Cerchi qualcosa in particolare?
Pubblichiamo tantissimi articoli ogni giorno e orientarsi potrebbe risultare complicato.
Usa la barra di ricerca qui sotto per trovare rapidamente ciò che ti interessa. È facile e veloce!
Dalle soldatesse a mamma Bibas, chi sono le donne che potrebbero essere liberate domani
Hamas renderà noti oggi i nomi dei 4 ostaggi che, in base all'accordo raggiunto con Israele nell'ambito della tregua a Gaza, verranno rilasciati domani, sabato 25 gennaio. Lo ha dichiarato un alto funzionario di Hamas, Zaher Jabarin, confermando che a essere rilasciate saranno quattro donne.
Capo di Hamas in Cisgiordania, Jabarin ha spiegato che la lista dei quattro nomi verrà consegnata ai mediatori. Si tratta del secondo scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi della prima fase dell'accordo. Per ogni ostaggio vengono rilasciati 30 detenuti palestinesi, 50 se l'ostaggio rilasciato è un militare.
Una volta divulgati i nomi dei quattro, Israele dovrà fornire la lista dei detenuti palestinesi che verranno liberati in cambio, ha sottolineato Jabarin. L'accordo di cessate il fuoco, ha aggiunto, sta tenendo "malgrado alcune violazioni dell'occupazione israeliana". Ne riferisce il 'Times of Israel'.
Dalle soldatesse a mamma Bibas, le donne che Hamas può liberare
Nella lista dei 33 ostaggi che Hamas rilascerà nella prima fase dell'accordo raggiunto con Israele ci sono ancora sette donne.
Dopo il rilascio domenica di Emily Damari, Romi Gonen e Doron Steinbrecher, nella lista dei primi ostaggi che saranno liberati figura Shiri Silberman Bibas, 33 anni, rapita insieme al marito Yarden e ai figli Ariel, che ha compiuto 5 anni a Gaza, e al più piccolo ostaggio Kfir, di soli 2. Hamas aveva fatto sapere che la famiglia Bibas era stata uccisa in un raid aereo israeliano, ma non aveva mai fornito prove. C'è attesa anche per la tedesco-israeliana Arbel Yehud, 29 anni, che inizialmente doveva essere rilasciata domenica, ma che è stata sostituita da Hamas all'ultimo minuto. Al suo posto è stata rilasciata Emily Damari. Arbel Yehud era stata rapita il 7 ottobre del 2023 con il fidanzato Ariel Cunio dalla sua abitazione nel kibbutz Nir Oz. Israele ha chiesto che la donna venga rilasciata sabato.
Nell'elenco figurano i nomi delle cinque giovani soldatesse israeliane rapite, ovvero Agam Berger, Daniella Gilboa, Liri Albag, Naama Levy e Karina Ariev. Tutte appartengono all'unità di sorveglianza elettronica dell'Idf, con il compito di analizzare in tempo reale le immagini delle telecamere collocate lungo il confine di Gaza. Sono state rapite dai miliziani di Hamas che avevano fatto irruzione nella base di Nahal Oz uccidendo 52 soldati israeliani.
Karina Ariev, 19 anni, era apparsa in un video di propaganda di Hamas in cui implorava il governo di Netanyahu di fermare la guerra. Daniella Gilboa è stata rapita direttamente dal suo letto, come ha raccontato in un video reso pubblico a luglio. Più di recente, a gennaio, la diciannovenne Liri Albag è apparsa in un video in cui raccontava di essere rapita da 450 giorni. Naama Levy, 21 anni, è apparsa nei filmati del 7 ottobre ferita e con le mani legate dietro la schiena, trascinata su una jeep. Secondo il padre sarebbe stata tenuta lontana dalle altre in un tunnel a Gaza.
Esteri
Trump atto II, l’agenda del presidente dipende da un...
Sarà Grassley a gestire i dossier più delicati e importanti dal punto di vista politico-ideologico
Sarà un senatore repubblicano 91 anni, Chuck Grassley una delle figure chiave per l'agenda legislativa di Donald Trump. Da presidente della commissione Giustizia, infatti spetterà all'anziano repubblicano, entrato la prima volta in Senato prima ancora che nascesse il 40enne vice presidente JD Vance, gestire i dossier più delicati, e importanti dal punto di vista politico-ideologico, con cui il tycoon è ritornato alla Casa Bianca, dal profondo stravolgimento del sistema dell'immigrazione, alla lotta al 'deep state' all'interno dei dipartimenti al rafforzamento dei conservatori nelle corti federali.
Il dibattito sulla 'gerontocrazia' negli Usa
Secondo Politico, sono diversi gli esponenti, strateghi e lobbisti repubblicani che, in modo ovviamente riservato, si domandano se Grassley sia troppo vecchio per questo compito. Dubbi che rilanciano il dibattito in corso da un certo tempo a Washington sulla necessità di 'svecchiare' la leadership troppo avanzata.
Un dibattito che è stato centrale per il passo indietro dell'82enne Joe Biden in favore di Kamala Harris per le elezioni, anche se poi la 60enne democratica è stata sconfitta da Donald Trump, che con i suoi 78 anni, 7 mesi e 10 giorni si è insediato come il presidente più anziano della storia americana.
Al momento del suo insediamento Biden infatti aveva 78 anni e tre mesi. Con il giuramento di lunedì Trump si è ripreso in effetti il primato che aveva già conquistato con il primo mandato, quando si era insediato a 70 anni, un anno più vecchio di Ronald Reagan che giurò da 69anne per il suo primo mandato
Il dibattito sulla 'gerontocrazia' a Washington ha provocato negli ultimi anni un cambio di guardia ai vertici del Congresso: nel 2022 l'allora 82enne Nancy Pelosi lasciò al cinquantenne Hakeem Jeffries la leadership dei democratici della Camera, posizione che la due volte Speaker aveva tenuto per 20 anni. Lo scorso novembre ha poi lasciato la leadership dei repubblicani al Senato l'82enne Mitch McConnell, incarico tenuto per 18 anni, il più lungo mandato per un leader di un partito al Senato. Al suo posto è stato il 64enne John Thune.
Esteri
Trump e i dazi all’Italia: “Meloni mi piace...
L'apertura del presidente Usa a chi gli chiede se intende evitare di imporre dazi al nostro Paese
Giorgia Meloni "mi piace molto" e sui dazi all'Italia "vediamo che succede". Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, rispondendo a un giornalista che gli ha chiesto se intende evitare di imporre dazi all'Italia prima di partire verso la Carolina del Nord.
Meloni unica leader Ue all'Inauguration day
Una relazione amichevole quella tra il presidente degli Stati Uniti e la presidente del Consiglio resa evidente anche dall'invito da parte di Trump, accettato da Meloni, all'inauguration day. La premier ha infatti presenziato - unica leader europea - alla cerimonia di insediamento.
Meloni aveva comunque già avuto modo, di un colloquio a tu per tu con Trump pochi giorni prima dell'insediamento quando era volata a Mar a Lago in Florida per una visita informale e un faccia a faccia durato 4 ore.
Dazi Usa e made in Italy, il rischio
I dazi doganali da parte degli Stati Uniti potrebbero avere un impatto sulla crescita e la competitività in uno dei mercati più importanti per i prodotti alimentari italiani. Italia del Gusto, il Consorzio che rappresenta le migliori aziende italiane nel settore agroalimentare e vinicolo, valuta con attenzione tale rischio. Nel 2024, l’export agroalimentare italiano ha toccato i 57 miliardi di euro, con oltre 4,4 miliardi di euro nei primi 7 mesi, +19,7% sullo stesso periodo 2023 (dati Federalimentare), che rappresentano il terzo mercato di sbocco per l’agroalimentare made in Italy. I dazi, se applicati, infatti, faranno aumentare per i cittadini americani i prezzi al consumo dei prodotti alimentari italiani, riducendone la domanda e indebolendo la posizione di un intero settore, con gravi ripercussioni su tutta la filiera agroalimentare italiana
Esteri
Ucraina, Russia: “Italia non può partecipare a...
Mosca stigmatizza la posizione "anti-russa" assunta da Roma
Mosca non considera l'Italia come un possibile partecipante al processo di pace in Ucraina, data "la sua posizione anti-russa". E' quanto sostiene il ministero degli Esteri di Mosca, citato da Ria Novosti.
"Tenendo conto della posizione anti-russa assunta dall'Italia, non la consideriamo nemmeno come un possibile partecipante al processo di pace, tanto meno come una sorta di 'difensore degli interessi della Russia nell'Ue', che nelle condizioni attuali suona francamente ridicolo”, si legge sul sito del ministero degli Esteri che pubblica oggi le risposte alle domande dei media fatte al ministro Sergey Lavrov in una conferenza stampa nei giorni scorsi.
In particolare, si sottolinea che se l'Italia vuole contribuire alla soluzione del conflitto deve prima smettere di inviare armi a Kiev. "Questo porta solo ad un'escalation incontrollata del conflitto e ad un aumento del numero delle vittime, anche tra la popolazione civile", si legge nella risposta.