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Vittorio Rizzi probabile successore alla guida del DIS: attesa per la decisione ufficiale

L’attesa è ormai prossima alla conclusione: nella giornata di domani dovrebbe essere formalizzata la nomina del successore di Elisabetta Belloni alla guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS). Tra le ipotesi più accreditate emerge con forza il nome del prefetto Vittorio Rizzi, attuale vicedirettore dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna (AISI).

Cambio al vertice: un passaggio di rilievo

Il possibile incarico a Rizzi rappresenterebbe un passaggio significativo nell’assetto istituzionale della sicurezza nazionale. Figura di spicco, con una carriera consolidata in ambito investigativo e di intelligence, Rizzi potrebbe prendere il posto di Elisabetta Belloni a partire dal prossimo 15 gennaio, segnando un cambio al vertice che si preannuncia cruciale per la gestione delle dinamiche strategiche del DIS.

Una doppia nomina in programma

Contestualmente alla designazione del nuovo direttore del DIS, verrà deciso anche il nome del successore di Rizzi nel ruolo di vicedirettore dell’AISI. Le indiscrezioni suggeriscono che la scelta potrebbe ricadere su un ufficiale generale della Guardia di Finanza, una decisione che rafforzerebbe la presenza di figure con competenze trasversali nel panorama dell’intelligence italiana.

Le prossime mosse

La nomina ufficiale è attesa per domani, un appuntamento che confermerà il quadro di riorganizzazione all’interno delle principali istituzioni di sicurezza del Paese. In un contesto globale caratterizzato da sfide sempre più complesse, la designazione di figure esperte e di alto profilo come quella di Vittorio Rizzi sottolinea l’importanza di un approccio strategico e coordinato per garantire la sicurezza nazionale.

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Politica

Meloni, oggi la conferenza stampa di inizio 2025. Poi il...

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Per la premier sono giunte 95 richieste per domanda ma ne sono state sorteggiate 40: i possibili temi al centro. In Cdm si va verso l'impugnazione della legge sul terzo mandato in Campania

Giorgia Meloni - Fotogramma

Conferenza stampa di inizio anno per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni oggi, 9 gennaio 2025, alle 11 presso l'Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati. Alle 18 poi la presidente del Consiglio presiederà a Palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei ministri.

160 giornalisti e 82 ospiti istituzionali

Sono 160 i giornalisti accreditati per la conferenza stampa organizzata dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e dall'Associazione stampa parlamentare. Ben 95 le richieste arrivate all'Ordine per porre la domanda alla premier, di queste ne sono state sorteggiate 40.

Sono 82 gli ospiti istituzionali tra cui il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il sottosegretario all’Informazione ed Editoria Alberto Barachini, la prima presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano, il Procuratore Generale della Corte di Cassazione Luigi Salvato, la vice presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati Valentina Grippo, la Garante dell’Autorità dell’Infanzia Carla Garlatti. Saranno inoltre presenti i vertici degli organismi di categoria: Fnsi, Inpgi, Casagit salute, Fondazione Casagit e Fondo complementare giornalisti, Ucsi e il presidente dell’Associazione Stampa Estera Maarten Van Aalderen.

Per la stampa estera sono state sorteggiate, per le domande, quattro testate: Ert Tv Greca, The Times di Londra, Politico di Bruxelles e Rossiya Segodnya di Mosca.

I temi caldi sul tavolo

Il caso di Cecilia Sala e l'intrigo internazionale con l'Iran sarà con ogni probabilità al centro di molte domande per la premier, nella conferenza stampa. Ci si aspetta anche che la presidente del Consiglio dica qualcosa in più su un altro tema caldo di questi giorni, ovvero le indiscrezioni di Bloomberg (smentite da Palazzo Chigi) su colloqui avanzati con la Space X di Elon Musk per fornire servizi di telecomunicazione sicuri all'Italia con un contratto da 1,5 miliardi per 5 anni. Durante il question time alla Camera il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ribadito che nessun accordo è stato approvato con Space X, aggiungendo tuttavia che c'è un interesse ad avere sistemi satellitari più sicuri e potenti: e per questo, ha rimarcato Crosetto, è stato dato un mandato all'Agenzia spaziale italiana di esplorare ogni soluzione possibile.

Altro nodo sul tavolo è la scelta del successore di Elisabetta Belloni alla guida del Dis: in pole, tra i vari nomi, c'è quello del prefetto Vittorio Rizzi, che da settembre è vicedirettore dell'Aisi. La scelta spetta alla premier e sul piano formale non richiede il via libera del Consiglio dei ministri, convocato per oggi pomeriggio.

Alle 18 il Cdm

Alle 18 la premier è attesa a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri durante il quale è attesa anche l'impugnazione della legge regionale della Campania sul terzo mandato del governatore.

All'ordine del giorno del Cdm: il disegno di legge sulla "Ratifica ed esecuzione dello Scambio di lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede, fatto a Roma il 12 novembre 2024 e nella Città del Vaticano il 23 dicembre 2024 costituente un Accordo emendativo dell'Accordo mediante Scambio di Lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull'assistenza spirituale alle Forze armate, fatto a Roma e nella Città del Vaticano il 13 febbraio 2018". Sarà esaminato, inoltre, il disegno di legge sulla "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Città del Capo del 2012 sull'attuazione delle disposizioni del Protocollo del 1993 relativo alla Convenzione internazionale di Torremolinos del 1977 sulla sicurezza delle navi da pesca, con Annesso, fatto a Città del Capo l'11 ottobre 2012".

Venerdì l'incontro con Kallas e Zelensky, sabato con Biden

Venerdì invece Meloni vedrà l'alto rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas: per la stessa giornata si parla anche di un possibile incontro col presidente ucraino Volodymyr Zelensky, non ancora confermato da Palazzo Chigi. Sabato invece sarà la volta del faccia a faccia a villa Pamphilj con il presidente americano Joe Biden, uno degli ultimi atti prima della fine del suo mandato.

Meloni ad Abu Dhabi il 15 e 16 gennaio per World Future Energy Summit

Mercoledì 15 e giovedì 16 gennaio, rende noto Palazzo Chigi, Meloni volerà poi ad Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti) per partecipare al World Future Energy Summit.

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Politica

Meloni riporta Sala a casa, ora riflettori su Abedini e...

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La giornalista: La premier alla giornalista liberata: "Sei stata forte". Wsj: "In accordo con Teheran la liberazione di Abedini". Nordio vede Mantovano

L'abbraccio di Cecilia Sala con i genitori a rientro a Roma

Sono le 11.24 di mercoledì 8 gennaio quando Palazzo Chigi comunica il lieto fine del caso Cecilia Sala, annunciando l'imminente rientro in Italia dall'Iran della giornalista de Il Foglio e Chora Media, detenuta nel carcere di Evin a Teheran da 21 giorni. Si chiude il capitolo della prigionia della cronista, ma la complessa vicenda che ha tenuto l'Italia col fiato sospeso e che ha portato alla sua liberazione non sarebbe ancora "del tutto conclusa": ed è soprattutto per questo motivo che fonti di governo continuano a predicare "massima prudenza".

Il successo del governo

Soprattutto in relazione all'affaire Mohammad Abedini, l'ingegnere iraniano 38enne arrestato all'aeroporto di Malpensa lo scorso 16 dicembre dalla Digos: una storia che inevitabilmente si intreccia con quella della giornalista italiana, nonostante l'Iran abbia smentito un collegamento tra i due casi. Al momento, però, il governo festeggia il ritorno a casa di Sala mettendo a segno un importante risultato sul piano diplomatico, che frutta alla premier Giorgia Meloni i complimenti del Quirinale e il ringraziamento anche dei leader delle opposizioni, da Elly Schlein a Giuseppe Conte. Ad accelerare la svolta, il viaggio lampo in Florida a Mar-a-Lago per incontrare il presidente eletto degli Usa, Donald Trump.

Il ruolo decisivo dell'Aise

Nel breve comunicato diffuso da Palazzo Chigi si parla di un "intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence" per ottenere la liberazione di Cecilia Sala da parte delle autorità iraniane. E' l'Aise, il servizio di sicurezza estero guidato Gianni Caravelli (volato a Teheran con l'aereo di Stato per recuperare la giornalista) a giocare un ruolo decisivo nelle trattative. Meloni "esprime gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile" il ritorno di Sala. E informa personalmente i genitori della giornalista, Renato Sala ed Elisabetta Vernoni, insieme ai quali attenderà il rientro della cronista all'aeroporto di Ciampino: presenti anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, oltre al fidanzato di Sala, il giornalista de Il Post Daniele Raineri. Come si vede nelle immagini dello staff della Presidenza del Consiglio, un lungo applauso accoglie Cecilia Sala, visibilmente commossa, nella saletta dell'aeroporto: "Non dire niente, adesso devi solo stare serena, ok? Sono qui per ringraziarti e per dirti che sei stata forte", le parole della premier Meloni, udibili a malapena.

Il grazie di Cecilia Sala

Solo in serata Cecilia Sala, una volta rientrata a casa dopo essere stata ascoltata dai carabinieri del Ros sulla sua carcerazione in Iran, dirà poche parole: "Ringrazio tutti quelli che mi hanno tirato fuori".

Abedini e l'intrigo internazionale

I riflettori ora restano accesi su Abedini, che rappresenta l'altra 'faccia' della medaglia del caso Sala. Il quotidiano statunitense Wall Street Journal scrive infatti che "nel quadro dell'accordo" che ha consentito la liberazione della giornalista "ci si aspetta che l'Italia rilasci l'imprenditore iraniano Mohammad Abedini", che gli Stati Uniti hanno chiesto di estradare con l'accusa di aver fornito tecnologia per droni ai militari iraniani. Fonti giudiziarie citate dal giornale Usa spiegano che Abedini dovrebbe essere rilasciato dal carcere milanese di Opera con uno "slittamento di tempi, ma possibilmente nei prossimi giorni". Un passo che il ministro della Giustizia Carlo Nordio può ordinare. Ieri il Guardasigilli si è recato a Palazzo Chigi per incontrare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, smentendo però le indiscrezioni secondo le quali al centro del colloquio ci fosse il nodo Abedini: "Nell'incontro con le forze di maggioranza si è discusso della riforma costituzionale della separazione delle carriere e in merito ai problemi legati all'applicativo App Giustizia", fa sapere via Arenula. Su Abedini, Nordio si è limitato a ricordare che "abbiamo un trattato di estradizione con gli Stati Uniti che viene valutato secondo i parametri giuridici", ribadendo che la sua "principale preoccupazione" resta "quella della separazione delle carriere".

L'intrigo internazionale iraniano sarà con ogni probabilità al centro di molte domande per la premier, nella conferenza stampa di inizio anno in programma questa mattina alle 11 nell'Auletta dei gruppi di Montecitorio. (di Antonio Atte)

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Politica

Cecilia Sala libera, Prodi: “Sembra un evento...

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"Per Mastrogiacomo noi gioimmo tutti insieme"

Romano Prodi

"Esprimo la mia felicità vera per il ritorno di Cecilia Sala, la stessa che ho provato quando liberammo il giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo in condizioni analoghe". Romano Prodi si esprime così a Otto e mezzo, su La7, dopo la liberazione di Cecilia Sala. La giornalista italiana è rientrata in Italia dopo 20 giorni di detenzione in Iran.

"Queste contrattazioni sono sempre molto complesse. Certamente c'è stato da Trump una specie di permesso o di tacito consenso. A differenza della mia esperienza, noi gioimmo tutti insieme, col ministro degli Esteri, il governo e anche i servizi. C'era anche la dottoressa Belloni, che aveva organizzato la liberazione; oggi è sembrato un evento molto solitario, solo della Meloni", ha aggiunto Prodi. Sala, atterrata a Ciampino, è stata accolta dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

"Su Belloni, posso dire che è proprio brava, una servitrice dello Stato leale nei confronti del Paese e con capacità personali. Non ho la minima idea se verrà eventualmente coinvolta nelle istituzioni europee. Lei ha detto di no, ma queste cose devono maturare nel tempo. Ha le energie e le capacità, vedremo", ha detto Prodi riferendosi alla direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza che il 15 gennaio lascerà l'incarico.

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