Caso Todde, M5S replica a Solinas: “Lui non ha lasciato la poltrona neanche con tempesta giudiziaria”
Dopo le voci il Pd fa quadrato intorno a Todde: "Piena e convinta fiducia"
“Pare evidente che c’è chi, alla ricerca di una scorciatoia per ritrovare un posto al sole, oggi stia giocando con le parole nel tentativo di mistificare la realtà”. Il gruppo M5S nel Consiglio regionale della Sardegna risponde alle critiche di Christian Solinas ad Alessandra Todde. “Non ci facciamo di certo intimidire da un ex presidente della Regione che non ha lasciato la poltrona neanche dopo essere stato travolto da una tempesta giudiziaria fatta di sequestri e gravi accuse penali, da un ex presidente che avrebbe dovuto fare un passo indietro prima di ridurre la Sardegna a un cumulo di macerie - scrivono i consiglieri regionali pentastellati -. Di Christian Solinas come presidente si ricordano i guai giudiziari e le assenze in Aula. La questione puramente amministrativa che riguarda Alessandra Todde ha una natura completamente diversa: la sua onestà e la sua credibilità non sono minimamente messe in discussione”.
Solinas ha affidato all'Adnkronos il suo appello alle forze politiche sarde perché si accordino per il ritorno al voto, ma i Cinque Stelle lo rispediscono al mittente. “Invitiamo Solinas ad una riflessione su quanto siano fuori luogo le sue dichiarazioni e lo invitiamo a mettersi l’anima in pace: non ci sarà nessuna convergenza per tornare alle elezioni. Non ci saranno scorciatoie per ricostruire un partito, il suo, polverizzato dagli elettori - concludono - Per inciso, nessuna doppia morale, nessun velo da squarciare, da parte del M5S solo il perseguimento della verità. Ribadiamo con forza il nostro sostegno alla presidente Todde”.
Dopo le voci il Pd fa quadrato intorno a Todde: "Piena e convinta fiducia"
Sulla stampa sono trapelati i malumori del Pd sardo per il caso Todde, ma assessori e consiglieri regionali assicurano il sostegno alla presidente. A microfoni spenti sarebbero stati espressi commenti molto duri sul pasticcio a Cinque Stelle in Sardegna, ma da casa Dem arriva una nota ufficiale per fare chiarezza. "I consiglieri Corrias, Fundoni, Piano, Pilurzu, Piscedda, Solinas, Soru e Spano del gruppo consiliare del Partito democratico in Consiglio regionale e gli assessori Cani e Laconi - si legge - precisano che, sin dall’inizio della legislatura, hanno delegato il segretario regionale Piero Comandini (presidente del Consiglio regionale, ndr.), il capogruppo Roberto Deriu e il vicepresidente della Giunta Giuseppe Meloni a rappresentare l’intero gruppo consiliare nei rapporti con la Presidente Todde e con gli altri gruppi consiliari".
La presa di posizione ufficiale arriva dopo che sono circolati commenti attribuiti al Pd sardo molto critici sulla "sciatteria" e sulla figuraccia per la gestione delle spese in campagna elettorale. "In merito agli articoli di stampa relativi alle contestazioni nei confronti della Presidente Todde, ribadiamo che non ci sono state, né ci saranno, dichiarazioni da parte di singoli consiglieri del gruppo Pd. Ogni comunicazione ufficiale sarà affidata esclusivamente ai rappresentanti menzionati - assicura la squadra di Schlein nel Consiglio regionale sardo -. Il gruppo del Partito democratico rinnova la piena e convinta fiducia nella presidente Todde. Siamo certi della trasparenza e correttezza del suo operato. La questione sarà risolta in modo chiaro e definitivo. Riaffermiamo l’unità e la coerenza che contraddistinguono la nostra azione politica. Insieme ai colleghi della maggioranza, continueremo a lavorare con determinazione per il bene del Consiglio Regionale, mantenendo alta l’attenzione verso le esigenze dei cittadini sardi e lo sviluppo della nostra isola. Eventuali dichiarazioni provenienti da fonti diverse dai delegati indicati non rappresentano in alcun modo la posizione ufficiale del gruppo".
Politica
Camera, oggi question time con ministri Tajani e Crosetto
Alle 15. Risponderanno a interrogazione anche Ciriani e Calderone
Si svolge oggi, alle 15, il Question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, risponde a una interrogazione –rivolta alla ministra per la Famiglia– sulle iniziative in materia di educazione sessuale e affettiva, con particolare riferimento all'adeguatezza delle campagne di informazione; a una interrogazione –rivolta al ministro della Salute– sulle iniziative urgenti in merito al recente decreto ministeriale in materia di definizione delle tariffe relative all'assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, con particolare riferimento all'impatto economico sulle strutture private accreditate.
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, risponde a una interrogazione su un possibile accordo tra il Governo italiano e SpaceX in materia di sicurezza per le telecomunicazioni. Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, risponde a una interrogazione sulla compatibilità del progetto di autonomia differenziata con il principio di equità nell'erogazione dei servizi sanitari sul territorio nazionale.
Il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, risponde a una interrogazione sulle Iniziative in sede internazionale e Ue per la stabilizzazione politica e il rilancio economico della Siria. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, risponde a una interrogazione sulle iniziative per contrastare il fenomeno dell'analfabetismo digitale, con particolare riferimento all'introduzione dell'insegnamento dell'informatica nelle scuole, anche attraverso l'utilizzo della piattaforma Syllabus.
La ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, risponde a interrogazioni sulle iniziative normative per prevedere la sospensione dei termini relativi ad adempimenti contributivi a carico dei liberi professionisti nei casi già previsti per gli adempimenti tributari; sui ritardo della pubblicazione dei dati relativi all'assegno di inclusione; sulla nomina del dottor Mario Pepe a presidente della commissione di Vigilanza sui fondi pensione; sulle iniziative per consolidare l'aumento dell'occupazione, in particolare nel Mezzogiorno.
Politica
Da Space X ai Servizi segreti, nodo sicurezza sul tavolo di...
Domani il primo Consiglio dei ministri del 2025, tanti i dossier per la premier e il governo
Prima la lunga conferenza stampa di inizio anno in programma giovedì, seguita dal Consiglio dei ministri. Poi, sabato, l'incontro con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, a Villa Pamphilj a Roma. Nel mezzo, il pressing delle opposizioni che le chiedono di riferire in Parlamento sulla vicenda Starlink, oltre al nodo della nomina del successore di Elisabetta Belloni alla guida del Dis. Tanti i dossier sul tavolo della premier Giorgia Meloni, che domani alle 18 riunirà i suoi ministri a Palazzo Chigi per il primo Cdm del 2025.
Non ancora ufficializzato l'ordine del giorno, ma è probabile che in agenda ci sia la nomina di Fabrizio Curcio (già annunciata da Meloni) come nuovo commissario straordinario alla ricostruzione dopo l'alluvione in Emilia Romagna, Marche e Toscana in sostituzione del generale Francesco Paolo Figliuolo.
I dossier sul tavolo della premier
Uno dei temi caldi al centro del Consiglio sarà il terzo mandato dei governatori. Entro il 10 gennaio scadono i termini per impugnare davanti alla Consulta la legge regionale della Campania che estende il limite dei mandati per il presidente di Regione. Nonostante nella Lega ci sia chi, come il governatore veneto Luca Zaia, da tempo spinge per abolire il tetto ai mandati, l'esecutivo dovrebbe mostrarsi compatto nella decisione di opporsi al provvedimento ribattezzato "legge salva-De Luca".
Altro nodo non di poco conto è legato alla scelta del nuovo capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza dopo le dimissioni di Belloni che saranno effettive dal 15 gennaio: per la successione circolano diversi nomi, dai vice di Belloni al Dis - il prefetto Alessandra Guidi e Giuseppe Del Deo - a Bruno Valensise, attuale direttore dell'Aisi, l'agenzia che si occupa della sicurezza interna. L'approdo di Valensise al Dis, al momento, sarebbe l'opzione più quotata anche per il parere positivo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che ricopre il ruolo di Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Obiettivo di Meloni è chiudere in breve tempo un capitolo delicato, anche alla luce delle sfide legate alla complicata situazione internazionale: tra queste, l'arresto e la detenzione in Iran della giornalista Cecilia Sala, dossier sul quale il governo lavora a fari spenti e che potrebbe essere affrontato sabato nel corso dell'incontro con Biden, uno degli ultimi appuntamenti del presidente uscente prima del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
Ma è soprattutto la vicenda Starlink a tenere banco in Parlamento, con le opposizioni - a partire dal Pd Elly Schlein, passando per Movimento 5 Stelle e Avs - che bussano in coro alla porta di Palazzo Chigi per chiedere alla premier di riferire in Aula sull'indiscrezione pubblicata di Bloomberg (e smentita da Palazzo Chigi) che parlava di colloqui avanzati con la Space X di Elon Musk per fornire servizi di telecomunicazione sicuri all'Italia con un contratto da 1,5 miliardi per 5 anni. Se, da una parte, Matteo Salvini e lo stesso imprenditore sudafricano rilanciano l'ipotesi di un accordo ("sarà fantastico. Anche altri Paesi in Europa chiederanno di usufruirne", scrive Musk sul suo social X), Forza Italia si mostra molto più prudente.
In una riunione tenutasi nella sede del partito, il leader di Fi e ministro degli Esteri Antonio Tajani avrebbe invitato i suoi alla massima prudenza: nessun pregiudizio nei confronti di Musk e le sue società, avrebbe chiarito il vicepremier, sottolineando l'opportunità da parte del governo ad essere cauti su questa materia. Una posizione che il portavoce azzurro Raffaele Nevi, in chiaro, sintetizza così: "Non c'è nessun contratto firmato, su queste cose bisogna essere molto attenti e valutare bene la nostra convenienza e la riservatezza dei dati sensibili". Tra l'altro, nel pomeriggio Tajani è stato visto entrare a Palazzo Chigi ma non si hanno conferme di un colloquio con la premier Meloni.
Fonti della presidenza del Consiglio interpellate dall'Adnkronos sul tema rimarcano che la posizione della leader di Fdi è ancorata alla nota di lunedì, dove Palazzo Chigi smentiva la firma di accordi con Space X per l'uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink.
I colloqui con la società di Musk "rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati", si legge ancora nel comunicato a cui le stesse fonti rimandano quando viene chiesto se le perplessità di Forza Italia possano aprire un nuovo fronte nel governo. Oggi il caso Starlink sarà tra i temi trattati nel question time della Camera, con una interrogazione che chiama in causa il ministro della Difesa Guido Crosetto.
Politica
Servizi segreti, Meloni lavora al post-Belloni: rischio...
Da Valensise a Guidi, quali sono i nomi in pole
L'imminente addio di Elisabetta Belloni apre la 'caccia' al successore dell'ambasciatrice romana alla guida del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza che coordina le attività di Aise e Aisi. La nomina del direttore generale dei Servizi segreti spetta alla premier Giorgia Meloni, dopo aver acquisito il parere del Cisr: si tratta quindi di un incarico che sul piano formale non richiede il via libera del Consiglio dei ministri, convocato per giovedì alle ore 18 dopo la lunga conferenza stampa di inizio anno della premier.
Le dimissioni di Belloni saranno effettive a partire dal 15 gennaio: l'obiettivo, dunque, è chiudere in breve tempo un capitolo delicato, anche alla luce delle sfide legate alla complicata situazione internazionale (tra queste, l'arresto e la detenzione in Iran della giornalista Cecilia Sala).
Il toto-nomi, chi c'è in pole e il rischio effetto domino sulle nomine
Il toto-nomi per il dopo-Belloni al momento vedrebbe in pole Bruno Valensise, attuale direttore dell'Aisi, l'agenzia che si occupa della sicurezza interna. L'approdo di Valensise al Dis, tra l'altro, sarebbe sponsorizzato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che ricopre il ruolo di Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Classe 1970, dopo essersi laureato in Giurisprudenza presso l'Università La Sapienza di Roma Valensise ha conseguito le lauree in Scienze politiche a Roma Tre e in Scienze economiche e sociali presso Roma Tor Vergata ed è dottore di ricerca in Diritto costituzionale presso l'Università di Ferrara. Valensise conosce molto bene il Dis, di cui è stato nominato vicedirettore generale nel 2019: il Dipartimento allora era guidato da Gennaro Vecchione.
L''upgrade' di Valensise aprirebbe però una sorta di gioco di incastri: spostare al vertice del Dis l'attuale capo dell'Aisi rischierebbe infatti di dare il via a un vero e proprio risiko di poltrone. Anche per questo motivo, c'è chi ritiene che sia Valensise sia il numero uno dell'Aise Gianni Caravelli (altro nome circolato per il post-Belloni) alla fine rimarranno al proprio posto.
In questo caso, alla guida del Dipartimento potrebbe approdare uno dei due vice di Belloni, il prefetto Alessandra Guidi o Giuseppe Del Deo, che nel 2023 fu nominato vicedirettore Aisi, di cui era stato capo reparto per l'intelligence economico-finanziaria sotto la direzione del generale dei Carabinieri Mario Parente. Ma si fa anche il nome di Vittorio Rizzi, che da settembre è vicedirettore dell'Aisi.
Sullo sfondo restano anche altre ipotesi, tra cui quella del comandante generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro, del prefetto di Roma Lamberto Giannini e del generale Francesco Paolo Figliuolo, fresco di nomina come vicedirettore Aise dopo essere stato commissario all'emergenza maltempo in Emilia Romagna, Toscana e Marche.