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Made in Italy, Maison Signore: “Innovazione e qualità sconfiggono il calo dei matrimoni”

Ogni abito è corredato da un certificato di garanzia digitale personalizzato, che racconta la storia dell’abito acquistato, le caratteristiche, le ore di lavorazione, lo stile e ne garantisce l’originalità

Gino Signore ceo di Maison Signore e Atelier Signore

"Il numero delle celebrazioni è in lieve calo, ma la nostra realtà racconta una storia diversa. Nel B2C, presso Atelier Signore abbiamo osservato un andamento stabile per numero di vendite, ma con un aumento dello scontrino medio. Il fenomeno è legato a un cambiamento nelle abitudini delle spose, che oggi scelgono più di un abito per i diversi momenti del matrimonio, puntando su look distintivi e personalizzati. L’aumento di spesa è dovuto anche al fatto che si investe, oltre che sulla scelta di più di un look, sulla qualità dei tessuti e della manifattura". A dirlo, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Gino Signore, ceo di Maison Signore e Atelier Signore, gruppo che opera da 40 anni con grande successo nel settore del wedding e della moda sposa made in Italy.

“Per quanto riguarda il B2B - precisa Signore - la leggera flessione registrata nel 2023 è stata motivata probabilmente dall’esigenza dei nostri buyer di smaltire i magazzini accumulati durante gli anni di pandemia, quando i matrimoni erano stati sospesi. Già i primi mesi del 2024, tuttavia, hanno segnato una decisa ripresa, con una crescita significativa delle vendite sia per il nostro brand che per i rivenditori. Questo trend positivo evidenzia la rinnovata fiducia dei buyer e l’interesse verso le nostre collezioni, che continuano a distinguersi per qualità ed originalità”.

Maison Signore guarda dunque al futuro con ottimismo, continuando a innovare per rispondere alle nuove esigenze delle spose e dei mercati internazionali. "Malgrado la generale diminuzione dei matrimoni in Italia - afferma Gino Signore - crediamo fermamente che il mondo bridal rappresenti ancora un settore vitale e ricco di opportunità. L’aumento delle seconde nozze e delle unioni civili è un chiaro segnale che l’amore trova nuove forme di celebrazione, aprendo la strada ad un pubblico più ampio e diversificato. Inoltre, il numero stabile di matrimoni con almeno uno sposo o con entrambi i coniugi stranieri conferma che l’Italia continua ad essere una destinazione da sogno per il wedding internazionale, un mercato che rappresenta una grande occasione per la nostra industria”.

Maison Signore è infatti già da tempo impegnata in un ambizioso processo di internazionalizzazione, volto a portare la tradizione sartoriale e lo stile unico che connota le sue produzioni in mercati globali, dove il Made in Italy è sinonimo di qualità, eleganza e autenticità. “Puntiamo - aggiunge Gino Signore - a innovare nella tradizione e a guidare il cambiamento nel mondo del bridal. E' con questa visione che il Gruppo Signore ha deciso di investire nei prossimi anni nel progetto Helena, pensato per interpretare i sogni e le esigenze di un pubblico giovane e internazionale. La collezione Helena combina il know-how sartoriale e l’anima Made in Italy con una visione fresca e dinamica, riuscendo a dialogare in modo autentico con i millennials grazie ad abiti modulabili e versatili”.

“Helena - spiega Camilla Elena Signore, ideatrice e direttrice creativa del marchio, entrata come terza generazione in azienda - non è solo una collezione, ma un nuovo concetto nel mondo bridal, capace di intercettare tendenze e rispondere alle esigenze delle nuove generazioni. La sposa Helena vive il matrimonio come un vero party glamour, caratterizzato da cambi di outfit sorprendenti, che trasformano le atmosfere e creano momenti indimenticabili. Helena non si ferma all’abito. E' un percorso completo e dinamico verso il look perfetto, che abbraccia ogni aspetto della bellezza totale: dalla cura della pelle al make-up, dal grooming agli accessori più di tendenza. Helena vuole essere un guardaroba di pezzi unici, modulabili e abbinabili tra loro, che permettono alla sposa di esprimere al massimo la propria personalità, rompendo le convenzioni e riscrivendo le regole. È una celebrazione della libertà e dello stile, pensata per una generazione che vive il matrimonio come un’esperienza da personalizzare, da vivere e da ricordare”.

L’azienda, leader nella produzione artigianale di abiti da sposa, vanta numeri da record, con oltre duemila metri quadrati di showroom tra i vari atelier. Le sue collezioni nascono dalla produzione di più di duecento modelli diversi di abiti realizzati ogni anno dai laboratori interni delle sedi in Campania e in Puglia e distribuiti in Italia e nel mondo con tre flagship store in Campania, più di settanta rivenditori in Italia e altrettanti nel mondo, tra cui il tempio del bridal mondiale: Kleinfeld a New York. Maison Signore è da sempre impegnata nella tutela e nella promozione del Made in Italy. Ogni abito è corredato da un certificato di garanzia digitale personalizzato, che racconta la storia dell’abito acquistato, le caratteristiche, le ore di lavorazione, lo stile e ne garantisce l’originalità.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Lavoro

Turismo enogastronomico, tra Ia, esperienze e...

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L'analisi nel Rapporto curato da Roberta Garibaldi

Turismo enogastronomico, tra Ia, esperienze e gastrodiplomacy i 10 trend del 2025

Quali saranno le tendenze che plasmeranno il turismo enogastronomico nel 2025? A rispondere a questa domanda ci ha pensato il 'Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano', documento di riferimento in Italia curato da Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico.

“Il turismo enogastronomico è il cuore pulsante di un viaggio che non si limita più a un luogo, ma abbraccia storie, identità e innovazione. Il 2025 sarà l’anno in cui tradizione e tecnologia dialogheranno per creare esperienze sempre più immersive e sostenibili. Gli operatori non dovranno solo adattarsi, ma diventare protagonisti di un cambiamento che sta trasformando il modo in cui viviamo e raccontiamo il territorio”, afferma Roberta Garibaldi.

Giunto alla settimana edizione, il Rapporto ha il supporto di Visit Emilia e Valdichiana Living, il patrocinio di Federturismo, Fondazione Qualivita, Iter Vitis Les Chemins de la vigne en Europe, e la collaborazione dell’Università degli studi di Bergamo – Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere, Economics Living Lab e TheFork. Ed ecco, punto per punto, i 10 trend del 2025.

1. Esperienza da vivere in ogni viaggio. Per i turisti europei, il cibo è ormai stabilmente fra le esperienze più desiderate insieme a natura e cultura. Nel breve periodo (ottobre 2024 - marzo 2025), queste proposte pesano rispettivamente per il 15,3%, 16,6% e 14,7% nelle intenzioni dei cittadini europei. L’enogastronomia è ormai una commodity che arricchisce ogni tipologia di viaggio.

2. Crescita delle mete minori e delle destinazioni rurali. La nuova via del turismo passa attraverso le mete meno conosciute: la survey globale condotta da Expedia indica che il 63% dei rispondenti ha intenzione di visitare queste destinazioni nel corso dei viaggi del 2025, l’indagine annuale della piattaforma Booking.com conferma l’alto interesse verso queste località e il 44% degli intervistati di Booking dichiara di non voler taggare questi luoghi sui social media per evitare fenomeni di overtourism. La bellezza e la ricchezza culturale di queste località sono i principali driver di scelta (indicati dall’11,2% e dal 10,3% degli italiani); a queste si aggiunge il patrimonio enogastronomico (8,8%). Per il settore turistico italiano si tratta di una grande opportunità di sviluppo sostenibile, considerando le conseguenze negative dell’overtourism che pesa sulle mete più gettonate: nel 2023, il 48,1% degli arrivi turistici stranieri si è concentrato in sole sei province – nell’ordine: Venezia, Roma, Bolzano, Milano, Firenze e Verona.

3. Enoturismo multiprodotto e multisensoriale. L’enoturismo è in una fase di transizione e trasformazione. Sta emergendo un nuovo modo di fare enoturismo. A degustazioni e visite - che rimangono le proposte più popolari - si affiancano attività che associano la scoperta del vino con l’opportunità di vivere i luoghi in modo coinvolgente, con un alto gradimento anche per tour, itinerari ed eventi tematici. Tra i più giovani, l’interesse per le proposte tradizionali è basso: c’è maggiore voglia di esperienze attive (trekking, vendemmia attiva...) e tour / itinerari a tema vino. La Generazione Z diventa un target verso cui sperimentare proposte creative, immersive, sostenibili e multisensoriali che reinterpretano la cultura del vino. Allargando la sfera e includendo gli altri prodotti che fanno emergere la percezione di un patrimonio enogastronomico unico (olio evo, pizza, pasta, formaggi…) emerge chiaramente come i format tradizionali dell’offerta turistica enogastronomica dovranno essere ripensati, valorizzando le eccellenze enogastronomiche in modo sinergico e puntando su modalità innovative, coinvolgenti e ingaggianti, capaci di raccontare la cultura ed i territori oltre i luoghi comuni.

4. Iperpersonalizzazione. L’iper-personalizzazione rappresenta una delle tendenze più significative per il futuro del turismo. I viaggiatori di oggi non si identificano più con le classiche motivazioni di viaggio, ma cercano esperienze multifunzionali che uniscano diversi stimoli. Questa evoluzione rende indispensabile un ripensamento delle strategie di segmentazione, spostandosi da criteri anagrafici tradizionali verso cluster comportamentali basati su esigenze, desideri e abitudini. Attraverso l’iper-personalizzazione si va a customizzare le proposte e le interazioni con il cliente / turista in base a valori ed azioni in tempo reale, creando esperienze tailor-made.

5. Vivere gli eventi. Gli eventi stagionali o culturali legati al territorio, i fenomeni naturali spettacolari come l’aurora boreale, stanno diventando catalizzatori di flussi turistici. La ricerca di esperienze autentiche e irripetibili spinge i viaggiatori a pianificare itinerari in funzione di questi appuntamenti, che si trasformano in vere e proprie leve di attrattività per le destinazioni enogastronomiche. Il turismo enogastronomico può integrare e reinterpretare questo approccio, offrendo esperienze uniche che abbinano la scoperta della natura con la valorizzazione del cibo locale. Dalla ricerca del tartufo alla fioritura dei ciliegi, dalla raccolta delle olive alla vendemmia, gli eventi stagionali motivano il viaggio, cosi come festival e sagre.

6. Scelta grazie a social e serie Tv. I social network hanno profondamente modificato le dinamiche del processo di acquisto e consumo, in particolare della GenZ che predilige Instagram (70,2%), TikTok (48,9%) e YouTube (38,3%); i Millenials, invece, preferiscono Facebook, per le generazioni precedenti i social pesano meno, affiancandosi a riviste e guide specializzate. I social media contengono una pluralità di consigli e recensioni ed in questo mare magnum gli influencer vengono percepiti come fonti affidabili. Inoltre, serie televisive e produzioni cinematografiche si confermano fonti ispirazionali di viaggio innescando il set-jetting con i turisti / fan che hanno la possibilità di immedesimarsi nei propri personaggi preferiti ed esplorare le località che hanno fatto da sfondo alle serie da loro amate, e hanno concorso ad accrescere (spesso in modo esponenziale) la popolarità di località ed attrazioni meno note.

7. IA per costruire il viaggio. L’Intelligenza Artificiale sta trasformando la capacità di personalizzare le esperienze turistiche, utilizzando algoritmi per analizzare le preferenze individuali dei viaggiatori. Questo permette alle piattaforme turistiche di suggerire itinerari enogastronomici su misura, adattando le proposte ai gusti personali, alle restrizioni dietetiche e ai budget. In futuro, sarà possibile integrare ulteriormente questi strumenti nei sistemi di prenotazione, offrendo esperienze altamente specifiche: più il sistema conosce i tuoi gusti, più elabora recensioni sui prodotti servizi, più riesce ad elaborare soluzioni su misura. I benefici si misurano su: a) ottimizzazione delle prenotazioni e dell’assistenza; b) edutainment e storytelling immersivo; c) gestione sostenibile dei flussi turistici; d) inclusività e accessibilità; e) formazione e sviluppo professionale.

8. Enogastronomia, valore aggiunto per la ricettività. L’evoluzione del food & beverage nell’ospitalità è testimoniata dai numeri. Se nei primi anni 2000 questo servizio era visto come mero costo operativo, oggi il 40% degli alberghi nel Belpaese dispone di un ristorante interno. Questa voce mediamente genera circa il 28% del fatturato totale dell'albergo, generando un valore economico complessivo stimato di 3,5 miliardi di euro. Per quanto riguarda il fine dining, 158 ristoranti stellati Michelin (il 40% del totale) sono ospitati all’interno di strutture alberghiere. Puntare sul food & beverage offre opportunità di branding, permette di diversificare le entrate attraverso eventi e catering e migliora la percezione dell’hotel. Questa crescente attenzione per il mondo del food & beverage sta trasformando i ristoranti ospitati negli alberghi in veri e propri ambasciatori del territorio, con una crescente attenzione verso l’utilizzo di ingredienti locali e approcci eco-friendly, ma anche nel connubio tra cibo e benessere con la nascita dei longevity restaurant.

9. Il paesaggio ritrovato. Sempre più spesso, il paesaggio si configura come un elemento chiave nella scelta di una destinazione turistica, soprattutto per il turismo enogastronomico. Il 59,3% dei turisti coinvolti nella nostra indagine ha indicato il “godimento del paesaggi rurali” come una primaria motivazione dei viaggi realizzati negli ultimi 3 anni, e il 55,3% ha indicato il paesaggio come un forte elemento di interesse nella realizzazione di viaggi futuri. E questo mentre in Italia l’abbandono rurale e delle attività agricole rappresenta una delle principali minacce, compromettendo equilibri costruiti nel tempo grazie al lavoro e alla presenza di agricoltori, allevatori e pastori. È fondamentale intervenire con azioni mirate per preservare il paesaggio rurale italiano.

10. Gastrodiplomacy, il cibo per unire. La gastrodiplomazia si fonda sull’idea che il cibo sia una lingua universale, capace di superare le barriere linguistiche, culturali e politiche. Nei momenti di crisi, il cibo può essere utilizzato per ricordare che, nonostante le divisioni, esistono elementi comuni che uniscono i popoli.

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Lavoro

De Luca (Consulenti lavoro): “Condizioni per anno...

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Il presidente del Cno: "Mercato parte da una base che non c'è mai stata nel Paese"

Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro

"Le condizioni per un 2025 ulteriormente positivo per il mercato del lavoro ci sono tutte. Poi ovviamente vedremo l'andamento dell'economia. Di certo, arriviamo da due anni di boom e il 2025 parte da una base che non c'è mai stata in Italia. Non abbiamo mai avuto 24 milioni di assunti in Italia, non abbiamo mai avuto una piattaforma come quella che è stata creata dal Ministro del lavoro e dall'Inps che possa portare all'occupazione o comunque a creare circuiti virtuosi di occupazione". Così Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, in un'intervista rilasciata alla web tv di categoria, sulle prospettive per il 2025 del mercato del lavoro italiano.

Secondo De Luca, "dalla fotografia che ci forniscono Istat e Inps della platea dei nuovi assunti nell'ultimo periodo, si deduce che sono quasi tutti a tempo indeterminato, quasi un milione di lavoratori, e una larga parte, la maggior parte sono nella fascia over 50. E' una fotografia che dà certamente segnali di positività, e noi guardiamo anche altro, per esempio la riduzione del numero dei Neet, dei giovani che non lavorano, che non studiano e comunque non cercano neanche di lavorare".

E per De Luca il motivo di questa 'vivacità' è chiaro. "Questo perché? Perché è finita nel 2023 un epoca dove l'assistenzialismo e comunque la concessione facile del sussidio ha disincentivato la ricerca del lavoro. Oggi sappiamo che questi sussidi ci sono, ma sono circoscritti a chi ha delle situazioni di difficoltà. Mi piace sottolineare che in queste categorie sono rientrate anche le donne vittime di violenza, particolarmente quelle di violenza domestica, che sappiamo essere causate, provocate e alimentate dalla mancanza di indipendenza economica".

"Avere ricompreso quindi chi si distacca ovviamente da queste situazioni familiari odiose e tossiche, entra nel circuito nel circuito dell'assegno all'inclusione, che è sostentamento mensile ma anche possibilità e potenzialità di trovare occupazione con tutto il sistema delle nuove politiche attive", sottolinea.

Allo stesso tempo, la 'guida' dei consulenti del lavoro sottolinea che "è chiaro che l'occupazione non nasce dai decreti, o perlomeno dei pessimi decreti possono distruggere l'occupazione come è stato in passato negli scorsi anni. Molto dipende dall'economia. E quindi vedremo come andrà, le previsioni sono di una crescita, non altissima, e io penso che il mercato del lavoro sarà certamente dinamico anche se abbiamo un'ottima conferma della maggior parte dei nuovi contratti di lavoro che sono tutti a tempo indeterminato", sottolinea.

Per De Luca, quest'ultimo aspetto è un "chiaro segno di una tendenza che noi conosciamo bene: un imprenditore quando trova una buona risorsa, la tiene e la mantiene con contratto a tempo indeterminato perché evidentemente non c'è tutta questa voglia di cambiare, il turn over continuo non fa bene all'azienda", sottolinea ancora.

E per De Luca nel 2024 in materia nella normativa sulla sicurezza sul lavoro "ci sono stati interventi che non si vedevano da decenni e che, come noi notiamo nelle aziende che gestiamo, stanno producendo un cambiamento culturale e di mentalità, che è centrale nel contrasto agli infortuni sul lavoro. Quindi io penso che l'anno appena passato sia di buon auspicio anche per il futuro, con l'affermazione di una cultura della sicurezza del lavoro che con il passare del tempo farà migliorare tutto", sottolinea.

Secondo De Luca, "da quello che registriamo nelle aziende c'è molta più attenzione sul tema. I diversi provvedimenti in materia di sicurezza sul lavoro messi in campo nel 2024, l'ingaggio di nuovi ispettori del lavoro, i blitz sul caporalato hanno creato una certa attenzione, che ha portato ad un salto culturale. E ci sono sempre più imprenditori che si interessano nel capire se la loro azienda è a posto con quelle che sono le regole della sicurezza sul lavoro", sottolinea.

E i consulenti del lavoro, spiega De Luca, sono attivi sul tema sotto diversi aspetti. "Noi andiamo anche nelle scuole e nelle università a spiegare che spendere in sicurezza non è un costo, ma è un investimento in serenità sociale, perché si evitano incidenti, si evitano quelle che purtroppo sono le situazioni che viviamo e che abbiamo vissuto. Anche recentemente. E questo può avvenire solo con un salto culturale, cioè con la presa di coscienza, con la consapevolezza che la sicurezza non è un qualcosa di opzionale, non è qualcosa che può essere fatto o no e se non lo fai hai la sanzione. Perché purtroppo le conseguenze -sottolinea- non sono solo amministrative, non possono essere ripagate con una sanzione, ma sono sociali, costano vite umane, drammi familiari, anche nelle aziende dove avvengono", spiega ancora.

E De Luca sottolinea come "il 2024 per i consulenti del lavoro è stato un anno molto positivo da molti punti di vista. Certamente per la centralità della professione, ma anche per l'aver individuato nuovi ambiti di competenza, aver rafforzato altri che avevamo acquisito negli anni. Gli obiettivi per il prossimo anno sono quelli di ogni anno maggiorati di un qualcosa in più, perché noi siamo sempre alla ricerca di nuove opportunità per dare alla nostra categoria una centralità che ormai ha diversi decenni. Siamo dentro la transizione digitale e tecnologica quindi il 2025 sarà certamente un anno fondamentale perché le accelerazioni ormai non sono di anni, ma di mesi e quindi è chiaro che pur non sapendo quale sarà l'evoluzione sappiamo comunque che sarà molto rapida", aggiunge ancora.

De Luca ricorda che nel 2024 "abbiamo dato ulteriore centralità alla nostra categoria nel mercato del lavoro. Per esempio, con tanti accordi bilaterali che sono utili a portare al lavoro fragili e persone che hanno più difficoltà di altre nel cercare occupazione. Per i consulenti del lavoro quindi il 2024, con quanto è stato fatto nei 12 mesi, è stato certamente un anno molto positivo".

E per De Luca la categoria dei consulenti del lavoro sta rispondendo alla sfida della transizione digitale "adattandosi e anticipando quelle che possono essere le criticità e anche le tendenze. Noi siamo da sempre all'avanguardia nel mercato del lavoro, nel mercato delle professioni, ma anche nel sistema economico del Paese".

E in conclusione sulle politiche per l'autoimprenditorialità introdotte nel 2024 dal governo "è difficile essere contrari, avere un parere negativo, perché non credo che sia una scoperta di oggi che il lavoro dipendente nasce dal lavoro autonomo. Quindi invogliare dipendenti, e non, a creare delle forme di start-up, giovani che possano creare delle attività di impresa, comunque autonome, non può che essere positivo, perché poi da lì potrebbero 'scaturire' anche dei lavoratori dipendenti. Sottolineiamo, e come esponente del mondo ordinistico ho piacere a farlo, che per la prima volta queste forme di sostegno, queste forme di finanziamento a nuove attività è allargato anche ai giovani professionisti, cosa che invece in precedenza erano sempre esclusi", rimarca.

"E noi ci applichiamo perché possa essere di pratica applicazione e quindi possa incrementare anche il numero dei giovani professionisti", conclude.

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Lavoro

Retribuzioni, PageGroup: “2024 anno complesso tra...

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L'ad Mainini: "il 2025 si prospetta però un anno di ripresa: non mancheranno interessanti opportunità soprattutto in quei settori che, rispetto ad altri, sembrano risentire meno della crisi come finance ed engineering & manufacturing"

Retribuzioni, PageGroup:

PageGroup, azienda leader a livello internazionale nel settore della ricerca e selezione specializzata, ha pubblicato la guida relativa agli stipendi e alle tendenze del mercato del lavoro 2025. Il 2024 che sta per concludersi è stato caratterizzato da incertezza e da instabilità economica, fattori che hanno inevitabilmente avuto un impatto sulle aziende e sui professionisti, aumentando il divario tra le rispettive aspettative.

“Il 2024 - precisa Tomaso Mainini, amministratore delegato di PageGroup Italia e Turchia - è stato un anno complesso, tra inflazione in costante aumento, difficoltà economiche a livello globale e conflitti in molte parti del mondo. Il 2025 si prospetta però un anno di ripresa: non mancheranno interessanti opportunità soprattutto in quei settori che, rispetto ad altri, sembrano risentire meno della crisi. Mi riferisco in particolare al comparto finance ed engineering & manufacturing. E' ormai assodato che i professionisti stiano diventando sempre più esigenti su stipendi, flessibilità, percorsi di carriera, e che le aziende facciano molta fatica a conciliare queste aspirazioni con le proprie esigenze di business. Colmare questo gap è indispensabile, soprattutto in questa fase caratterizzata da mancanza di profili altamente qualificati”.

I settori più dinamici secondo PageGroup sono finance e engineering & manufacturing. Finance: si consolida il ruolo a supporto del business. Sono sempre più ricercati professionisti skillati, con ampia professionalità. Aumentano gli investimenti su competenze specifiche di C-Level, in grado di definire ed implementare strategie finanziarie che creino valore per l'azienda e che guidino al cambiamento in un mercato del lavoro sempre più digitalizzato e data centrico. Da quest’anno, abbiamo notato i primi effetti dell’introduzione di sistemi legati all’Intelligenza Artificiale che permette, da un lato, di ottimizzare processi contabili, amministrativi e di reporting, dall’altro, di migliorare skills legate ai processi di pianificazione strategica e previsionale.

Tra i profili più richiesti, troviamo il cfo, il controller in ambito sales, il financial ed industrial e le figure di responsabile amministrativo. retribuzioni interessanti per questi professionisti: cfo con più di 10 anni di esperienza possono superare i 130mila euro lordi l’anno, controller con 5-10 anni di esperienza hanno un range retributivo tra 50 e 70mila euro, ed infine il responsabile amministrativo si attesta su un range tra i 45 ed i 60mila euro in base agli anni di esperienza nel ruolo.

Engineering & manufacturing: digitalizzazione, sostenibilità e intelligenza artificiale le parole chiave per il 2025. L'evoluzione dei professionisti nel settore engineering & manufacturing in Italia nel 2025 rifletterà diverse tendenze globali e nazionali, guidate da innovazioni tecnologiche, transizioni sostenibili e cambiamenti nei modelli produttivi. I professionisti che operano in questi ambiti dovranno concentrarsi su intelligenza artificiale, big data e robotica avanzata per rendere sempre più efficienti i processi di produzione, ma anche sulle tecnologie che migliorano il risparmio energetico, riducono il consumo di materiali e promuovono il riciclo e il riutilizzo.

I profili più ricercati saranno il direttore r&d, il responsabile ufficio tecnico e il project manager. Per i direttori r&d si prevedono stipendi compresi tra i 50 e i 60mila euro annui lordi con meno di 5 anni di esperienza, tra 60 e 70mila euro dai 5 ai 10 anni e più di 70mila euro con più di 10 anni di esperienza nel ruolo. Un responsabile dell’ufficio tecnico, invece, percepisce una ral in ingresso di 55-65mila euro che cresce fino a superare gli 80mila man mano che aumentano gli anni di lavoro sul campo. Lo stipendio di un project manager, infine, parte da 50-60mila euro lordi all’anno e supera i 70mila euro al crescere dell’esperienza. Per tutti questi ruoli sono previsti bonus e benefit molto interessanti.

Alcuni ruoli e profili nel settore sales & marketing e tech continuano a godere di retribuzioni interessanti, nonostante il contesto sfidante affrontato nel 2024 dai settori di appartenenza. Sales & marketing: nonostante l’anno sfidante le aziende hanno necessità di vendere e ampliare il proprio business. La ricerca di profili commerciali e marketing ha segnato un delta positivo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo dato evidenzia come gli investimenti sul capitale umano all’interno di quest’area siano stati ritenuti strategici per mantenere le quote di mercato o incrementarle. Sotto questo punto di vista le figure di business development (direttore commerciale e sales manager) e quelle di marketing strategico (product marketing in primis), si confermano essere tra le più richieste sul mercato, a prescindere dal settore.

Le retribuzioni per questi profili sono interessanti: un direttore commerciale con meno di cinque anni di esperienza nel ruolo percepisce tra gli 85 e i 95mila euro lordi all’anno che possono superare anche i 130mila euro per chi ha più di 10 anni di esperienza; un sales manager con esperienza di 5-10 anni, invece, guadagna mediamente tra gli 85 e i 100mila euro lordi all’anno.

Il panorama It, in continua evoluzione, è alla costante ricerca di professionisti qualificati. Il settore tech cambia velocemente e questa rapidità supera di gran lunga il numero di professionisti adeguatamente formati. Questo ritmo di cambiamento continuo impone alle aziende una grande sfida: trovare figure professionali che non solo siano in grado di padroneggiare le nuove tecnologie, ma che conservino anche competenze solide su tecnologie più datate, spesso ancora fondamentali per molti settori. Nei processi di ricerca e selezione, diventa cruciale trovare strategie che consentano di attrarre candidati in grado di rispondere a queste esigenze: una delle soluzioni più efficaci, soprattutto quando si è vincolati da limiti di budget (in termini di ral, bonus o benefit) è quella di intraprendere un’analisi di fattibilità dettagliata ed eventualmente avviare un processo di reskilling per aggiornare le competenze delle risorse già presenti in azienda e non perdere importanti opportunità di business.

Data la scarsità di profili e competenze, le aziende sono disposte a riconoscere stipendi, anche in ingresso, molto interessanti: un direttore IT con esperienza tra i 5 e i 10 anni di esperienza, ad esempio, guadagna tra 60 e 100mila euro lordi all’anno ai quali si aggiungono bonus e benefit; un junior software developer ha una retribuzione annua lorda compresa tra i 35 e i 50mila euro che possono arrivare a oltre 65mila euro con l’aumento del livello di seniority.

Tax & legal: sostenibilità, digitalizzazione e compliance per un settore in forte espansione. Secondo i dati elaborati da PageGroup, sono cresciute del 25% le richieste di professionisti qualificati soprattutto nel mondo energy e in quello della cyber sicurezza. La crescente complessità delle normative e l'evoluzione delle esigenze aziendali stanno alimentando una domanda sempre più elevata di professionisti specializzati, in grado di affrontare le sfide legali e fiscali che caratterizzano il contesto economico attuale. In questo panorama, le competenze tradizionali, seppur fondamentali, non sono più sufficienti a soddisfare le esigenze delle aziende, che richiedono sempre più figure con un mix di expertise avanzate e capacità trasversali. I professionisti oggi devono possedere una solida base tecnica e, allo stesso tempo, skills che spaziano dalla leadership alla capacità di lavorare in team, con un forte accento sulla gestione efficace del tempo e delle priorità.

Tra i trend più interessanti, in primo piano c’è il crescente interesse per i profili legati alla sostenibilità, un ambito che sta diventando sempre più centrale per le aziende che devono adattarsi a normative ambientali più stringenti e a strategie di Esg (Environmental, Social, Governance). Parallelamente, il settore dell’intelligenza artificiale si distingue per l’attenzione a tematiche normative e contrattuali legate all’adozione di tecnologie avanzate. Anche la protezione dei dati mantiene un ruolo cruciale, spinta dalla necessità di conformarsi a normative come il Gdpr e di gestire rischi crescenti legati alla cybersecurity. Infine, il settore del tax risk management continua a guadagnare terreno, con un aumento della domanda di esperti capaci di supportare le imprese nella gestione proattiva dei rischi fiscali e nell’adeguamento a normative in continua evoluzione.

Queste tendenze evidenziano in maniera inequivocabile la sempre maggior strategicità delle funzioni fiscali e legali, nell’ottica di supportare innovazione, compliance e sostenibilità aziendale.

“Trovare il professionista giusto - aggiunge Tomaso Mainini - diventa sempre più complesso, e abbiamo riscontrato, sempre con maggiore frequenza, il ricorso alle controfferte, ovvero aziende che offrono un aumento significativo del pacchetto retributivo alle risorse in procinto di lasciare il proprio posto di lavoro. Il riconoscimento però delle risorse dovrebbe avvenire prima della decisione ormai maturata di lasciare l’azienda. Il tema dello smart working, per molte figure professionali è una condizione ormai imprescindibile sulla quale quasi nessuno è più disposto a negoziare. A livello generale, il gap con il resto d'Europa e l'impatto dell'inflazione continuano a rappresentare sfide significative per i salari dei nostri professionisti. I lavoratori italiani, infatti, non hanno dubbi: sono convinti che il loro attuale stipendio sia spesso inadeguato rispetto alle responsabilità e al costo della vita".

"La direttiva europea sulla trasparenza retributiva, in arrivo entro il 2026, - sottolinea - potrebbe portare miglioramenti nell'equità delle retribuzioni, anche in Italia, ma la strada è ancora piuttosto tortuosa. Dal nostro osservatorio vediamo che molte aziende stanno pianificando aumenti salariali moderati (entro il 5%) nel breve termine per provare a migliorare la vita dei propri dipendenti che spesso sono in difficoltà a causa della diminuzione del potere d’acquisto e dell’inflazione che, per fortuna, sembra stia rallentando. Possiamo dire, quindi, che ci sono segnali di moderata ripresa anche su un aspetto cruciale per il benessere delle persone. Siamo, dunque, cautamente ottimisti”.

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