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“Il Gattopardo” torna a ruggire su Netflix: una Sicilia carica di fascino e contrasti

Scriviamo queste righe con ancora negli occhi le immagini maestose della Sicilia ottocentesca. Questa storia… ah, chi non la conosce? “Il Gattopardo“, quel capolavoro che sa di Sicilia antica, di polvere dorata e tramonti struggenti. Magari l’avete sfogliato tra le pagine di Tomasi di Lampedusa, o vi siete lasciati ipnotizzare dalla pellicola immortale di Visconti. Beh, ora riappare. Netflix ci mette le mani, gli dà una spolverata e lo riporta in vita con una serie. Sei episodi, pronti a sbarcare il 5 marzo. Sarà lo stesso, sarà diverso? Chissà. Di certo, promette di non essere la solita minestra riscaldata. Forse riuscirà a catturare anche chi, finora, al Gattopardo non si è mai avvicinato. O magari farà storcere il naso ai puristi. Ma una cosa è sicura: se ne parlerà.

Un’epoca che si trasforma
Nel romanzo e nel film storici, il principe di Salina – interpretato da Burt Lancaster sul grande schermo – si muoveva con un’aria di malinconico distacco, osservando il proprio mondo scricchiolare sotto il vento dell’unificazione italiana.

Kim Rossi Stuart, attore dalla straordinaria versatilità, raccoglie oggi quell’eredità, lasciando il segno con la sua interpretazione del principe don Fabrizio Corbera. E non finisce qui: Benedetta Porcaroli sarà Concetta, la figlia un po’ trascurata nella pellicola di Visconti, ma che nella serie diventa voce narrante e cuore pulsante dell’intera vicenda.

Il trailer ufficiale


Uno sguardo diverso, un racconto al femminile
Ci teniamo a sottolinearlo: a detta dei produttori e dello stesso regista Tom Shankland, uno degli aspetti più interessanti di questo nuovo “Gattopardo” risiede proprio nello spazio inedito dato a Concetta. Non sarà più un personaggio di sfondo, bensì la lente attraverso cui scoprire passioni e ambizioni di una società aristocratica in crisi, mentre l’isola e tutta la penisola si accingono a diventare un unico Regno d’Italia.

Il cast: tra nomi affermati e volti in ascesa

In molti si chiedevano chi avrebbe preso il posto di Claudia Cardinale nel ruolo della splendida Angelica. Deva Cassel, figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel, è il volto che la produzione ha scelto per incarnare la bellezza e la determinazione di questo personaggio. È un salto decisivo per la sua carriera, ancora all’inizio ma già osservata con grande curiosità.

Al suo fianco, Saul Nanni – precedentemente impegnato in produzioni Disney e in “Sotto il sole di Riccione” – veste i panni di Tancredi, nipote del principe. E qui pare proprio che si voglia rendere omaggio al celebre motto del romanzo: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.”

Regia, produzione e luoghi magici

Il colosso dello streaming promette una cura del dettaglio degna di un kolossal. Paolo Calabresi indosserà l’abito di padre Pirrone, Astrid Meloni sarà l’austera Maria Stella, mentre la regia vede Tom Shankland affiancato da Giuseppe Capotondi e Laura Luchetti. Ci saranno 5 mila comparse, 6 mila costumi e decine di location diverse sparse per la Sicilia: borghi antichi, palazzi nobiliari, paesaggi che tolgono il fiato.

Perché guardare questo “Gattopardo”

In molti si domandano se sia davvero possibile aggiornare un classico tanto amato senza tradirne lo spirito. Noi ammettiamo di essere curiosi: la rilettura di una storia così radicata nel nostro immaginario può rivelarci sfumature inattese e restituirci il ritratto di un’epoca fragile e potentissima al tempo stesso. Una storia di mutamenti, in cui tradizione e cambiamento si urtano, si compenetrano e – talvolta – si scambiano di posto pur di sopravvivere.

Chi ama l’originale non deve temere: questa nuova serie non si propone di cancellare ciò che è stato, ma di offrire un’altra prospettiva. Sarà un’occasione per immergersi di nuovo nei saloni sfarzosi e nelle contraddizioni di un’aristocrazia in decadenza, per poi riscoprire la passione di un racconto che continua a parlare al presente. Con la speranza, magari, di accendere un desiderio di approfondire o rileggere il romanzo che tutto ha iniziato. E se la frase simbolo del Gattopardo risuona ancora in noi, forse è perché certi dilemmi non sono mai davvero tramontati.

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Attualità

Re Carlo e l’ammirazione per i chirurghi che salvano vite in Ucraina

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Al sovrano sono state mostrate le più recenti ricerche e tecnologie impiegate per contribuire a prevenire lesioni gravi e salvare vite umane

Re Carlo - Fotogramma/IPA

Re Carlo ha dichiarato di essere “pieno di ammirazione” per i chirurghi che lavorano per salvare soldati e civili feriti in Ucraina. Il sovrano britannico, in visita al Centre for Injury Studies dell’Imperial College di Londra, ha chiesto al primario di chirurgia di un centro di riabilitazione di Leopoli di farsi portavoce dei suoi “pensieri e auguri più cari” verso coloro che lavorano sul campo, in vista del terzo anniversario dell’inizio della guerra con la Russia.

Al re – riporta il Telegraph – sono state mostrate le più recenti ricerche e tecnologie impiegate in prima linea per contribuire a prevenire lesioni gravi e salvare vite umane.

Le parole di Re Carlo

Il dipartimento universitario sta lavorando con Unbroken, un centro di riabilitazione a Leopoli, realizzato per curare gli ucraini feriti. Un medico ha affermato che da quando hanno ricevuto il sostegno britannico, sono stati in grado di istituire un centro di chirurgia costruttiva per aiutare a “ricostruire i corpi distrutti dalla guerra”. Hnat Herych, primario di chirurgia presso Unbroken, ha detto al pubblico, tra cui il re e l’ambasciatore ucraino, tramite collegamento video: “Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine per il sostegno incrollabile del Regno Unito all’Ucraina. In questi tempi turbolenti, la Gran Bretagna non solo è rimasta il nostro fedele alleato, ma ha anche dimostrato una vera leadership globale nella difesa dell’Ucraina e nella difesa della libertà”.

“L’impegno di Vostra Maestà e del popolo britannico – ha proseguito – è per noi inestimabile e speriamo certamente nel vostro continuo supporto in questi tempi critici”. In risposta, il re ha espresso la sua ammirazione per il loro lavoro e per la collaborazione tra i due Paesi. “Sono così contento che l’Imperial College abbia questa relazione molto efficace con Unbroken”, ha detto ad Herych. “Spero solo di non creare troppi problemi alle vostre normali attività lavorative; so quanto siete impegnati. Spero che tu possa esprimere i miei pensieri e i miei auguri più cordiali a tutta la tua squadra. Sono pieno di ammirazione per ciò che cercate di fare“.

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Attualità

Kristen Bell torna a guidare i SAG Awards 2025 su Netflix

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Sorrisi, sorprese e la (strana) questione del bacio con Adam Brody.

Soffermarsi sulla magia di Hollywood può regalare momenti esilaranti. Soprattutto se, in scena, compare un’attrice che dialoga con sé stessa di sette anni prima, la propria “versione fantasma”, pronta a domandarle: “Che succede nel futuro?” Forse è un modo insolito per promuovere un premio, ma rispecchia il carattere brillante e un po’ imprevedibile di Kristen Bell. Eppure, eccoci qui: la conduttrice ritorna per la seconda volta sul palco degli Screen Actors Guild Awards (SAG), stavolta trasmessi in diretta su Netflix il 23 febbraio. Siamo al terzo anno consecutivo in cui la piattaforma di streaming sposa l’evento, arricchendo una stagione di premi che punta dritto agli Oscar, fissati il 2 marzo. Anche se, ammettiamolo, le due cerimonie non sempre viaggiano in parallelo.

Un evento che fa tremare la corsa all’Oscar

C’è chi sostiene che, per comprendere chi trionferà agli Oscar, basti dare un’occhiata ai SAG Awards. In parte è vero. Negli ultimi dieci anni, il riconoscimento più prestigioso, il Miglior ensemble, ha anticipato il vincitore dell’Oscar al Miglior film in sei occasioni (e, fra i trionfatori, spunta anche Oppenheimer). La miglior attrice tra SAG e Academy converge sette volte su dieci, e via di questo passo, con numeri leggermente più alti per miglior attore e miglior attrice non protagonista.

Invece, per la categoria miglior attore non protagonista, la coincidenza negli ultimi dieci anni è stata pressoché assoluta: dieci vincitori in perfetta sintonia. Però non basta guardare alle statistiche per avere certezze. Alcune volte – e i cinefili lo sanno bene – i pronostici vengono clamorosamente ribaltati.

Il ritorno di Kristen Bell: tra gag e ironiche premonizioni

La notizia grossa, quella che diverte tutti noi, è che la frizzante Kristen Bell ci riprova come presentatrice: dopo aver tenuto in mano le redini dello show nel 2018, si dice pronta a replicare. Nel video promozionale diffuso da Netflix, Bell compare nello specchio del suo camerino insieme alla versione di sé stessa di sette anni fa, come fosse un fantasma intrappolato in un passaggio temporale. Una trovata simpatica, certo, ma che riserva scambi di battute spiazzanti: la Bell del presente, all’improvviso, confessa di aver baciato Adam Brody. Di colpo, quel fantasma del 2018 – una Kristen ancora rigorosamente vegetariana – reagisce con un’aria di sconforto, quasi più scandalizzata dal fatto che lei, nel futuro, mangi carne piuttosto che della rivelazione sul bacio con Brody.


Forse qualcuno di voi si chiede: com’è possibile? In realtà, nel teaser la “Kristen-2018” tenta persino di calcolare l’età della Kristen del presente, provocandone l’indignazione. E quando arriva il momento di discutere dei nominati ai SAG 2025, le due versioni manifestano un entusiasmo contagioso. C’è spazio anche per un appunto su Timothée Chalamet, definito “una scommessa solida” per la sua carriera. Sembra uno strano teatro, ma tutto appare perfettamente in linea con lo stile vivace dell’attrice.

La nuova serie “Nobody Wants This”

Non possiamo ignorare il ruolo di Bell in “Nobody Wants This”, serie per cui l’attrice ha ottenuto una nomination come Miglior attrice in una serie comedy. La storia ruota intorno a Joanne, una podcaster agnostica convinta di sapere tutto sulle relazioni. Poi, certo, spunta Noah, e la sua vita emotiva si ribalta. Solo che Noah è un rabbino. Comprensibile restare spiazzati, no? Lo show parte con questa tensione fra due mondi: da un lato la scettica e disinvolta Joanne, dall’altro un uomo di fede. La passione però divampa e, prima ancora di rendersene conto, sono costretti a confrontarsi con dubbi e differenze di stile di vita. Già nel secondo episodio c’è un bacio carico di aspettative, e ci si chiede se un’agnostica e un rabbino possano davvero conciliare le proprie visioni. Per quanto assurdo, la serie funziona, e il successo della nomination di Bell ne è la prova.

Sorprese e pronostici

Ai SAG 2025 sfilano volti celebri, fra cui Timothée Chalamet (“A Complete Unknown”) in lizza come miglior attore protagonista in un film. Difficile restare indifferenti quando si scorre la lista, perché saltano all’occhio star come Ariana Grande (candidata come miglior attrice non protagonista per “Wicked”) e Adam Brody (nominato come miglior attore in una serie comedy per “Nobody Wants This”). Certo, l’effetto curiosità aumenta se, pochi minuti dopo, la stessa Bell dichiara di averlo baciato. Resta, comunque, una sfida agguerrita in quasi tutte le categorie, e vedere i SAG come anticamera degli Oscar non è così scontato. Eppure, guardare chi trionfa qui può offrire qualche indizio.

Nomination principali: uno sguardo d’insieme

Per chiarezza, abbiamo raccolto i candidati in diverse categorie, così da offrirvi un colpo d’occhio immediato. Se un titolo o un nome già vi intriga, perché non iniziare a fare il tifo?

NOMINATION CINEMA

CategoriaNominati
Miglior attore protagonista in un filmAdrien Brody (The Brutalist), Timothée Chalamet (A Complete Unknown), Daniel Craig (Queer), Colman Domingo (Sing Sing), Ralph Fiennes (Conclave)
Miglior attrice protagonista in un filmPamela Anderson (The Last Showgirl), Cynthia Erivo (Wicked), Karla Sofía Gascón (Emilia Pérez), Mikey Madison (Anora), Demi Moore (The Substance)
Miglior attore non protagonistaJonathan Bailey (Wicked), Yura Borisov (Anora), Kieran Culkin (A Real Pain), Edward Norton (A Complete Unknown), Jeremy Strong (The Apprentice)
Miglior attrice non protagonistaMonica Barbaro (A Complete Unknown), Jamie Lee Curtis (The Last Showgirl), Danielle Deadwyler (The Piano Lesson), Ariana Grande (Wicked), Zoe Saldaña (Emilia Pérez)
Miglior ensemble in un filmA Complete Unknown, Anora, Conclave, Emilia Pérez, Wicked
Miglior stunt ensemble in un filmDeadpool & Wolverine, Dune: Parte Due, The Fall Guy, Il gladiatore II, Wicked

NOMINATION SERIE TV

CategoriaNominati
Miglior attore in una miniserie o film TVJavier Bardem (Monsters – La storia di Lyle ed Erik Menendez), Colin Farrell (The Penguin), Richard Gadd (Baby Reindeer), Kevin Kline (Disclaimer), Andrew Scott (Ripley)
Miglior attrice in una miniserie o film TVKathy Bates (The Great Lillian Hall), Cate Blanchett (Disclaimer), Jodie Foster (True Detective: Night Country), Lily Gladstone (Under The Bridge), Jessica Gunning (Baby Reindeer), Cristin Milioti (The Penguin)
Miglior attore in una serie dramaTadanobu Asano (Shōgun), Jeff Bridges (The Old Man), Gary Oldman (Slow Horses), Eddie Redmayne (The Day of the Jackal), Hiroyuki Sanada (Shōgun)
Miglior attrice in una serie dramaKathy Bates (Matlock), Nicola Coughlan (Bridgerton), Allison Janney (The Diplomat), Keri Russell (The Diplomat), Anna Sawai (Shōgun)
Miglior attore in una serie comedyAdam Brody (Nobody Wants This), Ted Danson (A Man on the Inside), Harrison Ford (Shrinking), Martin Short (Only Murders in the Building), Jeremy Allen White (The Bear)
Miglior attrice in una serie comedyKristen Bell (Nobody Wants This), Quinta Brunson (Abbott Elementary), Liza Colón–Zayas (The Bear), Ayo Edebiri (The Bear), Jean Smart (Hacks)
Miglior ensemble in una serie dramaBridgerton, The Day of the Jackal, The Diplomat, Shōgun, Slow Horses
Miglior ensemble in una serie comedyAbbott Elementary, The Bear, Hacks, Only Murders in the Building, Shrinking
Miglior stunt ensemble in una serieThe Boys, Fallout, House of the Dragon, The Penguin, Shōgun

Guardare avanti e (forse) sorprenderci

Tutto è pronto per questo appuntamento a metà strada fra lo spettacolo e la competizione. Chi non si diverte a indovinare se Chalamet, Ariana Grande o un veterano come Daniel Craig porteranno a casa la statuetta? Quanto peserà questa serata sui destini degli Oscar? Domande che ronzano in testa e che ci incuriosiscono: è come se il red carpet dei SAG ci desse un piccolo assaggio di quello che accadrà agli Academy Awards.

Nel frattempo, l’idea che Kristen Bell, in un improbabile passaggio temporale, abbia predetto un bacio con Adam Brody la dice lunga sullo spirito di autoironia e spontaneità che animerà la cerimonia. E se possiamo dirlo, è un piacevole diversivo in un contesto che, a volte, rischia di prendersi troppo sul serio. Perciò vi invitiamo a rimanere con noi (e con i SAG Awards) per scoprire chi raccoglierà la sfida. Siamo certi che questa edizione regalerà momenti inaspettati, e forse qualche colpo di scena. Del resto, la vera magia di Hollywood sta proprio nel farci sognare e sorridere, anche per un bacio fuori copione. E chissà che non si trasformi in un altro evento capace di farci esclamare: “Ero quasi sicur* che sarebbe accaduto, ma non così!

Buona visione e buon divertimento. Ci rivediamo dopo la diretta, quando – ne siamo certi – inizierà il classico toto-Oscar basato (anche) sull’esito di questi SAG Awards. Dopotutto, un pizzico di incertezza rende tutto molto più vivo. E noi siamo qui per raccontarvelo.

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Attualità

BAFTA 2025: Tutti i vincitori, momenti indimenticabili e sorprese della 78ª...

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Uno spettacolo che scuote il cuore e illumina lo sguardo. Così potremmo definire la 78esima edizione dei BAFTA Awards, andata in scena alla Royal Festival Hall di Londra in questo 2025. Ci siamo trovati proiettati in una notte che aveva l’aria di essere ordinaria solo in apparenza, poi – come spesso accade quando il cinema incontra la celebrazione delle grandi storie – ogni aspettativa è stata trascesa, stravolta, trasformata in pura magia.

Immaginatevi l’eleganza dei tappeti rossi, un fermento palpabile e, soprattutto, l’eco di una passione che accomuna tutti noi: il desiderio di veder premiate quelle visioni capaci di scuotere il panorama culturale e regalare frammenti di verità, di finzione, di emozioni. In questa sede, vogliamo raccontarvi le sensazioni vissute, i momenti di commozione e, perché no, le controversie che hanno mantenuto vivo il dibattito durante l’intera cerimonia. Voi, davanti a queste righe, potete immaginare il brivido dei riflettori che si accendono, e noi, presenti sul posto, cercheremo di restituirvi almeno un po’ di quell’atmosfera.

Un tuffo fra stupore e riflessione

Non è soltanto una notte di gloria: i BAFTA rappresentano la quintessenza di un cinema che ambisce a connettere con il vissuto collettivo. Avete mai pensato, osservando un film, a quanto un regista o un’attrice riescano a farci sentire parte di quell’universo narrativo? Ecco, durante questa edizione, la domanda si è fatta ancora più intensa. Sara Putt, presidente della BAFTA, ha voluto ribadire che la settima arte si nutre del mondo circostante e, con uno sguardo carico di umanità, ha dedicato un passaggio del suo discorso alle vittime dei recenti incendi in California. Sul momento, si è percepita una sorta di sospensione, come se l’intero pubblico – noi compresi – si raccogliesse in un istante di profonda condivisione.

Nel frattempo, l’emozione si respirava ovunque: riflettori dorati sulle teste degli ospiti, chiacchiere frenetiche nei foyer, volti noti e attesi. E poi quella curiosa tensione prima di ogni vittoria annunciata, quel frullio di cuore che scatta quando i presentatori aprono la busta: Chi si porterà a casa il prossimo premio? Quale storia potrà fare quel salto verso l’immortalità?

Il mattatore della serata: David Tennant

Ospitare un evento del genere non è cosa facile, ma David Tennant è riuscito a gestire il palco con una disinvoltura quasi disarmante. Il suo ingresso ci ha subito strappato un sorriso: ha preso una delle canzoni più iconiche dei Proclaimers, “I’m Gonna Be (500 Miles)”, per trasformarla in un inno BAFTA. Ha sfoderato la battuta “I would walk 500 miles to host one BAFTA more”, riuscendo in un colpo solo a scaldare la sala e farci canticchiare insieme a lui, a bassa voce, perché sì, lo confesso, la tentazione era irresistibile.

Ma Tennant non si è fermato a un semplice show. Ha saputo tessere una trama di ironia e profondità, passando con disinvoltura dagli scherzi leggeri ai momenti in cui l’atmosfera si faceva solenne, quasi sacra. E vi garantiamo che condurre i BAFTA, con tutte le sue complessità e tensioni, non è impresa che si possa improvvisare.

“Conclave”: il boato di una doppia vittoria

Il film “Conclave” di Edward Berger è stato al centro di un’ovazione che ha scosso la platea due volte: Miglior Film e Miglior Film Britannico. Chi era seduto vicino a noi ha sussurrato un “Wow” quasi strozzato, come se non si aspettasse la doppietta. D’altra parte, quest’opera ha affrontato temi di potere e segreti con un’impronta narrativa che non lascia indifferenti, spingendoci a ragionare su dinamiche spesso chiuse in stanze lontane dagli sguardi del pubblico. Nick Emerson (montatore di “Conclave”) è stato premiato anche per il suo lavoro di cesellatura delle sequenze e Peter Straughan ha portato a casa il trofeo per la miglior sceneggiatura adattata. Quattro riconoscimenti in totale, un bottino da capogiro.

Noi, nel frattempo, ci siamo chiesti: Cosa rende questo film così speciale ai vostri occhi? Forse è l’equilibrio sottile fra suspense e riflessione, oppure la capacità di raccontare l’invisibile. Se cercate qualcosa che possa spingervi a guardare il mondo con uno sguardo nuovo, ecco, “Conclave” potrebbe essere la vostra risposta.

“The Brutalist” e l’imprevedibilità del genio

Non di sola politica vive il cinema: “The Brutalist” di Brady Corbet si è portato a casa l’ambitissimo premio per la miglior regia, regalando anche la statuetta di Miglior Attore Protagonista a Adrien Brody. Il suo ruolo sembra quasi un viaggio nelle crepe dell’animo umano, ci è venuto da commentare: questo perché il film scava nelle vicende di un artista che affronta contesti architettonici e visioni esistenziali dimenticate, risvegliando in chi guarda un senso di fascinazione e smarrimento al tempo stesso.

Sulla scia di questo successo, “The Brutalist” ha dominato anche per la fotografia di Lol Crawley e per la miglior colonna sonora, firmata da Daniel Blumberg. L’impressione è che Corbet sia riuscito a cucire insieme regia, musiche e immagini con un nitore quasi tattile, lasciandoci addosso la strana sensazione di aver varcato soglie sconosciute.

L’intensa dedica di Mikey Madison

Chi l’avrebbe detto che la corsa per la Miglior Attrice Protagonista avrebbe riservato un colpo di scena tanto potente? Mikey Madison, premiata per “Anora”, ha voluto dedicare il suo discorso a una realtà spesso ignorata, quella delle lavoratrici e dei lavoratori del sesso, riaffermandone i diritti e il valore umano. Tutti in silenzio, lì a pendere dalle sue parole. Alcuni con gli occhi lucidi, altri sorpresi da un messaggio così diretto, eppure innegabilmente sincero.

Fra l’altro, se consideriamo chi c’era in lizza con lei – Demi Moore e Marianne Jean-Baptiste, tanto per citarne due – si capisce la portata di una vittoria che ha ribaltato i pronostici. La cosa che più ci ha colpito è stata la sua umanità palpabile: niente retorica, piuttosto un invito a riflettere sulla dignità e la complessità della vita di coloro che spesso vengono marginalizzati.

Warwick Davis: il tributo di una vita

Hai presente quando il silenzio diventa assordante? Quando senti che tutti, ma proprio tutti, stanno trattenendo il fiato insieme a te? Ecco, è successo esattamente questo quando Warwick Davis è salito sul palco per ricevere il BAFTA Fellowship. E non era solo un premio, non era solo un momento di gloria: era un uomo con il cuore a pezzi che, davanti a centinaia di occhi lucidi, ha parlato della sua perdita, del vuoto lasciato da sua moglie. Ha parlato della fatica di andare avanti. E ha ringraziato i figli, perché sono loro che lo tengono in piedi, che gli hanno dato la forza di continuare, di restare.

Dietro di lui, sullo schermo, scorrevano le parole di George Lucas, di Mark Hamill. Non frasi di circostanza, ma pezzi di vita, testimonianze di chi lo ha visto crescere, lottare, brillare. E poi, all’improvviso, un applauso. Forte, di quelli che ti scuotono il petto, che ti costringono a deglutire per non farti travolgere dalle emozioni. Una standing ovation che non era solo per la sua carriera, ma per il suo coraggio. Per il dolore che si è portato addosso, e che ha avuto la forza di condividere. Anche chi di solito non si lascia coinvolgere, anche chi resta impassibile di fronte a tutto… be’, quella sera, nessuno è rimasto indifferente.

Le tensioni intorno a Karla Sofía Gascón

Bafta non significa solo applausi. Karla Sofía Gascón, nominata come miglior attrice per “Emilia Pérez”, non si è presentata. Questo ha generato chiacchiere, dubbi e sussurri su presunte dichiarazioni controverse. Un alone di curiosità ha aleggiato per tutta la serata, e i presenti si chiedevano come la produzione avrebbe gestito la questione.

Nonostante tutto, “Emilia Pérez” è riuscito a ottenere la vittoria come Miglior Film Non in Lingua Inglese e a far alzare in piedi il pubblico quando Zoe Saldaña, premiata come miglior attrice non protagonista, ha espresso la propria gratitudine. Sul palco con lei anche Selena Gomez, che ha fatto un sentito riconoscimento al regista dell’opera. Ne è emerso un messaggio chiaro: la forza di una pellicola può trascendere, almeno in parte, le controversie individuali.

“Dune: Part Two” e “Wicked” al potere tecnico

Poteri visivi e design sorprendenti hanno trasformato due colossi cinematografici in veri protagonisti delle categorie tecniche. “Dune: Part Two” ha confermato la propria forza grazie a Paul Lambert e colleghi, premiati per i migliori effetti visivi, e al gruppo di Ron Bartlett che si è aggiudicato il riconoscimento per il miglior sonoro. L’universo di Denis Villeneuve, insomma, continua a rapirci e a farci percepire la grandiosità di un mondo futuro che sembra, paradossalmente, così reale.

Nel frattempo, “Wicked” non è rimasto nell’ombra, vincendo il premio per i migliori costumi (realizzati da Paul Tazewell) e quello per la miglior produzione, merito di Nathan Crowley e Lee Sandales. Vedendo i costumi in scena, con quei toni brillanti e quelle finiture spettacolari, è chiaro che la cura per il dettaglio sia stata elevata al rango di arte. Ci siamo detti: Se la forma stessa di uno spettacolo diventa racconto, allora Wicked è uno dei migliori esempi possibili.

Le sorprese più inattese

Sicuramente “Super/Man: The Christopher Reeve Story” è riuscito a stupire parecchi osservatori, aggiudicandosi la categoria Documentario al posto del favorito “No Other Land”. È una vittoria che parla di resilienza, di coraggio, di quella forza interiore che ha permesso a Christopher Reeve di diventare simbolo di speranza, sia dentro che fuori dal grande schermo.

“Wallace & Gromit: Vengeance Most Fowl” ha riscaldato i cuori nella categoria Film Animato: lo stile inconfondibile e l’umorismo sottile di Aardman Studios continuano a colpire nel segno, e i giurati – come del resto molti spettatori – non hanno potuto resistere a un racconto che alterna gag esilaranti a momenti di dolcezza ineffabile.

Kieran Culkin, Jesse Eisenberg e la forza di “A Real Pain”

Non possiamo dimenticare il riconoscimento ottenuto da Kieran Culkin, miglior attore non protagonista per “A Real Pain”. In un film che porta la firma di Jesse Eisenberg (premiato per la miglior sceneggiatura originale), Culkin interpreta un personaggio tormentato, che unisce ironia e malinconia in modo sorprendentemente fluido. Curioso come questo titolo, “A Real Pain”, sia al contempo un viaggio interiore e una riflessione sulle relazioni. Eisenberg ha dimostrato che, oltre a essere un volto iconico davanti alla macchina da presa, sa anche costruire storie che scavano sotto la superficie.

Esordienti da tenere d’occhio: Rich Peppiatt e altre novità

La cerimonia dei BAFTA è anche una piattaforma fondamentale per chi si affaccia ora alla scena cinematografica. Rich Peppiatt, con il suo “Kneecap”, ha conquistato il premio come miglior debutto britannico in scrittura, regia o produzione. Ci ha colpito la sua modestia quando ha ringraziato tutti coloro che l’hanno supportato fin dal primo momento, sottolineando l’importanza di narrare storie locali, talvolta trascurate o vittime di luoghi comuni. Questi nuovi autori ci ricordano che il cinema non smette mai di evolversi e di puntare sulle voci emergenti.

Inoltre, i BAFTA portano sempre in luce cortometraggi di grande intensità. “Wander to Wonder” ha vinto come miglior corto animato britannico, e “Rock, Paper, Scissors” si è aggiudicato la categoria cortometraggio britannico. Sono produzioni di breve durata, ma con un impatto emotivo che non si dimentica facilmente. E, parlando di scoperte, da non trascurare l’EE Rising Star: il premio è andato a David Jonsson, un nome su cui si concentrano già parecchie aspettative.

Il ruggito finale di una notte memorabile

La cerimonia si è conclusa con sorrisi, qualche lacrima, discorsi di ringraziamento e persino abbracci fra persone che, magari, avevano appena incrociato i propri sguardi. È questo il potere che il cinema riesce a sprigionare: crea legami, anche se temporanei, che si traducono in un senso collettivo di appartenenza. “Non restiamo immobili,” sembrava voler dire la voce collettiva di registi, produttori, attori e attrici, unita come a voler ribadire che il futuro della settima arte va costruito con coraggio, diversità e innovazione.

Prima di lasciarvi, riportiamo qui l’elenco dei premi più significativi, senza alcun ordine preciso di apparizione:

  • Miglior Debutto Britannico: Rich Peppiatt (Kneecap)
  • Miglior Film Animato: Wallace & Gromit: Vengeance Most Fowl
  • Miglior Design della Produzione: Nathan Crowley e Lee Sandales (Wicked)
  • Miglior Film: Conclave
  • Miglior Attore Protagonista: Adrien Brody (The Brutalist)
  • Miglior Design dei Costumi: Paul Tazewell (Wicked)
  • Miglior Attore Non Protagonista: Kieran Culkin (A Real Pain)
  • Casting: Sean Baker e Samantha Quan (Anora)
  • Miglior Trucco e Parrucco: Pierre-Olivier Persin et al. (The Substance)
  • Miglior Film Britannico: Conclave
  • Miglior Attrice Non Protagonista: Zoe Saldaña (Emilia Pérez)
  • Cortometraggio Animato Britannico: Wander to Wonder
  • Sceneggiatura Originale: Jesse Eisenberg (A Real Pain)
  • Migliori Effetti Visivi: Paul Lambert et al. (Dune: Part Two)
  • Miglior Regista: Brady Corbet (The Brutalist)
  • Cortometraggio Britannico: Rock, Paper, Scissors
  • Miglior Attrice Protagonista: Mikey Madison (Anora)
  • Montaggio: Nick Emerson (Conclave)
  • Film Non in Lingua Inglese: Emilia Pérez
  • Miglior Colonna Sonora: Daniel Blumberg (The Brutalist)
  • Miglior Documentario: Super/Man: The Christopher Reeve Story
  • Miglior Cinematografia: Lol Crawley (The Brutalist)
  • Sceneggiatura Adattata: Peter Straughan (Conclave)
  • Miglior Suono: Ron Bartlett et al. (Dune: Part Two)
  • EE Rising Star: David Jonsson

In questa carrellata di nomi e titoli, ciò che conta di più è la luce che ognuno di questi artisti – veterani o emergenti – ha saputo portare nella settima arte. Uscendo dalla sala, ci si portava nel cuore una riflessione: le storie hanno il potere di unire, di farci rivivere esperienze di vita, magari anche dolorose, ma con un nuovo sguardo.

Giunti al termine, avete forse ancora negli occhi i flash dei fotografi e il luccichio di quei trofei esibiti con orgoglio. Oppure, vi immaginate i dietro le quinte, con i protagonisti che si scambiano strette di mano e sussurrano complimenti sinceri. Noi, dal nostro canto, abbiamo raccolto impressioni, reazioni, riflessioni di una serata che non è stata solo glamour, ma anche voglia di offrire al mondo qualcosa di vero e tangibile. Questo è il cinema che amiamo: la sua capacità di riflettere tanto le ombre quanto le luci dell’esistenza umana, in un gioco continuo di specchi.

E ora, quale sarà il prossimo passo? Abbiamo visto film che entrano con decisione nella storia dei BAFTA. Chi si prenderà la scena nella prossima edizione? Quali nuovi registi, interpreti o produttori porteranno avanti la fiaccola di questa passione che sembra inesauribile? L’unica certezza è che continueremo a tenere gli occhi ben aperti, con l’adrenalina e la meraviglia di chi non sa mai dove la prossima grande storia potrebbe nascondersi. Un tappeto rosso, una sala gremita, un annuncio dal palco… e di nuovo, si ricomincia a sognare.

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Aggressioni a operatori, Ordini infermieri: “Legge dà i primi...

Mangiacavalli (Fnopi), ‘abbiamo il caso in cui il pm ha chiesto 1 anno e il giudice ne ha dati 2’...

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Re Carlo e l’ammirazione per i chirurghi che salvano vite in Ucraina

Al sovrano sono state mostrate le più recenti ricerche e tecnologie impiegate per contribuire a prevenire lesioni gravi e salvare...

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Evoluzione Società Benefit, crescita fatturato insieme a dinamicità e inclusione

E’ quanto emerge dai risultati della ricerca nazionale sulle Società benefit 2025, che sono stati presentati oggi presso il centro...

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Diabete, Bindi (Abbott): “Campagna Oltre il pregiudizio per superare lo...

L’ad del gruppo farmaceutico: “Importante creare maggiore consapevolezza ed empatia nei confronti delle persone con diabete, affinché si superino le...

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Terzo settore, un team di under 30 guida impegno Unhate Foundation a favore dei...

La Fondazione si propone di coinvolgere le nuove generazioni in occasioni di crescita e sviluppo del proprio potenziale, promuovendo solidarietà,...

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Musk, referente Stroppa lancia nuovo sondaggio: al Viminale chi ha fatto meglio...

La scelta tra Minniti, Lamorgese, Salvini e Piantedosi. Andrea Stroppa, referente di Elon Musk in Italia, lancia un nuovo sondaggio social...

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Cambio al vertice di Philip Morris Italia, Pasquale Frega nuovo presidente e ad

Marco Hannappel manterrà il ruolo di vicepresidente Europa Sud-Occidentale di Philip Morris International, coordinando le attività del Gruppo in Italia,...

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Asteroide YR4, in caso di impatto con la Terra distruzione completa nel raggio...

L’esperto dell’Agenzia Spaziale Italiana: “Le probabilità di impatto potrebbero continuare ad aumentare nei prossimi tre mesi, ma bisognerà aspettare il...

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‘Above the Bias’, andare oltre il pregiudizio che impatta sulla...

Indagine, 4 pazienti su 10 saltano visite mediche per vergogna o stigma. Commenti del tipo “che cosa può farti un...

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Ucraina, Tajani su attacco a Zelensky: “Da Trump parole che non ci...

Il vicepremier e ministro degli Esteri: “Dobbiamo fare in modo che la situazione si calmi, non dobbiamo entrare nella polemica”....

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“Zelensky dittatore”, il ribaltone di Trump: attacco totale

Nel giro di 24 ore il presidente americano spara a zero contro il leader ucraino. Volodymyr Zelensky nel mirino di...

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Fs, Donnarumma: “1.200 cantieri sulla rete”. La mappa delle tratte

“Investimenti per 100 miliardi in 10 anni, stiamo rinnovando la rete senza sospendere il servizio”. “Investiremo sulla infrastruttura 100 miliardi...

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Sanità, Meloni: “Al lavoro per rendere Ssn più moderno ed...

La presidente del Consiglio ha inviato un messaggio inviato all’evento che celebra la Giornata nazionale delle professioni sanitarie: “Riconoscere ai...

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Sanremo 2025, Mogol: “Giorgia? Canta come 30 anni fa, le offro un...

Il paroliere italiano a ‘Un giorno da Pecora’ per commentare il Festival di Sanremo 2025: “Ho sentito solo Cristicchi”. Mogol ha...

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Sri Lanka, treno passeggeri travolge elefanti e deraglia: morti sei animali

Altri due animali sono feriti. Nessuna conseguenza per i passeggeri. In Sri Lanka sei elefanti sui binari ha fatto deragliare un...

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Dengue, gli esperti: “Bene modello marchigiano per contenere...

Tra le città di Fano e Pesaro più di 200 casi dei 700 nazionali che si sono verificati nell’estate 2024....