E' successo nell'insediamento abusivo considerato "storico" in Via Longoni
Un incendio le cui cause sono da accettare è divampato in queste ore presso un insediamento abusivo considerato "storico" in Via Longoni a Roma. Sul posto oltre due autobotti dei vigili del fuoco, circa sei pattuglie del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale e personale della Polizia di Stato. Almeno 15 gli abitanti presenti al momento dell'incendio, che allontanati dalle fiamme si sono riversati sul ciglio della strada con le poche masserizie recuperate.
Al momento non sembrerebbero esserci feriti né minori o altre fragilitá da collocare. Sull'episodio, purtroppo frequente all'interno dei campi ma piuttosto raro nel periodo invernale, é intervenuto il commento del Sulpl (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale), che per voce del Segretario Romano Marco Milani, esorta Sindaco e Comando Generale a rivedere le politiche di Sicurezza Urbana. "Nello stesso giorno in cui si discute l'istituzione di una zona rossa nell'area Termini Esquilino, e l'invio di ulteriori forze pescate dalle già esigue Risorse del Corpo nelle zone centrali in occasione degli eventi giubilari, l'ennesimo insediamento spontaneo prende fuoco nelle periferie, mettendo a rischio le vite degli sfortunati abitanti''.
''Da ormai troppi anni la Polizia Locale di Roma Capitale ha perso il polso su campi nomadi e controllo e sgomberi di insediamenti abusivi, logica conseguenza di politiche che hanno visto i gruppi preposti essere impiegati a piantonare con postazioni fisse i marciapiedi dell'Esquilino per paura di servizi televisivi che ne mostrino il degrado. Ricordiamo al Sindaco come aver deciso di affrontare il giubileo del 2025, con una pianta organica carente di 3000 unitá e con 1300 agenti in meno rispetto al giubileo del 2000 costituisca la premessa delle attuali carenze e, per quanto ne riguarda la gestione, invitiamo amministrazione e Comando a rivedere le politiche di Sicurezza Urbana a nostro avviso degenerate negli ultimi anni. Le donne e gli uomini della Polizia Locale ormai presenza prevalente nei territori urbani, meritano investimenti, formazione e riconoscimenti ma soprattutto essere messi in condizione di garantire anche preventivamente sicurezza ai cittadini, anziché essere impiegati in piantonamento di facciata".
Sport
Skriniar e il ritorno in Italia: sul difensore Napoli e...
L'ex centrale dell'Inter è in uscita dal Paris Saint-Germain
Milan Skriniar potrebbe tornare in Serie A nel calciomercato di gennaio 2025. L'ex difensore dell'Inter, dopo sole due stagione in Ligue 1, secondo le news è in uscita dal Paris Saint-Germain, che lo aveva prelevato a parametro zero dal club nerazzurro nell'estate 2023 e oggi lo valuta circa 15 milioni di euro. Sul giocatore, secondo quanto riportato dai media francesi, c'è da tempo l'interesse della Juventus, alla ricerca di un centrale, e del Napoli, che vorrebbe regalare un rinforzo di livello a Conte nel reparto arretrato.
Skriniar, 29 anni, finora ha raccolto soltanto 5 presenze in stagione e il suo rapporto con Luis Enrique non è mai decollato. Il tecnico spagnolo lo ha giudicato non adatto al suo calcio, con lo slovacco che vorrebbe cambiare aria già in questa sessione invernale di calciomercato. La Juventus è alla ricerca di, almeno, un centrale che possa sostituire gli infortunati Bremer e Cabal ed è tornata a sondare il giocatore dopo essersi avvicinata già in estate, ma senza riuscire ad affondare il colpo.
Nelle ultime ore anche il Napoli ha allacciato i contatti con l'agente del giocatore, che ha aperto alla destinazione ma chiede garanzie tecniche che, al momento, Conte non sembra in grado di fornire. In azzurro Skriniar potrebbe essere infatti chiuso da Rrahmani e Buongiorno, al momento fuori per infortunio, ed ecco perché potrebbe preferire destinazioni che gli garantiscano un minutaggio maggiore. In Premier League si sono interessati Aston Villa e Tottenham, oltre al Galatasaray, che potrebbe garantirgli una maglia da titolare.
Cronaca
Caso Ramy, procura Milano valuta omicidio volontario per...
L'ipotesi dopo aver attentamente valutato il video dell'inseguimento, lungo otto chilometri, nel quartiere Corvetto
La procura di Milano valuta di poter contestare l'ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale per l'incidente che è costato la vita a Ramy Elgaml, morto la notte del 24 novembre scorso, in via Quaranta all’angolo con via Ripamonti, nel quartiere Corvetto, mentre veniva inseguito da tre auto dei carabinieri. Un'ipotesi che arriva dopo aver attentamente valutato il video dell'inseguimento, lungo otto chilometri e a tratti contromano, le cui immagini sono state diffuse ieri al Tg3.
Al momento sono tre i carabinieri indagati, sui sei intervenuti: il vicebrigadiere alla guida è indagato per omicidio stradale, altri due militari invece sono indagati per falso e depistaggio.
Si tratta, al momento, di un'ipotesi di scuola. La gazzella che sperona lo scooter, l'incitamento dei militari via radio a 'stringere' il mezzo a due ruote guidato da Fares Bouzidi, ventiduenne amico della vittima, e gli ultimi metri in cui auto dei carabinieri e il T Max viaggiano allineati prima di abbattere un semaforo e fermarsi potrebbero far scattare l'ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale. La fattispecie sussiste quando chi agisce, pur di realizzare un determinato risultato, accetta che le conseguenze della sua condotta possano produrre (anche) un altro e diverso risultato non direttamente voluto.
I video delle telecamere, tra cui una installata su una gazzella, i messaggi audio che si scambiano i militari potrebbero dunque aggravare la posizione, di tutti o di alcuni, degli uomini dell'Arma intervenuti la notte del 24 novembre.
L'inchiesta, coordinata dal procuratore Marcello Viola e dai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini, potrebbe dunque vedere - a stretto giro - un aumento del numero degli indagati e delle accuse. In tutto sono quattro gli indagati per l'incidente: il ventiduenne e il carabiniere rispettivamente alla guida dello scooter e della gazzella devono rispondere di omicidio stradale, altri due militari invece sono indagati per favoreggiamento e depistaggio per aver fatto cancellare un video, girato con il cellulare, a un testimone nella fase finale dello scontro.
Le reazioni
Il video delle telecamere di videosorveglianza dell'incidente, che ha portato alla morte, lo scorso 24 novembre nel quartiere Corvetto di Milano, del giovane, ha suscitato un'ondata di polemiche. Anche perché, nel servizio, oltre all’incidente e all'impatto, si sentono alcune frasi dei carabinieri.
In una lettera inviata al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Salvatore Luongo, Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, è perentoria: "C’è chi non merita di indossare la divisa". “Oggi ho visto le terribili immagini trasmesse dal tg che documentano gli ultimi istanti della folle corsa dello scooter da lui condotto verso la morte. Di fronte ad esse io non posso e non voglio trarre sentenza perché ritengo che questo sia compito della Magistratura e certo non mio. Lo lascio fare ad altri che, pur essendo Ministri della Repubblica, cedono alle lusinghe di una facile ed ‘ignorante’ propaganda - scrive la senatrice di Avs - Io Le chiedo scusa se mi permetto, ma, come cittadina, Le chiedo la sospensione e conseguente destituzione dei carabinieri che hanno messo negli atti ufficiali una ricostruzione dell’accaduto che mi pare proprio incompatibile con quanto documentato dalle immagini”, scrive la senatrice di Avs.
Gli fa eco il vicecapogruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi che parla di "frasi shock negli audio della dashcam delle gazzelle dei carabinieri che inseguivano Ramy Elgaml. Scene che ricordano le pagine più buie della cronaca statunitense. Con la famiglia di Ramy, chiediamo verità e giustizia sulla morte insensata di un ragazzino diciannovenne, siamo certi che anche il ministro della Difesa Crosetto non sottovaluti la gravità dell’episodio, aspettiamo una sua presa di posizione".
"Non possiamo restare in silenzio davanti alle inquietanti immagini e alle parole degli agenti durante l’inseguimento di Milano al temine del quale ha perso la vita Ramy Elgam. Bisogna fare piena luce su questi fatti per far emergere eventuali abusi che nulla hanno a che vedere con la giustizia e la sicurezza dei cittadini. Soprattutto va condannato il clima securitario avvelenato da anni di propaganda che divide e criminalizza, che spinge le forze dell’ordine a inseguire due ragazzini come fossero latitanti mafiosi, fino a speronarli", scrive sui suoi canali social il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
Dalla maggioranza prende posizione Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia e vice presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera. "Il fatto che un giovanissimo ragazzo perda la vita è sempre un dispiacere. In questo caso, però, ricordo che la morte è avvenuta dopo che i due ragazzi sul T-max hanno forzato un posto di blocco delle Forze dell’Ordine e, peraltro, Ramy, nel momento della caduta era pure senza casco! L’Arma, quindi, ha fatto il proprio encomiabile dovere nei confronti di chi non rispetta la legge, come in questo caso, dove non è stato rispettato un alt da parte dei Carabinieri".
Parla invece di "linciaggio mediatico indecente" Silvia Sardone, eurodeputata e consigliere comunale della Lega. "È partita l'ennesima ondata di accuse, sostenute dalla sinistra e da alcuni commentatori, che parlano di omicidio volontario, speronamento, intenzione di causare la caduta. Il nuovo video dimostra che nella fase finale dell'inseguimento non c'è stato alcun speronamento, come già confermato dall'analisi della Polizia Locale. Quanto alle frasi sentite nell'audio, è evidente che derivano dalla tensione di un'operazione complessa e pericolosa nelle strade di Milano", scrive in una nota.
Sport
Sorteggio Australian Open: data, orario e dove vederlo
Nella notte italiana, verrà definito il tabellone del primo Slam stagionale
Gli Australian Open 2025 sono alle porte. Sono state definite le 32 teste di serie del tabellone di singolare maschile del torneo australiano, primo Slam stagionale. I primi 32 tennisti della classifica mondiale saranno infatti protetti dal seeding: non potranno dunque incontrarsi prima del terzo turno e ciò permette già di avere alcune informazioni sul possibile tabellone.
Il sorteggio degli Australian Open
La cerimonia inizierà in piena notte italiana, alle 4.30 di giovedì 9 gennaio, e l’Italia avrà ben tre teste di serie: Sinner (1), Musetti (16) e Cobolli (32). E il sorteggio sarà visibile in streaming sul canale YouTube Australian Open TV e sulla pagina Facebook ufficiale del torneo (Australian Open).
I possibili avversari di Sinner
Tanta attesa, ovviamente, per il primo match ufficiale del numero 1 al mondo Jannik Sinner. Al primo turno, il fuoriclasse azzurro incontrerà uno dei giocatori non inseriti tra le teste di serie. Idem per il secondo turno, mentre dal terzo può arrivare una testa di serie tra la 25 e la 32, ovvero Alexei Popyrin, Tomas Machac, Jordan Thompson, Sebastian Baez, Felix Auger-Aliassime, Giovanni Mpetshi Perricard, Francisco Cerundolo e Flavio Cobolli.
Al quarto turno, per Sinner può arrivare invece una testa di serie tra la 13 e la 16 (Holger Rune, Ugo Humbert, Jack Draper o Lorenzo Musetti), mentre ai quarti il discorso si complicherà con i big. Dalla testa di serie 5 alla 8, potrebbe capitare uno tra Daniil Medvedev, Casper Ruud, Novak Djokovic e Alex de Minaur. In semifinale potrebbe esserci invece lo scontro con Carlos Alcaraz (3) e Taylor Fritz (4), mentre l’incrocio con Alexander Zverev (2) è possibile solo in finale.