Il digital pr: “Pubbliche relazioni sono ponte solido tra le imprese e i media”
Simone Trebbi: "Traduce i messaggi aziendali in narrazioni coinvolgenti e notiziabili, adattandole al linguaggio e alle esigenze dei giornalisti, dei magazine, delle radio e delle televisioni"
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"Il settore delle pubbliche relazioni in Italia presenta peculiarità e sfide uniche rispetto al panorama internazionale. E' quanto emerso dalla ricerca 'State of digital pr report 2025' di Buzzstream, che mi ha coinvolto tra 150 professionisti del settore in tutto il mondo, chiamandomi a rappresentare il mercato italiano". A dirlo all’Adnkronos/Labitalia è Simone Trebbi, co-founder del progetto di public relations Le Royale PR, autore del libro 'Forte e chiaro' (Il Sole 24 Ore) e tra i 150 professionisti al mondo selezionati da Buzzstream per la ricerca internazionale 'State of digital pr report 2025'.
"Le pubbliche relazioni – spiega Trebbi – svolgono un ruolo fondamentale nel costruire e mantenere un ponte solido tra le imprese e i media. Questo collegamento strategico consente alle aziende di raccontare la propria storia, trasmettere i propri valori e consolidare la propria reputazione attraverso canali autorevoli e credibili come i media. Se ben architettata, una strategia di pr porta vantaggi a tutti: da un lato, le imprese hanno la necessità di comunicare in modo efficace con il pubblico, posizionarsi sul mercato e distinguersi dalla concorrenza. Dall’altro, i media cercano storie di valore, notizie interessanti e contenuti rilevanti per il proprio pubblico. Il ruolo delle pr è facilitare questa connessione, traducendo i messaggi aziendali in narrazioni coinvolgenti e notiziabili, adattandole al linguaggio e alle esigenze dei giornalisti, dei magazine, delle radio e delle televisioni".
Tra le differenze sostanziali emerse tra il mercato italiano e quello estero, spiccano i backlinks come metro di valutazione di una campagna pr, la scarsa integrazione tra public relations e strategie Seo e la minore collaborazione con il reparto marketing.
"Quello dei backlinks – prosegue l’esperto – è un problema storico delle pr italiane: nel nostro panorama giornalistico, i link sono ritenuti attività commerciali e quasi mai organiche, e sono quindi assimilabili al concetto di 'pubbliredazionale'. In altri mercati, invece, sono parte integrante degli articoli giornalistici in cui una realtà o professionista è citato come fonte. Questo rende molto più complesso calcolare il Roi di un’attività organica di pr".
"Riguardo alla scarsa attenzione verso i parametri Seo nei comunicati stampa e alla poca collaborazione con i reparti marketing delle imprese, si tratta di un’implementazione sempre più importante per massimizzare i risultati delle public relations", prosegue.
"Si stima – racconta – che il mercato globale delle pr ha raggiunto un valore di 107 miliardi di dollari e si prevede che possa superare i 144 miliardi di dollari entro il 2028, con un tasso annuo di crescita del 6,7%. Le spiegazioni al boom delle pubbliche relazioni sono verosimilmente da attribuirsi a queste dinamiche, a cui le pr forniscono una soluzione concreta: emergere differenziandosi nel mondo giusto è sempre più difficile, operiamo tutti nell'era della trasparenza, la reputation economy e la necessità di veicolare valori aziendali autentici sono fattori destinati a fare sempre più la differenza".
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Lavoro
Evoluzione Società Benefit, crescita fatturato insieme a dinamicità e inclusione
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E’ quanto emerge dai risultati della ricerca nazionale sulle Società benefit 2025, che sono stati presentati oggi presso il centro congressi di Palazzo Rospigliosi a Roma, nel corso dell’evento ‘Un’ondata di innovazione’
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Un andamento in forte crescita delle società benefit in Italia, che arrivano a quota 4.593 unità, crescendo numericamente del 27% rispetto all’anno precedente e raggiungendo un livello di incidenza dell’1,57 per mille sul totale delle società registrate e del 2% sulle grandi aziende. Sotto il profilo occupazionale, sono oltre 217.000 gli addetti di questo tipo di imprese, per un valore della produzione di circa 62 miliardi di euro. E’ quanto emerge dai risultati della ricerca nazionale sulle Società benefit 2025, che sono stati presentati oggi presso il centro congressi di Palazzo Rospigliosi a Roma, nel corso dell’evento ‘Un’ondata di innovazione’.
L’iniziativa ha visto la presenza istituzionale del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Attraverso le voci dei partner della ricerca – Nativa, il research department di Intesa Sanpaolo, InfoCamere, l’università di Padova, la Camera di commercio di Brindisi-Taranto e Assobenefit – è emerso un quadro dettagliato della dinamicità del mondo delle società benefit e del ruolo chiave che le imprese possono svolgere per la collettività coniugando performance economiche e generazione di valore per le persone e il pianeta.
La fotografia del periodo oggetto della ricerca (2021-2023) sottolinea come queste aziende si confermino più dinamiche rispetto alle non-benefit simili per dimensione e specializzazione: la crescita del fatturato delle società benefit risulta superiore, con un incremento cumulato in termini mediani del 26% e un divario netto rispetto al campione di confronto delle non-benefit, in cui la crescita si attesta invece al +15,4%. Inoltre le società benefit sono caratterizzate da un maggior grado di investimenti su importanti leve strategiche come innovazione, internazionalizzazione, attenzione alla sostenibilità e investimento in energia rinnovabile.
Anche il sostegno all’occupazione risulta maggiore rispetto alle non-benefit, con il 62% di società benefit che ha incrementato il numero di addetti rispetto al campione di confronto che si ferma al 43%. Nel periodo preso in considerazione le società benefit hanno registrato una crescita del valore aggiunto del 26,1%, ben superiore rispetto al 16,3% delle imprese tradizionali. L’aumento del costo del lavoro del 25,9%, quasi il doppio rispetto al 12,5% delle non-benefit, dimostra la tendenza a redistribuire maggior valore alle persone, valorizzandole e sostenendole in un periodo caratterizzato da forti spinte inflazionistiche.
Guardando alla composizione del management, le società benefit si distinguono per una maggiore attenzione alla parità di genere e alla presenza di giovani nei board. Le donne trovano maggiore spazio nei consigli di amministrazione, con il 48% delle società benefit che presenta almeno una presenza femminile, rispetto al 38% delle aziende non-benefit. Nelle grandi imprese, questa quota sale al 62%, con un distacco di quattordici punti percentuali rispetto alle realtà di pari dimensioni non orientate al modello Benefit.
Anche i giovani under 40 sono più presenti nei board delle società benefit, con una quota del 27,9%, che sale al 30,4% nel Mezzogiorno. La leadership giovanile si traduce in maggiore dinamismo e innovazione: tra il 2021 e il 2023, le società benefit guidate da giovani hanno registrato una crescita mediana del fatturato del 30,6%, contro il 23,5% delle imprese con board tutto over 65. Inoltre, queste imprese mostrano una maggiore propensione ad assumere (+20% vs +11%) e a riconoscere aumenti salariali più elevati (+34,5% vs + 23,2%), valorizzando il capitale umano e rafforzando la propria competitività.
L’analisi della distribuzione regionale mostra una concentrazione più elevata delle società benefit nel Nord, in particolare in Lombardia (1.500 aziende). L’alta incidenza nel territorio lombardo (2,74؉ sul totale delle imprese) è in parte dovuta alla forte presenza di grandi aziende che trainano il fenomeno; tuttavia, l’ampia diffusione in tutte le classi dimensionali suggerisce una propensione culturale più forte all’innovazione e all’adozione di questo modello. In termini assoluti, la seconda regione per numero di Società Benefit è il Lazio (509), seguita dal Veneto (470) e dall’Emilia Romagna (402). Per quanto riguarda invece le province con la maggior incidenza di Società Benefit sul totale, il podio è formato da Milano (3,95؉), Trieste (3,35؉) e Trento (3,26؉).
Nel corso dell’evento sono stati presentati anche i risultati della prima analisi delle finalità di beneficio comune indicate negli statuti societari delle Società benefit – contenuti nella seconda parte della ricerca nazionale delle società benefit presentata a fine 2024 – che ha fatto emergere lo spiccato orientamento dell’impegno delle società benefit verso l’area sociale, seguita dall’area ambientale e di governance.
La ricerca nazionale sulle società benefit 2025 conferma dunque il ruolo significativo delle società benefit come un’evoluzione promettente nel panorama imprenditoriale e esempio virtuoso di creazione di valore condiviso, la cui diffusione potrebbe generare un effetto positivo su interi settori e potenzialmente sull’intero sistema paese.
“Il percorso che stanno facendo le Società Benefit è ricco di indicazioni preziose per lo sviluppo del nostro tessuto imprenditoriale in senso più moderno e inclusivo”, ha detto il direttore generale di InfoCamere, Paolo Ghezzi.
“Le informazioni puntuali che emergono dalle analisi dei dati ufficiali del Registro delle imprese rappresentano un valore straordinario anzitutto per le istituzioni, per seguire da vicino e favorire la diffusione di questa modalità di fare impresa che guarda al territorio e alle persone. Allo stesso modo, sono uno stimolo concreto per le altre imprese fuori dal perimetro Benefit e che, sulla base di queste evidenze, possono avvicinarsi con più fiducia a questo modello”, ha concluso.
Lavoro
Cambio al vertice di Philip Morris Italia, Pasquale Frega nuovo presidente e ad
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Marco Hannappel manterrà il ruolo di vicepresidente Europa Sud-Occidentale di Philip Morris International, coordinando le attività del Gruppo in Italia, Spagna, Portogallo e Andorra
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Philip Morris Italia ha annunciato oggi che Pasquale Frega sarà il nuovo presidente e amministratore delegato dell’affiliata italiana. Frega vanta una lunga esperienza internazionale, maturata in aziende leader del settore farmaceutico come Novartis, Celgene Corporation, InterMune e Ipsen in Europa (Francia, Londra, Paesi nordici) e nelle Americhe. Nel suo ultimo ruolo, Frega ha ricoperto il ruolo di presidente per il Canada e l’America Latina di Novartis, guidando la Regione verso significativi risultati di business sia sotto il profilo della crescita economica sia dell’eccellenza operativa. In precedenza, è stato country president di Novartis Italia, distinguendosi per aver portato l’azienda ad essere leader nel settore farmaceutico del Paese.
Pasquale Frega assume questo incarico in un momento storico per Philip Morris International, impegnata nel costruire un futuro senza fumo eliminando le sigarette nel più breve tempo possibile, grazie a prodotti innovativi senza combustione basati su scienza e tecnologia, sviluppati per i fumatori adulti che non smettono di fumare.
L’obiettivo di medio termine dell’azienda è che entro il 2030 oltre due terzi dei propri ricavi netti a livello globale provengano dai prodotti senza combustione. Per raggiungere questo obiettivo, dal 2008 l’azienda ha investito oltre 14 miliardi di dollari per la ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione di questi prodotti, oggi disponibili in 95 Paesi nel mondo. A livello nazionale, sono oltre due milioni i fumatori adulti che sono passati ai prodotti senza combustione dell’azienda e hanno abbandonato le sigarette.
“Sono entusiasta di questa nuova avventura e sono fermamente convinto del ruolo che, grazie alla ricerca scientifica e allo sviluppo tecnologico, come azienda possiamo svolgere per avere un impatto positivo sulla società”, ha dichiarato Frega, che ha aggiunto: “La visione del gruppo Philip Morris è chiara: rendere le sigarette un ricordo del passato nel più breve tempo possibile, accelerando la transizione dei fumatori adulti verso prodotti potenzialmente meno dannosi. Una visione che in Italia perseguiremo a fianco di una filiera integrata che conta 41mila persone e 8mila aziende, e che rappresenta un’eccellenza mondiale”.
Marco Hannappel manterrà il ruolo di vicepresidente Europa Sud-Occidentale di Philip Morris International, coordinando le attività del Gruppo in Italia, Spagna, Portogallo e Andorra.
A capo dell’affiliata italiana dal 2019, Hannappel ha dato un impulso decisivo allo sviluppo della filiera di Philip Morris nel Paese, guidando la realizzazione di investimenti industriali, agricoli, e nell’area dei servizi al consumatore.
Lavoro
Le caratteristiche di una rete metallica elettrosaldata
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La rete metallica elettrosaldata è una soluzione che si presta a una grande varietà di potenziali applicazioni e che può essere usata in molti contesti, rivelandosi fondamentale non solo in ambito edilizio, ma anche nel comparto agricolo e in quello industriale. Si pensi, per esempio, alla messa in sicurezza di allevamenti e aree agricole, ma anche alla recinzione di giardini, aree residenziali e cantieri, senza dimenticare gli impianti sportivi e industriali. E, ancora, l’armatura per i massetti di pavimenti, oltre ai solai di copertura.
Come è fatta la rete metallica elettrosaldata
La composizione di una rete metallica elettrosaldata prevede la presenza di fili in acciaio che sono saldati nei punti di incrocio gli uni con gli altri. I più elevati standard di sicurezza vengono garantiti proprio dalla saldatura, che è anche sinonimo di alta resistenza. Stiamo parlando di un tipo di rete che si caratterizza per un livello di rigidità maggiore in confronto a quello che caratterizza la rete a maglia sciolta: proprio per questo motivo, tale soluzione è da privilegiare per le installazioni su terreni la cui conformazione è pianeggiante. Volendo, poi, si può provvedere a una posa associata a un muretto in cemento. La rete a maglia sciolta, d’altro canto, si lascia preferire quando si ha a che fare con terreni irregolari che presentano un dislivello significativo, in virtù della sua flessibilità più elevata.
Quanto è resistente una rete elettrosaldata
Per una rete elettrosaldata, il livello di resistenza e di robustezza è direttamente correlato a due variabili: la tipologia delle maglie e il diametro dei fili. Tipicamente le maglie hanno una forma rettangolare o quadrata, con dimensioni differenti: 25 x 25 mm, 50 x 75 mm, 50 x 25 mm o 50 x 50 mm. I fili possono essere sagomati o lineari. Ci sono, poi, delle reti che sono dotate di altri fili e presentano delle nervature di rinforzo, così da poter garantire una resistenza superiore e una solidità maggiore.
I materiali di composizione
La qualità che caratterizza il rivestimento dei fili che compongono le reti metalliche elettrosaldate – realizzati in acciaio e rivestiti in pvc e in zinco – condiziona in maniera significativa la longevità e il livello di resistenza della rete. In generale, i fili devono essere in grado di garantire alte prestazioni in base ai differenti contesti in cui le reti vengono utilizzate. Per esempio, un rivestimento in alluminio e lega di zinco ha la capacità di aumentare la capacità dei fili di resistere alla corrosione, con prestazioni elevate e una lunga durata nel tempo. Inoltre, la zincatura a caldo evita la comparsa di screpolature che si potrebbero formare in caso di piegature e garantisce un rivestimento uniforme.
Il processo di plastificazione
Anche il processo di plastificazione, realizzata tramite sinterizzazione, è una delle tecnologie a cui si può ricorrere per la realizzazione di una rete metallica elettrosaldata. In virtù di tale procedimento, si immergono le reti o i fili zincati all’interno di un bagno di primer: lo scopo è quello di fare in modo che le polveri in PVC aderiscano con più facilità al metallo, dando vita a un rivestimento il più possibile uniforme e compatto. Tale processo serve ad aumentare la resistenza alla corrosione, e al tempo stesso consente di avere un rivestimento brillante e omogeneo sotto il profilo estetico.
Come viene venduta la rete elettrosaldata
In commercio la rete metallica elettrosaldata è disponibile in pannelli o in rotoli. Le reti in pannelli presentano fili di un diametro più elevato; risultano più solide e robuste. Le reti in rotoli, d’altro canto, hanno fili di un diametro più ridotto, proprio perché è necessario fare in modo che possano essere avvolte su sé stesse.
Le reti elettrosaldata e Temsider
Le reti elettrosaldate rappresentano uno dei fiori all’occhiello dell’offerta di Temsider, realtà che da più di 40 anni rappresenta un apprezzato punto di riferimento nel comparto siderurgico. Le reti elettrosaldate presenti nel catalogo di questa azienda sono disponibili in una grande varietà di formati, con fili e diametri differenti per andare incontro a tutte le esigenze. Sempre con la garanzia di standard di qualità elevati e all’insegna della massima sicurezza.