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Queste le variazioni Rai dei programmi tv di domani:
RAI 1
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RAI 2
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RAI 3
15:00 In diretta dalla Camera dei Deputati "Question Time" Interrogazioni a risposta Immediata. A cura di Rai Parlamento
16:10 (anziché 15:05) Piazza Affari
16:20 TG 3 L.I.S.
16:25 Rai Parlamento Telegiornale
16:30 Aspettando Geo
(Il programma Mano a mano previsto alle 15:25 non sarà trasmesso)
Spettacolo
Sanremo, Ruggeri: “Buon cast, quest’anno serve...
L'artista ospite della prima puntata di 'Adnkronos Stars', parla a tutto tondo: dal nuovo album in uscita 'La Caverna di Platone' al suo ritorno in tv. "Amareggiato che si sia parlato di 'TeleMeloni, ho sempre fatto tv e penso di farla bene"
Il cast di Sanremo 2025? "Quest'anno sono andato un po' meno su Google a cercare chi erano i concorrenti, quindi direi buono. L'anno scorso, pur facendo questo mestiere, ci ero andato parecchio perché tanti non sapevo proprio chi fossero". Parola di Enrico Ruggeri, che si racconta a tutto tondo ospite dell'Adnkronos nella prima puntata del vodcast 'Adnkronos Stars' e parte proprio dall'imminente festival della canzone italiana. "Sanremo, si sa, è legato agli ascolti, ha una serie di paletti, chi lo organizza è costretto a fare di tutto per gli ascolti, perché lo share sia più alto -spiega Ruggeri- Si deve investire in uno spettacolo eterogeneo. Quest'anno se non altro comincio a rivedere dei cantautori, Brunori, Lucio Corsi, Cristicchi, poi ci sono giovani, meno giovani, vecchi eroi. Bisognerò vedere tra 40 anni, se ci ricorderemo dieci canzoni sarà stato un buon festival.
"Il dissing tra Tony Effe e Fedez? E' marketing"
Il dissing tra Fedez e Tony Effe "non mi appassiona. Mi sembrano delle astutissime strategie di marketing", scandisce il cantautore milanese, del quale 17 gennaio è uscito l'album 'La Caverna di Platone', che fa poi qualche riflessione per niente banale sulla musica trap. "Ho un figlio che la ascolta -dice Ruggeri- Ora mi diranno che rosico perché lui la ascolta, ma chiariamo una cosa: se uno ascolta 'Bello Figo', ha comunque una predisposizione tale che se Bello Figo non fosse mai nato non avrebbe ascoltato me, quindi a me non cambia nulla che ci sia la trap". E sui testi talvolta volgari o sessisti, charisce: "Io non mi scandalizzo per nulla. Sono nato col punk, a 18 anni a Londra ho visto gruppi selvaggi e pieni di turpiloquio. Ma se tu fai musica, un pochino di poesia ce la devi mettere. Non è neanche l'argomento che mi scandalizza: un ragazzo indebitato che ammazza gli usurai sembra il testo di una trap ed è 'Delitto e Castigo', un gruppo di minorenni che vanno in giro a delinquere è 'Oliver Twist' di Dickens. Ma non puoi scrivere una canzone se conosci 120 parole. Lou Reed ha frugato i meandri della mente, Bukowski idem, Oscar Wilde lo stesso. E' lecito, e spesso è il caso, di scendere negli abissi dell'animo umano, ma devi farlo con arte".
"A Sanremo tornerei volentieri come direttore artistico"
Riguardo al tornare sul palco del festival di Sanremo, "tornarci da direttore artistico mi interesserebbe di più che tornarci da concorrente", ammette Ruggeri. "Sarebbe un ruolo delicatissimo -spiega il cantautore milanese- Tutti i direttori artistici dicono 'io ho riportato al centro le canzoni', ed è quello che direi anche io. Solo che io lo farei veramente". Nella scelta dei brani, "mi chiederei: questa canzone se la ricorderanno fra dieci anni?", scandisce Ruggeri. Che nel tornare invece all'Ariston in qualità di concorrente avrebbe qualche dubbio in più, anche se "non si può mai dire, perché si rischiano le brutte figure", sorride. "Non so, forse sarei un po' a disagio, un brano come 'Il Poeta' (singolo del suo ultimo album 'La Caverna di Platone', uscito il 17 gennaio, ndr) forse non ci farebbe niente. Poi però mi dicono che Simone Cristicchi porterà, ad esempio, una canzone molto poetica e non stento a crederci perché è un grande artista. Quindi magari alla fine troverei il mio posto".
"Il mio album 'La Caverna di Platone' nato dopo tre anni di lavoro"
Ed è Ruggeri stesso a spiegare all'Adnkronos l'allegoria sottesa a 'La Caverna di Platone', il suo nuovo album uscito il 17 gennaio su etichetta Anyway Music/Sony Music. Tredici tracce che uniscono una grande ricercatezza di suoni ad una serie di profonde riflessioni su diversi temi. "Ci ho messo tre anni, ho cominciato a scriverlo esattamente appena è uscito 'La Rivoluzione'", racconta l'artista. Platone "immaginava delle persone rinchiuse in una caverna che vedevano come unico approccio con la realtà delle proiezioni esterne, si convincevano che quella fosse la realtà e una volta liberate si sentivano a disagio. Direi che i parallelismi con il mondo di oggi si sprecano".
Uno dei singoli portanti dell'album è 'Il Poeta': "Raffigura un personaggio divisivo -spiega Ruggeri- Oggi questa parola viene usata con un'accezione negativa ed è preoccupante, perché significa che deve esserci un unico pensiero e tutto ciò che non lo è è visto come negativo per la società. invece in un mondo in cui ci si confronta, un mondo civile, la persona divisiva è qualcuno che mostra un altro aspetto della realtà. Lo era Socrate, e tanti altri, fino ad arrivare a Pasolini". Il parallelismo con i giorni nostri è lampante: "Spesso le persone che hanno espresso il loro pensiero lo hanno pagato caro. Anche in questi ultimi anni, questo è accaduto, scandisce il 67enne artista milanese. Tra i brani c'è 'Benvenuto chi passa da qui', scritto da suo figlio Pico Rama, musicista con tre album all'attivo, ed ha collaborato anche la compagna di Ruggeri, la bravissima musicista Andrea Mirò. "In famiglia siamo un po' tutti musicisti, l'arte viene bene se fatta con chi ti è caro e quando ci si capisce al volo", dice Ruggeri.
"Milano violenta? Chi ne paga le spese sono gli stranieri onesti"
Tra i brani dell'album spicca 'Il Cielo di Milano', in cui Ruggeri parla della sua città, e interviene sulle polemiche scatenate dal problema sicurezza. "Io sono nato a Milano e ci sto bene. Non esco la sera e non faccio tardi a meno che non vada a casa di qualcuno, vivo da persona agée e il peggio non lo vedo. Ma mio figlio di 18 anni mi racconta di violenze che accadono, di questo fuoco sotto la cenere. E' un momento molto duro che è diventato ideologia. Forse da un lato viene strumentalizzato, dall'altro minimizzato strumentalmente". "Credo -spiega Ruggeri- che sia un problema di incroci di razze. Milano è sempre stata un po' razzista con chi non ha voglia di lavorare, ma se hai voglia ti ci trovi bene. I più arrabbiati sono proprio gli stranieri che lavorano tanto". Ruggeri racconta un aneddoto: "Parlavo con alcuni operai albanesi che fanno i muratori, ebbene si chiedono come mai in Italia non ci sia il modo per togliere di mezzo queste persone che delinquono affinché loro, albanesi, se vanno a chiedere una casa in affitto non vengano guardati male".
"Amareggiato che si sia parlato di Tele Meloni per il mio ritorno in tv"
Tra disco in uscita, il libro biografia '40 vite (senza fermarmi mai)' e il programma su Rai2 'L'Occhio del Musicista', Ruggeri effettivamente non si ferma mai. Ma qualche sassolino dalla scarpa se lo toglie: "Mi sono molto amareggiato quando sono tornato in tv e alcuni hanno cominciato a parlare di 'Tele-Meloni' -spiega- La notizia non era che io facessi tv, che credo di avere fatto sempre abbastanza bene, ma il fatto che per anni nessuno mi avesse mai più chiamato. Perché nessuno si è chiesto come mai, perché nessuno ha scritto 'dov'era Ruggeri in questi tre anni?". Il problema, spiega il cantautore milanese, "è quando non ti chiamano. Quando ti 'epurano' palesemente, paradossalmente ti fanno anche un favore, perché diventi un martire. Ma quando semplicemente non ti chiamano nessuno sente la tua mancanza, perché l'universo della tv e della comunicazione è tanto variegato che uno non se ne accorge".
E forse perché sensibile su questo tema, parlando della sua trasmissione su Rai2, 'L'Occhio del Musicista', che ha finito di registrare e della quale vedremo ancora due puntate di stagione, Ruggeri spiega: "Ci sono un sacco di giovani bravissimi che fanno cose interessanti ma sono fuori dal giro. Vengono chiamati sempre gli stessi 20, 25, in un circolo vizioso che lascia fuori dei veri talenti. Per fare qualche nome, ci sono ragazzi bravissimi, come Erika Mou, Fulminacci, Mirkoeilcane e altri. Io questi ragazzi voglio difenderli, ecco perché nel mio programma invito loro". (di Ilaria Floris)
Spettacolo
MasterChef Italia, stasera 23 gennaio la prova con Massari:...
In onda stasera alle 21.15 su Sky e in streaming su Now
MasterChef Italia torna stasera, giovedì 23 gennaio, in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now, con un nuovo appuntamento. Per i cuochi amatoriali in gara arriva uno degli scogli tradizionalmente più temuti da tutte le Masterclass, la prova di pasticceria: gli ospiti dei giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli saranno infatti il 'maestro dei maestri pasticceri italiani' Iginio Massari e l’imprenditrice e Pastry Chef Debora Massari, sua figlia.
La prova di pasticceria
Sotto l’occhio vigile dei Massari, gli aspiranti chef del cooking show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy troveranno prima una 'Golden Mystery Box' in cui dovranno dimostrare capacità tecniche di taglio e creatività nella farcitura di un panettone gastronomico; quindi si butteranno a capofitto sulla pasticceria con l'Invention Test per il quale si cimenteranno con la preparazione di un dolce a dir poco 'scenografico'. Per i componenti della classe saranno due prove insidiose e complicate, e anche stavolta la prova di pasticceria riuscirà a sparigliare le carte.
A seguire, sempre negli episodi di stasera alle 21.15, arriverà una prova in esterna davvero infuocata all’interno del comune di Pontremoli, in provincia di Massa Carrara. Il paesaggio della cittadina della Lunigiana, da secoli divisa tra le fazioni di San Geminiano e San Nicolò che si sfidano ogni anno realizzando immensi falò, accoglierà altre due fazioni, la brigata rossa e la brigata blu, impegnate a cucinare sui 'testi', delle 'pentole' in ghisa da appoggiare sulla brace tipiche della tradizione culinaria locale. A giudicare il loro operato e il loro tuffo nella cucina della Lunigiana venticinque espertissimi ristoratori della zona.
La brigata che non si dimostrerà all’altezza dovrà tornare in studio per affrontare un 'Pressure Test' tutt’altro che usuale. Nel frattempo, prosegue l’appuntamento quotidiano con 'MasterChef Magazine' la rubrica dedicata agli amanti della cucina in cui i cuochi amatoriali in gara quest’anno si alternano a chef già affermati per parlare di food e realizzare ricette dal tema sempre differente.
Nelle prossime puntate, i telespettatori potranno assistere al ritorno tra i fornelli di Settimino Difonzo, amatissimo concorrente della tredicesima edizione di 'MasterChef Italia', e di Carmine Gorrasi, finalista dell’undicesima edizione, impegnati in una divertente cucinata di coppia; non mancheranno ancora Eleonora Riso, vincitrice in carica, insieme al suo braccio destro nonché compagno d’avventura Niccolò Califano, alle prese con una ricetta basata sugli ingredienti che permetteranno loro di fare un viaggio nei ricordi della loro esperienza nel cooking show.
E ancora, lo Chef Barbieri tornerà in cattedra per testare le capacità di Deborah Meloni, cuoca amatoriale in gara nella tredicesima edizione; infine Francesca Filippone, concorrente della dodicesima edizione, aprirà le porte del suo ristorante nella Tenuta Pakravan Papi, in Toscana, per raccontarci come è cambiata la sua vita dopo 'MasterChef Italia'. Anche quest’anno si rinnova l’impegno di tutto il mondo 'MasterChef Italia' in tematiche di sostenibilità ambientale e sociale, promuovendo il consumo consapevole ed ecosostenibile, rispettando l’ambiente e non sprecando risorse alimentari.
Spettacolo
Timothée Chalamet è Bob Dylan da oggi al cinema:...
L’attore interpreta l’icona della musica in ‘A Complete Unknown'
Da oggi nei cinema ‘A Complete Unknown’, il biopic su Bob Dylan di James Mangold che racconta la storia vera dietro l’ascesa di uno dei cantautori più iconici della storia. A interpretarlo Timothée Chalamet che, da tifoso sfegatato della Roma, inizia l'intervista all’Adnkronos, in collegamento da Londra, con il suo omaggio alla squadra giallorossa: "Forza Roma".
"Sono triste e un po’ folle come Dylan", ammette 'Timmy', così lo chiamano i fan. "Essere Bob Dylan è stato un dono, un grande insegnamento per me come attore e come essere umano", dice Chalamet, che si è “ritrovato a dover interpretare un titano della musica, l’ho studiato per più di 5 anni. La mia routine quotidiana prima delle riprese dipendeva dalla scena che dovevo girare, dalla musica coinvolta e da quante ore avevo dormito. Ricordo di aver impiegato moltissime ore della mia vita alle lezioni di canto e di chitarra".
Il film - che vede nel cast anche Edward Norton, Elle Fanning e Monica Barbaro - è ambientato nella New York dei primi Anni 60. Sullo sfondo di una vibrante scena musicale e di tumultuosi sconvolgimenti culturali, un enigmatico diciannovenne del Minnesota, Bob Dylan, arriva nel West Village con la sua chitarra e un talento rivoluzionario, destinato a cambiare il corso della musica americana. Mentre stringe i suoi legami più profondi durante l’ascesa verso la fama, cresce la sua irrequietezza nei confronti del movimento folk e, rifiutando di essere etichettato, compie una scelta controversa che risuona culturalmente in tutto il mondo. “È difficile rivedere qualcosa del giovane Bob Dylan in me, io spero che ci sia perché è un artista straordinario. Sarebbe come se ti chiedessi chi sono i tuoi eroi e se rivedi i tuoi eroi in te e viceversa”, conclude Chalamet. (di Lucrezia Leombruni)