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Generali, con il nuovo piano punta a 7 miliardi di dividendi entro il 2027
Si tratta di una crescita del 30% rispetto ai 5,5 miliardi distribuiti nel piano precedente
Oltre 11 miliardi di euro di flussi di cassa netti e una crescita del dividendo per azione superiore al 10% annuo con l'obiettivo di distribuire oltre 7 miliardi di dividendi, in crescita del 30% rispetto ai 5,5 miliardi distribuiti nel piano precedente: questi i numeri ambiziosi del nuovo piano industriale di Generali 2025-2027 "Lifetime Partner 27: Driving Excellence" approvato dal Consiglio di amministrazione e presentato alla comunità finanziaria. Il piano prevede inoltre oltre 3 miliardi di euro destinati a piani di riacquisto di azioni proprie e operazioni di M&A, consolidando la leadership nel settore assicurativo e dell'asset management attraverso investimenti mirati in intelligenza artificiale, sostenibilità e capitale umano.
Il Group Ceo Philippe Donnet: “Generali ha raggiunto e superato con successo gli obiettivi finanziari del nostro piano precedente. Ora intendiamo accelerare il percorso verso l’eccellenza puntando a una crescita sostenuta degli utili e della generazione di cassa con un ambizioso obiettivo di crescita a doppia cifra del dividendo per azione che porterà a oltre 7 miliardi di euro in dividendi cumulativi entro il 2027. Inoltre prevediamo un riacquisto di azioni proprie per almeno 1,5 miliardi di euro incluso un buyback da 500 milioni di euro che avvieremo nel 2025".
Donnet, il tennista: "Sono in splendida forma"
Rispondendo a una domanda durante una call con le agenzie, il manager usa una metafora tennistica: "La prossima assemblea è il quinto set? Sono in splendida forma: non solo perché abbiamo lavorato su questo piano, ma soprattutto perché abbiamo realizzato con successo i piani precedenti.” Donnet, che pratica il tennis a livello personale, ha sottolineato come la prossima assemblea sarà un momento cruciale per la discussione strategica del piano. Alla domanda su eventuali operazioni di M&A il Ceo risponde: “Ora il nostro focus è sull’integrazione degli asset di gestione e sulla piena implementazione del piano”.
Sulla firma del memorandum tra Generali Investments Holding e Natixis Investment Managers, il Leone sottolinea: "Si tratta di un'opportunità unica e trasformativa per accelerare il percorso strategico del business". Con oltre 1.900 miliardi di asset in gestione (Aum), la combinazione darebbe vita a una piattaforma globale di asset management con posizioni di leadership e scala rilevante sia in Europa che in Nord America. L'attività combinata si classificherebbe al primo posto per ricavi e al secondo posto per Aum in Europa e, a livello globale, tra i primi dieci operatori per Aum e al primo per Aum nella gestione per la clientela assicurativa.
I target del piano
Il piano prevede una crescita significativa e sostenibile, assicura il Leone, con i seguenti target chiave: crescita dell'Eps (utile per azione) con un Cagr compreso tra l’8% e il 10%; flussi di cassa netti superiori a 11 miliardi di euro nel periodo 2025-2027, supportati da circa 14 miliardi di rimesse dalle controllate; generazione normalizzata di capitale superiore a 14 miliardi di euro con una gestione coerente del capitale.
Dividendi per oltre 7 miliardi in crescita del 30%
Per sostenere questi obiettivi Generali prevede investimenti mirati in intelligenza artificiale (AI) e nuove tecnologie per ottimizzare il modello operativo del Gruppo e rispondere alle aspettative dei clienti. Importante anche la formazione e lo sviluppo delle competenze del personale, rafforzando le competenze tecniche per guidare innovazione ed efficienza. Sul fronte ambientale, il gruppo punta a nuovi target di sostenibilità e obiettivi di investimento responsabile.
Il piano di riacquisto di azioni proprie
Generali destina poi oltre 3 miliardi di euro a piani di riacquisto di azioni proprie e ad altre modalità di allocazione del capitale incluso un buyback annuo di almeno 500 milioni di euro a partire dal 2025, soggetto all'approvazione dell’Assemblea degli Azionisti e delle autorità competenti. Parallelamente il Gruppo valuterà con rigore e disciplina eventuali opportunità di M&A confrontandole con i piani di riacquisto. Il piano, sottolinea ancora Donnet, mira anche a migliorare ulteriormente le relazioni con i clienti attraverso l'implementazione di strumenti innovativi per la distribuzione, arricchendo la rete degli agenti Generali. (di Andrea Persili)
Finanza
Generali, Donnet e la metafora del tennis: “Pronto al...
Il Ceo di Generali ha risposto con leggerezza a una domanda sulla prossima assemblea
Philippe Donnet, Ceo di Generali, non si è limitato a parlare di strategie aziendali durante la call con le agenzie, ma ha anche offerto uno spunto sulla sua passione per il tennis, sport che pratica regolarmente. Quando una domanda gli è stata rivolta usando una metafora tennistica — "La prossima assemblea sarà come un quinto set?" — Donnet ha risposto con una leggerezza che ha sorpreso molti, pur mantenendo il suo focus sulla serietà del contesto aziendale. "Sono in splendida forma: abbiamo lavorato molto per preparare questo piano e realizzato con successo i piani precedenti", ha dichiarato, come se stesse già preparando il servizio per il prossimo set.
Nel corso della presentazione del Piano 2027, Donnet ha ribadito che il focus del gruppo rimarrà sull'integrazione e sull'esecuzione rigorosa delle azioni strategiche, accennando anche a future opportunità di operazioni di M&A. "Il nostro approccio sarà rigoroso e disciplinato, valuteremo ogni opportunità in modo accurato, anche in relazione ai piani di riacquisto di azioni proprie".
“Generali ha raggiunto e superato con successo gli obiettivi finanziari del nostro piano 'Lifetime Partner 24: Driving Growth' pur in un complesso contesto a livello globale". "Intendiamo ora accelerare - dice - il perseguimento dell'eccellenza con l’obiettivo di guidare un’ulteriore crescita degli utili e della generazione di cassa, puntando alla crescita a doppia cifra del dividendo per azione che porti, nell'arco del piano, a oltre 7 miliardi di euro in dividendi cumulativi, cui si aggiunge l’impegno a realizzare almeno 1,5 miliardi di euro nel riacquisto di azioni proprie, compreso il piano di buyback da 500 milioni di euro che abbiamo presentato oggi e che avvieremo nel corso del 2025".
"Risultati positivi per tutti gli stakeholder"
"Grazie al nostro piano ‘Lifetime Partner 27: Driving Excellence’ miglioreremo ulteriormente l'eccellenza nelle nostre relazioni con i clienti, nel nostro modello operativo di Gruppo e nelle nostre competenze chiave" assicura Donnet. "Investiremo in AI, nuove tecnologie e nella formazione delle nostre persone per cogliere le opportunità che derivano dai trend emergenti, dalle aspettative dei clienti in continuo cambiamento e da un contesto di mercato in rapida evoluzione", dice. "La combinazione della nostra leadership nel settore Danni e Vita con la nostra piattaforma globale di Asset Management – che potrebbe ulteriormente essere trasformata dalla nostra proposta di partnership con Bpce – rappresenta un potente fattore distintivo che può creare significativo valore", afferma. Generali è pronta, ancora una volta, ad essere al fianco delle persone, delle famiglie, dei professionisti e delle imprese e a portare, attraverso il piano ‘Lifetime Partner 27: Driving Excellence’, risultati positivi per tutti gli stakeholder”.
"Scalate ostili? Non in discussione capacità proteggere clienti"
"Quasi tutte le società sono contendibili e la contendibilità non impedisce di fare il lavoro che deve fare un'azienda. Questa società è più forte che mai. Non è in discussione, la capacità di proteggere i nostri clienti non è in discussione" ha detto il Ceo Generali in conferenza stampa a Venezia rispondendo a una domanda su quali protezioni si possono mettere in atto contro scalate ostili. Poi la battuta di Donnet alla cronista che aveva posto la domanda: "Spero di avere dato una risposta italiana alla sua domanda italiana".
"Siamo nella migliore forma di sempre" ha detto, poi, parlando del piano industriale 2025-2027 del Leone. "Siamo capaci di navigare in ogni scenario avverso, perché siamo molto resilienti e diversificati". (di Andrea Persili)
Finanza
Mps-Mediobanca: fonti, “si conferma logica...
"Il 40% degli utili di Mediobanca proviene da Generali"
Mps va avanti e conferma la propria posizione dopo l'Ops respinta da Piazzetta Cuccia. La banca senese ribadisce la logica industriale sottesa all'offerta e si prepara a dare battaglia avviando una fase cruciale di dialogo con gli investitori istituzionali (detengono circa il 35%: BlackRock ha una quota superiore al 4%). Fonti vicine all'operazione su Mediobanca confermano all'Adnkronos che l'obiettivo adesso è spiegare la bontà dell'operazione agli investitori e superare le perplessità del mercato mettendo in evidenza soprattutto un dato: la quota del 13% in Generali - premettono - "ha contribuito in maniera determinante alla crescita della market cap di Mediobanca, quota che se epurata porterebbe a un valore di mercato inferiore a quello di Montepaschi".
I risultati di business esaltati nel comunicato ufficiale di Piazzetta Cuccia - dicono sempre all'Adnkronos le fonti - "non trovano pieno riscontro nei numeri di bilancio". Il Corporate & Investment Banking, evidenziano le fonti, “ha visto una redditività in calo negli ultimi tre anni, con un utile netto passato da 247 milioni nel 2022 a 244 milioni nel 2024, con un ulteriore ribasso a 225 milioni nel 2023". Anche il segmento consumer finance, rappresentato da Compass, nonostante il contesto favorevole dei tassi - sempre ad avviso delle fonti - ha registrato una crescita marginale dell'utile netto (+13 milioni di euro), passando da 370 milioni nel 2022 a 383 milioni nel 2024.
L'analisi delle performance - ed è questo il succo del ragionamento - evidenzia come Mediobanca sia già consapevole della necessità di un’evoluzione del modello di business. La stessa inclusione del credito al consumo all'interno del perimetro aziendale sottolinea una naturale transizione verso attività più vicine a una banca commerciale. Ad oggi, Wealth Management e Corporate & Investment Banking contribuiscono all'utile netto per circa il 35%, mentre Compass arriva al 30%. La parte preponderante degli utili (circa il 40%) - questo il dato che le fonti mettono in evidenza - proviene dalla partecipazione in Generali, evidenza che solleva interrogativi sul focus reale del core business. Le stesse fonti sottolineano come sia sorprendente che Mediobanca rinnegasse implicitamente il lavoro degli analisti che negli ultimi anni hanno coperto il titolo Mps riconoscendone il valore intrinseco, confermato da numerosi investitori.
Prossimi appuntamenti strategici
La fase cruciale per il piano di Mps prevede diversi appuntamenti chiave, da cerchiare in rosso: il 6 febbraio verranno presentati i risultati finanziari di Monte dei Paschi. Mediobanca comunicherà i conti l'11 febbraio. Entro 20 giorni dal deposito dell’offerta sarà fondamentale ottenere il via libera da Consob. Il 17 aprile sarà poi il turno dell’assemblea di Monte dei Paschi, chiamata a deliberare sull’aumento di capitale propedeutico all’Ops. Parallelamente - dicono le fonti - si avvierà una fase di dialogo con gli investitori istituzionali e i fondi: l'obiettivo è mettere in piedi una comunicazione chiara e convincente per sostenere la nuova visione strategica e favorire il consenso attorno all’operazione. L'operazione - ribadiscono le fonti - non mira a pregiudicare l'identità di Mediobanca, ma a valorizzare competenze già presenti e diversificate. (di Andrea Persili)
Finanza
DeepSeek, esperta: “Regolamentazione non basta, ecco...
La strategia funzionale a colmare il gap competitivo con le imprese straniere e garantire lo sviluppo di sistemi di IA con massicci interventi economici
L'intelligenza artificiale è ormai terreno di competizione globale tra Stati Uniti e Cina, che investono miliardi puntando su modelli open source e politiche di deregolamentazione. In Europa, l'approccio equilibrato e garantista del Regolamento sull’IA rischia di non bastare per colmare il divario tecnologico. Come evidenziato dal Rapporto Draghi, è necessario un massiccio intervento economico per sviluppare tecnologie rispettose dei diritti fondamentali e mantenere la competitività delle imprese europee. Lo sostiene in un'intervista all'Adnkronos Giulia Mariuz, partner di Hogan Lovells commentando l’attenzione mediatica sollevata in questi giorni dal fenomeno DeepSeek.
Un fenomeno che non ha solo una ricaduta tecnologica..
"Esattamente, siamo nel mezzo di una vera e propria corsa globale all’IA, che si gioca in prima battuta sul piano tecnologico, ma che ha inevitabilmente delle ripercussioni formidabili a livello geopolitico, sociale ed industriale. In questo panorama, è evidente la volontà degli Stati Uniti, con l’insediamento di Trump e il suo Stargate AI project da un lato, e della Cina, con l’impegno del suo governo in materia di IA e il successo del modello open source di DeepSeek, di aggiudicarsi il primato e posizionarsi come potenze dell’Ia.
Direi la tempesta perfetta..
"E' così e questo spinge inevitabilmente a una riflessione giuridica in merito alla regolamentazione di tali tecnologie e al futuro ruolo dell’Europa".
Cioè?
"L’Unione Europea con il Regolamento sull’Ia ha scelto un approccio equilibrato, seppur garantista, che ha come perno la tutela dei diritti fondamentali e, seguendo un approccio risk-based, si propone di normare in maniera dettagliata solo gli aspetti maggiormente impattanti, mantenendo una posizione meno dogmatica sul resto".
Una scelta rischiosa, soprattutto dal punto di vista economico...
"E' una scelta condivisibile, ma non è sufficiente, da sola, a garantire che l’Unione Europea diventi un leader globale a livello di IA, in particolare a fronte degli investimenti miliardari da parte di Stati Uniti e Cina, associati alla volontà di questi Paesi di applicare una politica di deregolamentazione.
Che fare?
"Vale la pena richiamare il Rapporto di Mario Draghi, il quale sottolinea la necessità di un massiccio intervento economico dell’Europa in relazione alle nuove tecnologie e all’IA, funzionale a colmare il gap competitivo con le imprese straniere e garantire lo sviluppo di sistemi di IA rispettosi dei principi del Regolamento sull’IA". (di Andrea Persili)