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Il principe William: “Il 2024 è stato l’anno più duro della mia vita”
Negli stessi mesi le diagnosi di cancro della moglie Kate e del padre Carlo
Se per Elisabetta II fu il 1992 l"annus horribilis", per il principe William il vero "anno orribile è stato il 2024, il più duro di tutta la mia vita". In Sudafrica per la presentazione del premio 'Earthshot' a Città del Capo, il principe di Galles ha definito l'anno in corso "brutale" a causa delle battaglie contro il cancro sia da sua moglie, la principessa Kate, che da suo padre, re Carlo. Elisabetta, invece, nel suo peggior anno, come dichiarò lei stessa nel discorso per i suoi 40 di regno, dovette vedersela con gli annunci ufficiali di separazione dalle rispettive mogli dei figli Carlo e Andrea e con il divorzio della secondogenita Anna, oltre con l'incendio della sua amata residenza nel Castello di Widsor.
Parlando con i giornalisti, William, ha aggiunto che "cercare di superare tutto il resto e tenere tutto sotto controllo è stato davvero difficile. Ma sono orgoglioso di mia moglie, sono orgoglioso di mio padre, per aver gestito le cose come hanno fatto. Ma, da un punto di vista familiare e personale, è stato brutale".
Quanto alla responsabilità di essere l'erede al trono, il principe di Galles ha ammesso che "non mi piace avere anche questa responsabilità. Preferisco la libertà di poter costruire qualcosa come Earthshot. E' questo è il futuro per me. È molto importante, con il mio ruolo e la mia piattaforma, che io faccia qualcosa di buono, che io aiuti la vita delle persone e che io faccia qualcosa che sia veramente significativo. In questo senso, l'Earthshot è il culmine, se vogliamo, di tutto ciò messo insieme".
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Re di Giordania vola da Carlo III, l’incontro a...
Domani ricorre 26esimo anniversario ascesa al trono di re Abdullah
Il re giordano Abdullah II è stato ricevuto in udienza oggi da re Carlo III a Buckingham Palace a Londra. Lo rende noto il Palazzo reale condividendo su 'X' una foto del saluto tra i due. L'ultima volta che re Carlo e re Abdullah si sono incontrati è stato lo scorso novembre al castello di Windsor. In quell'occasione re Carlo ha nominato re Abdullah Cavaliere di Gran Croce del Royal Victorian Order, per celebrare i suoi 25 anni di Regno. Domani ricorre il 26esimo anno dall'ascesa al trono di re Abdullah, avvenuta il 7 febbraio 1999 dopo la morte del padre.
La famiglia reale britannica ha uno stretto legame con le controparti giordane. Re Carlo ha svolto cinque visite in Giordania dal 1965. Re Abdullah e la regina Rania hanno partecipato anche all'incoronazione di re Carlo il 6 maggio del 2023. Prima di allora, l'ultima visita ufficiale di re Abdullah a Londra era stata nel 2022. Lo stesso anno la regina Camilla aveva ospitato la regina Rania di Giordania a un ricevimento per sensibilizzare sulla violenza verso donne e ragazze.
Il legame tra la famiglia reale britannica e quella giordana va oltre i due monarchi. Il principe William e la principessa Kate hanno infatti partecipato alla cerimonia per nozze reali del principe ereditario di Giordania Al Hussein, che ha sposato l'architetto saudita Rajwa Al Saif al Palazzo Zahran di Amman. Presenti all'evento anche la principessa Beatrice e il marito Edoardo Mapelli Mozzi.
Inoltre il principe William e l'erede al trono Al Hussein hanno diverse cose in comune. Entrambi, infatti, si sono diplomati alla Royal Military Academy di Sandhurst. I due i principi condividono anche la passione per il calcio, come dimostra la fotografia che li ha immortalati insieme mentre guardano la partita Inghilterra-Panama della Coppa del Mondo 2018 sul divano del Palazzo Beit Al Urdun.
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Razzoli: “Milano Cortina 2026 opportunità clamorosa...
Il campione azzurro, oro a Vancouver 2010 nello slalom speciale, racconta all'Adnkronos l'avvicinamento ai Giochi invernali del prossimo anno
Quell’oro olimpico a Vancouver 2010 risveglia le emozioni. “Ricordo tutto, a cominciare dall’unica prova in pista del giorno prima. Mi bastò un giro, le sensazioni furono perfette”. Giuliano Razzoli, oro olimpico in Canada quindici anni fa nello slalom speciale, risponde all’Adnkronos per sfogliare l’album dei ricordi. “Il pensiero fu ‘Ci siamo’, sprecare altre energie sarebbe stato inutile. Ero concentrato e sicuro di me”.
Ha vissuto più volte la magia delle Olimpiadi e oggi inizia il countdown ufficiale verso Milano Cortina 2026. Tra un anno non sarà in pista, ma cosa può dare all’Italia una manifestazione così?
“Parliamo di un evento enorme, tra i più importanti al mondo. Averle in casa, è un’opportunità clamorosa. Lo sguardo deve essere però più ampio. Non dobbiamo pensare solo che in quei pochi giorni verranno a sfidarsi in Italia i migliori al mondo, ma andare oltre e far capire quanto possa essere importante lo sport per la crescita dei nostri giovani”.
Negli ultimi mesi il grande exploit del tennis, trascinato da campioni italiani e grandi eventi sul territorio. Con le Olimpiadi si può pensare a un riflesso simile per gli sport invernali?
“Può esserci un bel traino, chiaro. Anche se dobbiamo dire che gli sport invernali sono molto praticati in Italia, lo vediamo dal pienone degli impianti in questo periodo. Avere le Olimpiadi in casa nostra può aiutarci ancora di più ad apprezzare certe discipline. In questo, si dovrebbe partire dalle basi. Il valore dello sport, nelle sue mille possibilità, andrebbe fatto comprendere già a scuola, di pari passo con lo studio. È un tema rilevante per i giovani”.
Da giovane si trovò a fare da apripista nella gara di slalom speciale a Torino 2006. Quali saranno le differenze tra Milano Cortina e quell’edizione delle Olimpiadi?
“Non facevo ancora parte della nazionale maggiore, ma ricordo il clima di Torino 2006 e fu un evento voluto e seguito. Oggi il mondo è cambiato e la risonanza può essere maggiore, perché tutto è più mediatico e fruibile. Il bello è che sarà un’Olimpiade itinerante, la più diffusa di sempre, con più luoghi a ospitare le gare. Può essere un risvolto positivo, perché non sarà limitata territorialmente come fu Torino e coinvolgerà più persone”.
Per gli azzurri, una tappa di avvicinamento importante è rappresentata dai Mondiali di Saalbach, in Austria. L’Italia ha cominciato alla grande con l’oro nel parallelo a squadre...
“Sono contento per questo risultato. È un premio al lavoro, anche perché l’Italia in questa disciplina ha sempre raccolto molto poco. Partire con una bella vittoria, dà coraggio e fiducia alla spedizione”.
Tra i protagonisti del successo c’è Alex Vinatzer, che spesso si esalta in gara secca. Cosa pensa del suo percorso?
“Siamo stati per anni compagni di squadra e conosco le sue potenzialità. Purtroppo, negli ultimi anni non è riuscito a esprimersi al meglio e ha fatto qualche errore, ma è molto giovane e può dire la sua. Gli manca solo continuità e nello slalom non è semplice. Anche per questo, sono contento del secondo posto a Kitzbühel pochi giorni fa. Può farci divertire”.
In questa stagione, ci stanno riuscendo alla grande Sofia Goggia e Federica Brignone, che ha appena conquistato l’argento mondiale nel SuperG...
“Per loro, c’è poco da dire (ride, ndr). C’è questa sorta di dualismo che le porta sempre a spingersi oltre il limite. È un bene per tutto il movimento, per esperienza personale dico che rivalità del genere possono solo avere effetti positivi. Queste ragazze ci hanno abituato così bene che forse non ci rendiamo conto di cosa stanno dando al nostro sport. A certi livelli, non c’è niente di scontato”. (di Michele Antonelli)
Lavoro
Continua ‘corsa’ hair stylist Mariano Balato,...
Il manager alla guida del brand omonimo con decine di negozi di parrucchiere in Italia e all'estero, e 170 collaboratori tra parrucchieri, estetiste e management
Metodo, alta qualità del prodotto per i consumatori, e opportunità di crescita per i propri collaboratori. Sono le tre direttrici seguite quotidianamente da Mariano Balato, hair stylist di successo che in poco più di 10 anni, partito da un salone di parrucchiere a Napoli, è oggi alla guida del brand omonimo con decine di negozi di parrucchiere in Italia e all'estero, e 170 collaboratori tra parrucchieri, estetiste e management.
Una 'corsa', quella del ragazzo del Rione Sanità di Napoli, iniziata però da giovanissimo, visto che è 'figlio e nipote d'arte', e che continuerà nel 2025 con nuove aperture e nuovi progetti, come racconta ad Adnkronos/Labitalia. "Provengo da una famiglia di artigiani: mia nonna era la classica 'capera' come venivano chiamate a Napoli le donne che tagliavano i capelli a casa, a domicilio, per arrangiarsi. E mio padre invece di scegliere la strada del posto fisso ha aperto fin da giovane una piccola bottega di parrucchiere".
Un percorso seguito da Mariano, che però a un certo dà una svolta. "Io sulle sue orme - spiega - ho sempre lavorato ma anche studiato, prima liceo scientifico e poi economia e commercio, 'aprendomi' la mente. Dopo aver iniziato a lavorare con mio padre, ho deciso insieme a lui di chiudere quel negozio e di aprirne un altro, perchè avevo studiato un metodo. Dopo due anni di applicazione e percezione del metodo da parte dei clienti, al terzo anno il negozio è 'decollato' e ancora prima dell'avvento dei social arrivavano al negozio clienti da Roma, da altre città della Campania, dalla Calabria. Tutto col passaparola, prima dell'avvento dei social", sottolinea.
E' nato così il 'metodo Balato'. "Nel 2011 -sottolinea Balato- per la prima volta nel nostro lavoro si è creato un metodo, si è iniziato a fare i capelli al di là dell'interpretazione del singolo, ma piuttosto secondo un approccio standardizzato. E poi l'avvento di Instagram c'è stata un ulteriore spinta, con la comunicazione del nostro lavoro che ci ha fatto superare i 150 clienti al giorno, numeri importantissimi per un negozio di parrucchiere". Numeri che hanno spinto Balato a mettersi nuovamente in gioco. "Da lì ho riorganizzato la mia attività, e oltre al 'metodo', ho creato una linea di prodotti -racconta- per far sì che lo standard fosse sempre più alto e l'applicazione del metodo sempre più centrato. Poi nel 2016-2017 mi sono concentrato sulla vendita dei prodotti fino ad arrivarne a vendere 500 al giorno. Prima dell'avvento dei social come TikTok nessuno riusciva a raggiungere quelle cifre", sottolinea.
Nel 2020 altra svolta, la diffusione dei saloni. "Nel 2020 -sottolinea- abbiamo progettato insieme un'apertura a Salerno, una seconda apertura a Napoli a via Toledo, e una terza sempre a Napoli al Vomero. Avevamo progettato tutto ma poi all'improvviso è scoppiato il Covid. C'è stato quindi un bell'anno di 'resistenza', il 2020, e poi lasciataci alle spalle la pandemia abbiamo aumentato la rete di diffusione aprendo anche a Roma, a Milano, a Caserta, un altro a a Salerno. Poi abbiamo aperto a Ibiza, all'interno dell'Hard Rock Hotel e quest'anno bissiamo sempre a Ibiza tra 15 giorni, e ne apriremo un altro a Napoli a Fuorigrotta tra una settimana. E poi altre due aperture tra Nord Italia e Campania nel 2025", annuncia ancora Balato.
Aperture che vanno di pari passo con i posti di lavoro, che rendono particolarmente orgoglioso Balato. "Tra parrucchieri, estetisti e management abbiamo oggi 170 dipendenti, di cui 25 con famiglia. Io ci tengo molto -spiega- a sottolineare questo aspetto, ed è quello che mi spinge ad agire sempre con la massima serietà. Perchè ogni passo che noi facciamo è fatto con la responsabilità di questi bambini che stanno 'crescendo' all'interno delle famiglie che fanno parte del nostro Gruppo. Per questo ci tengo a specificare non tanto il numero dei dipendenti, ma delle famiglie che noi abbiamo all'interno del Gruppo. Questo perchè ogni scelta eventualmente sbagliata, come in un domino, avrebbero conseguenze anche per questi ragazzi", sottolinea
E per Balato centrale è il rapporto con i collaboratori. "Dopo il metodo, che è la base, dopo la standardizzazione del prodotto, l'aspetto centrale della nostra crescita -spiega- è il rapporto umano. Io 'coltivo' il rapporto con le persone intorno a me, con i miei collaboratori, che col tempo diventano miei soci. Le nuove aperture dei saloni -sottolinea- infatti vengono realizzate da me in società con i direttori dei saloni stessi. Direttori che sono altro che miei collaboratori che dopo un percorso fatto nel'azienda si vedono riconoscere una quota della stessa e questo aumenta indubbiamente il senso di responsabilità e di appartenenza al Gruppo e al brand", sottolinea.
All'interno del Gruppo la scelta è quindi quella della partecipazione. "E' per noi il segreto del successo, perchè il direttore sa che non è un semplice 'stipendiato' ma che percepisce anche una percentuale sull'utile, e questo lo spinge a fare sempre meglio. E poi da soci possono investire con me anche in altre attività senza doversi occupare della direzione operativa", sottolinea ancora.
Naturalmente, sottolinea Balato, alla base dei risultati ottenuti "c'è la qualità altissima verso il consumatore finale. Il complimento che ci fa più piacere? Aver raggiunto in modo preciso la coincidenza che si deve creare tra l'aspettativa e il risultato finale. Noi abbiamo il 70% dei clienti che ci raggiungono da fuori città rispetto al salone di riferimento. Più si è distanti rispetto al salone più l'aspettativa è alta", sottolinea. E ai giovani che si vogliono avvicinare a questo mestiere il consiglio è uno: passione. "Al giovane dico innanzitutto di fare ciò che gli piace, perchè oggi viviamo in un mondo con tante distrazioni. Secondo ingrediente: circondarsi di persone 'giuste', capaci dare l'esempio. E impegnarsi tanto: nel nostro lavoro se costruisci tanto dai 20 ai 30 poi il gioco è fatto", conclude.