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Neurologi: “Noi fondamentali in gestione neoplasie cerebrali”
In occasione del World Cancer Day (4 febbraio) la Sin ribadisce 'l’importanza della Neurologia per il trattamento delle patologie oncologiche del sistema nervoso centrale'
Tra il 2006 e il 2021 in Italia, 47.447 uomini e 54.832 donne di età 20-49 anni sono deceduti a causa di un tumore. Cinque tumori sono risultati responsabili del 47,8% delle morti per tumore negli uomini giovani adulti e fra questi, in seconda posizione, quelli del sistema nervoso centrale (4.563 morti, pari al 9,6%). Nelle donne, invece, la mortalità oncologica legata a neoplasie cerebrali è la causa del 5% dei decessi . Ad oggi purtroppo nel campo dei tumori cerebrali non esiste ancora la possibilità di una utile diagnosi precoce ma si stanno facendo molti progressi, ed è proprio in questa direzione che guarda la Sin, Società italiana di neurologia, ribadendo l’importanza del ruolo del neurologo nella gestione e presa in carico di questi pazienti.
"In occasione del World Cancer Day 2025 la Società Italiana di Neurologia ribadisce l’importanza della Neurologia per la trattazione delle patologie oncologiche del sistema nervoso centrale - osserva Enrico Marchioni, Direttore SC di Neurooncologia Irccs C. Mondino di Pavia e presidente del Gruppo di studio Neuro-oncologia della Sin -. La presa in carico dei pazienti affetti da neoplasia cerebrale dovrebbe essere infatti eseguita da un gruppo multidisciplinare che comprenda un neurochirurgo, un neuro-oncologo, un neuro-radiologo e un radioterapista esperto di trattamenti sul Snc. A questi profili sarebbe necessario aggiungere anche quello di un esperto in anatomia patologia e biologia molecolare, per costituire un tumor board in grado di accompagnare il paziente per tutto il percorso diagnostico terapeutico in modo efficace". La Sin sottolinea quindi l’importanza di sensibilizzare sulle patologie neoplastiche del sistema nervoso centrale nell’ambito della campagna 'One Brain, One Health' a favore della Salute del Cervello che sta conducendo dal 2024.
Le neoplasie cerebrali sono forme tumorali che colpiscono il sistema nervoso e vengono classificate in primitive e secondarie. I tumori primitivi originano all’interno del sistema nervoso da cellule di origine nervosa, mentre i secondari sono frutto di una diffusione metastatica a livello cerebrale di neoplasie sistemiche. I tumori cerebrali secondari (metastasi) rappresentano da soli circa la metà di tutte le neoplasie cerebrali. Gliomi, metastasi, meningiomi, adenomi pituitari e neuromi del nervo acustico rappresentano il 95% di tutti i tumori cerebrali dell’adulto. Nei bambini, i tumori cerebrali rappresentano il tumore solido più diffuso, secondo solo alla leucemia.
A differenza di alcuni Paesi industrializzati, come Usa e Inghilterra dove si assiste ad un costante incremento, l’incidenza dei tumori del Snc - riporta una nota della Sin - in Italia appare pressappoco stabile negli ultimi anni. I tumori maligni sono più frequenti negli uomini rispetto alle donne: nel 2024 sono stimate circa 6.126 nuove diagnosi (con una prevalenza per gli uomini, 3.482) con una sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi del 24% negli uomini e del 27% nelle donne.
Per quanto riguarda lo studio dei fattori di rischio ad oggi non sono noti fattori inequivocabilmente associati allo sviluppo delle neoplasie cerebrali ad eccezione delle radiazioni ionizzanti associate allo sviluppo di meningiomi. Alcune malattie ereditarie, come la neurofibromatosi, la sclerosi tuberosa, la sindrome di Turcot, la sindrome di Li-Fraumeni (mutazione TP53) e la malattia von Hippel-Lindau disease, sono associate ad un maggior rischio per sviluppo di neoplasie del SNC. Sebbene anche il sovrappeso sia un fattore di rischio noto per lo sviluppo di diversi tipi di neoplasie, dai pochi dati disponibili si ritiene che vi sia un rischio lievemente maggiore di incidenza di glioma nei soggetti sovrappeso o obesi. Una metanalisi del 2015 ha infatti mostrato che il rischio legato all’obesità riguardi solo il sesso femminile (30). Valori elevati di body mass index (BMI) sarebbero un fattore di rischio per neoplasie del SNC, soprattutto per meningiomi e gliomi.
L’esordio clinico a volte può essere subdolo, con sintomi sovrapponibili a quelli di altre patologie neurologiche. Spesso, la diagnosi avviene in urgenza, nonostante la sintomatologia sia presente da tempo. Per questi pazienti è necessaria l’esecuzione di accertamenti neuro-radiologici, come la risonanza magnetica con contrasto (Rm) o altre tecniche radiologiche avanzate come le tecniche di perfusione, la misurazione della diffusione delle molecole d’acqua nei tessuti biologici (DWI), la spettroscopia (MRS) che aiuta a valutare in modo non invasivo l’ambiente biochimico del tessuto e la risonanza magnetica o PET (positron emission tomography). Sebbene la certezza della diagnosi si abbia solo con l’esame istologico (derivante da biopsia o da intervento di asportazione) , le tecniche diagnostiche hanno fatto significativi passi avanti. La radiomica e la radiogenomica, ad esempio, rispetto all’imaging convenzionale offrono dati quantitativi e dimensionali collegando immagini a proprietà biologiche utili; mentre le PET con aminoacidi radiomarcati sono ormai tecniche di imaging con grosse potenzialità in termini di diagnosi, correlazione istopatologica, pianificazione dei trattamenti e prognosi.
"L’avanzamento delle tecniche di imaging e i promettenti risultati degli studi di alcune terapie lasciano ben sperare per il futuro – continua Marchioni – Tuttavia, per la rarità della patologia tumorale e delle specifiche mutazioni genetiche è fondamentale, quando possibile, la presa in carico e l’inserimento dei pazienti in protocolli presso Centri neuro-oncologici di riferimento".
L’approccio terapeutico al tumore varia considerevolmente in funzione dell’età del paziente, della sede e dall’aspetto della neoplasia. Le opzioni di trattamento chirurgico - dettaglia la nota - possono includere la rimozione del tumore più o meno completa o la biopsia. La radioterapia (RT) ha un ruolo privilegiato nel trattamento dei tumori cerebrali primitivi e delle metastasi. La chemioterapia può risultare utile in alcuni tipi di tumore cerebrale. Ma è ai risultati incoraggianti della ricerca sulle nuove terapie personalizzate che si guarda con fiducia. Nel 2024, in occasione del meeting annuale dell’American society of clinical oncology (Asco), sono stati diffusi risultati positivi per la terapia a bersaglio molecolare nei tumori cerebrali: lo studio internazionale di fase 3 INDIGO ha dimostrato l’efficacia del vorasidenib, farmaco target anti-IDH1/2, nel trattamento dei gliomi di basso grado (astrocitoma o oligodendroglioma di grado 2) IDH mutati senza caratteristiche di aggressività che non avevano ricevuto un precedente trattamento radio e /o chemioterapico; l’utilizzo del vorasidenib ha dimostrato, in questa popolazione di pazienti, di prolungare il tempo alla recidiva rispetto ad un atteggiamento di attesa e osservazione con una ottima tollerabilità al trattamento. Altri studi in corso di realizzazione stanno valutando l’attività di altri trattamenti target (es. anti-MET, anti-FGFR) nei tumori cerebrali. In particolare, nuovi farmaci target stanno dimostrando risultati promettenti in termini di risposta, progressione di malattia e sopravvivenza anche nei meningiomi maligni .
"Lo sviluppo delle terapie personalizzate apre la strada a un radicale cambiamento nell’approccio terapeutico dei tumori del Snc - evidenzia Marchioni -. Se per il momento il loro impiego è ancora contenuto, i presupposti per il futuro sono molto incoraggianti". Infine, il ruolo delle cure palliative (anche precoci) e le problematiche del fine vita hanno ormai assunto un ruolo centrale nel percorso di cura di questi pazienti, sottolineando anche come i problemi etici e medico-legali devono andare di pari passo a quelli più strettamente terapeutici .
Cronaca
Anche rarissima Ferrari tra vetture sequestrate da Gdf a...
Una Ferrari 340 MM Vignale Spider (appena tre esemplari costruiti dalla casa di Maranello), una Ferrari 275 GTB/2 di color verde pino, prodotta, in questa colorazione, in sei esemplari, e poi altri modelli della casa del Cavallino Rampante e ancora Lamborghini e Porsche: in tutto sono 18 i veicoli che la Guardia di Finanza di Bologna e Parma ha sequestrato, a seguito di un decreto emesso dalla Procura di Parma a carico di un commerciante di auto d'epoca completamente sconosciuto al fisco.
Con il decreto di sequestro si ipotizzano a carico dell’indagato i reati di autoriciclaggio e di omessa dichiarazione. Gli accertamenti, condotti dalle fiamme gialle bolognesi, hanno permesso di acquisire, a carico dell’indagato, elementi di una lucrosa attività commerciale, che si sarebbe protratta di fatto quantomeno per gli ultimi 25 anni. La particolarità è che, a fronte di tale attività commerciale, non risulta che l'indagato avesse mai presentato le previste dichiarazioni fiscali, il che gli avrebbe permesso di reinvestire nella medesima attività i proventi illeciti di volta in volta conseguiti. Per non attirare le attenzioni del Fisco, l’indagato avrebbe adoperato vari escamotages, quali l'uso di diversi prestanome, false radiazioni 'per esportazione' delle auto che, private delle targhe, potevano essere commercializzate senza alcuna formalità, l’utilizzo di metodi di pagamento non tracciabili e conti correnti esteri, in parte in paesi a fiscalità privilegiata.
Tra il 2019 ed il dicembre scorso, l'indagato avrebbe posto in vendita diverse autovetture di alta gamma (con evasione di II.DD. e IVA per circa 1,2 milioni di euro), che a loro volta sarebbero state acquistate reinvestendo proventi illeciti realizzati in anni precedenti dalla commissione di reati tributari. Quella che è emersa, in sostanza, è una sorta di catena infinita, nella quale, per un verso, le vendite di auto di lusso avrebbero alimentato il patrimonio dell’interessato e, per altro verso, le omesse dichiarazioni dei redditi, protrattesi negli anni, avrebbero consentito all'indagato di accantonare altra liquidità da investire in ulteriori acquisti, che a loro volta avrebbero generato altri proventi e così via.
Il provvedimento di sequestro è stato emesso in via di urgenza per impedire l’ulteriore protrarsi di un’attività che sembrava destinata a perpetuarsi ulteriormente nel tempo, proprio grazie al meccanismo della catena infinita. Il decreto è stato dunque adottato dalla Procura di Parma al fine di pervenire al sequestro di risorse finanziarie per circa 7,7 milioni di euro, con possibilità, in caso di incapienza, di procedere al cosìddetto "sequestro per equivalente ed in ogni caso al sequestro per sproporzione, atteso che è emerso un divario di notevoli proporzioni tra i redditi ufficiali (pressoché inesistenti) e le disponibilità finanziarie", spiegano gli inquirenti.
Sono stati quindi sequestrati 435.000 euro in contanti, 176.209,31 euro su un c/c bancario, 61 orologi e 18 veicoli: Ferrari 340 MM Vignale Spider; Ferrari 275 GTB di colore verde pino; Ferrari 599 GTB Fiorano; Ferrari Daytona; Ferrari 458 Italia; Ferrari Dino 246 GTS; Ferrari 512 BB; Ferrari Daytona; Bizzarrini 5300 GT Strada; Lamborghini Murcielago; Lamborghini Miura; Lamborghini Countach; Porsche 996; Porsche 997; . Lancia Aurelia B24 Spider America; Mercedes AMG; Vw Golf; Furgone Peugeot Rifter. La Ferrari 340 MM Vignale Spider costruita dalla casa di Maranello, negli anni ’50 del secolo scorso, ha gareggiato in competizioni motoristiche di prim’ordine, quali la 24 ore di Le Mans, Mille Miglia e Trofeo Internazionale di Silverstone.
I militari della Guardia di Finanza hanno eseguito una perquisizione (locale, personale e informatica) a carico di altre sei persone (indagati in concorso) e tre aziende, nelle province di Bologna, Parma, Reggio Emilia, Cremona e Firenze.
"Un sequestro fuori dal comune, come lo sono state anche le indagini". Così all'Adnkronos il Tenente Colonnello della Guardia di Finanza di Bologna Maurizio Martone, commentando l'operazione. "Fuori dal comune perché è difficile fare una stima, una valutazione di queste auto d'epoca, sono di nicchia e ne esistono veramente pochi esemplari al mondo. Facendo una ricerca online -spiega- le quotazioni non sono inferiori ai 9-10 milioni di euro per auto. Certo, trovarsi davanti ad un parco auto del genere è stato impressionante".
Martone evidenzia come siano state "fuori dal comune anche le indagini che hanno impegnato diverse persone e che sono state eseguite alla vecchia maniera, è stato un po' un ritorno al passato con pedinamenti e tante carte, dato che le auto erano state 'radiate', cioè private della targa perché destinate all'estero e quindi difficili da trovare. La soddisfazione è stata quella di riuscire a ricostruire i vari passaggi e compiere il sequestro prima che l'indagato si disfacesse di tutto. E' importante ora che passi il messaggio che non si può operare per 25 anni illecitamente, realizzando profitti così elevati in completa evasione d'imposta, a dispetto dei commercianti onesti".
Cronaca
Rissa alla stazione di Tortona, 20enne accoltellato a morte
Le indagini proseguono per far luce sull’esatta dinamica e sul movente dell’accaduto
E’ finita in tragedia una rissa scoppiata nel primo pomeriggio nei pressi della stazione ferroviaria di Tortona, nell'Alessandrino. Per cause ancora in corso di accertamento, un 20enne è stato colpito a morte da alcune coltellate. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno fermato una persona il cui ruolo è ora al vaglio degli investigatori. Le indagini proseguono per far luce sull’esatta dinamica e sul movente dell’accaduto.
Cronaca
Intelligenza artificiale, perché DeepSeek divide il web
La ricerca condotta in esclusiva per il programma televisivo di Rai 3 'Agorà' dal team di analisi di Socialcom
DeepSeek, il nuovo modello AI cinese, conquista milioni di utenti ma scatena un acceso dibattito online. Tra prestazioni avanzate, censura governativa e impatti sul mercato tech, ecco cosa sta accadendo. Una ricerca condotta in esclusiva per il programma televisivo di Rai 3 'Agorà' dal team di analisi di Socialcom con la piattaforma Socialdata ha rilevato quasi 4 milioni di post e 30 milioni di reazioni in tutto il mondo. Il dibattito online si è diviso quasi equamente tra entusiasti e critici.
Le opinioni positive
Nella fase iniziale prevalgono le opinioni positive. Tra i principali punti di forza evidenziati emergono il prezzo, la flessibilità del codice e le prestazioni nel ragionamento, ottenute senza l’impiego dei potenti chip americani. Molti utenti hanno sfruttato questo successo per criticare Trump e il suo fondo da 500 miliardi di dollari destinato allo sviluppo dell’AI. Il picco di visibilità in questa fase coincide con il posizionamento dell’app al primo posto sull’App Store.
Le preoccupazioni
Successivamente, il dibattito assume toni più critici. Le prime preoccupazioni emergono con il crollo delle azioni del settore tech, che in un solo giorno ha perso mille miliardi di dollari, colpendo in particolare il produttore di chip Nvidia. Parallelamente, i test sull’AI rivelano la presenza di censure imposte dal governo cinese: basta, ad esempio, chiedere informazioni su Taiwan o Tienanmen per ottenere risposte filtrate. Dal pomeriggio del 29, l’applicazione risulta non più disponibile in Italia.
Il dibattito globale
A parte i giudizi contrastanti dei leader di ChatGPT, che prima hanno definito "impressionante" DeepSeek, salvo poi parlare di furto intellettuale, e la soddisfazione espressa dal politico socialista Varoufakis per le perdite di Wall Street, regna la prudenza: sul tema non si sono ancora espresse altre voci rilevanti. La discussione è diffusa su scala globale, ma si concentra soprattutto negli Stati Uniti, i più direttamente coinvolti nella competizione con la Cina e nelle implicazioni geopolitiche. Seguono l’Europa, il Giappone e le potenze emergenti Turchia, India e Brasile.
"Il lancio di DeepSeek ha generato un acceso dibattito globale”, ha spiegato nel corso di Agorà su Rai 3 Luca Ferlaino, fondatore di Socialcom, illustrando la ricerca condotta in esclusiva per la trasmissione. “Da un lato, gli entusiasti esaltano la gratuità, l’apertura agli sviluppatori e le prestazioni avanzate, al punto da utilizzarlo per attaccare Trump e Wall Street; dall’altro, gli scettici sollevano preoccupazioni su privacy, sicurezza e censura, evidenziata dall’impossibilità di ottenere risposte su temi sensibili come Tienanmen o Taiwan".