Incendi California, Trump all’attacco: lotta contro natura si trasforma in battaglia politica
Il presidente eletto accusa la leadership dem dello stato, ma dopo insediamento possibile una sua visita
Mentre continua la battaglia contro i catastrofici incendi di Los Angeles, che hanno fatto almeno 24 vittime, decine di dispersi, oltre 10mila strutture rase al suolo dalle fiamme, la leadership democratica della città e della California devono fronteggiare la battaglia politica scatenata contro di loro da Donald Trump ed i suoi alleati. Invece di fornire parole di solidarietà e sostegno, il tycoon, che il prossimo lunedì tornerà alla Casa Bianca, da giorni continua a lanciare attacchi contro il governatore Gavin Newsom, addossandogli la responsabilità del moltiplicarsi degli incendi e dell'incapacità di domarli.
"Gli incendi ancora divampano a Los Angeles, i politici incompetenti non sanno come spegnerli, che hanno di sbagliato?", ha tuonato su Truth Social nelle scorse ore Trump. Attacchi amplificati dal suo alleato di ferro, il miliardario Elon Musk che ha rilanciato sul suo social le accuse di incompetenza al dipartimento dei vigili del fuoco perché guidato - in ottemperanza al Dei, il piano per l'equità razziale e di genere demonizzato dalla destra Usa - per la prima volta, ad una donna gay.
"Per rispondere agli insulti di Trump sarebbe necessario un mese, li conosco bene, tutti i politici che non sono d'accordo con lui li conoscono bene", ha detto Newsom in un'intervista a Nbcnews in cui definisce "inaccurate" le affermazioni con cui ha accusa da giorni il democratico di aver lasciato Los Angeles senza acqua per politiche ambientaliste e per proteggere specie a rischio di estensione, tra cui "un pesce sostanzialmente inutile".
Trump accusa un pesciolino per i roghi
Si tratta di un tipo di sperlano, chiamato latterino in Italia, che si trova solo nel delta del fiume Sacramento-San Joaquin, un'ampia zona umida nella California settentrionale. "Connettere il pesce chiamato 'delta smelt' con gli incendi è ingiustificabile perché non è accurato, e questo è incomprensibile per chiunque capisca le politiche idriche dello stato", ha aggiunto il governatore che nella stessa intervista afferma che gli incendi saranno uno dei peggiori disastri naturali della storia americana e che il numero delle vittime sarà molto più alto.
Pur replicando con toni duri l'aggressività di Trump - "fa questo da anni, a prescindere dallo stato, ricordiamo che ha minacciato così anche uno stato come la Georgia, è il suo stile, noi lo prendiamo sul serio nella misura in cui in passato abbiamo dovuto aspettare di più per gli aiuti federali" - il governatore democratico non può non mostrarsi aperto al dialogo con chi dalla prossima settimana gestirà la risposta federale al disastro, esortando ad un 'piano Marshall per la ricostruzione di Los Angeles, in vista anche dei Giochi Olimpici del 2028.
Newsom che nei giorni ha invitato il tycoon ad andare a Los Angeles
"Bisogna dare credito al presidente Trump di aver aiutato ad avere le Olimpiadi a Los Angeles, lo ringrazio per questo, e questa è per un'opportunità per lui, per il Paese e per la California", ha detto Newsom che nei giorni ha invitato il tycoon ad andare a Los Angeles "per incontrare gli americani colpiti da questo disastro e gli eroici vigili del fuoco e squadre di soccorso".
Il presidente eletto non ha ancora risposto all'invito di Newsom, come non ha risposto a quello della sindaca di Los Angeles, Karen Bass, anche lei oggetto di un'ondata di critiche e polemiche, anche da parte di molti losangelini per il fatto di essere rimasta in Ghana, dove era andata a rappresentare l'amministrazione Biden all'insediamento del nuovo presidente, per un giorno intero anche dopo lo scoppio dei devastanti incendio, quando già oltre mille case erano distrutte e 100mila persone evacuate.
Bass ha spiegato a Politico di aver avuto nel corso del weekend una "buona conversazione" con il team della prossima amministrazione, esprimendo di "credere" che Trump farà una visita in California, e si è discussa anche una possibile data.
Ultima ora
M5S riparte, inizia l’era post-Grillo: su due mandati...
Non tutto è stato deciso nella riunione in streaming presieduta da Conte
Il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte riparte con l'impazienza e la voglia di tenere fede alle promesse fatte ai suoi a fine anno. Il primo Consiglio nazionale post Assemblea costituente, in un clima di grande condivisione, si è riunito oggi per mettere nero su bianco le modifiche volute dalla base per il nuovo corso dei pentastellati. Non tutto, però, è stato deciso nella riunione in streaming presieduta dall'ex premier: uno degli argomenti più delicati, come il superamento del vincolo del doppio mandato, tornerà a essere dibattuto la prossima settimana, in una nuova riunione del Consiglio nazionale.
Di fatto molte delle decisioni prese dalla comunità tra novembre e dicembre erano già state assorbite nello Statuto, per esempio quella che riguarda l'incandidabilità del presidente se iscritto da meno di dieci anni a un altro partito o il numero stesso dei componenti del Consiglio nazionale, per altre questioni, però, serve un supplemento di ragionamento. Anche quella che riguarda l'organo che dovrà sostituire Beppe Grillo, in qualità di garante ovviamente. L'eliminazione della figura che incarnava l'Elevato è effettiva da quando, il giorno dell'Immacolata, più dell'80% della comunità dei Cinque stelle ha votato per la sua defenestrazione. Ma le sue funzioni, fanno sapere da Campo Marzio, dovranno essere assorbite da un nuovo organo collegiale che ancora non è stato definito e per cui servirà ancora confrontarsi.
E confrontarsi serve e servirà anche e soprattutto per uno dei totem del pensiero pentastellato, dicevamo. Ciò che filtra è che sì, gli iscritti hanno sicuramente dato il via libera ad andare oltre i due mandati, ma questo non significa che c'è stata una liberalizzazione delle candidature, e quindi il là al carrierismo in politica. Insomma: ci sarà da riflettere su come andare avanti, continuando però a mettere un freno alle candidature.
Tra le altre novità venute fuori dal Consiglio nazionale, c'è l'apertura del riconoscimento formale del network dei giovani all'interno dello Statuto e il controllo del finanziamento ai gruppi territoriali. Conte ha sollecitato, poi, una ricognizione tra le proposte di legge presentate dai pentastellati tra Camera e Senato e quelle che sono state davvero le indicazioni della base. Di temi all'ordine del giorno dell'Assemblea costituente ce ne erano ben 12, e anche su quelli il volere degli iscritti del Movimento 5 stelle sarà accontentato.
Sport
Giro d’Italia 2025, tappe e percorso. Partenza in...
La Corsa Rosa, giunta all'edizione 108, inizierà a Durazzo. Il 1° giugno gran finale nella Capitale
Tutto pronto per il Giro d'Italia 2025, in programma dal 9 maggio al 1° giugno. Con due crono, sei tappe per velocisti, otto di media montagna e cinque di alta montagna, si prevede spettacolo. Senza dimenticare i 38 chilometri di sterrato, 30 di strade bianche nel finale della tappa di Siena e 8 sul Colle delle Finestre (che sarà anche Cima Coppi con 2.178 metri), che potranno far svoltare la competizione. Il leggendario Passo del Mortirolo sarà la Montagna Pantani, mentre la Tappa Bartali sarà la Gubbio-Siena (che arriverà nella scenografica Piazza del Campo). Con queste coordinate, la Corsa Rosa è stata presentata oggi a Roma insieme al Giro d'Italia Women.
Giro d'Italia 2025, tappe e percorso
Ecco le tappe del Giro, che partirà in Albania (a Durazzo) per concludersi a Roma.
Tappa 1 9 maggio: Durres - Tirana (164km)
Tappa 2 10 maggio Tirana - Tirana (13,7km ITT)
Tappa 3 11 maggio Valona-Valona (160km)
Tappa 4 13 maggio Alberobello - Lecce (180km)
Tappa 5 14 maggio Ceglie Messapica - Matera (145 km)
Tappa 6 15 maggio Potenza - Napoli (226 km)
Tappa 7 16 maggio Castel di Sangro - Tagliacozzo (168 km)
Tappa 8 17 maggio Giulianova - Castelraimondo (197 km)
Tappa 9 18 maggio Gubbio - Siena (181 km)
Tappa 10 20 maggio Lucca - Pisa (28,6 km crono)
Tappa 11 21 maggio Viareggio - Castelnove Ne' Monti (185 km) Tappa 12 22 maggio Modena - Viadana (172 km)
Tappa 13 23 maggio Rovigo - Vicenza (180 km)
Tappa 14 24 maggio Treviso - Nova Gorica/Gorizia (186 km)
Tappa 15 25 maggio Fiume Veneto - Asiago (214 km)
Tappa 16 27 maggio Piazzola sul Brenta - San Valentino (199 km)
Tappa 17 28 maggio San Michelle all'Adige - Bormio (154 km)
Tappa 18 29 maggio Morbegno - Cesano Maderno (144 km)
Tappa 19 30 maggio Biella - Champoluc (166 km)
Tappa 20 31 maggio Verres - Sestrieres (203 km)
Tappa 21 1 giugno Roma-Roma (141 km)
Il Giro d'Italia donne
Oggi è stato presentato anche il Giro d'Italia Women. Il percorso prevede 939.6 km e 14mila metri di dislivello (oltre 1000 in più rispetto all'edizione passata) nel menù che prevede una cronometro individuale, due tappe pianeggianti, tre di media montagna e due di alta montagna. Come nel 2024, anche nel 2025 sarà una sfida contro il tempo a dare il via alla competizione. I 13.6 km sulle strade di Bergamo daranno una prima conformazione alla classifica generale. Le atlete che punteranno alla Maglia Rosa finale dovranno fare attenzione anche alla seconda frazione, la Clusone-Aprica, mentre la Vezza d'Oglio-Trento potrebbe rappresentare la prima chance per le ruote veloci, nonostante il passaggio sul Passo del Tonale, Cima Alfonsina Strada di questa edizione con i suoi 1883 metri.
La prima metà del Giro d'Italia Women si concluderà con la Castello Tesino-Pianezze (Valdobbiadene), primo arrivo in salita di questa edizione. L'ascesa finale vide nel 1995 il primo successo nella Corsa Rosa di Fabiana Luperini. Si ripartirà sempre in Veneto per la quinta tappa, totalmente pianeggiante, da Mirano a Monselice, ultima tregua prima di un trittico finale decisamente duro. La Bellaria-Igea Marina-Terre Roveresche (Orciano di Pesaro) sarà una frazione decisamente ondulata con un finale da classiche e precede il secondo arrivo in salita, quello di Monte Nerone. L'ascesa finale, con pendenze medie superiori all'8%, è un inedito per la Corsa Rosa. Gran finale domenica 13 luglio nella Forlì-Imola, tappa da 2200 metri di dislivello nella quale verrà riproposto il circuito dei Mondiali del 2020 con le ascese di Mazzolano e Cima Gallisterna.
Spettacolo
Il Conte di Montecristo, Sam Claflin: “Ora guardo la...
La serie tratta dal classico di Alexandre Dumas debutta stasera, 13 gennaio su Rai 1
(Adnkronos/Cinematografo.it) Due anni e mezzo di lavoro, un cast internazionale, vendite previste nei maggiori Paesi: dopo il passaggio alla Festa del Cinema di Roma, 'Il Conte di Montecristo' arriva da stasera, lunedì 13 gennaio in prima serata su Rai 1. Dal classico di Alexandre Dumas, un’imponente produzione Rai Fiction e Palomar - presentata a Roma, all’Ambasciata di Francia a Palazzo Farnese, una delle tante location della serie - che racconta la vendetta di Edmond Dantes, giovane marinaio ingiustamente recluso che riesce a scappare assumendo l’identità, appunto, del conte di Montecristo.
Alla regia, il danese Bille August , premio Oscar per 'Pelle alla conquista del mondo': "Nessun dubbio quando me l’hanno proposta: ho accettato perché otto episodi permettono di preservare la complessità dell’intreccio. Siamo stati fedeli al romanzo, ma prendersi delle libertà è la regola migliore quando si fa una trasposizione. Il tema centrale è la vendetta, certo, tuttavia mi interessava soprattutto approfondire le relazioni tra i personaggi, sempre molto attuali".
Nei panni - e nelle mentite spoglie - del protagonista, il britannico Sam Claflin, già star di 'Hunger Games', 'Scrivimi ancora' ed 'Enola Holmes': "Un ruolo fantastico, un’opportunità del genere capita raramente. Conoscevo il romanzo ma non avevo mai visto gli altri adattamenti. E ho resistito alla tentazione per non essere fuorviato". Un’interpretazione molto immersiva: "Mi ha richiesto una grande preparazione fisica, un coinvolgimento intellettuale, molte ore di trucco, ma è stata un’esperienza incredibile che mi ha indotto a guardare la vita in modo diverso". Sul personaggio ha le idee chiare: "Di Edmond ammiro la dedizione e la capacità di lottare, ma sicuramente non sono vendicativo come lui. La vera sfida è stata trovare la calma per non andare mai sopra le righe, soprattutto in una scena come quella della tempesta (girata a Malta in pieno inverno, ndr). È stata una benedizione lavorare con Bille e con il cast".
Un cast che è di caratura europea (in primis Jeremy Irons nel ruolo dell’abate Faria, ma anche Harry Taurasi, Ana Girardot, Mikkel Boe Følsgaard, Blake Ritson) con una notevole presenza italiana. A partire da Michele Riondino, che nella serie è Jacopo, fedele servitore del Conte: "Lavorare con i costumi d’epoca ti permette di creare una distanza con il personaggio: Billie ha creato un clima magico, lasciato intatto l'ambiente. Un set mai noioso, ci siamo molto osservati imparando l’uno dall’altro: per noi italiani è stata un’esperienza nuova e istruttiva".
Lino Guanciale è il brigante Luigi Vampa: "In un mondo in cui tutto va nel verso opposto (l’attore ci tiene a specificare che usa una perifrasi per evitare di citare il titolo di un noto libro, ndr), è un criminale ad avere un codice morale. Per me è stata l’occasione per toccare corde brillanti e satiriche. Il vero tema non è la vendetta ma il potere della vendetta: le cause, le conseguenze, i rapporti disfunzionali con chi detiene il potere". Nel cast anche Nicolas Maupas nel ruolo di Albert de Morcerf ("Un ponte tra il Conte e i suoi nemici, una vittima che non si accorge del marcio che lo circonda") e Gabriella Pession che dà vita a Hermine Danglars ("Una donna moderna ma soffocata dalla società perché costretta a negarsi la maternità"). Dopo il passaggio in Rai, Il Conte di Montecristo andrà in tutto il mondo, come annunciato da Nicola Serra di Palomar. E che, spera Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, possa diventare "l’adattamento definitivo del romanzo".