circola e si evolve, XEC cresce ma altre varianti si affacciano”
La convivenza del mondo con il Sars-CoV-2 continua. Archiviata la pandemia, il virus è ormai una presenza costante nel 'paniere' dei patogeni respiratori in azione
La convivenza del mondo con il Sars-CoV-2 continua. Archiviata la pandemia di Covid, il virus è ormai una presenza costante nel 'paniere' dei patogeni respiratori in azione: "Continua a circolare a livello globale e a causare malattie, morti e sindromi post virus" come il long Covid. E "continua a evolversi". Qual è la situazione varianti al momento? XEC resta la più diffusa, ma il quadro è più vario e movimentato di quanto si pensi. A fare il punto è l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nella dichiarazione in cui sono riportate le indicazioni per la composizione antigenica che dovranno avere i futuri vaccini Covid (monovalenti mirati alla famiglia JN.1, come quelli attuali).
Il punto sulle varianti
"Le varianti Sars-CoV-2 attualmente in circolazione derivano tutte da JN.1 - analizza l'Oms -. La proporzione settimanale di sequenze XEC tra tutte le sequenze Sars-CoV-2 inviate" alla banca dati Gisaid "continua ad aumentare, mentre le quote settimanali di tutte le altre varianti di interesse (JN.1) o varianti sotto monitoraggio (KP.2, KP.3, KP.3.1.1, JN.1.18 e LB.1) sono ora in calo. Esistono" però "altre varianti derivate da JN.1 che sono attualmente in basse proporzioni, ma che hanno mutazioni che potrebbero dare loro un vantaggio rispetto a Xec", avverte l'agenzia Onu per la salute. Si tratta di "LP.8.1, NP.1, LF.7.2", che sono attualmente "varianti monitorate e/o caratterizzate".
I tempi, le mutazioni specifiche e le caratteristiche antigeniche delle varianti emergenti e future, conclude l'Oms, "sono difficili da prevedere e il potenziale impatto sulla salute pubblica di queste varianti rimane sconosciuto". Per quanto riguarda LP.8.1, NP.1 e LF.7.2, le mutazioni che hanno attirato l'attenzione degli esperti Oms, "potrebbero dare loro una maggiore capacità di fuga immunitaria rispetto a XEC. Queste varianti continueranno a essere monitorate e caratterizzate", è la conclusione. Esiste infatti un gruppo tecnico dell'agenzia (Tag-Ve) che si occupa proprio di sorvegliare l'evoluzione del virus.
Esperti Oms: "Continuare con i vaccini contro la famiglia di varianti JN.1"
Il coronavirus Sars-CoV-2 continua a quindi "a circolare" e a cambiare: si assiste a "un'importante evoluzione genetica e antigenica della proteina Spike dall'inizio della pandemia di Covid-19". Nel 2024, questo virus ha continuato "a causare a livello globale gravi malattie, condizioni post Covid e decessi, la maggior parte dei quali in over 65 e in persone con malattie preesistenti". Ma persistendo e aumentando "le lacune nella segnalazione di casi, ricoveri e morti" è difficile dedurre le tendenze epidemiologiche". La vaccinazione "rimane" comunque "un'importante contromisura di salute pubblica contro il Covid. E si raccomanda agli Stati di continuare a offrirla". Quale dovrà essere la futura composizione dei vaccini? Il Gruppo consultivo tecnico sulla composizione antigenica del vaccino Covid (Tag-Co-Vac) "consiglia di mantenere l'uso di una versione "monovalente" mirata alla famiglia di varianti "JN.1".
Questa la raccomandazione contenuta nella dichiarazione dell'Organizzazione mondiale della sanità: "Data l'ampiezza delle risposte immunitarie dimostrate dai vaccini monovalenti del lignaggio JN.1 contro le varianti circolanti, il Tag-Co-Vac consiglia di mantenere l'attuale composizione dell'antigene del vaccino Covid, ovvero una variante monovalente del lignaggio JN.1 come un approccio per indurre risposte anticorpali neutralizzanti potenziate a JN.1 e alle sue varianti discendenti" come "KP.3.1.1 e XEC", l'attuale variante più diffusa nel mondo. L'obiettivo di un aggiornamento della composizione dell'antigene del vaccino, spiegano gli esperti, è quello di migliorare le risposte immunitarie indotte dal vaccino alle varianti circolanti.
Fra le raccomandazioni che vengono ribadite, si invita a "non ritardare" la vaccinazione "in previsione dell'accesso a vaccini con una composizione aggiornata. I programmi di vaccinazione possono continuare a utilizzare qualsiasi vaccino Covid disponibile elencato per uso di emergenza dall'Oms o prequalificato". E il monitoraggio sulle varianti e sulle risposte immunitarie della popolazione continuerà. L'indicazione di mirare i vaccini al lignaggio JN.1 era stata data dal pool di esperti del Tag-Co-Vac ad aprile scorso. E diversi produttori (che utilizzano piattaforme di vaccini a mRna e proteine ricombinanti) hanno aggiornato la composizione dei loro vaccini alle formulazioni monovalenti del lignaggio JN.1 (JN.1 o KP.2), alcune delle quali approvate per l'uso dalle autorità regolatorie. Nei giorni scorsi (10-12 dicembre) si è tenuta una nuova riunione del gruppo tecnico. Da qui la raccomandazione aggiornata.
Salute e Benessere
Natale, nutrizionista: “Tra un cenone e l’altro...
Come ogni anno le feste natalizie, già cominciate con cene e aperitivi di auguri, si dipanano sotto il segno del cibo. "Tanto e con piatti 'importanti' come prevede la tradizione, sia per il cenone, molto 'carico' soprattutto al Sud, sia per il pranzo". In questo periodo, da Natale a Capodanno, anche gli avanzi di prelibatezze spesso sono in quantità notevoli e rischiano di lasciare il segno sulla bilancia. "Consumarli tra una festa e l'altra va bene, purché lo si faccia con una programmazione razionale, in piccole quantità divise per i 5 pasti. Senza esagerare, meglio congelare o condividere con chi ha meno di noi", consiglia Giorgio Calabrese presidente del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare del ministero della Salute.
Per ridurre il rischio di un "ciclo continuo di pranzi-cene caloriche a base di avanzi", illustra l'esperto all'Adnkronos Salute, nelle giornate 'normali' gli avanzi "ben conservati" che si vogliono consumare "vanno suddivisi in cinque piccoli pasti. Ci organizziamo in modo da usare i dolci per la colazione, e per piccoli spuntini a metà mattina o metà pomeriggio. Le pietanze salate - dalla pasta alla carne al pesce e quant'altro - le divideremo per pranzo (pesce e carne) e cena (pasta, riso). Con questo piccolo accorgimento non solo salvaguardiamo la nostra salute e appaghiamo il palato, ma soprattutto non buttiamo nulla in un periodo in cui il risparmio conta". Importante, però, la sicurezza del cibo e la corretta conservazione. "Buona parte dei piatti cucinati possono essere conservati fino a 48 ore".
Ma molte pietanze possono essere congelate, consentendo un consumo prolungato nel tempo. "Una buona idea usare l'abbattitore, strumento oggi presente in molte case, anche una buona idea regalo per le feste. Questo apparecchio consente di mantenere tutte le caratteristiche dell'alimento che, anche caldo, si porta rapidamente a una temperatura oltre i -18 gradi. Ed è come una foto che lascia tutte le caratteristiche nutrizionali di quel momento". Ovviamente va benissimo anche il normale congelatore, conclude, "tenendo presente che prima è necessario che il piatto sia freddo e che si raffreddi in un ambiente non troppo riscaldato".
Salute e Benessere
Natale, cosa mangiare prima e dopo le...
I consigli dei gastroenterologi
C'è un modo per prepararsi ai pranzi e alle cene delle festività? Gli specialisti di Aigo (Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti digestivi ospedalieri) consigliano uno schema alimentare da seguire prima e dopo i giorni di Natale.
Gli esperti hanno spiegato che l'impatto della crisi economica globale degli ultimi anni sta modificando anche le abitudini alimentari di molte persone. "Diminuisce il consumo di pesce, olio di oliva e frutta; aumenta quello di carboidrati, alimenti ricchi di sale, snack e prodotti di basso valore nutritivo. Secondo uno studio epidemiologico italiano, nelle regioni a Nord Ovest prevale l'eccessivo consumo di carni di bassa qualità, grassi e carboidrati; mentre al Sud" spicca "la progressiva riduzione del consumo di frutta e verdura e l'aumento di sovrappeso e obesità. A rimetterci è la salute, con un maggior rischio di patologie come diabete, malattie cardiovascolari e neoplasie". Ecco, dunque, soprattutto nel periodo delle festività natalizie, può essere utile seguire alcuni consigli.
La dieta pre natalizia
"Lo schema alimentare di base per il periodo precedente le festività - suggeriscono i gastroenterologi - è da integrare con porzioni limitate di pane integrale tostato o, in uno dei due pasti principali, di pasta o riso integrale. Gli stessi principi dietetici possono essere adottati nel periodo immediatamente successivo, nel quale si verifica notoriamente un incremento esponenziale nella adozione di piani dietetici improvvisati e scientificamente non controllati o addirittura potenzialmente dannosi".
Principi generali: ridurre al minimo il consumo di alcolici, escludendo del tutto le bibite zuccherate e aumentando il consumo di acqua a un minimo giornaliero di almeno 1,5 litri; cercare di includere nell'alimentazione cibi detossificanti come per esempio tè verde, sedano, mela, spinaci. Le fonti proteiche preferibili sono quelle provenienti dal pesce e dalle e carni bianche come pollo e tacchino; adottare tecniche di cottura leggere come quella al forno, al vapore o alla griglia; i grassi non devono essere totalmente eliminati, ma sostituiti con quelli sani come per esempio gli Omega 3, contenuti principalmente nel pesce e nella frutta con guscio.
Lo schema dietetico
Colazione: tè verde o caffè poco o non dolcificati, frutta secca (noci, mandorle, anacardi); 1 frutto.
Spuntino a metà mattina: yogurt greco o 1 frutto
Pranzo: 1 porzione media di pesce, verdure grigliate o condite con olio Evo
Merenda: olive nere, in alternativa frutti rossi o 30 gr di parmigiano
Cena: petto di pollo alla griglia e insalata condita con olio extravergine di oliva.
Niente digiuno
Guai però a digiunare. "La strategia del digiuno gestito autonomamente come meccanismo per compensare i successivi eccessi alimentari non solo è inefficace - avverte l'Aigo - ma può addirittura risultare dannosa, perché l'eliminazione completa dei pasti rallenta il metabolismo e alimenta un senso di frustrazione che rende difficile limitarsi successivamente di fronte a pietanze ricche e gustose. Più utile e intelligente è adottare una dieta pre-natalizia varia, povera di zuccheri raffinati, ricca di fibre che favoriscono il senso di sazietà. Per lo stesso motivo non è opportuno iniziare un pranzo natalizio totalmente a digiuno ed è preferibile farlo precedere da un piccolo spuntino, ad esempio una porzione di frutta secca o di semi, in grado sia di saziare grazie all'alto contenuto in grassi sani Omega 3, sia di evitare i picchi glicemici".
Mindful eating
"Un'altra strategia efficace è quella del 'mindful eating' - indica Gloria Mumolo, gastroenterologa presso l'Azienda ospedaliero universitaria Pisana e membro dell'Aigo - Durante le festività è maggiore il rischio di alimentarsi in modo automatico, veloce e inconsapevole senza riflettere sulla tipologia degli alimenti che ci vengono presentati. Il mindful eating educa alla consapevolezza e al controllo della quantità e della qualità degli alimenti, nonché a percepire più facilmente il senso di sazietà. Limitare la quantità di ogni singola portata permette di apprezzare la gratificazione di un pasto completo riuscendo a evitare l'aumento ponderale; più dettagliatamente, chi non è sovrappeso può fare affidamento sulla sola strategia della riduzione delle singole porzioni senza rinunciare a niente, mentre in caso di eccesso ponderale è consigliabile evitare per quanto possibile le pietanze a base di carboidrati e in particolare di zuccheri raffinati. Uno dei principi chiave di questa pratica è la masticazione lenta che contribuisce a evitare l'introduzione di eccesso di cibo e a limitare l'ingestione di aria riducendo in tal modo l'apporto calorico complessivo di ciascun pasto e il gonfiore postprandiale. Una buona masticazione aiuta anche a favorire i processi digestivi e la funzionalità intestinale".
Attenzione alle bevande
"L'impatto complessivo della dieta natalizia sulla salute non dipende però solo dal cibo. Durante le festività molte delle calorie in eccesso provengono dalle bevande, alcoliche e analcoliche. A tal proposito dovrebbero essere evitate le bibite ricche di zuccheri aggiunti e limitati birra, vino e superalcolici che in eccesso causano alterazioni metaboliche, così come i cibi grassi e/o speziati e il cioccolato. La dose quotidiana di alcolici non dovrebbe superare uno o due bicchieri al massimo", proseguono gli specialisti.
Aria aperta
"D'aiuto alla dieta, il coinvolgimento nella preparazione delle ricette aiuta a ridurre l'appetito per effetto psicologico dovuto alla concentrazione, oltre che alla vista e all'olfatto che generano un senso di sazietà. Infine, un concetto emergente di nutrizione clinica è quello della cronobiologia che esplora le interazioni tra nutrizione, metabolismo e ritmi circadiani. Secondo questa disciplina, sembra essere determinante, oltre al cosa e al quanto mangiamo, il quando. Un periodo di digiuno quotidiano di 16 ore risulterebbe protettivo verso obesità, malattie cardiovascolari e metaboliche. E la finestra temporale ottimale per la risposta metabolica ai nutrienti riguarderebbe maggiormente la prima parte della giornata rispetto alle ore più tardive", prosegue l'Aigo.
"Molto utile è associare a pasti sani l'esercizio fisico. E' sufficiente trascorrere qualche ora all'aria aperta, svolgendo attività ad intensità moderata come la camminata veloce o la passeggiata in bicicletta. Al contrario, stendersi dopo un abbondante pasto natalizio è assolutamente da evitare poiché la posizione rallenta i processi digestivi e favorisce il reflusso gastro-esofageo", concludono i gastroenterologi.
Salute e Benessere
Per bimbi si avvicina notte dei regali di Natale, dal...
Farnetani: 'Farli portare da Babbo Natale è piacevole a tutte l'età anche se i bambini più grandi hanno smesso di crederci"
Si avvicina la notte dei regali portati da Babbo Natale tanto attesa dai più piccoli. Ma come si crea o mantiene la magia di Santa Claus? Quando i bambini cominciano a dubitare? E'sempre giusto far consegnare i doni dal barbuto e simpatico signore vestito di rosso? "L'età della 'svolta', quando la maggioranza dei bambini non crede più in Babbo Natale, avviene verso gli otto anni. Ma alcuni bambini iniziano ad avere, anche in percentuale piuttosto bassa, già dall'età di 6 anni qualche dubbio. Il consiglio che possiamo dare è che quando compaiono le prime perplessità su Babbo Natale, se il bambino ha meno di 7 anni i genitori dovranno confermare l'esistenza di Babbo Natale; dai 7 agli 8 anni confermarla ma senza insistere troppo sull'esistenza e dopo gli otto anni - quando vengono i primi dubbi - possono rivelare la verità". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è il pediatra Italo Farnetani, professore ordinario all'università Ludes-United Campus of Malta.
"È importante che i genitori sappiano gestire questa importante, e talvolta anche un po' traumatica, fase in cui si viene a scoprire che Babbo Natale non esiste - aggiunge Farnetani - il rischio è che mamma e parà potrebbero perdere di autorevolezza perché si sono fatti portatori di una bugia o di una falsità. Allora, riassumendo, i genitori che hanno bambini nella fascia 6-7 anni possono insistere e cercare di confermare l'esistenza di Babbo Natale ma senza mai metterci troppa enfasi. Discorso diverso - chiosa - però per le apparizioni di Babbo Natale travestito: questo piace sempre e anche se gli adolescenti non ci credono più provano lo stesso piacere nel vedere questa figura e la magia che emana durante la serata. Non si crede più nell'esistenza di Babbo Natale ma fa piacere incontrarlo e allora chi può lo faccia anche se ha figli grandi: questo è un sicuro risultato di ricostruire di confermare la magia del Natale".