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Ucraina-Russia, Kiev rischia tracollo nel Donbass. E Kim manda altre armi a Putin
Le truppe di Kiev rischiano l'accerchiamento. La Corea del Nord invierà nuovi aiuti alla Russia
L'Ucraina rischia il tracollo nel Donbass. Le truppe di Kiev, nella zona più calda del fronte, rischiano di essere accerchiate dai reparti russi in una fase cruciale della guerra. Mentre Donald Trump va in pressing su Vladimir Putin auspicando il decollo del dialogo per porre fine al conflitto ("Voglio vederlo presto, la guerra deve finire"), sul campo il copione di Mosca non cambia. La situazione per le forze ucraine appare critica in particolare nell'area di Velyka Novosilka, come ha confermato un portavoce dell'esercito alla tv.
"C'è il rischio di un'operazione di accerchiamento", ha detto descrivendo il quadro nel quale i soldati ucraini si affidano all'artiglieria per rompere l'assedio. Prima della guerra, Velyka Novosilka era una cittadina con circa 5300 abitanti. Ora, le sue macerie corrispondono all'estremità sudoccidentale del fronte nel Donetsk. Il centro della città, secondo gli aggiornamenti, è ancora controllato dai soldati di Kiev.
Le autorità ucraine, intanto, hanno ordinato l'evacuazione di 16 villaggi nell'oblast di Kharkiv. I bombardamenti russi sono diventati più intensi, i civili devono allontanarsi da una regione sempre più instabile. "Esortiamo le famiglie con minori a proteggere le proprie vite e ad abbandonare le aree pericolose", il messaggio del governatore Oleh Syniehubov.
I vertici militari ucraini hanno registrato 82 attacchi russi lungo il fronte orientale. Più della metà hanno preso di mira Pokrovsk, centro logistico fondamentale nel Donetsk: il controllo della città consente di gestire le principali vie di rifornimento e, per la Russia, significherebbe avere un trampolino per un'offensiva più strutturata verso ovest.
Nella regione, le truppe di Mosca sono impegnate in operazioni ormai da oltre un anno e hanno preso possesso di Avdiivka, Vuhledar e più recentemente di Kurakhove. La Russia riesce a mantenere una pressione costante nell'est dell'Ucraina perché non deve impiegare troppo risorse nel Kursk, la regione invasa dai soldati di Kiev sin da agosto 2024. Lì, infatti, Mosca schiera migliaia di nordcoreani e, a quanto pare, potrà utilizzare ulteriori risorse - umane e non - provenienti da Pyongyang.
Kim manderà altri uomini e armi a Putin
La Corea del Nord - che ha spedito in Russia 12mila uomini - infatti invierà rinforzi ai militari russi impegnati a combattere contro le truppe ucraine nella regione di confine Kursk, come ha spiegato il capo dell'intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov nel corso di una intervista alla rivista The War Zone. Anche il New York Times, citando un funzionario statunitense a condizione di anonimato, ha scritto che nuove truppe di Pyongyang potrebbero arrivare entro due mesi.
Secondo Budanov, Pyongyang invierà unità di artiglieria, armi e altri 150 missili balistici a corto raggio che i russi potranno utilizzare contro gli ucraini. Lo scorso anno la Corea del Nord aveva consegnato all'esercito russo 148 missili a corto raggio, secondo fonti di Kiev e di Seul.
Budanov ritiene inoltre che Pyongyang consegnerà a Mosca altri cannoni semoventi Koksan e sistemi di lancio multiplo di razzi, ricordando che la Corea del Nord ha fornito alla Russia 120 pezzi di ciascuno di questi sistemi negli ultimi tre mesi. Inoltre ci si aspetta che i soldati nordcoreani addestrino i loro colleghi russi sui sistemi in dotazione, ha affermato.
Esteri
Trump atto II, l’agenda del presidente dipende da un...
Sarà Grassley a gestire i dossier più delicati e importanti dal punto di vista politico-ideologico
Sarà un senatore repubblicano 91 anni, Chuck Grassley una delle figure chiave per l'agenda legislativa di Donald Trump. Da presidente della commissione Giustizia, infatti spetterà all'anziano repubblicano, entrato la prima volta in Senato prima ancora che nascesse il 40enne vice presidente JD Vance, gestire i dossier più delicati, e importanti dal punto di vista politico-ideologico, con cui il tycoon è ritornato alla Casa Bianca, dal profondo stravolgimento del sistema dell'immigrazione, alla lotta al 'deep state' all'interno dei dipartimenti al rafforzamento dei conservatori nelle corti federali.
Il dibattito sulla 'gerontocrazia' negli Usa
Secondo Politico, sono diversi gli esponenti, strateghi e lobbisti repubblicani che, in modo ovviamente riservato, si domandano se Grassley sia troppo vecchio per questo compito. Dubbi che rilanciano il dibattito in corso da un certo tempo a Washington sulla necessità di 'svecchiare' la leadership troppo avanzata.
Un dibattito che è stato centrale per il passo indietro dell'82enne Joe Biden in favore di Kamala Harris per le elezioni, anche se poi la 60enne democratica è stata sconfitta da Donald Trump, che con i suoi 78 anni, 7 mesi e 10 giorni si è insediato come il presidente più anziano della storia americana.
Al momento del suo insediamento Biden infatti aveva 78 anni e tre mesi. Con il giuramento di lunedì Trump si è ripreso in effetti il primato che aveva già conquistato con il primo mandato, quando si era insediato a 70 anni, un anno più vecchio di Ronald Reagan che giurò da 69anne per il suo primo mandato
Il dibattito sulla 'gerontocrazia' a Washington ha provocato negli ultimi anni un cambio di guardia ai vertici del Congresso: nel 2022 l'allora 82enne Nancy Pelosi lasciò al cinquantenne Hakeem Jeffries la leadership dei democratici della Camera, posizione che la due volte Speaker aveva tenuto per 20 anni. Lo scorso novembre ha poi lasciato la leadership dei repubblicani al Senato l'82enne Mitch McConnell, incarico tenuto per 18 anni, il più lungo mandato per un leader di un partito al Senato. Al suo posto è stato il 64enne John Thune.
Esteri
Trump e i dazi all’Italia: “Meloni mi piace...
L'apertura del presidente Usa a chi gli chiede se intende evitare di imporre dazi al nostro Paese
Giorgia Meloni "mi piace molto" e sui dazi all'Italia "vediamo che succede". Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, rispondendo a un giornalista che gli ha chiesto se intende evitare di imporre dazi all'Italia prima di partire verso la Carolina del Nord.
Meloni unica leader Ue all'Inauguration day
Una relazione amichevole quella tra il presidente degli Stati Uniti e la presidente del Consiglio resa evidente anche dall'invito da parte di Trump, accettato da Meloni, all'inauguration day. La premier ha infatti presenziato - unica leader europea - alla cerimonia di insediamento.
Meloni aveva comunque già avuto modo, di un colloquio a tu per tu con Trump pochi giorni prima dell'insediamento quando era volata a Mar a Lago in Florida per una visita informale e un faccia a faccia durato 4 ore.
Dazi Usa e made in Italy, il rischio
I dazi doganali da parte degli Stati Uniti potrebbero avere un impatto sulla crescita e la competitività in uno dei mercati più importanti per i prodotti alimentari italiani. Italia del Gusto, il Consorzio che rappresenta le migliori aziende italiane nel settore agroalimentare e vinicolo, valuta con attenzione tale rischio. Nel 2024, l’export agroalimentare italiano ha toccato i 57 miliardi di euro, con oltre 4,4 miliardi di euro nei primi 7 mesi, +19,7% sullo stesso periodo 2023 (dati Federalimentare), che rappresentano il terzo mercato di sbocco per l’agroalimentare made in Italy. I dazi, se applicati, infatti, faranno aumentare per i cittadini americani i prezzi al consumo dei prodotti alimentari italiani, riducendone la domanda e indebolendo la posizione di un intero settore, con gravi ripercussioni su tutta la filiera agroalimentare italiana
Esteri
Ucraina, Russia: “Italia non può partecipare a...
Mosca stigmatizza la posizione "anti-russa" assunta da Roma
Mosca non considera l'Italia come un possibile partecipante al processo di pace in Ucraina, data "la sua posizione anti-russa". E' quanto sostiene il ministero degli Esteri di Mosca, citato da Ria Novosti.
"Tenendo conto della posizione anti-russa assunta dall'Italia, non la consideriamo nemmeno come un possibile partecipante al processo di pace, tanto meno come una sorta di 'difensore degli interessi della Russia nell'Ue', che nelle condizioni attuali suona francamente ridicolo”, si legge sul sito del ministero degli Esteri che pubblica oggi le risposte alle domande dei media fatte al ministro Sergey Lavrov in una conferenza stampa nei giorni scorsi.
In particolare, si sottolinea che se l'Italia vuole contribuire alla soluzione del conflitto deve prima smettere di inviare armi a Kiev. "Questo porta solo ad un'escalation incontrollata del conflitto e ad un aumento del numero delle vittime, anche tra la popolazione civile", si legge nella risposta.