“Sporco italiano”, 18enne di Bressanone pestato da coetanei di lingua tedesca
Di solito associamo il razzismo alle persone di colore, ma cosa succede quando la vittima è uno “sporco italiano”? Queste sono le parole rivolte da un branco di studenti altoatesini a un 18enne italiano, pestato nell’indifferenza generale durante quella che doveva essere una festa. Le macchie di sangue sono ancora evidenti fuori dal Forum di Bressanone, che sabato scorso ha ospitato un “Maturaball”, evento organizzato da studenti altoatesini per autofinanziarsi le gite scolastiche. Nella notte dell’11 gennaio, però, qualcosa è andato storto.
Bressanone, cosa è successo
A rovinare la festa è stato un gruppo di circa dieci giovanissimi di lingua tedesca, che, secondo le testimonianze, sarebbero arrivati dal vicino comune di Laion. Il branco stava aggredendo un ragazzo presente alla festa, quando Alex D’Alberto, uno studente-lavoratore brissinese di 18 anni, è intervenuto per difendere il minorenne diventando lui stesso la vittima: “Dreckwalscher!” (sporco italiano) gli urlano mentre lo picchiano. Il ragazzo ha riportato un trauma cranico, la frattura del pavimento orbitario e quella del setto nasale, per cui dovrà essere operato. La prognosi è di almeno 30 giorni. Poi lo attenderanno visite specialistiche per valutare la gravità delle conseguenze sulla vista.
Il padre della vittima, Renato D’Alberto, ha denunciato tutto e ora chiede giustizia: “Mentre lo tenevano fermo e gli sferravano calci alla testa lo chiamavano “sporco italiano”. Un’assurdità: lui è un ragazzo mistilingue che non ha mai fatto differenze di natura etnica o linguistica nelle sue amicizie”.
Otto ragazzi e una ragazza sono stati già individuati dai carabinieri di Bressanone, alcuni di loro hanno provato a contattare il padre della vittima per chiedere scusa. Per D’Alberto, però, non è il momento di fare passi indietro, sia nei confronti del branco, sia nei confronti degli altri presenti che “invece di intervenire si facevano i selfie”.
La separazione linguistica in Alto Adige
In Alto Adige/Südtirol, e in particolare nella provincia di Bolzano, la convivenza tra i gruppi linguistici italiano e tedesco è da sempre molto difficile.
Il sistema scolastico altoatesino è strutturato in tre reti separate per i gruppi linguistici italiano, tedesco e ladino. Questa separazione mira a preservare le identità linguistiche e culturali, ma ha sollevato critiche per la creazione di “gabbie etniche” che limitano l’interazione tra i gruppi e ostacolano il bilinguismo precoce. Inoltre, l’obbligo del bilinguismo per l’accesso a molti impieghi pubblici ha portato a discussioni sull’efficacia dell’insegnamento delle lingue nelle scuole e sulle opportunità offerte ai diversi gruppi linguistici. Un caso emblematico è quello della scuola primaria Goethe di Bolzano, dove nel 2024 è stata proposta la creazione di “classi speciali” per bambini di madrelingua non tedesca.
La commemorazione di Sepp Kerschbaumer
Il pestaggio di Alex D’Alberto è avvenuto a circa un mese di distanza dalla commemorazione del terrorista Sepp Kerschbaumer, fondatore del Bas, movimento separatista che negli anni ‘60 provocò decine di attentati dinamitardi in provincia di Bolzano.
A inizio dicembre scorso, in tutto l’Alto Adige sono apparsi manifesti che lo celebravano, con tanto di traliccio elettrico che esplode, uno dei “simboli” del terrorismo altoatesino: nella “notte dei fuochi” del 12 giugno 1961, in provincia di Bolzano, il Bas fece saltare a colpi di tritolo trentaquattro tralicci dell’elettricità.
L’acronimo Bas sta per Bedfreiungsausschuss Sudtirol, ovvero comitato per la liberazione del Sud Tirolo. A partire dagli anni ‘50 il movimento distribuì volantini per chiedere la separazione dall’Italia, ma nel decennio successivo passò alle azioni terroristiche.
Molti dei principali esponenti del Bas furono arrestati, mentre i militanti in libertà assunsero posizioni sempre più estreme fino ad uccidere carabinieri e militari della Guardia di Finanza.
Il movimento è convinto di portare avanti una battaglia giusta così come Sepp Kerschbaumer che in tribunale ha rivendicato tutte le accuse mosse a suo carico prima di essere condannato a 15 anni e 11 mesi. Il terrorista morì nel 1964 per un attacco cardiaco mentre stava scontando la pena nel carcere di Verona.
Nei decenni successivi, nelle valli del Sud Tirolo Kerschbaumer viene elevato a patriota altoatesino: “Grazie per la tua missione”, si legge sui manifesti. I volantini dello scorso dicembre e il pestaggio del giovane Alex dimostrano che la voglia di secessione e le discriminazioni sono ancora molto forti nel territorio altoatesino.
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Infertilità in aumento, si vince con “scienza e...
I casi di infertilità sono sempre di più, ma in Italia l’argomento è ancora oggetto di tabù.
Parlarne, invece, è il primo passo per sperare di diventare genitori nonostante l’infertilità: “Coloro che cercano una cura e ricorrono alla medicina della riproduzione non devono sentirsi giudicati o colpevolizzati”, ricorda il dottor Francesco Gebbia, ginecologo specialista in medicina della riproduzione Ivi Roma, gruppo internazionale specializzato in riproduzione assistita.
Per il ginecologo, bisogna aiutare le persone infertili “a comprendere che l’infertilità è una patologia e come tale va affrontata, alla pari di altre malattie che non subiscono lo stesso stigma”. I numeri certificano che oggi, grazie alla medicina, anche queste coppie possono realizzare il sogno di avere dei figli.
Come cambia la fertilità
Alla base dell’aumento dei casi di infertilità c’è il fatto che si diventa genitori sempre più tardi: “In media – spiega Gebbia – una donna di 30 anni ha il 69% di probabilità di restare incinta. Per ogni anno di posticipazione della maternità, le possibilità di restare incinta si riducono del 5%”.
Numeri preziosi, ma poco conosciuti a causa di una scarsa educazione sulla salute riproduttiva. Nel frattempo, in Italia l’età media al parto è arrivata a 32,4 anni, oltre due anni in più rispetto al 1995, e questo trend moltiplica il rischio di infertilità. Come sostenuto da Nicola Colacurci, già professore di Ginecologia ed Ostetricia presso l’Università “Luigi Vanvitelli” di Napoli, durante l’evento Adnkronos “Essere genitori oggi, tra scienza e welfare” del 12 dicembre scorso, la scarsa attenzione alla fertilità da giovani diventa un problema più avanti: “è importante che la scelta di essere o meno genitori arrivi nel massimo della capacità riproduttiva e non quando questa è fortemente ridotta”.
Il ruolo della Pma
In questo contesto, il dottor Gebbia ricorda quanto sia importante l’apporto della Pma: “Come è emerso durante il convegno ‘Un Istituto per il futuro della popolazione’, che ha esplorato i risultati del programma Age-It guidato dall’Università di Firenze e finanziato dal Pnrr, la procreazione medicalmente assistita ha contribuito all’aumento del 76% della fecondità totale in Italia nell’arco di dieci anni”.
Numeri importanti per cui “Si deve riconoscere l’importante ruolo che ha la Pma in questo nuovo contesto di forte denatalità del Paese e mettere l’infertilità al centro dell’agenda politica, non con bonus una tantum ma con servizi e sgravi fiscali, puntando sulla prevenzione e su una massiccia campagna di sensibilizzazione, che parli soprattutto ai giovani. Visto il ritmo di vita attuale, sono sempre di più le donne che si ritrovano con un livello di fertilità molto basso nel momento in cui decidono di avere figli”, aggiunge lo specialista di IVI Roma.
L’egg freezing e altri metodi
La scienza ha fatto passi da gigante sul tema, e oggi è possibile ricorrere a tecniche di Pma e preservare la propria fertilità “puntando, oltre che sulla prevenzione, sul concetto di preservazione. Le nuove tecniche, che permettono alla donna di preservare la propria fertilità e “congelare” il tempo, conferiscono un’autonomia riproduttiva senza precedenti, perché consentono di avere una possibilità in più di diventare madre con i propri gameti, anche in un’età in cui sarebbe difficile farlo. Tra queste, la più comune è la vitrificazione degli ovociti o egg freezing, che permette di conservare i propri ovociti congelandoli in pochi secondi a una temperatura di -196 °C, con la possibilità di mantenere inalterata la loro qualità con lo scorrere del tempo”.
Per preservare la fertilità e avere maggiori probabilità di gravidanza, spiega il ginecologo, è importante “vitrificare i propri ovociti prima dei 35 anni di età”. Lo sa bene la top model Bianca Balti, che l’anno scorso ha promesso di regalare l’egg freezing a sua figlia Matilde, quando compirà 21 anni. Nel 2022, la modella, che oggi combatte contro un cancro alle ovaie, aveva fatto sapere di aver fatto ricorso al social freezing per una delle sue due gravidanze, sottolineando che ogni donna deve essere del tutto libera di scegliere quando diventare madre. “Questo percorso ha rappresentato, per me, svincolare il mio sogno di maternità da un uomo e da una relazione. È stata la cosa più coraggiosa che abbia mai avuto il coraggio di fare per me stessa. Se non troverò il partner giusto lo farò da sola”, aveva detto allora.
In media, che sia per motivi medici o per una scelta personale, le procedure sono aumentate del 25-30% dal 2016: “Il social freezing si sta diffondendo tanto e velocemente nel mondo, ma anche in Italia, per fortuna”. Nel nostro Paese la Pma è diventata (quasi) gratuita dal 2025, ora occorre “maggiore informazione e più comunicazione: una scelta informata e cosciente, nei tempi giusti, – conclude il dottor Gebbia – può essere l’unica strada per raggiungere il proprio sogno di genitorialità e non avere rimorsi in futuro”.
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Dalla Bibbia al latino, ecco la nuova scuola di Valditara
Le scuole italiane sono pronte a vivere un cambiamento che promette di riscrivere non solo i programmi, ma anche le modalità di apprendimento. Il Consiglio dei Ministri, su proposta della presidente Giorgia Meloni e del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ha approvato ieri (14 gennaio 2025 ndr) il decreto-legge che introduce misure urgenti per la riforma scolastica, delineando il cammino per il periodo 2025-2026. Un piano ambizioso che guarda al futuro, ma che affonda le sue radici nella grande tradizione culturale italiana.
La riforma, che trova la sua collocazione all’interno della Missione 4 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si propone di riorganizzare il sistema scolastico italiano, con l’obiettivo di garantire un’istruzione sempre più adeguata alle necessità della società contemporanea. Le nuove disposizioni non si limitano a rispondere a requisiti strutturali, ma intendono ridefinire profondamente il modello educativo, proponendo una sintesi tra tradizione e innovazione. La chiave di volta di questa riforma risiede nella valorizzazione delle discipline umanistiche e nell’introduzione di nuove competenze già a partire dalla scuola primaria.
Con l’introduzione dei nuovi programmi, il Ministero dell’Istruzione ha dichiarato guerra all’obsolescenza educativa. Tra le principali innovazioni, spiccano l’integrazione delle competenze digitali e l’accento posto sullo sviluppo del pensiero critico. Le materie tradizionali non sono state eliminate, ma ripensate per favorire un approccio più interdisciplinare e pratico. Ad esempio, la matematica ora include applicazioni concrete in settori come l’intelligenza artificiale e la statistica. L’educazione civica, invece, ha assunto un ruolo centrale, andando ben oltre le nozioni di diritto e costituzione. Un’altra innovazione riguarda l’apprendimento delle lingue straniere, che privilegia la comunicazione orale e l’interazione interculturale. Gli studenti non saranno più solo lettori passivi, ma protagonisti di dialoghi autentici, capaci di affrontare con sicurezza un mercato del lavoro sempre più globalizzato.
La scuola si fa più pratica e inclusiva
La riforma scolastica pone grande enfasi sulla didattica esperienziale. Questo approccio si concretizza nell’introduzione di laboratori pratici in tutti i cicli di istruzione, dall’infanzia alle superiori. Progetti di coding, orti scolastici e simulazioni economiche sono solo alcuni esempi delle attività proposte, progettate per avvicinare gli studenti al mondo reale. Grazie a ingenti investimenti, molte scuole stanno attrezzando aule multimediali e spazi polifunzionali, trasformandosi in veri e propri centri di innovazione.
Inoltre, le scuole professionali beneficeranno di una maggiore integrazione con il mondo del lavoro, grazie a stage e tirocini obbligatori, per garantire agli studenti competenze immediatamente spendibili.
La riforma si distingue anche per l’attenzione all’inclusività, un aspetto centrale del nuovo sistema educativo. Programmi personalizzati per studenti con difficoltà di apprendimento e bisogni educativi speciali sono al centro di questa trasformazione. A questi si aggiunge l’introduzione di tutor individuali, figure che lavoreranno con insegnanti e famiglie per creare piani di studio su misura. Il fondo nazionale per l’inclusione, recentemente istituito, finanzierà interventi mirati per supportare le scuole nelle aree più svantaggiate, rafforzando le infrastrutture e migliorando la formazione del personale docente. Questo fondo non si limiterà a interventi materiali, ma finanzierà anche corsi di aggiornamento per insegnanti, affinché possano affrontare con competenza le sfide legate alla diversità in classe.
Inoltre, sono previste iniziative per promuovere la diversità culturale, con moduli dedicati al dialogo interculturale e alla valorizzazione delle lingue minoritarie. Un’attenzione particolare è riservata alla salute mentale degli studenti, con l’inserimento di sportelli psicologici e attività dedicate al benessere emotivo. Infine, la riforma introduce nuovi strumenti digitali per monitorare i progressi degli studenti, offrendo agli insegnanti una panoramica chiara e dettagliata delle loro necessità. Questo sistema di tracciamento consentirà di intervenire tempestivamente in caso di difficoltà, prevenendo il rischio di dispersione scolastica.
Le novità a partire dalla scuola primaria: letteratura, musica e memoria
Una delle principali novità riguardanti le scuole primarie riguarda l’introduzione di un percorso che mira a rafforzare le competenze linguistiche degli alunni, con particolare attenzione alla scrittura e alla lettura. Il Ministro Valditara ha sottolineato che la scuola deve combattere quello che ha definito “analfabetismo di ritorno”. Questo fenomeno, che riguarda il 35% degli adulti italiani, è una delle principali sfide da affrontare per migliorare la partecipazione dei cittadini al mondo produttivo e alla vita democratica.
Già dalle elementari, gli studenti saranno chiamati a memorizzare poesie, filastrocche e haiku (semplici componimenti poetici giapponesi), con l’obiettivo di affinare la loro capacità di comprensione del testo. Verrà incoraggiata anche la lettura della Bibbia, per rafforzare le conoscenze delle radici della cultura italiana. Non si tratterà solo di una questione di apprendimento, ma di un vero e proprio strumento per far crescere nei bambini la passione per la lettura. “Vogliamo che i ragazzi imparino a scrivere bene e ad apprezzare la bellezza dei testi letterari”, ha dichiarato Valditara, aggiungendo che lo studio della letteratura, anche per l’infanzia, è il punto di partenza per costruire una generazione di cittadini competenti e consapevoli.
Inoltre, il nuovo programma prevede che i bambini imparino a conoscere e ad apprezzare la musica fin dalla prima elementare. Si tratta di un’iniziativa volta a stimolare nei più giovani una comprensione più profonda della civiltà musicale, aprendo loro nuove prospettive culturali e artistiche. Con l’introduzione della musica nelle scuole, si vuole educare i bambini a una cultura dell’ascolto e della creatività, elementi che contribuiranno alla loro crescita personale e formativa.
Nuove modifiche che seguono le novità in pagella, a decorrere dall’anno in corso: nella scuola primaria la valutazione sarà espressa attraverso giudizi sintetici, da ‘Ottimo’ a ‘Non sufficiente’, correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti per ciascuna disciplina, compreso l’insegnamento dell’educazione civica.
Alle medie si ritorna al latino e si apprendono le radici della lingua italiana
Il rinnovamento prosegue con la scuola secondaria di primo grado, dove l’introduzione del latino come materia opzionale a partire dalla seconda media rappresenta uno degli aspetti più distintivi della riforma.
L’insegnamento del latino, come ha spiegato il ministro Valditara, è visto come una chiave per comprendere le radici della lingua italiana e le fondamenta del pensiero occidentale. Questo ritorno al latino non è solo un atto di recupero della tradizione, ma anche un modo per fornire agli studenti strumenti intellettuali per decifrare la lingua e la cultura in modo più consapevole e critico.
Accanto al latino, le scuole medie vedranno l’introduzione di nuovi testi che stimoleranno la fantasia e la capacità critica degli studenti. Oltre alla lettura dei grandi classici epici come Virgilio e Omero, i ragazzi si avvicineranno anche a opere moderne, come la saga di Percy Jackson, con l’intento di coniugare la tradizione con la modernità. L’obiettivo è quello di stimolare l’immaginazione dei ragazzi, coinvolgendoli in un’esperienza didattica che mescola tradizione e innovazione. Non mancheranno incursioni nel mondo della letteratura moderna, con autori come Stephen King, e l’uso di nuovi mezzi didattici, come la visione di film e la lettura di romanzi a fumetti.
Per la scuola secondaria di primo grado, la valutazione della condotta degli studenti sarà espressa in decimi già da quest’anno scolastico, e il voto in condotta avrà un peso maggiore sulla valutazione finale degli studenti: un punteggio finale inferiore a 6/10 equivale all’inammissibilità alla classe superiore o agli esami finali del primo ciclo.
Alle superiori un nuovo approccio alla storia e l’abolizione della geostoria
Le novità non si fermano qui. Un altro cambiamento importante riguarda la scuola secondaria superiore, dove verrà abolita la “geo-storia” in favore di una disciplina che darà maggiore centralità alla storia d’Italia, dell’Europa e dell’Occidente. La geostoria, che aveva cercato di coniugare geografia e storia in un unico insegnamento, verrà quindi superata, per lasciare spazio a un racconto più completo e narrativo dei fatti storici. La storia sarà trattata come la “scienza degli uomini nel tempo”, senza sovrastrutture ideologiche, ma privilegiando una narrazione che possa avvicinare i ragazzi ai fatti storici in modo chiaro e coinvolgente. In questo contesto, sarà valorizzata la storia antica e medievale, con particolare attenzione alla civiltà greca e romana e alle origini del Cristianesimo.
Per le scuole superiori, inoltre, è previsto un maggiore spazio per le materie umanistiche. Un ritorno a un insegnamento più tradizionale, che valorizzi le radici storiche e culturali del nostro Paese, ma che sappia anche guardare con attenzione al presente e al futuro.
Il dimensionamento scolastico e le agevolazioni per le regioni
Oltre ai cambiamenti sui programmi scolastici, il decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri introduce anche misure per la riorganizzazione del sistema scolastico, in linea con gli obiettivi del Pnrr. Una delle novità più rilevanti riguarda il dimensionamento scolastico, con l’introduzione di agevolazioni per le Regioni che rispetteranno i nuovi piani di dimensionamento. Tra le misure previste ci sono la possibilità di istituire classi anche senza il requisito del numero minimo di studenti e la salvaguardia del personale Ata per l’anno scolastico 2025-2026. Un’ulteriore misura prevede la nomina di un docente con funzioni vicarie del dirigente scolastico nelle scuole oggetto di dimensionamento, con l’obiettivo di migliorare la gestione e l’efficienza del sistema scolastico. Inoltre, il Ministero dell’Istruzione ha promesso che nessuna scuola sarà chiusa, ma che verranno adottate misure per migliorare l’organizzazione delle scuole e renderle più vicine agli studenti.
Le iscrizioni per l’anno scolastico 2025/26
Infine, si ricorda la rideterminazione delle date per le iscrizioni scolastiche per l’anno 2025/26. Le domande potranno essere presentate dalle 8:00 del 21 gennaio 2025 fino alle 20:00 del 10 febbraio 2025 (invece che dall’8 al 31 gennaio 2025). Questo slittamento servirà a garantire una maggiore attività di orientamento da parte delle scuole e consentire alle famiglie di fare una scelta più ponderata.
Tra le opportunità, spicca la possibilità di creare un sistema educativo più equo e all’avanguardia, capace di competere con i migliori modelli europei. Con un focus su competenze trasversali, inclusività e innovazione, la scuola italiana potrebbe finalmente riscattarsi da anni di immobilismo.
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Tutti i vantaggi dell’allattamento al seno per il bambino e...
L’allattamento al seno è uno dei gesti più naturali e vitali che una madre possa fare per il suo bambino. Non solo fornisce i nutrienti essenziali per una crescita sana, ma diventa anche un momento di connessione profonda tra madre e figlio. Il latte materno è un vero e proprio elisir di vita, ricco di sostanze bioattive che proteggono il neonato dalle malattie e ne stimolano lo sviluppo fisico e psicologico.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il latte materno è la scelta migliore per il benessere del neonato. Raccomanda che il bambino venga alimentato esclusivamente con latte materno per i primi sei mesi di vita, per poi continuare anche dopo l’introduzione di alimenti complementari, fino ai due anni di età o oltre, secondo il desiderio della madre e del bambino. Ma perché è così fondamentale?
I benefici per il bambino
Il latte materno è un alimento completo che contiene tutti i nutrienti essenziali per la crescita sana del neonato. “Acidi grassi polinsaturi, proteine, ferro e sostanze bioattive: il latte materno è una vera e propria medicina naturale”, spiega il dottor Marco Grassi, ginecologo presso l’ospedale ‘C. e G. Mazzoni’ di Ascoli Piceno. Ma non è solo una questione di nutrizione. “L’allattamento stimola anche lo sviluppo psicomotorio e intestinale del bambino e protegge dalla comparsa di patologie come obesità, diabete di tipo 2 e disturbi gastrointestinali”, aggiunge Grassi. I bambini allattati al seno, infatti, corrono meno rischi di contrarre infezioni come diarrea, vomito e otiti, oltre a sviluppare una maggiore resistenza ai virus.
La ricerca ha dimostrato che l’allattamento favorisce anche l’acquisizione di nuove abitudini alimentari, poiché i bambini che ricevono il latte materno sono più disposti a esplorare nuovi cibi e sapori. Eppure, gli effetti positivi non si limitano alla salute fisica: il legame emotivo che si crea tra madre e figlio durante l’allattamento è profondo e fondamentale per il benessere psicologico del bambino.
I benefici per la madre
Ma l’allattamento non è solo un beneficio per il bambino. Anche la mamma raccoglie i frutti di questo legame speciale. “Oltre a favorire una ripresa più rapida dopo il parto grazie all’ossitocina, che accelera il recupero fisico, l’allattamento aiuta la mamma a tornare in forma, contribuendo alla perdita del peso accumulato durante la gravidanza”, spiega Grassi. Ma i vantaggi non finiscono qui: l’allattamento riduce anche il rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e osteoporosi.
Inoltre, l’allattamento al seno ha effetti positivi sul piano psicologico della madre. La produzione di ossitocina durante l’allattamento non solo favorisce l’attaccamento al bambino, ma aiuta anche a combattere la depressione post-partum, migliorando l’autostima della madre. Un gesto che, oltre a nutrire, nutre anche il cuore della mamma.
Quando l’allattamento non è possibile
Non sempre l’allattamento al seno è possibile. In alcuni casi, per motivi di salute o altre difficoltà, le madri potrebbero non essere in grado di allattare. In questi casi, è essenziale che la mamma riceva informazioni adeguate e supporto per prendere la decisione migliore per la salute del suo bambino. “La consapevolezza è fondamentale. La scelta di allattare al seno o meno deve essere fatta nel rispetto delle condizioni di salute della madre e del neonato”, sottolinea il dottor Grassi.
Come allattare correttamente: i consigli dell’esperto
Per godere appieno dei benefici dell’allattamento, è importante seguire alcune semplici regole. “Allattare ‘a richiesta’ è fondamentale, poiché il neonato ha bisogno di poppare tra le 8 e le 14 volte al giorno nei primi mesi. È il bambino che stabilisce il ritmo della poppata”, consiglia Grassi.
Anche la posizione e l’attacco sono cruciali per evitare fastidi come dolori ai capezzoli o mastite. “Una corretta postura aiuta a prevenire questi inconvenienti, e non c’è un tempo fisso per ogni poppata, è il bambino che decide quando ha mangiato abbastanza”, spiega il ginecologo. L’allattamento esclusivo al seno è altrettanto importante nei primi sei mesi, anche per l’idratazione: quando ha sete, il bambino si attacca al seno e riceve anche acqua.
Infine, è meglio evitare l’uso di tettarelle e biberon nei primi mesi, poiché potrebbero interferire con l’allattamento naturale e compromettere l’attacco del bambino al seno. E non c’è bisogno di lavare il seno dopo ogni poppata, poiché le ghiandole dell’areola provvedono già a una pulizia naturale.
In definitiva, l’allattamento al seno è una delle esperienze più belle e benefiche per la salute del bambino e della madre. “Nonostante le difficoltà iniziali che alcune donne possono affrontare, con il giusto supporto e le informazioni adeguate, l’allattamento è un’esperienza che, oltre a essere nutriente, è estremamente gratificante”, conclude il dottor Marco Grassi. Un gesto che unisce, nutre e protegge, creando un legame che dura tutta la vita.