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Farmaci, disponibile in Italia efgartigimod alfa per uso sottocutaneo in miastenia grave
Approvato da Aifa il rimborso anche per la formulazione in autosomministrazione
L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità in Italia di efgartigimod alfa in formulazione sottocutanea iniettabile per il trattamento, in aggiunta alla terapia standard, dei pazienti adulti con miastenia grave generalizzata (MGg) che sono positivi all’anticorpo anti-recettore dell’acetilcolina (AChR). Efgartigimod alfa - informa in una nota Argenx, azienda immunologica globale - è ora disponibile in Italia sia per uso endovenoso che per uso sottocutaneo in autosomministrazione.
"Questa approvazione - afferma Fabrizio Celia, General Manager di Argenx in Italia - testimonia il nostro impegno continuo nella ricerca e sviluppo di terapie innovative, anche nella modalità di somministrazione, in grado di rispondere ai bisogni concreti delle persone affette da malattie autoimmuni assicurandone una migliore qualità di vita. La disponibilità di due diverse formulazioni, con la possibilità offerta ai pazienti, dalla nuova soluzione iniettabile sottocute, di somministrarsi autonomamente la terapia a casa, consente alle persone affette da miastenia grave generalizzata di scegliere il trattamento più adatto al proprio stile di vita, rafforzando ulteriormente l'approccio terapeutico individualizzato offerto da efgartigimod alfa".
La miastenia grave generalizzata è una malattia autoimmune rara e cronica in cui gli autoanticorpi IgG interrompono la comunicazione tra nervi e muscoli, causando una debolezza muscolare debilitante e potenzialmente letale. Circa l'85% delle persone affette da miastenia grave progredisce entro 24 mesi verso la MGg, che può colpire i muscoli di tutto il corpo. I pazienti con anticorpi AChR confermati rappresentano circa l'85% della popolazione totale affetta da miastenia grave generalizzata. Si stima che in Europa la MGg colpisca tra 56 mila e 100 mila persone e circa 15 mila in Italia. La rimborsabilità da parte di Aifa segue l’approvazione della Commissione europea giunta a novembre 2023 sulla base dei risultati positivi dello studio globale di Fase 3 Adapt-Sc che ha stabilito l'efficacia di efgartigimod alfa in formulazione sottocutanea dimostrando una riduzione dei livelli di anticorpi anti-AChR paragonabile a quella ottenuta con il trattamento per infusione in pazienti adulti affetti da MGg.
Salute e Benessere
Zero pause e calo dopamina, ecco perché gennaio è il mese...
La psicologa: "Primavera è lontana e il tempo rallenta, così si combatte l'apatia di inizio anno"
Un mese lungo quasi un anno. Gennaio batte gli altri 11 nei meme sui social per la sua indomita capacità di non finire mai. Ma è anche l'argomento di battute davanti a un caffè sognando le vacanze di Pasqua e la primavera. Ma perché ci sembra così lungo? "Nella percezione che gennaio sia il mese più lungo dell'anno c'è sicuramente un fattore legato al tempo: non ci sono feste e pause, rientriamo dalle vacanze di Natale, c'è poi un legame con il calo della dopamina" spesso chiamato 'ormone della felicità "che incide sul nostro umore e incide sulla sensazione di malessere rispetto a questi fattori. In più gennaio è un mese delicato in cui c'è un'elevazione dei disturbi del sonno, spesso si riduce anche l'attività sportiva all'aperto e abbiamo la sensazione di fare più fatica anche nel raggiungere gli obiettivi lavorativi. La primavera è lontana, il tempo rallenta e per molti la noia fagocita le giornate". Lo spiega all'Adnkronos Salute Daniela Chieffo, psicologa e docente di Psicologia Generale all'Università Cattolica di Roma.
Ma la 'pesantezza' di gennaio "bisognerebbe invece fronteggiarla e combattere l'apatia e cercare risorse per rigenerarsi, non vanno rimandati i programmi o procrastinati gli impegni alla primavera, si può iniziare anche a gennaio". Inoltre questo gennaio 'grigio' e piovoso "va colorato con l'alimentazione, ad esempio", prosegue. "Serve trovare entusiasmo anche nella dieta e dal punto di vista sensoriale, magari aiutandoci con la frutta che non sarà quella più gustosa della primavera ma c'è buona e accattivante anche in questa stagione. Insomma - conclude - dobbiamo colorare il nostro ambiente in un periodo che può sembrarci più grigio".
Salute e Benessere
Malattia Parkinson, algoritmo ‘made in Italy’...
E' un algoritmo in grado di prevedere il rischio di cadute e le fluttuazioni motorie (i cosiddetti momenti 'on-off') tipici della malattia di Parkinson. Lo ha sviluppato grazie all'intelligenza artificiale un gruppo multidisciplinare di esperti italiani impegnati in un progetto coordinato dall'azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento (Apss), che ha visto la collaborazione della Fondazione Bruno Kessler (Fbk), dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino e dell'università di Genova. I ricercatori, partendo dalla digitalizzazione, armonizzazione e organizzazione dei dati dei pazienti con malattia di Parkinson ricoverati nei centri clinici coinvolti, hanno strutturato set di dati standardizzati specifici per la malattia e identificato modelli di variabili cliniche e neuropsicologiche, basati sull'Ai, fondamentali per la previsione delle possibili traiettorie della patologia.
La malattia di Parkinson, ricordano gli esperti, è la seconda malattia neurodegenerativa in termini di frequenza in tutto il mondo dopo l'Alzheimer e si stima che i casi siano destinati a raddoppiare entro il 2030, a causa del crescente invecchiamento della popolazione generale. Lo studio si compone di due fasi. In un primo stadio, di osservazione retrospettiva, i ricercatori si sono concentrati sulla sistematizzazione dei dati dei pazienti già da tempo in carico al centro Parkinson, per ottenere una descrizione dettagliata e armonizzata del fenotipo clinico dei pazienti. "La correlazione del fenotipo clinico con la successiva progressione dei sintomi, così come la mappatura dell’insorgenza precoce di sintomi specifici, può svolgere un ruolo centrale per la previsione del rischio, la personalizzazione del trattamento e la pianificazione delle strategie preventive appropriate", evidenzia in una nota Lorenzo Gios, project manager del centro Digital Health & Wellbeing di Fondazione Bruno Kessler e di TrentinoSalute4.0, centro di competenza sulla sanità digitale.
"Fornire al clinico e al paziente, attraverso questa ricerca, un'ulteriore chiave di lettura dei fattori scatenanti e di aggravamento della patologia e aiutare a prevenire la traiettoria della malattia, spesso lunga e complessa, è per noi un primo importante traguardo - prosegue - Allo stesso modo, aiutare il personale sanitario nella gestione di un così alto numero di pazienti e rimandarne il più possibile il peggioramento significa fare la nostra parte nel rendere più sostenibile il sistema sanitario nel lungo periodo, soprattutto nei casi di cronicità".
In una seconda fase prospettica, poi, il gruppo di ricerca raccoglierà le stesse variabili dello studio retrospettivo in pazienti di nuova diagnosi, arruolati negli stessi centri. "Una volta sviluppati e validati - spiega Maria Chiara Malaguti, dirigente medico dell'Unità operativa di Neurologia all'ospedale Santa Chiara di Trento e coordinatore della rete clinica Parkinson presso Apss - questi modelli daranno un grande supporto allo sviluppo delle conoscenze per migliorare la prevenzione, la diagnosi e il trattamento di queste malattie. Per noi clinici significa imparare a gestire la cronicità con un paradigma nuovo, un modello di gestione che ci permetta di conoscere meglio i nostri pazienti e personalizzare le terapie".
Lo studio si inserisce in NeuroArtP3, progetto del ministero della salute nato nel 2020 con l'obiettivo di migliorare la gestione delle malattie del sistema nervoso centrale come Alzheimer, Parkinson, Sla, sclerosi multipla e tumori cerebrali, sfruttando la grande quantità di dati clinici a disposizione dei centri partecipanti. Con un budget complessivo di circa 2 milioni e 400mila euro, il progetto NeuroArtP3 è co-finanziato dal ministero della Salute e dalle Regioni dei centri partner (Liguria, Lombardia, Toscana e Provincia autonoma di Trento). Tra gli enti coinvolti, oltre alla Neurologia di Apss diretta da Bruno Giometto, referente scientifico del progetto per Trento, anche l'Istituto Giannina Gaslini di Genova, l'Irccs Ospedale San Raffaele di Milano e la Fondazione Don Gnocchi di Firenze.
Salute e Benessere
La psicologa: “Dopo disastri aerei c’è rimbalzo...
Lo scontro tra un aereo e un elicottero militare ieri sera sul fiume Potomac, nei cieli di Washington, "potrà avere un rimbalzo su chi è più sensibile e soprattutto abita vicino al luogo della tragedia, su chi ha una predisposizione verso certi fatti. Ma nella maggior parte delle persone prevale poi il senso della realtà, che ci dice che anche in macchina o in treno possono accadere incidenti. Magari per un breve periodo alcune persone non prenderanno l'aereo, ma per i fobici del volo è irrilevante un incidente. Anzi trovano in questi episodi la conferma alla loro paura che però non si appoggia su fatti reali, ma su creazioni interiori". Lo spiega all'Adnkronos Salute Angela Quaquero, presidente dell'Ordine degli Psicologi della Sardegna e tesoriera del Cnop (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi). "Oggi noi in Italia, rispetto a questo terribile incidente a Washington, abbiamo una preoccupazione ma è transitoria perché distanti dal luogo. Pochi giorni e sarà dimenticata", aggiunge.
La paura del volo è "un disturbo disfunzionale soprattutto, ad esempio, per chi vive in posti isolati e vede limitata la propria vita. Mentre, per fare un altro esempio, se io ho la fobia dei topi posso fuggire via se li vedo, e non ho una grossa limitazione della vita". Chi non prende l'aereo o ha un attacco di panico a bordo può curare questo disturbo? "Dipende dal motivo per cui si è strutturata la fobia - risponde Quaquero - ma anche dall'indirizzo clinico e dal tipo di relazione che si stabilisce tra il paziente e il terapeuta. Ma si affronta e si può curare, volano magari non con molto entusiasmo e qualche volta con l'aiuto dei farmaci".
"Devo dire - conclude - che oggi il personale a bordo degli aerei è molto preparato nel prevenire e affrontare una crisi di panico. Mi è capitato di assistere ad un intervento di uno steward che ha saputo gestire molto bene un passeggero. E' stato bravo".