Roma-Lazio, derby in notturna dopo 6 anni: città e allenatori si preparano
Il match in notturna per la prima volta dopo sei anni
Cresce l'attesa per Roma-Lazio, che si giocherà domenica 5 gennaio alle 20.45 allo Stadio Olimpico. Da sei anni il derby della Capitale non si giocava in orario notturno (da tre invece non si giocava un derby serale). La decisione di disputare il match di giorno era stata presa per motivi di ordine pubblico contro il rischio incidenti e tensioni fuori dallo stadio, ora la scelta condivisa tra prefetto, questore e comandanti provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della guardia di finanza, di non chiedere la pianificazione del derby Roma-Lazio in orario diverso da quello serale rappresenta, sottolinea la questura di Roma in una nota, "un’occasione per le società sportive e le rispettive tifoserie per mostrare segni di maturità in cui anche le logiche ultrà trovino spazi di espressione colorati e folkloristici nell’ambito di una cornice di legalità".
Il risultato difficile da prevedere
Difficilmente prevedibile, come spesso accade, il possibile esito del match. I quindici punti di vantaggio della Lazio in classifica sembrano non incidere nelle quote di Planetwin365 e bet365, dove il successo giallorosso è leggermente avanti a 2,50 sul 2,96 del segno 2, con il pari in lavagna a 3,05.
"I derby sono tutti imprevedibili, azzeccare una previsione è un po' come vincere la lotteria, in termini di probabilità, specialmente per la stracittadina romana che va oltre la preparazione tecnica, la forma fisica o il momento particolare che vivono una o l'altra squadra", ha dichiarato all'Adnkronos Ottavio Bianchi, ex allenatore della Roma. "Il fattore emotivo è troppo importante, il derby romano è particolare, sentito dalla città, dai tifosi e dai giocatori stessi. Ricordo personalmente quanto interessasse più vincere il derby che la posizione in classifica".
Lo stesso lo pensa Bruno Giordano, indimenticato bomber della Lazio per dieci anni tra il 1975 e il 1985, che all'Adnkronos ha detto: "A prescindere da come le squadre ci arrivino, il derby Roma-Lazio poi azzera tutto. E' una partita troppo particolare, si basa tutta sull'emozione, poco sotto l'aspetto tecnico-tattico, molto più su quello motivazionale e di cuore. Un episodio può cambiare un'intera partita, e d'altronde si chiama derby perché tutti ne parlano in città e di conseguenza anche i calciatori devono regolarsi di conseguenza". "Ricordo il mio primo derby da esordiente in serie A, da una parte la Lazio che veniva da uno scudetto l'anno prima, dall'altra la Roma che veleggiava nei quartieri alti, era bello. Poi il secondo, quando feci gol e l'ultimo perché sapevo che non avrei più potuto rigiocare un derby perché stavo andando al Napoli: finì 1-1, segnai io - continua - Quanto al prossimo, domenica, ognuno chiaramente ha la propria strategia e le proprie qualità, la Lazio ha una squadra molto più dinamica, che ribalta il campo in modo molto più veloce rispetto alla Roma, che dal canto suo è una squadra più esperta e con più palleggio".
Nel derby allo stadio Olimpico, tutto pesa diversamente rispetto a qualsiasi altra partita, che sia per la classifica o di coppa. "Un gol segnato durante un derby vale molto di più, perché viene ricordato. Il mio primo ormai è datato '76, per cui stiamo parlando quasi di cinquant'anni fa, però viene ricordato forse anche perché fu molto bello sotto l'aspetto tecnico. D'altronde si celebrano anche giocatori che sono stati di passaggio all'interno della Lazio e della Roma, proprio perché è una partita che la città vive in modo del tutto differente rispetto alle altre partite e questo poi lo si trasmette ai calciatori. Nel derby è così, contano più il cuore e il sangue freddo rispetto alla tecnica e alla tattica".
Luigi Martini, ex giocatore biancoceleste e vincitore del primo scudetto nel 1973-74, pensa invece che la Lazio parta da favorita. "La Lazio sembra aver trovato il passo giusto ormai. A parte la sfida con l'Inter ha messo in difficoltà chiunque, - ha dichiarato all'Adnkronos - ma il derby è una partita a sé, diversa da tutte le altre. La Lazio parte sicuramente favorita. Marco Baroni è stato molto bravo a motivare i giocatori, penso che questa squadra possa arrivare tra le prime cinque in classifica". Poi sulla Roma: "La squadra è stata costruita male in estate, Ranieri non ha la bacchetta magica".
Claudio Ranieri: "Non conta la classifica, si azzera tutto"
L'allenatore della Roma, Claudio Ranieri, che ha vinto quattro derby della Capitale su quattro (uno in Coppa Italia) nel suo passato giallorosso. "Il derby è il derby. Entrambe le squadre vogliono vincere. Tutti abbiamo vissuto altri tipi di derby - ha dichiarato - ma non conta la classifica, si azzera tutto. Si vive con la stessa voglia di fare bene, l'agitazione non è una buona motivazione". "Andavo in Curva Sud, - ricorda - era tre quarti romanista e un quarto laziale. Tutti aspettavano Dante, il capo, e poi iniziavano i cori. C'erano gli sfotto. Dicembre ci ha fatto capire che siamo una squadra che è riuscita a ricompattarsi, abbiamo dei difetti ma stiamo lavorando per eliminarli. Non siamo al 100% sotto questo aspetto ma abbiamo messo la nave in navigazione. Non so dove potremo arrivare, ho sempre promesso solo lavoro e sacrificio". "Essendo tifoso - ha aggiunto - il derby rappresenta la stracittadina, tutto ciò che può pensare un tifoso. Questa è la partita clou, che uno sente ancora di più. La classifica parla chiaro, la Lazio ha fatto un girone d'andata stratosferico e gioca bene, si tratta di una squadra temibilissima. Il derby è il derby e fa sempre storia a sé. Se conterà la mia esperienza nel derby? Non credo sia determinante. La Lazio va con il pilota automatico. Baroni sentirà la bellezza del derby da allenatore".
Sulla formazione Ranieri ha spiegato: "Recuperati tutti tranne Celik perché ha la febbre, vedremo domani come starà. Pellegrini? Sento un forte feeling con lui. Non gioca per una questione psicologica perché tecnicamente è uno dei migliori centrocampisti in Europa. Chi ce li ha dovrebbe tenerseli stretti. Lui soffre i tifosi e io devo tenere presente questo aspetto. Lorenzo se li carica tutti e questo è il suo peccato, si carica tutti i problemi e invece dovrebbe giocare con naturalezza. Solo così può ritornare il giocatore che è. Si porta dei macigni dietro e non è facile giocare così. Se sbaglia il beniamino del pubblico non succede niente, ma se fa mezzo errore lui viene subito caricato di negatività e responsabilità. Quando sarà sereno lo metterò in campo. A San Siro stava per fare gol". "Se sto pensando a qualcosa di particolare sulle fasce? - ha continuato - La Lazio ha trovato il bandolo della matassa, sono bravi sugli esterni e centralmente. Tengo in considerazione tutti i loro punti di forza e lo stesso farà Baroni con noi".
Marco Baroni: "Si vive per queste partite"
"Si vive per queste partite. Sono meravigliose, c'è dentro tutta la passione. Non solo io, ma anche la squadra, dobbiamo tutti avvicinarci alla gara con tutta la gioia che porta una sfida così", ha detto il tecnico della Lazio Marco Baroni. "La Lazio arriva favorita? Una premessa: noi giochiamo questa partita domenica, non due mesi fa. Nelle ultime 5 partite le squadre hanno fatto gli stessi punti. Da quando c'è Ranieri la Roma ha segnato il doppio. Sfida equilibrata, pericolosa, per questo ancora più bella", ha spiegato il tecnico biancoceleste che vuole "una squadra che non deve mai snaturarsi, quando lo fai perdi qualcosa. Sappiamo benissimo della pericolosità della gara, ma dobbiamo giocare da Lazio. Mai snaturarsi".
"Temperatura dello spogliatoio a livello psicologico? Queste gare si preparano tutti insieme. Dentro questa partita c'è tutta la passione della città, delle due tifoserie. Quando si vive di passione è bello, io voglio che la squadra si avvicini con gioia alla partita", ha aggiunto Baroni che sottolinea come l'attesa per il derby è diversa da ogni altra. "Come dire che il Natale sia un giorno come gli altri, per me non lo è. Non lo sarà nemmeno il derby. Sarà la partita in cui servirà voglia, determinazione, tutto ciò che abbiamo sempre messo in campo. È la nostra natura. Il passato? Ora c'è tanta Lazio, voglio vedere il presente. Le esperienze che mi porto dietro mi aiutano, però guardo avanti. C'è una grande opportunità. Una società, una tifoseria... saremo fuori casa, ma non lo siamo mai in "trasferta" grazie al sostegno dei tifosi".
Domani ci saranno i tifosi della Lazio a vedere l'allenamento. "Fosse per me, sarebbe sempre così. Le porte aperte sono la cosa più bella, sentire il calore in questo modo. La vicinanza è passione, a volte si soffre insieme, ma la cosa più importante è regalare questo sentimento. Domani è un momento in cui possiamo essere a contatto, vicinissimi", ha aggiunto Baroni che fa poi il punto sugli infortunati. "Domani test per Lazzari e Noslin, vediamo se possiamo portarli con noi. Dia sta facendo benissimo, io ho ancora dei dubbi, i ragazzi si stanno allenando benissimo, sono in difficoltà. Dia è entrato bene con l'Atalanta, poi da certi giocatori si vuole sempre il gol. Ma si è mosso bene, ha avuto una buona gestione della palla. Un giocatore importantissimo per noi, lo sarà anche domenica".
Allo stadio
Tra le celebrità presenti allo stadio Olimpico è atteso Mattia Briga, cantante e tifoso biancoceleste. "Spero di vedere una bella prestazione della Lazio, soprattutto perché è un big match ed è importante per noi proseguire su un cammino positivo. Mi aspetto una prova importante da parte dei giocatori che quest'anno sono stati designati per portarsi sul groppone un po' tutta la squadra con tanti innesti giovani. L'esperienza di alcuni spero risulterà importante per la partita", ha detto l'artista all'Adnkronos.
Sport
Dalla Svizzera all’Arabia Saudita: quando Inter-Milan...
Il derby di Supercoppa italiana andrà in scena a Riyadh, ma non è il primo confronto esotico tra le due squadre. Ecco i precedenti
Inter-Milan supera l’Italia e si apre al mondo ancora una volta. Il derby di Milano torna all’estero, in Arabia Saudita, per la finale di Supercoppa italiana del 6 gennaio. E non sarà un "debutto", visto che la stracittadina si è già giocata lontano dal Duomo in diverse occasioni. Fin dall’inizio della sua storia, oltre un secolo fa.
Il primo derby in Svizzera
Già, perché il viaggio del derby di Milano non comincia a Milano, ma in Svizzera. A Chiasso per la precisione, dove il 18 ottobre 1908 si giocò il primo Milan-Inter della storia in un contesto d’altri tempi. Di sicuro affascinante, avvolto dal mistero. Con giocatori in campo oltre la frontiera, con vecchie maglie di lana e uno spirito lontano dall’agonismo dei derby di oggi. L’allenatore del Milan era Gerolamo Radice, quello dell’Inter Virgilio Fossati. La curiosità è che entrambi scesero in campo con la fascia da capitano al braccio, uno portiere e l’altro centrocampista. Uniti da un destino comune, che qualche anno dopo li avrebbe portati a vivere la Grande Guerra. Il primo riuscì a combattere e a sopravvivere, premiato tempo dopo con una medaglia al valore, mentre il secondo morì al fronte. Quel derby misterioso durò 25 minuti per tempo e lo vinse il Milan 2-1, con reti di Lana e Forlano (di Payer il gol nerazzurro).
La prima Supercoppa, a Pechino
Amichevoli a parte (come quelle americane del 1969 allo Yankee Stadium di New York, o del 2009 al Gillette Stadium di Foxborough), la storia del derby di Milano fuori dall’Italia è legata alla Supercoppa italiana e a questioni di marketing, che negli ultimi anni hanno visto in più occasioni l'assegnazione del trofeo all'estero. La prima finale esotica è dell’estate 2011 e il contesto guarda in Cina, al celebre Bird’s Nest di Pechino, riempito da settantamila tifosi provenienti un po' da tutto il mondo. Sulla panchina rossonera siede Massimiliano Allegri, pochi mesi prima condottiero del 18° scudetto, su quella nerazzurra Gian Piero Gasperini, arrivato a Milano dopo l’esperienza al Genoa. L’Inter parte bene e passa a metà del primo tempo con una spettacolare punizione di Sneijder, ma il Milan viene fuori alla distanza e rimonta nella ripresa con grinta e cuore, prendendosi la coppa. I gol di Ibrahimovic, intorno all’ora di gioco, e Boateng, a una ventina di minuti dalla fine.
E la seconda, a Riyadh
Nel gennaio 2023, il confronto di Supercoppa si sposta a Riyadh. Il Milan di Pioli plana sulla sfida con lo scudetto sul petto, conquistato all’ultima giornata di campionato nel maggio precedente. L’Inter di Inzaghi ha invece messo in bacheca la Coppa Italia. I rossoneri sono in difficoltà, arrivano da due pareggi in campionato contro Roma e Lecce e dall’eliminazione in Coppa Italia contro il Torino, mentre l’Inter è reduce dal successo di misura contro il Verona. Gli stati d’animo quasi opposti delle due squadre si riflettono in campo. I nerazzurri prendono subito in mano il gioco e ipotecano il trofeo già in avvio con un uno-due micidiale: Dimarco sblocca il match dopo 10’, Dzeko raddoppia a metà tempo. Il Diavolo annaspa, non si rialza più e nel finale subisce la rete del definitivo 3-0 di Lautaro Martinez. L'ultimo atto dei derby di Milano lontani dal Duomo. (di Michele Antonelli)
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Sinner si allena con Wawrinka: “Grazie Stan, un onore...
In Australia, il numero uno al mondo si è allenato con il vincitore degli Australian Open 2014
Jannik Sinner corre verso gli Australian Open e continua ad allenarsi dall’altra parte del mondo con sparring partner d'eccezione. Dopo il primo allenamento dell’anno con il figlio d’arte Cruz Hewitt, figlio di Lleyton, il numero uno del ranking nella notte ha condiviso il campo con Stan Wawrinka. Il campione svizzero che, curiosità, trionfò a Melbourne 10 anni prima dell'azzurro, nel 2014. E che, a 39 anni e con una wild card in tasca per il primo Slam stagionale, ha ancora voglia di battagliare.
Sinner e l'allenamento con Wawrinka
Jannik arriva in Australia per bissare il successo dello scorso anno, da numero uno al mondo e dopo la stagione della consacrazione, seguito dal tecnico Darren Cahill. Lo stesso che ha condiviso sui social una foto dell’allenamento con Wawrinka (con cui pochi giorni fa si è allenato Matteo Berrettini), ringraziando il campione svizzero e ricordando la sua vittoria agli Australian Open del 2014: “Grazie Stan. Sempre un piacere condividere il campo con te". In attesa del primo impegno stagionale, il match di esibizione contro Popyrin del 7 gennaio, Sinner si allenerà anche con un altro sparring partner di livello. Frances Tiafoe, battuto nell’ultima finale del Masters 1000 di Cincinnati, con cui Jannik condividerà il campo il 6 gennaio.
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Butler-Miami, è rottura: da Golden State a Phoenix Suns, il...
L'asso degli Heat è stato sospeso per cattiva condotta dalla sua franchigia. Adesso è ufficialmente sul mercato
La storia tra Jimmy Butler e Miami è ai titoli di coda. Gli Heat hanno annunciato in un comunicato ufficiale di aver sospeso la loro stella per sette partite, "per molteplici episodi di condotta dannosa per la squadra nel corso della stagione e in particolare nelle ultime settimane". Adesso, uno dei giocatori migliori dell’Nba è ufficialmente sul mercato perché - spiega la società - "con le sue azioni e dichiarazioni, ha dimostrato di non voler più far parte di questa squadra. Jimmy Butler e il suo rappresentante hanno indicato che desiderano essere scambiati, quindi ascolteremo le offerte".
Butler, addio a Miami
La cattiva condotta costerà a Jimmy Butler (in scadenza a fine stagione, ma con opzione per rinnovo) oltre 2 milioni di dollari di stipendio da versare agli Heat (ne percepisce circa 52 a stagione), ma la mossa lo porterà a diventare free agent dopo che Miami ha rifiutato di concedergli il rinnovo alle condizioni richieste. E così, la stella Nba potrà andar via prima del tempo e strappare un contratto migliore sul mercato. Sul 35enne non manca l’interesse e in questo senso per Miami la situazione è complicata perché la cessione dovrà avvenire entro il 6 febbraio, data di scadenza degli scambi stagionali. Pochi margini di negoziazione, dunque.
Il futuro di Jimmy Butler
Le squadre che prenderebbero Butler di corsa sono diverse, tutte con ambizioni importanti ma in un momento di difficoltà. Golden State, per esempio, che avrebbe giocatori interessanti da mettere sul tavolo come contropartita (Kuminga su tutti). E poi, gli Houston Rockets e i Phoenix Suns. Franchigie che potrebbero virare su Butler per puntare al titolo. In fondo, l’americano - a Miami dal 2019 - ha trascinato i suoi alle Finals nel 2019-20 e nel 2022-23. Sempre da protagonista. Particolare da non sottovalutare.