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Luca Tommassini, l’operazione al cuore grazie a Fiorello:”Ma ho rifiutato fentanyl”

Il coreografo rivela di aver preso l'antidolorifico in passato per un altro intervento e di esserne diventato dipendente

Luca Tommassini - Agenzia Fotogramma / Ipa

Questo è "l’anno del cuore nuovo". Così definisce il 2025 il coreografo e danzatore Luca Tommassini che ha cominciato il nuovo anno riprendendosi da un intervento con cui gli è stata ricostruita la valvola mitrale. In un'intervista al 'Corriere della Sera' racconta: "Compiuti i 50, invece di rallentare, ho aumentato le sfide. Gli ultimi due anni sono stati incredibili, tra il tour mondiale con Laura Pausini e la trasmissione con Fiorello all’alba. A un certo punto ho iniziato ad avere degli scompensi psico-fisici piuttosto forti. Ma non potevo fermarmi. Finché un giorno Fiorello, che per me è famiglia, mi mette una mano sul braccio, come fa lui, mi guarda e mi dice: 'È il cuore' e 'ti ho già prenotato l’appuntamento con il mio cardiologo'. E ci sono andato, altrimenti si arrabbiava". Dopo la visita, l'operazione a Natale.

Il post intervento

Tommassini rivela poi alcuni dettagli del post intervento: "Quando mi hanno estubato, ho provato un dolore infernale. Ero tutto 'rotto' davanti. Piangevo, urlavo. A un certo punto, sento che stavano per somministrarmi il Fentanyl. Ho urlato ancora più forte: 'Non datemelo, ho sepolto troppi amici per il Fentanyl'. Io stesso ne sono dovuto uscire, dopo un’operazione che mi fecero a Los Angeles. Ne diventi subito dipendente'". Lei ha ballato con i più grandi, tra cui Prince e Michael Jackson che ne abusavano, chiede la giornalista. "Prince aveva l’Aids ma è morto di Fentanyl. È spaventoso. È la droga peggiore perché è legale", commenta Tommassini.

La carriera e la vita privata

Nel suo passato c’è stata molta droga? "Fino ai 21 anni, quando feci il tour mondiale di Whitney Houston, ero stato un atleta sanissimo. Lavorare con lei fu importante ma un inferno. Crack, cocaina, crystal meth: erano tutti sempre strafatti, più della metà sono morti. Compresa lei". Come ne uscì? "Mi chiamò Heather Parisi per propormi uno spettacolo insieme in Italia. Accettai subito, pensavo che tornare da mia madre mi avrebbe fatto chiudere con tutto". È stato così? "Assolutamente sì. Ho smesso in fretta, ero giovane e, soprattutto, non avevo mai fumato la droga. Avevo letto che era la cosa peggiore".

Con Heather Parisi vi siete anche fidanzati. E lei non ha mai dichiarato una sua omosessualità. Perché? - prosegue l'intervista - "Ci siamo amati moltissimo. Io non mi sento obbligato a fare nessun coming out. Ho amato uomini e donne. Mio padre quasi ci ammazzava a me e mia madre perché mi vedeva 'diverso', e io è da quando sono piccolo che lotto per essere libero. E devo dire grazie a mamma, che è finita in coma per difendermi dalle botte di papà". E sulla sua famiglia 'per scelta', Tommassini ricorda che per tanti anni la sua è stata con Madonna: "Ero il suo ballerino, l’unico che portava sempre con sé. Con lei e suo fratello Cristopher passavo insieme il Natale. Nel 1994 parlammo di fare un figlio insieme. Desiderava averne ma non in coppia. Così mi propose di farlo con lei, avrei potuto poi vederlo in qualunque momento". Perché disse di no? "Volevo una famiglia mia. Allora lo propose al suo personal trainer Carlos Leon, che un po’ mi somigliava. Lui accettò. Ed è nata Lola".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Spettacolo

C’è posta per te, stasera 18 gennaio: gli ospiti e le...

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Il secondo appuntamento con il people show condotto da Maria De Filippi

Maria De Filippi - C'è posta per te

C'è posta per te torna questa sera, sabato 18 gennaio, con un nuovo appuntamento. Dopo il successo della prima puntata, il people show condotto da Maria De Filippi torna in prima serata su Canale 5 con due speciali ospiti.

Gli ospiti e le anticipazioni

Saranno due i regali della puntata. Per il primo arriva in studio il conduttore di 'Affari Tuoi', Stefano De Martino. E a seguire, il campione di Tennis, Matteo Berrettini.

Protagoniste assolute della puntata, come sempre, saranno le storie di vita e i sentimenti della gente comune che non riuscendo a risolvere una importante problematica familiare si affida al programma nella speranza di trovare una soluzione. Storie di ricongiungimenti, amori difficili, incomprensioni che causano separazioni, primi amori mai dimenticati, rapporti interrotti e bellissime sorprese da dedicare a chi merita di ricevere un momento davvero speciale.

Appuntamento questa sera, sabato 18 gennaio, alle 21:30 su Canale 5 con Maria De Filippi.

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Attualità

Festival di Sanremo 2025: Tutto ciò che abbiamo scoperto...

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Parlare del Festival di Sanremo non è mai una faccenda semplice. Ogni anno, di solito, ci troviamo sommersi da notizie, indiscrezioni, fotografie e centinaia di opinioni contrastanti. Eppure, puntualmente, quella settimana dedicata alla canzone italiana riesce a catalizzare la nostra attenzione, a tenerci incollati allo schermo come se fosse la prima volta che ne sentiamo parlare. E allora, sì, eccoci di nuovo qui, pronti a raccontarvi tutto quello che occorre sapere, ma in modo un po’ diverso dal solito: con un tono più vicino, più vivo, più pulsante. Perché alla fine, anche se siamo un giornale e c’è un certo distacco formale da mantenere, vogliamo condividere con voi un batticuore autentico. Un batticuore che ogni anno si ripete e che, in qualche strano modo, ci fa sentire parte di una grande famiglia.

SANREMO 2025: PANORAMICA GENERALE E DATE DA SEGNARE

Molti di noi potrebbero star pensando: “Ma siamo già nel 2025, come vola il tempo!” E in effetti sembra ieri che si commentava il trionfo dei vincitori della scorsa edizione ma la kermesse più famosa del nostro Paese è di nuovo dietro l’angolo. Stavolta parliamo di un traguardo davvero importante, ossia la 75ª edizione del Festival di Sanremo.

Le date da cerchiare in rosso sul calendario sono l’11, 12, 13, 14 e 15 febbraio 2025. Cinque serate consecutive, come da tradizione, che verranno trasmesse in diretta televisiva su Rai1, in radio su Radio2 e in streaming su RaiPlay.

L’evento si terrà, come sempre, nel leggendario Teatro Ariston. Quell’Ariston che ci siamo abituati a vedere al centro di polemiche, performance mozzafiato, lacrime di gioia o sguardi imbarazzati, e che fa sempre un certo effetto. Ecco, immaginate di essere anche voi sullo stesso palcoscenico a cantare: c’è un brivido che ti corre lungo la schiena, un brivido che profuma di storia.

NUMERI E CURIOSITÀ DI UN FESTIVAL CHE COMPIE 75 EDIZIONI

Ogni anno, l’organizzazione del Festival ci offre una serie di numeri che, in qualche modo, fanno sorridere e riflettere. A volte si tratta di statistiche un po’ strampalate, altre volte di dati che ci rendono conto di come Sanremo sia un microcosmo di storie e coincidenze incredibili.

Per Sanremo 2025 si contano 30 artisti in gara tra i Big, ciascuno con un brano inedito. Questi 30 progetti musicali sono rappresentati da un totale di 40 persone, perché, tra le fila dei concorrenti, compaiono band, duetti e persino un quartetto.

Da un lato troviamo la più giovane in gara, Sarah Toscano, che ha appena compiuto 18 anni e viene definita come una delle promesse più fresche e disinvolte del panorama pop. Dall’altro, spunta la leggenda di Massimo Ranieri, 73 anni, che ancora una volta si rimette in gioco su quel palco che l’ha visto crescere e in parte, l’ha consacrato.

E poi c’è la questione dei “veterani” che hanno vinto in passato: i numeri ci dicono che sono quattro coloro che già stringono tra le mani un trofeo di Sanremo. È un po’ come quando si mette in tavola un mazzo di carte: qualche asso salta sempre fuori. Nello specifico, figurano i nomi di Ranieri, Giorgia, Simone Cristicchi e Francesco Gabbani.

Non mancano coloro che hanno avuto un passaggio all’Eurovision – o come spettatori o come rappresentanti ufficiali: anche in questo caso troviamo Ranieri, Gabbani e Francesca Michielin. Inoltre, segnaliamo che otto dei brani in concorso sono presentati da artisti che non hanno mai calcato il palco dell’Ariston in gara come Big.

Se diamo un’occhiata ai record di partecipazione, ci sorprende forse scoprire che la più presente in questa edizione è Marcella Bella con le sue nove partecipazioni (due delle quali in compagnia del fratello Gianni). Subito dietro troviamo Ranieri e Noemi con otto presenze ciascuno.

I PROTAGONISTI IN GARA: VETERANI, ESORDI E RITORNI TANTO ATTESI

Sanremo, si sa, è una calamita per chiunque abbia fatto della musica la sua passione di vita. Ci sono quelli che sognano di salirci per la prima volta e c’è chi forse potrebbe dire di non averne più bisogno, perché tanto la notorietà l’ha già conquistata. Eppure, alla fine, il fascino di competere su quel palco ha la meglio su ogni altra considerazione.

Prima di dare uno sguardo più ravvicinato ai singoli nomi e a ciò che si portano dietro, qui ci piace fare una breve riflessione: quanto conta, per la carriera di un musicista, vivere quei cinque giorni intensi all’Ariston? Tantissimo, inutile girarci intorno. A volte, per un giovane emergente, basta un’esibizione ben riuscita per far esplodere la popolarità. Per un big navigato, invece, Sanremo diventa un modo per raccontarsi di nuovo, per mettersi alla prova e provare persino la vertigine del rischio.

Insomma, la formula non è mai scontata. E dietro ogni nome c’è un universo di storie, di sacrifici, di notti insonni, di litigate con i produttori, di idee nate in un bar alle tre del mattino, di successi clamorosi e di bruschi scivoloni.

Le 30 canzoni e i 30 artisti

Prima di dividerli in gruppi ideali (veterani, novità, ecc.), vogliamo darvi una lista – che non è affatto la scaletta di una delle serate, ma giusto un elenco di chi troveremo in competizione:

  1. Achille Lauro – “Incoscienti giovani”
  2. Bresh – “La tana del granchio”
  3. Brunori Sas – “L’albero delle noci”
  4. Clara – “Febbre”
  5. Coma_Cose – “Cuoricini”
  6. Elodie – “Dimenticarsi alle 7”
  7. Emis Killa – “Demoni”
  8. Fedez – “Battito”
  9. Francesca Michielin – “Fango in Paradiso”
  10. Francesco Gabbani – “Viva la vita”
  11. Gaia – “Chiamo io chiami tu”
  12. Giorgia – “La cura per me”
  13. Irama – “Lentamente”
  14. Joan Thiele – “Eco”
  15. Lucio Corsi – “Volevo essere un duro”
  16. Marcella Bella – “Pelle diamante”
  17. Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore”
  18. Modà – “Non ti dimentico”
  19. Noemi – “Se t’innamori muori”
  20. Olly – “Balorda nostalgia”
  21. Rkomi – “Il ritmo delle cose”
  22. Rocco Hunt – “Mille vote ancora”
  23. Rose Villain – “Fuorilegge”
  24. Sarah Toscano – “Amarcord”
  25. Shablo feat. Guè, Joshua & Tormento – “La mia parola”
  26. Serena Brancale – “Anema e core”
  27. Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola”
  28. The Kolors – “Tu con chi fai l’amore”
  29. Tony Effe – “Damme ‘na mano”
  30. Willie Peyote – “Grazie ma no grazie”

Questa è la formazione con cui vivremo sorprese e possibili delusioni. E chissà: magari proprio uno di questi brani, sentito per la prima volta tra l’11 e il 15 febbraio, diventerà la colonna sonora della vostra estate o, perché no, del vostro prossimo viaggio in macchina con gli amici.

DAI VETERANI INTRAMONTABILI ALLE NOVITÀ SPIAZZANTI

Se c’è una cosa che caratterizza la selezione di quest’anno, è l’incontro tra due mondi apparentemente distanti. Da una parte i grandi classici, i nomi che si portano dietro un bagaglio di festival, dischi di platino, esperienze televisive e – perché no – qualche ospitata in film o fiction. Dall’altra, figure emergenti che magari hanno sfondato grazie a un talent show, oppure hanno conquistato un bacino di pubblico importante con i social.

Fra i veterani troviamo

  • Massimo Ranieri, che ormai fa parte dell’ossatura stessa della musica leggera italiana. Partecipò per la prima volta giovanissimo e oggi si ripresenta con una consapevolezza e un’umiltà che si mischiano alla determinazione di chi vuole dimostrare di avere ancora moltissimo da raccontare.
  • Marcella Bella, che con questa colleziona ben nove presenze in gara. Non so se vi è mai capitato di sentire “Montagne verdi” in radio durante un viaggio; se sì, potete immaginare quanto la sua voce abbia fatto parte del nostro bagaglio emotivo.
  • Giorgia, che ha un palmarès di tutto rispetto: vinse nel 1995, quando la sua “Come saprei” stregò il pubblico e la giuria e di recente è tornata più volte, mantenendo intatta quella vocalità che – diciamolo – lascia sempre a bocca aperta.
  • Simone Cristicchi, che ricordiamo vincitore nel 2007 con “Ti regalerò una rosa”. Cantautore dalla penna poetica e dall’animo sensibile, ha saputo mescolare impegno, delicatezza e un pizzico di follia creativa.

Le novità assolute

Sul fronte opposto, ecco chi si affaccia al Festival per la prima volta fra i Big, come:

  • Bresh, rapper genovese dal linguaggio sincero e dalla passione per la melodia, che in passato abbiamo visto come ospite di Emma nella serata dei duetti. Ora, però, gioca da titolare.
  • Emis Killa, personaggio di spicco nel mondo rap, che ha segnato l’estate del 2014 con “Maracanà” e ora debutta su un palco che non era mai stato il suo.
  • Joan Thiele, poliedrica, con un background familiare internazionale (svizzero-colombiano-campano) e una voce che merita di essere tenuta d’occhio.

Altri nomi, invece, non sono nuovi ai riflettori di Sanremo ma è la prima volta che si esibiscono nella competizione come “Big ufficiali”. Pensiamo a Brunori Sas, che era stato invitato come ospite qualche anno fa, oppure a Lucio Corsi, cantautore toscano già ammirato in alcune serie TV, ma mai in gara con un suo brano inedito.

VOCI E STORIE: I SOLISTI, LE BAND, I DUETTI E I QUARTETTI

All’interno di questa grande squadra, ci sono formazioni di ogni tipo. Non è un modo di dire: la presenza di un quartetto rap come quello formato da Shablo, Guè, Joshua & Tormento dimostra che al Festival può arrivare qualsiasi colore della tavolozza musicale. E magari, in passato, c’era chi si chiedeva: “Ha senso portare la trap, il rap, la musica urbana su quel palco?” Evidentemente sì, perché è parte della realtà musicale contemporanea.

Poi, certo, non mancano le band che qualche anno fa hanno già dimostrato di avere un buon impatto con la platea di Sanremo. The Kolors, per esempio, tornano dopo vari successi radiofonici e televisivi, sempre capitanati da Stash, con quell’energia frizzante che li contraddistingue. Stesso discorso vale per i Modà, che in passato hanno sfiorato la vittoria, regalandoci brani che molti ricordano ancora con affetto.

E come dimenticare i tanti solisti che spaziano dal pop sofisticato al rap puro, dal cantautorato intimistico all’indie più orecchiabile. Pensiamo a Gaia, che unisce le sue radici italiche e brasiliane per creare brani freschi e ballabili, o a Elodie, sempre più affermata e sempre più disposta a sperimentare sonorità differenti.

FOCUS SPECIALE SU ALCUNI BIG: TRIONFATORI, HABITUÉ E PRIME VOLTE

Non basta un elenco per renderci conto di ciò che ognuno di questi artisti rappresenta. Cerchiamo allora di soffermarci su alcuni di loro, partendo proprio da chi ha il carico dell’aver già alzato il trofeo della vittoria, passando poi per chi dell’Ariston ha fatto praticamente casa, per finire con quei coraggiosi che si presentano al cospetto di un pubblico enorme per la prima volta.

CHI HA GIÀ ASSAPORATO LA VITTORIA

Un Festival che vede tra i concorrenti persone che hanno già trionfato è sempre un Festival intrigante. Da un lato, questi artisti arrivano con un’eredità importante, quasi fosse una corona da difendere; dall’altro, la presenza di un ex vincitore può innescare un effetto di sfida e di competizione sana negli altri partecipanti.

  • Francesco Gabbani ha vinto due volte, se consideriamo anche la sezione Nuove Proposte: nel 2016 con “Amen” e nel 2017 con “Occidentali’s Karma”, brano che poi l’ha proiettato all’Eurovision. Ora si ripresenta con “Viva la vita” e le sue parole ci fanno pensare a un inno alla gioia e all’esistenza in tutte le sue sfaccettature.
  • Massimo Ranieri non ha bisogno di presentazioni. Dalla vittoria con “Perdere l’amore” nel 1988, ha continuato a partecipare saltuariamente, regalandoci sempre interpretazioni di grande classe. Quest’anno si cimenta in “Tra le mani un cuore”, descritta da lui stesso come una sorta di “inno all’amore e all’amicizia”.
  • Giorgia, che sappiamo trionfò giovanissima. Ogni anno in cui torna ci si chiede se potrà replicare l’exploit di metà anni Novanta. Il brano “La cura per me” sembra voler parlare di come un sentimento possa evolvere la nostra interiorità.
  • Simone Cristicchi, vincitore nel 2007, che ci ha abituati a testi poetici e toccanti. Nel 2025, sarà di scena con “Quando sarai piccola”, un brano che allude al prendersi cura dei propri genitori quando invecchiano – o almeno questa è la suggestione che lascia trasparire dalle sue brevi anticipazioni.

GLI HABITUÉ CHE NON VOGLIONO SMETTERE DI STUPIRE

Ci sono artisti che, pur non avendo mai portato a casa la vittoria finale, restano legati al Festival come un filo sottile che non si spezza mai.

  • Noemi è un esempio lampante. Con all’attivo sette partecipazioni, questa volta punta all’ottava con “Se t’innamori muori”. Il titolo fa sorridere ma anche riflettere: quante volte ci siamo sentiti fragili o in pericolo quando ci innamoriamo?
  • Elodie, sebbene sia relativamente più giovane di alcuni veterani, ha all’attivo già tre precedenti presenze, sempre nelle parti alte della classifica. Il suo “Dimenticarsi alle 7” promette atmosfere drammatiche: un vero e proprio “dramma” musicale, stando alle sue dichiarazioni.
  • Coma_Cose sono alla loro terza partecipazione. L’ultima volta li abbiamo visti con una ballad intensa, “L’addio”; stavolta, con “Cuoricini”, tengono i fan sul filo, senza chiarire se ci sarà ancora una dimensione malinconica o se tornerà la loro vena più ritmata e leggera.

ESORDI E DEBUTTI CORAGGIOSI

Non possiamo non nominare chi, pur provenendo da contesti di successo (radiofonico, discografico o televisivo), non si era mai cimentato a Sanremo.

  • Emis Killa, come si diceva prima, è un nome di spicco nella scena rap italiana, ma questa passerella per lui è inedita. “Demoni” potrebbe rivelarsi una sorpresa: un testo intimo, una notte d’amore, un confronto tra luci e ombre?
  • Lucio Corsi è un cantautore che gode di grande stima da parte della critica. Il titolo “Volevo essere un duro” suona come una presa in giro della perfezione che tutti cercano di raggiungere. Forse, dietro a quei capelli lunghi e al suo stile un po’ retrò, si nasconde un artista capace di toccare corde profonde.
  • Joan Thiele, che in coppia con Elodie si era già tolta la soddisfazione di un David di Donatello per la miglior canzone originale. Ora si mette alla prova con un brano tutto suo, “Eco”, e la curiosità è tanta.

LE NUOVE PROPOSTE 2025: QUATTRO VOLTI IN CERCA DI CONSACRAZIONE

Sanremo non è solo la competizione tra i Big. C’è uno spazio dedicato alla scoperta di nuovi talenti che potrebbero, un giorno, scalare i vertici della canzone italiana. Quest’anno torniamo ad avere una sezione Nuove Proposte a tutti gli effetti, con quattro artisti:

  1. Vale LP & Lil Jolie – “Dimmi tu quando sei pronto per fare l’amore”
  2. Settembre – “Vertebre”
  3. Maria Tomba – “Goodbye (Voglio Good Vibes)”
  4. Alex Wise – “Rockstar”

Le voci emergenti spesso nascondono storie che meritano di essere raccontate. Vale LP e Lil Jolie, ad esempio, sono amiche di lunga data, accomunate dall’aver frequentato talent show diversi. Ora si ritrovano sullo stesso palco, cercando di affermare un messaggio che, almeno dal titolo, sembra un inno alla libertà di espressione e all’intimità sincera.

Settembre – il cui nome all’anagrafe è Andrea – ha solo 24 anni, eppure ha già accumulato un discreto successo sui social grazie alla sua partecipazione a un talent televisivo. “Vertebre” sembra un pezzo che parla di fragilità e forza al tempo stesso, un binomio che spesso appartiene ai giovanissimi.

Maria Tomba viene da un’edizione recente di “X Factor” e a quanto pare, ha un carattere piuttosto schietto e senza filtri. Il suo pezzo si intitola “Goodbye (Voglio Good Vibes)”: dal titolo, ci si aspetta qualcosa di energico e forse un po’ provocatorio. L’idea di abbandonare le negatività per abbracciare le “good vibes” è sempre affascinante.

Alex Wise, infine, è uno di quei casi di cantanti che escono dal mondo dei talent con un seguito solidissimo, e nonostante non abbia vinto il suo programma, ha conquistato il pubblico per sensibilità e interpretazione. “Rockstar” potrebbe essere la chiave per farlo conoscere anche a chi non segue i talent: un brano, magari, dal sapore di rivincita?

I CONDUTTORI: CARLO CONTI E LE SPALLE CHE ANIMERANNO LE CINQUE SERATE

Dicevamo che l’Ariston è un simbolo, e chi lo abita con costanza, come conduttore e direttore artistico, diventa a sua volta un’icona. Carlo Conti torna a guidare la macchina di Sanremo 2025 dopo varie esperienze passate di successo. Il suo stile di conduzione è sempre stato garbato e sorridente, a volte fin troppo rassicurante, ma è innegabile che sappia tenere le redini di uno show che, tra imprevisti e tempi televisivi strettissimi, può diventare una giungla.

La scelta dei co-conduttori si presenta piuttosto variegata e probabilmente, strategica per conquistare fasce diverse di pubblico. Ecco come sono state organizzate le cinque serate:

  • Prima serata: Conti dovrà “convincere” due suoi amici storici, i colleghi toscani Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello (ancora da confermare al 100%), a condividere il palco. Uno sketch che, già solo a pensarci, evoca la comicità tipica delle loro reunion.
  • Seconda serata: spazio a un trio eterogeneo composto da Bianca Balti, Cristiano Malgioglio e Nino Frassica. L’idea sembra quella di mischiare eleganza, stravaganza e umorismo surreale.
  • Terza serata: un tris tutto al femminile – e che tris: Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa. Sarà interessante vedere come queste tre personalità, tanto diverse, si integreranno davanti alle telecamere.
  • Quarta serata: la coppia formata da Mahmood e Geppi Cucciari promette musica e comicità. Mahmood, due volte vincitore di Sanremo (nel 2019 con “Soldi” e nel 2022 in coppia con Blanco), porterà certamente la sua sensibilità, mentre Geppi è sempre una garanzia di ironia pungente e intelligente.
  • Serata finale: in un’atmosfera ormai incandescente, saliranno sul palco Alessandro Cattelan, Alessia Marcuzzi e si vocifera che ci saranno altre sorprese. In particolare, Cattelan sarà poi anche alla guida del “Dopofestival”, un format che punta a commentare a caldo tutto ciò che è accaduto sul palco e magari anche dietro le quinte.

LA SCALETTA: LE SERATE, LE COVER E LA FINALE

Il Festival di Sanremo 2025 si snoderà su cinque serate, come da copione, ma qualche piccola novità c’è sempre.

  1. Prima serata (martedì 11 febbraio): apriamo le danze con tutti i 30 artisti in gara. Sarà un tour de force, un assaggio di ciò che ognuno di loro ha da offrire. Sentiremo tutte e 30 le canzoni, una dopo l’altra, e potremo farci un’idea generale.
  2. Seconda serata (mercoledì 12 febbraio): solo 15 di quei 30 si esibiranno (gli altri 15 si esibiranno la sera successiva). Questo spezzettamento serve anche a dare più spazio a presentazioni e ospiti. Nella stessa serata, ascolteremo 2 delle Nuove Proposte.
  3. Terza serata (giovedì 13 febbraio): come detto, sarà il turno degli altri 15 Big in gara, più le restanti 2 Nuove Proposte. Spesso la terza serata si rivela cruciale, perché consente al pubblico di riascoltare i brani e farsi un’idea più chiara sulle preferenze.
  4. Quarta serata (venerdì 14 febbraio): tradizionalmente è dedicata alle cover e si conferma anche quest’anno. I 30 Artisti in gara si presenteranno con ospiti speciali (italiani o internazionali) per reinterpretare brani celebri, pubblicati entro il 31 dicembre 2024. Queste esibizioni spesso diventano il momento più colorato e imprevedibile del Festival, dove un duetto improbabile può trasformare un palco in una festa o in un momento di struggente emozione. Le cover, quest’anno, non conteranno per la classifica finale ma ci sarà comunque un vincitore di serata. La stessa sera, avverrà anche la finale delle Nuove Proposte: ne restano in gara solo 2 e da lì uscirà il vincitore o la vincitrice della categoria.
  5. Quinta serata (sabato 15 febbraio): la Finale vera e propria, in cui tutti i 30 Big torneranno a cantare il proprio brano. A fine puntata, conosceremo i cinque più votati (non in ordine) e dopo una votazione ulteriore, sapremo finalmente chi si aggiudicherà il 75° Festival di Sanremo.

Un altro aspetto del Festival che non va sottovalutato è il PrimaFestival e il Dopofestival.

  • Il PrimaFestival andrà in onda prima di ciascuna serata e sarà condotto da Bianca Guaccero, Gabriele Corsi e Mariasole Pollio. Un appuntamento breve ma utile per scaldare i motori, per scoprire gossip, per rubare qualche dichiarazione al volo dagli artisti in gara.
  • Il Dopofestival, invece, torna su Rai1 dall’11 al 14 febbraio, e sarà condotto da Alessandro Cattelan. Sarà l’occasione per analizzare a caldo i momenti salienti, i retroscena, gli eventuali scivoloni e i colpi di genio dei concorrenti.

IL REGOLAMENTO E IL SISTEMA DI VOTAZIONE: GIURIE E TELEVOTO

Arriviamo alla parte che, talvolta, genera dibattiti infiniti: come vengono decretati i vincitori? Chi decide le sorti di un artista e di una canzone? Anche quest’anno il meccanismo è stato calibrato per bilanciare i diversi tipi di voto.

Le tre giurie

  1. Televoto: lo strumento principe, che dà voce a chi segue il Festival da casa. Spesso è proprio il pubblico a far pendere l’ago della bilancia in una direzione inattesa, premiando un brano che le giurie “tecniche” magari sottovalutano.
  2. Giuria della Sala Stampa, Tv e Web: composta dai giornalisti accreditati, è una giuria che, almeno in teoria, dovrebbe avere uno sguardo professionale e critico sulla musica e sulle performance.
  3. Giuria delle Radio: novità che conferma quanto le emittenti radiofoniche, di fatto, siano canali fondamentali per il successo di un brano.

Come funzionano le votazioni nelle diverse serate

  • Prima serata: ascoltiamo tutte e 30 le canzoni. La valutazione spetta alla Sala Stampa, Tv e Web. Alla fine, le prime cinque posizioni in classifica (senza svelare l’ordine preciso) verranno comunicate. Un modo per creare aspettative, scommesse e chiacchiere nel giorno seguente.
  • Seconda e terza serata: ognuna vede l’esibizione di 15 Big. Qui, a votare saranno il Televoto e la Giuria delle Radio. Al termine di ciascuna serata, sapremo quali 5 si stanno momentaneamente distinguendo, ma senza conoscerne la gerarchia esatta.
  • Quarta serata (cover): tutti e 30 gli Artisti tornano sul palco con ospiti vari. Stavolta la votazione è la somma di Televoto (34%), Giuria Sala Stampa, Tv e Web (33%) e Giuria delle Radio (33%). Viene proclamato il vincitore di questa “serata cover”. In più, c’è la finale delle Nuove Proposte, che decreterà il vincitore della categoria.
  • Quinta serata: si esibiscono di nuovo tutti e 30 i Big, con la votazione di tutte e tre le giurie. Dopo le esibizioni, si compone una classifica generale e vengono annunciate le prime cinque posizioni (sempre senza ordine). Poi avviene una nuova votazione soltanto su quei cinque, con l’obiettivo di stabilire il vincitore assoluto, il secondo, il terzo, il quarto e il quinto classificato.

I misteri e le sospensioni

Una peculiarità del regolamento prevede che Rai e il Direttore Artistico possano decidere se, durante la quarta e la quinta serata, divulgare o meno la classifica generale delle 30 canzoni. Potrebbero anche condividerla solo parzialmente, per mantenere il pathos e l’effetto sorpresa. Ed è proprio in quei momenti che, da casa, qualcuno potrebbe esultare o imprecare, a seconda di come sta andando il proprio beniamino.

CONSIDERAZIONI FINALI: SANREMO COME RITO COLLETTIVO

A questo punto, abbiamo tracciato un quadro abbastanza dettagliato – o almeno ci abbiamo provato – della situazione di Sanremo 2025. Ma, se ci fermiamo per un attimo a riflettere, c’è un aspetto che va oltre i nomi, le canzoni, le giurie e gli ascolti: Sanremo è un rito collettivo.

Provate a pensarci. Non importa se vivete in un piccolo paese di provincia o in una grande città, se siete appassionati di musica rock o se di solito ascoltate solo canzoni straniere. Quando arriva la settimana sanremese, in qualche modo tutto cambia. È come un riflesso pavloviano: le nonne rispolverano le loro polemiche (“Eh, una volta era tutta un’altra storia”), i ragazzi iniziano a fare pronostici e i social si riempiono di meme, commenti, critiche e difese a spada tratta di questo o quell’artista.

C’è qualcosa di profondamente legato alla nostra identità nazionale in questo Festival, nel bene e nel male. È un’occasione in cui ci sentiamo uniti, ci scambiamo messaggi su WhatsApp la sera per dire “Hai sentito che bella quella canzone?” oppure “Oddio, ma come si è vestito quell’altro?!”. E, nel frattempo, dentro di noi, riscopriamo magari la voglia di canticchiare un ritornello appena sentito, di emozionarci per una dedica che ci ha colpito.

Forse, alla fine di tutto, Sanremo rimane un pretesto per parlare di noi, della nostra società, del nostro modo di concepire lo spettacolo e la musica. E che siate fan sfegatati o critici incalliti, ammettiamolo: un occhio allo schermo finiremo per darlo tutti, almeno per capire di cosa parlano gli altri o per unirci al grande dibattito.

Quest’anno, la presenza di veterani come Ranieri e Marcella Bella potrà farci ricordare i tempi in cui le canzoni d’amore erano più lente e avevano un retrogusto nostalgico. L’arrivo di nuovi rapper e trapper ci metterà davanti alla realtà di una scena musicale in costante evoluzione. Chi invece ama la melodia classica italiana troverà rifugio in chi, come Giorgia o Cristicchi, mantiene una scrittura intima. Chi predilige un mix di suoni e contaminazioni potrà puntare su Rkomi, Fedez, Tony Effe, o su chiunque decida di osare.

E non dimentichiamo che persino le cover di venerdì possono regalarci interpretazioni che saranno ricordate per anni (chi non ha in mente, per esempio, alcuni duetti passati alla storia proprio nella serata delle cover?). Anche se, stavolta, quelle esibizioni non concorreranno per la classifica, sappiamo quanto possano incidere sul percorso di un artista in gara, almeno a livello di percezione generale.

Chiudiamo questa lunga panoramica con una riflessione forse un po’ banale ma che ci sembra veritiera: Sanremo è e rimane uno spettacolo unico, che racchiude una parte fondamentale della cultura pop italiana. Non sono tante le manifestazioni che riescono a creare un senso di appartenenza e dibattito così accesi, e non parliamo solo di musica. Si discute di abiti, di costumi, di parole dette o non dette, di possibili conflitti, di ospiti internazionali e improbabili apparizioni sul palco.

Dall’11 al 15 febbraio 2025, tutti gli sguardi saranno puntati su quell’Ariston che, nonostante cambi di scenografia e di conduzione, rimane un piccolo teatro di provincia dai velluti rossi e dai ricordi indelebili. Un luogo in cui passione, emozione e speranza si intrecciano, mescolandosi a quelle sonorità che varcano i confini del tempo.

E allora noi, qui dalla nostra postazione, saremo pronti a raccontarvi ogni sfumatura, ogni colpo di scena, ogni classifica parziale che verrà pubblicata, e a condividere con voi l’entusiasmo – o la delusione – che ogni esibizione susciterà. Sappiamo bene che, in quei cinque giorni, una semplice canzone può diventare colonna sonora di un intero anno, o di un ricordo che rimarrà scolpito nella nostra storia personale.

Sanremo 2025 è ormai alle porte. Siete pronti a farvi travolgere da tutto questo? Forse sì, forse no, o forse vi state già lamentando che “era meglio quando c’era Pippo Baudo” (un classico!), ma a conti fatti non potrete tirarvi indietro. Ne parleranno i vostri amici, i vostri parenti, i colleghi in ufficio; ne parlerà il web e lo vedrete apparire in qualsiasi notifica social. Sarete in qualche modo parte di questo grande spettacolo collettivo, fosse anche solo per criticare, per commentare uno scivolone in diretta o per innamorarvi di una nuova voce che non conoscevate.

In fondo, questo è Sanremo: un festival che, per una manciata di giorni, riesce ancora a farci battere il cuore. A noi che scriviamo, a voi che leggete e a chiunque creda che la musica – quella sì – possa ancora offrire un pizzico di magia.

Questo lungo approfondimento spera di avervi regalato qualche spunto in più, qualche dettaglio curioso e magari una prospettiva meno rigida su uno degli eventi più popolari dell’anno. Ed ora non ci resta che dirvi: ci si vede all’Ariston, fisicamente o virtualmente, con la speranza di assistere a esibizioni memorabili. Che la musica inizi a suonare e che ognuno trovi la propria colonna sonora in uno di questi 30 brani. Buon Festival a tutti, perché Sanremo – nonostante le critiche, i dibattiti, i record di ascolti o le contestazioni – resta sempre e comunque Sanremo. E scusate se è poco.

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Spettacolo

M¥ss Keta: “Il mio album viscerale, racconto le...

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Esce '.', quarto lavoro in studio della performer milanese tra influenze fidget house, synthpop e citazioni al mondo sonoro di Miss Kittin, Felix da Housecat e Crystal Castles

Myss Keta - credits: Antonio Giancaspro

Nessuno conosce il suo vero nome e il volto è sempre coperto da mascherina e occhiali da sole. Eppure M¥ss Keta, con la sua musica sperimentale e provocatoria, riesce sempre a fare centro. Ed è così anche per '.' (punto) il nuovo progetto discografico, quarto album in studio dell'artista, disponibile dal 17 gennaio, con il quale la cantautrice milanese mette in luce le ingiustizie e le questioni irrisolvibili della vita moderna, e dove influenze fidget house si legano a doppio filo a synthpop e tecktonik, con citazioni al mondo sonoro electroclash di Miss Kittin e Felix da Housecat, la dance di Gigi D’Agostino, e le melodie visionarie di Crystal Castles e Kap Bambino.

"E' un album essenziale - racconta M¥ss Keta - ho voluto fosse tale nella ricerca dei temi e in quella testuale e mi sono impegnata perché i testi fossero forti. Ho cercato di fare un lavoro di fino, molto intenso, anche emotivamente. Mi sono tenuta libera negli argomenti da trattare, fornendo emozioni e sensazioni dal mio punto di vista sul mondo contemporaneo, perfido e crudele, che tira spesso fuori la parte peggiore di noi". Per questo, ammette, si tratta di un album "viscerale", perché "viene dall'emozione più primitiva. Mi viene in mente il paragone con la lava incandescente che fa Elena Ferrate nel suo libro 'La Frantumaglia' e che mi ha ispirato molto per questo album".

Forse è un caso che M¥ss Keta citi una scrittrice della quale non si conosce l'identità o forse no. Con la 'ragazza di Porta Venezia' si scherza, è vero, ma lei fa sempre sul serio. Parla di sé in prima persona, spesso in terza o usa il plurale per introdurre la squadra di persone che lavora con lei. "Abbiamo fatto un ottimo lavoro - spiega - ci siamo interrogati a lungo, c’è stata tanta ricerca e abbiamo cercato la via più onesta, viscerale e dirompente possibile e l’abbiamo seguita. Il risultato è questo disco, che consiglio di ascoltare in loop, perché dicono che migliori le prestazioni del cervello".

Con '.', 11 brani più due bonus track, l'artista indaga temi complessi come la frammentazione dell’identità, l’alienazione, la decadenza e la fragilità umana: "Elena Ferrante per me è una dea - ammette - lungi dal paragonarmi, il suo è approccio che ho voluto seguire: meglio essere sinceri con sé stessi e tirare fuori quello che c’è di negativo in noi, piuttosto che ricorrere a quello che potrebbe essere accogliente verso il pubblico ma che non soddisfa. Mi soddisfa di più avere un album che mi rende orgogliosa di me stessa e che mi faccia sentire onesta con me stessa".

Anche il titolo del disco risulta provocatorio, in pieno stile M¥ss Keta. E lo stesso può dirsi per la copertina, che la ritrae sdraiata su una Fiat Punto rossa. "E' il mio punto di vista senza filtri sul mondo - afferma -. E' un punto che determina, definisce e chiude, ed è una fine ma anche un nuovo inizio, un’affermazione totale che non chiede spiegazioni e non vuole compromessi. Il punto è il più piccolo segno grafico ma può avere dentro di sé una forza dirompente. Inoltre, è entrato nel linguaggio quotidiano come metafora di tante cose e mi piaceva il fatto che in questo piccolo segno ci fossero tanti significati".

Dirompente è l'aggettivo più adatto a descrivere tutto quello che 'l’angelo' dall’occhiale da sera e dal volto velato fa o dice. E che in questo disco si riflette soprattutto nelle sonorità rave (come in '160BPM') elettroniche, underground e "sporche" che lo contraddistinguono. "E' un suono 'dirty' - spiega M¥ss Keta - e questa sporcatura sonora ci ha aiutato a dare il giusto tappeto sonoro a una certa emotività che ribolle e che non è completamente definibile". Ci sono ispirazioni fortissime dalla dance di Gigi D’Agostino e melodie di Crystal Castles, "che ci siamo mangiati a colazione" ammette, e poi canzoni che si spingono nel territorio 'no melody' come 'Vendetta', canzone contro tutte le ingiustizie, realizzata assieme alla leggenda del cinema underground Vera Gemma. "Con lei è stato amore a prima vista, ci siamo conosciute a inizio 2024 e trovate d’accordo su vari argomenti. Entrambe siamo molto passionali e abbiamo tratti comuni che hanno fatto nascere questo testo".

Tra i brani manifesto spicca 'Les Misérables', caratterizzato da un coro di voci bianche, che rimanda al celebre romanzo di Victor Hugo, riflettendo lo sguardo affilato e diretto della M¥ss. "Il coro dei bambini mi sembrava il tappeto sonoro più indicato per raccontare i miserabili di oggi - dice - Dai tempi di Hugo all'epoca moderna, sono cambiati: oggi sono quelli che per 15 secondi di fama, per quel momento fittizio di godimento sui social, vanno contro i loro valori e mostrano le parti più grette e basse di sé stessi. E' una canzone catartica per liberarmi per prima dalla parte miserabile che è in me". Del resto, osserva, "in questo mondo crudele ognuno di noi è stato miserabile per qualche momento". E se 'M¥ss Keta loves Pegaso' è "un inno alla lisargia" e una "favola dancefloor contemporanea" che cita il dj Franchino e il film 'Barbie e la magia di Pegaso', 'Stronza con vista' è una poesia scritta dall’alto delle guglie del Duomo. "E' una M¥ss che guarda dall’alto un mondo un po’ distrutto e cerca di comunicare quello che prova dentro di sé".

Le occasioni per far ascoltare dal vivo i nuovi brani non mancheranno. A marzo 2025 avrà inizio il suo 'Tour .', che la vedrà calcare i palchi dei club di sette città europee, tra cui Londra, Parigi, Berlino e Amsterdam, e poi quelli italiani. "Amo la parte performativa di questo lavoro e quando porto in vita le canzoni è come si arricchissero di nuova linfa - confessa -. Mi mancavano i club e volevo ritrovare quella dimensione. Sia l'album sia la scaletta sono molto adatti al club e a quel momento energetico. Ci tenevo". E se è vero che l'album '.', per sua stessa ammissione, è "un punto fermo alla fine di un discorso", si può dire che M¥ss Keta, abbia ancora molto da dire. "Adoro alzare l’asticella, è la mia cosa preferita - ammette -. Voglio sempre superarmi e fare le cose al meglio. Mi piace sfidare me stessa e mi gasa". (di Federica Mochi)

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