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Ucraina, stop ai soldati di Kim: Zelensky chiede aiuto alla Cina

Il presidente ucraino invita Pechino a "esercitare una pressione adeguata" su Pyongyang. L'accusa al premier slovacco Fico: "Prende ordini da Putin". Mosca intanto intercetta 60 droni di Kiev

Volodymyr Zelensky - Fotogramma /Ipa

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato la Cina a esercitare la propria influenza sulla Corea del Nord per fermare il dispiego di soldati nordcoreani a fianco delle truppe russe nella guerra in Ucraina.

"La nazione coreana non dovrebbe perdere il suo popolo nelle battaglie in Europa. E questo può essere influenzato, in particolare dai vicini della Corea, soprattutto dalla Cina", ha detto Zelensky nel suo discorso serale.

"Se la Cina è sincera nel dichiarare che la guerra non deve degenerare, deve esercitare una pressione adeguata su Pyongyang", ha aggiunto Zelensky, ricordando che la Cina è il più stretto alleato del regime nordcoreano.

L'accusa a Fico: "Prende ordini da Putin"

"Sembra che Putin abbia dato a Fico l'ordine di aprire il secondo fronte energetico contro l'Ucraina a svantaggio degli interessi del popolo slovacco. Le minacce di Fico di interrompere la fornitura di energia elettrica di emergenza all'Ucraina questo inverno mentre la Russia attacca le nostre centrali elettriche possono spiegarsi solo così", ha poi dichiarato il presidente ucraino, commentando in un post su X le parole del primo ministro slovacco, Robert Fico, secondo cui Bratislava considererà, dopo il primo gennaio, l'introduzione di misure di ritorsione contro l'Ucraina, come lo stop alle forniture di energia elettrica durante i black out, se Kiev, come anticipato, fermerà il flusso del gas russo diretto alla Slovacchia dopo la fine dell'anno.

"Le uniche ragioni per cui l'Ucraina ora ha bisogno di importare elettricità sono l'occupazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia da parte della Russia e il suo utilizzo di missili e droni 'Shahed' per distruggere intenzionalmente gran parte della produzione dell'Ucraina", ha aggiunto Zelensky, che ha quindi ricordato a Fico - nei giorni scorsi in visita da Putin a Mosca - che "sostenere l'aggressione russa è completamente immorale" e che "in secondo luogo, la politica miope di Fico ha già privato il popolo slovacco di un indennizzo per la perdita del transito del gas russo".

"La Slovacchia fa parte del mercato unico europeo dell'energia e Fico deve rispettare le regole europee comuni - ha aggiunto Zelensky - Qualsiasi decisione arbitraria presa a Bratislava o gli ordini di Mosca a Fico in merito all'elettricità non possono tagliare la fornitura di energia elettrica dell'Ucraina, ma possono certamente tagliare i legami delle attuali autorità slovacche con la comunità europea".

007 Russia: "Sventato piano per uccidere ufficiale"

I Servizi di sicurezza russi (Fsb) avrebbero intanto sventato un piano per uccidere un ufficiale russo di alto rango e un milblogger filo-russo con una bomba nascosta in uno speaker portatile. Secondo l'Fsb, un cittadino russo aveva stabilito un contatto con un ufficiale dell'agenzia di intelligence militare ucraina (Gur) tramite l'app di messaggistica Telegram.

Su istruzioni dell'ufficiale dell'intelligence ucraina - afferma l'Fsb - il russo avrebbe poi recuperato da un nascondiglio a Mosca un ordigno che conteneva un chilo e mezzo di tritolo ed era nascosto nell'altoparlante portatile, pronto a colpire l'ufficiale e il blogger, dei quali i Servizi di Mosca non hanno fatto i nomi.

Mosca: "Intercettati 60 droni Kiev"

Le forze di difesa aerea dell'esercito russo hanno intanto intercettato circa 60 droni delle forze armate ucraine su diverse regioni del Paese nelle prime ore del mattino, la maggior parte dei quali a Voronezh e Rostov. Lo ha reso noto il ministero della Difesa russo sul proprio canale Telegram.

“La scorsa notte, 56 veicoli aerei senza pilota ucraini sono stati distrutti dai sistemi di difesa aerea in servizio”, si legge nel messaggio, in cui viene inoltre specificato che 28 dei droni sono stati distrutti nella regione di Voronezh, altri 17 nella regione di Rostov e altri undici a Belgorod.

Nel giorno di Santo Stefano, l'esercito russo ha lanciato una nuova ondata di attacchi nell'Ucraina orientale, causando decine di feriti e un morto nelle località di Kharkov, Nikopol, Sumi e Kherson, e ha attaccato infrastrutture energetiche lasciando vaste zone del Paese senza riscaldamento e acqua, mentre si prevede che le temperature scenderanno sotto i 20 gradi Celsius nelle prossime settimane.

Kiev: "Esplosione su treno rifornimenti Russia"

Nella notte, un'esplosione nella regione di Mosca ha distrutto i vagoni di un treno merci che trasportava rifornimenti per l'esercito russo. A darne notizia è stata la Direzione principale dell'intelligence del Ministero della Difesa di Kiev in un post su Facebook, citato da Ukrinform.

Il 27 dicembre, all'1.00 di notte, si è verificata un'esplosione alla stazione ferroviaria di Voskresensk nella regione di Mosca, distruggendo i vagoni di un treno merci. La Russia utilizza questi vagoni per rifornire il suo esercito - ha informato l'intelligence, aggiungendo che - l'entità del danno è in fase di determinazione.

"A giudicare dall'intensità della propaganda russa, che, nel tentativo di nascondere le conseguenze dell'esplosione, mente sulla presunta assenza di un incendio al deposito ferroviario di Voskresensk, la paura dei leader del Cremlino riguardo alla resistenza interna al regime di Putin e alla perdita di controllo all'interno del paese sta seriamente crescendo", sottolinea l'intelligence della difesa ucraina.

150 scuole sotterranee in Ucraina entro settembre 2025

L'Ucraina prevede di aprire oltre 150 strutture educative sotterranee entro settembre 2025. Lo ha affermato il viceministro dell'Istruzione Nadiia Kuzmychova, aggiungendo che le scuole saranno costruite nelle regioni in prima linea e nelle aree più colpite dai bombardamenti russi. Le scuole sotterranee dell'Ucraina sono una risposta agli attacchi aerei russi, che regolarmente colpiscono le infrastrutture civili, comprese le strutture scolastiche.

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Sport

Sinner, un 2024 da star: dalla pubblicità ai social, perché...

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Il professor Boccia Artieri e il professor Tirino, esperti di comunicazione e brand, analizzano la figura del campione fuori dal campo. Ecco come è (già) diventato un’icona pop

Jannik Sinner - Fotogramma/IPA

Da progetto di campione a star globale. In 12 mesi o poco più. Jannik Sinner ha illuminato il 2024 azzurro con una sfilza di successi, ma non solo. Il numero uno del tennis mondiale è ormai anche un’icona fuori dal campo e si avvicina a grandi passi a fuoriclasse, come Roberto Baggio o Valentino Rossi, capaci di segnare un’epoca in Italia. Jannik oggi appare in svariate pubblicità, presta il suo volto a tante iniziative ed è spesso invitato come guest star a grandi eventi. “È l’emblema di come il personaggio sportivo diventi sempre più brand. Un fenomeno che mette insieme il processo di celebrification e un discorso più ampio legato alle sponsorizzazioni” spiega all’Adnkronos il professor Giovanni Boccia Artieri, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università Carlo Bo di Urbino.

Sinner e il self branding

“Nel primo caso – spiega l’esperto - parliamo del meccanismo che porta alcuni personaggi a diventare celebri in una dimensione legata alla comunicazione mediale, in particolare ai social. Dunque, in un rapporto quotidiano con il proprio pubblico. Accade grazie alla possibilità di essere in contatto costante attraverso i vari profili Instagram, TikTok e così via, a seconda dell’età delle persone”. Diverso il discorso relativo alle sponsorizzazioni: “C’è poi un meccanismo per cui sempre di più i singoli individui si collegano a singoli brand e il valore di uno sportivo si proietta qui oltre le prestazioni". Boccia Artieri tira in ballo il concetto di self branding: "Viene fuori, per esempio, quando online ci si presenta come brand. Dando il via a un certo tipo di narrazione, magari con la pubblicazione di foto. Ciò porta a valorizzarsi come brand, diventando veicoli per marchi che invece pagano per posizionare prodotti”. L’exploit di Sinner, sportivo italiano più ricco del 2024, va letto anche considerando la pioggia di contratti di sponsorizzazione: “Che aumentano perché c'è una connessione più intima con il pubblico. Un rapporto quotidiano, forte, passionale ed emotivo, che permette all’atleta di diventare mediatore per future connessioni".

La sintonia con il pubblico

Boccia Artieri analizza le peculiarità del caso Sinner in termini comunicativi: “Nell’ultimo periodo si stanno costruendo esempi di self branding strutturati, diversi sportivi si raccontano in maniera sostanziale all'interno dei social media, anche su YouTube. E magari intrattengono un rapporto quotidiano con il pubblico, attraverso reel e così via. Inoltre, tanti non usano più i social media manager e preferiscono raccontarsi in prima persona, ma non mi pare il caso di Sinner. Jannik viene ancora raccontato ed esprime una forte sintonia con il pubblico. Non a caso, nel suo profilo Instagram ci sono tante foto scattate da professionisti". Mentre sono pochissimi i selfie. "Vediamo una sorta di mix, perché il racconto è in prima persona. In altri casi, con tanti calciatori, vediamo invece una posizione più spinta". A fare scuola, il caso di CR7: "Ronaldo, da poco sbarcato su YouTube, ha valorizzato ancor di più la sua personalità. Fino a fondare un proprio marchio e a vendere la propria merce. Un comportamento simile a quello di Chiara Ferragni”.

Sinner, icona pop

Il concetto viene ribadito e ampliato da Mario Tirino, docente di Sociologia delle Culture Giovanili presso l'Università di Salerno: “Il punto - spiega all’Adnkronos - è centrato. Soprattutto nell'attuale configurazione dei rapporti tra sport e sponsor, i campioni traggono gran parte dei profitti dal lavoro di testimonial”. Un processo che riporta indietro almeno fino agli anni Ottanta e a Michael Jordan: "Adesso, più che altro, è cambiato il management degli sportivi e c'è un'attenzione rigorosa a questi aspetti. Abbiamo professionisti che curano l'immagine, i contratti, i social e la costruzione del campione passa attraverso una serie di canali mediati”. Il fenomeno sociologico è quello del triangolo S-M-S, tra sport, media e sponsor. “Un elemento che impatta anche sulla natura dei tornei. Con una pressione così forte a capitalizzare la propria immagine attraverso gli sponsor, cambia il senso dell'evento sportivo. Creare un’immagine vincente diventa fondamentale e con Jannik, il nostro unico numero 1, si crea di riflesso un'attenzione spasmodica in ogni competizione. Lo abbiamo visto in Italia con le Atp Finals di Torino, ma anche a Ryadh nel 6 Kings Slam, il torneo delle star. Lì la componente agonistica e sportiva è ridotta al minimo, quella commerciale è spinta al massimo con borse milionarie”. Gli sponsor incidono dunque in maniera pesante, ma il professor Tirino si sofferma su un aspetto: “Oggi Jannik è uno dei pochi sportivi di spicco con un’attenzione perfetta alla gestione della propria immagine. Lascia pochissimo spazio alla narrazione della vita privata e il suo percorso è basato sul successo sportivo, sul sacrificio e sulla dedizione. Cifre cruciali del suo eroismo, adatte a essere poi pubblicizzate con la costruzione di una reputazione quasi intoccabile. Mi viene in mente il caso doping, gestito in maniera eccellente dall’atleta e dallo staff in termini di comunicazione. Nonostante il momento difficile e le frecciatine arrivate da qualche collega”.

Il confronto con Michael Jordan

Il discorso finale torna sul parallelo con Michael Jordan: “Sono personaggi simili perché paradigmi di una certa epoca e dei rapporti tra sport e media. Jordan ha accompagnato l’esplosione del fenomeno Nba, ha fatto da traino a un'immagine di spettacolo, intrattenimento e grande perfezione tecnica”. Quella del basket americano negli anni Ottanta. “Sinner è invece un prodotto della contemporaneità, un periodo molto diverso. Oggi le federazioni e le organizzazioni hanno perso un po’ di peso, mentre gli atleti acquisiscono in generale una forza maggiore". Anche l’analisi del professor Tirino non dimentica i social: "In passato ho studiato i casi di Ronaldo e Ibrahimovic, molto utili per un confronto visto che sono due campioni che danno grande spazio alla sfera privata e all’ostentazione del loro stile di vita. Sinner no, punta tutto sullo sport e una delle componenti da non sottovalutare è l’esaltazione del fairplay". I suoi social, insomma, sono lo specchio della forza mentale mostrata sui campi di tutto il mondo. "Un tema che viene fuori anche nelle sponsorizzazioni. Lì Jannik diventa un fenomeno pop, ma mantiene la faccia da bravo ragazzo". Una delle carte con cui ha fatto innamorare l’Italia. (di Michele Antonelli)

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Cronaca

Giubileo, aperta Porta Santa a San Giovanni in Laterano

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Cardinale Reina: "Mondo lacerato da guerre, tendiamo le braccia a tutti"

Il cardinale Reina apre la Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano (Fotogramma)

Aperta la terza Porta Santa del Giubileo della Speranza. Dopo l'apertura da parte di Papa Francesco della Porta Santa nella Basilica di San Pietro e di quella nel carcere di Rebibbia, questa mattina il cardinale vicario di Roma Baldassare Reina ha aperto la Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano.

"In questo mondo lacerato da guerre, discordie, disuguaglianze, tendiamo le braccia a tutti, facciamo in modo che attraverso le nostre braccia spalancate arrivi un riflesso dell'amore di Dio. Non ci salveremo da soli ma come famiglia", ha detto il cardinale Reina nel corso dell'omelia.

"Oggi mentre attraversiamo questa Porta che sono le braccia del Padre il nostro pensiero si rivolge con particolare compassione a coloro che, come il figlio minore della parabola, si sentono lontani e indegni. E a quelli che come il figlio maggiore - ha detto - portano nel cuore il peso di amarezze profonde e non si sentono più figli amati. Pensiamo ai malati, ai carcerati, a chi è segnato dal dolore, dalla solitudine, dalla povertà, dal fallimento. A chi si è lasciato cadere le braccia per sconforto o mancanza di senso, a chi è senza speranza, a chi ha smesso di cercare le braccia del padre perché chiuso in se stesso o nella sicurezza delle cose del mondo".

"E' la fraternità che dobbiamo coltivare fino all'estremo delle nostre forze. Varcando la porta di casa proviamo a portare Dio dentro le nostre famiglie, nelle nostre relazioni quotidiane, nel rapporto con i figli, nei legami coniugali, nell'attenzione e nella cura degli anziani. Ogni porta chiusa diventi una porta aperta e ogni cuore lontano trovi la via del ritorno nella casa del Padre", ha concluso.

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Esteri

Aereo precipitato in Kazakistan, presidente azero Aliyev:...

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"Mosca cerca di nascondere le cause dell'incidente". Nuovo colloquio con Putin

L'aereo precipitato in Kazakistan (Fotogramma/Ipa)

L'aereo passeggeri dell'Azerbaigian Airlines, precipitato questa settimana in Kazakistan, è stato colpito dal territorio russo. Lo ha dichiarato il presidente azero, Ilham Aliyev, all'indomani del colloquio avuto con il leader russo, Vladimir Putin.

"I fatti sono che l'aereo passeggeri azero è stato danneggiato dall'esterno in territorio russo, vicino alla città di Grozny, e ha quasi perso il controllo. Sappiamo anche che i sistemi di guerra elettronica hanno messo il nostro aereo fuori controllo", ha detto Aliyev ai media statali. "Allo stesso tempo, a causa del fuoco da terra, anche la coda dell'aereo è stata gravemente danneggiata", ha aggiunto.

Aliyev ha accusato Mosca di aver cercato di nascondere la causa dello schianto e ha chiesto alla Russia di ammettere la "colpa" del disastro.

Nell'intervista ai media statali, Aliyev ha detto che il governo di Baku si è rammaricato del fatto che Mosca "abbia avanzato teorie" che "mostravano chiaramente di volere nascondere" la questione. "Ammettere la colpa, scusarsi tempestivamente con l'Azerbaigian, che è considerato un Paese amico, e informare l'opinione pubblica di ciò: queste erano le misure e i passi che avrebbero dovuto essere presi", ha aggiunto il presidente azero.

Dopo l'intervista del presidente azero, Putin ha avuto un secondo colloquio telefonico con Aliyev, secondo quanto reso noto dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, il quale ha precisato che i due "hanno continuato a discutere varie questioni relative all'incidente dell'aereo dell'Azerbaigian Airlines".

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