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Tragico incendio in un ristorante a Most: sei vittime e otto feriti

MOST (Repubblica Ceca) – Un devastante incendio ha colpito nella serata di ieri un ristorante situato in un complesso residenziale nella città di Most, a circa 70 chilometri a nord-ovest di Praga, provocando sei morti e otto feriti, di cui sei in condizioni gravi. La notizia è stata confermata oggi dai servizi di soccorso locali.

La dinamica dell’incidente

Secondo le prime ricostruzioni, l’incendio sarebbe divampato a causa del rovesciamento accidentale di una stufa a gas, evento che ha innescato una rapida propagazione delle fiamme. I vigili del fuoco locali, intervenuti prontamente sul posto, hanno dichiarato tramite un comunicato pubblicato su X (ex Twitter): “L’incendio si è propagato molto rapidamente dopo che una stufa a gas è stata probabilmente rovesciata”.

Le operazioni di soccorso

Il ministro degli Interni della Repubblica Ceca, Vit Rakusan, ha riferito che circa 30 persone sono state evacuate dal ristorante e dalle abitazioni adiacenti al locale. Le operazioni di soccorso, condotte con tempestività e precisione, hanno coinvolto squadre di emergenza e vigili del fuoco impegnati nel contenimento delle fiamme e nella messa in sicurezza dell’area.

Un bilancio pesante

Il bilancio dell’incidente è particolarmente drammatico: sei persone hanno perso la vita, mentre tra i feriti si contano sei individui che versano in condizioni critiche. Le autorità sanitarie locali stanno garantendo le cure necessarie ai sopravvissuti, mentre le indagini per accertare l’esatta dinamica dei fatti sono tuttora in corso.

Il ristorante colpito dall’incendio si trova all’interno di un complesso residenziale, un fattore che ha reso necessario l’intervento immediato per salvaguardare la sicurezza degli abitanti dell’area circostante. La rapida evacuazione è stata fondamentale per limitare ulteriori perdite umane e garantire la sicurezza dei residenti.

La risposta delle autorità

Le autorità locali e nazionali hanno espresso cordoglio per le vittime e vicinanza alle famiglie colpite dalla tragedia. Il ministro Rakusan ha assicurato che saranno adottate tutte le misure necessarie per prevenire eventi simili in futuro, inclusa una revisione delle normative sulla sicurezza nei locali pubblici.

L’incidente ha scosso profondamente la comunità di Most e sollevato interrogativi sulla gestione della sicurezza nei luoghi pubblici. Mentre proseguono le indagini, la cittadinanza resta unita nel sostegno ai feriti e ai familiari delle vittime.

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Cronaca

Maltempo, temporali e venti di burrasca: allerta meteo...

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Prevista anche neve a quote superiori ai 500-700 metri e mareggiate

Una mareggiata - (Adnkronos)

Maltempo sull'Italia, in particolare al Sud. Per oggi, domenica 12 gennaio, la Protezione civile ha emanato l'avviso di allerta arancione per la Calabria e gialla in altre sei regioni per temporali, forte vento e mareggiate.

Il bollettino

"La formazione di un’area depressionaria sul Tirreno determinerà precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, sulle aree tirreniche meridionali, oltre ad un generalizzato rinforzo della ventilazione dai quadranti settentrionali ed un conseguente calo delle temperature. Sulla base delle previsioni disponibili, si legge in una nota, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte, alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati, ha emesso un nuovo avviso di condizioni meteorologiche avverse che integra ed estende il precedente. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche", si legge sul sito della Protezione civile.

Allerta gialla per sei regioni

L’avviso prevede dalle prime ore di oggi, nevicate da sparse a diffuse, a quote superiori ai 500-700 metri, sulla Basilicata, in estensione alla Calabria, con apporti al suolo moderati, fino ad abbondanti tra Basilicata meridionale e Calabria settentrionale; precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale su Calabria e Sicilia, specie sui settori tirrenici. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, attività elettrica e forti raffiche di vento. In avviso, inoltre, venti da forti a burrasca dai quadranti settentrionali, con raffiche fino a burrasca forte, su Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, specie lungo i crinali appenninici centro-settentrionali, coste tirreniche meridionali ed adriatiche. Mareggiate lungo le coste esposte. Sulla base dei fenomeni in atto e previsti è stata valutata per la giornata di oggi, allerta arancione sul versante tirrenico della Calabria. Valutata inoltre allerta gialla sui restanti settori calabresi e su Lazio, Molise, Campania, Basilicata, Puglia e Sicilia.

Per quanto riguarda il Lazio la Direzione emergenza, protezione civile e Nue 112 della Regione ha emesso un’allerta gialla con validità dalle prime ore di domenica e per le successive 18-24 ore. Si prevedono sul Lazio: venti da forti a burrasca dai quadranti settentrionali, con raffiche fino a burrasca forte, specie lungo i crinali appenninici. Mareggiate lungo le coste esposte.

La Protezione civile regionale siciliana ha invece diffuso un avviso per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico, valido fino alle 24 di oggi. Su tutta la Sicilia è prevista allerta gialla. In particolare, si legge nell’avviso, "dalle prime ore di domani (oggi, ndr) e per le successive 18-24 ore, si prevedono precipitazioni, da sparse a diffuse, specie sui settori tirrenici, accompagnate da rovesci di forte intensità, attività elettrica e forti raffiche di vento; venti da forti a burrasca dai quadranti settentrionali, con raffiche fino a burrasca forte, specie lungo le coste tirreniche. Mareggiate lungo le coste esposte".

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Cronaca

Corteo per Ramy a Roma, bombe carta contro poliziotti: 8...

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Scontri con manifestanti, carica di contenimento ordinata da questore Massucci. Piantedosi: "Diritto a manifestare non può essere scusa per violenza o sfida a Stato"

Presidio per Ramy a Roma

Scontri tra manifestanti e polizia a Roma, nel quartiere di San Lorenzo, mentre era in corso un presidio per Ramy: 8 gli agenti feriti. I manifestanti hanno rovesciato alcuni cassonetti all'altezza di piazza Immacolata e poi sono andati verso le forze dell'ordine tirando fumogeni, bombe carta e oggetti contundenti. A quel punto è scattata una carica di contenimento. Subito dopo i manifestanti hanno arretrato per tornare verso San Lorenzo (VIDEO).

A quanto si apprende, nel corso della manifestazione sono state lanciate bombe carta ad alto potenziale: una di queste ha infranto il vetro blindato di un mezzo del Reparto mobile. L'intervento per contenere i manifestanti è stato ordinato da questore di Roma, Roberto Massucci, per tutelare l'incolumità dei poliziotti.

Gli otto poliziotti feriti sono stati colpiti da petardi o bottiglie di vetro lanciate dai manifestanti. Sono in corso le indagini per ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto.

“Ancora una volta quello che è accaduto oggi a Roma durante il corteo per Ramy è un episodio di inaudita gravità. Diverse bombe carta lanciate da alcuni facinorosi hanno colpito i colleghi, uno dei quali, della Questura di Roma, ha riportato ferite al volto che hanno richiesto un immediato intervento medico. Nel frattempo, diversi altri agenti coinvolti negli scontri stanno ricevendo cure in ospedale per le contusioni e le ferite riportate e altri si faranno refertare nelle prossime ore, al termine della manifestazione”, ha dichiarato Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp.

“È inaccettabile che chi scende in piazza per manifestare, indipendentemente dalla causa, si trasformi in un aggressore violento nei confronti delle forze dell'ordine, che lavorano per garantire sicurezza e legalità per tutelare cittadini e ordine pubblico. L'uso di bombe carta, fumogeni e l'attacco deliberato alle camionette della polizia non è altro che una vile aggressione contro lo Stato e chi lo rappresenta”, ha concluso Pianese.

Piantedosi: "Diritto a manifestare non può essere scusa per violenza o sfida a Stato"

“I disordini e gli attacchi alle Forze di Polizia che negli ultimi due giorni si sono verificati in varie città italiane dimostrano, ancora una volta, l’esistenza e la pericolosità di soggetti organizzati che strumentalizzano ogni tema, fatto o episodio, perfino una dolorosa tragedia come quella del giovane Ramy, soltanto per seminare violenza", afferma il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.

"Queste aggressioni - sottolinea il titolare del Viminale - devono essere condannate da tutti, senza indecisioni o speciosi distinguo, anche per sostenere un clima di fiducia nei confronti delle nostre Forze di Polizia, che sono tra le migliori al mondo, che offrono standard altissimi di professionalità, si prodigano con passione e impegno e certamente non possono essere sottoposte a giudizi sommari o aggressioni in piazza. In un Paese maturo e avanzato come il nostro dovrebbe essere parte di una cultura condivisa la consapevolezza che non fermarsi a un alt delle Forze dell’Ordine o cercare il confronto violento con chi rappresenta lo Stato non è solo una grave violazione della legge, ma è anche un comportamento pericoloso per sé e per gli altri, che mina la sicurezza dei cittadini e la convivenza civile. Chi non parte da queste considerazioni rischia irresponsabilmente di alimentare l’idea che tali condotte siano talvolta giustificabili e che possano essere messe sullo stesso piano dell’impegno di poliziotti o carabinieri, spesso costretti a operare in momenti e situazioni difficili e concitate, anche a rischio della loro stessa incolumità. Né il diritto di manifestare può mai essere usato come scusa per atti di violenza, intimidazione o per sfidare l’autorità dello Stato. A fronte di questi comportamenti ignobili e pericolosi, come Ministro dell’Interno esprimo piena solidarietà e totale sostegno alle donne e agli uomini delle Forze di Polizia, sottolineando che chi si macchia di queste azioni vergognose, a partire da quelle poste in essere nelle ultime occasioni, sarà perseguito con la massima determinazione”.

Prefetto: "Inaccettabile attacco predeterminato"

"Esprimo tutta la mia solidarietà ai poliziotti che sono stati feriti dai petardi e dagli oggetti lanciati dai manifestanti durante il corteo indetto questa sera a San Lorenzo per ricordare il giovane Ramy", ha detto il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, che continua: "Ringrazio il Questore e tutte le Forze dell’Ordine per l'equilibrio dimostrato nel gestire questa situazione".

"E' inaccettabile - aggiunge Giannini - scendere in Piazza con la predeterminazione di aggredire le Forze dell’Ordine, come dimostra il fatto che l’attacco è avvenuto contro gli agenti schierati a presidio di una caserma, attraverso l'utilizzo di petardi e altri oggetti contundenti, portati in Piazza, celati per sfuggire ai controlli". "Colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta Agenti, Carabinieri e Finanzieri per il loro operato quotidiano: un lavoro prezioso e insostituibile", conclude il Prefetto.

Corteo Milano

Una manifestazione a un mese e mezzo dall’incidente del 24 novembre scorso, quando il 19enne Ramy, di origine egiziana, perse la vita al quartiere Corvetto, durante un inseguimento a bordo di un maxi scooter guidato dall’amico Fares, finito poi in coma, è stata organizzata anche a Milano. Circa duecento i partecipanti al corteo che, da piazza San Babila, si è diretto verso corso Venezia, piazza Oberdan, corso Buenos Aires, viale Tunisia, via Lazzaretto, via Settembrini e via Vitruvio, per raggiungere piazza Duca D'Aosta, di fronte alla stazione centrale.

Due giorni fa la diffusione di un video che riprende l’inseguimento dall’abitacolo della Gazzella dei carabinieri, che ha suscitato una nuova ondata di polemiche. ‘Verità e Giustizia per Ramy e Fares’. Questa la richiesta ribadita dai Giovani Palestinesi di Milano, dal centro sociale Il Cantiere e dalle realtà che aderiscono al 'coordinamento antirazzista' dalle loro pagine social per lanciare l’invito a manifestare anche oggi, a Milano.

“Abbiamo visto le immagini del brutale inseguimento e i ripetuti tentativi di speronamento da parte dei carabinieri - si legge accanto all’immagine gialla e nera pubblicata su Instagram -. Li abbiamo sentiti esultare quando sono riusciti a farli cadere dalla moto, provocando la morte di Ramy e il coma per Fares. Abbiamo visto i loro tentativi di insabbiamento, facendo cancellare i video sul cellulare di un testimone. Sappiamo che non si tratta di un caso isolato, ma la profilazione razziale, la violenza brutale delle forze dell'ordine, gli abusi di potere nei confronti di persone arabe, razzializzate, delle persone marginalizzate nelle periferie, sono la realtà in cui viviamo. In cui le classi dirigenti, sotto una retorica di ‘sicurezza', cercano di imporre un controllo sempre più violento e omicida attraverso il loro braccio armato. Uno stato di polizia che esiste già, come dimostrano le zone rosse imposte nelle grandi città, come dimostra il Ddl 1660, come dimostra la repressione nei confronti di chi si oppone al genocidio in Palestina e lotta contro il sionismo”. Ed è per questo che “saremo in piazza per Ramy e Fares e per opporci allo stato di polizia che minaccia le nostre vite”.

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Cronaca

Cybersicurezza, direttore Polizia Postale: “Indagini...

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Ivano Gabrielli: "Attacchi per generare effetto dimostrativo e guadagnare visibilità mediatica, nessun danno, solo disservizi di qualche minuto"

Cybersicurezza, direttore Polizia Postale:

"Non si registrano danni ma ci sono stati semplicemente malfunzionamenti e disservizi di qualche minuto dei siti istituzionali impattati. Di fatto, al di là della rivendicazione, questi attacchi Ddos producono pochi risultati anche quando vanno a buon fine". Così all'Adnkronos Ivano Gabrielli, direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, sull'attacco hacker rivendicato dal collettivo filorusso 'NoName057(16)' all'indomani della visita in Italia del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. ''L'attacco è stato registrato tra la notte scorsa e questa mattina - spiega Ivano Gabrielli - Ci troviamo di fronte al noto fenomeno della 'crew No name', l'attacco è loro, lo rivendicano e come al solito lo preannunciano su alcuni canali Telegram. C'era da aspettarselo vista la visita di Zelensky''.

''Sul gruppo No Name ci sono indagini in corso in tutta Europa - chiarisce - naturalmente proseguiranno fino a che avremo degli sviluppi utili. Parliamo di una comunità di persone che svolgono questa attività: è ovvio che c'è l'iniziativa di pochi ma poi c'è l'adesione di altre persone che in qualche modo si riconoscono in quella posizione e in quella causa'. L'efficacia della risposta - spiega il direttore del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni - sta nella capacità di mettere in piedi i sistemi di sicurezza anti Ddos. Ci sono alcune strutture che mettono in protezione i propri siti e non hanno bisogno di dare continuità: i siti vengono messi in manutenzione per poi essere riattivati una volta passata l’ondata di attacco. Altre strutture hanno sistemi più dinamici, più intelligenti per quel che riguarda la gestione del traffico anomalo mentre altre ancora hanno bisogno di qualche minuto per attivare i propri sistemi di sicurezza e quindi in quel minuto risultano non raggiungibili. Mediamente quello che si vuole generare con questo tipo di attacchi è un effetto più dimostrativo che va a generare la visibilità mediatica che si cerca. E questo proprio perché si tratta di un fenomeno che è ascrivibile a quello che viene definito 'hacktivismo': faccio attività di hacking per poter avere poi visibilità''.

Gabrielli tiene infine a sottolineare che ''naturalmente i nostri sistemi di protezione funzionano: l'attacco è stato intercettato proprio grazie all'attento monitoraggio del Cnaipic (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche), che ha permesso di intervenire in tempo reale con misure di mitigazione, e grazie allo Csirt dell'Acn, che ha svolto le proprie attività di supporto. Queste strutture sono costantemente operative a presidio del nostro ecosistema cibernetico''. (di Giorgia Sodaro)

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