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Caos treni, a Bologna ritardi di oltre un’ora per un guasto tecnico

Mattinata di disagi alla stazione, colpiti i treni dell'Alta velocità: ecco chi viaggia in ritardo. Circolazione in graduale ripresa

Stazione di Bologna e ritardi - Fotogramma

Mattinata di disagi alla stazione ferroviaria di Bologna, dove i treni dell’Alta velocità viaggiano con un ritardo di oltre un'ora a causa di un guasto tecnico. La circolazione è ora in graduale ripresa dopo l'intervento dei tecnici.

Decine di passeggeri si ritrovano intanto a fare i conti con un ritardo del proprio viaggio.

I treni in ritardo

I treni Alta Velocità, informa Trenitalia, possono registrare un maggior tempo di percorrenza attuale fino a 20 minuti. I treni Alta Velocità che hanno superato il tratto, coinvolti nel precedente rallentamento della circolazione, hanno registrato maggiori tempi di percorrenza fino a 65 minuti e fermato a Bologna Centrale Superficie anzichè Bologna Centrale AV.

Questi i treni Alta Velocità direttamente coinvolti con un maggior tempo di percorrenza superiore a 60 minuti:

• FR 9466 Trieste Centrale (5:00) - Roma Termini (12:05)

• FR 9515 Milano Centrale (7:10) - Salerno (13:13)

• FR 8507 Bolzano (7:12) - Roma Termini (12:15)

• FR 9391 Torino Porta Nuova (7:40) - Napoli Centrale (14:08)

• FR 9613 Milano Centrale (8:30) - Napoli Centrale (13:13)

Il treno FR 9391 Torino Porta Nuova (7:40) - Napoli Centrale (14:08) oggi non ferma a Roma Termini.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Ultima ora

Pasolini, La Porta: “Oggi avrebbe criticato...

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"Nel 1971 Angelo Pezzana chiede a Pasolini di collaborare al Fuori! il movimento gay. Pasolini risponde che non gliene importa niente"

Il professor Filippo La Porta

"Nel 1971 Angelo Pezzana chiede a Pasolini di collaborare al Fuori! il movimento gay. Pasolini risponde che non gliene importa niente. Dacia Maraini dirà dopo: ma certo non gliene importava nulla perché era un'organizzazione". Lo racconta all'Adnkronos il professor Filippo La Porta (Università Luiss) a margine del convegno Pasolini/America in corso a Casarsa. "Per Pasolini tutto ciò che è organizzazione burocratizza la nostra vita, in quel caso normalizza la nostra diversità sessuale. Probabilmente anche lo stesso matrimonio gay, che per me è una conquista civile fondamentale, Pasolini potrebbe vederla oggi come una normalizzazione della sessualità". Se uno prende tutto il movimento attuale queer, Lgbtq, "sicuramente - dice La Porta - ci sono molti punti di contatto e di convergenza con Pasolini, però c'è anche quest'aspetto dell'organizzazione: in fondo - spiega il critico -ogni battaglia politica civile, anche per i diritti, è sempre anche una battaglia per il potere".

Professore, un gioco: premetto i limiti di quest'operazione ma le chiedo cosa penserebbe Pasolini del popolo americano che vota Trump

"Pasolini forse continuerebbe a dire che lui si sente comunque dalla parte di quella che lui chiama l'altra America: quella degli anni '60, dei movimenti di protesta di Bob Dylan, dei diritti civili, degli afroamericani, dei beat".

Un'America che non sparisce

"Esattamente, io direi che per Pasolini c'è uno spirito americano profondamente democratico che nonostante tutto sopravvive. Ed è quello spirito democratico di cui si innamora Tocqueville quando va in America".

Di cosa si innamora Pasolini?

"Come Italo Calvino anche Pasolini si innamora dell'autenticità degli americani. Loro vengono dall'Italia, che è il paese della controriforma, delle maschere, della doppiezza. Loro vanno lì e si innamorano di questa cosa, proprio perché non sopportano l'impostura della vita sociale in Italia".

Oggi l'America ha votato Trump.

"Attenzione, Trump è uno che simula la sincerità. Trump dice un sacco di bugie ma simula in qualche modo la sincerità. Trump simula l'autenticità. È un'autenticità ovviamente per noi odiosa, fatta di gaffes, di cose assurde, per noi sconvenienti, di cattivo gusto, triviali. Però l'americano, una parte dell'America, si riconosce in questa autenticità che noi sappiamo simulata. Questa è tra l'altro la verità di tutti i populismi".

Torniamo al 1966, Pasolini appoggia le battaglie dei giovani della New Left

"Pasolini li chiama i mistici della democrazia. E' poi interessante notare che Pasolini dedica una poesia a Bob Kennedy che fu assassinato da un fanatico nel 1968".

Perché?

"Bob Kennedy è sempre stato trattato con sufficienza in Italia: è uno che vuole fare le riforme - dicevano - mentre molti parlano di rivoluzione. Ma attenzione, dice Pasolini, Kennedy è un eroe della retroguardia e noi abbiamo bisogno disperato di eroi della retroguardia perché alla fine, siccome la rivoluzione poi non la fa nessuno, le uniche battaglie politiche importanti sono quelle cosiddette di retroguardia per difendere spazi di democrazia, per difendere libertà, diritti, diritti civili".

Professore, a proposito di questo, adesso non abbiamo Bob Kennedy nel fronte democratico: c'è una sinistra che qualcuno chiama "dei radical chic", qualcun altro dei ricchi..

"Un problema enorme: il Pd in Italia sta provando a fare una correzione di rotta, per cui la Schlein comincia a parlare anche lei di diritti sociali: quel partito si stava trasformando, come è stato detto, in un partito radicale di massa.

Negli Usa?

"Ricordo la famosa convention di Kamala Harris a Chicago, in cui c'era George Clooney, Obama: erano tutti strafighi, brillanti, belli, ricchi, potenti.

Non il massimo per prendere i voti dei poveri

"Esatto, c'era tutto lo star system hollywoodiano da cui l'uomo americano, l'uomo della strada, si sente escluso: si sente discriminato da quello scintillante star system. Poi c'è il problema dei contenuti..

Cioè?

"Kamala Harris, soprattutto negli ultimi due mesi, non ha mai parlato di reddito, non ha mai parlato di redistribuzione della ricchezza, non ha mai parlato di problemi materiali. L'unico argomento che le veniva in mente era non votare Trump perché è impresentabile".

Pasolini da marxista questo l'avrebbe colto probabilmente...

"Marxista.. diciamo che Pasolini è comunista e si proclama comunista fino all'ultimo giorno. Per me i marxisti sono quelli che negli anni '60 studiano Marx: Panzieri, Tronti, Negri. A Pasolini non importava niente di Marx. Lo scrittore friulano ha letto solo il Manifesto del partito comunista, semplicemente Pasolini vede in Marx, diciamo così, il profeta degli oppressi."

Pasolini è molto più simile a un cristiano progressista

"Sì, lui lo dice che al fondo della sua fede marxista c'è un'ispirazione cristiana. Questo lo dice sempre: c'è un'idea cristiana di uguaglianza di tutte le creature".

Prosegue il gioco: cosa penserebbe Pasolini di una massa di poveri che vota per un miliardario?

"Questo involontariamente indicherebbe un limite del marxismo, perché per Marx, come sappiamo, quello che conta è la struttura economica, tutto il resto è sovrastruttura. Invece abbiamo imparato negli ultimi decenni che la famosa sovrastruttura, cioè il mondo delle idee, l'immaginario, conta più delle condizioni materiali. Trump, a modo suo, fa sognare i poveri. Noi sappiamo che dice un sacco di bugie, ma, incredibilmente, fa sognare i poveri. E ai poveri basta questo, cioè riesce ad attivare il loro immaginario. Questo, ripeto, denuncia un limite del marxismo, perché per Marx tutte queste cose erano sovrastruttura. Invece no, contano tanto quanto e forse di più".

Anche per Pasolini analizzare la realtà solo dal punto di vista della struttura non era corretto. 

"Lui era soprattutto un amante della letteratura, un critico letterario, quindi con tutta la ricchezza di umori che la letteratura implica".

Cosa avrebbe denunciato oggi Pasolini?

"Premetto che queste operazioni - che ne avrebbe detto Pasolini - sono operazioni al limite dell'arbitrio, se uno vuole fare questo giochino, lui, per esempio, nonostante fosse pieno di contraddizioni, aspirava a una certa coerenza. Lui avrebbe detto, per esempio, dei pacifisti: 'Signori, ma voi vi battete per la pace, quindi le vostre idee sono le idee di pacifisti, ma il vostro modo di vita, obiettivamente, nega la pace.

 Cioè?

"Quando noi facciamo le manifestazioni e vogliamo la pace sui cartelli, in realtà, quello che diciamo veramente è non tanto 'vogliamo la pace', ma 'vogliamo consumare in pace'.

Le guerre disturbano i nostri consumi?

Pasolini forse avrebbe detto: 'Signori, i nostri livelli di vita, i nostri standard di consumi, che sono fondati su squilibri planetari, chiedono le guerre. Lei, coerentemente, dovrebbe manifestare a favore dei Marines, perché i Marines permettono il suo standard di vita'. (di Andrea Persili)

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Spettacolo

Ascolti tv, ‘Dalla Strada al Palco’ vince il...

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I dati del 7 febbraio 2025

Ascolti tv - Fotogramma

Vittoria di Rai1 nella sfida degli ascolti di ieri sera, venerdì 7 febbraio. A conquistare il gradino più alto del podio, infatti, è stata la finale del programma 'Dalla Strada al Palco' in onda sulla rete ammiraglia di viale Mazzini che ha ottenuto 3.160.000 telespettatori e il 21% di share. Secondo gradino per Canale5 con 'Il Meglio di Zelig', visto da 1.458.000 telespettatori (share del 10,2%). Terzo posto per Retequattro con 'Quarto Grado' seguito da 1.300.000 telespettatori (share del 9,3%).

Fuori dal podio

Fuori dal podio su Italia1 'Weekend a Taipei' ha realizzato 1.090.000 telespettatori (share del 6,1%) mentre il programma in onda su La7 'Propaganda Live' è stato seguito da 1.039.000 telespettatori pari a uno share del 7,5%. Su Rai2 'Un uomo sopra la legge' è stato visto invece da 904.000 telespettatori raggiungendo uno share del 5,2%. Su Rai3 'FarWest' ha ottenuto 513.000 telespettatori e il 3,2%. Chiudono gli ascolti del prime time Nove con 'I Migliori Fratelli di Crozza' visto da 478.000 telespettatori (share del 2,6%) e Tv8 con 'Cucine da Incubo' che ha ottenuto 392.000 telespettatori e il 2,4%.

Boom Diaco

Da segnalare in particolare il boom di Diaco nel pomeriggio con 'BellaMa’' che ha superato il 10%. In particolare, il programma quotidiano condotto da Pierluigi Diaco, in onda su Rai 2 dal lunedì al venerdì dalle 15,27 alle 17, ha raggiunto il 7% di share nella prima parte e l’8,7% di share nella seconda parte. Il picco è stato del 9,3%. Dato straordinario per il pomeriggio della seconda rete televisiva della Rai. La media di stagione di BellaMa’ si attesta al 6,7%, più 1,1 % di share rispetto allo stesso periodo dello scorso anno posizionando Rai 2, nella fascia 15.30-17, come terza rete nazionale. Nell'access prime time su Rai1 'Cinque Minuti' ha interessato 5.136.000 telespettatori (26% di share), mentre 'Affari Tuoi' è stato visto da 6.081.000 telespettatori (29,9%). Su Canale 5 'Striscia la Notizia' ha totalizzato 2.536.000 telespettatori e il 12,4%.

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Spettacolo

Sanremo 2025, Masini-Fedez: “Nessuna parola di...

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L'autore del brano originale spiega su Instagram (e Fedez condivide): "Abbiamo unito parti del testo originale con le nuove strofe scritte da Federico". Ma non chiarisce se a far spazio alle barre di Fedez saranno le strofe più esplicite del testo originale.

Fedez e Masini

"Nessuna frase, nessuna parola" di 'Bella Stronza', nella versione che Fedez proporrà in duetto con Marco Masini nella serata delle cover di Sanremo 2025, "è stata modificata". "Abbiamo semplicemente unito parti del testo originale con le nuove strofe scritte da Federico per l'occasione". A chiarirlo è Marco Masini, in una storia di Instagram subito condivisa anche da Fedez.

"La cover di "Bella Stronza" che io e Federico porteremo sul palco dell'Ariston venerdì non sarà nulla di tutto ciò che sto leggendo sui media: nessuna frase, nessuna parola della canzone è stata modificata. Abbiamo semplicemente unito parti del testo originale con le nuove strofe scritte da Federico per l'occasione. Ne è nato un racconto totalmente nuovo, del quale in tanti stanno parlando senza averlo neanche ascoltato", scrive Masini.

Che però non chiarisce quali delle strofe del testo originale di 'Bella Stronza' resteranno e quali sono state tagliate per far posto alle barre di Fedez. Resta dunque da capire se rimarranno le due strofe citate più volte in queste settimane come quelle più esplicite del testo di Masini e cioè: "Bella stronza/Che hai chiamato la volante quella notte/E volevi farmi mettere in manette/Solo perché avevo perso la pazienza/La speranza, sì, bella stronza". E ancora: "Mi verrebbe di strapparti/Quei vestiti da puttana/E tenerti a gambe aperte/Finché viene domattina/Ma di questo nostro amore/Così tenero e pulito/Non mi resterebbe altro che un lunghissimo minuto di violenza/E allora ti saluto, bella stronza, eh".

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