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Attesa per liberazione 4 soldatesse: lista Hamas rischia di far saltare accordo

Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag hanno riabbracciato i familiari. Netanyahu: "Bentornate a casa". Israele ferma ritorno sfollati in nord Gaza. Media: "In corso trattative per rilascio Arbel Yehud prima di sabato prossimo"

Le soldatesse liberate oggi da Hamas  - (Afp) - (Afp)

Sono state liberate da Hamas le 20enni Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e la 19enne Liri Albag. I quattro ostaggi israeliani, dopo essere stati trasferiti alla Croce rossa e consegnati alle truppe dell'Idf nella Striscia di Gaza, hanno potuto riabbracciare i loro familiari in Israele.

Le quattro soldatesse, rilasciate dopo 477 giorni di prigionia, erano salite su un palco, allestito in piazza Palestina a Gaza City, dove è avvenuto il loro rilascio (VIDEO). Le giovani erano arrivate in piazza a bordo di 5 Suv senza insegne. Sul palco erano stati fatti salire anche i rappresentanti della Croce rossa, dove apparentemente avevano firmato dei documenti in vista del rilascio degli ostaggi.

Le quattro ragazze sono "in condizioni stabili" ha detto in una conferenza stampa Lena Feldman Koren, vice direttrice del Rabin Medical Center nei pressi di Tel Aviv, dove sono state ricoverate: "Dopo una valutazione medica iniziale, sono lieta di riferire le loro condizioni sono stabili".

Rilasciati 200 prigionieri palestinesi

Israele dal canto suo ha rilasciato in cambio 200 prigionieri palestinesi, in base all'accordo di cessate il fuoco di Gaza, riferisce la tv di stato egiziana Qahera, precisando che i prigionieri si trovano sul lato egiziano del valico di Rafah, al confine con la Striscia di Gaza.

"Dopo il disbrigo delle pratiche necessarie nelle prigioni e l'approvazione delle autorità politiche, tutti i terroristi sono stati rilasciati dalle prigioni di Ofer e Ktziot", si legge nella dichiarazione.

Israele ha affermato che i palestinesi condannati per l'omicidio di israeliani dovrebbero essere deportati definitivamente se liberati in base all'accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi, e non sarebbe loro consentito di tornare alle proprie case in Cisgiordania o a Gaza.

Netanyahu: "Bentornate a casa"

"Bentornate a casa!", scrive in un post su X il premier israeliano Benjamin Netanyahu che aggiunge: "Insieme a tutto il popolo d'Israele, io e mia moglie vi abbracciamo con tutto il cuore! Continueremo a lavorare per riportare a casa tutti i nostri rapiti".

Chi sono le 4 soldatesse rilasciate

Le 4 soldatesse, tra le sette rapite dall'unità di sorveglianza delle Idf presso la base militare di Nahal Oz durante il massacro guidato da Hamas del 7 ottobre 2023, avevano il compito di analizzare in tempo reale le immagini delle telecamere collocate lungo il confine di Gaza. Sono state rapite dai miliziani di Hamas che avevano fatto irruzione nella base uccidendo 52 soldati israeliani. Con loro era stata sequestrata anche una quinta soldatessa, Agam Berger, di cui però non si hanno più notizie.

Media: "In corso trattative per rilascio Arbel Yehud prima di sabato prossimo"

Intanto sono in corso trattative tra Israele e i mediatori per verificare se la donna civile tenuta in ostaggio Arbel Yehud possa essere rilasciata prima di sabato prossimo. Lo riporta l'emittente pubblica israeliana Kan.

Israele ha affermato che Hamas ha violato l'accordo liberando le soldatesse prima delle prigioniere ancora in vita, e ha affermato che ai palestinesi non sarà consentito di tornare nel nord di Gaza finché non saranno presi accordi per il rilascio della Yehud.

Un funzionario israeliano ha detto a Kan che agli abitanti di Gaza sarà permesso di tornare nella Striscia settentrionale se la Yehud verrà liberata nei prossimi giorni.

"Continuiamo a fare progressi nell'attuazione dell'accordo per il ritorno degli ostaggi e stiamo aspettando l'arrivo di altri ostaggi nel prossimo futuro. Hamas non ha rispettato il suo accordo di dare priorità al ritorno degli ostaggi civili. Insisteremo affinché Arbel Yehoud ritorni, così come Shiri e i figli della famiglia Bibas, per i quali siamo gravemente preoccupati", ha dichiarato il portavoce delle Idf, Daniel Hagari.

"Agam Berger è ancora tenuta prigioniera da Hamas - ha aggiunto Hagari - Ci impegniamo a riportarla indietro e ad assicurare il ritorno di tutti gli ostaggi. I genitori stanno incontrando le loro figlie al centro di accoglienza di Re'im. Abbiamo completato i preparativi per il loro ritorno. Da lì, proseguiranno con i loro genitori verso l'ospedale. La mattina del 7 ottobre, le soldatesse hanno agito coraggiosamente contro il nemico. Molte sono cadute nella feroce battaglia: abbracciamo le famiglie e siamo al loro fianco".

Hamas: "Yehoud è viva, sarà rilasciata la prossima settimana"

Yehoud è ancora viva e verrà rilasciata la prossima settimana, ha dichiarato un alto funzionario di Hamas. Da parte sua, Israele ha chiesto garanzie per il rilascio della donna e non solo una dichiarazione generica di Hamas sulla questione. Una delle richieste dello Stato Ebraico è che Hamas fornisca una prova che la Yehoud sia ancora in vita e che dimostri la propria capacità di organizzarne il rilascio.

Secondo Hamas Israele sta "ancora rinviando l'attuazione dei termini" dell'accordo sul rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco, non consentendo ai palestinesi sfollati di fare ritorno nel nord della Striscia di Gaza. L'intesa prevede che domani lo Stato ebraico si ritiri da alcune zone del Corridoio Netzarim e consenta ai palestinesi di fare ritorno nel nord di Gaza attraverso la strada costiera. Israele, tuttavia, ha chiarito che non consentirà agli abitanti di Gaza di raggiungere il nord finché Hamas non rilascerà l'ostaggio Arbel Yehud, la cui liberazione era prevista per oggi.

Israele chiede la liberazione della ragazza entro due giorni

Israele ha chiesto il rilascio di Arbel Yehoud entro due giorni. Lo rivela la tv saudita Al Hadath, secondo cui la richiesta ad Hamas, fatta attraverso i mediatori, segue l'annuncio di Israele che non si ritirerà dal corridoio di Netzarim con la motivazione che il gruppo palestinese ha violato i termini dell'accordo, che prevedevano anzitutto il rilascio degli ostaggi civili.

Tel Aviv ha chiesto, inoltre, ai mediatori che entro la fine della settimana Hamas fornisca informazioni dettagliate sulle condizioni degli ostaggi ancora vivi.

Ben Gvir: "Felici per liberazione ostaggi, ma video umiliano Israele"

"Gli occhi piangono di felicità per il ritorno di Daniella, Naama, Karina e Liri, ma il cuore si stringe per il video che umilia lo Stato di Israele, alla luce dell'accordo irresponsabile" ha dichiarato su X il leader del partito Otzma Yehudit ed ex ministro per la Sicurezza nazionale di Israele, Itamar Ben Gvir. In un apparente riferimento ai video delle soldatesse in una piazza di Gaza City diffusi da Hamas prima di liberarle, Ben Gvir ha affermato che "se non distruggiamo Hamas, il prossimo 7 ottobre è alle porte. Dobbiamo riprendere la guerra. E distruggere". Ben Gvir ha votato contro l'accordo e si è dimesso dal governo dopo l'approvazione.

Casa Bianca: "Merito di Trump"

"Oggi il mondo festeggia che il presidente Trump abbia assicurato il rilascio di altri quattro ostaggi israeliani, per troppo tempo trattenuti contro la loro volontà da Hamas in condizioni orribili" scrive la Casa Bianca in una nota. "Gli Stati Uniti continueranno, insieme al loro grande partner Israele, a spingere per il rilascio di tutti gli altri ostaggi e per il perseguimento della pace in tutta la regione".

Nuova lista ostaggi ha rischiato di far saltare accordo

L'elenco dei nomi comunicati ha messo a rischio l'accordo. Tel Aviv ha sostenuto che l'annuncio di Hamas sulle soldatesse viola l'intesa che prevede che siano rilasciate prima le civili e non le militari così come è accaduto nel primo scambio di domenica scorsa in cui hanno tre donne hanno potuto riabbracciare i loro familiari.

Israele, tuttavia, ha accettato la lista, ritenendo che la violazione non fosse abbastanza grave da far fallire l'accordo. Oltre a cinque soldatesse di sorveglianza, ci sono due ostaggi civili di sesso femminile nella lista originale dei 33 che dovrebbero essere rilasciati nella prima fase dell'accordo di cessate il fuoco: Arbel Yehud, 29 anni, e Shiri Silberman Bibas, 33 anni. Anche i due figli di Bibas, Ariel e il piccolo Kfir, e suo marito Yarden sono nella lista dei 33 da liberare.

Secondo Channel 12 all'origine di quanto accaduto ci sarebbe una disputa interna ad Hamas. L'ala della Jihad islamica palestinese a Gaza si sarebbe opposta alla liberazione di Arbel Yehud. La cittadina tedesco-israeliana ha compiuto 29 anni a Gaza e doveva essere rilasciata domenica scorsa, nel primo scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi, ma è stata sostituita da Hamas all'ultimo minuto. Al suo posto, domenica è stata infatti rilasciata Emily Damari con doppia cittadinanza israeliana e britannica.

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Esteri

“Trump junior spara a specie protette nella laguna di...

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Da Zanoni, consigliere veneto di Europa Verde, denuncia ai carabinieri e interrogazione: "Il Veneto e l'Italia non sono proprietà degli Usa"

Donald Trump Junior - (Fotogramma)

Donald Trump Junior a caccia di specie protette nella laguna di Venezia. A denunciarlo è Andrea Zanoni, consigliere veneto di Europa Verde, che in un post su Facebook annuncia di aver depositato un'interrogazione per denunciare i fatti: "Il Veneto e l'Italia non sono proprietà degli Usa".

"In un video della Field Ethos - The global hunt for adventure - ho osservato diverse scene di caccia agli anatidi nella laguna di Venezia, girate recentemente in Valle Pierimpie’ a Campagna Lupia (VE) - scrive Zanoni - L’area è tutelata dalle norme europee e fa parte di un sito della Rete Natura 2000 UE, come Zona Speciale di Conservazione denominata ‘Laguna medio-inferiore di Venezia’. Il video mostra alcune persone, tra cui Donald Trump Junior, mentre uccidono diverse anatre".

Il video

"Nel video si vede Trump J. con in primo piano una Casarca (Tadorna ferrugginea), un’anatra molto rara in tutta Europa e protetta dalla direttiva UE Uccelli e dalla legge italiana sulla tutela della fauna selvatica, la L. 157/1992. L’uccisione o la detenzione di questo animale è sanzionata penalmente e perciò per la legge italiana costituisce un preciso reato di competenza della magistratura - scrive ancora il consigliere veneto - Trump J. in Italia non avrebbe potuto cacciare. Solo i residenti di una delle regioni italiane possono cacciare in italia perché serve avere obbligatoriamente il tesserino di caccia che per legge viene rilasciato dalla Regione di residenza del richiedente".

Interrogazione e denuncia

"Ho depositato un’interrogazione affinché la Regione riferisca quali sanzioni intende mettere in atto, come la sospensione o revoca dell’autorizzazione nei confronti dell’azienda faunistica venatoria e dei responsabili di atti in violazione delle norme italiane ed europee - sottolinea Zanoni - Non è la prima volta che denuncio episodi simili: nel 2009 denunciai Re Juan Carlos per una battuta di caccia senza tesserino venatorio nell’Azienda Faunistico Venatoria di Valle Dragojesolo degli Stefanel. L’attuale governo Meloni sembra ormai tenuto a guinzaglio dal nuovo corso politico degli USA, con esercitazioni militari dell’USAF in aree protette dall’UE nel trevigiano (ho denunciato i fatti la scorsa settimana in merito al sito delle grave del Piave a Ciano del Montello) e ora il figlio di Trump a caccia di specie protette nella laguna di Venezia. Il Veneto e l’Italia non sono proprietà USA".

Zanoni ha inoltre presentato una denuncia ai Carabinieri forestali di Mestre Venezia contro Donald Trump Jr., accusando il figlio del presidente degli Stati Uniti di aver cacciato nella Laguna dì Venezua senza avere né la licenza di caccia rilasciata dalla Questura, né il tesserino di caccia e di aver abbattuto alcune specie protette, come emergerebbe dal video che lo stesso Zanoni ha diffuso ieri. Il video, secondo l'esponente di Ev, sarebbe stato girato a metà dicembre.

Fratelli d'Italia: "Solita caccia alle streghe della sinistra"

“Siamo fieri che Donald Trump Jr. abbia deciso di venire nel nostro Veneto per vivere un’esperienza unica. È inaccettabile che la sinistra continui con la solita caccia alle streghe contro chi, come Trump, ha legittimamente vinto le elezioni e rappresenta un modello di leadership e valori per milioni di persone nel mondo. Non possiamo accettare che una visita privata diventi un pretesto per attacchi strumentali contro Trump Jr. Se ha operato nel rispetto delle regole, come sembra essere il caso, non c’è motivo per questa isteria mediatica”. Così in una nota il consigliere regionale veneto di Fratelli d’Italia, Joe Formaggio.

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Esteri

Ucraina e la guerra della propaganda: nel Kursk soldati per...

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Mosca accusa le forze ucraine di uccisioni indiscriminate di civili e abusi, ma per Kiev le accuse sono false e non sostenute da prove

Kursk cartello stradale - Afp

Nella guerra Ucraina-Russia anche la propaganda ha un ruolo fondamentale verso la vittoria. Lo sa bene Kiev che punta ora sulla narrazione per "vincere i cuori e le menti" dei russi. Nel Kursk è stata infatti dispiegata una unità militare ucraina impegnata in uno sforzo di propaganda proprio mentre Mosca ricorre alla narrativa della 'Bucha di Kursk', con accuse che Kiev smentisce e che, al momento non sono sostenute da elementi di prova.

I soldati disarmati che aiutano la popolazione

Mentre alle forze regolari è stato chiesto di ridurre al minimo le interazioni con i civili che vivono nelle zone occupate, un piccolo gruppo di soldati fa esattamente l'opposto. Indossano uniformi, ma sono disarmati. Fanno visita ai residenti, aiutano le consegne di cibo e medicine, cercano di persuadere i russi ad abbandonare la loro lealtà per Vladimir Putin.

Ed effettuano riprese video della loro opera, per moltiplicare l'effetto di questo lavoro fra i russi. Un documentario è in fase di postproduzione e a produrlo è un ufficiale di Kiev che aveva documentato le atrocità commesse dai russi a Bucha.

Instillare il dubbio in anziani pensionati sovietici rimasti isolati

Molti dei civili con cui parlano sono pensionati in epoca sovietica e altre persone 'fragili' che non sono state in grado di lasciare la regione occupata dallo scorso agosto. Sono tagliati fuori dalle comunicazioni e dalle informazioni, non dispongono di una rete telefonica attiva, spesso neanche di corrente elettrica. Nessuno smentisce che i loro telefoni cellulari siano stati sequestrati dalle forze ucraine nei primi giorni dell'occupazione. Gli ucraini che vedono sono i loro unici contatti.

La strategia di Dmytrashkivskyi

"Impiantano i semi della verità nelle loro menti e sono certo che prima o poi si svilupperanno", spiega il colonnello Oleksii Dmytrashkivskyi, a capo della divisione media delle forze che sta documentando l'incursione e portavoce delle forze ucraine a Kursk, in una intervista al Washington Post dopo che Mosca ha denunciato uccisioni indiscriminate e abusi di civili nel Kursk da parte delle forze ucraina e l'esplosione di una bomba planante contro una scuola usata come rifugio di civili a Sudzha in cui si trovavano decine di civili ucraini, la maggior parte dei quali anziani o disabili. Accuse che Dmytrashkivskyi respinge categoricamente. Nella scuola, secondo Kiev, sono morte 4 persone e altre 10 sono rimaste ferite. Altre quattro sono disperse.

Subito dopo la sua nomina lo scorso agosto, Dmytrashkivskyi, che aveva prodotto un documentario sui massacri dei civili a Bucha da parte delle forze russe, poco dopo l'inizio dell'invasione, ha accompagnato i medici militari inviati a prestare assistenza e cure ai civili bisognosi e per cercare civili russi da reclutare come "contatti" per le forze di Kiev. La maggior parte dei civili non evacuati sono persone che hanno bisogno di cure, precisa. La scorsa estate avevano soccorso una donna nuda, nel letto a cui era costretta, coperta di vermi ma viva. Un'altra donna che avevano nominato come loro contatto in un insediamento è stata minacciata dalla suocera che voleva denunciarla ai russi come traditrice.

L'opera di persuasione funziona

In molti di questi primi incontri "ho sentito odio" nei nostri confronti, ha spiegato il portavoce. Ma con il passare del tempo, le cose sono cambiate. Ha appreso le storie delle rivalità fra vicini e quelle d'amore. Secondo lui, dalla scora estate a dicembre, sono stati uccisi 36 civili, 100 sono stati feriti, in raid aerei e di droni russi. Altri 76 civili sono morti "per cause naturali". Dall'inizio dell'anno, è diventato più difficile seguire il bilancio delle vittime che sono aumentate.

Kiev assicura che viene rispettata la richiesta dei civili russi che non vogliono comunicare o essere ripresi. Ma Dmytrashkivskyi ammette che il suo lavoro ha implicazioni etiche, è difficile, ed emotivamente impegnativo. Anche perché alcuni soldati della sua unità hanno perso amici o parenti nella guerra.

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Esteri

Israele-Hamas, iniziati colloqui per seconda fase accordo....

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Attaccato un checkpoint a Tayasir: morti due soldati. Oggi l'incontro Trump-Netanyahu. Tel Aviv manda delegazione a Doha per seconda fase accordo

Checkpoint Israele nei pressi del villaggio di Tayasir,

Due soldati israeliani sono morti oggi per le gravi ferite riportate nell'attacco sferrato questa mattina contro un checkpoint delle Idf nei pressi del villaggio di Tayasir, a est di Jenin nel nord della Cisgiordania. Lo rende noto l'Idf.

Uno dei soldati uccisi è il sergente maggiore Ofer Yung, 39 anni, comandante di squadra dell'8211esimo battaglione di riserva della brigata regionale Ephraim, di Tel Aviv. Il nome del secondo soldato ucciso verrà reso noto in seguito, spiega l'Idf.

L'uomo che ha sparato contro il checkpoint dell'esercito israeliano è stato ucciso mentre tentava la fuga, ha spiegato l'Idf. L'attacco ''è una risposta alla escalation dell'aggressione israeliana in Cisgiordania'', ha dichiarato il portavoce di Hamas Abdul Latif Al-Qanou, sottolineando che ''il nostro popolo ha diritto a difendersi''. ''Il mancato riconoscimento delle responsabilità dell'occupazione e il silenzio internazionale incoraggiano l'occupazione a commettere una guerra di sterminio in Cisgiordania, simile a quella condotta nella Striscia di Gaza'', ha aggiunto l'esponente di Hamas.

Hamas: iniziati colloqui per seconda fase accordo

Sono iniziati i colloqui tra mediatori per la seconda fase dell'accordo tra Hamas e Israele per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e lo scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi. Lo rende noto un portavoce di Hamas, Abdul Latif Al-Qanou, citato dai media arabi. "La seconda fase di contatti di negoziati è iniziata e siamo interessati in questa fase al soccorso e alla ricostruzione per il nostro popolo nella Striscia di Gaza", ha dichiarato.

Una delegazione israeliana sarà a Doha alla fine della settimana per la ripresa dei colloqui. In una nota diffusa dall'ufficio del premier dopo l'incontro a Washington tra Benjamin Netanyahu e i consigliere di Donald Trump si legge che "Israele si sta preparando perché la delegazione di lavoro parta per Doha alla fine di questa settimana per discutere i dettagli tecnici legati all'attuazione continuata dell''accordo".

A Jenin si va verso situazione catastrofica

Sta andando verso ''una direzione catastrofica'' la situazione nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, dove le Idf e lo Shin Bet hanno lanciato l'operazione militare congiunta 'Muro di ferro'. E' l'allarme lanciato dall'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi, dopo la distruzione di numerose strutture abitative nel campo. "Il campo sta andando verso una direzione catastrofica'', ha affermato la portavoce dell'Unrwa Juliette Touma incontrando i giornalisti a Ginevra. Ampie zone del campo profughi sono state ''completamente distrutte in una serie di esplosioni provocate dalle forze israeliane'', ha aggiunto Touma.

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