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Pietrangeli dimesso dal Gemelli: “Sto bene, pronto a tifare Sinner e gli azzurri”

L'ex campione ha lasciato l'ospedale dopo l'operazione per la frattura all'anca: "La visita più inaspettata? Quella di Licia Colò"

Nicola Pietrangeli - Fotogramma/IPA

Nicola Pietrangeli è stato dimesso oggi, nel tardo pomeriggio, dopo la caduta accidentale e l'operazione del 13 dicembre scorso (per una frattura all’anca destra) presso la Uoc di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico Gemelli.

L'ex campione del tennis italiano (operato dal professor Giulio Maccauro, professore ordinario di malattie dell'apparato locomotore dell'università Cattolica e direttore della Uoc di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico Gemelli di Roma), dopo l'intervento torna a casa, dove dovrà seguire un lavoro di riabilitazione di circa 30 giorni. "Mi sento molto bene" ha detto Pietrangeli all'Adnkronos. Ora lo attende una riabilitazione prima di poter ritornare al suo amato circolo Canottieri Roma, a giocare a carte. "Per il momento ho già organizzato un 'Peppa' a casa con gli amici!", ha aggiunto riferendosi al gioco di carte. Pietrangeli è comunque già in piedi ed ha invitato il personale sanitario a cena appena starà meglio, ringraziandolo per l'assistenza ricevuta.

Pietrangeli dimesso

Ha sempre scherzato e riso e non è mai stato di malumore, raccontando le storie narrate anche nel suo docufilm. In questi giorni di feste ha ricevuto moltissime visite e "per fortuna non mi è mancato ne la presenza ne l'affetto dei miei cari", ha aggiunto l'ex campione. "Quale è stata la visita più inaspettata o che mi ha fatto più piacere? Quella di Licia Colò", ha aggiunto. Anche lo stesso personale sanitario è andato spesso a trovarlo, da ammiratori per stringere la mano ad un campione che a tutt'oggi attira l'attenzione sia di giovani che di adulti e che ora potrà godersi i tornei di tennis e rivedere Sinner e gli altri azzurri agli Australian Open. "Certo non mancherò di fare il tifo per tutti i nostri giocatori italiani", ha concluso Pietrangeli.

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Sport

Dalla Svizzera all’Arabia Saudita: quando Inter-Milan...

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Il derby di Supercoppa italiana andrà in scena a Riyadh, ma non è il primo confronto esotico tra le due squadre. Ecco i precedenti

Ibrahimovic dopo il gol in Supercoppa nel 2011 - Fotogramma

Inter-Milan supera l’Italia e si apre al mondo ancora una volta. Il derby di Milano torna all’estero, in Arabia Saudita, per la finale di Supercoppa italiana del 6 gennaio. E non sarà un "debutto", visto che la stracittadina si è già giocata lontano dal Duomo in diverse occasioni. Fin dall’inizio della sua storia, oltre un secolo fa.

Il primo derby in Svizzera

Già, perché il viaggio del derby di Milano non comincia a Milano, ma in Svizzera. A Chiasso per la precisione, dove il 18 ottobre 1908 si giocò il primo Milan-Inter della storia in un contesto d’altri tempi. Di sicuro affascinante, avvolto dal mistero. Con giocatori in campo oltre la frontiera, con vecchie maglie di lana e uno spirito lontano dall’agonismo dei derby di oggi. L’allenatore del Milan era Gerolamo Radice, quello dell’Inter Virgilio Fossati. La curiosità è che entrambi scesero in campo con la fascia da capitano al braccio, uno portiere e l’altro centrocampista. Uniti da un destino comune, che qualche anno dopo li avrebbe portati a vivere la Grande Guerra. Il primo riuscì a combattere e a sopravvivere, premiato tempo dopo con una medaglia al valore, mentre il secondo morì al fronte. Quel derby misterioso durò 25 minuti per tempo e lo vinse il Milan 2-1, con reti di Lana e Forlano (di Payer il gol nerazzurro).

La prima Supercoppa, a Pechino

Amichevoli a parte (come quelle americane del 1969 allo Yankee Stadium di New York, o del 2009 al Gillette Stadium di Foxborough), la storia del derby di Milano fuori dall’Italia è legata alla Supercoppa italiana e a questioni di marketing, che negli ultimi anni hanno visto in più occasioni l'assegnazione del trofeo all'estero. La prima finale esotica è dell’estate 2011 e il contesto guarda in Cina, al celebre Bird’s Nest di Pechino, riempito da settantamila tifosi provenienti un po' da tutto il mondo. Sulla panchina rossonera siede Massimiliano Allegri, pochi mesi prima condottiero del 18° scudetto, su quella nerazzurra Gian Piero Gasperini, arrivato a Milano dopo l’esperienza al Genoa. L’Inter parte bene e passa a metà del primo tempo con una spettacolare punizione di Sneijder, ma il Milan viene fuori alla distanza e rimonta nella ripresa con grinta e cuore, prendendosi la coppa. I gol di Ibrahimovic, intorno all’ora di gioco, e Boateng, a una ventina di minuti dalla fine.

E la seconda, a Riyadh

Nel gennaio 2023, il confronto di Supercoppa si sposta a Riyadh. Il Milan di Pioli plana sulla sfida con lo scudetto sul petto, conquistato all’ultima giornata di campionato nel maggio precedente. L’Inter di Inzaghi ha invece messo in bacheca la Coppa Italia. I rossoneri sono in difficoltà, arrivano da due pareggi in campionato contro Roma e Lecce e dall’eliminazione in Coppa Italia contro il Torino, mentre l’Inter è reduce dal successo di misura contro il Verona. Gli stati d’animo quasi opposti delle due squadre si riflettono in campo. I nerazzurri prendono subito in mano il gioco e ipotecano il trofeo già in avvio con un uno-due micidiale: Dimarco sblocca il match dopo 10’, Dzeko raddoppia a metà tempo. Il Diavolo annaspa, non si rialza più e nel finale subisce la rete del definitivo 3-0 di Lautaro Martinez. L'ultimo atto dei derby di Milano lontani dal Duomo. (di Michele Antonelli)

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Sport

Sinner si allena con Wawrinka: “Grazie Stan, un onore...

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In Australia, il numero uno al mondo si è allenato con il vincitore degli Australian Open 2014

Sinner e Wawrinka - Instagram Darren Cahill @dc10s

Jannik Sinner corre verso gli Australian Open e continua ad allenarsi dall’altra parte del mondo con sparring partner d'eccezione. Dopo il primo allenamento dell’anno con il figlio d’arte Cruz Hewitt, figlio di Lleyton, il numero uno del ranking nella notte ha condiviso il campo con Stan Wawrinka. Il campione svizzero che, curiosità, trionfò a Melbourne 10 anni prima dell'azzurro, nel 2014. E che, a 39 anni e con una wild card in tasca per il primo Slam stagionale, ha ancora voglia di battagliare.

Sinner e l'allenamento con Wawrinka

Jannik arriva in Australia per bissare il successo dello scorso anno, da numero uno al mondo e dopo la stagione della consacrazione, seguito dal tecnico Darren Cahill. Lo stesso che ha condiviso sui social una foto dell’allenamento con Wawrinka (con cui pochi giorni fa si è allenato Matteo Berrettini), ringraziando il campione svizzero e ricordando la sua vittoria agli Australian Open del 2014: “Grazie Stan. Sempre un piacere condividere il campo con te". In attesa del primo impegno stagionale, il match di esibizione contro Popyrin del 7 gennaio, Sinner si allenerà anche con un altro sparring partner di livello. Frances Tiafoe, battuto nell’ultima finale del Masters 1000 di Cincinnati, con cui Jannik condividerà il campo il 6 gennaio.

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Sport

Butler-Miami, è rottura: da Golden State a Phoenix Suns, il...

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L'asso degli Heat è stato sospeso per cattiva condotta dalla sua franchigia. Adesso è ufficialmente sul mercato

Jimmy Butler - Fotogramma/IPA

La storia tra Jimmy Butler e Miami è ai titoli di coda. Gli Heat hanno annunciato in un comunicato ufficiale di aver sospeso la loro stella per sette partite, "per molteplici episodi di condotta dannosa per la squadra nel corso della stagione e in particolare nelle ultime settimane". Adesso, uno dei giocatori migliori dell’Nba è ufficialmente sul mercato perché - spiega la società - "con le sue azioni e dichiarazioni, ha dimostrato di non voler più far parte di questa squadra. Jimmy Butler e il suo rappresentante hanno indicato che desiderano essere scambiati, quindi ascolteremo le offerte".

Butler, addio a Miami

La cattiva condotta costerà a Jimmy Butler (in scadenza a fine stagione, ma con opzione per rinnovo) oltre 2 milioni di dollari di stipendio da versare agli Heat (ne percepisce circa 52 a stagione), ma la mossa lo porterà a diventare free agent dopo che Miami ha rifiutato di concedergli il rinnovo alle condizioni richieste. E così, la stella Nba potrà andar via prima del tempo e strappare un contratto migliore sul mercato. Sul 35enne non manca l’interesse e in questo senso per Miami la situazione è complicata perché la cessione dovrà avvenire entro il 6 febbraio, data di scadenza degli scambi stagionali. Pochi margini di negoziazione, dunque.

Il futuro di Jimmy Butler

Le squadre che prenderebbero Butler di corsa sono diverse, tutte con ambizioni importanti ma in un momento di difficoltà. Golden State, per esempio, che avrebbe giocatori interessanti da mettere sul tavolo come contropartita (Kuminga su tutti). E poi, gli Houston Rockets e i Phoenix Suns. Franchigie che potrebbero virare su Butler per puntare al titolo. In fondo, l’americano - a Miami dal 2019 - ha trascinato i suoi alle Finals nel 2019-20 e nel 2022-23. Sempre da protagonista. Particolare da non sottovalutare.

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