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Intelligenza artificiale, Von der Leyen lancia il piano Ue: vale 200 miliardi
Il fondo InvestAi dovrebbe finanziare quattro future gigafactory di intelligenza artificiale in tutta l’Unione. Usa e Gb non firmano la dichiarazione finale
![Intelligenza artificiale, Von der Leyen lancia il piano Ue: vale 200 miliardi](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d082a84385e-dfbfa52a0a32-1000/format/big/von_der_leyen_summitai.jpeg)
L'Unione Europea pronta a investire 200 miliardi di euro nell'intelligenza artificiale. Parlando all'AI Summit Action di Parigi, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato l'iniziativa InvestAi, che "sarà il più grande partenariato pubblico-privato al mondo per lo sviluppo di un’intelligenza artificiale affidabile".
L'esecutivo Ue si concentrerà, dice von der Leyen, "sulle applicazioni industriali. Possiamo integrare con 50 miliardi di euro", che si sommano ai 150 miliardi della Ia Champions Initiative. Puntiamo quindi a mobilitare un totale di 200 miliardi di euro di investimenti per l'Ia in Europa", compreso, informa la Commissione, un nuovo fondo europeo da 20 miliardi di euro dedicato alle 'gigafactories' dell’intelligenza artificiale.
Secondo von der Leyen, "l’intelligenza artificiale migliorerà la nostra assistenza sanitaria, stimolerà la nostra ricerca e innovazione e rafforzerà la nostra competitività. Vogliamo che l’intelligenza artificiale sia una forza positiva e di crescita. Lo facciamo attraverso il nostro approccio europeo, basato sull’apertura, la cooperazione l’eccellenza, il talento. Ma il nostro approccio deve ancora essere potenziato. Ecco perché, insieme ai nostri Stati membri e con i nostri partner mobiliteremo capitali senza precedenti attraverso InvestAi, per l’intelligenza artificiale europea".
"Questa partnership pubblico-privata unica, simile a un Cern per l’intelligenza artificiale - prosegue - consentirà a tutti i nostri scienziati e alle nostre aziende, non solo le più grandi, di sviluppare i modelli di grandi dimensioni più avanzati, necessari per rendere l’Europa un continente basato sull’intelligenza artificiale".
Usa e Gb non firmano la dichiarazione finale
Gli Stati Uniti e il Regno Unito non hanno firmato la dichiarazione per un'intelligenza artificiale "aperta", "inclusiva" e "etica" che invece è stata firmata da 61 paesi al termine del Summit. I firmatari, che includono la Cina, la Francia e l'India, hanno sottolineato la necessità di un coordinamento rafforzato della governance dell'Ia e di "un dialogo mondiale". I firmatari hanno anche fatto un appello ad evitare "una concentrazione" in modo che questa tecnologia sia la più accessibile possibile.
Durante il vertice è stata ufficializzata la creazione di un osservatorio sull'impatto energetico dell'intelligenza artificiale, guidato dall'Agenzia internazionale dell'energia, e di una coalizione per l'Ia sostenibile che intende riunire le aziende leader del settore. "Stiamo gettando le basi, insieme all'innovazione e all'accelerazione, a ciò che diventerà l'Ia, le chiavi della fiducia", ha commentato il presidente francese Emmanuel Macron al termine del vertice tenutosi al Grand Palais a Parigi.
L'attacco di Vance
Intervenendo al vertice, il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance ha difeso la posizione del suo Paese, avvertendo che "un'eccessiva regolamentazione" dell'intelligenza artificiale "potrebbe uccidere un'industria in piena espansione".
"Faremo ogni sforzo per incoraggiare politiche di intelligenza artificiale a favore della crescita", ha affermato poi, aggiungendo che "gli Stati Uniti sono leader nel campo dell’intelligenza artificiale e la nostra amministrazione vuole che restino tali".
Cos'è il fondo InvestAi
Per la presidente della Banca europea per gli investimenti, Nadia Calviño, "il gruppo Bei sta intensificando il sostegno all’Intelligenza artificiale, un motore chiave dell’innovazione e della produttività in Europa. Il fondo InvestAi dell’Ue dovrebbe finanziare quattro future gigafactory di intelligenza artificiale in tutta l’Unione. Le gigafactories saranno specializzate nell’addestramento di modelli di intelligenza artificiale più complessi e molto grandi. Dovrebbero disporre di circa 100mila chip Ia di ultima generazione.
InvestAi includerà un fondo stratificato, con diversi profili di rischio e rendimento. Il bilancio dell'Ue diminuirà il rischio per l’investimento da parte di altri partner. Non dovrebbe trattarsi, almeno per ora, di fondi nuovi, ma di riallocazioni: la nota della Commissione specifica che il finanziamento iniziale della Commissione per InvestAi arriverà dai programmi di finanziamento esistenti dell’Ue che presentano una componente digitale, come il programma Europa digitale, Horizon Europe ed InvestEu. Anche gli Stati membri, aggiunge l'esecutivo Ue, possono contribuire mediante la programmazione dei fondi dalle loro dotazioni per la coesione.
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Economia
Cisl, Meloni ad assemblea nazionale: “Superare...
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La premier: "Bene confronto con chi non ha pregiudizi. Sbarra interlocutore franco e onesto, interessato a bene lavoratori non quello di una parte politica"
![Giorgia Meloni](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d0802358b08-c3b62462048e-1000/format/big/meloni_cisl_ok.jpeg)
Superare "una volta per tutte quella tossica visione conflittuale che anche nel mondo del sindacato qualcuno si ostina ancora a sostenere". Così la premier Giorgia Meloni, intervenendo all'assemblea nazionale della Cisl.
"Il titolo di questa assemblea è 'Il coraggio della partecipazione', un titolo evocativo ma soprattutto un titolo che riguarda un'altra grande sfida che il segretario Sbarra citava nel suo intervento - ha detto la presidente del Consiglio nel suo intervento - che è sostanzialmente innovare il nostro modello economico e produttivo sapendo coniugare sussidiarietà e crescita, il che significa rifondare la dinamica tra impresa e lavoro, superando una volta per tutte quella tossica visione conflittuale che anche nel mondo del sindacato qualcuno si ostina ancora a sostenere".
"Ricostruire la dinamica tra imprese e lavoro - ha proseguito - significa gettare le fondamenta di una nuova alleanza tra datori di lavoro e lavoratori, fondata sulla condivisione degli oneri e degli onori, promuovere la partecipazione dei lavoratori al destino della propria impresa, incrementare le politiche di welfare, rafforzare il peso della contrattazione legata ai territori alla dimensione aziendale per superare le rigidità dei contratti nazionali senza smarrire le tutele sul lavoro".
"Ho voluto onorare questo invito per diverse ragioni. In primo luogo per dimostrare il rispetto profondo che nutro per una delle principali organizzazioni del lavoro della nostra Nazione, che si appresta a compiere il prossimo 30 aprile il suo 75° compleanno", ha sottolineato Meloni all'Auditorium della Conciliazione. In secondo luogo ha voluto "ribadire ancora una volta l'importanza che il governo attribuisce al confronto con i settori produttivi, con i territori, con i lavoratori, con le imprese. Perché in fin dei conti nessuno può avere da solo le risposte a tutte le domande e sapere ascoltare fa la differenza, soprattutto quando l'interlocutore che ti trovi di fronte non ha pregiudizio, ma guarda al merito con onestà".
"Ogni volta" che il governo si è confrontato con la Cisl "abbiamo fatto un passo in avanti, che era un passo in avanti per i diritti dei lavoratori, per la bontà del nostro tessuto produttivo, per la crescita della nostra nazione. È quello che abbiamo fatto in questi due anni e allora io devo dire grazie sinceramente la Cisl per saper ancora interpretare il confronto nell'accezione più nobile del termine", ha detto ancora Meloni.
"Luigi Sbarra è stato un interlocutore franco, determinato, onesto" e "penso che abbia aiutato molto i lavoratori, perché il governo lo ha sempre ascoltato con grande rispetto. E lo ha ascoltato cercando, quando poteva, di accogliere le istanze di buonsenso che portava avanti. Qual è il ruolo di un sindacalista se non questo? Guadagnarsi il rispetto necessario a fare in modo che il proprio interlocutore possa essere un interlocutore attento a quelle istanze", ha aggiunto la premier.
"Anche quando non siamo stati d'accordo sapevamo che avevamo di fronte qualcuno a cui interessava il bene dei lavoratori, non semplicemente il bene dell'organizzazione che rappresentava, o addirittura il bene di una parte politica", ha quindi detto la premier ribadendo che con la Cisl "noi abbiamo lavorato insieme sui problemi concreti dei cittadini e sono certa, ovviamente, che questa collaborazione continuerà anche con il prossimo segretario generale che eleggerete domani".
Sbarra ringrazia Meloni "per sensibilità su pdl partecipazione e impegni mantenuti"
Dal canto suo il segretario generale della Cisl, dopo aver dato il benvenuto alla premier, ha detto: ""Voglio rinnovarle la gratitudine per aver dimostrato grande sensibilità sulla nostra proposta di legge di cui oggi parliamo", e di cui "abbiamo parlato già a luglio 2021, quando non era ancora presidente del consiglio, e a novembre 2023, un giorno dopo la consegna delle nostre 400mila firme, in occasione della convocazione delle organizzazioni sindacali a Palazzo Chigi. Lei disse allora che 'partecipazione è la chiave di volta di un più equo sistema economico', impegno che lei ha tenuto saldo nel tempo".
"Questo Paese - ha continuato Sbarra - ha bisogno di scelte coraggiose e la sua presenza qui oggi è un segnale importante per un'Italia che vuole crescere insieme, senza steccati ideologici e divisioni pregiudiziali, senza antagonismi e massimalismi, con la forza della contrattazione e della concertazione, della responsabilità e del coraggio della partecipazione".
Nuova segretaria generale sarà Daniela Fumarola
"Domani ne vivremo un'altra molto importante per la nostra Cisl. Il consiglio generale sarà chiamato a eleggere la nuova guida della confederazione, guida che in queste settimane di incontri, consultazioni e riunioni, tutte le strutture hanno indicato in Daniela Fumarola", ha poi detto Sbarra chiamandola sul palco. Un abbraccio tra i due, poi Sbarra ha ripreso: "Questo applauso - ha detto rivolgendosi alla platea - è una ragione in più per esprimervi la mia riconoscenza".
"Grazie per la collaborazione e per il sostegno che mi avete assicurato in questi anni, sono onorato e orgoglioso di questa nostra grande comunità sindacale che è la Cisl. Vi lascio con due parole - ha concluso Sbarra visibilmente commosso - vi voglio bene e vi porterò sempre nel mio cuore, fino alla fine".
Economia
Ia: ecco il modello italiano che sfida i giganti....
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Dopo DeepSeek R1, è Vitruvian-1 il “reasoner” che si proietta in cima alle classifiche dell’intelligenza artificiale. La ricetta segreta: frugalità, specializzazione e addestramento sull'italiano. Colloquio dell'Adnkronos con il fondatore e ceo di Asc27
![Nicola Grandis, fondatore e ceo di ASC27 - Per gentile concessione di ASC27](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d0808fa2a01-703280aff9f1-1000/format/big/img_8537_hd_2_.jpeg)
L’intelligenza artificiale parla italiano. È questa la promessa che racchiude Vitruvian-1, un modello “ragionante” appena presentato dalla startup italiana Asc27 che secondo alcuni test ha già scalato le classifiche globali ed è secondo solo agli ultimi prodotti delle aziende leader OpenAI e DeepSeek. Un risultato conseguito con pochissime risorse rispetto ai rivali statunitensi, come sottolinea il fondatore e ceo dell’azienda, Nicola Grandis. Ma il vero segreto, spiega all’Adnkronos, è che Vitruvian-1 (o V1) ha imparato a “ragionare” in italiano. E questo sembra avergli dato una marcia in più.
Cos’è V1?
“Un modello linguistico di ultima generazione con capacità avanzate di reasoning”, spiega Grandis. In poche parole, non ripete quello che ha “imparato”, ma come gli ultimi modelli di OpenAI, Google e DeepSeek è in grado di “ragionare” sulle risposte per aumentare la qualità. “L'idea di base è che noi esseri umani, quando mettiamo per iscritto i nostri pensieri, in qualche modo illustriamo un ragionamento”: V1 e i suoi pari compiono un processo parallelo, replicando una catena di passaggi logici intermedi (chain of thought) per arrivare a un risultato migliore.
Questo è il motivo per cui V1, pur essendo un modello di dimensioni relativamente contenute (14 miliardi di parametri contro i 600-1.500 miliardi dei rivali) riesce a rivaleggiare con i “cugini” molto più grandi: “dove non arriva con la conoscenza acquisita può arrivare con il ragionamento e può anche superare, come abbiamo visto nei test, anche diversi modelli molto più grandi”. E se applicato in ambito industriale V1 può risolvere problemi, prevedere scenari, analizzare delle situazioni.
Come è stato addestrato?
Come i rivali reasoner anche V1 è basato su un modello foundational, o di base, nello specifico Phi-4 di casa Microsoft. “Ma possiamo tranquillamente passare a un concorrente come Llama di Meta: quella è la parte meno importante”, evidenzia Grandis. La parte di reasoning vera e propria è totalmente fatta in casa grazie alle professionalità di Asc27. “Seguiamo la ricerca internazionale, abbiamo già quattro pubblicazioni internazionali all'attivo e collaboriamo con università di tutto il mondo, tra cui Tokyo, Stanford, Columbia, Irvine, Mit. Quindi quando nell’ambito della ricerca si è iniziato a lavorare sulla chain of thought, noi c'eravamo”.
L’azienda ha applicato un processo particolare di “distillazione” che ha permesso a V1 di imparare da altri modelli e ha utilizzato 16 processori Nvidia H100 per l’addestramento. I risultati preliminari, pubblicati da Grandis stesso (95,5 su 100 su un test di calcolo matematico avanzato e 90,2 su 100 su una prova di comprensione linguistica e ragionamento applicata a una vasta gamma di materie accademiche e professionali) collocano V1 al quarto e terzo posto al mondo rispettivamente, a pochissima distanza dai migliori modelli di OpenAI e DeepSeek e sopra ai rivali di altri giganti come Google, Meta, Anthropic, Alibaba.
E l’italiano?
Il risultato è ancora più spettacolare se si considera che il 65% dei materiali usati per “addestrare” V1 erano in italiano, a fronte di test in lingua inglese. Infatti tra i piani di Asc27 c’è la pubblicazione di test basati sull’italiano, anticipa Grandis, secondo cui la nostra lingua è una componente fondamentale della forza del modello. “L’italiano è una cosa meravigliosa, è la lingua di Dante, ha raccolto l’eredità del mondo latino e indirettamente anche quello greco. Una persona impara l'inglese in una frazione del tempo che impiega per imparare l'italiano. Il linguaggio è un'espressione del corso del pensiero, del nostro ragionamento, di come comunichiamo, e il fatto di allenare un modello di reasoning su una lingua così complessa, secondo noi, è un vantaggio”.
L’ha stupita il recente successo di DeepSeek?
“Le rivali statunitensi potevano aspettarselo: continuano a versare decine di miliardi di dollari in ricerca e sviluppo per modelli sempre più grandi, onniscienti. Da quando abbiamo letto il primo paper di OpenAI abbiamo sempre pensato che fosse una strada assolutamente impercorribile. Tecnicamente è fattibile ma non è sostenibile economicamente. Penso che l’abbiano dimostrato le ingenti perdite collegate a questo tipo di business”, chiosa Grandis. Asc27 ha preso un’altra strada: modelli ancora più frugali ed economici di quelli di DeepSeek, piccoli ma iper-specializzati, da usare anche in batteria ove ci fosse bisogno.
“Noi crediamo che anche i grandi player si orienteranno su questo tipo di soluzioni, e i chatbot che abbiamo imparato a conoscere andranno pian piano a scomparire”. Le applicazioni Ia, spiega Grandis, devono essere “come un vestito di Valentino: su misura. Quindi dal nostro punto di vista un modello multilingua è utile, ma poi un'azienda francese avrà bisogno di una soluzione verticalizzata sul francese, una realtà tedesca sul tedesco e così via”. Per non parlare dell’efficienza energetica: “è vero che ChatGPT parla duecento lingue, ma lo fa con un modello che utilizza la stessa quantità di elettricità che serve per alimentare la città di Milano”.
Quali le implicazioni per il Paese?
Poter contare su uno strumento come V1 è “importantissimo” a partire dal fatto che la stragrande maggioranza dei documenti e delle informazioni che scorrono attraverso un’azienda italiana sono in lingua madre. “Quindi poter disporre di un modello particolarmente efficace sulla nostra stessa lingua si traduce immediatamente in un vantaggio economico anche per le nostre aziende, una migliore capacità e anche un processo di adozione più semplice”, sottolinea Grandis.
Poi c’è l’aspetto strategico, continua il ceo: sviluppare in modello in Italia significa averne il completo controllo. “Quando qualcuno utilizza ChatGPT o si scarica Llama se li prende già con i guardrail, misure di sicurezza e tutta una serie di elementi che vanno bene per il consumatore normale. Però in certi contesti ci sono persone autorizzate per legge a trattare di armi, esplosivi, cadaveri, per esempio in ambito militare, medico e criminologico. Sono tantissimi gli aspetti per cui, secondo noi, è fondamentale avere la padronanza di questa tecnologia attraverso un'azienda italiana, che sia Asc27 o che sia un'altra entità”.
Renderete V1 accessibile al pubblico?
Asc27 non intende “aprire” V1 al consumatore normale perché la startup non ha risorse tali (leggi: batterie di processori) per rendere il sistema accessibile a chiunque, spiega il ceo. Ma del resto si tratta di un prodotto per l’industria: “dal nostro punto di vista non avrebbe tanto senso rilasciare una versione aperta a tutti perché è un reasoner, quindi è forte su certe tipologie di domande, sul business, sulla strategia. Non è un modello con cui passare il tempo”. Però l’accesso sarà disponibile “a brevissimo” tramite Api (il “ponte” tra il sistema e utilizzatori esterni) per le imprese, il mondo enterprise, le istituzioni e le organizzazioni di tutti i tipi, nonché a chi vorrà provarlo, tramite una lista d’attesa.
Rimarrà un sistema privato o lo renderete open source?
“A livello aziendale si sta ancora ragionando se renderlo open source (scaricabile e utilizzabile da chiunque, ovviamente con dei “guardrail” integrati) o meno”. A pesare sulla decisione c’è anche il panorama regolatorio europeo, dove spicca l’Ai Act, che tuttavia Grandis non considera affatto un ostacolo – in controtendenza rispetto a gran parte dell’industria. Dal 2020 Asc27 è coinvolta nel processo che è andato a informare la stesura dell’Ai Act, racconta il ceo, e non ci vede problemi metodologici o di principio. “Come sempre le leggi vanno calate nel loro contesto, ma credo che l’hype attorno all’Ia abbia generato anche molto hype sull’Ai Act. E questa risonanza ha creato molta confusione”.
Quindi non crede che l’Ai Act freni l’innovazione, come dicono in tanti nell’industria?
“Non è un freno, è un framework legislativo europeo che rispetta la nostra mentalità, la nostra attitudine europea che riteniamo superiore rispetto alle alternative”. Il ceo, che possiede la totalità dell’azienda, non usa giri di parole sul tema: “ascoltiamo tutti, ma ovviamente conosciamo anche le dinamiche che ci sono dietro questi ragionamenti”. Nel mondo dell’Ia si intrecciano investimenti da centinaia di miliardi, vicinanza politica ai leader nazionali e lobbying aggressivo. Un fenomeno che del resto è trasversale, evidenzia: “basta pensare alla Fiat degli anni d’oro e alle richieste di fondi statali”.
Come si posiziona Asc27 rispetto ai rivali europei?
Se paragonata alle leader nell’Ue, prima fra tutte la francese Mistral (sostenuta sia dal governo che da Microsoft), l’azienda parte meno indebitata, sorride Grandis. “Dal punto di vista scientifico li rispettiamo parecchio e abbiamo molti amici in Mistral, dal punto di vista aziendale non ci spaventano per niente. Nella classifica dei top 10 che abbiamo presentato i modelli di Mistral nemmeno compaiono. Ovviamente ora risponderanno, come tutte le altre, ma lo faremo anche noi”. Si competerà, dunque, costruendo modelli sempre migliori.
V1 ha un cuore europeo: il 35% di materiale d’addestramento non italiano era in inglese, francese, spagnolo e tedesco, le altre lingue più importanti del Vecchio continente. Il ceo non esclude di sviluppare altri reasoner specializzati su altre lingue in futuro. Nel mentre l’azienda seguirà le due strade parallele tracciate nel 2020: “da una parte la ricerca industriale applicata, quindi prodotti e soluzioni come Vitruvian-1, dall’altra la loro progressiva monetizzazione. Oggi offriamo una serie di soluzioni Ia di altissimo livello, che vanno dalla formazione alla gestione di testi e video e che già vendiamo a molte aziende europee”.
La differenza tra Asc27 e le concorrenti, spiega Grandis, è la mentalità italiana. “Siamo artigiani, un po’ come i motoristi della Ferrari negli anni ‘70. Per noi è importante vedere il prodotto finito perché altrimenti la ricerca che facciamo resta un algoritmo senza volto che segue un benchmark e che si usa tramite Api. Noi mettiamo figure diverse a lavorare lungo la stessa filiera e riteniamo importantissimo che il ricercatore veda che il suo miglioramento si trasforma in qualcosa che arriva fino al prodotto e all’utente finale, con il riconoscimento che ne consegue”.
E la strategia di crescita?
Asc27 riceve richieste di investimento dal giorno in cui è nata e ha già dovuto rifiutare delle offerte per mantenere la divisione di ricerca alla scala desiderata, spiega Grandis. Altro il discorso per le linee di prodotti, dove “possiamo parlare con investitori che vogliono accelerare lo sviluppo di soluzioni. Dipende molto da chi incontriamo”. Nel mentre l’azienda è intenzionata a crescere in modo organico, nella consapevolezza che “continuare a sviluppare tecnologie applicate come V1 e magari portarle in altri settori richiede investimenti sostanziosi”. Una batteria di processori costa milioni di euro, l’utilizzo di energia (specie in Italia) aggiunge un carico da novanta, e i professionisti nel campo dell’Ia oggi hanno stipendi che raggiungono anche il milione e mezzo di euro all’anno, ricorda Grandis.
Appunto: come affronta la fuga di cervelli?
“Dalla presentazione dei risultati di V1 stiamo ricevendo decine di candidature di ragazzi italiani bravissimi che erano andati all'estero”: Stati Uniti, Inghilterra, Emirati Arabi, Cina. “Noi in Italia non abbiamo un equivalente di OpenAI o Mistral ma sforniamo tantissimi cervelli che poi fanno grandi queste organizzazioni straniere”, ma la forza d’attrazione dell’Italia negli ultimi è “completamente mancata perché le persone si spostavano immediatamente in Inghilterra e da lì negli Usa, che tra l'altro hanno creato una procedura di accesso ai visti facilitata per attrarre talenti in campo Ia”.
Sarebbe importante per il Paese poter disporre di un polo d’attrazione composto da università, enti di ricerca e aziende – “ma di quelle in grado di produrre qualcosa come V1 e non semplicemente presentazioni PowerPoint, perché altrimenti i ragazzi ce li perdiamo, e con loro perdiamo ricchezza nel nostro Paese”. Asc27 intende fare la sua parte, promette Grandis: “intendiamo sviluppare la nostra capacità, metterla a frutto e farla diventare business, perché questo ci consentirà di diventare un magnete che tiene attratti i professionisti che formiamo in Italia”. (Di Otto Lanzavecchia)
Economia
Rc auto e carburante, buone notizie sul fronte prezzi: ma è...
![](https://www.sbircialanotizia.it/wp-content/uploads/2025/02/11/redazione_155149788485_137.jpeg)
A gennaio 2025 si è stabilizzato il prezzo dell’assicurazione auto e si è ridotto quello di benzina e diesel
![Rc auto e carburante, buone notizie sul fronte prezzi: ma è incognita dazi](https://www.adnkronos.com/resources/0284-18a1907216a6-0f98223204f9-1000/format/big/benzinaio_auto_123rf.jpeg)
Buone notizie (almeno in parte) per gli automobilisti italiani. Un'analisi di Facile.it ha messo in luce che, a gennaio 2025, si è stabilizzato il prezzo dell’assicurazione auto e si è ridotto quello del carburante, su due delle principali voci di spesa che gravano sull’automobile. Ma le incognite internazionali potrebbero, presto o tardi, tornare a gravare sui prezzi.
Secondo i dati dell’osservatorio di Facile.it, dopo un 2024 all’insegna degli aumenti, il prezzo dell’Rc auto ha rallentato la sua corsa: a gennaio 2025 per assicurazione un veicolo a quattro ruote occorrevano 625,79 euro, valore sostanzialmente stabile rispetto a 12 mesi fa e addirittura in calo (-2,8%) se confrontato con quello rilevato a dicembre. mentre sul fronte dei carburanti, il prezzo del diesel è risultato in calo rispetto a dodici mesi fa (-2%). In aumento, seppur contenuto, solo la benzina (+1%).
Prezzo assicurazione auto
"La stabilizzazione dei sinistri stradali e l’allentamento della spinta inflattiva registrato nella seconda parte del 2024 - spiegano gli esperti di Facile.it - stanno contribuendo a rallentare la corsa dell’Rc auto. E' però presto per dire se si tratti di un trend stabile; la risalita dell’inflazione a gennaio, l’aumento dei costi energetici e le tensioni internazionali potrebbero tornare a mettere pressione sui prezzi nei prossimi mesi".
Osservati speciali, in questo momento, sono i dazi americani nei confronti di Messico e Canada che, secondo alcune stime, a regime potrebbero avere un impatto negativo sull’industria automobilistica mondiale e sull’intera filiera della componentistica, con aumenti che arriverebbero a toccare anche i prezzi dei pezzi di ricambio in Europa. Maggiori costi di riparazione in caso di sinistro stradale potrebbero tradursi, infine, in un rincaro delle tariffe Rc auto, come già accaduto nel recente passato.
Tornando ai premi medi Rc auto rilevati da Facile.it, l’analisi dei dati regionali evidenzia un andamento differenziato; se in alcune regioni il calo annuo è più consistente, ad esempio in Emilia-Romagna (-1,1%), Puglia (-2,4%), Umbria (-3,7%) e Calabria (-5,7%), in altre i premi medi sono risultati ancora in aumento. E' il caso del Veneto, dove a gennaio 2025 le tariffe sono risultate più alte del 5,5% rispetto allo stesso mese del 2024; nel Lazio l’incremento è stato del 4,7%, mentre il Lombardia e nelle Marche si ferma del 2%.
Prezzi benzina e diesel
Buone notizie, sia pure parziali, arrivano anche sul fronte del carburante; i dati esaminati da Facile.it hanno rilevato che se a gennaio 2025 il prezzo medio della benzina è salito dell’1% su base annua, quello del diesel è calato del 2%. Dati alla mano, secondo le simulazioni di Facile.it, prendendo in considerazione un’auto di segmento intermedio che percorre 30 km al giorno, a gennaio 2025 la spesa mensile per la benzina è arrivata a 109 euro, per un modello alimentato a diesel, invece, la spesa media è stata di 82 euro. Allargando l’orizzonte e guardando all’andamento dell’ultimo semestre dello scorso anno, emerge però che i prezzi alla pompa sono risultati in aumento; a settembre del 2024, rispetto ad oggi, si spendevano 3 euro in meno per la benzina, 4 in meno per il diesel.
"I dazi americani, almeno per il momento, sembrano non aver avuto impatti significativi sui listini europei del carburante, ma non si può escludere che, qualora dovessero persiste per lungo tempo, questi non possano portare tensioni anche sui prezzi del Vecchio continente", concludono gli esperti di Facile.it