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Sanremo 2025, Filippo Ricci: “Carlo Conti conduttore elegante e parte proattiva per la ricerca dei suoi outfit”
Il direttore creativo della Stefano Ricci Spa all'Adnkronos: "L'idea che abbiamo avuto è stata quella di fare un percorso di sartorialità per una eleganza senza tempo. A Sanremo non a caso si teneva il Festival della sartoria italiana”
![Sanremo 2025, Filippo Ricci:](https://www.adnkronos.com/resources/0296-1d0a92514901-e1910b0573c6-1000/format/big/carloconti.png)
"Ho visto Sanremo ieri sera, erano anni che non lo vedevo, ma sono rimasto sveglio fino alle 2 per vedermelo tutto. Mi è piaciuto per la qualità espressa, è una vetrina italiana vera. Come ha detto Jovanotti è un po’ come Natale, capodanno, carnevale". Filippo Ricci, direttore creativo della Stefano Ricci Spa, ha commentato così con l'Adnkronos la prima serata del 75esimo Festival di Sanremo e gli outfit del conduttore Carlo Conti creati dalla maison.
Che emozione è stata vedere Carlo Conti con i vostri abiti in apertura del 75esimo Festival della Canzone italiana?
"Siamo abituati a palcoscenici internazionali, ma è la prima volta che saliamo con rispetto sul palco dell'Ariston, tra l'altro con il conduttore e direttore, e quindi è stata una bella emozione. Ero un po' in apprensione che questo outfit gli tornasse bene addosso in una serata movimentata. E' fatto tutto al 100% in Italia, su misura per Carlo, e c'è stato dietro un lavoro di ricerca, insieme a lui, dei tessuti e della costruzione dei modelli in questi mesi, quindi è stato parte proattiva della ricerca e dello sviluppo degli outfit per queste cinque serate", ha spiegato Filippo Ricci.
Che idea avete avuto nello sviluppo degli outfit? Ne utilizzerà uno a serata?
"L'idea che abbiamo avuto, sin dall'inizio, è stata quella di fare un percorso di sartorialità. Noterete che sono tutti outfit abbastanza rigorosi, anche se la qualità dei tessuti conferisce un senso di morbidezza. L'idea era di dare un concetto di eleganza senza tempo perché Sanremo appartiene alla cultura del Paese. Poi ieri sera abbiamo giocato con il colore, il midnight blu, questo blu notte che è ben diverso dal classico nero, anche se ci saranno degli outfit scuri in seguito. Non conosco la sequenza, visto che la deciderà lui con il proprio staff ogni sera. Sono tutti pronti e a disposizione, con un nostro sarto dedicato dietro le quinte. Carlo ha più scelte, ma credo userà un outfit a serata perché da quello che ho visto ieri, nel movimento veloce tra uno spazio e l'altro credo che voglia mantenere un ritmo serrato per le tempistiche sceniche sue".
Quali emozioni ci sono state durante la prima serata del Festival?
"E' stato bello vedere Papa Francesco e ascoltare il suo messaggio, credo che sia la prima volta nella storia del Festival, quindi anche solo quella è stata un'immagine potente. Poi Jovanotti ha provocato una scarica d’energia positiva, da re dell'entertainment", ha spiegato il direttore creativo della Stefano Ricci Spa.
Carlo Conti era preoccupato di non riuscire a valorizzare la classe e la modernità degli smoking, ci è riuscito?
"Ci è riuscito assolutamente, ha un bel portamento, e gli ho detto 'sei proprio un bel modello'. E' un uomo che sa stare sul palcoscenico e vestire dei capi sartoriali. Quello di ieri non era un capo semplicissimo, è una giacca smoking in velluto blu, tra l'altro quello è un jersey di velluto, quindi più morbido, ma lo vestiva molto bene, con i tre pezzi, e sotto aveva un gilet in lana coordinato con il pantalone mohair. Abbiamo voluto fare proprio il tocco estremo di sartorialità con tutto il bordino in raso che è stato fatto su tutto il revere. L'idea era quella di rispettare un percorso abbastanza classico della sartorialità italiana e fiorentina, perché se si va a vedere la spalla, è una vecchia scuola fiorentina il modo di realizzarla in maniera morbida, quindi la giacca è molto leggera".
Queste sera la seconda serata con nuove sorprese?
"Gli abiti sono smoking oppure giacche da cocktail, quindi ci sarà un'alternanza dove Carlo ha possibilità di scelta anche tra cravatta o papillon. Ci hanno scritto in molti sui social, anche dall’estero a conferma di una vetrina internazionale come Sanremo, proprio per avere questa informazione, ed è molto divertente. La cosa interessante è che ci arrivano messaggi da tutto il mondo, perché è il Festival della canzone italiana, è italianissimo, ma lo guardano in America, lo guardano gli italo-americani, lo guardano in Sud America, lo guardano a Est, e comunque la visibilità internazionale è importante. Questo è un palcoscenico di italianità che richiama la musica italiana in generale ma non solo", ha spiegato Filippo Ricci la cui maison vende in tutto il mondo.
I nostri mercati principali?
"Noi produciamo tutto in Italia, ma in Italia vendiamo poco. Noi vendiamo a clienti in tutto il mondo, con le nostre 82 boutique e in Italia ne abbiamo due a Firenze dove è anche la sede dell'azienda, due a Milano, uno a Porto Cervo. Tra i mercati più importanti gli Stati Uniti, le capitali del continente europeo come Londra e Parigi, al Middle East, Dubai, fino alla Cina. A Carlo Conti abbiamo fornito tutto l'outfit, dalle scarpe, alle camicie, e abbiamo anche fatto diversi capi sportivi per le conferenze stampa e gli altri impegni del Festival. Dalle giacche in maglia sportive con le sneaker più casual e abbiamo lavorato insieme per fargli provare un po' di tessuti anche particolari"ha concluso Filippo Ricci. (di Emanuele Rizzi)
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Tv & Gossip
Anticipazioni UN POSTO AL SOLE, ad UPAS un capitolo...
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C’è un momento in cui tutto sembra fermarsi, quasi a volerci dare respiro. E poi, all’improvviso, eccola di nuovo, la vita, che scombina le carte. Succede a Mariella Altieri (Antonella Prisco), che pensava di aver trovato un suo fragile equilibrio dopo la separazione da Guido Del Bue (Germano Bellavia). Del resto, il “nostro” Guido era partito fuori Napoli insieme a Claudia (Giada Desideri) per una tournée, lasciando Mariella a fare i conti con i cocci di una relazione che, almeno in apparenza, sembrava arrivata al capolinea.
Un ritorno che stravolge
Mentre Mariella cercava di voltare pagina, si è fatto spazio un certo Mimmo (Massimo Peluso), figura gentile che ha saputo conquistare la sua fiducia e quella del piccolo Lollo, giorno dopo giorno. Poi, a sorpresa, Guido torna in città: con quali intenzioni? Forse nemmeno lui lo sa, ma è palese che trovare un’altra persona nel proprio nido familiare non può lasciarlo indifferente.
Da un lato c’è la voglia di riconquistare un passato che, chissà, non è ancora del tutto svanito. Dall’altro lato c’è il desiderio di lasciarsi coccolare da un presente nuovo, costruito con pazienza. Guido cerca conforto nell’amico Michele (Alberto Rossi), mentre Mariella vacilla tra ricordi e speranze.
E noi ci chiediamo, con il fiato sospeso: fino a che punto il cuore potrà sopportare questa altalena? “Un posto al sole” non smette di sorprenderci, regalandoci un ritratto toccante di legami e fratture che, a volte, sanno ricomporsi in modi inattesi.
Tv & Gossip
Anticipazioni TRADIMENTO: lacerazioni e speranza: l’ardua...
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A volte ci si ritrova davanti a un bivio così doloroso che il cuore sembra spaccarsi in due. Perché, diciamocelo, lasciare andare un padre non è un gioco da ragazzi, neanche se quel padre ha compiuto gesti moralmente discutibili. Eppure è proprio ciò che stiamo osservando in “Tradimento”: Tolga (Caner Şahin) si ritrova con un piede in due mondi, costretto a fare i conti con una verità ingombrante e con la scoperta di un ricatto che coinvolge Güzide Özgüder (Vahide Perçin). Ma andiamo con ordine, o meglio, proviamoci.
La scoperta di un ricatto insopportabile
Si parla di un video compromettente, di un’accusa di omicidio che aleggia su Ozan (Yusuf Çim), e di un processo di truffa che, stando alle verifiche, si è risolto con un’assoluzione. Però – e qui scatta l’indignazione – quell’assoluzione non è avvenuta in modo limpido. Güzide si è vista costretta a piegarsi alle minacce di Oltan Kaşifoğlu (Cem Bender), il padre di Tolga, pur di evitare guai a Ozan.
Lo sappiamo bene: quando sono in gioco sentimenti così profondi, si rischia di stringere patti con la parte più oscura di qualcuno. Ciò che colpisce è che questo qualcuno non è uno sconosciuto, bensì proprio il padre di Tolga.
Una delusione che brucia
Non deve essere stato facile, per Tolga, accettare che l’uomo di cui si è fidato fin da bambino – un padre che in qualche modo gli ha fatto anche da madre, data l’assenza di una figura femminile – abbia costruito bugie e imbastito minacce. Ci chiediamo: come ci si sente a scoprire che la tua guida ha plasmato truffe e inganni? Probabilmente, si prova un senso di tradimento che toglie il respiro.
È come se Tolga si fosse svegliato di colpo, ritrovandosi in un mondo diverso da quello che credeva di abitare. Del resto, chi non vorrebbe difendere un genitore dalle critiche? Ma qui c’è un limite che pare superato: costringere una giudice – Güzide, per l’appunto – ad assolvere Oltan per frode.
L’angoscia di un amore in pericolo
Ecco poi che si inserisce un altro elemento cardine: Oylum (Feyza Sevil Güngör), la figlia di Güzide, la ragazza amata da Tolga. Lui la rassicura, le dice che si allontanerà dal padre, che farà ammenda e metterà un confine netto. E noi ci chiediamo: è più forte la rabbia verso Oltan o il desiderio di proteggere il legame con Oylum?
A complicare il tutto, c’è anche la radiazione di Güzide dall’albo dei giudici, innescata dalla denuncia di Tarık Yenersoy (Mustafa Uğurlu). Un domino di disgrazie che cade sulla testa di Tolga, facendolo sentire in colpa per essersi accorto troppo tardi della doppiezza paterna.
Lo scontro che nessuno vorrebbe
Poi arriva il momento. Quello in cui si decide di chiudere la porta e buttare via la chiave. Tolga affronta il padre mentre Oltan sta definendo un nuovo affare e gli confessa, senza mezzi termini, di voler recidere i rapporti. Un gesto che sembra un vero atto di coraggio, ma anche di disperazione: non si caccia via un padre a cuor leggero, soprattutto se quello stesso padre ha svolto un ruolo così totalizzante negli anni passati.
E Oltan, colpito da quelle parole, accusa Tolga di tradimento. Forse ha ragione, forse no: di certo, Tolga ammette di essere stato accondiscendente in passato, e di aver chiuso gli occhi su molte ombre.
Un taglio netto o una ferita destinata a riaprirsi?
E adesso che succede? Siamo di fronte a una rottura che appare definitiva. Ma chiunque abbia mai provato a rompere con un genitore sa quanto sia facile restare a metà del guado, tra affetto e senso di giustizia. Noi, dal canto nostro, continueremo a seguire l’evolversi di questa vicenda, domandandoci se la volontà di Tolga di abbracciare la verità basterà a lenire il dolore.
Perché forse la ferita più difficile da sanare non riguarda solo lui e Oltan, ma l’idea che l’amore possa essere sincero anche in un mare di menzogne. Sarà interessante vedere se Tolga riuscirà davvero a restare fedele a se stesso oppure se, alla fine, il desiderio di un padre tornerà a bussare con un peso che non si può ignorare. E voi, che ne pensate? Il cuore si può ingannare a lungo? Noi abbiamo i nostri dubbi. Ma in “Tradimento”, tutto sembra possibile.
Attualità
Miss Fallaci con Miriam Leone: la serie che racconta la...
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La serie Miss Fallaci butta tutti nella mischia dei primi anni di carriera di Oriana Fallaci, quella ragazza tosta, testarda, con una fame di verità che bruciava più di ogni altra cosa. Un’epoca in cui essere donna in redazione significava dover sgomitare per uscire dalla solita bolla degli articoli di costume. Qui non si parla della Fallaci mito, della giornalista che il mondo avrebbe imparato a conoscere, ma della giovane Oriana che voleva tutto, che voleva esserci e raccontare.
Il trailer ufficiale
Paramount+ e Minerva Pictures si sono buttati in questo progetto con l’ambizione di farci vivere il mondo di Fallaci prima che diventasse leggenda. E Miriam Leone? Lei non la interpreta, la incarna. Non è un ruolo qualunque, è un tuffo nelle sue fragilità, nella rabbia, nella voglia di non accettare un destino già scritto. E allora eccola lì, con il bloc-notes in mano e un fuoco dentro impossibile da spegnere.
Trama
Miss Fallaci si concentra sulla fase iniziale della carriera della giornalista: l’ingresso nella redazione de “L’Europeo”, i primi reportage, i viaggi negli Stati Uniti e l’incontro con star come Marilyn Monroe. La serie, pur evitando spoiler, lascia intendere come quegli incontri e quegli articoli abbiano influenzato profondamente la formazione di Oriana, spingendola a ricercare una verità senza compromessi. È un racconto che mette in scena il fervore di un’epoca in cui l’Italia era in pieno boom economico, mentre l’America viveva il fascino dell’età d’oro di Hollywood.Miriam Leone nei panni di Oriana
La scelta di Miriam Leone come interprete principale ha suscitato grande curiosità. L’attrice, già premiata in passato per ruoli cinematografici e televisivi, ha dichiarato in diverse interviste di sentirsi onorata di portare sullo schermo una figura femminile così influente. Il suo impegno si nota nell’attenzione dedicata alla gestualità, alla parlata toscana di Oriana e all’energia che traspare negli articoli firmati dalla reporter quando era ancora definita “la ragazza del cinema”.
Cast e personaggi
Accanto a Leone, la serie schiera un cast ricco di volti italiani e internazionali. Maurizio Lastrico interpreta Alfredo Pieroni, collega e figura importante per la crescita professionale e sentimentale di Oriana. Sono presenti inoltre personaggi ispirati a reali icone del periodo, come Orson Welles e Marilyn Monroe, che arricchiscono l’affresco storico.
Grazie a un sapiente lavoro di costumi e scenografie, ogni incontro regala un tuffo nell’atmosfera degli anni Cinquanta, epoca di contrasti tra l’Italia del dopoguerra e l’America dell’opulenza.
Produzione e regia
Dietro la macchina da presa c’è Alessandra Gonnella, già autrice di un corto su Fallaci. Ma qui non si tratta di un semplice biopic. Hanno scavato, cercato, ascoltato chi l’ha conosciuta. Il risultato? Un viaggio vero, senza filtri, che non vuole solo raccontare, ma far vivere la giovane Oriana. New York, Los Angeles? No, sono set italiani, ma così ben fatti che sembra di esserci dentro, tra le strade ruggenti dell’America degli anni ‘50.
E Oriana? Una forza della natura. Sguardo fisso sull’obiettivo, parole affilate come lame, domande che squarciano le maschere del potere. Kissinger, Arafat… le ha incontrate tutte, senza mai abbassare lo sguardo. Reporter di guerra, senza paura, in Vietnam con il taccuino in una mano e il coraggio nell’altra. E sì, negli anni ha diviso l’opinione pubblica, ha fatto discutere, ha infiammato dibattiti. Ma dimenticarla? Impossibile. Raccontarla ora, così, significa immergersi nelle origini di una donna che ha scelto il proprio destino, senza aspettare che qualcuno glielo scrivesse addosso.
Accoglienza e critiche
Presentata in anteprima a Roma, Miss Fallaci ha suscitato reazioni differenti. La performance di Miriam Leone è stata lodata quasi all’unanimità, considerandola il motore emotivo della serie. Al tempo stesso, alcuni critici hanno notato un taglio narrativo piuttosto tradizionale, definendo la produzione “generalista ma ambiziosa”.
Nonostante qualche perplessità, gli elogi per la cura nei dettagli e per il rigore nella ricerca storica evidenziano un notevole lavoro dietro le quinte.
Impatto e riflessioni finali
Al di là delle valutazioni critiche, la serie ha già contribuito a riaccendere il dibattito sulla figura di Fallaci e sulle sfide affrontate dalle donne nel giornalismo. Il possibile successo di Miss Fallaci potrebbe spingere nuove generazioni a scoprire i libri e gli articoli di Oriana, approfondendo le vicende di una donna che ha rotto barriere e affrontato fronti di guerra con la stessa determinazione con cui intervistava i potenti.
Se la qualità complessiva si confermerà all’altezza delle attese, Miss Fallaci non sarà solo una biografia televisiva, ma un invito a riconsiderare la passione con cui la giovane Oriana plasmò il proprio destino, anticipando un percorso d’indipendenza femminile che continua a ispirare.