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Le pompe funebri? Opportunità di guadagno interessante. L’esperienza di Malva
Si può ironizzare sulla morte? La risposta è sì, a patto che lo si faccia con intelligenza e senza mai cadere nell'offensivo o nel macabro: "Il decesso di una persona cara -spiega Adriano Corgiolu, titolare in Sardegna, terra degli ultracentenari, dell'agenzia di pompe funebri Malva- è una delle parti più tristi della nostra vita, un periodo pieno di dolore, dove dobbiamo prenderci del tempo per elaborare il lutto. Ma la morte è anche un fatto naturale, tutti dobbiamo lasciare la vita terrena e dobbiamo, ahimè, accettare questo fatto. Quello che accettiamo di meno sono le vite spezzate prima del naturale decorso e, soprattutto in questo contesto sembra impossibile fare delle battute e invece la storia ci mostra come questo sia possibile se non si è banali o si oltrepassa il segno".
"Ogliastra terra di ultracentenari. Ma noi abbiamo pazienza" è lo slogan che Malva ha di recente adottato per farsi pubblicità: "Pensiamo -afferma Corgiolu- che sia lecito scherzare su eventi che comunque lasciano il segno nelle famiglie. Un modo per sdrammatizzare ma anche per non farsi trovare impreparati. Organizzare il funerale e poi seppellire una persona ha bisogno del suo tempo e ha ovviamente un costo. Per questo, abbiamo deciso di porre all'attenzione dell'opinione pubblica un tema delicato ma ineluttabile e di offrire sconti a chi pensa di sistemare, come è giusto che sia, tutto in anticipo. Un gesto di attenzione per i propri parenti che non si trovano così in difficoltà e che anzi, non avendo ulteriori pensieri, possono dedicare alla persona cara la doverosa attenzione".
Nel corso degli anni Malva, presente in Sardegna con oltre 20 associati, ha sempre più consolidato la sua immagine di azienda moderna, mirando all'eccellenza nella gestione di qualsiasi tipologia di cerimonia funebre, con l'ambizione di mettere su la più grande e capillare agenzia funebre della Sardegna: "Si tratta -ricorda Corgiolu- di un'opportunità di guadagno interessante per chi vorrà aderire e collaborare. La proposta è rivolta ai titolari di imprese già operanti nel settore, che potranno usufruire della nostra collaborazione e delle nostre campagne pubblicitarie ad ampio raggio, ma anche ai privati che vogliano collaborare come segnalatori.
Per Informazioni: Tel. 392 077 13 04
mail : malvasardegna@gmail.com
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Claudio e Roberto Sponchioni, trova il lavoro che ti fa...
Milano, 31.01.2025 – Capita a molti di svegliarsi la mattina con un nodo allo stomaco sapendo che una nuova giornata lavorativa sta per iniziare. Questo capita quando non si è soddisfatti della propria occupazione attuale. La buona notizia, tuttavia, è che trovare il lavoro dei propri sogni e avviare una carriera di successo è possibile: tutto sta nel seguire il giusto metodo.
Per tutti coloro che desiderano valorizzare la propria carriera lavorativa ma non sanno come fare, esce oggi il libro dei fondatori di Jobiri.com Claudio e Roberto Sponchioni “TROVA IL LAVORO CHE TI FA FELICE. Scopri come il career coaching ti aiuta a trovare la carriera dei tuoi sogni”. Al suo interno, gli autori condividono con i propri lettori strumenti pratici e innovativi per trasformare i propri dubbi in azione e le paure in opportunità da sfruttare.
“Il nostro libro, edito da Jobiri Edizioni, è più di un manuale: è una guida pratica e strategica per chi vuole cambiare lavoro e ritrovare la felicità professionale. Offre soluzioni concrete per superare gli ostacoli al cambiamento, creare CV efficaci e ottimizzare il proprio profilo LinkedIn, oltre ad affrontare i colloqui e negoziare il proprio contratto in modo efficace” afferma Claudio Sponchioni, autore del libro. “Forti della nostra esperienza in questo settore, abbiamo scritto questo libro che fonde storie reali e strategie collaudate per accompagnare il lettore in una trasformazione professionale concreta” conclude Roberto Sponchioni, co-autore.
Sono tantissimi i professionisti, così come università, enti di formazione, sportelli lavoro, istituzioni pubbliche e private, orientatori e coach, che si rivolgono a Jobiri.com per usufruire della piattaforma basata su intelligenza artificiale e sui percorsi di career coaching. A dimostrazione di questo, Roberto e Claudio Sponchioni, spesso definiti come i papà del career coaching in Italia, si fanno portatori di un messaggio al quale più di 150.000 persone hanno già aderito: cambiare lavoro e rinascere professionalmente è possibile. Basta seguire un metodo già testato capace di valorizzare al massimo le competenze che ciascuno di noi sa di avere.
“Per un lavoratore, vivere in un contesto lavorativo che non sente proprio è qualcosa che inevitabilmente porta a generare stress e frustrazione” incalza Giacomo Bruno, CEO di Bruno Editore. “Per tale motivo, a fronte del successo ottenuto con la propria piattaforma, ecco che Roberto e Claudio Sponchioni hanno pensato bene di scrivere un libro rivolto a tutte quelle persone che sanno di meritare di più ma non sanno come fare per trasmettere al massimo il proprio valore professionale”.
“Ci siamo affidati al team di Giacomo Bruno per avere supporto sull’avvio di un nostro progetto editoriale, di cui questo primo libro rappresenta solo l’inizio” conclude Roberto Sponchioni, autore del libro. “Abbiamo trovato in Bruno Editore non solo un partner di grande esperienza, ma anche una squadra di professionisti che ci sta accompagnando in questo viaggio con competenza e passione”.
Il libro è disponibile su Amazon a questo indirizzo: https://amzn.to/3EsyckA
Claudio Sponchioni, CEO e co-fondatore di Jobiri.com, ha +15 anni di esperienza in consulenza strategica e multinazionali come GiGroup ed EY, dove ha lasciato il ruolo da Strategy Manager dopo una promozione per dedicarsi a Jobiri. Ha insegnato economia aziendale come Cultore della Materia presso l’Università Cattolica e ora è un punto di riferimento per chi desidera trasformare la propria carriera. Sito web: https://www.jobiri.com
Roberto Sponchioni, CTO e co-fondatore di Jobiri.com, è attualmente Software Engineering Leader presso Google, con un passato come Security Engineering Director in DocuSign e Senior Software Engineering in Symantec. Esperto di cloud, sicurezza informatica e intelligenza artificiale, guida l’innovazione tecnologica di Jobiri. Roberto è anche speaker internazionale in conferenze su soluzioni tecnologiche avanzate. Sito web: https://www.jobiri.com
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Nel 2024, le vendite nette Action hanno avuto una crescita...
- Nel 2024 si è registrata una crescita del 21,7% pari a 13,8 miliardi di euro
- La crescita delle vendite a rete costante (comparable store sales) è stata pari al 10,3%, guidata da un numero crescente di clienti che visitano i negozi esistenti
- Nel quarto trimestre 2024 Action ha ridotto più di 650 prezzi: la crescita delle vendite è stata alimentata dall’incremento del volume delle stesse
- Nel 2024 Action ha aperto 352 negozi e ora gestisce 2.912 negozi in 12 paesi europei
- I negozi della catena accolgono una media di 18,7 milioni di clienti ogni settimana
- Action prevede di aprire i suoi primi negozi in Svizzera e in Romania nel 2025
Zwaagdijk-Oost, 31 gennaio 2025 – Il discount non-food olandese Action annuncia oggi l'andamento delle vendite dell’anno 2024. Quelle nette sono cresciute raggiungendo 13,8 miliardi di euro lo scorso anno, con un aumento del 21,7% rispetto al 2023. Le vendite a rete costante (esclusi i nuovi store) hanno avuto un incremento 10,3%, grazie a un numero crescente di clienti che visitano i negozi esistenti. Questo sottolinea l'importanza di Action come negozio di destinazione per i suoi clienti, dove acquistare i beni di prima necessità. Nel 2024, Action ha inoltre aperto 352 store, concludendo l'anno con un totale di 2.918 punti vendita in 12 paesi europei. In media, 18,7 milioni di clienti visitano uno negozio Action ogni settimana.
Nel quarto trimestre 2024 l’azienda ha continuato a offrire ai clienti i vantaggi derivanti dalla riduzione dei prezzi di oltre 650 prodotti. Questo principio fondamentale di Action ha portato a una significativa crescita della clientela. Nel 2024, l’aumento delle vendite dell’azienda è stata determinata esclusivamente dal volume.
Hajir Hajji, CEO di Action, ha commentato, "Nel 2024, abbiamo accolto in media 18,7 milioni di clienti a settimana, 3,4 milioni in più rispetto all'anno precedente. Una crescita del genere è possibile solo grazie alla nostra solida formula e al grande lavoro di squadra. In Action, mettiamo davvero i nostri clienti al primo posto! Questo mi rende sia orgogliosa che grata, e desidero ringraziare tutti i miei colleghi per il loro straordinario impegno. Sono anche entusiasta per quest'anno, poiché prevediamo di accogliere clienti in due nuovi paesi, Svizzera e Romania. Il 2025 sarà la prima volta in cui entreremo in due nuovi mercati nello stesso anno!"
Nella prima metà del 2025, Action prevede di aprire i suoi primi negozi in Svizzera, sia nelle regioni di lingua tedesca che francese, seguiti dall'apertura del primo negozio Action in Romania in autunno.
Impatto crescente come datore di lavoro
Lo sviluppo di Action porta a una crescita importante del numero di colleghi impiegati. Nel 2024, l’azienda ha creato 10.641 nuovi posti di lavoro, in aumento rispetto agli 8.988 del 2023. L'azienda impiega ora un totale di 79.681 colleghi di 151 nazionalità. Action sta investendo significativamente nelle opportunità di sviluppo. Lo scorso anno, 3.507 colleghi sono stati promossi a una nuova posizione, rispetto a 3.183 nel 2023. Questo consente ad Action di trattenere competenze ed esperienza, rafforzando la cultura aziendale mentre i nostri colleghi beneficiano della possibilità di assumere maggiori responsabilità.
Inoltre, Action ha istituito l'Action Scholarship Fund per aiutare i colleghi a finanziare parte delle esigenze educative dei loro figli. Il fondo è aperto a tutti i dipendenti di Action. Nel 2024, l’azienda ha supportato 179 famiglie in sette paesi con borse di studio per spese per l’istruzione, come tasse scolastiche, tutoraggio e materiali didattici
Grandi passi avanti nel Programma di Sostenibilità di Action
Action ha compiuto progressi significativi con il suo Programma di Sostenibilità. Tra le altre iniziative, l'azienda sta ampliando la partnership esistente con Fairtrade e sarà il primo rivenditore internazionale a impegnarsi a pagare il “Living Income Reference Price” (salario minimo di sussistenza) per il cacao di tutti i marchi di cioccolato a marchio Action (come Choco Moments). L'investimento necessario aumenterà in modo consistente il contributo di Action a Fairtrade. L’azienda si farà carico di tutti i costi aggiuntivi, quindi i prezzi per i consumatori non subiranno variazioni.
Dal 2022, Action vende già cioccolato certificato Fairtrade per tutti i suoi marchi di questo alimento. Questo consente ai coltivatori di investire, ad esempio, in metodi di coltivazione più sostenibili. Con l’estensione della partnership esistente e pagando un premio per il reddito di sussistenza nei prossimi tre anni, Action e Fairtrade istituiranno un nuovo "Action x Fairtrade Cocoa Fund". Creato per aiutare gli agricoltori e le loro famiglie di due cooperative di cacao nella Repubblica della Costa d'Avorio a raggiungere un reddito dignitoso, il fondo finanzierà, ad esempio, opportunità educative. Il 20 marzo 2025, l’azienda pubblicherà il suo Annual Update, un aggiornamento completo sulle prestazioni che includerà i progressi del Programma di Sostenibilità di Action.
Questa è Action
Action è la catena di discount non-food che ogni settimana accoglie più di 18,7 milioni di clienti in oltre 2.918 negozi in 12 Paesi europei. Tutti adorano il nostro assortimento composto da 6.000 articoli di 14 categorie merceologiche e sempre a prezzi imbattibili – dai prodotti essenziali a quelli che semplificano la vita di ogni giorno. Ogni settimana, portiamo nei nostri negozi 150 novità così che la gamma sia sempre sorprendente. Con più di 79.600 professionisti di 151 nazionalità diverse, lavoriamo ogni giorno per migliorare la qualità e la sostenibilità dei nostri prodotti. La nostra promessa? Piccoli prezzi, grandi sorrisi.
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Dispositivi medici: scopriamo le regioni con la più alta...
31 gennaio 2025. Quello dei dispositivi medici è in Italia un settore di indiscussa importanza: secondo l’associazione Confindustria Dispositivi Medici infatti, abbraccia ben 4.641 imprese, per un totale di 117.607 dipendenti, e sviluppa un business complessivo di 18,3 miliardi.
Secondo uno studio che l’associazione ha compiuto appena un anno fa, in Italia la spesa pubblica pro capite per l’acquisto di dispositivi medici ammonta a 126,3 euro, con delle differenze territoriali tutt’altro che trascurabili che andremo a breve a scoprire.
Il mondo dei dispositivi medici ad ogni modo, merita di essere considerato fondamentale anche al di là degli aspetti prettamente economici: i prodotti che vi fanno parte infatti, sono destinati ad avere un’influenza positiva sulla salute della popolazione ed è dunque importante che le aziende produttrici ottimizzino costantemente le proprie proposte.
Ma che cosa si intende, esattamente, per “dispositivo medico”? La risposta a questa domanda potrebbe risultare meno scontata di quanto si possa credere; non esitiamo, dunque, e facciamo chiarezza.
Dispositivi medici: una categoria di prodotti molto vasta e variegata
La categoria dei dispositivi medici è estremamente ampia, ma è fondamentale chiarire subito che questi prodotti non sono dei medicinali, ciò significa che le normative che ne disciplinano la commercializzazione e quant’altro li riguardi sono ben distinte.
Il Regolamento UE 2017/745, che in quanto tale trova applicazione diretta in tutti i Paesi dell’Unione, colloca nella categoria dei dispositivi medici strumenti, apparecchiature, impianti, programmi informatici, reagenti e articoli d’altro tipo articoli destinati ad essere impiegati sull’uomo, da soli o in combinazione, con varie finalità di carattere medico.
Tra queste figurano diagnosi, trattamento e monitoraggio di malattie, lesioni, e disabilità; studio, sostituzione o modifica dell’anatomia o di un processo fisiologico o patologico, o anche reperimento di informazioni da esami in vitro di campioni provenienti dal corpo umano.
Si può ben immaginare, dunque, quanto numerose siano le tipologie di dispositivo medico: termometri, cerotti, bende, siringhe, apparecchi destinati alla misurazione della pressione, protesi, pacemaker, apparecchi acustici, cateteri, mascherine chirurgiche e perfino App di tipo medico sono soltanto alcuni esempi.
Il Regolamento in questione, peraltro, specifica che a collocarsi in questa categoria sono anche i dispositivi per il controllo o il supporto al concepimento, come anche quelli destinati a pulizia, disinfezione e sterilizzazione di determinate tipologie di dispositivi.
È utile sottolineare che nell’Unione vige anche un ulteriore norma, il Regolamento 2017/746, che disciplina in modo specifico i dispositivi medico-diagnostici in vitro.
Spesa pubblica, il principale business per le aziende del settore
Tantissimi dispositivi medici possono essere liberamente acquistati dai cittadini anche in rete, visitando il sito internet di aziende che hanno optato per la divulgazione online dei propri dispositivi medici. Ad esempio un brand come Fitostimoline® propone il sito fitostimolineperte.it per i dispositivi medici e, chi è interessato all’acquisto di questi prodotti sarà poi reindirizzato al sito di farmacie online dotate di regolare autorizzazione alla vendita digitale fornita dal Ministero della Salute. Tuttavia per le aziende del settore le entrate più significative derivano dalla spesa pubblica.
Secondo lo studio di Confindustria Dispositivi Medici nel 2022, su una spesa sanitaria nazionale totale pari a 171,9 miliardi di euro, ben 131,1 miliardi di euro sono provenuti dal settore pubblico.
Il 7,3% di tale spesa, ovvero 9,6 miliardi di euro, è stato destinato proprio all'acquisto di dispositivi medici, cifra peraltro cresciuta del +6,7% rispetto all’anno precedente, è dunque evidente a che punto le spese compiute dal Sistema Sanitario Nazionale sappiano essere importanti per le aziende che producono e commercializzano tali articoli.
Spesa pubblica pro capite: primato al Friuli-Venezia Giulia, ultimo il Lazio
Come si diceva, nel report in questione sono state evidenziate delle differenze territoriali piuttosto marcate, e ovviamente il fatto che una regione possa vantare una spesa pubblica pro capite più elevata rispetto alla media nazionale non può che essere considerato un dato positivo.
Secondo Confindustria Dispositivi Medici, nelle sue rilevazioni più recenti, la regione con la spesa pubblica pro capite più alta per l'acquisto di dispositivi medici è il Friuli-Venezia Giulia, con 188,41 euro.
Tralasciando la Provincia Autonoma di Bolzano, che vanta un'invidiabile cifra di 177,98 euro, a completare il “podio” delle regioni vi sono l’Umbria, con 170,79 euro, e le Marche, con 166,56 euro.
Rovesciando la classifica, e andando così a scoprire le regioni in cui questo tipo di spesa pubblica pro capite risulta essere più bassa, troviamo il Lazio con 94,40 euro, la Lombardia con 101,02 euro e la Campania con 104,46 euro.
Colpisce, sicuramente, il grande divario tra la prima e l'ultima di questa speciale graduatoria: la spesa del Friuli-Venezia Giulia, infatti, risulta pressoché doppia rispetto a quella del Lazio.
La qualità del servizio sanitario pubblico su un territorio, ovviamente, dipende da molteplici fattori ed è un parametro non solo complesso, ma anche difficile da tradurre in termini puramente quantitativi; la spesa pro capite per dispositivi medici, ad ogni modo, rappresenta senz’altro una componente influente a cui è giusto rivolgere la dovuta considerazione.
Farmaceutici Damor S.p.A.(Unipersonale)
https://fitostimolineperte.it/
email: info@farmadamor.it