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L.elettorale, il presidente commissione affari costituzionali Camera: “entro primo semestre ne discuteremo, da votare entro un anno”
Pagano (Fi): "Ancora nulla di concreto: né proposte di legge, né tavoli - Premierato di fatto? Non lo vuole la maggioranza"
"E' tutto da vedere, se ne sta solo parlando. Ma sostanzialmente non si è fatto nulla. Non c'è nulla di concreto: né proposte di legge; né tavoli paralleli politici o istituzionali". A fare il punto sullo stato dei lavori di una eventuale riforma della legge elettorale e del probabile dibattito sotto traccia fra le forze politiche, è il presidente della Commissione affari costituzionali alla Camera, Nazario Pagano (Fi). "Dobbiamo ancora aprire un confronto interno alla maggioranza per arrivare ad una proposta comune da proporre alle forze di opposizione - spiega all'Adnkronos - Chiaro che se ne debba discutere a fronte di una riforma costituzionale agli atti, che anche se ferma andrà avanti".
Numerose le idee su cui si ragiona: di 'regionellum' che sposerebbe il sistema elettorale per le regioni a livello nazionale, di proporzionale con vincolo di coalizione, di rispolveratura del vecchio Mattarellum parlando di preferenze.... "Quale che sarà il sistema però è tutto da vedere - precisa Pagano - Così come, inserendo il tema delle preferenze, sarà complicato gestire la questione donne. C'è infatti il rischio che le elette siano poche". E' ipotizzata una riforma che conduca ad un 'premierato di fatto''? "Secondo l'opposizione è ipotizzabile. Ma non è ciò che vuole la maggioranza. Io penso che al momento resti in piedi la riforma costituzionale", risponde il parlamentare azzurro.
Mette fretta sul fronte riforma elettorale la questione 'tempi' che stringono se la Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu), recepirà il parere della Commissione di Venezia sulla causa intentata contro il Rosatellum da Mario Staderini, ex segretario dei Radicali italiani per cui il Parlamento? "E' chiaro che in ogni caso è consigliabile che una riforma della legge elettorale, che è una legge ordinaria, non sia votata nell'ultimo semestre. E' consigliabile che venga votata entro un anno, anche perché si tratta di legge ordinaria. Io ipotizzo che entro il primo semestre di quest'anno cominceremo a discuterne", conclude. (di Roberta Lanzara)
Politica
Stallo Consulta, Maiorino (M5s): “La maggioranza non...
'Giudici donne? Ci sono uomini a cui tutto è dovuto...'. Il Movimento freddo su Marini: "Non tutti riescono a scrivere quel nome"
"Siamo in stallo. Raggiungeremo una quadra quando dalla maggioranza smetteranno di pretendere di scegliere anche i nomi in capo alle opposizioni", nella rosa dello scenario 2+1+1 (due giudici costituzionali alla maggioranza, uno alle opposizioni ed un tecnico). "La terza casella è già stata assegnata (a un candidato del Pd - ndr). Resta la quarta, per cui noi abbiamo proposto una terna di costituzionaliste. Ed il fatto che il problema sia la quarta casella e non la terza, dovrebbe dirla lunga...". Così Alessandra Maiorino, membro della Commissione affari costituzionali al Senato, interviene con l'Adnkronos sull'impasse parlamentare relativo alla nomina dei giudici costituzionali dopo l'ennesimo rinvio della convocazione delle Camere la settimana scorsa ed individua tra i nodi non ancora sciolti la quadra sul nome del candidato di Forza Italia e sul quarto, in quota tecnico/indipendente; oltre che i malumori di sottofondo fra le forze politiche sui candidati finora dati per certi: Francesco Saverio Marini, in quota Fdi e Massimo Luciani, in quota Pd.
Quale è la vostra terna di nomi per la quarta casella? "Beh non posso rivelarli, dato che spero che ancora almeno una donna passi. Ma sono tutte costituzionaliste di alto profilo. Mentre ci sono sempre uomini a cui tutto è dovuto...E che altrimenti si fanno venire la crisi isterica...", chiosa la Parlamentare. Perché una sola donna e non quattro? "Non me lo dica che mi viene l'orticaria - risponde - Glisso. Ogni volta sembra che candidare una donna sia l'assolvimento ad un dovere. Noi siamo stati gli unici a sottoporne una terna". Quindi allo stato o Forza Italia candida una donna e saliamo a quota due, o a Palazzo della Consulta arriverà nel quartetto una sola giudice costituzionale? "Esatto. Ed aggiungo anche che alla maggioranza sembra non stia bene la nostra terna. Ma non è altro che una scusa, dato che le costituzionaliste che abbiamo individuato sono esperte non politicizzate". Dulcis in fundo "c'è anche l'impasse Marini: non tutti nel nostro gruppo pensano di riuscire a scrivere quel nome. Quindi c'è uno stallo. Spero ancora possa sbloccarsi...".
Sa che l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga il 7 novembre del 1991 prefigurò l'ipotesi di uno scioglimento delle Camere per la paralisi del Parlamento rispetto all'obbligo costituzionale di eleggere un giudice costituzionale mancante? "Decisamente è un obbligo costituzionale. Ma anche la libertà delle opposizioni di indicare nomi lo è. Non possono essere tutti appannaggio della maggioranza", replica. Sa che il costituzionalista Andrea Pugiotto indica come risolutivi nell'elezione dei giudici costituzionali da parte del Parlamento gli "spazi di autonoma determinazione alla volontà dei parlamentari (com’è accaduto più volte, ad esempio, nelle votazioni ad oltranza per l’elezione del Presidente della Repubblica)"? Anche se ormai certe libertà suonano desuete...", conclude Maiorino. (di Roberta Lanzara)
Politica
Immunità, Tajani: “Non sono contrario ma non ne...
Il ministro degli Esteri: "E' da discutere per vedere in che termini e come". Il leader M5S: "Facciano subito retromarcia"
"Non ne abbiamo parlato, ma potrebbe anche essere un'idea. Non ne abbiamo parlato neanche in Forza Italia. Io personalmente non sono contrario, però è da discutere per vedere in che termini e come". Ha risposto così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ai giornalisti che chiedevano notizie su un'idea di Fi per un possibile ritorno all'immunità per i parlamentari e componenti del governo, scudo tolto in parte nel '93 sulla scia di Tangentopoli.
Sul tema è netta e durissima la posizione di Giuseppe Conte. ''E dopo il ripristino dei vitalizi al Senato, l'abolizione del reato per i politici che abusano del loro potere, l'aumento degli stipendi dei Ministri e la imbarazzante difesa della Ministra Santanchè tenuta incollata alla poltrona, ecco che ci provano con l'immunità e il ritorno di uno scudo che renda intoccabili esponenti del Governo ed eletti!'', scrive su X il presidente del Movimento Cinque Stelle.
''Capite a cosa servono i piagnistei di Meloni e soci contro i giudici: a creare il clima adatto ad aumentare privilegi, soldi e spazi di impunità per i politici, mentre si colpiscono i cittadini comuni con nuovi reati e tagli anche sulle buste paga. Siamo governati dalla Marchesa del Grillo? Questi qui sono in pieno delirio di onnipotenza''.
''Facciano subito retromarcia su questa proposta e su queste intenzioni - chiede Conte - alziamo il livello di guardia prima che sia troppo tardi, dobbiamo opporci tutti insieme. Altro che Meloni 'una del popolo', hanno gettato la maschera: arroganza, immunità e privilegi''.
Da Forza Italia il senatore Pierantonio Zanettin, capogruppo in Commissione Giustizia a Palazzo Madama, commenta all'Adnkronos: "Ritengo che sia stato un errore della politica quello di contraddire il principio dei nostri padri costituenti secondo cui, nella logica della separazione dei poteri, l'immunità parlamentare ci sta tutta. Se adesso, maturati i tempi, si vuole tornare indietro io sono assolutamente favorevole".
''Credo che in questo momento storico non sia più un tabù discutere di immunità''. Immunità che ''esisteva, lo ricordo a me stesso, fino al 1993. Del resto, l'attuale articolo 68 della Costituzione prevede che per arrestare o comunque porre in essere atti privativi della libertà personale o intercettazioni nei confronti di un parlamentare sia necessaria l'autorizzazione" della Camera a cui appartiene.
Tommaso Calderone, capogruppo azzurro in commissione Giustizia alla Camera, è convinto che alla luce anche del caso Almasri sia arrivato il momento di aprire una discussione nel centrodestra e non solo sulla possibilità di reintrodurre l'immunità per parlamentari e componenti del governo.
"Io ritengo - spiega l'esponente forzista, già relatore del ddl sulla separazione delle carriere - che sia corretto nel contesto storico in cui noi ci troviamo e in cui è inutile negare che ci sia una parte politicizzata della magistratura, ripristinare le garanzie previste fino al 1993". Calderone precisa che allo stato non è stato messo a punto nessun testo normativo, si tratta solo di ''una sua opinione personale'', perché l'ultima parola spetta ai vertici di Forza Italia. Auspica comunque di coinvolgere il maggior numero di parlamentari, in casa azzurra e tra gli alleati: ''Il mio è un ragionamento che deve coinvolgere necessariamente una larga maggioranza e comunque è un argomento di discussione quanto mai attuale".
Per il senatore del Pd e segretario in Commissione Giustizia a Palazzo Madama, Walter Verini, la proposta di ritornare all'originaria immunità per parlamentari e componenti del governo, "non solo è irricevibile, ma non tiene minimamente conto del sentimento del Paese. Messa così si configura come un nuovo capitolo della guerra della politica contro la magistratura".
"Con tutti i problemi che abbiamo è inaccettabile sentir parlare di immunità per parlamentari e ministri. La destra vuole autoassolversi e avere mano libera”, dice la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella.
Politica
FdI, Santanchè all’assemblea: “Continueremo...
La titolare del ministero del Turismo dribbla la bolgia dei cronisti. Per lei solo un'ora di direzione nazionale di Fratelli d'Italia
Arriva a direzione iniziata, dribbla i cronisti, nonostante il pressing a marcatura strettissima - non senza qualche momento di tensione per la ressa scatenata - e se ne va in anticipo, "per impegni già in agenda". La giornata della ministra per il Turismo, Daniela Santanchè, arrivata a Roma Termini con un treno da Milano, per l'importante assemblea di partito, con circa 200 dirigenti, si consuma nel giro di poco più di un'ora. Nella sala nei pressi di Piazza di Spagna, l'imprenditrice al centro delle inchieste su Visibilia, tiene un profilo basso, sarà infatti l'unico esponente del governo a non prendere la parola dal palco, a differenza dei ministri Lollobrigida, Foti, Urso, Musumeci, Abodi, Calderone e Schillaci.
Seduta vicino a Giovanni Donzelli, con cui scambia qualche battuta, alla sua destra ha il senatore Guido Castelli. Con loro anche il ministro per il Pnrr, Tommaso Foti. Santanchè preferisce affidare a un post su X, con tanto di foto assieme al responsabile dell'organizzazione di FdI e al commissario per il sisma del 2016, la sua posizione: "Orgogliosi del percorso che stiamo facendo e della fiducia che ogni giorno gli italiani ci dimostrano. Continueremo a lavorare uniti per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi".
Un post che pare ribadire l'intenzione di non interrompere il cammino di governo, facendo capire, a chi nutriva dubbi, che neanche gli ultimi scossoni la porteranno alle dimissioni.
Una dimostrazione di forza, di fronte ai vertici del partito, che arriva via social, dopo aver incassato parole di solidarietà proprio da Donzelli, sollecitato sul tema Santanchè all'arrivo al meeting. "La fiducia di Fratelli d'Italia per il lavoro di Santanchè non è mai venuta meno", aveva sottolineato il deputato meloniano. In sala, poi, nessuno dal palco la cita, non derogando a quello che sembra quasi un ordine di scuderia a tenere i toni bassi: solo il viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli, durante il suo intervento, si premura di rivolgerle un saluto, vedendola alzarsi per andare via. Qualcuno non esclude che la ministra sarebbe potuta rientrare poco dopo, per continuare a prendere parte ai lavori, magari intervenendo. Ma non sarà così.