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Carlo Messina, il ritratto del ‘banchiere gentiluomo’ che guida Intesa Sanpaolo
Dicono di lui: "Non è un finanziere alla Orcel, non viene dall'investiment banking: è un cavallo di razza puro del sistema bancario"
![Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1cfc71fc5f5b-1442df8579fc-1000/format/big/messina_3.png)
Prima lo studio e poi l'insegnamento alla Luiss. Impegno in prima persona contro povertà e disuguaglianze. Alta finanza ma anche comprensione della politica. Guida la prima banca italiana, ma si tiene a distanza dei "casini" del M&A tricolore: "Solo confusione, faccio alle volte fatica anche io a mettere insieme i pezzi". Il suo nome è Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo. Profilo riservato: madre pugliese e padre siciliano, tratto in comune con Andrea Orcel. Romano, esattamente come l'Ad di Unicredit. Ma le analogie finiscono qui.
Chi lo conosce in ambito finanziario ha un'opinione chiara: "Non è un finanziere alla Orcel, non viene dall'investiment banking: certo non è un semplice docente, è un cavallo di razza puro del sistema bancario". Qualcun altro conferma: "Il suo approccio guarda al sistema ed è distante dal banchiere squalo che approfitta dei problemi della concorrenza". Sue le parole sulle agenzie di rating: “Valutano in maniera stupida. Non si guarda un paese solo dal debito pubblico”. C'è chi parla di banchiere Picasso (la banca cura oltre 30mila opere e quattro musei), di certo in molti concordano con la definizione di "banchiere gentiluomo": uno che non disdegna di partecipare personalmente alla festa di addio di una giornalista straniera per salutarla o di ringraziare una dipendente gravemente malata con un caloroso abbraccio.
Messina nasce e cresce a Roma, studia alla Luiss e alla Luiss torna a insegnare. Ma guai - oggi va di moda con l'affaire Mps-Mediobanca - a vedere guerre di finanza tra Roma e Milano, lui non ne vuole sapere: "Ma che vuol dire, sono polemiche che non capisco: Intesa Sanpaolo e Unicredit sono a Milano ma sono guidate da due romani...". Il primo impegnato a guidare il primo istituto bancario italiano (ieri utili da record), il secondo a creare un colosso europeo tra i primi cinque.
La carriera di Messina parte come responsabile del corporate in Bnl, nel 1987, nel 1996 lavora alla pianificazione del Banco Ambrosiano Veneto, poi è la volta di Intesa Sanpaolo: anno domini 2007. Ricopre per un anno il ruolo di Direttore Centrale Responsabile Area Governo del Valore, poi nel 2013 diventa amministratore delegato e quattro anni dopo anche Direttore Generale.
Trincerarsi dietro posizioni di comodo? "Non è il suo stile", dice chi lo conosce. Ricordate la polemica sugli extraprofitti? Disse che bisognava "utilizzare i ricavi extra non per le mancette al governo ma per alzare i salari". E sempre a proposito di salari: "Chi fa ricavi, deve alzarli". Il banchiere ha un altro nemico: la povertà. Tanto che non era neanche contrario al reddito di cittadinanza. Le sue parole: "La priorità di chiunque abbia una visione e una responsabilità sociale deve essere aiutare i poveri". I fatti: Intesa Sanpaolo ha destinato 1,5 miliardi di euro entro il 2027 per la riduzione delle disuguaglianze su tutto il territorio nazionale. Qualcuno ipotizzò la via di ritorno a Roma, la politica: voci mai confermate di una Meloni entusiasta che chiese: "Ti va di fare il ministro dell'Economia?". La verità è che Messina si sente perfettamente a suo agio dove sta: alla guida della prima banca italiana. "Mi ritengo sufficientemente forte e giovane da poterci rimanere il più a lungo possibile: finché farò risultati eccellenti ritengo di poter rimanere in questa posizione". (di Andrea Persili)
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Finanza
Anima: utile netto 2024 +53%, raggiunti 228 milioni di euro
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Le commissioni nette di gestione si sono attestate a 338,7 milioni di euro, in aumento del 17% rispetto all'anno precedente
![Anima: utile netto 2024 +53%, raggiunti 228 milioni di euro](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1cfc095e94eb-a2edc94fbd13-1000/format/big/anima.png)
Anima Holding presenta i risultati consolidati per l’esercizio 2024, registrando una crescita significativa su tutti i principali indicatori finanziari. Le commissioni nette di gestione si sono attestate a 338,7 milioni di euro, in aumento del 17% rispetto all'anno precedente, mentre i ricavi totali consolidati hanno raggiunto 530,0 milioni, segnando un incremento del 44%. L’utile netto consolidato ha toccato 227,8 milioni di euro (+53%), con un utile netto consolidato normalizzato pari a 276,5 milioni (+50%).
Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre proposto un dividendo di 0,45 euro per azione, confermando l’attenzione del Gruppo verso una remunerazione solida per gli azionisti. Tra le iniziative strategiche emerge l’approvazione di un aumento di capitale volto a supportare i piani di incentivazione a lungo termine, sottolineando l’impegno a garantire un allineamento tra il management e gli azionisti.
Alessandro Melzi d’Eril, amministratore delegato di Anima., commenta: “Gli ottimi numeri registrati nel 2024 sono una conferma delle grandi capacità del nostro Gruppo di generare risultati consistenti nel tempo. Il nostro modello di business basato sulle partnership distributive, un approccio disciplinato agli investimenti e un impegno senza paragoni nel supporto alle reti di vendita hanno consentito negli anni di creare relazioni industriali che oggi fanno di Anima un grande valore riconosciuto dalle controparti.”
Melzi d’Eril evidenzia i pilastri di questo successo: “Raccolta positiva, redditività in crescita, diversificazione del business, forte generazione di capitale e grande attenzione alla remunerazione degli azionisti sono stati i punti cardine di questo esercizio per Anima.”
Finanza
Banche, l’analista: “Prevedo darwinismo...
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Il settore bancario, cresciuto con l’aumento dei tassi, ora affronta la sfida dei tagli Bce
![Banche, l'analista:](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1cfc26900958-1f87e991fc5a-1000/format/big/banche_r.png)
Il settore bancario, cresciuto con l’aumento dei tassi, ora affronta la sfida dei tagli Bce. Intesa Sanpaolo e Crédit Agricole continuano a brillare, ma il futuro è un campo di battaglia. Solo le banche ben posizionate vincono: le altre rischiano di essere inglobate, scomparire o sfumare in secondo piano. Ecco la ragione profonda del risiko bancario: un darwinismo spietato, dove la selezione naturale farà emergere i vincitori. E' davvero così? L'analista finanziario Giorgio Vintani spiega le ragioni all'Adnkronos: il settore bancario ha grandemente beneficiato della risalita dei tassi negli ultimi 2 anni, migliorando la performance del margine di interesse e "permettendo a molti istituti (per esempio Unicredit) di rifiorire. Queste banche, afferma, sono state le vere protagoniste della rinascita del comparto, piuttosto che le banche leader in servizi e transazioni, che hanno compiuto il loro naturale percorso di crescita".
Sullo scenario un'opportunità, ma anche una sfida. "La prima -dice l'analista- deriva dall’ondata di fusioni e acquisizioni che ha colpito il settore: si tratta di avere istituti più snelli e più efficienti, che siano meglio posizionati e pronti ad affrontare l'evoluzione". La sfida è la riduzione dei tassi da parte della Bce, l'unico strumento per tentare di risollevare le deboli economie europee: "Percorso di tagli necessario ma che va a scapito del margine di interesse delle banche. Prevedo che il settore attraverserà un’epoca di darwinismo, in cui solo gli istituti meglio posizionati si riveleranno vincenti a scapito degli altri, destinati ad essere acquisiti o a mantenere un profilo di secondo piano".
Qualcuno vede il futuro più roseo: da due anni il settore bancario domina il panorama finanziario, ma persistevano dubbi sulla capacità di sorprendere ancora dopo il ciclo di taglio dei tassi: "Intesa Sanpaolo - dice Calì - sembra dissolvere parte di queste incertezze". I multipli di bilancio mostrano che il sistema rimane sottovalutato, seppure meno rispetto al passato. "L'utile di Intesa - chiosa l'analista finanziario - è stato superiore alle aspettative, ma la grande sfida di quest'anno sarà convertire la grande liquidità sui conti correnti verso prodotti gestiti. Dunque aumentare la marginalità della banca". Dal punto di vista strategico potrebbe essere un ottima strategia: "I veri capitali degli italiani sono ancora sui conti correnti". La battaglia è ancora in corso, il mercato si aspetta nuove sorprese sui conti delle banche: occhi puntati su Pop Sondrio, Unicredit e Banco Bpm. Il risiko è appena iniziato. (di Andrea Persili)
Finanza
Banche: come l’AI generativa migliorerà le...
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Il 60% dei Ceo bancari accetta di affrontare rischi per sfruttare l’automazione e modernizzare le infrastrutture
![Banche: come l'AI generativa migliorerà le performance finanziarie nel 2025](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1cfc2fc0c9b7-e76063133c8c-1000/format/big/ia.png)
L'AI generativa trasforma il settore bancario. Nel 2025 le banche passano da progetti pilota a strategie mirate per aumentare efficienza, ridurre rischi e migliorare l’esperienza dei clienti. Lo rivela uno studio dell'IBM Institute for Business Value. Oggi solo l’8% delle banche adotta l’AI generativa su larga scala, mentre il 78% mantiene un approccio tattico. Il settore però accelera e ridefinisce servizi e processi con applicazioni mirate di questa tecnologia.
Dopo anni di risultati convergenti, emerge una forte divergenza tra istituti. La tecnologia diventa il fattore che separa i leader dagli inseguitori. Il 60% dei Ceo bancari accetta di affrontare rischi per sfruttare l’automazione e modernizzare le infrastrutture. Con oltre il 16% dei clienti a proprio agio con banche totalmente digitali, la competizione si sposta verso servizi di alto valore, come consulenze per investitori facoltosi e Pmi. "Le banche stanno passando da un’ampia sperimentazione a un approccio strategico per massimizzare il potenziale dell’AI generativa," dichiara Shanker Ramamurthy, Global Managing Director Banking & Financial Markets di IBM Consulting.