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Trump contro ius soli, subito pioggia di ricorsi da stati e città
Si profila una battaglia legale sul 'birthright citizenship'. Intanto, arrivano ricorsi anche contro Musk
Sono almeno 22 gli Stati a guida democratica e due le città - Washington Dc e San Francisco - che hanno presentato ricorsi contro l'ordine esecutivo firmato da Donald Trump con cui il nuovo presidente degli Stati Uniti vuole sospendere il 'birthright citizenship', il diritto di cittadinanza alla nascita - la formulazione americana dello ius soli che da oltre 150 anni è inserito nella Costituzione americana - ai figli di migranti senza documenti nati negli Stati Uniti.
Tra i ricorsi, c'è anche quello della American Civil Liberties Union (Aclu) ha denunciato come incostituzionale l'ordine esecutivo con cui si intende sospendere l'applicazione del "birthright citizenship".
Il direttore esecutivo dell'Aclu, Anthony Romero, ha affermato che "negare la cittadinanza a bambini nati negli Stati Uniti non solo è incostituzionale, ma è anche un irresponsabile e crudele ripudio dei valori americani". Ed ha ricordato che "il diritto di nascita alla cittadinanza è quello che rende gli Stati Uniti la nazione forte e dinamica che è".
"Non lasceremo che quest'attacco a neonati e alle future generazioni di americani rimanga senza sfida, l'amministrazione Trump sta abusando in modo così eclatante dei suoi poteri che siamo sicuri che alla fine vinceremo", ha aggiunto riferendosi al ricorso presentato in un tribunale del New Hampshire in cui si sostiene che l'ordine viola il 14esimo emendamento e l'Administrative Procedures Act.
Il 14esimo emendamento, ratificato nel 1868, afferma infatti che "ogni persona nata o naturalizzata negli Stati Uniti sono soggetti alla loro giurisdizione sono cittadini degli Stati Uniti". Nell'ordine di Trump si afferma però che, contrariamente a quanto è stato fatto in passato, l'articolo non deve essere interpretato come un modo "di estendere la cittadinanza a chiunque nasca negli Stati Uniti".
Illustrando ai giornalisti la misura che dovrebbe entrare in vigore tra 30 giorni, lo staff di Trump ha riconosciuto i suoi potenziali problemi affermando che il governo intende "in modo prospettico" non riconoscere la cittadinanza ai figli di "stranieri illegali". L'amministrazione in linea di massima conferma il pugno di ferro contro l'immigrazione irregolare.
Il segretario ad interim alla Sicurezza interna, Benjamine Huffman, ha annunciato in una nota che le autorità federali potranno condurre retate nelle scuole e nelle chiese e nelle aree vicine, mettendo fine a due direttive in base alle quali venivano evitate le cosiddette "aree sensibili" per azioni di questo tipo. "I criminali non potranno più nascondersi nelle scuole e nelle chiese americane per evitare l'arresto - ha scandito Huffman - L'amministrazione Trump non legherà le mani alle nostre coraggiose forze dell'ordine e confida invece nel loro buon senso".
I ricorsi contro Musk
Tre diversi ricorsi sono stati presentati, subito dopo il giuramento di Trump, anche contro l'istituzione del Doge, il nuovo dipartimento per l'efficienza governativa guidato da Elon Musk, che - si afferma nelle lawsuit depositate da Public Citizen, dall'American Public Health Association e dai National Security Counselors - violerebbe la legge che regola gli advisory federal committes' ed impone trasparenza, una composizione equilibrata e un funzionario federale che convochi le riunioni.
Nei ricorsi contro l'ufficio che Trump ha affidato all'uomo più ricco del mondo - ed ad un altro miliardario, Vivek Ramaswamy che starebbe però ora accarezzando l'idea di candidarsi come governatore dell'Ohio - con il compito di usare l'accetta per tagliare la spesa pubblica, riducendola di 2 trilioni, si sottolinea proprio come le nomine fatte siano contrarie alle regole dettate dalla legge.
"La composizione del Doge, lungi dall'essere equilibrata, rivela che è rappresentato un solo punto di vista: quello di crociati della riduzione del governo, con un curriculum nell'industria tech o con i repubblicani" si legge nel ricorso dei National Security Counselors, il cui atto è appoggiato anche dal sindacato dei dipendenti pubblici e degli insegnanti, tra i principali obiettivi del minacciati tagli di Musk.
Un quarto ricorso contro il Doge è stato presentato dal Center for Biological Diversity per chiedere ad un giudice federale l'accesso ai documenti pubblici che mostrano come i membri dell'ufficio - che già nelle scorse settimane sono stati selezionati ed hanno iniziato a lavorare nella sede di SpaceX a Washington - hanno interagito con la Casa Bianca dall'inizio della transizione.
Esteri
Trump lancia Stargate, progetto da 500 miliardi per...
L'annuncio del presidente: via al programma con OpenAI, Oracle e SoftBank. Su TikTok: "Se Musk lo compra, per me va bene"
Un progetto da "almeno 500 miliardi" per un nuovo programma di Intelligenza Artificiale, lo Stargate, che creerà "100mila posti di lavoro americani". Donald Trump, al secondo giorno del suo mandato da presidente degli Stati Uniti, annuncia il via al progetto vedrà il governo degli Stati Uniti collaborare con OpenAI, Oracle e SoftBank, multinazionale giapponese della tecnologia, con investimenti che potrebbero raggiungere i 500 miliardi di dollari.
Il progetto "con tecnologia tutta made in Usa" prevede che le tre aziende investano inizialmente 100 miliardi di dollari insieme, cifra che potrebbe raggiungere i 500 miliardi di dollari entro la fine del secondo mandato di Trump. "Arriveranno investimenti mai visti, a livelli mai visti prima. Arriva molto denaro da gente di qualità assoluta, gente fiduciosa dopo la mia vittoria", dice il presidente. "Sarà un progetto davvero speciale, la cosa più grande di tutte. Alla fine del mio primo giorno di lavoro, nel complesso ci siamo assicurati circa 3 trilioni di dollari di investimenti: per la fine della settimana saranno 6 o 7. L'Intelligenza Artificiale è un fronte caldissimo, questi soldi in un altro momento sarebbero andati alla Cina", aggiunge Trump.
Il presidente risponde alle domande dei cronisti, si parla anche di TikTok, l'app che ha rischiato di essere messa al bando negli Stati Uniti. Trump sarebbe favorevole all'acquisto dell'app da parte di Elon Musk? "Se vuole comprarla, per me va bene", dice il presidente. "Ho incontrato i proprietari di TikTok. La situazione è questa: siamo di fronte a qualcosa che può valere zero o può valere 1 trilione se ottiene il permesso degli Stati Uniti. Io dico che gli Stati Uniti dovrebbero avere il 50%" dall'eventuale nuovo proprietario.
Esteri
Danimarca ferma test ‘competenza genitoriale’...
C'è chi dubita che l'annuncio, atteso da anni, sarebbe arrivato senza la visita di Trump Jr.
Dopo anni di battaglie da parte degli attivisti, la Danimarca ha annunciato lo stop all'uso dei controversi test di 'competenza genitoriale' sulle famiglie groenlandesi, che hanno spesso colpito le famiglie di origine inuit, talvolta causando la separazione dei bambini dai loro genitori.
I test psicometrici utilizzati nelle indagini danesi sulla protezione dell'infanzia, noti come Fku, sono stati a lungo criticati dalle organizzazioni umanitarie in quanto ritenuti culturalmente inadatti ai groenlandesi e alle altre minoranze che vivono in Danimarca, che un tempo governava l'isola artica come colonia e continua a controllarne la politica estera e di sicurezza.
Dopo il terremoto scatenato dalle 'minacce' di Donald Trump, che ha dichiarato di voler annettere la Groenlandia agli Stati Uniti, il governo danese ha deciso di fare un passo verso Nuuk, annunciando di aver accettato di porre fine all'uso di test psicologici standardizzati nei casi di bambini che coinvolgono famiglie con un background groenlandese. "Sono stati sollevati dubbi sul fatto che un test psicologico standardizzato tenga sufficientemente conto della cultura e della lingua groenlandese - si legge - Pertanto, il governo danese e il governo groenlandese hanno concordato di abolire l'uso di test psicologici standaridazzati per valutare la competenza dei genitori nei casi di bambini con famiglie di origine groenlandese!.
I casi di bambini allontanati dai genitori
A novembre aveva fatto scalpore il caso di Keira Alexandra Kronvold, donna inuit che si era vista sottrarre il figlio appena due ore dopo il parto. Le proteste che ne scaturirono a Copenaghen e a Nuuk portarono la ministra danese degli Affari sociali e dell'edilizia abitativa, Sophie Hæstorp Andersen, a chiedere alle municipalità di “prendere in considerazione l'interruzione dell'utilizzo dei test criticati”. La stessa Andersen, tuttavia, ha dichiarato la scorsa settimana che il governo danese ha ascoltato le “serie preoccupazioni” sollevate dai test e ha proposto un'alternativa sotto forma di un'unità speciale con competenze culturali groenlandesi che “in futuro assisterà le municipalità” in questi casi.
Hæstorp Andersen ha motivato la decisione: “L'allontanamento di un bambino da casa è una delle cose più invasive che possano capitare a una famiglia. Il governo della Groenlandia ha sollevato serie preoccupazioni sull'approccio ai casi di bambini che coinvolgono famiglie di origine groenlandese. Noi del governo abbiamo ascoltato questa preoccupazione. Ora abbiamo trovato una soluzione valida e comune, che sostituisce l'uso di test psicologici standardizzati con un'unità speciale esperta nella lingua e nella cultura groenlandese. Spero che questa soluzione restituisca ai groenlandesi in Danimarca pace e sicurezza”. Il governo ha dichiarato che un disegno di legge sarà presentato “al più presto” e prevede di far entrare in vigore la nuova legge “entro il 1° maggio 2025”.
L'Istituto danese per i diritti umani aveva lanciato un monito sui test già nel 2022, denunciando il fatto che non tenessero conto delle differenze culturali, facendo correre ai genitori groenlandesi “il rischio di ottenere punteggi bassi nei test, in modo da concludere, ad esempio, che hanno capacità cognitive ridotte, senza che vi siano prove effettive di ciò”. “Questi potenziali errori di valutazione possono avere conseguenze di vasta portata sia per i bambini che per i genitori, poiché in caso estremo possono contribuire all'allontanamento forzato di un bambino”.
Merito della visita di Donald Trump Jr?
C'è anche chi contesta il tempismo della decisione, arrivata appena dopo le parole del nuovo presidente americano e la visita del figlio, Donald Trump Jr., Aka Hansen, un regista Inuit che aveva preso parte alle proteste di novembre, ha dichiarato al Guardian: “È una grande sorpresa per noi che all'improvviso siano in grado di apportare modifiche alla legge. È una cosa attesa da tempo e dobbiamo assicurarci che ogni singolo caso venga rivalutato da un'équipe di Inuit, per assicurarci che i nostri figli abbiano una giusta opportunità”. Hansen dubita che l'annuncio sarebbe arrivato anche senza la visita di Trump Jr.: “Temo che non sarebbe successo nulla se lui non fosse stato qui”.
La decisione di Copenaghen potrebbe essere un segnale d'insicurezza o paura di perdere l'ex colonia. In un recente dibattito televisivo, trasmesso sia in Danimarca che in Groenlandia, il premier groenlandese, Múte Egede, ha detto che il territorio autonomo ne ha “abbastanza” di sentirsi dire che deve essere grato a Copenaghen per essere stato un “buon padrone coloniale”. Se la Danimarca si fosse comportata meglio con i groenlandesi, ha aggiunto, forse non starebbero discutendo del futuro dell'isola.
In risposta all'annuncio dell'abolizione dei test per i genitori, Aqqaluaq B Egede, ministro groenlandese per l'infanzia, la gioventù, l'istruzione, la cultura, lo sport e la chiesa, ha dichiarato: “Sono molto contento che il governo danese sia d'accordo con il nostro governo per soddisfare un desiderio sentito da tutta la popolazione. È stato un processo a lungo termine per raggiungere il nostro obiettivo di fermare l'uso dei test psicologici negli esami di idoneità genitoriale delle famiglie groenlandesi in Danimarca”. Ha inoltre rivelato che il governo danese ha accettato di rivalutare i casi in cui i test psicologici possono aver portato a un'ingiusta collocazione di bambini groenlandesi.
Esteri
Trump, messaggio a Putin: “Stop alla guerra o altre...
"Il presidente Zelensky vuole la pace, me lo ha detto chiaramente"
"Il presidente Zelensky vuole la pace, me lo ha detto chiaramente. Ma bisogna essere in due per ballare il tango". Donald Trump torna a proporsi come mediatore per porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia. Il presidente degli Stati Uniti ribadisce che l'Ucraina, attraverso le parole del presidente Volodymyr Zelensky, è pronta a negoziare.
Dalla Russia, non arrivano analoghi segnali: "Bisogna essere in due per ballare il tango", dice riferendosi a Vladimir Putin. Trump sarebbe pronto a incontrare il presidente Putin? "Incontrerò Putin quando vuole".
"In Ucraina stanno morendo milioni di persone, molte di più rispetto ai numeri che vengono riportati. Non è colpa della stampa, forse è colpa del nostro governo che vuole diffondere le cifre. Le città sono ridotte a cumuli di macerie. La Russia ha perso circa 800mila soldati, l'Ucraina ne ha persi 600-700mila. La guerra si deve fermare", ribadisce. Trump definisce "probabili" nuove sanzioni contro la Russia se Mosca non negozierà. "Sembra probabile", afferma, ribadendo che "la guerra non sarebbe mai scoppiata se fossi stato presidente" in quel momento.
Il tono perentorio usato nei confronti di Putin non sorprende, le parole di Trump ricalcano quelle pronunciate meno di 24 ore prima nello Studio Ovale della Casa Bianca. "Molti pensavano che la guerra sarebbe durata una settimana, sono quasi 3 anni. Putin non può essere contento, non sta facendo una gran bella figura. Credo che sarebbe propenso a far finire la guerra. Quasi un milione di soldati russi sono stati uccisi, sono morti 700mila soldati ucraini. La Russia è più grande, ha più soldati da perdere. Ma non è questo il modo di gestire un paese", ha detto il presidente degli Stati Uniti subito dopo l'insediamento. "Credo che stia distruggendo la Russia senza un accordo. La Russia sarà in grossi guai, guardate la loro economia e l'inflazione. Io andrei d'accordo con lui, spero voglia fare un accordo".