Nordcorea, Kim annuncia: “Testato nuovo missile balistico ipersonico”
Il lancio mentre era in corso la visita in Corea del Sud del segretario di Stato americano Antony Blinken e due settimane prima dell’insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti
La Corea del Nord ha reso noto di aver testato con successo un nuovo "missile ipersonico" destinato, secondo il leader Kim Jong Un, a scoraggiare "tutti i rivali" del Paese nella regione del Pacifico. Il test ha avuto luogo ieri mentre era in corso la visita in Corea del Sud del segretario di Stato americano Antony Blinken e due settimane prima dell’insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti. Questo “missile balistico ipersonico a raggio intermedio” è destinato a “rafforzare gradualmente la deterrenza nucleare del Paese”, ha affermato Kim Jong Un, che ha assistito al lancio con la figlia adolescente Ju Ae.
Questa nuova arma "dissuaderà in modo affidabile tutti i rivali nella regione del Pacifico che possono compromettere la sicurezza del nostro Stato", ha aggiunto, citato dall'agenzia ufficiale nordcoreana Kcna, secondo cui, per il corpo del motore del missile è stato utilizzato un "nuovo composto di fibra di carbonio" e "un nuovo metodo è stato introdotto nel sistema di controllo e guida del volo".
Gli analisti hanno visto in questo lancio, e nelle parole di Kim Jong Un, un messaggio rivolto al futuro presidente americano. “Invia un messaggio chiaro all’amministrazione Trump, suggerendo che per impegnarsi nel dialogo, la posizione strategica della Corea del Nord deve essere riconosciuta”, ha affermato Hong Min, analista del Korea Institute for National Unification.
Esteri
Venezuela, arrestato e poi rilasciato un italiano
E' quanto si apprende da fonti della Farnesina. Alta tensione nel paese per l'insediamento di Maduro
E' stato rilasciato l'italo-venezuelano arrestato in Venezuela. Lo rendono noto fonti della Farnesina spiegando che "ieri 7 gennaio alle 14 circa (le 19 in Italia) abbiamo ricevuto la segnalazione del cittadino italo-venezuelano fermato attorno alle 11 alla frontiera colombiana-venezuelana di Cucuta".
La Farnesina, spiegano le stesse fonti, appena saputo del fermo, ha "chiesto subito l'intervento del viceconsole onorario di Tachira e contattato il commissario della polizia diplomatica a Maracaibo. L'italo-venezuelano è stato rilasciato alle 16 ora locale, dopo circa cinque ore e mezzo di fermo. La famiglia è informata. Non sono noti altri casi di connazionali fermati dalle autorità venezuelane", si aggiunge.
Maduro ordina rete militare per reprimere proteste
La situazione nel paese resta tesa. Nicolás Maduro ha annunciato l’attivazione dei cosiddetti “organismi di gestione integrale” (Odis), una struttura che centralizza il potere politico, le Forze Armate, la Milizia Nazionale Bolivariana, le forze di polizia e i gruppi comunitari, con la motivazione di “difendere la pace” nei giorni che precedono il 10 gennaio, data in cui intende prestare giuramento e insediarsi per il suo terzo mandato da presidente del Venezuela.
In un evento tenutosi al Palazzo Miraflores, Maduro, indossando un'uniforme militare, ha annunciato la creazione di queste strutture tramite decreto. Si è inoltre autoproclamato comandante supremo di questa fusione politico-militare. Definendola un’iniziativa di difesa globale, Maduro ha descritto l’Odis come un “organismo superiore” che opererà a tutti i livelli dell’amministrazione pubblica e comunitaria. “L’attivazione dell’Odis garantirà la vittoria esemplare della pace ”, ha assicurato Maduro.
Gonzalez denuncia: "Mio genero rapito da uomini incappucciati
Il leader dell'opposizione venezuelana in esilio Edmundo Gonzalez Urrutia, riconosciuto come il presidente eletto da molti Paesi, a quattro giorni dall'insediamento per un terzo mandato di Nicolas Maduro, ha condannato il rapimento del suo genero da parte di “uomini incappucciati”. “Mio genero Rafael Tudares è stato rapito - ha scritto Gonzalez Urrutia su X - Rafael stava andando alla scuola dei miei nipoti per accompagnarli all'inizio delle lezioni, è stato intercettato da uomini incappucciati, vestiti di nero, che lo hanno fatto salire su un furgone color oro e lo hanno portato via”.
Esteri
Israele-Hamas, ostaggi in cambio tregua 8 settimane: nuova...
Nuove proteste dei parenti. Gaza: "Uccisi a Khan Yunis 17 palestinesi, quasi tutti donne e bambini"
Hamas fornirà a Israele un elenco degli ostaggi e la loro ubicazione, compresa quella degli ostaggi uccisi, in cambio di un cessate il fuoco della durata massima di otto settimane. Lo riferisce il quotidiano libanese Al Akhbar, citando fonti egiziane, secondo cui, il potenziale accordo formalizzato a Doha consentirebbe di aumentare la quantità di aiuti umanitari destinati alla Striscia e di riabilitare i suoi sistemi sanitari.
Israele dal canto suo nei giorni scorsi aveva dichiarato di rimanere cauto sulla lista dei 34 ostaggi che Hamas ha dichiarato di essere pronto a rilasciare nella prima fase di un potenziale accordo di scambio, sottolineando che non sono state fornite informazioni sullo stato di salute.
“Israele non ha ancora ricevuto alcuna conferma o commento da parte di Hamas sullo status degli ostaggi che compaiono nella lista”, si legge in un comunicato dell'ufficio del premier Benjamin Netanyahu.
Nuove proteste dei familiari degli ostaggi
Intanto nuove proteste sotto la sede del Likud a Tel Aviv dei parenti degli ostaggi, tenuti prigionieri ormai da oltre un anno nella Striscia di Gaza. A riferirne è il Times of Israel. I familiari chiedono un accordo che porti alla liberazione immediata dei loro cari. "Ponete fine alla guerra. Subito l'accordo per gli ostaggi", è lo slogan del corteo.
Un gruppo di 112 familiari ha presentato intanto una petizione all'Alta Corte di Israele, accusando il governo di aver abbandonato i propri cari, violando due leggi costituzionali. Secondo la petizione, "il governo ha abbandonato gli ostaggi per 459 giorni, violando i loro diritti costituzionali alla vita, all'integrità fisica e alla dignità umana".
I ricorrenti chiedono un'ordinanza provvisoria e condizionale che obblighi lo Stato a giustificare "il perché del suo rifiuto di accettare un accordo per il rilascio degli ostaggi trattenuti a Gaza da Hamas, violando i loro diritti costituzionali, e perché il governo non dovrebbe essere costretto a garantire il loro rilascio, anche accettando di porre fine alla guerra e di ritirarsi da Gaza in cambio della loro libertà".
capo Idf, 'non ci fermiamo, Hamas capirà che deve rilasciare tutti gli ostaggi'
"Non ci fermeremo, porteremo (Hamas) al punto in cui capirà che deve (rilasciare) tutti gli ostaggi" trattenuti da oltre un anno nella Striscia di Gaza, "altrimenti il lavoro molto professionale che state facendo continuerà, e continuerà ancora". Si è espresso così il capo di Stato Maggiore delle forze israeliane (Idf), Herzi Halevi, in dichiarazioni riportate dal Times of Israel che riferisce di un discorso ai militari a Jabalya, a nord di Gaza.
Gaza: "Uccisi a Khan Yunis 17 palestinesi, quasi tutti donne e bambini"
Nell'attacco di ieri a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza, sono rimasti uccisi 17 palestinesi, quasi tutti donne e bambini, sostiene il ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas, mentre l'esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito nella zona "alcuni terroristi che hanno preso parte al massacro del 7 ottobre 2023".
Ahmed al-Farra, direttore del reparto pediatrico del Nasser Hospital di Khan Younis, ha detto che cinque bambini sono stati uccisi nell'attacco aereo mentre si riparavano insieme nella stessa tenda. I loro corpi erano tra gli otto bambini e le cinque donne portati all'ospedale. Due corpi rimangono non identificabili, ha aggiunto.
Secondo l'Idf, "prima dell'attacco sono state adottate numerose misure per ridurre il rischio di danni ai civili, tra cui l'uso di munizioni guidate di precisione, sorveglianza aerea e ulteriori informazioni di intelligence".
Esteri
Inferno a Los Angeles per vasto incendio, 30mila persone...
Venti violenti alimentano le fiamme, devastati già quasi 1.200 ettari
Un vasto incendio ha costretto migliaia di persone a evacuare le colline che sovrastano Los Angeles, dove venti violenti alimentano le fiamme. L'incendio è scoppiato nella tarda mattinata nel quartiere di Pacific Palisades, sulle montagne a nord-ovest della città. Ha già devastato quasi 1.200 ettari. Le autorità hanno identificato “molte strutture già distrutte”, ha spiegato ieri sera il governatore della California Gavin Newsom durante una conferenza stampa. Dichiarato lo stato d'emergenza.
Secondo le autorità, circa 30.000 persone hanno ricevuto l'ordine di evacuazione. Al momento non sono stati segnalati feriti. Molti residenti sono fuggiti in preda al panico, con solo pochi averi e i loro animali domestici. Più di 100.000 persone sono senza elettricità nella contea di Los Angeles, secondo poweroutage.us , un database che tiene traccia e aggrega in tempo reale le interruzioni di corrente negli Stati Uniti.
La vicepresidente Kamala Harris ha dichiarato: "Il mio cuore è rivolto a tutti coloro che sono stati colpiti" dagli incendi boschivi nella California meridionale. "Come orgogliosa figlia della California - ha aggiunto - conosco i danni che gli incendi boschivi hanno sui nostri vicini e sulle nostre comunità. So anche che l'impatto si fa spesso sentire molto tempo dopo che l'incendio è stato domato. Mentre rispondiamo e mentre i californiani si riprendono, mi assicurerò che la nostra amministrazione sia in contatto costante con i funzionari statali e locali".