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Taylor Swift e Travis Kelce, proposta di matrimonio in vista?

Le voci di un fidanzamento in occasione di un'eventuale vittoria dei Chiefs al SuperBowl si fanno sempre più insistenti

Taylor Swift e Travis Kelce - Ipa

Taylor Swift e Travis Kelce sono una delle coppie più amate degli Stati Uniti e ora gli americani, mentre si avvicina il Super Bowl NFL in programma domenica 9 febbraio, sognano di vederli promettersi amore eterno durante il più importante evento sportivo del Paese.

Popstar lei, stella dei Kansas City Chiefs lui, sembrano usciti da una commedia romantica e i fan vorrebbero che, proprio come in una rom-com, Kelce si inginocchiasse davanti alla sua amata nel Superdome di New Orleans per chiederla in sposa in diretta televisiva nella notte del Super Bowl. I Chiefs vanno a caccia del terzo trionfo consecutivo nella finale in programma contro i Philadelphia Eagles.

Lo scorso anno, in occasione della vittoria dei Chiefs, i due si scambiarono baci e abbracci che fecero il giro del mondo; è lecito pensare a un momento ancora più romantico in occasione di un eventuale nuovo successo dei Chiefs (che hanno già battuto i Philadelphia Eagles nella finale del 2023).

Fonti vicine alla coppia hanno assicurato al Daily Mail che i due non sceglierebbero un evento pubblico per un passo così importante. Eppure le voci di una possibile proposta sono talmente insistenti che qualche giornalista ha chiesto al diretto interessato se fossero attendibili e Travis Kelce non ha negato, accendendo ancor di più le speranze dei fan. "Ti piacerebbe saperlo!", si è limitato a rispondere l'atleta, come riporta People.

Al momento Taylor Swift non ha ancora confermato la sua presenza a New Orleans, ma è scontato che sarà lì a supportare il compagno. Il suo tour da record è terminato e durante la stagione l'artista ha spesso assistito alle partire dei Chiefs.

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Spettacolo

Sanremo 2025, Feltri: “Viene voglia di sparare al...

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"E' così invasivo che è impossibile non vederlo, anche se cambi canale prima o poi te lo becchi"

Vittorio Feltri

"Viene voglia di sparare al televisore". Si avvicina il Festival di Sanremo 2025 e Vittorio Feltri non sembra impaziente di assistere alla rassegna canora in programma dall'11 al 15 febbraio.

"Il festival di Sanremo è una gran caciara, lo fanno dal 1951 e ha anche prodotto qualche buon cantante e qualche buona canzone, ma da anni non succede più. Anche per colpa dei cantanti, che non cantano ma parlano, guardate i rapper... E poi è così invasivo che è impossibile non vederlo, anche se cambi canale prima o poi te lo becchi. È così irritante che viene voglia di sparare al televisore…", dice ai microfoni di Radio Libertà.

"Ovviamente -assicura- non lo guarderò, dà più soddisfazione vedere una partita di serie C. Oggi è una sagra dell'analfabetismo, anche musicale. In gioventù ho suonato il pianoforte nei night club e qualcosa ancora ci capisco: gli autori si danno un sacco di arie, ma le canzoni sembrano scritte con la tecnica compositiva di ragazzini che fischiettano per strada…".

"Di Carlo Conti ho scritto anni fa un ritratto: è una persona perbene, tutta correttina, un impiegato della Cariplo, che cambia raramente espressione. Riuscirà alla perfezione a interpretare la stupidità collettiva", conclude il giornalista.

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Spettacolo

Bresh: “Sanremo grande tappa ma non voglio farmi...

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Il 28enne artista ligure per la prima volta in gara con 'La tana del granchio', nella serata cover duetterà con Cristiano De André in 'Creuza de Ma'

Bresh:

"Ho capito che questa mia voglia di essere genuino mi ha fatto spesso vedere con tenerezza dagli altri, perché non siamo abituati a vedere cose autentiche, e quindi è come se fosse retorica, propaganda. Invece, io ci credo proprio". Bresh, nome d’arte di Andrea Brasi, si accinge per la prima volta a partecipare in gara alla 75esima edizione del Festival di Sanremo con il brano 'La tana del granchio' (testo di Bresh, musica di Luca Di Blasi, Giorgio De Lauri, Luca Ghiazzi e prodotto da Dibla, Jiz, Shune). "'La tana del granchio' rappresenta me stesso -dice con sincerità il 28enne artista ligure - Indica la difficoltà di esprimersi, di far uscire le chele, una difficoltà che si ritrova ovunque, non solo nell’amore ma anche nei rapporti lavorativi, di amicizia".

Quale Andrea verrà fuori sul palco dell'Ariston? "Spero lo stesso Andrea che conoscono i miei amici d’infanzia e la mia famiglia. Quello è Andrea", dice l'artista. Che con la sua famiglia ha un rapporto molto stretto: "Sono poco presente ma torno spesso, con loro mi diverto e tengo alla loro felicità. Sanremo è anche tanto questo per me. Siamo una famiglia allargata che è sempre stata molto unità fin dall’inizio. Faccio Sanremo per quello, per far capire a mia zia che faccio il cantante", sorride. E ammette di vivere l'esperienza sanremese senza troppa ansia: "Vedo il festival come una grande tappa e non come un arrivo finale, l'idea è di viverla andandoci passo dopo passo e non farsi troppo abbagliare da questa luce, attraversandola per poi proseguire".

Se "tornerò soddisfatto? Sono già abbastanza soddisfatto, perché la soddisfazione in realtà me la daranno l’album in uscita e il tour -dice l'artista- Perché sono cose che rimangono davvero, Sanremo dura una settimana". Una preoccupazione c'è: "Temo, perché sono umano, che Sanremo possa contaminare e inquinare quello che ho costruito sono ad ora", dice con sincerità. "Ma alla fine, si va in trincea col caschetto", dice Bresh. Che sul palco dell'Ariston è già salito nella scorsa edizione in due occasioni: nella terza serata ha eseguito 'Guasto d'amore' e nella serata delle cover ha affiancato Emma in un medley dei più grandi successi di Tiziano Ferro.

Un equilibrio, quello di Bresh, che viene da lontano, dagli inizi di una carriera iniziata con il trasferimento a Milano appena 19enne dove ha stretto una grande amicizia con Rkomi (Mirko Manuele Martorana, anche lui in gara al festival). "Mi sono trasferito a Milano a 19 anni, lavoravo in un negozio di scarpe, dormivo a casa di Mirko ed è stato l'inizio di un rapporto fraterno, abbiamo condiviso tanto e mangiato tanto -ricorda l'artista- Usavamo la casa come una base, io preparavo il riso in bianco". La musica è entrata nella sua vita "per il desiderio di esprimermi, nell'adolescenza avevo l'illusione che la mia ribellione e ciò che avevo da dire interessasse a qualcuno".

Nella quarta serata del festival, quella delle cover di venerdì 14 febbraio, Bresh duetterà con Cristiano De Andrè in un celebre pezzo di Fabrizio De Andrè in dialetto genovese, 'Creuza de Ma'. "Il genovese è la lingua del mediterraneo -dice Bresh- Ascoltando l’intervista di Pagani e Faber, loro cercavano una lingua che rispecchiasse tutte le lingue del mediterraneo. Hanno capito che il genovese e una mescolanza di culture... ed eccola lì la nostra lingua". Fabrizio De Andrè non è mai andato al festival di Sanremo, e in molti hanno criticato la scelta di presentare un brano del cantautore. Ma Bresh non si scompone: "So che in molti hanno storto il naso - dice- Ci ho ragionato molto, portare 'Creuza' a Sanremo per alcuni fedelissimi era dissacrante, ma alla fine a me faceva piacere, e ho scelto di farlo. E poi Cristiano è una garanzia".

La scuola genovese di ultima generazione è molto presente sulla scena musicale, da Olly ad Alfa. "Vedere tutta questa Genova che spacca è una figata", commenta l'artista ligure. Che vanta 27 certificazioni platino e 9 oro e, dopo Sanremo, per la prima volta si esibirà nel corso del 2025 in due grandi live nei Palasport, con una data al Palazzo dello Sport di Roma, sabato 1° novembre, e una all’Unipol Forum di Milano, giovedì 6 novembre, quasi sold out, di cui oggi è stato annunciato il raddoppio con una nuova data il 7 novembre. E mentre lo aspetta un prossimo viaggio ("a cavallo in Cappadocia, un po’ tipo cowboy", dice) ora c'è Sanremo. La cui vittoria, rivela, da buon tifoso genoano sacrificherebbe solo per una causa precisa: "Sanremo o scudetto del Genoa? Ma lo scudetto ovviamente", dice senza esitazioni.

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Spettacolo

Sanremo, Settembre: “Amo Pino Daniele grazie alle...

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Il 23enne partenopeo in gara fra le Nuove Proposte, all'Adnkronos dice: "Devo tutto alla mia famiglia. In 'Vertebre' le paure dei 20 anni ma tanti 50enni si riconoscono"

Sanremo, Settembre:

"Pino Daniele? Solo a parlarne mi vengono i brividi. E' mia mamma che mi ha trasmesso l’amore per Pino. Da poco mi hanno regalato il vinile di 'Vai Mò', ero in camera con lei e mi spiegava i testi, e io vedevo nei suoi occhi le scintille mentre mi raccontava la grandezza dietro le sue parole. E' lei che me ne ha fatto innamorare". Emoziona Andrea Settembre mentre, a pochi giorni dal debutto al festival di Sanremo in gara fra le Nuove proposte con 'Vertebre', racconta all'Adnkronos come è nato il suo amore per la musica e la sua passione per Pino Daniele, che al festival verrà omaggiato in diversi momenti. "In questo anno di anniversario era doveroso e giusto omaggiare ancora una volta il suo grande e immenso genio", spiega il giovane artista.

Per Settembre (Andrea come nome d'arte ha scelto solo il cognome) Sanremo "sarà un’esperienza forte, sto cercando di viverla con un grande spirito di iniziativa, di settarmi affinché tutto vada per il meglio -ammette- Voglio stare tranquillo, mi voglio divertire e voglio imparare". D'altronde, a 23 anni è un'emozione "indescrivibile -dice- Sono estremamente grato che mi sia capitato a quest'età. L’anno scorso ero sul divano e guardavo l’inizio del festival e quest’anno mi ci trovo io a gareggiare, questo fa capire quanto la vita è assurda ma anche magnifica". Ma c'è un aneddoto 'premonitore' che gli aveva anticipato la sua presenza sul palco più famoso d'Italia: "Mio fratello quest’estate mi ha detto 'fidati di me tu ci andrai presto, sai perché? Perché io credo che tu abbia talento. E c’è una legge karmica secondo cui il talento viene sempre premiato' -rivela- Io lì per lì non gli dato molto peso, invece è accaduto, e proprio in questi giorni gliel'ho ricordato".

Il rapporto con la famiglia per Settembre è fondamentale. "Devo qualsiasi cosa alla mia famiglia, per me è tutto, sono grato per come mi hanno cresciuto. I miei genitori e i miei tre fratelli mi hanno sempre supportato. Sono fiero della persona che sono e di quello che hanno creato". Il brano che porta in gara, 'Vertebre', "credo sia un messaggio universale, lo definisco un grido di denuncia al fatto che vivere questa età è difficile e nessuno ci ha insegnato come farlo -spiega l'artista napoletano- Questa era è difficile in generale ma in questa epoca storica lo è in particolare".

Il pezzo, record di ascolti con oltre 6,5 mln di stream su Spotify "parla del timore di sembrare fragili, c'è una frase che dice che 'giochiamo a fare i grandi e poi piangiamo all’università' -dice Settembre all'Adnkronos- L’apparenza vince e dobbiamo apparire quello che non siamo. E poi c'è il problema dell’incomunicabilità, secondo me è come se avessimo sviluppato una incapacità a comunicare i nostri sentimenti. Noi ventenni diciamo meno 'ti amo' rispetto alle altre generazioni. Forse per paura, ma secondo me manca quella frase". Quella dei ventenni "è una generazione in un certo senso 'triste', perché nessuno ci ha mai detto come si piange e come si ride".

Ma il pezzo, rivela l'artista, è arrivato anche a chi vent'anni li ha superati da un pezzo. "Mi sono arrivati messaggi di quarantenni e di cinquantenni che mi hanno detto che si sono sentiti rappresentati dalle mie parole -racconta- E questo mi ha fatto rabbrividire, significa che anche quando sei adulto impari ancora e non smetti mai di farlo". Della vittoria a Sanremo non si può parlare: "Io sono una persona molto scaramantica, e in più sono partenopeo, quindi questi pensieri non li faccio! -ironizza Settembre- Scherzi a parte, non ci penso neanche lontanamente. 'Stiamo sotto al cielo', come diciamo a Napoli. Può succedere di tutto. Spero solo di arrivare a più persone possibile. Sarà una bella sfida, è nato un bel rapporto con gli altri tre colleghi, condividiamo gioie e paure".

Dopo Sanremo l'artista sarà l'8 marzo all'Auditorium Parco della Musica di Roma e l'11 aprile alla Casa della Musica di Napoli. E se deve immaginare di collaborare con qualcuno per un progetto di musica tutto napoletano, Settembre non ha dubbi: "Dico Liberato, Rocco Hunt, Geolier e La Niña. Sono veramente diversi tra loro ma danno una bella visione di quella che è la musica napoletana attuale, di cui vado molto, molto fiero". (di Ilaria Floris)

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