Tanti appuntamenti in calendario nel primo mese dell’anno. Tra le scadenze fiscali di gennaio 2025: il pagamento del secondo acconto delle imposte sui redditi per le partite IVA minori e la domanda per l’esonero dal pagamento del canone RAI
Il mese di gennaio 2025 si presenta ricco di appuntamenti. Tra le scadenze fiscali, protagonista il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi per i soggetti che possono beneficiare della proroga del termine del 30 novembre.
Sono chiamati in cassa entro il termine del 16 gennaio le “partite IVA minori”, le persone fisiche che nel periodo d’imposta precedente hanno dichiarato ricavi o compensi non superiori a 170.000 euro.
Tra gli altri appuntamenti, a fine mese, è in scadenza la domanda per l’esonero dal pagamento del canone RAI. La richiesta deve essere inviata all’Agenzia delle Entrate nel rispetto di determinati requisiti.
Restano in calendario anche i termini canonici, dagli adempimenti periodici per i sostituti d’imposta all’invio degli elenchi intrastat.
Contributi colf e badanti: quarta rata in scadenza il 10 gennaio
Ad aprire il calendario del mese, il 10 gennaio, è la scadenza per il pagamento della quarta rata del 2024 dei contributi INPS di colf e badanti.
I datori di lavoro domestico possono provvedere al pagamento, scegliendo tra diverse modalità:
● online attraverso il Portale dei Pagamenti, utilizzando la modalità “Pagamento immediato PagoPA” con carta di credito o debito, con prepagata o con addebito in conto;
● attraverso i soggetti che aderiscono al circuito Reti Amiche, cercando la ricevitoria o tabaccheria più vicina alla propria residenza;
● con avviso di pagamento PagoPA, stampabile dal Portale dei pagamenti;
● tramite l’app IO.
Fringe benefit 2024: pagamento entro il 12 gennaio 2025
Entro il 12 gennaio 2025 i datori di lavoro che intendono corrispondere importi in busta paga ai propri dipendenti a titolo di fringe benefit 2024 devono provvedere al pagamento.
Si deve infatti rispettare il principio di cassa allargato che fa rientrare tutti gli importi pagati nella parte iniziale dell’anno successivo al periodo d’imposta all’interno del reddito da lavoro dipendente percepito nell’anno di imposta precedente. Le somme pagate entro il 12 gennaio 2025 si considerano quindi nell’anno di imposta 2024.
Gli importi corrisposti a titolo di fringe benefit non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente, ai fini IRPEF, nel rispetto di determinati limiti.
Per il 2024 la soglia annua prevista è di 1.000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti e 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico.
Pagamento imposte sui redditi: dopo la proroga, scadenza al 16 gennaio per le partite IVA minori
Il 16 gennaio 2025 è in calendario la scadenza per il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi, per le partite IVA che possono accedere alla proroga.
Il rinvio dalla data canonica del 30 novembre al prossimo 16 gennaio interessa le cosiddette “partite IVA minori”, ossia le persone fisiche titolari di partita IVA che nel periodo d’imposta precedente hanno dichiarato ricavi o compensi non superiori a 170.000 euro.
Nella stessa data è previsto un doppio termine: quello del pagamento dell’importo dovuto in un’unica rata o per il pagamento della prima delle cinque rate previste per chi sceglie la rateizzazione.
Sono in ogni caso esclusi dalla proroga i contributi previdenziali e i premi INAIL.
Nel caso di pagamento rateale, le rate successive alla prima dovranno essere corrisposte entro il 16 dei mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio. Per tali rate dovranno essere versati anche gli interessi.
Adempimenti periodici: versamenti IRPEF, IVA e contributi INPS entro il 16 gennaio
Nello stesso giorno, 16 gennaio 2025, sono chiamati alla cassa anche i titolari di partita IVA e sostituti d’imposta.
In calendario è fissata la scadenza degli adempimenti periodici relativi ai versamenti IRPEF, IVA e dei contributi INPS.
Gli importi da pagare sono i seguenti:
● in relazione all’IRPEF, le ritenute alla fonte operate dai sostituti d’imposta a titolo di acconto su redditi da lavoro dipendente e assimilati corrisposti nel mese di dicembre 2024 e delle addizionali comunali e regionali. Lo stesso adempimento interessa anche il pagamento delle ritenute relative a redditi da lavoro autonomo e alle provvigioni per rapporti di commissione, agenzia, mediazione e rappresentanza corrisposti nel mese precedente;
● i contributi INPS dovuti dai datori di lavoro;
● il pagamento dell’IVA per i contribuenti con obbligo di liquidazione mensile, in relazione al mese di dicembre 2024.
Come di consueto i pagamenti dovranno avvenire utilizzando il modello F24. A seconda dei versamenti dovranno essere indicati i relativi codici tributo.
Comunicazione ZES Unica agricoltura: c’è tempo fino alla scadenza del 17 gennaio
Il 17 gennaio è in calendario la scadenza per l’invio della comunicazione relativa al credito d’imposta per gli investimenti effettuati nella ZES Unica da parte delle imprese agricole, dell’acquacoltura e del settore forestale.
Possono avere accesso all’agevolazione le aziende che hanno effettuato investimenti in beni strumentali nel periodo compreso tra il 16 maggio e il 15 novembre 2024 per un importo minimo di 50.000 euro, destinando i beni a strutture produttive delle regioni del Sud.
L’utilizzo esclusivo dell’agevolazione è possibile tramite compensazione con modello F24, utilizzando i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.
Elenchi intrastat: invio entro il termine del 27 gennaio
Il 27 gennaio, con due giorni di ritardo sulla scadenza canonica, è fissato il termine per la trasmissione degli elenchi Intrastat.
Sono chiamati ad effettuare l’adempimento sia gli operatori intracomunitari con obbligo mensile che quelli con obbligo trimestrale. I soggetti devono inviare gli elenchi riepilogativi delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi rese nel periodo di riferimento nei confronti di soggetti UE.
Per i contribuenti con obbligo mensile, si deve considerare le operazioni del mese di dicembre 2024, per quelli con obbligo trimestrale invece quelle realizzate nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2024.
Acconto IVA: in scadenza la regolarizzazione con ravvedimento breve
Nella parte finale del mese, il 27 gennaio, è fissata la scadenza per la regolarizzazione dell’omesso versamento dell’acconto IVA, da corrispondere entro lo scorso 27 dicembre.
Per utilizzare il ravvedimento operoso breve, e pagare la sanzione ridotta al minimo si deve versare la somma entro il termine in programma.
Dovranno essere versati anche sanzioni e interessi. Come di consueto, per il versamento si deve utilizzare il modello F24 e gli specifici codici tributo.
Spese sanitarie: invio dei dati del secondo semestre 2024 entro la fine del mese
Il 31 gennaio è in calendario la scadenza per la trasmissione dei dati delle spese sanitarie.
Gli operatori sanitari, obbligati all’invio delle informazioni al Sistema Tessera Sanitaria per la predisposizione del modello 730 precompilato, devono fare riferimento alle spese sostenute dalle persone fisiche nel secondo semestre del 2024.
Nello specifico si devono considerare le operazioni del periodo compreso tra il 1° luglio e il 31 dicembre.
Esonero canone RAI: domanda entro il 31 gennaio
Il 31 gennaio è in scadenza anche l’inoltro della richiesta di esonero annuale dal pagamento del canone RAI 2025.
Può richiedere l’esclusione dal pagamento chi ha intestata un’utenza elettrica ad uso domestico residenziale e non possiede una televisione. I requisiti devono essere verificati per ciascuna delle abitazioni in cui i soggetti hanno un’utenza intestata.
La domanda deve essere presentata inviando l’apposito modulo all’Agenzia delle Entrate.
Per il 2025 l’importo da corrispondere a titolo di canone RAI è di 90 euro, come di consueto. La Legge di Bilancio 2025 non ha infatti previsto alcuna riduzione.
Per l'esonero dal pagamento relativo al secondo semestre 2025 ci sarà tempo fino alla scadenza del 30 giugno.
Economia
Giorgetti ministro delle Finanze dell’anno per The...
"Dopo essersi guadagnato la stima del pubblico per i suoi tentativi di ridurre il crescente deficit italiano e di sostenere gli investimenti pubblici"
Giancarlo Giorgetti è il ministro delle Finanze dell'anno secondo The Banker, ''dopo essersi guadagnato la stima del pubblico per i suoi tentativi di ridurre il crescente deficit italiano e di sostenere gli investimenti pubblici, con un piano a lungo termine per ridurre l'enorme rapporto debito/pil del Paese''. Essere il ministro delle Finanze italiano, si legge nell'articolo, ''è un compito ingrato. I problemi economici che affliggono il Paese sono molteplici: crescita lenta, bassa produttività, elevata evasione fiscale e uno dei più grandi debiti pubblici al mondo. Tali sfide spiegano perché negli ultimi due decenni molti governi italiani abbiano fatto ricorso alla nomina di ministri delle Finanze per lo più tecnici''.
Giorgetti, nominato nel 2022, ''è una notevole eccezione'', secondo The Banker. ''È un veterano operatore politico, considerato un membro moderato e relativamente filoeuropeo del partito della Lega, che fa parte della coalizione di governo di destra in Italia. Sebbene non fosse la prima scelta del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Giorgetti è rapidamente emerso come una voce pragmatica in un governo che i critici lamentano essere spesso fin troppo amante della retorica e della politica populista. Le sue rinomate capacità di networking sono venute alla ribalta nel suo ruolo di Ministro delle Finanze, attingendo alla sua vasta carriera politica''.
Prima di diventare ministro delle Finanze, ha trascorso quasi tre decenni come membro del parlamento, ''per lo più negoziando dietro le quinte per conto di altri, tra cui il leader della Lega Matteo Salvini'', scrive The Banker. In particolare, ha ricoperto la carica di presidente della commissione Bilancio della Camera tra il 2001 e il 2013. Ciò ''lo ha aiutato molto a negoziare con i gruppi politici dei parlamenti e con la legge di bilancio annuale dell'Italia''.
L'anno scorso Giorgetti ''ha fissato obiettivi ambiziosi per colmare il crescente deficit dell'Italia e sostenere gli investimenti pubblici, per poi iniziare a ridurre l'enorme debito del Paese a partire dal 2027'', scrive The Banker. ''Ha in programma di aumentare la tassazione sulle aziende che operano in settori che beneficiano di condizioni commerciali favorevoli: una proposta del 2023 per una tassa extra sulle banche ha dovuto essere diluita dopo aver causato una svendita in borsa. Gran parte del miglioramento del saldo fiscale probabilmente deriverà da entrate fiscali aggiuntive. Tuttavia, Giorgetti ha anche introdotto misure restrittive, chiedendo ai diversi ministeri di realizzare risparmi totali per 4 miliardi di euro''.
Il ministro sta inoltre ''supervisionando la privatizzazione del creditore salvato Monte dei Paschi di Siena e della compagnia aerea nazionale Ita Airways. La major petrolifera statale Eni ha già completato la vendita di una quota di minoranza della sua attività di biocarburanti all'investitore di private equity Kkr per poco meno di 3 miliardi di euro'', ricorda The Banker. La Commissione europea ''ha elogiato il suo lavoro, ritenendo la legge di bilancio 2025 dell'Italia in linea con le sue raccomandazioni e norme, e descrivendo il piano di rimborso del debito del Paese come "credibile" e "sostenibile"'', si legge nell'articolo.
Il via libera dell'Ue all'Italia ''è stata una vittoria significativa per Giorgetti e il governo italiano, considerando che pochi paesi hanno rispettato gli impegni e le regole del blocco'', secondo The Banker. In effetti, la commissione ''ha rimproverato un certo numero di paesi, tra cui Germania e Paesi Bassi, per aver speso troppo. A ottobre, l'agenzia di rating Fitch ha alzato l'outlook per l'Italia da stabile a positivo''.
The Banker ricorda che la riscossione delle entrate quest'anno è stata migliore del previsto e ha permesso al governo di puntare al deficit del 2024 al 3,8% del pil, al di sotto della stima di aprile del 4,3%. L'Italia è stata sottoposta a una procedura per deficit eccessivo dall'Ue, dopo che il suo deficit del 2023 ha raggiunto il 7,2% del pil. Si prevede ora che il deficit del Paese scenderà al di sotto del limite del 3% stabilito dall'Ue nel 2026. Si prevede che il debito nazionale salirà al 137,8% del pil nel 2026, dal 135,8% del 2024, prima di diminuire marginalmente nel 2027.
Tuttavia, l'Italia ha ridotto il suo debito di quasi 20 punti percentuali del pil rispetto al picco del 2020. È tra i pochi paesi dell'eurozona ad aver riportato il suo rapporto debito/PIL ai livelli pre-pandemia. A dicembre, Giorgetti ha avvertito che il settore industriale del paese rischia una flessione, attribuendo l'impatto della scarsa performance dell'economia tedesca, in particolare, al ricco e più industrializzato nord italiano. Ciò peserà sulla crescita del pil italiano del 2024, che il governo a novembre ha rivisto al ribasso allo 0,7%, dall'1% precedente. ''Eppure, Giorgetti ha rassicurato i mercati e l'Ue'', conclude The Banker.
Economia
Nuova rateizzazione cartelle: tabella con spiegazione e...
È entrata in vigore la nuova rateizzazione: chi dimostra di trovarsi in difficoltà economica può accedere a un piano di pagamenti più ampio. Istruzioni sulle regole da seguire e sui documenti da presentare
Dall’inizio del 2025 si applicano nuove regole per la rateizzazione delle cartelle. Chi ha debiti superiori a 120.000 euro e chi intende accedere a piani di pagamento più ampi di quelli ordinari deve dimostrare di trovarsi in difficoltà economica per poter dilazionare i versamenti delle somme dovute.
Regole e istruzioni cambiano in base alla tipologia di contribuenti interessati: le persone fisiche utilizzano il parametro dell’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, mentre società e condomini tengono conto di altri dati.
Le regole di calcolo delle rate sono state stabilite dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con il decreto del 27 dicembre 2024.
Nuova rateizzazione delle cartelle dal 2025
Il numero delle rate mensili che l’Agenzia delle Entrate Riscossione può concedere arriva a un massimo di 120.
Anche nella precedente formulazione dell’articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, che concede ai contribuenti la possibilità di diluire i pagamenti delle cartelle, si arrivava a un periodo massimo di 10 anni.
Ma con le novità introdotte dal Decreto legislativo numero 110 del 2024 di attuazione della riforma fiscale, dal 1° gennaio è cominciato un percorso di progressiva estensione dei piani di rateazione.
Rateizzazione delle cartelle più lunga per chi documenta la difficoltà economica
Per questi primi due anni chi ha un debito sotto i 120.000 euro e invia una richiesta semplice all’Agenzia delle Entrate, senza fornire alcun documento sulla propria condizione economica, ottiene a una tabella di marcia per mettersi in regola fatta di 84 appuntamenti, cifra che sale a 96 dal 2027 e a 108 dal 2029.
A un piano di rate più lungo può accedere chi, invece, documenta la temporanea situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria.
Si parte da un minimo di 85, 97 e 109 tranche, in base all’anno in cui si effettua la richiesta, per arrivare a un massimo di 120.
Rateizzazione delle cartelle: quali documenti servono per dimostrare di essere in difficoltà?
Per valutare la condizione di temporanea situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria e per permettere all’Agenzia delle Entrate Riscossione di determinare il numero massimo di rate da prevedere è necessario fornire specifici elementi:
● per le persone fisiche e i titolari di ditte individuali in regimi fiscali semplificati si considera l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, ISEE;
● per i soggetti che non rientrano nella prima categoria è necessario prendere come riferimento l’Indice di Liquidità e l’Indice Alfa, parametri che si ottengono tenendo conto sia di dati sul debito che sull’andamento delle società;
● per i condomini, invece, si guarda all’Indice Beta, che si ottiene prendendo in esame sia informazioni che riguardano le somme dovute che l’ultimo rendiconto condominiale.
In caso di debiti superiori ai 120.000 euro è sempre necessario fornire una serie di informazioni sulla propria situazione per accedere alla rateizzazione delle cartelle ma è sempre possibile arrivare a un massimo di 120 rate.
Rateizzazione cartelle 2025: i documenti da presentare per dimostrare di essere in difficoltà economica
In ogni caso, la fotografia della condizione economica deve essere supportata da un’adeguata documentazione da trasmettere insieme ai moduli di domanda che l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha messo a disposizione sul suo sito.
Per le persone fisiche e le ditte in regime semplificato basta la certificazione ISEE. Mentre per le società il pacchetto di informazioni da fornire è più articolato: bisogna trasmettere il prospetto con il valore dell’Indice di Liquidità e dell’Indice Alfa e, in base alla tipologia di soggetto, può essere necessario trasmettere anche la copia dell’atto costitutivo, dello statuto o dell’ultimo bilancio approvato e depositato.
In caso di eventi atmosferici, calamità naturali, incendi o altri eventi eccezionali tali da determinare l’inagibilità totale dell’unico immobile, adibito ad uso abitativo in cui risiedono i componenti del nucleo familiare o dell’unico immobile adibito a studio professionale o sede dell’impresa, basterà la relativa certificazione rilasciata dalla competente autorità comunale, non oltre 6 mesi prima della presentazione della richiesta di rateizzazione, per documentare la situazione di difficoltà e accedere a piani articolati su 120 pagamenti.
Come inviare la richiesta di rateizzazione delle cartelle con le regole in vigore dal 2025
Tutti i dettagli sul calcolo delle rate, sui parametri presi in considerazione e sulla documentazione specifica, che dovrà essere presentata all’Agenzia delle Entrate Riscossione dalle diverse tipologie di soggetti, sono contenuti nel provvedimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 27 dicembre 2024.
Raccolta tutta la documentazione utile, sarà possibile trasmettere i moduli tramite PEC, insieme alla copia del documento di identità o di riconoscimento, alla casella della Direzione Regionale di riferimento o presentarla presso gli sportelli dell’Agenzia delle entrate Riscossione.
Solo chi non documenta la propria condizione di difficoltà può procedere anche utilizzando il servizio online sul portale ADER.
Economia
Ripartono lettere, avvisi e comunicazioni dall’Agenzia...
Dagli avvisi bonari alle lettere di compliance sono ripartite le comunicazioni dall’Agenzia delle Entrate dopo lo stop della tregua fiscale di dicembre. Si riprende con gli invii rimasti in stand by
Per la prima volta nel 2024 le comunicazioni che arrivano dall’Agenzia delle Entrate hanno subito una battuta d’arresto non solo in estate, ma anche nel mese di dicembre.
Finita la tregua invernale, introdotta nell’ambito dei lavori di riforma fiscale, con il nuovo anno si riprende con gli invii che sono rimasti in stand by: dagli avvisi bonari alle lettere di compliance.
Ripartono le comunicazioni sui controlli fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate
Il 2024 è stato l’anno in cui la revisione del sistema tributario ha assunto contorni concreti. Anche il calendario fiscale è stato rinnovato e, accanto al canonico stop estivo, anche nell’ultimo mese dell’anno il dialogo tra Fisco e contribuenti ha subito una battuta d’arresto.
Dal 1° gennaio, però, tempi e procedure scorrono regolarmente. E l’Agenzia delle Entrate è pronta a inoltrare ai contribuenti tutte le comunicazioni sui controlli fiscali che sono rimaste nel cassetto.
In particolare l’articolo 10 del Decreto Adempimenti ha messo in stand by per tutto il mese di dicembre i seguenti invii:
● avvisi bonari, atti che riguardano esiti dei controlli automatizzati e dei controlli formali delle dichiarazioni;
● comunicazioni che riguardano gli esiti della liquidazione delle imposte dovute sui redditi a tassazione separata;
● lettere di compliance che invitano a mettersi in regola.
Solo in caso di indifferibilità e urgenza si procede in ogni caso in tutti i periodi dell’anno.
Dagli avvisi bonari alle lettere di compliance, il prossimo stop dell’Agenzia delle Entrate in estate
Dal 1° gennaio, quindi, gli avvisi su eventuali anomalie e irregolarità tornano a seguire il flusso ordinario.
Per il prossimo momento di pausa sarà necessario attendere la sospensione estiva che, oltre a prevedere una nuova pausa nel dialogo tra Amministrazione finanziaria e contribuenti, congela anche il calendario.
E il tempo si ferma, dal 1° agosto al 4 settembre, anche per il conteggio dei 30 giorni previsti per il pagamento delle somme da controlli automatizzati, controlli formali e i versamenti relativi ai redditi assoggettati a tassazione separata.
Nel frattempo, però, scadenze e comunicazioni seguono i ritmi ordinari e la strada verso l’estate è ancora lunga.