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Harry Potter torna in TV: John Lithgow verso il ruolo di Silente, riprese al via nel 2025

La serie TV di Harry Potter in sviluppo presso HBO (per la piattaforma Max) inizia a prendere forma concreta. La notizia più sorprendente riguarda il professor Albus Silente (Dumbledore): l’attore veterano John Lithgow – sei volte vincitore dell’Emmy – sarebbe in trattative finali per interpretare il celebre Preside di Hogwarts​. Secondo fonti vicine alla produzione, Lithgow è “vicino a chiudere un accordo” per vestire i panni di Silente nella nuova serie​. Si tratterebbe della prima volta che un attore americano ricopre questo ruolo iconico, storicamente affidato a britannici (da Richard Harris e Michael Gambon nei film originali a Jude Law nella saga prequel di Animali Fantastici)​.

HBO per ora mantiene il riserbo sul casting: contattata sulla possibile presenza di Lithgow, la rete ha dichiarato che “confermerà i dettagli solo quando gli accordi saranno finalizzati”​. Questa linea cauta è comprensibile data l’attenzione mediatica: “Ci rendiamo conto che una serie di così alto profilo genererà molte voci e speculazioni” ha aggiunto un portavoce, ribadendo l’intenzione di ufficializzare il cast solo a contratti firmati​.

Il cast prende forma: dagli open casting ai primi nomi

Oltre a Silente, iniziano a circolare nomi per altri ruoli chiave. In particolare, l’attore britannico Paapa Essiedu (visto in I May Destroy You e The Lazarus Project) sarebbe “il favorito di HBO” per interpretare Severus Piton (Snape), il tenebroso maestro di Pozioni​. Stando a un’indiscrezione riportata da The Hollywood Reporter, HBO avrebbe già offerto a Essiedu la parte che fu del compianto Alan Rickman​. Va sottolineato che un’offerta non equivale ancora a una firma sul contratto: al momento nessun accordo è stato ufficialmente concluso né accettato e HBO, in linea con la sua policy, non commenta casting non finalizzati.

Cercano Harry, Ron e Hermione. Tre facce nuove, fresche, che sappiano portare sullo schermo la magia dell’inizio, quel senso di scoperta e avventura che ci ha fatto innamorare anni fa. HBO ha aperto i casting in UK e Irlanda, e il risultato? Una valanga di provini. Trentaduemila. Trentaduemila sogni di bambini tra i 9 e gli 11 anni, tutti pronti a impugnare una bacchetta e a dire “Wingardium Leviosa” davanti a una telecamera. Un numero da capogiro, un mare di speranze.

Francesca Gardiner, la showrunner, ha giurato che guarderanno ogni singolo provino. E con una risata – di quelle che nascondono un filo di disperazione – ha confessato di aver ricevuto persino l’audizione di… un uomo di 42 anni per Hermione. Sì, avete letto bene. La passione per il mondo di Harry Potter non conosce limiti. Ma ora tocca alla produzione scegliere quei tre volti che diventeranno il nuovo volto della saga. Chi saranno? Ancora nessuno lo sa. Ma chiunque siano, si porteranno sulle spalle un’eredità gigantesca.

Finora nessun annuncio ufficiale è stato fatto sul trio protagonista, ma la produzione ha confermato che intende rispettare l’età dei personaggi come nei libri. “Manteniamo le età cronologiche esatte” ha spiegato Gardiner, citando ad esempio che Severus Piton ha 31 anni nel 1991 (periodo in cui è ambientata la prima stagione) e che anche personaggi come i coniugi Dursley saranno più giovani di come appaiono nei film​. Questo approccio age-accurate dovrebbe contribuire a dare freschezza al reboot e a distinguere i nuovi volti da quelli della saga cinematografica.

Oltre a Lithgow ed Essiedu, il toto-casting alimentato dai fan ha fatto circolare nei mesi scorsi ipotesi fantasiose: da Mark Rylance (ipotizzato inizialmente per Silente) a Brett Goldstein per il ruolo di Rubeus Hagrid, fino a voci su Cillian Murphy nei panni di Lord Voldemort​​. Gli stessi insider che hanno svelato l’interesse per Essiedu, però, smentiscono almeno alcune di queste speculazioni – in particolare il rumor su Murphy viene definito “inaccurato”​. Segno che, mentre i provini proseguono, nulla è ancora certo tranne la volontà dei produttori di scegliere “il meglio del talento britannico” per popolare Hogwarts​.

La squadra creativa: showrunner, regia e produzione

Dietro le quinte del progetto troviamo nomi di alto profilo della TV britannica. Francesca Gardiner sarà showrunner e principale sceneggiatrice della serie – una scelta significativa dato il suo curriculum che include serie acclamate come Succession, His Dark Materials e Killing Eve​. Al suo fianco, nel ruolo di produttore esecutivo e regista principale, c’è Mark Mylod, veterano di HBO noto per aver diretto episodi di Game of Thrones, Succession e Shameless​. L’ingaggio di Gardiner e Mylod è stato annunciato pubblicamente durante un evento di presentazione di Max a Londra lo scorso dicembre​, confermando che il reboot è in mano a creativi esperti del genere.

La coppia Gardiner-Mylod ha già iniziato a delineare la visione creativa della serie, promettendo un adattamento fedele ma arricchito rispetto ai film. “Siamo entrambi affezionati ai film – sono incredibili – ma avere a disposizione un formato seriale ci dà una sandbox più grande in cui giocare” ha dichiarato Gardiner, entusiasta di poter esplorare dettagli del mondo magico rimasti fuori dalle pellicole​. Un esempio? Il fantasma burlone Peeves (Pix), presente nei libri ma tagliato dai film che gli autori assicurano di voler finalmente portare in scena nei corridoi di Hogwarts​. Mylod aggiunge che l’approccio sarà un’“evoluzione” di quanto visto al cinema: grazie alla lunga durata della serie potranno ampliare ambientazioni e sottotrame.

“Abbiamo otto ore per raccontare il primo libro, così da poter scavare nei dettagli più nascosti di Hogwarts… è un privilegio incredibile ma anche intimidatorio”, ha spiegato il regista, sottolineando il vantaggio del racconto esteso rispetto al limite di due ore di un film​. L’obiettivo dichiarato non è stravolgere l’immaginario amato dai fan, ma espanderlo rispettosamente: “Non vogliamo sminuire lo splendido lavoro fatto in passato, ma farlo evolvere avendo la conoscenza di tutti e sette i libri” ha detto Mylod​.

Sul fronte produttivo, la serie è sviluppata dalla Warner Bros. Television in associazione con la Brontë Film and TV (casa di produzione legata a J.K. Rowling). La stessa J.K. Rowling figura come produttore esecutivo del progetto, affiancata dai suoi collaboratori storici Neil Blair e Ruth Kenley-Letts​. Inoltre, David Heyman – produttore di tutti gli otto film originali – è in trattative per unirsi come produttore esecutivo anche per la serie​.

Casey Bloys, presidente di HBO e Max Content, ha chiarito che pur avendo Rowling un ruolo di supervisione, la scelta di affidare la showrunner a Gardiner indica che saranno nuovi autori a scrivere gli episodi, con Rowling in funzione di consulenza e garante della coerenza con l’opera originale. Bloys ha rivelato che l’autrice è stata “molto coinvolta nel processo di selezione dello sceneggiatore e del regista” (quindi nella scelta di Gardiner e Mylod) e che “avrà sicuramente opinioni sul casting” ma ha assicurato che la produzione non ha “avvertito alcun impatto” negativo legato alle controversie che circondano la figura di Rowling​.

Riprese al via e uscita prevista: il calendario HBO

Ci siamo. Le telecamere stanno per accendersi e Hogwarts tornerà a vivere. Le riprese partiranno ufficialmente nell’estate del 2025 ai Warner Bros. Studios di Leavesden, Inghilterra. Lo stesso posto dove tutto è cominciato. Stessa magia, stesso set, stesso odore di legno e polvere che sanno di storia. Perché puoi rifare una storia mille volte, ma certe radici non le strappi.

E ora? Ora ci tocca aspettare. E l’attesa sarà lunga. 2026. Questo è l’anno segnato sul calendario per il debutto della serie. Certo, non sarà facile pazientare, ma forse ne varrà la pena. David Zaslav, il boss della Warner Bros. Discovery, ha promesso che non ci saranno corse inutili: si vuole fare le cose bene, senza affrettare il cast, senza bruciare la produzione. Il piano è chiaro: sarà un viaggio lungo, un pezzo di vita, non un’avventura mordi e fuggi. La serie arriverà su Max, il servizio streaming di HBO e sarà rilasciata con il ritmo di sempre: episodi settimanali, discussioni infinite online, teorie, attese snervanti tra un episodio e l’altro. Sarà come tornare indietro nel tempo.

E no, non sarà una semplice serie, una di quelle che guardi in una settimana e dimentichi. Questa sarà una maratona, una cavalcata di dieci anni. Sette stagioni, sette libri, sette viaggi dentro un mondo che ormai ci appartiene. E HBO non ha alcuna intenzione di tagliare angoli o saltare dettagli. Tutto verrà raccontato con calma, con spazio, con rispetto.

Ci aspettano dieci anni incredibili”, ha detto Zaslav. E chissà cosa accadrà nel frattempo. I vecchi film resteranno lì, pronti a farsi riguardare quando la nostalgia colpirà. Ma questa nuova storia avrà una missione tutta sua: riportare a Hogwarts una generazione che l’ha lasciata da anni e far scoprire la magia a chi non l’ha mai vissuta. Sarà una sfida. Ma forse è proprio questo il bello.

Dichiarazioni ufficiali e reazioni

Da quando è stata annunciata, questa nuova serie su Harry Potter è sotto i riflettori. I fan, la stampa, perfino chi di magia non ha mai voluto sentir parlare… tutti a chiedersi come sarà, cosa cambierà, cosa rimarrà uguale. E HBO? HBO va avanti dritta per la sua strada.

J.K. Rowling sarà della partita, eccome. Nonostante tutto, le polemiche, le discussioni infinite sui social, i comunicati ufficiali… HBO continua a considerarla un pilastro del progetto. “Abbiamo lavorato con lei per più di vent’anni. Il suo contributo? Fondamentale” hanno dichiarato con fermezza. Fine della storia. O forse no.

Perché il punto è che questa serie vuole parlare di amicizia, crescita, avventura, quella magia che ha incantato milioni di lettori nel mondo. E sì, Rowling sarà coinvolta, perché senza di lei il mondo di Harry Potter non esisterebbe. HBO lo sa e lo dice chiaro. Ma intanto rassicura chi teme il peggio: la serie sarà fedele ai valori che hanno reso grande questa storia. La diversità, l’accoglienza, il coraggio di essere sé stessi. Insomma, la nave è partita e la rotta è tracciata. Ora resta da vedere se sarà un viaggio sereno o se ci saranno tempeste all’orizzonte.

Allo stesso tempo, i responsabili di HBO hanno precisato che la produzione del telefilm va avanti in autonomia creativa. Casey Bloys di HBO ha dichiarato che, finora, “non abbiamo percepito alcun impatto” delle polemiche su Rowling all’interno del progetto​. La selezione di cast e sceneggiatori procede senza intoppi o boicottaggi, segno che il team è concentrato sul portare sullo schermo la miglior versione possibile della saga. Anche i fan, inizialmente divisi all’idea di un reboot televisivo così ravvicinato ai film originali, sembrano in buona parte incuriositi dalle potenzialità offerte dal formato seriale. L’idea di esplorare capitoli mai visti a Hogwarts – dalle storie secondarie dei personaggi al respiro più ampio di sottotrame lasciate ai margini – sta alimentando un cauto entusiasmo, in attesa di vedere i primi risultati concreti di questa ambiziosa operazione.

Il mondo magico di Harry Potter è pronto a rivivere con una nuova luce sul piccolo schermo. Con John Lithgow in pole position per raccogliere l’eredità di Silente​ e talenti emergenti destinati a riportarci tra i banchi di Hogwarts, la serie HBO punta a un difficile equilibrio: rinnovare la magia senza tradirla. Le premesse – dal team creativo di livello alla volontà di restare fedeli ai sette libri – promettono un viaggio televisivo epico. Il primo ciak è fissato per l’estate 2025​ ma l’incantesimo è già iniziato: nei prossimi mesi scopriremo volti e ulteriori dettagli che daranno forma a questa nuova avventura, in attesa di tornare a Hogwarts quando la serie debutterà su Max nel 2026​.

Concludiamo questo articolo con le sagge parole di Albus Silente: “Non fa bene soffermarsi sui sogni e dimenticare di vivere.” E così, mentre attendiamo di vedere Hogwarts risorgere sullo schermo, ricordiamoci che la vera magia è anche nel presente, nei momenti che viviamo ogni giorno. Noi di Sbircia la Notizia Magazine continueremo a tenervi aggiornati su tutte le novità del mondo di Harry Potter e oltre. Restate con noi, perché la magia è appena iniziata!

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Miss Fallaci con Miriam Leone: la serie che racconta la...

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La serie Miss Fallaci butta tutti nella mischia dei primi anni di carriera di Oriana Fallaci, quella ragazza tosta, testarda, con una fame di verità che bruciava più di ogni altra cosa. Un’epoca in cui essere donna in redazione significava dover sgomitare per uscire dalla solita bolla degli articoli di costume. Qui non si parla della Fallaci mito, della giornalista che il mondo avrebbe imparato a conoscere, ma della giovane Oriana che voleva tutto, che voleva esserci e raccontare.

Il trailer ufficiale


Paramount+ e Minerva Pictures si sono buttati in questo progetto con l’ambizione di farci vivere il mondo di Fallaci prima che diventasse leggenda. E Miriam Leone? Lei non la interpreta, la incarna. Non è un ruolo qualunque, è un tuffo nelle sue fragilità, nella rabbia, nella voglia di non accettare un destino già scritto. E allora eccola lì, con il bloc-notes in mano e un fuoco dentro impossibile da spegnere.

Trama

Miss Fallaci si concentra sulla fase iniziale della carriera della giornalista: l’ingresso nella redazione de “L’Europeo”, i primi reportage, i viaggi negli Stati Uniti e l’incontro con star come Marilyn Monroe. La serie, pur evitando spoiler, lascia intendere come quegli incontri e quegli articoli abbiano influenzato profondamente la formazione di Oriana, spingendola a ricercare una verità senza compromessi. È un racconto che mette in scena il fervore di un’epoca in cui l’Italia era in pieno boom economico, mentre l’America viveva il fascino dell’età d’oro di Hollywood.Miriam Leone nei panni di Oriana

La scelta di Miriam Leone come interprete principale ha suscitato grande curiosità. L’attrice, già premiata in passato per ruoli cinematografici e televisivi, ha dichiarato in diverse interviste di sentirsi onorata di portare sullo schermo una figura femminile così influente. Il suo impegno si nota nell’attenzione dedicata alla gestualità, alla parlata toscana di Oriana e all’energia che traspare negli articoli firmati dalla reporter quando era ancora definita “la ragazza del cinema”.

Cast e personaggi

Accanto a Leone, la serie schiera un cast ricco di volti italiani e internazionali. Maurizio Lastrico interpreta Alfredo Pieroni, collega e figura importante per la crescita professionale e sentimentale di Oriana. Sono presenti inoltre personaggi ispirati a reali icone del periodo, come Orson Welles e Marilyn Monroe, che arricchiscono l’affresco storico.

Grazie a un sapiente lavoro di costumi e scenografie, ogni incontro regala un tuffo nell’atmosfera degli anni Cinquanta, epoca di contrasti tra l’Italia del dopoguerra e l’America dell’opulenza.

Produzione e regia

Dietro la macchina da presa c’è Alessandra Gonnella, già autrice di un corto su Fallaci. Ma qui non si tratta di un semplice biopic. Hanno scavato, cercato, ascoltato chi l’ha conosciuta. Il risultato? Un viaggio vero, senza filtri, che non vuole solo raccontare, ma far vivere la giovane Oriana. New York, Los Angeles? No, sono set italiani, ma così ben fatti che sembra di esserci dentro, tra le strade ruggenti dell’America degli anni ‘50.

E Oriana? Una forza della natura. Sguardo fisso sull’obiettivo, parole affilate come lame, domande che squarciano le maschere del potere. Kissinger, Arafat… le ha incontrate tutte, senza mai abbassare lo sguardo. Reporter di guerra, senza paura, in Vietnam con il taccuino in una mano e il coraggio nell’altra. E sì, negli anni ha diviso l’opinione pubblica, ha fatto discutere, ha infiammato dibattiti. Ma dimenticarla? Impossibile. Raccontarla ora, così, significa immergersi nelle origini di una donna che ha scelto il proprio destino, senza aspettare che qualcuno glielo scrivesse addosso.

Accoglienza e critiche

Presentata in anteprima a Roma, Miss Fallaci ha suscitato reazioni differenti. La performance di Miriam Leone è stata lodata quasi all’unanimità, considerandola il motore emotivo della serie. Al tempo stesso, alcuni critici hanno notato un taglio narrativo piuttosto tradizionale, definendo la produzione “generalista ma ambiziosa”.

Nonostante qualche perplessità, gli elogi per la cura nei dettagli e per il rigore nella ricerca storica evidenziano un notevole lavoro dietro le quinte.

Impatto e riflessioni finali

Al di là delle valutazioni critiche, la serie ha già contribuito a riaccendere il dibattito sulla figura di Fallaci e sulle sfide affrontate dalle donne nel giornalismo. Il possibile successo di Miss Fallaci potrebbe spingere nuove generazioni a scoprire i libri e gli articoli di Oriana, approfondendo le vicende di una donna che ha rotto barriere e affrontato fronti di guerra con la stessa determinazione con cui intervistava i potenti.

Se la qualità complessiva si confermerà all’altezza delle attese, Miss Fallaci non sarà solo una biografia televisiva, ma un invito a riconsiderare la passione con cui la giovane Oriana plasmò il proprio destino, anticipando un percorso d’indipendenza femminile che continua a ispirare.

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Sanremo 2025, prima serata: emozioni, brividi e sorprese...

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Ci siamo. Sipario su! Il Festival è iniziato… e che botta di emozioni. L’11 febbraio 2025 segna la partenza della 75ª edizione di Sanremo e l’Ariston esplode: luci, adrenalina, un’attesa che si taglia col coltello. In regia c’è Carlo Conti, elegante ma sciolto, spalleggiato da una coppia che nessuno si aspettava ma che funziona da dio: Antonella Clerici e Gerry Scotti. Tre volti amati, tre mondi diversi, ma lo stesso affetto del pubblico.

E subito arriva quel momento che ti prende lo stomaco: Conti ferma tutto, prende fiato e ricorda due giganti, due anime che mancano come l’aria. Ezio Bosso, il musicista che faceva parlare il pianoforte e Fabrizio Frizzi, la voce gentile che riempiva le case di tutti. Silenzio, applausi, brividi. E il festival parte così, con la pelle d’oca e gli occhi lucidi. E va bene così.

Durante il toccante omaggio, sulle note di “Un amico in me” cantata in un video d’archivio dallo stesso Frizzi, la commozione ha preso il sopravvento: Clerici è scoppiata in lacrime, Conti visibilmente emozionato e Scotti si è asciugato gli occhi lucidi​. Proprio in apertura c’è stato un piccolo fuori programma tecnico: il microfono di Conti ha avuto un guasto audio, coprendo le sue prime parole in mondovisione​​. Il problema è stato risolto in pochi secondi, permettendo al conduttore di proseguire con un sorriso e stemperare la tensione iniziale.

Conti – anche direttore artistico del festival – aveva promesso uno show snello e focalizzato sulla musica, senza i lunghi monologhi che negli ultimi anni avevano diviso il pubblico​. E così è stato: dopo gli omaggi iniziali, la gara è partita senza indugi. C’è però spazio per una sorpresa istituzionale: Papa Francesco è apparso in un videomessaggio a inizio serata, salutando il pubblico e definendo “la musica uno strumento di pace”​. Un momento inaspettato che ha strappato un applauso unanime dell’Ariston, in linea con il messaggio di fratellanza che poco dopo ha pervaso il teatro grazie all’esibizione di due ospiti internazionali.

Ospiti speciali: il messaggio di pace e l’energia di Jovanotti

Ad impreziosire la prima serata sono stati ospiti d’eccezione, italiani e internazionali. Sul palco, poco dopo l’avvio della gara, sono salite Noa – cantante israeliana – e Mira Awad – cantautrice palestinese – che hanno regalato uno dei momenti più emozionanti: un’interpretazione intensa di “Imagine” di John Lennon. La performance, carica di significato alla luce del loro connubio artistico israelo-palestinese, ha incantato il pubblico del’Ariston​ sottolineando ancora una volta il tema della pace attraverso la musica.

Il superospite italiano della serata è Jovanotti, accolto da una vera ovazione. Il cantautore romano ha infiammato l’Ariston a metà show con un medley dei suoi successi più trascinanti​: da “L’ombelico del mondo” a “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”, passando per “Ragazzo fortunato”. Jovanotti ha fatto ballare tutto il teatro​, portando una scarica di energia pop e funk. La sua esibizione è stata accompagnata dall’orchestra e da un gioco di luci coloratissimo, trasformando per alcuni minuti il festival in una festa coinvolgente. Al termine, il pubblico in piedi gli ha tributato un lungo applauso.

Non sono mancati altri camei: durante la serata è stato inquadrato più volte in platea Alessandro Cattelan, impegnato nel DopoFestival e sul palco è stato invitato il campione olimpico di salto in alto Gianmarco Tamberi per un saluto. Sebbene non abbia cantato, Tamberi – con la medaglia al collo – ha scherzato con Conti sulla “gara” in corso, portando un tocco di sport e ironia. Inoltre, nessun artista internazionale è stato previsto in linea con la scelta di Conti di valorizzare la musica italiana (lo stesso Conti in conferenza stampa aveva spiegato il no agli ospiti stranieri per puntare sui nostri talenti)​. Gli ingredienti della serata, tra star italiane e ospiti portatori di messaggi forti, hanno così trovato un equilibrio apprezzato dal pubblico.

I 29 Big in gara e le esibizioni: musica al centro

Cuore dello show sono state ovviamente le canzoni in gara. Tutti i 29 artisti Big si sono esibiti nella prima serata, presentando per la prima volta i propri brani sul palco dell’Ariston​. Di seguito l’elenco completo dei cantanti e dei titoli delle canzoni, con l’indicazione dell’esito provvisorio dopo la votazione della Giuria della Sala Stampa, Tv e Web (che ha espresso le preferenze della serata):

ArtistaBrano in garaEsito 1ª serata
Achille Lauro“Incoscienti giovani”Top 5 provvisorio
Bresh“La tana del granchio”
Brunori Sas“L’albero delle noci”Top 5 provvisorio
Clara“Febbre”
Coma_Cose“Cuoricini”
Elodie“Dimenticarsi alle sette”
Fedez“Battito”
Gaia“Chiamo io, chiami tu”
Giorgia“La cura per me”Top 5 provvisorio
Irama“Lentamente”
Lucio Corsi“Volevo essere un duro”Top 5 provvisorio
Olly“Balorda nostalgia”
Rose Villain“Fuorilegge”
Serena Brancale“Anema e core”
Simone Cristicchi“Quando sarai piccola”Top 5 provvisorio
Willie Peyote“Grazie ma no grazie”

Come mostrato nella tabella, la prima serata ha visto un parterre eterogeneo di artisti, dagli esponenti della nuova generazione ai nomi già affermati. Ad aprire la gara è stata la giovane Gaia con un brano dal ritmo uptempo, seguita a ruota da colleghi come Bresh e Clara, due nuove leve provenienti dalla scena indie-rap e dal circuito dei giovani.

Non sono mancati i big di ritorno: Giorgia – vincitrice nel 1995 – ha portato la sua potente vocalità in “La cura per me”, mentre Simone Cristicchi (vincitore nel 2007) ha emozionato con “Quando sarai piccola”, una ballata intensa dedicata al rapporto genitori-figli​. Elodie ha sfoggiato grinta e glamour in “Dimenticarsi alle sette”, Fedez ha duettato idealmente col pubblico in “Battito” (segnando il suo debutto solista in gara) e il cantautore di culto Brunori Sas ha proposto immagini poetiche ne “L’albero delle noci”. Non da meno Achille Lauro, al suo ritorno sul palco sanremese: noto per le performance provocatorie, stavolta ha vestito i panni di un elegante dandy anni Venti – ispirato a Rodolfo Valentino – offrendo con “Incoscienti giovani” una performance più sobria ma comunque carismatica​.

La rosa dei 29 Big ha incluso anche nomi come Coma_Cose (il duo indie-pop al terzo Sanremo), Irama (in gara con una ballad dal titolo emblematico “Lentamente”), Lucio Corsi (cantautore esordiente che ha colpito con la sua “Volevo essere un duro” dal sapore rétro) e Olly – giovane artista genovese già visto lo scorso anno – che ha fatto cantare i fan più giovani con il ritornello orecchiabile di “Balorda nostalgia”. Da segnalare anche Rose Villain, all’esordio a Sanremo: la cantante milanese dall’attitudine urban ha presentato “Fuorilegge”, brano grintoso che unisce pop e rap, sottolineando la varietà di generi presente in questa edizione.

La classifica provvisoria: prime posizioni e sorprese

Al termine di tutte le esibizioni, Carlo Conti ha svelato la classifica provvisoria basata esclusivamente sui voti della Sala Stampa (giornalisti carta stampata, web e radio). Come da tradizione, non è stata resa nota l’intera graduatoria dei 29, ma solo la Top 5 (in ordine alfabetico) dei più votati​​. I cinque artisti che guidano la competizione dopo la prima serata – senza indicazione di posizione precisa – sono: Giorgia, Brunori Sas, Lucio Corsi, Simone Cristicchi e Achille Lauro​. Si tratta di un mix equilibrato tra star già affermate e nuove proposte: Giorgia era considerata alla vigilia una delle favorite e ha confermato le aspettative con un’interpretazione da brividi (ricevendo anche una standing ovation in teatro​), mentre Achille Lauro ha riconquistato la platea sanremese con il suo stile unico. Brunori Sas e Simone Cristicchi hanno convinto la critica grazie ai testi profondi e all’intensità delle loro performance, così come Lucio Corsi, vera sorpresa tra i debuttanti, il cui brano originale e arrangiato con gusto ha attirato l’attenzione della stampa.

Fuori dalla cinquina di testa restano per ora molti favoriti del pubblico: ad esempio Elodie e Fedez, molto discussi sui social, non compaiono nei primi posti provvisori. In particolare, Fedez – pur protagonista di una prova energica – non ha conquistato i giornalisti e dovrà puntare sulle prossime serate per risalire. Va detto che la gara è ancora lunga: nella seconda serata voterà una giuria diversa (demoscopica e televoto nelle fasi successive), quindi gli equilibri possono ribaltarsi. La classifica completa resta segreta ma è noto che tutti gli altri 24 artisti risultano al momento ex aequo al 6º posto. La tensione competitiva quindi rimane apertissima, alimentando le discussioni tra fan e addetti ai lavori su chi riuscirà a spuntarla nelle prossime votazioni.

Momenti clou e curiosità della serata

Tra un brano e l’altro, la prima serata di Sanremo 2025 ha regalato numerosi momenti salienti e curiosità degni di nota. Oltre agli omaggi iniziali e alle performance degli ospiti, c’è stato spazio per gag e siparietti che hanno alleggerito la maratona musicale. Gerry Scotti, volto storico della TV commerciale italiana al debutto sul palco dell’Ariston, ha scherzato sulla sua insolita presenza in Rai: “Mi avete persino messo la cravatta!” ha esclamato ridendo, alludendo al suo look insolitamente formale per l’occasione. Il pubblico ha apprezzato la sua autoironia, mentre Conti ha colto l’assist per ricordare l’amicizia che li lega da anni nonostante le “reti diverse”.

Un altro momento applaudito è stato quando Conti ha coinvolto l’orchestra e il pubblico in sala in un breve tributo a Lucio Dalla nel giorno del suo compleanno: qualche verso di “Piazza Grande” intonato collettivamente, a sorpresa, ha creato un’atmosfera di grande comunità musicale. Si è trattato di una parentesi non prevista dalla scaletta, nata spontaneamente dopo l’esibizione di un concorrente (il cui brano richiamava nelle atmosfere lo stile di Dalla). Questa improvvisazione ha mostrato il lato più autentico e umano del festival, con Conti che ha dichiarato sul momento: “Sanremo è di tutti, come le canzoni che fanno parte della nostra vita”.

In platea e sul web non sono mancati standing ovation e reazioni calorose. Oltre a Giorgia, anche Simone Cristicchi ha ricevuto una standing ovation prolungata al termine del suo brano: l’intero Ariston si è alzato in piedi, tributando al cantautore un applauso commosso​. Antonella Clerici, visibilmente colpita, ha commentato a caldo: “Questa è la magia di Sanremo”, sottolineando come la canzone di Cristicchi avesse toccato le corde emotive di molti spettatori.

Intanto sui social media il Festival dominava le tendenze serali: l’hashtag #Sanremo2025 è stato di gran lunga il più utilizzato su Twitter (X) Italia. Gli utenti hanno commentato in tempo reale ogni esibizione, generando meme e discussioni. In molti hanno elogiato la voce stellare di Giorgia e l’eleganza scenica di Achille Lauro, che infatti risultavano tra i nomi più citati positivamente online. Un sondaggio social informale ha visto proprio Giorgia e Lauro in testa tra i preferiti del pubblico del web, mentre Fedez è parso deludere le aspettative di alcuni utenti, risultando meno votato nei cuori dei fan digitali​.

Anche l’assenza dei classici monologhi è stata al centro dei commenti: molti hanno apprezzato il ritmo incalzante della serata, con pochissime pause discorsive e tanta musica. “Finalmente un Sanremo senza prediche, solo canzoni!” ha twittato un utente, rispecchiando un sentimento diffuso. Altri invece hanno scherzato sul fatto che la scaletta serrata rendeva difficile stare dietro a tutti gli avvenimenti: “Il ritmo forsennato delle esibizioni manda in tilt i social, non faccio in tempo a twittare!” ha scritto ironicamente qualcuno​.

Non sono emerse grandi polemiche in questo debutto: il clima è apparso piuttosto disteso, complice la scelta di Conti di evitare provocazioni gratuite. L’unico inconveniente, l’incidente audio iniziale, è diventato esso stesso oggetto di meme (qualcuno ha definito “#SanremoMut” il curioso avvio silenzioso di Conti). Nel complesso, però, la prima serata ha segnato un successo sia per lo spettacolo offerto sia per i dati di ascolto, che secondo le prime rilevazioni sarebbero in linea con le ottime performance degli ultimi anni.

Le reazioni e il futuro della gara

La prima serata di Sanremo 2025 si chiude quindi con un bilancio molto positivo. Il pubblico in sala ha mostrato entusiasmo e partecipazione, mentre sui media tradizionali e online prevalgono i commenti favorevoli: si applaude la capacità di Conti di tenere insieme intrattenimento leggero ed emozione, senza cadere nelle divisioni delle scorse edizioni. Il videomessaggio del Papa e l’esibizione di “Imagine” hanno dato una cornice di significato alto alla kermesse, bilanciata dal puro divertimento portato da Jovanotti e dai momenti di nostalgia canora.

Dal punto di vista della gara canora, la situazione è ancora apertissima. I cinque artisti in vetta alla classifica provvisoria dovranno confermare il loro status nelle prossime serate, quando entreranno in gioco anche il televoto del pubblico da casa e la giuria demoscopica. Già dalla seconda serata (in programma stasera, 12 febbraio) si attendono possibili rimescolamenti: gli artisti cercheranno di migliorare le proprie performance, magari correggendo piccoli difetti (qualche imprecisione vocale c’è stata, complice l’emozione e la diretta). Inoltre, la serata successiva porterà altri ospiti – tra cui Damiano David dei Måneskin annunciato per il mercoledì – e momenti dedicati alle cover celebri, elementi che potrebbero mettere in luce nuove sfumature dei cantanti in gara.

Sui social già impazzano i pronostici su chi vincerà questo Sanremo: c’è chi vede Giorgia favorita per esperienza e talento, chi punta su una sorpresa come Lucio Corsi o Brunori Sas per la qualità autorale, senza dimenticare il fattore imprevedibile del televoto che potrebbe premiare personaggi amatissimi come Achille Lauro o Elodie. Insomma, la corsa è appena iniziata ma promette scintille.

La prima nottata all’Ariston si consegna agli archivi con una certezza: Sanremo 2025 ha trovato il modo di rinnovarsi nella tradizione, mettendo davvero la musica (e i messaggi positivi ad essa legati) al centro della scena. Se il buongiorno si vede dal mattino – o meglio, se la prima serata si vede dal debutto – ci attendono altre quattro serate ricche di spettacolo, emozioni e naturalmente, canzoni che faranno parlare il pubblico per molto tempo.

Le luci si spengono oltre la mezzanotte inoltrata ma l’eco di questa prima serata risuona forte: il Festival è ripartito alla grande, tra applausi, tweet e condivisibili note di speranza. Appuntamento alla seconda serata, con la consapevolezza che Sanremo è appena entrato nel vivo e ha già scritto pagine memorabili di questa edizione.

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Settimana dal 3 al 9 febbraio 2025: il mondo in sette giorni

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Settimana dal 3 al 9 febbraio 2025: il mondo in sette giorni

Noi, con voi, in un viaggio di notizie che hanno attraversato continenti, coscienze e qualche telefonata inaspettata.

Uno sguardo rapido (ma non troppo)

DataEvento chiaveAreaCuriosità
3-4 FebbraioVertice UE su DifesaEuropaDiscussioni su più spesa militare e rapporti tesi con gli USA
4-6 FebbraioTensioni Italia-magistraturaItaliaRiforma giustizia e prime aperture al dialogo
5 FebbraioAllarme Doomsday ClockGlobaleLancette più vicine che mai alla mezzanotte
6 FebbraioTruffa hi-tech con finta voce di CrosettoItaliaVittime eccellenti del mondo imprenditoriale
7 FebbraioTelefonata Trump-Putin per la guerra in UcrainaUSA-Russia-UcrainaZelensky scettico, nessuna tregua effettiva
8 FebbraioNuovi scambi di ostaggi Israele-HamasMedio OrienteLiberate persone anziane e un giovane in cambio di prigionieri
9 FebbraioSuper Bowl, campionati di calcio e atleticaUSA-ItaliaChiefs vs Eagles, volata scudetto in Serie A, giovane stella azzurra

Questa tabella ci aiuta a vedere tutto dall’alto, in un colpo d’occhio. Ma ora addentriamoci in storie, volti e contraddizioni di questi sette giorni così pieni di contrasti.

L’eco lontana dei conflitti: dal Donbass al Medio Oriente

Un’Europa che si riarma?

Trovarsi con un discorso acceso sulla difesa comune europea non è una novità, ma questa settimana la sensazione è che i leader UE abbiano premuto leggermente sul pedale dell’acceleratore. Hanno parlato di maggiore spesa militare e di nuove forme di condivisione finanziaria. E non è tutto: c’è chi vorrebbe spostare certi costi fuori dai vincoli di bilancio, quasi a dire “la sicurezza non ha prezzo, paghiamo dopo”.

Ma il retroscena più teso, in verità, è quello dei rapporti con gli Stati Uniti di Donald Trump, sempre più inclini a dazi e scambi di colpi commerciali. Se ci si mettono anche i nuovi dazi contro Canada e Messico, il cerchio dell’incertezza si stringe. E Bruxelles risponde: “Se ci toccate, reagiamo”. Parole dure, che ci ricordano come la partita globale non sia mai solo militare ma anche economica.

Telefonate e scetticismo sulla pace in Ucraina

Uno dei momenti più significativi (o forse più grotteschi, a seconda dei punti di vista) di questi giorni è stata la telefonata tra Trump e Putin per cercare uno spiraglio di pace in Ucraina. Sì, si parlerebbe di negoziati. Ma Zelensky, da Kiev, non la vede come una reale intenzione di ridurre le ostilità. Dice che Mosca si prepara a mobilitare altre decine di migliaia di soldati, e che la Corea del Nord potrebbe supportare la Russia con droni e missili.

Domanda che ci poniamo da qui: possibile che due telefonate bastino a smuovere un conflitto così radicato e cruento? Forse no. E l’inverno ucraino continua a essere una trincea di tensioni.

Vite scambiate a Gaza

Mentre qui in Italia scalpitiamo per la finale di coppa, a Gaza c’è in gioco qualcosa di più prezioso: vite umane. Hamas libera tre ostaggi israeliani – tra cui due donne anziane – e Israele rilascia tre detenuti palestinesi. La scena rimane appesa a un filo, con la gente del posto divisa tra lacrime di gioia e timori di futuri raid. Per ora, la “tregua” è un fuoco di paglia, e restano aperte domande su come si possa arrivare a un vero processo di pace. Nel frattempo, chi è tornato a casa lo fa in condizioni fisiche e psicologiche complicate. Solo una tregua fragile, senza orizzonti certi, ma almeno un barlume di speranza per queste famiglie.

Italia, storie e retroscena

Uno scontro istituzionale che (forse) si ammorbidisce

Ricordate quel clima di guerra tra Governo e magistratura? Bene, in settimana la polemica si è un filo placata. Giorgia Meloni e i giudici si scambiano qualche segnale di disgelo dopo che l’Associazione Nazionale Magistrati ha eletto un nuovo presidente. C’è aria di dialogo su una riforma della giustizia definita “necessaria ma rispettosa”.

Resterà davvero questa musica più dolce? O si tratta di un momento di quiete apparente prima di uno tsunami di polemiche? Anche in questo caso – e lo sappiamo tutti – le nubi potrebbero ricomporsi all’improvviso. Ma almeno sembra che qualcuno abbia voglia di sedersi attorno a un tavolo.

Clamorosa truffa con la voce di Crosetto

La settimana ha regalato anche un racconto ai limiti della fantascienza. Parecchi grandi imprenditori italiani, gente navigata, sarebbero stati contattati da una voce uguale a quella del ministro della Difesa Guido Crosetto. Il risultato? Bonifici ingenti partiti verso conti orientali, in nome di fantomatici progetti di Difesa.

È come se la tecnologia fosse scivolata in un lato oscuro: se persino nomi come Bertelli, Tronchetti Provera, Moratti o Della Valle si sono fatti gabbare, vuol dire che la qualità del “fake vocale” è tale da far venire i brividi. Il ministro vero, Crosetto, si è detto indignato e la Polizia Postale sta cercando di risalire ai responsabili. E noi, nel frattempo, ci chiediamo cosa potrebbe succedere se in futuro fossero “clonate” altre voci istituzionali.

Tra economia e mercati: passi incerti

Inflazione, tassi, tensioni commerciali

Qualcuno di noi si aspettava un po’ di ripresa, altri temevano il peggio: la realtà è che i dati Istat sull’inflazione in Italia mostrano un leggero rialzo (+1,5% su base annua), ancora gestibile ma pur sempre un segnale che i prezzi stanno tornando a muoversi verso l’alto. Il resto d’Europa non sta meglio, con un’inflazione media al 2,5%. La BCE osserva e decide se e come intervenire sui tassi.

In parallelo, la politica di Trump sui dazi al Canada e al Messico tiene tutti col fiato sospeso: si teme un effetto domino. Per fortuna, in Italia, il prezzo del gas è leggermente calato e anche il petrolio non è schizzato verso l’alto. I mercati, intanto, ballano tra speranze e paure. Siamo onesti: gli investitori restano a scrutare segnali: un tweet di troppo da parte di Washington potrebbe bastare a far deragliare i listini.

In sintesi?

  • PIL italiano: stagnante, con crescita annuale dello 0,5% per il 2024.
  • Disoccupazione giovanile: in leggero calo (una buona notizia, finalmente).
  • Cauta attesa: la definizione perfetta per descrivere lo stato d’animo di chi investe o fa impresa oggi in Italia.

Tocco di scienza e tecnologia

Doomsday Clock: paura e realismo

No, ma… sì? Dai, 89 secondi alla mezzanotte suona tipo il trailer di un film apocalittico, solo che stavolta non ci sono eroi hollywoodiani a salvarci. Gli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists ci hanno praticamente messo il timer in mano: tic, tac. Siamo mai stati così vicini al disastro? No. Dobbiamo preoccuparci? Direi di sì. Bombe atomiche, il clima che impazzisce, l’AI che potrebbe sfuggire di mano… roba da brividi. E mentre tutto questo succede, chi dovrebbe prendere in mano la situazione sembra fare il minimo indispensabile. Ma dai, una svegliata no?

Ci piace pensare che ci sia ancora margine per allontanare quel pericoloso “tic tac”. Ma serve uno sforzo collettivo. Una corsa contro il tempo, insomma, e la domanda è: siamo pronti a correre più veloci delle nostre stesse invenzioni?

Elon Musk, il vero presidente?

Pare che Time Magazine abbia osato raffigurare Elon Musk nello Studio Ovale, come se fosse lui il vero leader degli Stati Uniti, mentre Trump si gode – o subisce – la scena a distanza. Sicuramente Musk, con le sue aziende e i suoi progetti, pesa eccome sulle decisioni della Casa Bianca. Basti pensare al dipartimento creato apposta per stanare sprechi (DOGE), che lui stesso dirige con piglio e ironia.

La domanda che ci poniamo è: quanto potere viene esercitato in modo palese, e quanto dietro le quinte, da un genio poliedrico come Musk? Il precedente di Steve Bannon insegna che certi protagonismi potrebbero rivelarsi pericolosi agli occhi di Trump. Sta di fatto che il connubio fra big tech e politica americana è più saldo che mai.

Sport, passioni e sorprese

Il fascino (senza tempo) del Super Bowl

Notte tra domenica e lunedì. Negli USA si gioca il Super Bowl LIX: da una parte i Kansas City Chiefs, dall’altra i Philadelphia Eagles, in un remake della finale di qualche anno fa. Mahomes e compagni puntano addirittura al terzo titolo consecutivo, cosa mai riuscita nell’era moderna, mentre gli Eagles sognano la rivincita.

È molto più di un evento sportivo. È un rito collettivo, con tanto di Halftime Show targato Kendrick Lamar e pubblicità multi-milionarie che vanno in onda solo per pochi secondi. Da noi forse lo seguiamo di notte e in streaming, ma chiunque l’abbia visto almeno una volta sa che non si tratta solo di football ma di un vero e proprio show a tutto tondo.

Calcio italiano, volata e mercato

Dopo la chiusura del mercato invernale, la Serie A vive un momento di transizione. Acquisti nuovi di zecca scendono in campo nel weekend e alcuni già decidono le partite. La corsa scudetto è aperta, con Inter, Juventus e Napoli racchiuse in un fazzoletto. Il big match Juventus-Milan si è chiuso in un pareggio avvincente, mantenendo invariate le distanze.

La Roma lancia un giovane talento, la Sampdoria rifiata dopo mille sofferenze, l’Udinese annaspa nonostante il nuovo tecnico. E in Coppa Italia, le semifinali restano in bilico dopo partite tiratissime. In sostanza, tutto è ancora aperto: chi ama il calcio con i nervi a fior di pelle si divertirà.

Nuovo diamante dell’atletica azzurra

E poi c’è lei, Kelly Ann Doualla Edimo, 15 anni appena, che corre i 60 metri indoor in 7’’19. Una forza della natura, capace di abbattere record europei Under 18 come fossero paletti di carta. Ha addosso uno di quei sorrisi che ti fanno venire voglia di crederci, di tifare forte.
La ragazzina italo-camerunense ha fatto capolino sui giornali sportivi: la chiamano già la “freccia azzurra”. Il pericolo? Bruciarla troppo in fretta.

Chi se ne intende sa che bisogna crescere piano, con la testa a posto, evitando pressioni eccessive. Ma intanto, in un Paese calcisticamente ipnotizzato, un talento di questa portata è come una boccata di ossigeno: chissà che a giugno, negli Europei Juniores, non ci faccia già sognare.

Riflessioni conclusive

Qualcuno, leggendo tutte queste notizie, potrebbe sentirsi sopraffatto: dai conflitti armati alle tensioni politiche, dal Doomsday Clock all’inflazione che non dà pace. Ma poi arrivano le storie di sport, le telefonate assurde e i talenti inesauribili che spuntano dove meno te lo aspetti. È la nostra normalità, fatta di contrasti. E in mezzo a tutto questo, cerchiamo di orientare bussola e speranze verso un futuro che sia, possibilmente, più luminoso del presente.

Buona domenica e buon inizio di nuova settimana a tutti. A presto, con lo sguardo sempre puntato sulle cose che contano (e con un occhio attento a eventuali voci “sospette” al telefono).

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