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Trump, raffica ordini esecutivi nel Day 1: dai migranti al clima, cosa cambia in Usa
Poche ore dopo l'insediamento, il tycoon ha già revocato 78 provvedimenti di Biden. Compresa l'estensione del divieto di discriminazione sessuale alle agenzie federali. Quattro alti funzionari licenziati via social
Poche ore dopo essere diventato ufficialmente il 47esimo presidente Usa, Donald Trump ha già firmato una raffica di ordini esecutivi che tracciano un netto cambiamento di rotta rispetto all'era Biden, revocando ben 78 provvedimenti firmati dal suo predecessore. Dal pugno di ferro sull'immigrazione al ritiro degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima e dall'Oms, ecco il risultato del primo giorno di lavoro del tycoon, tornato alla Casa Bianca.
Clima, TikTok, migranti, Oms: il primo giorno di Trump
Nel suo primo giorno, come spiega la Cnn, Trump ha firmato un ordine che ritira nuovamente gli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi, l'accordo globale per la riduzione delle emissioni, definito "unilaterale".
Il neo presidente ha quindi annunciato la grazia per la maggior parte di coloro che sono stati accusati dell’attacco del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill. Trump ha affermato che il provvedimento riguarderà "circa 1.500" persone, compreso il leader dei Proud Boys condannato a 22 anni di carcere per sedizione. Nel mirino di Trump, ha chiarito, ci saranno invece gli ''ex funzionari governativi'' che andranno ''ritenuti responsabili per interferenza elettorale".
Trump ha quindi firmato un ordine esecutivo su TikTok negli Stati Uniti. L'ordinanza concede al social una proroga di 75 giorni per conformarsi alla legge che richiede all'azienda cinese di trovare un nuovo proprietario per evitare il divieto della piattaforma. L'ordine esecutivo ordina al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di non applicare il Foreign Adversary Controlled Applications Act, approvato con ampio sostegno bipartisan al Congresso e firmato ad aprile dall'ex presidente Joe Biden.
Il tycoon ha quindi revocato 78 provvedimenti dell’era Biden, compreso un ordine esecutivo che richiedeva alle agenzie federali di estendere i divieti sulla discriminazione sessuale, un ordine che richiedeva agli incaricati del ramo esecutivo di firmare un impegno etico, un ordine che consentiva alle persone transgender di prestare servizio militare. Il provvedimento è stato firmato per "difendere le donne dall'ideologia di genere" e "ripristinare la verità biologica al governo federale". Firmato anche un ordine che vietava il rinnovo dei contratti carcerari privati.
Sul fronte immigrazione, arriva il pugno duro: Trump ha infatti dichiarato emergenza nazionale al confine meridionale, dando il via all’uso di risorse e personale del Pentagono che verranno schierati e utilizzati per costruire il muro di confine. La sua amministrazione ha inoltre interrotto l’uso di un’app che consentiva ai migranti di notificare alla 'US Customs and Border Protection' l'ingresso negli Stati Uniti. Trump ha anche firmato un ordine che mira a ridefinire la cittadinanza per diritto di nascita, con lo stop allo ius soli, il processo attraverso il quale a tutte le persone nate negli Stati Uniti viene automaticamente concessa la cittadinanza americana. L'ordinanza, che si applica ai bambini nati dopo 30 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento, si applica in circostanze in cui i genitori sono presenti illegalmente negli Stati Uniti e in situazioni in cui la madre si trova temporaneamente negli Stati Uniti, ad esempio con un visto, e il padre non è cittadino.
E ancora. Trump ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il suo ordine afferma che l’Oms "continua a chiedere pagamenti ingiustamente onerosi" agli Stati Uniti ed è motivato dalla "cattiva gestione della pandemia di Covid-19 e di altre emergenze sanitarie".
Il tycoon ha inoltre firmato un provvedimento che prevede il congelamento delle assunzioni dei dipendenti del governo federale attraverso il ramo esecutivo. Trump ha inoltre istituito formalmente, con un atto esecutivo, il nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa (Doge) come entità all’interno del governo federale. Disposto anche un blocco normativo che impedisce ai burocrati di emanare ulteriori regolamenti finché l'amministrazione non avrà il pieno controllo del governo.
E' stato inoltre ordinato al governo federale di ripristinare la libertà di parola e impedire la censura governativa della libertà di parola. Poche ore dopo il suo insediamento, Trump ha emesso due ordini esecutivi che ordinano al Dipartimento di Giustizia e all'Ufficio del Direttore dell'Intelligence Nazionale di aprire ampie indagini sulla "censura della libertà di parola" o sulla "militarizzazione" delle forze dell'ordine e delle agenzie di intelligence da parte dell'amministrazione Biden.
Il neo presidente ha quindi intrapreso un’azione esecutiva sui nomi dei monumenti statunitensi, inclusa la ridenominazione del monte Denali e del Golfo del Messico in 'Golfo d'America'. Una mossa che, secondo la Casa Bianca, "onorerà la grandezza americana".
Quattro alti funzionari licenziati via social
Trump ha intanto licenziato via social, attraverso il suo account su Truth, quattro alti funzionari governativi nominati dal suo predecessore Joe Biden. "Oltre mille altri" rischiano il licenziamento imminente, ha poi avvertito nel suo primo post dal suo insediamento.
"Il mio ufficio del personale presidenziale è impegnato attivamente nell'identificazione e nella rimozione di oltre mille persone nominate dal presidente nella precedente Amministrazione'', ha scritto Trump spiegando che si tratta di funzionari ''che non sono in linea con la nostra visione di rendere di nuovo grande l'America".
''Che questo serva come avviso ufficiale di licenziamento per questi 4 individui, con molti altri in arrivo a breve'', ha chiarito dando ufficialità al post. ''Siete licenziati!'', ha scritto a caratteri cubitali Trump rivolgendosi a Jose Andres del President's Council on Sports, Fitness and Nutrition, Mark Milley del National Infrastructure Advisory Council, Brian Hook del Wilson Center for Scholars e Keisha Lance Bottoms del President's Export Council.
Esteri
Musk e il braccio teso: “Saluto nazista? Critici...
La risposta del ceo X alle polemiche dopo il saluto sul palco ieri sera all'evento per l'insediamento di Trump
"Francamente avrebbero bisogno di 'sporchi trucchi' migliori". Così Elon Musk ha risposto su X alle polemiche sul saluto con braccio teso fatto ieri sul palco di un evento nel giorno dell'insediamento di Trump e identificato da molti come un saluto nazista.
"Francamente, avrebbero bisogno di migliori trucchi sporchi", ha scritto su X il ceo Tesla. "L'attacco 'sono tutti Hitler' è stancante", ha aggiunto.
Il caso su X, cosa è successo
Il caso è montato ieri su X, complice il gesto compiuto dal magnate durante un intervento ad un evento nella giornata del giuramento di Trump, da ieri 47esimo presidente degli Stati Uniti.
L'elezione di Trump, ha detto Musk, rappresenta "un bivio sulla strada della civiltà umana. Sapete, ci sono elezioni che vanno e vengono. Alcune elezioni sono importanti, altre no. Ma questa, questa era davvero importante. E voglio solo dirvi grazie per averla resa possibile. Grazie". "Il mio cuore va a voi. È grazie a voi che il futuro della civiltà è assicurato. Grazie a voi. Avremo città sicure, finalmente, città sicure, confini sicuri, spese sensate, cose basilari", ha aggiunto Musk, battendo quindi la mano destra sul cuore e poi estendendo il braccio. Le foto e i video sono così rimbalzati su X, il social di proprietà di Musk, e la discussione è esplosa.
La spiegazione dell'uomo di Musk in Italia
A fare chiarezza ci ha provato per primo Andrea Stroppa, referente di Musk in Italia. "Quel gesto, che alcuni hanno scambiato per un saluto nazista, è semplicemente Elon, che è autistico, che esprime i suoi sentimenti dicendo 'Voglio darti il mio cuore', ed è esattamente ciò che ha comunicato al microfono. A ELON NON PIACCIONO GLI ESTREMISTI!", ha scritto, dopo aver depubblicato il video del saluto di Musk precedentemente postato sul social.
Esteri
Migranti, arrestato a Torino comandante della polizia...
E' stato individuato in base a una segnalazione dell'Interpol in esecuzione di un provvedimento della Corte penale internazionale
A quanto si apprende, il capo della polizia giudiziaria libica, Njeem Osama Elmasry, detto Almasri, è stato arrestato a Torino. ''L'arresto" sottolinea l'associazione Mediterranea Saving Humans, è avvenuto "dopo anni di denunce e testimonianze delle vittime, fatte pervenire alla Corte Penale Internazionale, che ha condotto una difficile indagine''.
A dare la notizia per primo il giornalista Nello Scavo di Avvenire che su X scrive: ''Possiamo confermare da fonti dedicate che è stato arrestato a Torino su mandato della Corte penale internazionale per crimini di guerra il capo della polizia giudiziaria libica Njeem Osama Elmasry (Almasri)''.
Almasri è stato individuato in base a una segnalazione dell'Interpol in esecuzione di un provvedimento della Corte penale internazionale dell'Aia.
Esteri
Trump, il discorso è da record: 2900 parole per insediamento
Nessun presidente moderno è stato così loquace
Il discorso inaugurale di Donald Trump, con cui il 47esimo presidente degli Stati Uniti ha iniziato il suo mandato il 20 gennaio 2025 è durato poco meno di mezz'ora, per un totale di 2.900 parole. L'albo d'oro dei discorsi, se così si può dire, viene aggiornato da Axios, che offre una panoramica approfondita.
Nel 2017, il suo discorso era durato 16 minuti ed era stato il terzo più breve nella storia 'televisiva' degli Stati Uniti. Con 1.433 parole, era stato infatti più lungo solo degli interventi di Jimmy Carter (1977) e John F. Kennedy (1961). Con quello di oggi Trump ha superato Reagan (2.600, 1985; 2.500, 1981), Biden (2.500, 2021), Obama (2.400, 2009; 2.100, 2013), Bush Sr (2.300, 1989), Clinton (2.200, 1997; 1.600, 1993) e Bush (2.100, 2005; 1.900, 2001).
Prima che le inaugurazioni fossero trasmesse in televisione, tuttavia, c’erano variazioni molto più estreme nella lunghezza dei discorsi. Il secondo discorso inaugurale di George Washington contava appena 135 parole, seguito da quello di Franklin D.Roosevelt nel 1945, con 559. Dall'altra parte, nel 1841, William Henry Harrison, il nono presidente degli Stati Uniti e quello con il mandato più breve, pronunciò oltre 8.400 parole, appena un mese prima di morire per una polmonite.