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Bonomi: “Milano Cortina? In tempo per consegnare sedi al Cio”

Il presidente di Fiera Milano ha parlato delle prossime Olimpiadi invernali a margine della presentazione di Miart 2025

Il presidente di Fiera Milano Carlo Bonomi - Fotogramma/IPA

Milano Cortina si avvicina. E le location scelte per il grande evento accelerano sul programma dei lavori. “Olimpiadi? Siamo molto avanti” ha spiegato il presidente di Fiera Milano Carlo Bonomi, a margine della presentazione di Miart 2025. “Fiera Milano ospiterà nei suoi padiglioni due manifestazioni, lo speed skating e l’hockey. Tutti gli interventi strutturali sono praticamente completati. Siamo in tempo per consegnare al Comitato Olimpico le sedi”. Insomma, a poco più di un anno dai Giochi, l'Italia accelera.

Verso Milano Cortina

I lavori per l'organizzazione delle Olimpiadi di Milano Cortina procedono su più fronti. Bonomi ha spiegato per esempio che Fiera Milano ospiterà anche il Media Center presso il MiCo, il più grande centro congressi d'Europa: "Stanno completando i lavori. Tutti i lavori sono stati effettuati nei tempi previsti senza un euro di contributo pubblico. Quindi siamo molto soddisfatti di questo risultato”.

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Spettacolo

Sanremo 2025, Emis Killa dopo il ritiro: “Avrei...

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Il rapper alla trasmissione di Giletti 'Lo Stato delle Cose' su Rai3, "Mai dato manco uno schiaffo allo stadio. Non sono preoccupato"

Emis Killa - Fotogramma/IPA

"Dispiaciuto? Chiaramente avrei preferito andare al Festival di Sanremo". Così Emis Killa risponde al giornalista Enrico Lupi del programma 'Lo Stato delle Cose' di Massimo Giletti, dopo aver annunciato il suo ritiro dalla kermesse canora.

Le parole del rapper

Nell'intervista, che andrà in onda questa sera, lunedì 3 febbraio, in prima serata su Rai 3, il rapper ha risposto anche alla domanda sulle frequentazioni di personaggi del tifo milanese che potrebbero averlo danneggiato: "No, io con loro ho sempre condiviso l'amicizia e basta".

Ma anche gli affari? "No, io al momento sono soltanto indagato". La barberia? "Che c'è di male signori? La barberia è una roba lecita, voglio dire. Non ho fatto niente di strano". Nelle indagini si parla di personalità pericolosa: "Loro contestano questa pericolosità, perché io ero presente nel momento in cui c'è stata una colluttazione allo stadio. Io non faccio parte di questa colluttazione, sono diversi metri indietro. Quindi la pericolosità dove sta? Io non ho mai mollato manco uno schiaffo allo stadio, capisce? Questo è tutto quello che posso dire".

Il senatore Maurizio Gasparri

Maurizio Gasparri, ospite di Un Giorno da Pecora, è tornato a parlare delle minacce ricevute sui social dopo aver reputato la partecipazione al Festival di Sanremo di Emis Killa "inaccettabile": "Ho ricevuto delle minacce di morte sui miei social dai fan di Emis Killa per essermi espresso in modo contrario alla presenza del rapper a Sanremo. Quando poi lui si è autoescluso, io ho rivendicato, con delle dichiarazioni, quanto avevo detto" e "in seguito a questo ho ricevuto minacce di morte, tipo 'ammazzati' o 'ti metteremo nella bara'. Emis Killa non ha colpe" da questo punto di vista, "ma dovrebbe prendere posizione, scrivendo in rete pubblicamente quanto sia sbagliato fare queste minacce sui social", ha replicato il senatore, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.

 

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Cronaca

Droga, il racconto di un padre: “Mio figlio portato...

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Giulio Zavatteri è morto a 19 anni nel 2022. Il papà ha fondato un'associazione per aiutare altri ragazzi. "Il crack è diffusissimo a Palermo, un fenomeno trasversale"

Francesco Zavatteri con il figlio Giulio

"Il crack a Palermo era arrivato già da otto anni, diffuso nelle periferie e tra i ragazzi. Tutti sapevano, eppure a lungo non sono state intraprese azioni incisive per arrestarne la diffusione. Un'epidemia contro la quale per molto tempo non è stato messo in campo alcun 'vaccino'". Francesco Zavatteri è un fiume in piena, all'Adnkronos racconta del 'suo' Giulio, morto a 19 anni, il 15 settembre del 2022, ucciso da quelle droghe che lo avevano trasformato. "Ho trovato una situazione fuori controllo - dice - e ho dovuto lottare contro il pregiudizio. Anche il mio purtroppo. L'idea che 'chi si fa' sia un delinquente, invece a imboccare quella strada sono tanti ragazzi, giovani con un percorso di vita difficile, con un senso di inadeguatezza e di vuoto. Ragazzi che hanno bisogno di aiuto per emergere da uno stato di profondo malessere che finisce per annientarli". Un "percorso di autodistruzione", lo definisce papà Francesco. "Giulio era un ragazzo affettuoso, sorridente, gioioso, affabile. Poi è diventato via via sempre più chiuso, scontroso, aggressivo verbalmente e fisicamente. Ingestibile".

Il primo 'incontro' con le droghe alle superiori. "Nel suo zaino abbiamo trovato della marijuana, ci siamo ovviamente allarmati ma abbiamo confinato la cosa a un passaggio adolescenziale. Lo abbiamo preso di petto, cercando di capire perché lo facesse, ammonendolo a non usarla più". E' l'inizio di un percorso, fatto di incontri con gli psicologi e passaggi in comunità. "Durante un ricovero nel reparto di Neuropsichiatria dell'Ospedale dei bambini per via del suo stato estremo di agitazione - ricorda Zavatteri - i medici ci dissero di aver riscontrato un moderato stato depressivo e una forte compulsione verso le sostanze stupefacenti". Per Giulio arriva la prima 'comunità' a Partinico, "una casa famiglia con ragazzini con situazioni pazzesche alle spalle, 'orfani della vita' li chiamavo io". Un passaggio breve, prima di approdare in un'altra struttura a Geraci. "Qui Giulio era rinato. Sveglia all'alba e il lavoro in una fattoria in mezzo al Parco delle Madonie tra la natura e gli animali. Si era iscritto nuovamente a scuola a Ganci, era tornato a essere il ragazzo che tutti conoscevamo, brillante, pieno di vita".

Nella comunità di Geraci Giulio resta circa 18 mesi. Poi il ritorno a casa con la messa alla prova. "Troppo presto, Giulio non era pronto", dice papà Francesco. La dipendenza torna a fargli compagnia. "Usciva e staccava il telefono. A volte la sera non rientrava a casa". E' il crack a dargli sollievo. Almeno così crede. "Inizia a farne uso in maniera sempre più frequente, era diventato intrattabile e inavvicinabile. Poi è stato un precipitare di vicende, un susseguirsi di ingressi in comunità che, però, non hanno fatto altro che aggravare il suo malessere". Fino ad arrivare alla notte tra il 14 e il 15 settembre del 2022. "Avevamo cenato insieme e avevo capito che c'era qualcosa che non andava - ricorda -. Non era, però, più strano di altre volte, avevo portato un drug test e mi ero ripromesso di farglielo l'indomani. Dopo cena è uscito nel giardino della villetta bifamiliare che condivido con mio fratello. L'ho sentito scherzare e ridere con lui e mi sono tranquillizzato. Rientrato a casa, è venuto a salutarmi: 'Ci vediamo domani, papà', mi ha detto e io mi sono addormentato sereno".

Invece, la mattina successiva Giulio non c'era più. "Intorno all'1.30 di notte si è iniettato dell'eroina, chi fa uso di crack la usa in vena per calmarsi". Insufficienza respiratoria causata dall'azione sinergica di due sostanze somministrate in poche ore, recitava il referto medico. Un "dolore immenso, difficile da gestire", che papà Francesco ha trasformato, però, in una missione di vita: aiutare altri ragazzi. Per farlo ha fondato un'associazione 'La Casa di Giulio'. "Ho provato rabbia per non essere riuscito a salvarlo, ma anche per l'assenza, la latitanza delle Istituzioni - ricorda oggi -. Ci siamo sentiti abbandonati, c'era grande disinformazione. Oggi le cose sono cambiate, ma siamo ancora all'anno zero. A Palermo il crack si è diffuso in modo preoccupante, soprattutto tra i giovanissimi. I ragazzi hanno un grande senso di vuoto e malessere, sempre più spesso usano la marijuana al posto delle sigarette, associando alcolici e ansiolitici. Di solito sono gli stessi spacciatori a proporre loro il crack: 'Ti fa sballare meglio', dicono loro. Sono venditori di morte, perché nel giro di qualche mese si diventa assuntori compulsivi in un percorso terribile di autodistruzione. Il crack ti toglie la capacità di intendere e volere, l'unico obiettivo della tua vita diventa fumare e trovare soldi per fumare. Così la mafia fa affari".

Con la sua associazione papà Francesco va nelle scuole, nelle università, negli incontri pubblici. "Ovunque mi invitino per fare prevenzione e sensibilizzazione, perché la storia di Giulio è comune a quella di tanti altri ragazzi purtroppo", dice. Ma ha aperto anche uno sportello di ascolto con psicologhe, volontari, assistenti sociali, mediatori culturali, operatori di strada. "Abbiamo un numero dedicato sempre attivo e dallo scorso 15 settembre anche un'unità mobile, di cui è responsabile mio figlio Vincenzo, che opera nelle piazze di spaccio. Vanno nei vicoli di Ballarò a parlare con i ragazzi che vivono in ricoveri di fortuna, portano loro cibo, acqua, qualche coperta, quello di cui hanno bisogno, spesso anche solo un po' di ascolto. E' importante che non siano lasciati soli, che non siano più invisibili. Alcuni di loro hanno avviato un percorso terapeutico". Lo scorso settembre l'Assemblea regionale siciliana ha approvato il ddl 'Dalla dipendenza all'interdipendenza', che introduce un sistema integrato di interventi educativi e sociosanitari per affrontare le dipendenze patologiche. "Insieme a tante altre realtà abbiamo lottato per questo risultato. Ho molta stima della dottoressa Faraoni (il neo assessore alla Sanità della Regione siciliana, ndr), ci è stata molto vicina e sono certo che attuerà le norme previste nel ddl".

Oltre a programmi di prevenzione a tappeto nelle scuole, nelle università e nei luoghi di lavoro, il testo prevede anche l’apertura di centri a bassa, media e alta soglia per il recupero dei giovani tossicodipendenti. "Sono strutture fondamentali", dice papà Francesco. Intanto, lo scorso anno è stato inaugurato a Palermo il 'Centro di pronta accoglienza', realizzato da Regione siciliana e Azienda sanitaria provinciale di Palermo all’interno dell’edificio 13 del presidio Pisani di via La Loggia. Un progetto pilota (il primo in Sicilia e tra i primi in Italia a gestione diretta di un'Azienda sanitaria) in grado di offrire assistenza diretta e supporto medico-sanitario e sociale alle persone con dipendenza da sostanze, in particolare crack e cocaina. "Il crack è un fenomeno trasversale, colpisce ragazzi, e non solo, di ogni estrazione sociale. A Giulio non mancava nulla, era un ragazzo simpatico, sportivo, estremamente intelligente, parlava due lingue, dipingeva. Eppure è successo e noi non siamo riusciti a dare una battuta di arresto. E' importante parlarne perché nessuno si senta più solo".

Tornando indietro c'è qualcosa che si rimprovera? "Ho un unico rammarico: avrei dovuto abbandonare tutto e dedicarmi solo a lui, sarei riuscito a salvarlo. Negli ultimi tempi mi diceva: 'Vedrai papà, a poco a poco ce la facciamo'. A luglio del 2023 avremmo dovuto fare insieme il Cammino di Santiago. Non ci siamo riusciti, la droga me lo ha portato via prima". (di Rossana Lo Castro)

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Spettacolo

Sanremo 2025, la foto dei cantanti: il mistero delle dita...

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La copertina che illustra i 29 Big in gara al Festival: il particolare che non è sfuggito agli utenti

Copertina Tv Sorrisi e Canzoni - Sanremo 2025

"Ma quante dita ha Clara? Sei?". È questa la domanda che si sono fatti in molti dopo che Tv Sorrisi e Canzoni ha rilasciato la copertina della rivista dedicata al Festival di Sanremo, e in particolare ai 29 cantanti Big in gara. In poche ore, l'immagine è diventata virale sui social ma gli utenti si sono soffermati su un particolare.

Il dettaglio

Clara, la cantante in gara alla kermesse canora con il brano 'Febbre', nella copertina appare seduta tra Massimo Ranieri ed Emis Killa. Ma il particolare è legato alla mano dell'artista: nello scatto, infatti, sembrerebbe che Clara abbia sei dita.

Molti utenti hanno zoomato la foto, evidenziando il dettaglio e ironizzando sulla modifica effettuata. È chiaro che sia solo un errore di photoshop oppure un effetto ottico che unito al colore del vestito farebbe pensare che l'artista abbia qualche dito in più. Immediata la reazione di Clara, che sulla piattaforma X ha scritto divertita: "Raga giuro, ho cinque dita! Ma adorerei comunque".

È successo un caso simile anche con Elodie. La cantante che si trova proprio accanto al conduttore del Festival di Sanremo, Carlo Conti, nella foto ufficiale diffusa da Tv Sorrisi e Canzoni appare con cinque dita, com'è giusto che sia. Ma in alcune versioni, sulla piattaforma X, gli utenti si sono divertiti a modificare la mano dell'artista romana aggiungendo due dita in più. Per richiamare anche la canzone che Elodie porterà sul palco del Festival di Sanremo, dal titolo "Dimenticarsi alle Sette".

Mistero risolto

A risolvere il mistero ci ha pensato proprio Tv Sorrisi e Canzoni, che con un post pubblicato su Instagram ha scritto: "Clara ti volevamo rassicurare, nella copertina non ti abbiamo aggiunto neanche un dito! Scorrete la gallery per verificare da vicino che le dita sono sempre state cinque".

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da TV Sorrisi e Canzoni (@tvsorrisi)

Ed effettivamente basta scorrere il post per notare nel dettaglio che la mano di Clara ha solo cinque dita.

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