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Carlo e Camilla negli Usa? Potrebbe accadere per anniversario indipendenza
Sono passati quasi tre anni dall'ultimo tour dei Windsor negli Stati Uniti
Sono passati quasi tre anni dall'ultimo tour dei Windsor negli Usa, ma, secondo il biografo reale Robert Hardman, ben presto re Carlo e la regina Camilla potrebbero volare oltreoceano. In un'intervista a Marie Claire, l'esperto afferma che un grande festeggiamento, come quello per il 250esimo anniversario dell'indipendenza degli Stati Uniti, dovrebbe essere una ragione sufficiente per la famiglia reale per recarsi in visita nel Paese, se non prima, almeno nel 2026.
Oltre alla ricorrenza, secondo Hardman, l'occasione per il viaggio sarà anche la nuova presidenza di Donald Trump: "Normalmente - spiega - quando si verifica un cambio di regno e un cambio di presidente, c'è molto traffico a doppio senso".
L'autore di 'The Making of a King' sottolinea che re Carlo "non ha effettuato una visita negli Stati Uniti da quando è diventato re" e inoltre "non ha ricevuto un presidente degli Stati Uniti nel Regno Unito da quando è sovrano". Re Carlo non va negli Stati Uniti dal 2018 e l'ultima volta che un membro della famiglia reale si è recato in un tour ufficiale americano è stato nel 2022, quando il principe e la principessa del Galles William e Kate parteciparono alla cerimonia dell'Earthshot Prize a Boston. Tuttavia, il principe Edoardo è volato a Washington, DC, per il funerale dell'ex presidente Jimmy Carter all'inizio del mese.
Hardman prosegue dicendo che, sebbene il presidente Trump abbia visitato il Regno Unito nel 2019, ciò è avvenuto durante il suo primo mandato, mentre la regina Elisabetta era ancora in vita. Quanto alla possibilità che Trump faccia una seconda visita a Londra, Hardman afferma che "è una questione davvero interessante per gli studiosi del protocollo e dell'etichetta", ma "esiste la consuetudine che i leader mondiali dei principali Paesi ricevano una visita di Stato durante il loro mandato".
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Garante della Privacy blocca DeepSeek, stop all’IA...
Il provvedimento d'urgenza con effetto immediato per tutelare i dati degli utenti italiani
Il Garante della Privacy ha disposto il blocco di DeepSeek, l'app cinese che utilizza l'intelligenza artificiale. "Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto, in via d’urgenza e con effetto immediato, la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e di Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società cinesi che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek", annuncia in una nota lo stesso Garante per la protezione dei dati personali.
"DeepSeek - continua il Garante della Privacy - è il software di intelligenza artificiale relazionale, progettato per comprendere ed elaborare le conversazioni umane, che introdotto di recente sul mercato mondiale in pochi giorni è stato scaricato da milioni di persone. Il provvedimento di limitazione, adottato a tutela dei dati degli utenti italiani, fa seguito alla comunicazione delle società ricevuta oggi, il cui contenuto è stato ritenuto del tutto insufficiente".
"Contrariamente a quanto rilevato dall'Autorità, le società hanno dichiarato di non operare in Italia e che ad esse non è applicabile la normativa europea. L’Autorità, oltre a disporre la limitazione del trattamento, ha contestualmente aperto un’istruttoria", conclude il Garante per la Privacy.
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Roma, spari contro un’auto: 35enne ferito
L'uomo si è recato al policlinico di Tor Vergata in macchina con il finestrino del lato destro infranto
Un 35enne è stato ferito da un colpo di arma da fuoco a Roma. Secondo quando ricostruito dalla polizia, l'uomo è arrivato alle 18.20 al Policlinico Tor Vergata con una ferita da arma da fuoco al fianco destro. Non è in pericolo di vita. Il 35enne è arrivato in ospedale in macchina con il finestrino del lato destro infranto.
Secondo quando ha raccontato, due persone si sarebbero avvicinate alla sua macchina e avrebbero sparato. Sono in corso le indagini della polizia.
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Emanuela Orlandi e il giallo del fascicolo vuoto,...
Una volta confermata ufficialmente la mancanza dei documenti si rivolgerà aal ministero Interno
Fino in fondo per chiarire il giallo del fascicolo su Emanuela Orlandi trovato vuoto all'Archivio di Stato. La Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori presenterà infatti una richiesta ufficiale all’Archivio centrale dello Stato per avere la documentazione che avrebbe dovuto essere custodita all'interno della cartelline trovata con solo la copertina e dei sommari. A quanto si apprende la decisione è stata presa nel corso dell’Ufficio di presidenza della stessa Commissione di inchiesta che si è riunito oggi.
Se confermato quanto già emerso durante un primo sopralluogo del presidente Andrea De Priamo, la Commissione si muoverà presso il ministero dell’Interno per chiedere notizie e la documentazione mancante.