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Almasri, Corte penale chiede chiarimenti a Italia. Piantedosi andrà in Parlamento
Dopo l'arresto dei giorni scorsi a Torino, è stato rilasciato ieri sera per un cavillo
La Corte penale internazionale contesta l'Italia sul caso di Osama Almasri Njeem, il numero uno della polizia giudiziaria libica arrestato nei giorni scorsi a Torino in esecuzione di un mandato di arresto della Cpi e rilasciato ieri sera per un cavillo. In una nota pubblicata sul suo sito, la Corte fa sapere che "senza preavviso o consultazione con la Corte, Alamsri è stato rilasciato e riportato in Libia". "La Corte sta cercando, e non ha ancora ottenuto, una verifica da parte delle autorità sui passi che sono stati compiuti", si sottolinea nella nota, nella quale si ricorda "il dovere di tutti gli Stati parte di cooperare pienamente con la Cpi nelle sue indagini e azioni penali".
Piantedosi riferirà in Parlamento
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi risponderà sul caso Almasri, domani nel corso del question time già previsto al Senato, mentre per la prossima settimana è attesa un'informativa.
Esteri
Panama chiede intervento dell’Onu contro Trump:...
Il presidente panamense: "Non è regalo degli Usa, resterà nostro". Intanto il tycoon attacca sullo ius soli, pioggia di ricorsi da stati e città. Ricorsi anche contro Musk
Panama scrive all'Onu davanti alle "preoccupanti" minacce di Donald Trump di volersi riprendere il Canale. In una lettera inviata al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il governo del Paese centroameriacano cita un articolo della Carta dell'Onu che vieta a ogni Paese membro "la minaccia dell'uso delle forza" contro l'integrità territoriale o l'indipendenza di un altro. Nella lettera, si chiede tra l'altro a Guterres di portare la questione davanti al Consiglio di sicurezza, pur senza chiedere la convocazione di una riunione.
Il Canale di Panama "non è un regalo" che gli Stati Uniti hanno fatto ai panamensi, ha intanto sottolineato il presidente di Panama José Raul Mulino, rispondendo alle affermazioni del presidente degli Stati Uniti secondo cui il Canale era uno "regalo" a Panama che "non avrebbe mai dovuto essere fatto".
''Il Canale è e rimarrà di Panama'', ha sottolineato ancora Mulino. "Il Canale di Panama non è una concessione o un regalo degli Stati Uniti", ha aggiunto durante una tavola rotonda al Forum di Davos, in Svizzera. Panama, ha detto, "non si lascerà distrarre da questo tipo di dichiarazioni".
A difendere le ragioni di Panama interviene intanto anche la Cina. ''Concordiamo con il presidente panamense Mulino sul fatto che la sovranità e l'indipendenza di Panama non sono negoziabili e che il canale non è sotto il controllo diretto o indiretto di alcuna grande potenza", ha detto la portavoce del ministro degli Esteri cinese Mao Ning nel corso di una conferenza stampa, rispondendo a una domanda sulle parole del presidente degli Stati Uniti.
Mao ha affermato che ''la Cina non partecipa alla gestione e al funzionamento del canale e non interferisce negli affari del canale''. Pechino, ha aggiunto, ''rispetta la sovranità di Panama sul canale e riconosce il canale come una via d'acqua internazionale permanente e neutrale''.
Trump contro ius soli, pioggia di ricorsi
Sono almeno 22 gli Stati a guida democratica e due le città - Washington Dc e San Francisco - che hanno intanto presentato ricorsi contro l'ordine esecutivo firmato da Donald Trump con cui il nuovo presidente degli Stati Uniti vuole sospendere il 'birthright citizenship', il diritto di cittadinanza alla nascita - la formulazione americana dello ius soli che da oltre 150 anni è inserito nella Costituzione americana - ai figli di migranti senza documenti nati negli Stati Uniti.
Tra i ricorsi, c'è anche quello della American Civil Liberties Union (Aclu) ha denunciato come incostituzionale l'ordine esecutivo con cui si intende sospendere l'applicazione del "birthright citizenship".
Il direttore esecutivo dell'Aclu, Anthony Romero, ha affermato che "negare la cittadinanza a bambini nati negli Stati Uniti non solo è incostituzionale, ma è anche un irresponsabile e crudele ripudio dei valori americani". Ed ha ricordato che "il diritto di nascita alla cittadinanza è quello che rende gli Stati Uniti la nazione forte e dinamica che è".
"Non lasceremo che quest'attacco a neonati e alle future generazioni di americani rimanga senza sfida, l'amministrazione Trump sta abusando in modo così eclatante dei suoi poteri che siamo sicuri che alla fine vinceremo", ha aggiunto riferendosi al ricorso presentato in un tribunale del New Hampshire in cui si sostiene che l'ordine viola il 14esimo emendamento e l'Administrative Procedures Act.
Il 14esimo emendamento, ratificato nel 1868, afferma infatti che "ogni persona nata o naturalizzata negli Stati Uniti sono soggetti alla loro giurisdizione sono cittadini degli Stati Uniti". Nell'ordine di Trump si afferma però che, contrariamente a quanto è stato fatto in passato, l'articolo non deve essere interpretato come un modo "di estendere la cittadinanza a chiunque nasca negli Stati Uniti".
Illustrando ai giornalisti la misura che dovrebbe entrare in vigore tra 30 giorni, lo staff di Trump ha riconosciuto i suoi potenziali problemi affermando che il governo intende "in modo prospettico" non riconoscere la cittadinanza ai figli di "stranieri illegali". L'amministrazione in linea di massima conferma il pugno di ferro contro l'immigrazione irregolare.
Il segretario ad interim alla Sicurezza interna, Benjamine Huffman, ha annunciato in una nota che le autorità federali potranno condurre retate nelle scuole e nelle chiese e nelle aree vicine, mettendo fine a due direttive in base alle quali venivano evitate le cosiddette "aree sensibili" per azioni di questo tipo. "I criminali non potranno più nascondersi nelle scuole e nelle chiese americane per evitare l'arresto - ha scandito Huffman - L'amministrazione Trump non legherà le mani alle nostre coraggiose forze dell'ordine e confida invece nel loro buon senso".
I ricorsi contro Musk
Tre diversi ricorsi sono stati presentati, subito dopo il giuramento di Trump, anche contro l'istituzione del Doge, il nuovo dipartimento per l'efficienza governativa guidato da Elon Musk, che - si afferma nelle lawsuit depositate da Public Citizen, dall'American Public Health Association e dai National Security Counselors - violerebbe la legge che regola gli advisory federal committes' ed impone trasparenza, una composizione equilibrata e un funzionario federale che convochi le riunioni.
Nei ricorsi contro l'ufficio che Trump ha affidato all'uomo più ricco del mondo - ed ad un altro miliardario, Vivek Ramaswamy che starebbe però ora accarezzando l'idea di candidarsi come governatore dell'Ohio - con il compito di usare l'accetta per tagliare la spesa pubblica, riducendola di 2 trilioni, si sottolinea proprio come le nomine fatte siano contrarie alle regole dettate dalla legge.
"La composizione del Doge, lungi dall'essere equilibrata, rivela che è rappresentato un solo punto di vista: quello di crociati della riduzione del governo, con un curriculum nell'industria tech o con i repubblicani" si legge nel ricorso dei National Security Counselors, il cui atto è appoggiato anche dal sindacato dei dipendenti pubblici e degli insegnanti, tra i principali obiettivi del minacciati tagli di Musk.
Un quarto ricorso contro il Doge è stato presentato dal Center for Biological Diversity per chiedere ad un giudice federale l'accesso ai documenti pubblici che mostrano come i membri dell'ufficio - che già nelle scorse settimane sono stati selezionati ed hanno iniziato a lavorare nella sede di SpaceX a Washington - hanno interagito con la Casa Bianca dall'inizio della transizione.
Esteri
Tunisia, un cittadino italiano è stato ucciso in casa a...
La conferma della Farnesina. L'ambasciata italiana è in contatto con la famiglia per il rimpatrio della salma
Un cittadino italiano è stato ucciso nella sua abitazione a Sousse, in Tunisia. La Farnesina lo ha confermato all'Adnkronos. L'ambasciata italiana a Tunisi, ha aggiunto la Farnesina, si è ''attivata fin da subito'' ed ''è in contatto con la famiglia per assisterla nelle procedure per il rimpatrio della salma in Italia''.
Il nostro connazionale non risultava iscritto all'Aire, sottolinea il ministero.
Esteri
Trump-Musk, idillio a rischio? “Dopo fase romantica...
Cosa ha detto all'Adnkronos Alec Ross, senior advisor for Innovation per Hillary Clinton durante il suo mandato di segretario di Stato e coordinatore per il comitato Technology & Media Policy durante la campagna presidenziale di Barack Obama
Donald Trump e Elon Musk ora vivono "una relazione quasi romantica", ma questo idillio potrebbe finire se dovesse sembrare che il proprietario di X e Tesla "stia ricevendo troppo credito e che il suo potere venga percepito come a scapito" del presidente, "allora Trump lo metterà da parte, come ha già fatto con decine di altri". Lo afferma all'Adnkronos Alec Ross, senior advisor for Innovation per Hillary Clinton durante il suo mandato di segretario di Stato e coordinatore per il comitato Technology & Media Policy durante la campagna presidenziale di Barack Obama.
"Come in molte relazioni appassionate, la seconda fase è più complicata della prima. Né Trump né Musk hanno mai avuto un capo. Finché Musk sarà disposto a dare tutto il merito a Trump, potranno mantenere il loro rapporto", prosegue Ross, che è anche distinguished visiting professor presso la Bologna Business School e autore del best-seller 'Il nostro futuro', tradotto in 24 lingue.
Perché la Silicon Valley si è schierata con Trump
Ross spiega poi i motivi per i quali la Silicon Valley da roccaforte liberal si è schierata apertamente con Trump. Tutti i ceo delle principali aziende, da Tesla a Google, da Amazon a Meta, erano sul palco vip durante la cerimonia di giuramento che i è tenuta nella Rotonda del Campidoglio. "Ci sono davvero tre motivi distinti qui. Nel caso di Musk e Tesla, si tratta di motivi ideologici. Elon Musk, a causa di alcune circostanze personali, ha cambiato orientamento politico", spiega il professore.
"Un secondo motivo riguarda un altro gruppo di stakeholder: una sorta di accordo è stato raggiunto. Nel caso di chi opera nel settore delle criptovalute, Trump ha cambiato la sua posizione su questo tema a favore di un ambiente deregolamentato, e in cambio questi leader hanno riversato tutto il loro sostegno su di lui - prosegue - Il terzo motivo è legato alla questione della regolamentazione contro la deregolamentazione. Biden ha avuto un rapporto intrinsecamente più conflittuale con Silicon Valley, imponendo regolamentazioni più severe, mentre Trump ha dichiarato che per ogni nuova regolamentazione creata, ne saranno eliminate dieci. Per questo terzo gruppo di stakeholder, si tratta principalmente del contesto generale per il mondo degli affari".
TikTok, il futuro ancora in Usa
Ross commenta quindi la vicenda TikTok, il social cinese che seconda la Corte Suprema dovrebbe cambiare proprietà, pena la messa al bando negli Stati Uniti. Con uno dei suoi primi ordini esecutivi, Trump ha dato alla piattaforma una proroga di 75 giorni per cambiare proprietà. Secondo Ross, "uno dei maggiori azionisti di TikTok è stato anche uno dei più generosi sostenitori finanziari di Donald Trump. Trump è un leader transazionale e, nel suo mondo, quel sostegno finanziario e politico si tradurrà nella presenza continuativa di TikTok negli Stati Uniti, anche se sarà necessario un trasferimento di proprietà attraverso la vendita forzata delle operazioni statunitensi".
"Il discorso di Trump? Non mi ha sorpreso"
L'ex consigliere di Hillary Clinton esprime il suo giudizio, infine, sul discorso inaugurale di Trump, tutto incentrato sul concetto di 'America First' e con pochissimi riferimenti alla politica estera. "Niente mi ha sorpreso del discorso di Trump. Governerà seguendo le politiche che ha delineato durante la campagna elettorale. Un errore che si fa spesso su Trump è pensare che non creda davvero a ciò che dice, mentre in realtà ci crede pienamente. E, con questo mandato, intende portare avanti le sue idee", ritiene Ross.
"Per quanto riguarda gli affari esteri, non facciamoci illusioni: Trump è stato molto chiaro nel suo discorso. 'America first' significa che, tra i 196 Paesi del pianeta, gli Stati Uniti sono l'unico che gli importa davvero - conclude - Non crede nelle alleanze tradizionali e ogni azione nel campo degli affari esteri sarà volta a massimizzare gli interessi individuali dell'America, indipendentemente dalla natura dei rapporti con gli altri Paesi". (di Piero Spinucci)