Corrado Calabrò fa 90: giurista, poeta e uomo delle istituzioni
E' padre del giudizio di ottemperanza e del contratto a tempo determinato, ma anche autore tradotto in 20 lingue
Un giurista candidato al Nobel per la letteratura. Corrado Calabrò, innovatore del diritto e poeta di fama internazionale, compie 90 anni celebrando una vita che solca storia, diritto e letteratura: vasta come il mare in cui amava tuffarsi da giovane nella sua amata Calabria. Padre del giudizio di ottemperanza e autore della legge sul contratto a tempo determinato (rimane in vigore per 40 anni), Calabrò serve lo Stato con il rigore del civil servant, affiancando Aldo Moro negli anni del centrosinistra. Ma dietro il magistrato ecco celarsi l'altro volto, quello del poeta tradotto in 20 lingue e celebrato per la sua "Quinta Dimensione", un testamento spirituale lodato in tutto il mondo. Figlio del mare calabrese, le sue poesie evocano libertà e malinconia e la capacità di andare oltre. Scrive Carlo Bo: “La vera originalità di Corrado Calabrò sta nell’essersi staccato dai modelli comuni per inseguire una diversa sperimentazione poetica. Ha cantato non il suo mare, ma piuttosto l’idea di un mare eterno e insondabile”.
Nella gioventù di Corrado Calabrò si intravedono già i segni di ciò che sarebbe diventato: studio appassionato e amore per il mare. “Facevo nuotate di chilometri e chilometri, uscivo la notte con i pescatori, andavo a caccia alzandomi prima dell’alba,” ricorda. Un legame così profondo con il mare che, dopo ore di nuoto sotto il sole cocente, talvolta si assopiva “facendo il morto a braccia e gambe aperte”. E poi lo studio, una passione precoce e insaziabile: a quattordici anni legge l’edizione divulgativa di Einstein, da cui nasce il suo amore per l’astrofisica. Quando in pagella compaiono due sette, il padre lo ammonisce con fermezza e fiducia: “Figlio, siamo ancora al secondo trimestre; hai tempo per riparare”.
La storia di Calabrò conferma che il frutto (quasi) mai cade lontano dall’albero: lo zio Demetrio recita a memoria i canti dell’Inferno, mentre la madre declama Pascoli, Carducci e Leopardi. Laureatosi giovanissimo all’Università di Messina, Calabrò vive anni intensi a Palazzo Chigi al fianco di Aldo Moro, che lo vuole come capo della Segreteria tecnico-giuridica del presidente del Consiglio. “Era un uomo di Stato con una visione di lungo respiro”, ricorda, evocando gli anni della straordinaria ripresa economica italiana e l'umanità dello statista: "Un uomo di una soavità indicibile, tanto quanto era imperioso Fanfani. La sua azione di governo era lenta ma determinata". Ma dietro il rigore del giurista si cela l’anima del poeta: due mondi non scissi tanto da affermare che "il diritto è impegno intellettuale e civile, ma la letteratura, l’arte sono la confessione che la vita non ci basta”. Fin dai suoi primi anni da assistente universitario, Calabrò trova nella scrittura poetica un rifugio segreto. La passione lo aiuta a reggere la fatica: "Mi svegliavo alle 4 e mezza e studiavo fino alle otto -racconta - qualche volta con la mia primogenita Maria Teresa in braccio". Ma il talento ha pagato: autore di 23 libri di poesie pubblicati in Italia e tradotto in 20 lingue, Calabrò ottiene prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra cui il “Premio Internazionale Escriduende” per il suo libro Quinta Dimensione, definito in Spagna come un testamento ideologico e spirituale.
Nato a Reggio Calabria e cresciuto in riva al mare, il legame con il suo luogo d’origine permea tutta la sua produzione artistica. Le lunghe nuotate nello Stretto di Messina, le notti passate con i pescatori e le estati a Bocale alimentano una poesia che evoca malinconia, libertà e solitudine, con il mare sempre come protagonista: “Il mare va preso come viene così, con la sua stessa inconcludenza: portando verso il petto, a ogni bracciata, un’onda lieve che non si trattiene", un suo verso. Riconoscimenti come la Laurea Honoris Causa di Odessa e il Premio Gustavo Adolfo Bécquer testimoniano la portata universale del suo lavoro. “Corrado Calabrò è l’autore dei versi più memorabili che siano mai stati scritti in italiano negli ultimi sessant’anni”, parola di Luis Alberto de Cuenca.
Cronaca
Proteste per Ramy, una trentina di identificati a Roma e...
Durante i disordini, sono state lanciate bombe carta e bottiglie, sono rimasti feriti 8 agenti
Sono una trentina gli identificati sia a Roma che a Bologna per gli scontri avvenuti sabato scorso nel corso della manifestazione per Ramy Elgaml, il 19enne morto nel quartiere Corvetto di Milano mentre fuggiva da un controllo dei carabinieri.
Nella Capitale i disordini sono esplosi nel quartiere San Lorenzo mentre era in corso un presidio: 8 gli agenti feriti. I manifestanti hanno rovesciato alcuni cassonetti all'altezza di piazza Immacolata e poi sono andati verso le forze dell'ordine tirando fumogeni, bombe carta e oggetti contundenti. A quel punto è scattata una carica di contenimento. Subito dopo i manifestanti hanno arretrato per tornare verso San Lorenzo (VIDEO). Gli identificati gravitano nella galassia degli antagonisti e dei collettivi studenteschi.
Sono una trentina anche le persone identificate dalla Digos di Bologna dopo la guerriglia urbana che si è verificata sabato con incendi e atti vandalici in diversi punti del centro. La loro posizione è al vaglio della polizia. Dai primi accertamenti gli identificati sono appartenenti ai collettivi.
Cronaca
Maltempo, isola Ginostra senza luce
La minuscola frazione di Ginostra, alle spalle di Stromboli, a seguito delle piogge della notte scorsa è nuovamente senza energia elettrica. A denunciarlo è il Comitato per Ginostra. "Il guasto sembrerebbe essere sempre nel medesimo punto, quello segnalato dopo l’alluvione dello scorso ottobre e nel quale si è sempre intervenuti tamponando con il risultato che ad ogni pioggia l’intera borgata resta al buio. Inoltre, da qualche giorno, le condizioni del mare proibitive non consentono ai mezzi di linea di accostarsi al molo di Ginostra, isolandola di fatto dal resto del mondo", spiega il Coordinatore, Gianluca Giuffrè. "Gli isolani chiedono alle autorità, Sindaco e Prefetto, di intervenire celermente presso l’Enel per l’invio in loco, tramite elicottero, di tecnici e operai per il ripristino dell’energia elettrica e al contempo chiedono che si proceda a riparare in maniera definitiva il guasto", dice. Intanto anche la guardia medica della frazione è al buio "con il concreto rischio del deperimento di farmaci importanti che necessitano di refrigerazione e con tutte le difficoltà che ciò crea per il medico di turno nel caso si dovesse intervenire per salvare vite umane". "La cabina Enel danneggiata ad Ottobre con riparazioni tampone e fili lungo i torrenti che sono pericolosi per l'incolumità della gente oltre che provocare continui distacchi di energia elettrica", dice Giuffrè.
A causa del maltempi si sono registrati danni anche sulle isole di Lipari, dove c'è stata una mareggiata, e a Filicudi.
Cronaca
Lega: ”Striscione e murales al liceo Manara di Roma,...
“Rispettiamo il diritto a manifestare ma non i saccheggi, le distruzioni, il sopruso condito da insulti allo Stato e dalla ripetuta compromissione del diritto allo studio che certa sinistra estrema impone nelle scuole romane, come accaduto al liceo Manara di Monteverde. Chiediamo vengano individuati e perseguiti non soltanto tutti i responsabili dei danni che la scuola ha già subito, non bastano le sospensioni, ma anche coloro che hanno affisso presso la palestra uno striscione con una scritta oltraggiosa contro lo Stato prendendo a pretesto la tragica vicenda del giovane Ramy, e dipinto un murale inneggiante alla violenza. La palestra, tra l’altro, era stata appena ristrutturata con fondi europei, ma è stata vandalizzata dall’occupazione e ora tutto l’istituto porta il segno di ulteriori danni, di un clima inquietante e di un tentativo di sopraffazione dello stesso ordine pubblico”. Lo dichiarano in una nota congiunta Fabrizio Santori e Giovanni Picone, capigruppo della Lega rispettivamente in Campidoglio e in Municipio XII, che annunciano a breve un sopralluogo al liceo Manara.
“L’ubriacatura di conformismo e la nostalgia della violenza e dell’ottusità dei loro nonni che ha colpito una parte degli alunni non è giustificabile, ma anzi è aggravata da sconclusionati e ritorti volantini in cui si chiede un dialogo poi negato dai fatti”, concludono i leghisti.