Addio a extra costi
Piccola rivoluzione sul fronte dei bonifici istantanei. Da oggi, 9 gennaio 2025, entrano infatti in vigore le disposizioni europee che obbligano gli istituti di credito a equiparare i costi con quelli ordinari. Il costo varia a seconda delle condizioni contrattuali stipulate: nel caso in cui i bonifici ordinari siano gratuiti, anche quelli istantanei lo saranno.
Cosa cambia da oggi
Grazie al Regolamento Ue 886/2024 dal 9 gennaio 2025, spariscono da oggi spariscono gli extra costi per inviare e ricevere bonifici istantanei, balzelli applicati da banche e Psp (Payment Service Provider). I bonifici istantanei costeranno quindi come quelli ordinari, con spese diversificate a seconda delle condizioni contrattuali stipulate tra gli istituti di credito e i propri clienti – spiega Assoutenti – Oggi il costo medio di un bonifico istantaneo è pari in Italia a 2 euro, ma per alcune banche può arrivare anche a 5 euro. Da oggi, invece, scatta l’obbligo di consentire alla clientela di poter inviare e ricevere bonifici utilizzando ogni conto di pagamento e tutti i canali, anche telefonici e online.
Cos'è un bonifico istantaneo
“Il bonifico istantaneo è uno strumento che permette di trasferire somme di denaro tra conti correnti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in meno di 10 secondi, con un limite massimo di 100mila euro – afferma il presidente Gabriele Melluso – L’eliminazione degli extra costi, oltre a consentire risparmi per gli utenti, permetterà ai cittadini in ritardo con le scadenze di pagare in tempo reale tasse e multe senza andare incontro a sanzioni e balzelli”.
Cronaca
Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 9 gennaio
Centrato un '5' da 177.381,44 euro
Nessun '6' né '5+1' al concorso del Superenalotto di oggi, 9 gennaio 2024 ma centrato invece un '5' da 177.381,44 euro. La schedina vincente è stata giocata presso un punto vendita di Cirò Marina (KR). Il jackpot per il prossimo concorso sale a 56,8 milioni di euro. Si torna a giocare domani, venerdì, per la penultima estrazione settimanale.
Come si vince, i punteggi e i premi
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
Quanto costa giocare
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è una colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Come scoprire se la schedina è vincente
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
La combinazione vincente
La combinazione vincente del concorso di oggi del Superenalotto: 15, 33, 40, 71, 74, 82. Numero Jolly: 89. Numero Superstar: 15.
Esteri
Ucraina, Meloni riceve Zelensky: “Sostegno Italia a...
Il presidente ucraino venerdì mattina incontra Mattarella
L'Italia assicura un sostegno totale all'Ucraina. E' il messaggio che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha consegnato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell'incontro andato in scena a Palazzo Chigi oggi 9 gennaio.
Nel corso del colloquio, si legge in una nota di Palazzo Chigi, Meloni ha espresso "solidarietà" per le vittime dei recenti bombardamenti russi e "ha ribadito il sostegno a 360 gradi che l'Italia assicura e continuerà ad assicurare alla legittima difesa dell'Ucraina e al popolo ucraino, per mettere Kiev nelle migliori condizioni possibili per costruire una pace giusta e duratura".
"Sono molto grato all'Italia e al popolo italiano per il loro incrollabile sostegno. Insieme, possiamo arrivare a una pace giusta e rafforzare le nostre posizioni collettive", ha detto Zelensky sul social X.
Durante il colloquio, ha precisato Zelensky, sono stati toccati argomenti "chiave" incluso "il rafforzamento della sicurezza" dell'Ucraina, "gli sviluppi globali e la preparazione per la Conferenza sulla Ripresa dell'Ucraina che si terrà quest'anno a Roma".
Il leader ucraino, che alloggia presso il Parco dei Principi - hotel di lusso situato ai Parioli, vicino Villa Borghese - è arrivato con un volo partito dalla Germania, dove a Ramstein ha partecipato alla riunione del Gruppo di Contatto, incassando un nuovo pacchetto da 500 milioni di dollari di aiuti militari dagli Stati Uniti.
Il programma fino a giovedì prevedeva un vertice a tre sabato a Villa Doria Pamphilj con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ma è stato modificato dall'annullamento della visita in Italia di quest'ultimo a causa degli incendi che hanno sconvolto la California. Confermato invece l'incontro venerdì mattina al Quirinale tra Zelensky ed il presidente Sergio Mattarella, previsto alle 10. Il leader ucraino - a quanto si apprende - dovrebbe lasciare Roma intorno all'ora di pranzo.
Politica
Meloni su Musk: “Peggio Soros”. E torna ipotesi...
"Musk è una persona molto nota e facoltosa che esprime le sue posizioni", ha detto la premier in conferenza stampa
Difende Elon Musk a spada tratta, guarda i rapporti con gli States fiduciosa, sa che con Donald Trump si profila "un rapporto che si annuncia molto solido, non so se dire privilegiato". La premier Giorgia Meloni affronta la tradizionale conferenza di fine anno, ormai fattasi di inizio, forte del risultato portato a casa con la liberazione di Cecilia Sala.
Il ruolo degli Usa
"Non ho provato emozione più grande di quando ho chiamato una madre per dire che sua figlia stava tornando a casa", racconta riavvolgendo il nastro. Il lieto fine "è stata una triangolazione complessa con Iran e Stati Uniti d'America, una questione seguita dall'inizio con costanza, mettendo assieme dei tasselli che hanno composto questo puzzle". Su come si sia arrivati all'epilogo la presidente del Consiglio può dire ben poco, sul destino di Mohammed Abedini Najafabadi, l''uomo dei droni', rimanda "al vaglio tecnico e politico del ministero della Giustizia". Ma è evidente che il blitz in Florida da Trump abbia avuto un ruolo decisivo: per la liberazione della giornalista italiana, anzitutto, ma anche per puntellare un rapporto che potrebbe presto trasformarsi in un sodalizio. Tanto che Meloni, incalzata dai cronisti, non esclude di tornare di nuovo negli States tra 10 giorni appena, quando, il 20 di gennaio, si celebrerà l'Inauguration day e Trump si insedierà nuovamente alla Casa Bianca.
La sua mimica facciale svela molto più delle sue parole quando le chiedono, a più riprese, se non tema il ritorno del tycoon, che ha già seminato il panico con le sue dichiarazioni sulla Groenlandia, su Panama e sul Canada. Trump, spiega, ha un "modo energico per dire che gli Stati Uniti non resteranno a guardare" e invia, alzando la voce, messaggi "ad altri player globali" affinché intendano, dunque la premier esclude che il Presidente americano "tenterà annessioni con la forza". Anche sull'Ucraina Meloni si dice convinta che non arriverà alcun disimpegno da parte degli Usa, anche perché abbandonare Kiev al suo destino "sarebbe un errore", rimarca mentre si appresta a incontrare nelle prossime ore Volodymyr Zelensky.
E sui dazi, altro spauracchio all'orizzonte, "sarebbero un problema - riconosce -, ma non è una novità che le amministrazioni americane pongano la questione dell'avanzo commerciale. Il protezionismo non è un approccio che riguarda solo l'amministrazione di Trump", scandisce ricordando il piano da 400 miliardi di dollari messo in campo da Joe Biden per contrastare l'inflazione, in barba agli interessi europei. Ma è soprattutto il rapporto privilegiato con Elon Musk a tenere banco, a partire dalla vicenda Starlink, di cui, assicura, non ha mai parlato con il tycoon.
Musk? Peggio Soros
Meloni bolla come "false notizie" quelle circolate sulla sigla di un presunto accordo di 1,5 miliardi con la società che fa capo all'uomo più ricco del pianeta. "Valuto gli investimenti stranieri solo con la lente dell'interesse nazionale - puntualizza -, non delle amicizie. Non è mio costume usare il pubblico per fare un favore agli amici". Ma poi mette in chiaro: ''il problema con Space X è che è privato o che è Musk? Perché io non faccio favori agli amici, ma non accetto nemmeno che a persone che hanno buoni rapporti con me venga attaccata una lettera scarlatta...".
Incalzata dai cronisti, Meloni tira in ballo George Soros, il magnate noto anche per aver finanziato partiti di sinistra. "Musk è una persona molto nota e facoltosa che esprime le sue posizioni. Quando mi si dice che è un pericolo per la democrazia io segnalo che non è il primo... di persone note e facoltose che esprimono le loro opinioni ne ho viste parecchie, spesso le esprimono contro di me. Il problema è quando delle persone facoltose utilizzano quelle risorse per finanziare partiti ed esponenti politici per condizionare le scelte politiche. Questo non lo fa Musk, questo lo fa Soros e quando è accaduto si è parlato di filantropi" e "lo considero molto più ingerente di Elon Musk. Quella è una ingerenza seria".
Anche a chi le fa notare il potere che il numero 1 di Tesla sprigiona sulla comunicazione, essendo, tra le altre mille cose, anche il proprietario di X, la premier replica che Musk "consente a tutti di dire qualsiasi cosa sulla sua piattaforma, io invece spesso sono stata bannata" su altri social. Le domande si rincorrono, tornano spesso a pungere sul rapporto con l'uomo domino della campagna elettorale di Trump. Tanto che, quando un giornalista annuncia una domanda sul lavoro, lei ci scherza su: "del lavoro di Musk...", lo interrompe con una battuta, generando sorrisi in platea.
E anche sulla richiesta di Trump di aumentare le spese militari dei Paesi Nato fino al 5% del Pil - che metterebbe in seria difficoltà l'Italia che già arranca per arrivare al 2 - "penso che gli scogli si debbano superare con il dialogo - dice - nello specifico la questione credo sia interna all'Ue, non tanto di rapporto con gli Usa. L'Ue deve individuare strumenti per una difesa competitiva". E le sue ambizioni non devono fermarsi soltanto a questo. Quando si sofferma sulla vicenda Space X, e sulla necessità di criptare alcune comunicazioni sensibili, Meloni fa notare come "Italia e Europa non siano arrivate in tempo su questi temi, per cui l'alternativa" a Starlink "è non avere una protezione. Si tratta di scegliere una soluzione tra due scenari, nessuno dei quali è ottimale'', ammette.
Il passo indietro di Elisabetta Belloni
Tra le domande, arriva anche quella immancabile sul passo indietro di Elisabetta Belloni. Meloni ribadisce la stima e il rispetto "enormi" verso una diplomatica di lungo corso. "Mi pare che sia parecchio ambita anche fuori dai confini nazionali, quindi prevedo che il suo percorso non termini qui", afferma confermando, in parte, i rumors che vedono per Belloni un incarico di alto livello al fianco di Ursula von der Leyen. Al suo posto ai vertici dei Servizi arriverà Vittorio Rizzi, numero due dell'Aisi: già oggi la sua nomina verrà ufficializzata in Consiglio dei ministri, l'annuncio della premier tra lo slalom delle domande.