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Fratelli d’Italia, Santanchè: “Avanti uniti”. Appello alla responsabilità di Arianna Meloni
Alla direzione nazionale di FdI anche la ministra del Turismo. Donzelli: "Ha la nostra fiducia"
"Abbiamo fatto una traversata nel deserto, oggi siamo il grande partito della Nazione". Arianna Meloni, punto di riferimento della segreteria politica di Fratelli d'Italia, lancia un appello alla responsabilità nel corso del suo intervento alla direzione nazionale del partito guidato da Giorgia Meloni. "Oggi il mondo è cambiato, siamo da un'altra parte, l'impegno deve essere maggiore. Dobbiamo guardare a tutte le persone, immaginare una politica giusta che faccia davvero sintesi. Non tornerà un tempo come questo, questa è la nostra storia: impegniamoci a fare quello che ci è stato affidato, ognuno per il suo ruolo", le parole della sorella della premier.
Dal palco ha nuovamente citato 'Il Signore degli Anelli' di Tolkien. "Ora FdI ha l'anello del potere" dal quale derivano "grandi responsabilità", ha scandito Arianna, invitando tutti "a essere responsabili dal primo dirigente all'ultimo dei militanti". "Ho l'onore di essere la sorella di Giorgia Meloni, una grande donna a cui ho visto fare, in questa nuova fase, un salto 10 volte più alto di tutti questi durissimi anni: ha messo gli italiani prima della sua famiglia e di se stessa. Lei è il nostro Frodo e noi siamo la Compagnia dell'Anello. L'anello è pesante, dobbiamo aiutarla nella fatica di portarlo senza mai indossarlo: è ciò che ci siamo sempre promessi. Non dobbiamo essere un'utopia, dobbiamo restare quelli che eravamo quando abbiamo iniziato a fare politica. Oggi ognuno è chiamato a fare la propria parte".
"L'Italia è stata svenduta a lungo, ora è il tempo di capire da che parte stare. Dobbiamo realizzare ciò che ci eravamo promessi di fare quando abbiamo iniziato a fare politica, ricordare chi siamo ma guardare le cose dalla prospettiva della posizione che abbiamo raggiunto. Rispettando oneri e onori".
Presente la ministra del Turismo Daniela Santanchè da settimane al centro delle polemiche per l'inchiesta su Visibilia. L'imprenditrice al suo arrivo alla direzione nazionale è rimasta in silenzio, ma poi via social ha fatto sentire la sua voce: "Orgogliosi del percorso che stiamo facendo e della fiducia che ogni giorno gli italiani ci dimostrano. Continueremo a lavorare uniti per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi", ha scritto su X Santanchè, postando una foto con Giovanni Donzelli, Tommaso Foti e Guido Castelli. La ministra ha, poi, lasciato in anticipo i lavori. Fonti parlamentari hanno spiegato, poi, che l'esponente del governo aveva un impegno pregresso.
Orgogliosi del percorso che stiamo facendo e della fiducia che ogni giorno gli italiani ci dimostrano. Continueremo a lavorare uniti per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. pic.twitter.com/LRFi64rLnb
— Daniela Santanchè (@DSantanche) February 1, 2025
Numerosi i deputati e senatori di FdI, che erano presenti alla direzione, compresi i ministri del partito leader della maggioranza. Dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, capo delegazione al governo, a quello della Difesa Guido Crosetto; dalla titolare del Lavoro Elvira Calderone al ministro delle Politiche Ue Tommaso Foti; passando per Andrea Abodi, ministro dello Sport, e Nello Musumeci, responsabile della Protezione civile. Presente anche il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso e il ministro della Salute Orazio Schillaci.
Fiducia alla ministra Santanchè? "La fiducia la esprime il Parlamento - ha detto il responsabile organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli - la fiducia di Fratelli d'Italia per il lavoro di Santanchè non è mai venuta meno". "Noi siamo sereni ma determinati. Faremo quello che abbiamo promesso agli italiani, il resto non ci intralcia. Abbiamo parlato delle campagne di Fratelli d'Italia, abbiamo parlato dei successi in questi due anni del governo Meloni -spiega - e di quanto tutte le previsioni della sinistra erano sbagliate su tutti i disastri che sarebbero accaduti. Abbiamo programmato le prossime attività di Fratelli d'Italia".
"Abbiamo parlato di quello che stiamo facendo al governo. I risultati sono decisamente soddisfacenti. Abbiamo espresso solidarietà a Meloni e agli altri ministri, una solidarietà vera e non di circostanza", ha dichiarato il ministro Foti.
E' stato "un momento di confronto con la classe dirigente, gli amministratori e la base militante per rafforzare il legame tra governo e territorio" ha detto il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, aggiungendo che "Fratelli d'Italia si conferma un partito radicato, che continua a essere strumento di ascolto e rappresentanza" e "che lavora con coerenza per il futuro dell'Italia".
"Fin dal primo giorno della legislatura, in Parlamento, stiamo portando avanti, insieme al ministro Sangiuliano prima, al ministro Giuli dopo, e al sottosegretario Mazzi, un'azione riformatrice, ma rivoluzionaria, per rimettere al centro della cultura italiana la nostra identità e la nostra storia, e non più gli amici degli amici dei circoletti e dei salottini" ha dichiarato il presidente della Commissione Cultura della Camera e responsabile nazionale Cultura e Innovazione di Fratelli d'Italia Federico Mollicone. "La Commissione Cultura è la prima commissione di tutto il Parlamento per numero di atti di legge, approvati in sede legislativa, quindi, senza passare per l'aula, per rendere più veloce ed efficiente quanto prima la messa a terra dei punti del programma elettorale di Fratelli d'Italia. Noi vogliamo dare agli italiani - a chi lavora nel settore culturale e a chi ne fruisce - ciò per cui ci hanno scelto".
"Il bilancio di due anni di governo è straordinario" conclude il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. "Quando vincemmo le elezioni, in molti scrissero che l'Italia di Giorgia Meloni sarebbe stata isolata nel mondo, che sarebbe stato un disastro, che lo spread sarebbe andato alle stelle, che il Paese sarebbe sprofondato. Due anni dopo la realtà è esattamente diversa. L'Italia è il punto di riferimento degli Stati Uniti in Europa, dell'Africa in Europa e di chiunque in Europa voglia cambiare davvero".
Politica
Renzi e Vespa, scintille su caso Almasri: botta e risposta...
Il giornalista: "Il governo Renzi sa qualcosa sul generale". La replica: "Che brutta fine hai fatto..."
Matteo Renzi contro Bruno Vespa in un botta e risposta prolungato. Il fischio d'inizio arriva con le parole del giornalista nella trasmissione Cinque Minuti: Vespa si sofferma sul 'caso Almasri', il generale libico rimpatriato dal governo, e afferma che "in ogni stato si fanno cose sporchissime, anche trattando con i torturatori, per la sicurezza nazionale. Questo avviene in tutti gli stati del mondo".
Arrivano critiche da esponenti dell'opposizione. Vespa risponde a Sandro Ruotolo (Pd): "L'onorevole Ruotolo chieda chiarimenti sulle 'cose sporchissime' che fanno governi d’ogni colore e latitudine, a Marco Minniti e Nicola Latorre che per conto del Pd si sono occupati al più alto livello della sicurezza nazionale. Sul generale Almasri i governi Renzi e Gentiloni sanno certamente qualcosa. Sul generale Almasri i governi Renzi e Gentiloni sanno certamente qualcosa", dice Vespa.
A questo punto, entra in scena Italia Viva, il partito guidato da Renzi. "Bruno Vespa cita Matteo Renzi a proposito del generale Almasri. Spiace prendere atto che Vespa è ormai il portavoce di Fratelli d’Italia. Ma potrebbe essere utile ricordargli che la linea degli accordi con la Libia non è stata seguita dal Governo Renzi, ma - casomai - dai Governi successivi. Se Vespa vuole parlare di Renzi farebbe bene a informarsi prima. Attendiamo le scuse del conduttore", scrive sui social Enrico Borghi, presidente dei senatori di Italia Viva.
"A me risulta che i due tecnici italiani Bruno Cacace e Danilo Colonego rapiti (forse dall’Isis) in Libia ai confini con l’Algeria il 19 settembre 2016 (governo Renzi) furono liberati il 5 novembre con l’aiuto della milizia Rada di cui Almasri e’ il numero 2", scrive Vespa in una nota rispondendo alle osservazioni del senatore di Italia Viva Enrico Borghi. "Di Rada si sono serviti tutti i governi successivi per risolvere casi spinosi. Naturalmente si tratta di operazioni riservatissime e si può dire tutto e il contrario di tutto, ma a me questo risulta. Se poi i due tecnici sono stati liberati dalla Befana, mi scuso con il presidente Renzi", conclude Vespa.
"Borghi, il nostro capogruppo al Copasir, ha fatto notare a Vespa che l'accordo Minniti parte con il presidente Gentiloni, io avevo una posizione diversa. A quel punto gli facciamo notare che ha fatto un errore e Vespa dice una cosa, una informazione che è un segreto di Stato. Sarei curioso di sapere chi sta diffondendo segreti. Qualcuno evidentemente sta usando Vespa come portavoce del governo e gli passa informazioni", interviene Renzi a Metropolis sul sito di Repubblica. E comunque "l'informazione che ha dato Vespa, io che ero presidente del Consiglio non la sapevo".
"Le mie informazioni sono di pura fonte giornalistica. Se Renzi e Borghi dicono che sono coperte da segreto di Stato ne prendo atto, ma forse non sono fandonie. D’altra parte tutti sanno che per liberare ostaggi bisogna trattare con gente sporca", l'ennesima replica di Vespa. E Renzi? Si affida ai social: "Vespa che sta facendo una brutta fine ha detto che tutti i governi fanno cose sporche. Ma parla per te, le cose sporche le farai te".
Politica
Migranti, ‘sconcerto’ governo per decisione...
I giudici della Corte d'Appello di Roma non convalidano il trattenimento dei 43 migranti in Albania
"Stupore", se non addirittura "sconcerto". Come se non bastasse il caso Almasri, a gettare nuova benzina sul fuoco dei rapporti tra governo e magistratura è la decisione dei giudici della Corte d'Appello di Roma di non convalidare il trattenimento dei 43 migranti chiusi nei centri costruiti dall'Italia in Albania: persone che dovranno essere liberate e che già domani sera saranno riportate in Italia, a Bari.
Ora Palazzo Chigi studia le contromisure per sbloccare l'ennesimo stallo: "Siamo al lavoro per superare anche questo ostacolo", fanno sapere fonti della Presidenza del Consiglio.
Meloni (per ora) tace
Ma al momento si registra solo la dura la reazione del governo Meloni, che incassa il terzo 'no' al protocollo d'intesa sottoscritto con il Paese di Edi Rama e fortemente voluto dalla premier. La presidente del Consiglio e leader di Fratelli d'Italia per ora tace, ma a parlare per conto dell'esecutivo è uno dei ministri a lei più vicini, Tommaso Foti, titolare delle Politiche europee: "Sconcerta", secondo l'ex capogruppo alla Camera, "la decisione dei giudici della Corte d'Appello di Roma".
Per Foti "siamo di fronte all'ennesima riaffermazione, di una parte della magistratura, di volere stabilire quali Paesi siano o meno sicuri, sostituendosi al decisore naturale che è invece il governo". "In attesa della pronuncia della Corte di Giustizia dell'Ue sulla questione dei Paesi sicuri", sottolinea il ministro, "il governo Meloni proseguirà con determinazione nell'attuazione delle riforme promesse ai cittadini, nel pieno rispetto del mandato ricevuto dagli italiani".
Anche i vertici dei gruppi parlamentari meloniani vanno all'attacco. Secondo il presidente dei deputati Fratelli d'Italia Galeazzo Bignami "si assiste a un atteggiamento di resistenza da parte di un pezzo della magistratura italiana nei confronti delle misure adottate per garantire la sicurezza e contrastare l'immigrazione irregolare".
"Ancora una volta", insiste, "ci troviamo di fronte a una presa di posizione che sembra andare oltre l'ambito giuridico, assumendo una connotazione politica e ostacolando l'azione del governo Meloni".
Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo al Senato Lucio Malan, che esprime "profondo stupore" per una decisione che a suo giudizio non terrebbe conto della Corte di Cassazione, la quale ha stabilito che la definizione dei Paesi sicuri spetta al governo. Anche la Lega protesta, con il vicesegretario Andrea Crippa: "Dai giudici un'ennesima invasione di campo, una decisione che danneggia l'Italia e che fa felici le sinistre e i clandestini", scrive in una nota il numero due di Matteo Salvini.
Politica
Meloni: “Italiani con me, siamo sopra il 30%”....
Non è attesa per ora la presidente del Consiglio. Presente, invece, la ministra del Turismo Daniela Santanchè
La 'strategia della tensione' governo-toghe paga, in termini di consenso. Giorgia Meloni legge i sondaggi e sorride, perché nei giorni in cui si è intensificato lo scontro tra l'esecutivo e la magistratura, dopo l'apertura dell'indagine per favoreggiamento e peculato sul caso Almasri, Fratelli d'Italia consolida il suo primato nel gradimento degli italiani salendo al 30,1%, in aumento di 0,5 punti rispetto al 16 gennaio. Lo certifica la media sondaggi Youtrend che la presidente del Consiglio pubblica sui social, accompagnandola a un messaggio ben preciso: "Nonostante gli attacchi gratuiti quotidiani e i tentativi di destabilizzare il governo, il sostegno degli italiani rimane solido. Per me - scrive Meloni - questo significa una cosa sola: che il lavoro che stiamo facendo per difendere l'interesse nazionale, creare opportunità per le nostre imprese e rafforzare la nostra Nazione è quello giusto". La premier ringrazia gli elettori per la fiducia e conclude il suo post con una promessa: "Io vado avanti, come sempre, a testa alta".
Oggi la direzione nazionale di Fratelli d'Italia
E' in corso allo spazio 'Roma Eventi' di Piazza di Spagna, la direzione nazionale di Fratelli d'Italia. Presente la ministra del Turismo Daniela Santanchè, da settimane al centro delle polemiche per l'inchiesta su Visibilia. Nessuna dichiarazione da parte dell'imprenditrice davanti alla selva di telecamere che l'attendeva all'ingresso. Non è attesa, invece, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Alla direzione nazionale numerosi deputati e senatori di Fdi, compresi i ministri del partito leader della maggioranza: dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, capo delegazione al governo, a quello della Difesa Guido Crosetto; dalla titolare del Lavoro Elvira Calderone al ministro delle Politiche Ue Tommaso Foti; passando per Andrea Abodi, ministro dello Sport, e Nello Musumeci, responsabile della Protezione civile. Presente anche il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso. Seduto in platea anche il ministro della Salute Orazio Schillaci. Le conclusioni della direzione, che si svolge a porte chiuse, saranno affidate ad Arianna Meloni, sorella della premier e responsabile della segreteria politica e del tesseramento di FdI. All'ordine del giorno, la discussione sui primi due anni di governo Meloni e altri temi come la sicurezza delle forze di polizia, azione di FdI e governo al Sud.
La vicenda Almasri
Anche alla luce degli sviluppi della vicenda Almasri, è probabile che la riforma della giustizia e le tensioni con la magistratura troveranno ampio spazio nel dibattito della direzione, composta da 115 membri. Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, capo delegazione di FdI al governo, terrà la relazione introduttiva, toccando tutti i punti dell'ordine del giorno. Prenderà la parola anche il coordinatore della direzione, Edmondo Cirielli, mentre le conclusioni saranno affidate alla sorella della premier e responsabile della segreteria del partito, Arianna Meloni.
Continua a far discutere, intanto, l'atto di indagine ("voluto", secondo Meloni, "dovuto" secondo l'Anm) notificato dal procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi alla premier, ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano per la vicenda Almasri. Ospite di SkyTg24, il capogruppo meloniano al Senato Lucio Malan prima apre a una possibile eliminazione dell'obbligatorietà dell'azione penale, poi, dopo le critiche di una parte dell'opposizione, fa dietrofront in una nota: "Non esiste alcuna volontà da parte di Fratelli d'Italia e del centrodestra di limitare la libertà della magistratura, men che mai di assoggettarla al controllo del governo o più in generale della politica". Gli attacchi nei confronti di Lo Voi proseguono, da parte del partito della premier. Dopo la polemica sui voli di Stato questa volta sono i rapporti con l'avvocato Luigi Li Gotti (l'uomo dell'esposto contro Meloni e ministri) a scatenare i parlamentari di FdI, che chiedono chiarezza: "Lo Voi e Li Gotti si conoscono da tempo, e certi intrecci non possono essere ignorati. Da una parte, a Lo Voi è stato negato l'aereo di Stato per i suoi viaggi a Palermo; dall'altra, a Li Gotti è stata respinta la maxi-parcella per la difesa di Brusca. Coincidenze? Difficile crederlo", sostiene il vicecapogruppo di Fdi alla Camera Manlio Messina.
Il questionario agli iscritti FdI
E nel consueto questionario interno sottoposto agli iscritti di FdI nella newsletter di partito viene chiesto, tra le varie domande, se l'indagine a carico della premier sia "un atto dovuto" o una "indebita intromissione" da parte della Procura nelle decisioni del governo. La premier e ministri indagati, nel frattempo, continuano a lavorare alla strategia difensiva. Per pochi minuti ieri è stata a Palazzo Chigi la senatrice Giulia Bongiorno, indicata come legale difensore del governo nell'ambito dell'indagine sul caso Almasri. Nella sede della Presidenza del Consiglio è arrivato anche il sottosegretario Mantovano: assente, invece, la premier Meloni. Ai cronisti che l'attendevano all'uscita, Bongiorno ha ribadito la linea del silenzio: "Devo fare ulteriori riunioni, poi vi parlo di tutto". (di Antonio Atte)