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Fabrizio Curcio nominato commissario straordinario per la ricostruzione nelle regioni colpite dall’alluvione 2023

Cambio alla guida delle operazioni di ricostruzione per Emilia Romagna, Toscana e Marche. Prorogato anche l’incarico di Guido Castelli per il sisma del 2016.

Il Consiglio dei ministri ha formalizzato oggi la nomina dell’ingegnere Fabrizio Curcio a commissario straordinario per la ricostruzione nelle regioni Emilia Romagna, Toscana e Marche, duramente colpite dall’alluvione del 2023. La decisione, avanzata su proposta della premier Giorgia Meloni e del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, rappresenta un passaggio chiave nella gestione delle conseguenze del disastro naturale.

Un cambio di leadership

Curcio, ex capo del Dipartimento della Protezione civile, assumerà ufficialmente l’incarico una volta pubblicato il relativo decreto da parte del Presidente della Repubblica. Subentrerà al generale Francesco Paolo Figliuolo, che ha guidato la struttura commissariale fino a dicembre scorso, prima di essere destinato a nuovi compiti. La nomina segna il ritorno di Curcio in un ruolo operativo di primo piano nella gestione delle emergenze nazionali, con un mandato che si protrarrà fino al 31 dicembre 2025.

Nel corso della stessa riunione, il governo ha approvato la proroga dell’incarico per il senatore Guido Castelli, commissario straordinario per la riparazione e ricostruzione nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, colpite dal devastante sisma dell’agosto 2016. Castelli continuerà a coordinare le attività legate alla ripresa economica e all’assistenza alle popolazioni colpite per un ulteriore anno, assicurando continuità a un processo complesso e delicato.

Una nomina cruciale per le regioni colpite

L’alluvione del 2023 ha lasciato un segno profondo in Emilia Romagna, Toscana e Marche, generando danni diffusi alle infrastrutture, alle abitazioni e al tessuto economico locale. L’incarico affidato a Curcio è stato accolto come un segnale di impegno concreto da parte del governo per garantire una gestione efficace della ricostruzione e il ritorno alla normalità nelle aree colpite.

Curcio, figura di lunga esperienza nel settore della protezione civile, avrà il compito di supervisionare e coordinare le iniziative volte alla ricostruzione, lavorando a stretto contatto con le autorità locali e regionali. La sua nomina arriva in un momento critico, in cui l’efficienza e la rapidità di azione sono determinanti per minimizzare le conseguenze a lungo termine dell’evento calamitoso.

Il futuro della gestione emergenziale

Con la proroga di Castelli e la nomina di Curcio, il governo punta a consolidare una strategia di lungo termine per affrontare le emergenze naturali e le loro conseguenze. Entrambe le figure, forti della loro esperienza, saranno chiamate a garantire trasparenza, efficienza e responsabilità nella gestione dei fondi e delle risorse destinate alla ricostruzione.

Questi interventi rappresentano una sfida significativa non solo per le comunità locali, ma anche per l’intero Paese, chiamato a dimostrare la propria capacità di resilienza e di risposta alle avversità.

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Attualità

Italia riafferma il supporto a Kiev: incontro tra Meloni e...

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Roma – La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha accolto a Palazzo Chigi il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, per un incontro che si è protratto per poco meno di un’ora. Un confronto che, secondo quanto comunicato ufficialmente, ha ribadito la piena solidarietà dell’Italia nei confronti dell’Ucraina, in un momento segnato dalla recrudescenza delle ostilità.

Durante il colloquio, Meloni ha espresso il proprio cordoglio per le vittime dei più recenti attacchi missilistici condotti dalla Russia, sottolineando la gravità della situazione umanitaria nel Paese. In una nota diffusa da Palazzo Chigi, si legge che la Presidente del Consiglio ha confermato il sostegno italiano “a 360 gradi” per la legittima difesa dell’Ucraina. Tale impegno, si precisa, mira a garantire che Kiev sia posta nelle condizioni ottimali per perseguire una pace definita come “giusta e duratura”.

Un supporto che si consolida

L’incontro rappresenta una nuova tappa nelle relazioni tra Italia e Ucraina, segnate da un appoggio costante da parte del governo italiano alla causa ucraina. Questo sostegno si manifesta non solo sul piano politico, ma anche attraverso contributi pratici, volti a fronteggiare le conseguenze del conflitto in corso. Sebbene i dettagli operativi non siano stati divulgati, il messaggio che emerge è quello di una collaborazione che intende rimanere salda nel tempo.

Il dialogo tra Meloni e Zelensky si inserisce in un contesto geopolitico estremamente complesso, in cui le dinamiche del conflitto continuano a influenzare gli equilibri internazionali. L’Italia, attraverso la sua posizione, ribadisce la necessità di sostenere l’integrità territoriale dell’Ucraina, mantenendo al contempo aperti i canali diplomatici per la ricerca di una soluzione che ponga fine alle ostilità.

Con il suo intervento, la Presidente del Consiglio si è allineata alle posizioni espresse dai principali partner europei e internazionali, consolidando l’immagine dell’Italia come un attore di rilievo nel panorama delle relazioni multilaterali. L’incontro tra i due leader ha riaffermato il legame tra Roma e Kiev, in un momento storico che richiede fermezza e coesione da parte della comunità internazionale.

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Politica

Meloni dice no a rimpasto di governo e...

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La premier: "Salvini al Viminale non all'ordine del giorno". Il futuro è da definire: "Candidarmi nel 2027? Se è utile, non sono abbarbicata a poltrona"

Giorgia Meloni - Fotogramma /Ipa

Dall'ipotesi rimpasto alle riforme; dallo spettro di un complotto delle toghe contro la sorella Arianna alla cosiddetta norma anti-Renzi contenuta nella legge di bilancio, passando per il suo futuro politico e per i rumors su una discesa in campo di Pier Silvio Berlusconi. In una conferenza stampa di inizio anno dominata dalle domande sui suoi rapporti con Elon Musk e con il prossimo presidente americano Donald Trump, senza dimenticare la vicenda Cecilia Sala, c'è spazio anche per molti temi di politica interna tra i 41 quesiti posti alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni dai giornalisti parlamentari.

Il futuro assetto della squadra di governo è stato uno dei principali argomenti affrontati dalla leader di Fdi, la quale ha allontanato le voci sul rimpasto che aleggiano sul suo esecutivo sin dai primi mesi di attività: "La parola rimpasto è una parola a cui sono abituata ma a cui non sono tendenzialmente favorevole".

"Salvini al Viminale? Piantedosi ottimo ministro"

Meloni ha ribadito il suo no a un 'trasloco' di Matteo Salvini al Viminale, dopo l'assoluzione del leader della Lega al processo Open Arms, affermando che il tema "non è all'ordine del giorno": "Salvini sarebbe un ottimo ministro dell'Interno, ha ragione a dire che senza il procedimento, che abbiamo visto come è andato, avrebbe chiesto e ottenuto il Viminale ma oggi abbiamo un ottimo ministro dell'Interno, Piantedosi".

Meloni non si è sbilanciata sul futuro di Daniela Santanchè, alla domanda se la ministra del Turismo dovrà dimettersi in caso di rinvio a giudizio: "Non sono una persona che giudica queste cose prima che accadano. Per cui vediamo che cosa deciderà la magistratura e poi ne parlerò ovviamente con il ministro Santanchè" ha glissato l'inquilina di Palazzo Chigi.

Che ha anche affrontato uno dei nodi al centro del Consiglio dei ministri, ovvero la legge regionale della Campania sul terzo mandato del governatore. Meloni ha confermato che il provvedimento sarà impugnato dal governo, ammettendo però che all'interno del centrodestra non esiste una posizione unitaria: "Non c'è un accordo tra i partiti della maggioranza. Per come la vedo io, sarebbe incoerente" estendere il limite dei mandati dei presidenti di Regione, "anche perché noi nella proposta di premierato abbiamo messo il limite di due mandati. Poi sono disponibile a parlare di come armonizzare tutti gli ambiti".

Veneto nel mirino

Il tema è molto sentito nella Lega, dove il governatore veneto Luca Zaia non sembra intenzionato a mollare su quello che per lui sarebbe il quarto mandato. E proprio il Veneto è una delle Regioni 'attenzionate' dal partito della premier, che intende presentare un suo 'frontman' alle elezioni di quest'anno. Meloni lo ha ribadito in conferenza stampa: "Penso che quella di Fratelli d'Italia sia un'opzione che deve essere tenuta in considerazione" per la candidatura del centrodestra alla presidenza della Regione, ma ritengo "che di queste vicende si debba discutere con grande serenità con gli alleati, ed è quello che faremo".

La presidente del Consiglio ha promesso "determinazione" e "celerità" per quanto riguarda l'approvazione delle riforme, dal premierato alla giustizia: "Se riusciamo, io vorrei fare in questa legislatura anche i referendum, ma l'importante è portare a casa le riforme e consentire agli italiani di esprimersi con un referendum su queste materie".

L'obiettivo è "arrivare alle prossime elezioni con la riforma del premierato approvato ed una legge elettorale tarata su questo". Sulla questione migranti, Meloni ha rimarcato che "le sentenze della Cassazione danno ragione al governo: spetta al governo stabilire quali sono i Paesi sicuri", aggiungendo che i centri in Albania "sono pronti per essere operativi". La presidente di Fdi ha inoltre rivendicato la cosiddetta norma 'anti-Renzi' contenuta nella legge di bilancio: "La condivido. Penso sia assolutamente normale che si vieti a chi ricopre incarichi di governo e a chi rappresenta gli italiani in Parlamento di prendere soldi da Stati esteri" in particolare quelli esterni alla Ue.

La difesa di Arianna

Meloni è intervenuta anche sul ruolo della sorella Arianna, responsabile della segreteria e del tesseramento di Fratelli d'Italia, precisando di non aver mai parlato di complotto giudiziario nei suoi confronti: "Non penso che i giudici abbiano messo nel mirino mia sorella ma mi stupisce molto che a lei vengano addebitate numerosissime cose. Questo mi ha molto incuriosito, perché una cosa falsa può essere una svista, due cose false possono essere due sviste, tre cose false possono essere tre sviste, ma quattro cose false diventano una strategia...".

Venendo al suo rapporto con l'informazione, Meloni ha respinto l'accusa di essere un ostacolo per la libertà di stampa. E ha lanciato un appello ai cronisti: "Mi capita sempre più frequentemente di trovare virgolettate sui giornali dichiarazioni che non ho mai detto e che non ho mai pensato... Io assicuro ancora più rispetto per il vostro lavoro: mi permetto di chiedere rispetto per il mio".

Nel 2027 nuova candidatura?

A chi le chiedeva se si ricandiderà alle politiche del 2027, Meloni ha risposto che valuterà il da farsi al momento opportuno: "Non sono abbarbicata alla poltrona: se sono utile cerco di essere utile, se non posso essere utile mi regolo di conseguenza". Le indiscrezioni su una futura discesa in campo di Pier Silvio Berlusconi e sugli eventuali effetti per il centrodestra sono state oggetto di una delle ultime domande alla premier. Che anche in questo caso ha gettato la palla in tribuna: "Fermo restando che ho un ottimo rapporto personale sia con Pier Silvio Berlusconi sia con Marina, credo che queste domande dovete farle a loro...".

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Politica

Meloni e l”altra conferenza’: le formiche,...

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La premier cita eroe Marvel: "A grandi poteri corrispondono grandi responsabilità"

Giorgia Meloni

Dalle formiche a spiderman. La conferenza stampa di inizio anno di Giorgia Meloni, durata oltre 150 minuti nell'Auletta dei gruppi parlamentari della Camera, vede la premier rispondere a 41 domande, molte di politica interna, per lo più sul caso Starlink e il rapporto con Elon Musk. Le note di colore non mancano.

C'è il giallo delle formiche, nato da un quesito del giornalista-pittore di origini bulgare Alexander Jakhnagiev, che anche quest'anno si ripropone con un bis surreale con protagonista stavolta gli operosi insetti con tre paia di zampe. ''Eccallà...'', esordisce in romanesco la presidente del Consiglio quando vede il direttore dell'Agenzia di stampa Vista prendere il microfono. ''Lei calpesta le formiche? Ci fa caso quando cammina?'', chiede Jakhnagiev prendendo in contropiede la leader di Fratelli d'Italia che non nasconde l'imbarazzo: ''Se le vedo, non le calpesto, spero sia la risposta giusta, sono disperata, non so che dire...''.

Poi è la volta della cronista di 'Politico' che vuole sapere come ci si sente a essere considerata la politica più influente d'Europa. Meloni veste per un attimo i panni di spiderman e cita una delle frasi cult dell'eroe dei fumetti Marvel: ''Come diceva l'Uomo ragno, a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità...''. I giornalisti in sala provano a carpire qualche cosa della vita privata del capo del governo ma non la spuntano. Lei vedrà la serie su Benito Mussolini ('M') tratta dal libro dello scrittore Antonio Scurati? ''Mi spiace deludervi ma non vedo una serie tv da tempo e purtroppo non riesco a leggere un libro che non sia il Pnrr da oltre due anni'', taglia corto Meloni in versione Stakanov, alle prese con i mille impegni a palazzo Chigi. Una confessione però la fa: ''ah, scusate, l'unica serie tv vista è 'Per Elisa' dedicata al caso Claps. Non voglio fare pubblicità ma l'ho trovata bellissima...''.

La leader di via della Scrofa che ormai non si separa più dal doppiopetto (oggi ne sfoggiava uno beige chiaro su camicetta bianca) cita poi 'La lettera scarlatta' di Nathaniel Hawthorne quando difende Musk (''Non accetto che abbia la lettera scarlatta per il suo rapporto con me'') e spiega il significato del termine rispetto (''deriva dal latino respicere...''). Infine si cimenta in una sorta di 'gara' a distanza con Mario Draghi su chi è più sintetico. Replica con un secco sì al quesito sull'importanza del rispetto nelle sue scelte politiche. ''Bene, stava per battere il record di Draghi'', scherza il presidente dell'Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli. ''Ah sì? Sto andando bene? Meglio, perché ho sentito alcuni colleghi che si erano lamentati gli anni scorsi...''. Poi aggiunge con una battuta di autocritica: ''Io ho detto sì ma ho aggiunto altro, Draghi invece non faceva così, devo stare più attenta...''.

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