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Putin, ecco gli eredi: il clan del presidente esce allo scoperto
Dopo anni nell’ombra, la famiglia del presidente russo è sempre più visibile e lascia il segno negli affari e nel governo: ecco perché
![Vladimir Putin - (AfP)](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d09059fc729-7372518cf4a0-1000/format/big/putin_manigiunte_afp.jpeg)
Il clan di Vladimir Putin negli ultimi mesi è uscito allo scoperto, sulla scia di altri discendenti di esponenti dell'aristocrazia del regime, segnale del rimescolamento in atto degli equilibri fra le diverse componenti delle élite innescato dalla guerra e quindi dalla redistribuzione delle risorse, in cui i familiari del Presidente si muovono per occupare velocemente caselle di potere.
Lo stesso presidente, che ha 72 anni, si è lasciato andare per la prima volta a qualche commento pubblico sui suoi. Rivelando per esempio che "i piccoli della famiglia" parlano cinese, e con loro ama guardare film storici russi.
"Prima o poi, i discendenti delle élite russe dovranno confrontarsi con una transizione di potere. Con la guerra in corso, riconoscere che prima o poi Putin dovrà lasciare il potere si è fatto meno urgente. Eppure la questione non è scomparsa e deve interessare la famiglia del Presidente prima di qualsiasi altro esponente dell'élite", sottolinea Elizaveta Fokht, giornalista per la Bbc Russia in un articolo pubblicato da Carnegie Politika.
La figlia maggiore di Putin, Maria Vorontsova nel gennaio del 2024 ha rotto il tradizionale riserbo e si è fatta intervistare. Niente politica, nessun riferimento al padre. Il tema è rimasto confinato alle tecnologie mediche di cui si occupa. Ma dell'intervista si è parlato molto, oltre l'ambito ristretto del tema a cui era dedicata. Pochi mesi dopo, in estate, Vorontsova ha tenuto per la prima volta un discorso al Forum economico di San Pietroburgo, il palcoscenico più importante che le elite hanno a disposizione per esibire il loro potere. Lo stesso ha fatto la sorella, Katerina Tikhonova, che era intervenuta solo un'altra volta alla conferenza, nel 2021.
Anche Anna Tsivileva, psichiatra, moglie di Sergei Tsivilev, governatore della regione di Kemerovo, co-proprietario della miniera di Kolmar ha preso parte al Forum del 2024, partecipando a un panel sui valori tradizionali. Fino al 2022 era una perfetta sconosciuta. Ma la sua carriera ha preso il volo dopo che i giornali hanno scoperto che era cugina prima di Putin, nome da nubile Anna Putina.
Nel 2023, il Presidente ha nominato Tsivileva direttrice della Fondazione dei difensori della patria, l'agenzia che segue i soldati russi dispiegati al fronte. L'anno successivo, poco dopo il Forum di San Pietroburgo, in pieno repulisti degli uomini di Sergei Shoigu nell'apparato della difesa, è stata nominata vice ministra della difesa. A dicembre, in un intervento alla Duma ha per errore divulgato che erano almeno 48mila le richieste di esami del dna al fine di ottenere informazioni su parenti dispersi al fronte in Ucraina, un dato riservato e utile per calcolare il numero delle vittime al fronte. Ma nessuno ha detto nulla.
L'ex atleta olimpica Alina Kabaeva, la madre di due figli di Putin secondo informazioni mai confermate dagli interessati, ha iniziato a partecipare a show televisivi e a intervenire sui social, come fondatrice dell'accademia di ginnastica ritmica Grazia celeste, una scuola che ha il suo circuito di gare, con regole proprie, e che ha partecipato, a nome della Russia, ai Brics Game, la risposta di Mosca alle Olimpiadi, e organizza competizioni all'estero, in Paesi come la Cina e il Qatar. L'Accademia ha ricevuto in dono da Gazprom un palazzo da due miliardi di rubli di valore (20 milioni di euro), molto più visibile dell'incarico che Kabaeva aveva avuto in precedenza al National Media Group del banchiere Yuri Kovalchuk.
Non sono stati solo i familiari di Putin a essersi fatti vedere al Forum economico di San Pietroburgo della scorsa estate. Hanno partecipato diversi figli di esponenti dell'élite, presenza già evidente nel nuovo governo definito con il rimpasto che ha fatto seguito al nuovo mandato di Putin al Cremlino lo scorso anno. Dmitry Patrushev, figlio di Nikolai, ex segretario del Consiglio di sicurezza, era stato nominato vice Premier. Boris Kovalchuk, figlio di Yuri, è a capo della Corte dei conti. Vladimir Kiriyenko, figli di Sergei, primo vice capo di gabinetto dell'amministrazione, è ceo di VKontakte. Roman Rotenberg, figlio dell'oligarca Boris, è capo allenatore della squadra di hockey Ska di San Pietroburgo, e vice presidente della lega di hockey Kontinental, senza aver alcuna esperienza professionale nel settore.
La Sogaz di proprietà di Kovalchuk ha anche finanziato la Nomeko, l'azienda nel settore medico di Vorontsova. Mentre la fondazione Innopraktika di Tikhonova all'Università di Mosca ha vinto appalti pubblici.
La riservatezza ha protetto a lungo i familiari di Putin dalle sanzioni introdotte dai Paesi occidentali. Ma dal 2022, anche grazie alle rivelazioni dei media indipendenti e della Fondazione anti corruzione di Aleksei Navalny, la barriera è caduta. Tikhonova e Vorontsova sono colpite da sanzioni americane come figlie di Putin (mentre l'Ue non scrive nulla accanto al loro nome). Tsivileva è inserita nelle misure restrittive britanniche come parente del Presidente, in quelle americane anche con il suo nome da nubile di Anna Putina (le misure Ue si riferiscono a lei solo come Presidente dei difensori della patria). Kabaeva è colpita da sanzioni Usa per "i suoi stretti legami" con Putin (mentre l'Ue la sanziona per il suo ruolo di presidente del 'board' dei direttori del National Media Group).
L'oscuramento dei media indipendenti e dell'attività della Fondazione anti corruzione in Russia di certo ha facilitato la maggiore esposizione della famiglia, senza più il timore di essere paragonati alla 'semya' di Boris Eltsin e all'appropriazione di cariche e patrimoni pubblici di cui si rese protagonista nella seconda metà degli anni Novanta, il periodo di caos della Russia che Putin si è sempre vantato di aver risolto.
![](https://www.sbircialanotizia.it/wp-content/uploads/2023/11/23/Logo.png)
Esteri
“Trump vuole Groenlandia? Noi compreremo la...
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Al via petizione: "Abbiamo bisogno di sole, palme e pattini a rotelle"
![groenlandia bandiera danimarca canva](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d09ecd8808e-3ca1538584ac-1000/format/big/groenlandia_bandiera_danimarca_canva.png)
Il presidente americano Donald Trump vuole acquisire la Groenlandia? Allora la Danimarca comprerà la California. E' la risposta, provocatoria, di oltre 200mila danesi che hanno firmato una petizione proprio per proporre di acquistare la California dagli Stati Uniti.
"Avete mai guardato una mappa e pensato: 'Sapete di cosa ha bisogno la Danimarca? Più sole, palme e pattini a rotelle'. Bene, abbiamo un'opportunità irripetibile per trasformare quel sogno in realtà", si legge nella petizione. "Compriamo la California da Donald Trump!", prosegue il testo.
Lo slogan in cima alla petizione invita a "rendere la California di nuovo grande". Presunti sostenitori come Lars Ulrich dei Metallica e Viggo Mortensen, famoso per il Signore degli Anelli, espongono le loro ragioni per cui la California debba entrare a far parte della 'Nuova Danimarca'.
"Trump non ama la California, la venderà per un giusto prezzo"
"Porteremo l'hygge a Hollywood, piste ciclabili a Beverly Hills e smorrebrod biologici a ogni angolo di strada. Lo stato di diritto, l'assistenza sanitaria universale e la politica basata sui fatti potrebbero essere applicati", continua la petizione. "Siamo onesti: Trump non è esattamente il più grande fan della California. L'ha definita 'lo stato più rovinato dell'Unione' e ha litigato con i suoi leader per anni. Siamo abbastanza sicuri che sarebbe disposto a separarsene per un giusto prezzo", sostengono i firmatari.
Obiettivo dichiarato della petizione è quello di raccogliere tramite crowdfunding mille miliardi di dollari e 500mila firme.
Esteri
Ucraina, riunioni in tutta Europa e Witkoff a Mosca: svolta...
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I colloqui sul futuro dell'Ucraina entrano nel vivo da oggi con una serie di riunioni chiave tra Monaco di Baviera, Bruxelles e Parigi
![Macerie in Ucraina dopo attacco russo (Afp)](https://www.adnkronos.com/resources/028b-1a7e4a6c6757-16ec350e9556-1000/format/big/kiev_macerie_attacco_afp.jpeg)
I colloqui sul futuro dell'Ucraina entrano nel vivo da oggi con una serie di riunioni chiave tra Monaco di Baviera, Bruxelles e Parigi, mentre a Kiev un nuovo massiccio attacco russo ha provocato un morto e quattro feriti e blackout in alcuni quartieri. Nella capitale francese, dove ieri c'è stato il primo contatto diretto con l'amministrazione Trump - con la partecipazione del vice presidente Jd Vance al summit sull'intelligenza artificiale - nel pomeriggio si terrà una Tavola rotonda sul rafforzamento della sicurezza in Europa e sull'Ucraina nel formato Weimar Plus tra i ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia, ai quali si aggiungeranno i colleghi di Gran Bretagna e Ucraina.
A Bruxelles, intanto, c'è attesa per l''esordio' alla Nato del nuovo capo del Pentagono, Pete Hegseth, che oggi prenderà parte per la prima volta alla riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina - anche noto come il formato Ramstein - che vedrà anche un'altra novità. Sarà la prima riunione dall'inizio della guerra ad essere presieduta dal Regno Unito, che ha raccolto il testimone dagli Usa.
"Il nostro impegno è chiaro: la Nato deve essere una forza più forte e letale, non un club diplomatico", ha affermato su X il capo del Pentagono, che prima degli incontri ufficiali ha già visto il suo omologo britannico, John Healey. La prima visita di un funzionario dell'amministrazione Trump nel quartier generale dell'Alleanza atlantica si svolge in una fase delicata, con il tycoon repubblicano che spinge affinché gli alleati europei aumentino le loro spese per la Difesa.
La conferenza di Monaco
Le due riunioni a Parigi e Bruxelles sono una sorta di 'antipasto' in vista della portata principale, che è la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, quest'anno tornata più centrale che mai sulla scena geopolitica internazionale per la presenza di esponenti di primo piano del governo americano, dallo stesso Vance al segretario di Stato Marco Rubio, ma soprattutto per l'incontro che il vice presidente Usa avrà con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, atteso anche lui all'evento che da domani a domenica andrà in scena nella città della Baviera.
A Monaco, dove si terrà anche una riunione dei ministri degli Esteri del G7, le squadre negoziali di Kiev e Washington cercheranno di gettare le basi per l'atteso faccia a faccia tra Trump e Zelensky, che ancora non si è concretizzato.
Nella capitale ucraina, intanto, sono attesi a breve il segretario al Tesoro, Scott Bessent, e altri funzionari americani. Tanti sono gli argomenti sul tavolo: dalla richiesta di Trump di ricevere terre rare del valore di 500 miliardi di dollari dall'Ucraina per continuare l'assistenza militare alla ricostruzione, fino alla nuova 'offerta' di Zelensky, che in un'intervista al Guardian si è detto pronto a uno scambio di territori e a cedere a Mosca quelle zone del Kursk sotto il controllo ucraino. In cambio di cosa? "Non lo so, vedremo. Tutti i nostri territori sono importanti, non c'è una priorità", ha risposto.
Il Cremlino oggi ha respinto l'idea di uno scambio di territori occupati tra Kiev e Mosca nell'ambito di un eventuale negoziato di pace. "Questo è impossibile. La Russia non ha mai discusso e mai discuterà di uno scambio che coinvolga il suo territorio", ha affermato il portavoce Dmitry Peskov, aggiungendo che le forze ucraine che occupano parte della regione di Kursk saranno "annientate" o "cacciate".
Witkoff a Mosca
E mentre si avvicina la data del 24 febbraio, terzo anniversario dell'invasione russa, c'è stato un altro sviluppo significativo e inatteso. Ieri, infatti, è volato a Mosca l'inviato speciale di Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, che ha riportato negli Stati Uniti Marc Fogel, l'insegnante americano detenuto in Russia dal 2021.
"Siamo stati trattati molto bene dalla Russia, in realtà. Spero che sia l'inizio di un rapporto in cui possiamo mettere fine a quella guerra", ha detto Trump, commentando il rilascio di Fogel e lasciando intendere che il suo ritorno potrebbe far avanzare i negoziati.
Non è chiaro, tuttavia, se la visita di Witkoff - primo funzionario statunitense a recarsi a Mosca dal novembre 2021 - sia stata un'occasione di contatto con il governo russo. E neanche perché, se questi contatti fossero realmente avvenuti, sia stato mandato lui a Mosca e non Keith Kellogg, l'inviato americano per l'Ucraina, atteso a Kiev il 20 febbraio. Ma di certo rappresenta un segnale che dietro le quinte qualcosa si muove e che una svolta appare per la prima volta a portata di mano.
Il Cremlino non ha commentato l'ipotesi che il presidente russo, Vladimir Putin, ieri abbia incontrato Witkoff. "Non ho nulla da dirvi su questo argomento. Non ho informazioni", ha commentato Peskov, spiegando che in cambio del rilascio di Fogel sarà scarcerato un cittadino russo detenuto negli Stati Uniti.
Esteri
Rifiuti, infrazione Ue per Francia e Italia su discariche
![](https://www.sbircialanotizia.it/wp-content/uploads/2025/02/12/redazione_124805756689_216.jpeg)
La Commissione Europea mette in mora i due Paesi perché non hanno recepito correttamente nei rispettivi ordinamenti la direttiva. Parigi e Roma ora hanno due mesi per rispondere
![Rifiuti a Roma (Fotogramma)](https://www.adnkronos.com/resources/027b-168afcea432a-2fdd054dd235-1000/format/big/rifiuti_roma9_fg.jpeg)
La Commissione Europea mette in mora la Francia e l'Italia, perché non hanno recepito correttamente nei rispettivi ordinamenti la direttiva sulle discariche, che stabilisce requisiti per prevenire effetti negativi sulla salute umana, sull’acqua, sul suolo e sull’aria. Gli Stati membri devono adottare misure per garantire che solo i rifiuti sottoposti a trattamento finiscano in discarica. La direttiva fissa l’obiettivo di ridurre il conferimento in discarica dei rifiuti urbani al 10% entro il 2035; vieta dal 2030 il conferimento in discarica di rifiuti idonei al riciclaggio o ad altro recupero; stabilisce regole sul calcolo del completamento dell'obiettivo di riduzione delle discariche.
Parigi e Roma ora hanno due mesi per rispondere
L'Italia, tra l'altro, non ha stabilito correttamente che i rifiuti sottoposti a incenerimento devono essere dichiarati come collocati in discarica; non ha definito in modo appropriato la tipologia di rifiuti che possono essere conferiti in una discarica per rifiuti pericolosi né le specifiche per lo stoccaggio temporaneo del mercurio. Inoltre, non ha recepito correttamente alcune norme relative al monitoraggio dei gas e al campionamento delle acque sotterranee nelle discariche. La Francia, dal canto suo, non ha recepito le norme sul calcolo del raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei rifiuti urbani conferiti in discarica. Parigi e Roma ora hanno due mesi per rispondere e rimediare; in caso contrario, la Commissione può emettere un parere motivato, il secondo stadio della procedura d'infrazione.