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Macron: “La Gioconda avrà una sala dedicata al Louvre”

Il presidente francese annuncia il 'trasloco' del capolavoro

La Gioconda - FOTOGRAMMA

La Gioconda, l'iconico quadro di Leonardo da Vinci, sarà trasferita in un nuovo "spazio speciale" del Louvre, "accessibile in maniera indipendente dal resto del museo e per questa ragione dotato di un proprio biglietto d'ingresso". Lo ha annunciato il presidente francese, Emmanuel Macron, in visita al museo simbolo della capitale parigina dopo la denuncia della direttrice sul degrado in cui versa l'edificio.

Durante un discorso pronunciato davanti alla celebre tela, Macron ha anche chiesto alla ministra della Cultura, Rachida Dati, di "preparare una tariffazione più elevata per i visitatori stranieri provenienti dai Paesi extra-Ue" da far entrare in vigore "il primo gennaio 2026". Il Louvre ristrutturato avrà come obiettivo di accogliere circa "12 milioni di visitatori all'anno", rispetto ai quasi nove del 2024, ha annunciato il presidente.

L'aumento del biglietto per i visitatori provenienti dai Paesi extra-Ue era stato annunciato lo scorso ottobre dalla stessa Dati. In quell'occasione la ministra aveva parlato anche della possibilità di far pagare un biglietto del costo di 5 euro per entrare a Notre-Dame.

Un caveau per il capolavoro

E' da quasi un anno che il Louvre sta pensando di spostare "La Gioconda" in una stanza sotterranea del museo parigino, anche per porre fine alle lamentele dei turisti che vorrebbero sostare più a lungo davanti al capolavoro di Leonardo da Vinci. L'ipotesi fu anticipata, infatti, nell'aprile 2024 dal quotidiano francese "Le Figaro", parlando del possibile trasferimento della Monna Lisa in un caveau di nuova costruzione, anche per garantire una perfetta conservazione del dipinto, attualmente protetta da un vetro antiproiettile e antiriflesso, insieme a impostazioni di temperatura e umidità strettamente controllate.

Una nuova camera sotterranea farebbe parte di una futura ristrutturazione del "Grand Louvre", con un nuovo ingresso al museo. I visitatori eviterebbero l'ingresso con la celeberrima piramide di vetro e sarebbero condotti direttamente alle sale sotterranee: una per la Monna Lisa e l'altra per le mostre temporanee. "Le Figaro" ha stimato il budget per la ristrutturazione del Louvre in 500 milioni di euro.

All'inizio della primavera del 2024 era stata proprio la direttrice del Louvre, Laurence des Cars, ha indicare il trasferire della popolare opera d'arte in un'apposita sala costruita nel seminterrato del museo. "Non accogliamo molto bene i visitatori in questa sala, quindi riteniamo di non fare bene il nostro lavoro", aveva detto de Cars al personale e ai supervisori del Louvre in quell'occasione.

"Spostare la Gioconda in una sala separata potrebbe porre fine al disappunto del pubblico". "Ci abbiamo pensato a lungo, ma questa volta siamo tutti d'accordo", dichiarò a "Le Figaro" Vincent Delieuvin, curatore capo della pittura italiana del XVI secolo del Louvre. "È una grande sala e la Gioconda è in fondo, dietro il suo vetro di sicurezza, quindi a prima vista sembra un francobollo", sottolineò.

Ogni anno il Louvre riceve tra i 9 e 10 milioni di visitatori e, secondo i funzionari del museo, la Gioconda è l'attrazione principale per l'80%. Nei giorni di maggiore affluenza, anche 25.000 persone fanno la fila per vederla per una manciata di secondi. La popolarità del dipinto ha indotto altri tentativi di migliorare l'esperienza visiva, tra cui la ridipintura delle pareti della sala da giallo uovo a blu notte nel 2019, nonché un cambiamento nel sistema di code per i visitatori.

Vincent Delieuvin ha sostenuto in un'intervista, sempre a Le Figaro, che l'impatto dei social media e del turismo di massa richiede uno sforzo maggiore, soprattutto dopo che la celebrità dell'opera d'arte è aumentata in seguito al furto nel 1911. "Dobbiamo accettare lo status di icona globale del dipinto, che sfugge al nostro controllo", ha avuto modo di riconoscere la direttrice de Cars.

Nel 2019, anno in cui si celebravano i 500 anni della morte di Leonardo da Vinci, "La Gioconda", ritenuta non trasportabile per motivi di sicurezza, si è spostata temporaneamente all'interno del Louvre per consentire un miglior svolgimento dei lavori di rinnovamento della Salle des Etats (dove si trova l'iconico ed enigmatico capolavoro della storia dell'arte). Per circa tre mesi il dipinto fu trasferito eccezionalmente nella Galerie Médicis, al secondo piano dell'Ala Richelieu (la sala 801). La Galerie Médicis è una delle più vaste del museo e poteva accogliere i numerosi visitatori che tradizionalmente il capolavoro di Leonardo attira. Il precedente trasloco interno al Louvre per "La Gioconda" avvenne dal 2002 al 2005 sempre per lavori di sistemazione della sala.

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Esteri

Usa, Trump limita assistenza medica a minori che vogliono...

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Firmato ordine esecutivo per "proteggere bambini da mutilazioni chimiche e chirurgiche"

Donald Trump - (Afp)

Gli Stati Uniti non "finanzieranno, sponsorizzeranno, promuoveranno, assisteranno o sosterranno" i minori di 19 anni che intendono cambiare sesso. E' quanto si legge nell'ordine esecutivo firmato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump con cui viene ridotta l'assistenza medica per i minori che intendono avviare una transizione da un sesso a un altro. Nel documento, intitolato 'Proteggere i bambini dalle mutilazioni chimiche e chirurgiche', sono contenute limitazioni all'accesso a cure mediche per l'affermazione di genere, come i bloccanti della pubertà, terapie ormonali e la chirurgia per i minori di 19 anni.

Insomma, spiega l'Nbc, l'ordinanza vieta i finanziamenti federali per questo tipo di assistenza ai minori, limita le sovvenzioni per la ricerca e l'istruzione alle scuole di medicina e agli ospedali. Viene inoltre ordinato a tutte le agenzie federali di revocare le linee guida della World Professional Association for Transgender Health (Wpath), un'associazione senza scopo di lucro dedicata all'assistenza medica alle persone transgender. Con la motivazione di ''mettere fine alla pratica di affidarsi alla scienza spazzatura'' perché la Wpath, sostiene l'ordine, ''manca di integrità scientifica''.

"Oggi in tutto il Paese i professionisti sanitari stanno mutilando e sterilizzando un numero crescente di bambini facilmente influenzabili con la falsa e radicale affermazione che gli adulti possono cambiare il sesso di un bambino attraverso una serie di interventi medici irreversibili", si legge nell'ordine esecutivo. Il documento aggiunge che un numero sempre maggiore di bambini si pentirà di aver ricevuto queste cure e saranno "spesso intrappolati in complicazioni mediche per tutta la vita" e nella sterilizzazione.

"Di conseguenza - prosegue l'ordine esecutivo - la politica degli Stati Uniti è quella di non finanziare, sponsorizzare, promuovere, assistere o supportare la cosiddetta 'transizione' di un bambino da un sesso all'altro e di far rispettare rigorosamente tutte le leggi che proibiscono o limitano queste procedure distruttive e che cambiano la vita".

Lambda Legal, un gruppo di difesa legale Lgbtq, ha promesso di combattere l'ordine esecutivo. Negli Usa le principali organizzazioni mediche, l'American Medical Association, l'American Academy of Pediatrics e l'American Psychological Association sostengono l'accesso all'assistenza transitoria per i minori e si oppongono alle restrizioni.

Corte sospende il congelamento di Trump sulla spesa per gli aiuti federali

Trump ha anche ordinato il congelamento dei finanziamenti destinati ai programmi federali. Ma una corte federale degli Stati Uniti ha sospeso il provvedimento, come riportato da diversi organi di informazione statunitensi. Il blocco degli aiuti, che ha creato confusione a causa delle preoccupazioni circa la copertura medica per milioni di persone, avrebbe dovuto entrare in vigore alle 17:00 ora locale di martedì. A seguito di un appello da parte di ONG e potenti stati democratici, la sentenza è stata sospesa fino a lunedì prossimo, 3 febbraio, da un giudice federale di Washington.

La portavoce di Trump, Karoline Leavitt in un briefing, il suo primo, alla Casa Bianca, aveva spiegato che non erano inclusi "i finanziamenti per i programmi di assistenza alle persone, inclusi i benefici del Social Security, Medicare, i buoni alimentari, e altre forme di assistenza di cui beneficiano direttamente le persone". "Responsabilità di questo Presidente e di questa amministrazione è quella di gestire bene il denaro dei contribuenti", ha concluso. Leavitt non ha voluto commentare l'impatto di questo congelamento su college e università.

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Esteri

Rep.Congo, vicecapomissione Msf a Goma: ”Ci servono...

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cooperanti italiani nella città assediata raccontano di ''saccheggi e combattimenti in corso''

Rep.Congo, vicecapomissione Msf a Goma: ''Ci servono garanzie da M23, Italia può mediare

Stanno cercando di ottenere ''garanzie di sicurezza dai ribelli dell'M23 che controllano il sud di Goma'', per poter ''raggiungere i feriti e portarli in ospedale al più presto''. E allo stesso tempo rivolgono ''un appello alle parti belligeranti perché diano spazio all'azione umanitaria e medica''. Sono le priorità di Medici Senza Frontiere, come racconta all'Adnkronos Marco Doneda, vice capo missione Msf a Goma e unico italiano dell'organizzazione rimasto. ''Gli italiani qui sono visti come al di fuori dei giochi di Paesi che hanno connessioni con il Ruanda e che sono diventati obiettivi nelle proteste'', racconta. ''Sicuramente in Congo non si ha una percezione negativa dell'Italia non avendo mai avuto un passato colonialista in questo Paese e proprio per questo il nostro Paese potrebbe svolgere un ruolo di neutralità e di mediazione'', afferma Doneda, a Goma dal maggio del 2024.

''La situazione attuale è l'acme di una crisi che dura da oltre un anno'', prosegue, ''ma fino a due settimane fa sembrava irrealizzabile un simile attacco dell'M23, anche per la forte presenza a Goma di uomini in armi''. Con il precipitare degli eventi, Msf ha ''ridotto il suo staff'' e ora ''siamo rifugiati da lunedì nella nostra base nel quartiere dei vulcani vicino al confine con il Ruanda. Uscire non è sicuro, ci vuole molta cautela''. Oggi lì ''la situazione è abbastanza calma'', ma ''ieri c'è stata una battaglia a 2 chilometri di distanza, ci sono state esplosioni, un razzo ci è passato sopra la testa. La zona è sotto il controllo dell'M23'' ed è ''da loro dobbiamo ricevere garanzie di sicurezza per poter uscire. C'è molta tensione, ieri hanno sparato contro veicoli delle Nazioni Unite''.

Nel frattempo all'ospedale di Kyeshero lo staff di Msf ''continua l'attività medica'' e ha ricoverato solo oggi ''80 feriti, circa 150 dall'inizio della crisi tra civili e militari''. Ma si tratta ''in particolare di donne, le più esposte alle violenze nei campi di sfollati mentre gli uomini sono stati magari coinvolti nei combattimenti''. E forse in questi hanno perso la vita. ''La Croce Rossa ha iniziato i primi sopralluoghi in città e ha riferito della presenza di molti cadaveri in strada'', ha spiegato Doneda. Come Msf, ''cerchiamo di rifornire il nostro ospedale e quello supportato dalla Croce Rossa con materiale medico, ma è una fase confusa dove gruppi di civili e di giovani hanno preso le armi abbandonate in città e si stanno dedicando al saccheggio, anche del magazzino del Pam e del nostro magazzino della farmacia e del materiale medico''.

Ora ''dobbiamo capire cosa succede a Goma, dove la gente vive asserragliata in casa, capire come muoverci senza mettere a rischio nessuno'', spiega Doneda citando il figlio di un collega congolese di Msf, morto dopo essere stato raggiunto da un proiettile vagante a Goma. ''Non gli è stato nemmeno permesso di portare il corpo all'obitorio, il collega è stato fermato, picchiato e costretto a tornare in casa'', racconta.

A Goma intanto si combatte ancora, la città non è ancora caduta completamente ed è preda di "saccheggi" che "sono continuati tutta la notte". Lo racconta all'Adnkronos Monica Corna, rappresentante Paese della ong salesiana Volontariato internazionale per lo sviluppo (Vis) nella Repubblica democratica del Congo e che a Goma abita e lavora da oltre 20 anni. "Qui la situazione è molto instabile e precaria, ci sono alcune zone della città in cui ci sono ancora combattimenti in corso in quanto non è ancora stata presa", afferma la cooperante italiana, secondo cui "la città non è ufficialmente in mano agli M23 e questo comporta criminalità, instabilità ed insicurezza".

La cooperante del Vis racconta di "saccheggi di supermercati e materiali elettronici continuati tutta la notte in ogni parte della città e che vedono implicati ragazzi di strada e parte della popolazione". Secondo Corna, i ribelli M23 "sparano a vista e uccidono" chi è sorpreso a rubare.

Corna spiega che "la corrente elettrica non c'è e non è ancora stata ristabilita", mentre chi è al confine come lei ha a disposizione qualche minuto di connessione a internet grazie a carte sim della Ruanda. "Per il resto noi stiano bene, io sto bene, continuiamo a stare al sicuro, ma a volte non riusciamo a comunicare tra di noi e questa è la parte più difficile".

"Si cerca di uscire il meno possibile di casa anche se le scorte di cibo e di acqua stanno diminuendo sempre di più e questo rappresenterà tra poco un serio problema - conclude - Speriamo che la situazione si risolva il prima possibile".

Dice invece di aver ''temuto per la sua vita'' e quella di sua moglie e suo figlio Roberto Solagna, cooperante italiano e referente nella Repubblica democratica del Congo dell'ong Ai.Bi. (Amici dei bambini). Tanto che da Goma, dove vive dal 2014, ha deciso di fuggire in Ruanda ''sotto una pioggia di bombe e proiettili'', come racconta all'Adnkronos, approfittando della ''frontiera che era ancora aperta'' e dopo che ''gli eventi sono precipitati''. Ora, dichiara, ''la frontiera con il Ruanda è chiusa e non si può più uscire'', quindi gli italiani che non hanno ''approfittato dell'opportunità offerta dall'ambasciata italiana a Kinshasa'' sono rimasti lì.

''Non escono di casa, non è sicuro - prosegue Solagna - un mio amico congolese è stato ferito alla gamba da un proiettile vagante ed è stato operato. Per fortuna sta bene''. Tra gli italiani rimasti ''ci sono quelli che lavorano con la Croce Rossa negli ospedali nelle zone periferiche della città di Goma che sono sommersi da feriti'', aggiunge. In sicurezza anche i ''duecento bambini'' che l'Ai.Bi. assiste a Goma, ''50 presso le loro famiglie e gli altri nei due orfanotrofi'' in città.

Solagna, unico italiano presente a Goma per Ai.Bi. e in Africa con vari progetti di cooperazione dal 2007, dichiara di essere ''in contatto con i responsabili dei due orfanotrofi. I bambini sono 'in ibernazione', dormono sotto i letti, non escono dalle loro camere, stanno in luoghi sicuri lontani dalle finestre per evitare di essere colpiti da proiettili vaganti''. Rischio che ha corso anche il cooperante veronese, ex consulente informatico, che ha puntato verso Kigali quando, appena a 5 chilometri dal confine con il Ruanda, ''una bomba è esplosa a poche centinaia di metri da noi''.

Nella capitale ruandese, precisa, ''la situazione è sicura, anche se tutto è precario e non si può mai sapere''. Arrivato a Goma dal Burundi, dove si era recato nel 2007, Solagna ammette: ''Non mi sarei mai aspettato una situazione come quella che stiamo vivendo in questi giorni''. Anche se, rimarca, ''da due anni a questa parte la situazione della sicurezza e quella umanitaria è andata sempre peggiorando''. Ad esempio, cita il fatto che ''negli ultimi mesi si è registrato un numero di bambini di strada che non si era mai visto. In ogni piccolo angolo della città ci sono piccole tende appoggiate ai muri, con bambini dai 6 ai 9 anni che ci vivono''.

Ora ''i ribelli dell'M23 hanno conquistato Goma e la città è sotto il loro controllo'', prosegue Solagna, ricordando che una situazione simile si era già creata nel 2012. ''Lo stesso gruppo era riuscito a prendere il controllo di Goma e di alcune province del Nord Kivu. Dopo un po' è rientrato tutto'', ma ora i ribelli ''si sentono traditi e vogliono negoziare ponendo loro le condizioni''. Sul futuro, il cooperante afferma che ''se si trova un accordo e si smette di sparare, si può riprendere una vita normale''. E sul suo futuro personale, Solagna dice: ''Vorrei sapere se c'è ancora la nostra casa. Da domenica vari gruppi criminali stanno saccheggiando negozi e case...''.

Sull'ipotesi di tornare in Italia conclude: "Se le condizioni non ci permetteranno di tornare a Goma, non avremo altra scelta se non rientrare in Italia'', ma la speranza è che ''la situazione si stabilizzi, mio figlio possa tornare a scuola, mia moglie congolese alla sua famiglia''.

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Esteri

Congo, cooperante italiano: “Siamo scappati sotto una...

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La testimonianza all'Adnkronos di Roberto Solagna, referente dell'ong Amici dei bambini

Disordini in Congo (Afp)

Ha ''temuto per la sua vita'' e quella di sua moglie e suo figlio. Roberto Solagna, cooperante italiano e referente nella Repubblica democratica del Congo dell'ong Ai.Bi. (Amici dei bambini), è fuggito da Goma, dove viveva dal 2014, in Ruanda ''sotto una pioggia di bombe e proiettili'', come racconta all'Adnkronos, approfittando della ''frontiera che era ancora aperta''. Ora, spiega, ''la frontiera con il Ruanda è chiusa e non si può più uscire'', quindi gli italiani che non hanno ''approfittato dell'opportunità offerta dall'ambasciata italiana a Kinshasa'' sono rimasti lì.

''Non escono di casa, non è sicuro - spiega - un mio amico congolese è stato ferito alla gamba da un proiettile vagante ed è stato operato. Per fortuna sta bene''. Tra gli italiani rimasti ''ci sono quelli che lavorano con la Croce Rossa negli ospedali nelle zone periferiche della città di Goma che sono sommersi da feriti'', spiega. In sicurezza anche i ''duecento bambini'' che l'Ai.Bi. assiste a Goma, ''50 presso le loro famiglie e gli altri nei due orfanotrofi'' in città.

La situazione negli orfanatrofi

Solagna, unico italiano presente a Goma per Ai.Bi. e in Africa con vari progetti di cooperazione dal 2007, spiega di essere ''in contatto con i responsabili dei due orfanotrofi. I bambini sono 'in ibernazione', dormono sotto i letti, non escono dalle loro camere, stanno in luoghi sicuri lontani dalle finestre per evitare di essere colpiti da proiettili vaganti''. Rischio che ha corso anche il cooperante veronese, ex consulente informatico, che ha puntato verso Kigali quando, appena a 5 chilometri dal confine con il Ruanda, ''una bomba è esplosa a poche centinaia di metri da noi''.

Nella capitale ruandese, spiega, ''la situazione è sicura, anche se tutto è precario e non si può mai sapere''. Arrivato a Goma dal Burundi, dove si era recato nel 2007, Solagna ammette: ''Non mi sarei mai aspettato una situazione come quella che stiamo vivendo in questi giorni''. Anche se, spiega, ''da due anni a questa parte la situazione della sicurezza e quella umanitaria è andata sempre peggiorando''. Ad esempio, cita il fatto che ''negli ultimi mesi si è registrato un numero di bambini di strada che non si era mai visto. In ogni piccolo angolo della città ci sono piccole tende appoggiate ai muri, con bambini dai 6 ai 9 anni che ci vivono''.

Ora ''i ribelli dell'M23 hanno conquistato Goma e la città è sotto il loro controllo'', prosegue Solagna ricordando che una situazione simile si era già creata nel 2012. ''Lo stesso gruppo era riuscito a prendere il controllo di Goma e di alcune province del Nord Kivu. Dopo un po' è rientrato tutto'', ma ora i ribelli ''si sentono traditi e vogliono negoziare ponendo loro le condizioni''.

Case e negozi saccheggiati

Sul futuro, il cooperante afferma che ''se si trova un accordo e si smette di sparare, si può riprendere una vita normale''. E sul suo futuro personale, Solagna dice: ''Vorrei sapere se c'è ancora la nostra casa. Da domenica vari gruppi criminali stanno saccheggiando negozi e case...''. Sull'ipotesi di tornare in Italia conclude: "Se le condizioni non ci permetteranno di tornare a Goma, non avremo altra scelta se non rientrare in Italia'', ma la speranza è che ''la situazione si stabilizzi, mio figlio possa tornare a scuola, mia moglie congolese alla sua famiglia''.

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