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Mafia, maxi blitz a Palermo: oltre 180 arresti. Meloni: “Colpo durissimo a Cosa Nostra”

Tra arrestati anche boss scarcerati: erano tornati in città per riprendere in mano le redini e occuparsi ancora di estorsioni e traffico di droga. I summit su chat criptate

Carabinieri impegnati nell'operazione

Vasta operazione antimafia a Palermo dove sono stati eseguiti 180 provvedimenti restrittivi. L'obiettivo è quello di "disarticolare i mandamenti mafiosi della città di Palermo e provincia, in particolare quelli di 'Porta Nuova', 'Pagliarelli', 'Tommaso Natale - San Lorenzo', 'Santa Maria del Gesù' e 'Bagheria'", si legge in una nota.

Tra gli arrestati, in molti portati alla caserma Carini di Palermo, ci sono anche boss e fedelissimi di Cosa nostra scarcerati qualche tempo fa, perché hanno finito di scontare la loro pena: erano tornati in città per riprendere in mano le redini e occuparsi ancora di estorsioni, traffico di droga.

Le accuse

Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d’azzardo, e altro. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa prevista per le ore 10 presso il Comando Provinciale di Palermo alla presenza del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e del Procuratore Capo della Repubblica di Palermo. Le operazioni sono state eseguite da circa 2000 carabinieri.

Meloni: "Colpo durissimo a Cosa Nostra"

"Un'operazione straordinaria dei Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo ha portato oggi all'arresto di oltre 180 persone, tra cui diversi boss, infliggendo un colpo durissimo a Cosa Nostra. Un risultato che conferma l'impegno incessante dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata". Così commenta su X la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

"Le intercettazioni lo dicono chiaramente: 'L'Italia per noi è diventata scomoda, io me ne devo andare', ammetteva uno degli arrestati. Un segnale chiaro: la criminalità organizzata è alle strette, la lotta alla mafia non si ferma e non si fermerà", rimarca la premier e leader di Fdi, rivolgendo un ringraziamento "ai Carabinieri del Nucleo Investigativo e a tutte le Forze dell'Ordine che ogni giorno difendono la legalità e la sicurezza dei cittadini. La mafia - conclude Meloni - va sconfitta con determinazione e senza alcun compromesso. Lo Stato c'è e non arretra".

Pm: "Cosa nostra impegnata in significativa opera di riorganizzazione"

"Cosa nostra è attualmente impegnata in una significativa opera di riorganizzazione volta a superare i dissesti cagionati dall’incessante repressione degli ultimi trent’anni", scrivono nel provvedimento di fermo i pm della Dda di Palermo. "Le plurime indagini delegate ai Carabinieri di Palermo nell’ambito dei procedimenti che qui ci occupano hanno registrato una crescente vitalità di Cosa nostra e hanno rivelato un’associazione dotata di una nuova energia che, molto verosimilmente, affonda le sue radici nell’equilibrata combinazione tra gli elementi di modernità, provenienti dalla più avanzate tecnologie, e quelli del passato, rappresentati dalla roccaforte dello 'statuto scritto, che hanno scritto i padri costituenti' - evocato nella ormai nota riunione di Butera del 5 settembre 2022 dagli uomini d’onore della famiglia di Rocca Mezzomonreale - che tuttora rappresenta l’humus organizzativo dell’associazione e, soprattutto, l’elemento aggregante", sottolineano i pm.

"La graduale ripresa di Cosa nostra è stata, al contempo, causa ed effetto del crescente introito di denaro. Il sistema estorsivo è tuttora al centro degli interessi mafiosi, anche quale strumento di controllo del territorio, dove emerge, ancora una volta, la strategia delle imposizioni 'a tappeto' (si pensi, ad esempio, alla sottomissione massiccia dei ristoranti delle borgate marinare di Sferracavallo e Mondello all’ordine di intraprendere nuovi rapporti di fornitura di prodotti ittici con il grossista indicato da Nunzio Serio)", si legge ancora. Mentre "un’ulteriore espansione affaristica, connessa anche stavolta allo sviluppo tecnologico, come accertato per i tutti mandamenti oggetto di queste indagini, riguarda il settore dei giochi e delle scommesse digitali che, subentrando alle vetuste riffe, in realtà rappresenta oggi una delle attività più remunerative di Cosa nostra che, da longa manus operativa degli imprenditori del settore, quali Angelo Barone, impone i pannelli di gioco, spesso illegali, ai singoli esercizi del territorio sì da realizzare enormi guadagni (Barone: Ho preso ora... quindici milioni di gioco)".

I boss e l'uso dei criptofonini

"L'ormai noto sistema dei criptofonini ha reso possibile il dialogo, costante e riservato, non solo con i trafficanti di droga, a beneficio degli affari, ma anche tra i vari mandamenti, a beneficio, stavolta, della stessa essenza organizzativa dell’associazione", è il monito dei pm.

Poi l'allarme: "Non può ignorarsi che la facile introduzione, negli istituti penitenziari, di minuscoli apparecchi telefonici e di migliaia di sim, destinate ciascuna a una breve durata per annientare le eventuali attività di intercettazione, ha neutralizzato l’annosa questione dell’inoperatività dei detenuti che, ormai, dalle loro celle, continuano ininterrottamente la militanza mafiosa, seppure in videochiamata, collegandosi ad un telefono-citofono (cioè un apparecchio esterno dedicato in via esclusiva a ricevere e chiamare l’utenza attiva dentro al carcere), sì da interloquire sulle questioni di maggiore rilievo e da realizzare, con estrema facilità, vere e proprie riunioni di mafia". E' l'allarme lanciato dai pm della Dda di Palermo nel provvedimento di fermo che all'alba di ggi ha portato all'arresto di decine di persone.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Cronaca

Medicina, in Italia nelle Steam solo il 34% è donna. Sirm:...

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'Sostenibilità in radiologia' al centro di un convegno alla Camera di Commercio di Roma

Medicina, in Italia nelle Steam solo il 34% è donna. Sirm:

Oggi in Italia le donne impegnate nelle Steam (acronimo per Scienza, tecnologia, arte, ingegneria e matematica) sono 400mila, cioè il 34% del totale di chi opera in questi settori, considerati di interesse prevalentemente maschile. Una visione ormai obsoleta, a cui è necessario porre rimedio con un cambio di punto di vista e un maggiore impegno nell'inclusione. E' uno degli obiettivi della Sirm, la Società italiana di radiologia medica e interventistica, che non ne fa solo teoria, ma una missione concreta, come testimoniato dalla presidente Nicoletta Gandolfo. In occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, che cade oggi 11 febbraio, è stato infatti organizzato con Fondazione Bracco un convegno alla Camera di Commercio di Roma, che ha visto confrontarsi specialisti del settore - in gran parte donne - sull'importante e attuale tema della sostenibilità in radiologia, indagata attraverso la ricerca, l'innovazione e la responsabilità dei suoi specialisti. Al convegno è intervenuto il ministro della Salute Orazio Schillaci.

"L'Italia è uno dei Paesi che storicamente ha spinto meno le donne verso gli studi e le professioni scientifiche, probabilmente a causa di retaggi culturali - spiega Gandolfo - eppure negli ultimi anni stiamo assistendo a un aumento della nostra inclusione sia nelle scienze che tra le posizioni apicali. Significa che ci si è resi conto che per interpretare il mondo è necessario anche il nostro sguardo, in grado di offrire punti di vista differenti e di svecchiare il linguaggio in ogni ambiente. La radiologia, nello specifico, parla sempre più al femminile: le posizioni di medici nucleari, radiologi e fisici sanitari oggi sono spesso ricoperte da donne. Per questo siamo convinti dell'importanza di abbattere lo stereotipo che le vede inadatte a occuparsi di materie scientifiche, e di promuovere il loro inserimento in queste realtà e nelle posizioni dirigenziali".

Per celebrare l'importanza delle donne e delle ragazze in questo settore "abbiamo organizzato, su iniziativa della nostra Commissione Dei (Diversità, equità e inclusione) una giornata in cui sono state, in gran parte, proprio loro a portare la loro esperienza. L'impegno al femminile - sottolinea Gandolfo - si coniuga con una maggiore sostenibilità in una visione One health, in cui inclusione e rispetto delle risorse vadano di pari passo. Risorse sempre più preziose e limitate; è quindi nostra responsabilità gestirle al meglio per garantire a tutti massime opportunità di cura. E' necessario insistere sull'importanza di una corretta comunicazione: informare e spiegare in modo chiaro l'appropriatezza delle indagini diagnostiche richieste, ovvero quali sono gli esami utili da svolgere e quali no, proprio perché i consumi dei nostri macchinari sono spesso molto alti e le risorse non sono illimitate".

Un altro importante tema che è stato affrontato è "la sostenibilità in radiologia interventistica - continua Gandolfo - Oggi questa disciplina ricopre un ruolo fondamentale nel nostro settore. Oltre alla diagnosi permette di offrire trattamenti risolutivi per numerosissime patologie, attraverso procedure mini-invasive, grazie all'utilizzo di device e materiali di ultima generazione. Per questa ragione è importante, per noi, saper scegliere consapevolmente".

"Il tema della disparità di genere è più che mai attuale, ma come Sirm abbiamo deciso di andare oltre e di spenderci a favore di qualunque tipo di discriminazione e divario - evidenzia Stefania Montemezzi, coordinatrice Commissione Dei - La nostra società scientifica è stata la prima a dotarsi di un gruppo dedicato alla rappresentazione non solo delle donne, ma anche delle minoranze, per promuovere l'inclusione nel mondo medico-scientifico. Oggi, nelle facoltà di Medicina, le donne sono molte di più rispetto al passato, e in futuro le vedremo ricoprire ruoli in specialità che un tempo erano a prevalenza maschile. Avremo urologhe e ortopediche, ma anche più ingegnere e fisiche. E' questa la vera rivoluzione culturale a cui assisteremo, e che vogliamo sostenere attraverso il lavoro svolto dalla nostra Commissione. Non si tratta di un'opzione, ma di una vera e propria necessità che permetterà di portare un valore aggiunto reale a tutto vantaggio dei pazienti".

Con il convegno di oggi "abbiamo voluto affrontare un tema comune alla radiologia internazionale, cioè la gestione delle risorse in ottica di sostenibilità - conclude Luca Brunese, presidente eletto Sirm - L'adozione di pratiche corrette, però, non si limita all'ottimizzazione economica, in cui rientra l'utilizzo 'green' dei macchinari di maggior consumo come la Tac, ma riguarda anche la riduzione dell'impatto ambientale dei prodotti che utilizziamo, dai device tecnologici fino ai mezzi di contrasto e ai materiali radiologici, per cui sono fondamentali anche accurate politiche di smaltimento e recupero. In questa visione rientra anche una maggiore digitalizzazione, che caratterizzerà gli ospedali del futuro, con un incrementato utilizzo di telemedicina e intelligenza artificiale. Si tratta di cambiamenti auspicabili che, però, rendono urgente affrontare la questione della responsabilità etica. Le innovazioni, come l'utilizzo dell'Ia nella ridefinizione dell'imaging medico, portano infatti grandi benefici, ma è necessario saperle governare. E' uno dei temi che abbiamo affrontato con i rappresentanti delle istituzioni".

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Cronaca

Tar Umbria annulla daspo a tifoso: “da ricorrente no...

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Tar Umbria annulla daspo a tifoso:

Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Umbria (Sezione Prima) ha annullato il daspo emesso dalla Questura di Perugia nei confronti di un 20enne. La motivazione è nella sentenza resa nota dall'Adnkronos: "La norma presuppone che il destinatario del provvedimento abbia necessariamente avuto un comportamento concreto, volto con chiarezza e univocità alla commissione del fatto potenzialmente pericoloso o espressamente previsto dalla legge come tale - si legge - Non sono stati neanche forniti elementi per poter affermare che il ricorrente abbia tenuto una condotta evidentemente finalizzata alla partecipazione attiva a episodi di violenza, di minaccia o di intimidazione".

I fatti pochi minuti prima delle 23 del 15 settembre scorso. Al termine dell’incontro di calcio tra Perugia e Gubbio, svoltosi allo stadio di Perugia, durante le fasi di deflusso dei tifosi dallo stadio, i poliziotti in servizio nel parcheggio riservato alla tifoseria della squadra ospite dovettero intervenire per contenere un folto gruppo di ultras, che con veemenza intendevano uscire dall’area delimitata e protetta per entrare in contatto con alcuni tifosi perugini. Il ragazzo che ha presentato ricorso contro il provvedimento della Questura, è stato immortalato mentre fronteggiava le forze di Polizia che stavano contenendo il gruppo di ultras, con il volto nascosto da un passamontagna per non essere riconosciuto. Identificato attraverso le riprese video dall’abbigliamento, e in particolare dalle scarpe che indossava, la Questura di Perugia ha adottato il 16 ottobre scorso un daspo per un anno.

Nel ricorso al provvedimento, presentato dall'avvocato Tiziana Zeppa Bartoletti, che assiste il ragazzo, viene obiettato il difetto dei presupposti richiesti per l'emissione del daspo, precisamente in relazione al mancato atteggiamento violento da parte del giovane tifoso. "In quell’occasione - si legge nella sentenza - non ci sono stati tafferugli, aggressioni o violenze e comunque nessun comportamento è stato evidenziato a carico del ricorrente (un ragazzo incensurato e che lavora) e alle persone con lui presenti alla partita. Il questore può disporre il divieto di accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive nei confronti di coloro che risultino denunciati per aver preso parte attiva a episodi di violenza su persone o cose in occasione o a causa di manifestazioni sportive, o che nelle medesime circostanze abbiano incitato, inneggiato o indotto alla violenza; coloro che risultino avere tenuto, anche all'estero, sia singolarmente che in gruppo, una condotta evidentemente finalizzata alla partecipazione attiva a episodi di violenza, di minaccia o di intimidazione, tali da creare turbative per l'ordine pubblico".

Non solo. "Nei fotogrammi il ricorrente appare sì col volto coperto da un passamontagna, ma mostra un atteggiamento composto, che non fa presagire alcuna intenzione violenta o minacciosa. Il travisamento del volto potrà rilevare ad altri effetti, ed infatti il ricorrente è stato denunciato - ancora nella sentenza - ma di per sé, qualora il travisamento non risulti collegato con un’attività violenta o minacciosa in corso o che appaia imminente, ovvero non si accompagni al possesso di un’arma o ad altre circostanze che denotino l’intenzione di compiere un’azione violenta o minacciosa, ovvero di incitare o indurre altri a compierla, non è sufficiente ad integrare i presupposti per la disposizione del divieto di accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive". (di Silvia Mancinelli)

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Cronaca

One Health, come e perché proteggere tutto l’anno noi...

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Online il talk con i consigli degli esperti sui nuovi sistemi per prevenire le malattie trasmesse dalle zecche

One Health, come e perché proteggere tutto l'anno noi e i nostri pet

Con l'aumento delle temperature, la presenza di parassiti come pulci e zecche, un tempo concentrata in ambienti boschivi e incolti lontano dalle metropoli, si è estesa sempre più alle aree urbane e ai parchi cittadini frequentati anche dai nostri cani. E questo non solo nei mesi estivi, ma tutto l'anno, inverno compreso, con ripercussioni sulla salute dei nostri amici a 4 zampe e, di riflesso, anche sulla nostra. Ma quali sono attualmente le più comuni malattie che possono essere trasmesse dalle zecche? Dove si possono trovare questi parassiti e quali sono le zone e le regioni più esposte? Quali problemi causano zecche e pulci ai nostri animali domestici e come possiamo prevenirli? A cercare di dare risposta a queste domande sono 3 autorevoli esperti italiani nel talk 'One Health: come e perché proteggere noi e i nostri pet per tutto l'anno', promosso da Adnkronos, realizzato in collaborazione con Msd Animal Health e disponibile nei canali web e social del gruppo editoriale.

Particolarmente interessante è il modello del dibattito: nel tracciare un quadro della situazione e nel dare alcuni utili consigli per proteggere noi e i nostri pet tutto l'anno, gli esperti fanno riferimento al modello One Health (salute unica) che, riconosciuto anche dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) - si legge in una nota - vede la salute umana, animale e ambientale strettamente legate e connesse tra loro.

"Sono tanti i fattori che hanno contribuito alla proliferazione di zecche e pulci anche al di fuori dei tradizionali periodi primaverili ed estivi - spiega Ezio Ferroglio, professore ordinario di Parassitologia e Malattie parassitarie degli animali, Dipartimento di Scienze veterinarie, Università degli Studi di Torino e presidente Esccap (European Scientific Counsel Companion Animal Parasites) Italia - Alcuni sono legati alle condizioni climatiche e al riscaldamento globale, al cambio delle stagioni, altri a cambiamenti sociali, culturali e alla diversa gestione del territorio. Non va poi dimenticato che le aree urbane sono isole di calore, la cui temperatura è di 4-5 gradi superiore a quella ambientale normale, e questo permette una maggiore sopravvivenza e attività di pulci e zecche anche nei periodi freddi. Viviamo sempre più in contesti che possiamo definire 'naturban', nei quali la natura e l'ambiente rurale si intersecano con la città e sono popolati anche da molti animali selvatici che, non potendo essere trattati, diventano 'moltiplicatori' di zecche e serbatoi di molti patogeni trasmessi dalle zecche, causa di malattie pericolose per i nostri animali domestici e per noi stessi. E questo, ormai, purtroppo vale anche per molti parchi cittadini nei quali portiamo regolarmente a passeggiare i nostri cani".

Oggi "in Italia sono 3 le principali malattie trasmesse da zecche - precisa Spinello Antinori, professore ordinario di Malattie infettive, Università degli Studi di Milano e direttore Uoc Malattie infettive, Ospedale Luigi Sacco di Milano - Sono la malattia di Lyme o Borreliosi di Lyme, la febbre bottonosa del Mediterraneo e l'encefalite trasmessa da zecche. Le prime 2 sono batteriche, la terza è di natura virale. La malattia di Lyme e l'encefalite trasmessa da zecche sono causate dalle zecche che si ritrovano nei parchi e nei boschi, mentre la febbre bottonosa del Mediterraneo è causata dal morso della zecca del cane. Sono malattie che possono essere invalidanti. In particolare l'encefalite trasmessa da zecche può lasciare dei reliquati neurologici importanti e causare persino la morte. La Borreliosi di Lyme e l'encefalite trasmessa da zecche sono molto presenti nel Nord-Est del Paese (in particolare Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto), mentre la febbre bottonosa del Mediterraneo è diffusa soprattutto nelle aree insulari e centro-meridionali (specialmente in Sardegna, Sicilia, Calabria e Lazio). Per la prevenzione della malattia di Lyme e della febbre bottonosa del Mediterraneo non disponiamo di vaccini, ma soltanto di una terapia. In questi casi la prevenzione si basa sull'identificazione precoce della zecca e sulla sua rapida rimozione. Nelle aree in cui la prevalenza della malattia è elevata si suggerisce una profilassi con le tetracicline. Abbiamo, invece, un vaccino efficace - continua - nei confronti dell'encefalite trasmessa da zecche, che è consigliato a tutti coloro che devono recarsi in aree boschive soprattutto nei periodi estivi e in particolare nel Nord-Est. Si tratta di un vaccino costituito da un virus inattivato che viene somministrato con 3 dosi. La protezione dura circa 3 anni, dopodiché va effettuata una nuova somministrazione".

Attualmente sono disponibili delle soluzioni per proteggere i cani da pulci e zecche, ma ogni 'pet owner' dovrebbe mettere in atto dei comportamenti per prevenire le malattie trasmesse da questi parassiti, oltre ai controlli periodici dal medico veterinario. In un'ottica di One Health la protezione dei nostri cani da pulci e zecche è fondamentale non solo per il loro benessere ma anche per il nostro, soprattutto per le malattie che possono trasmettere all'uomo, le cosiddette zoonosi.

"Pulci e zecche sono ectoparassiti, cioè parassiti esterni che vivono sulla superficie corporea del nostro cane, come la cute e il mantello. Per combatterli ci sono diverse tipologie di prodotto disponibili in varie formulazioni - illustra Giuseppe Faranda, medico veterinario, formatore e divulgatore - Attualmente per proteggere i nostri cani da pulci e zecche si utilizzano gli antiparassitari. Abbiamo, ad esempio, le cosiddette pipette o spot-on, che sono prodotti liquidi che si applicano sulla cute del cane in diversi punti dai quali poi si distribuiscono su tutta la superficie corporea: bisogna fare attenzione ad applicarli sulla cute e non sul pelo del cane".

Nel dettaglio, "le pipette - prosegue il veterinario - vengono applicate sul cane tendenzialmente nella zona interscapolare e lungo la schiena (dove il cane non può leccarsi) in più punti dai quali poi si distribuiscono, tramite il film lipidico cutaneo, a tutta la superficie corporea. E' molto importante che la pipetta venga applicata lontano da una eventuale toelettatura o bagno perché il rischio è che il prodotto, a causa della detersione, resti esattamente nei punti nei quali viene applicato. Se, quindi, siete andati a toelettare il vostro cane, è necessario aspettare almeno 48 ore affinché il normale strato di sebo si riformi sulla sua cute e possa veicolare poi il prodotto su tutta la superficie corporea".

Esistono poi "i collari che rilasciano gradualmente il prodotto sulla pelle del cane secondo quello che viene chiamato il gradiente osmotico di concentrazione e delle pastiglie o un'inieizione - prosegue Faranda - che vengono somministrate con frequenza variabile e che contengono all'interno un prodotto, un principio attivo, che rende il sangue 'velenoso' per i parassiti in modo tale che questi, nutrendosi sul cane, possano morire prima di espletare la loro azione patogena. In tutti i casi, il consiglio principale è quello di stabilire, insieme al medico veterinario, il protocollo antiparassitario più adatto al proprio cane, tenendo conto delle sue abitudini e del suo stile di vita (se vive in casa, esce frequentemente, fa sport, vive in branco...). Una buona prevenzione antiparassitaria è la base per mantenere in salute sia i nostri pet che noi stessi. Bisogna poi rispettare una corretta igiene domestica. Soprattutto per le pulci, per esempio - ricorda - è fondamentale mantenere pulite le cucce e gli imbottiti come divani, sofà e tappeti e pulire accuratamente gli spazi esterni. Bisogna poi tenere conto del fatto che noi stessi possiamo portare dall'esterno i parassiti sotto forma di uova o larve. Quindi è fondamentale proteggere i nostri pet anche se escono poco e limitare l'uso delle scarpe in casa".

Commenta Simona Viola, Business Unit Director Companion Animals di Msd Animal Health Italia: "Le malattie da vettori sono l'esempio paradigmatico del rapporto esistente tra uomo, animale e ambiente. Il controllo delle stesse richiede un solido sistema di monitoraggio e prevenzione basato su una stretta sinergia inter-professionale tra il comparto della medicina umana e veterinaria. Siamo fermamente convinti che preservare la salute globale sia possibile solo con la collaborazione multidisciplinare dei diversi settori coinvolti. L'approccio collaborativo One Health, che si fonda sul legame indissolubile tra esseri umani, animali e ambiente, è la scelta vincente per assicurare il benessere collettivo. E noi di Msd Animal Health - conclude - siamo da sempre al fianco dei professionisti della salute affinché si faccia squadra per raggiungere obiettivi comuni e condivisi".

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