Rimedi naturali per dormire meglio: come scegliere il giusto integratore
Per migliorare il riposo, è essenziale adottare abitudini che favoriscano un equilibrio psicofisico
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In collaborazione con: comproinfarma
I disturbi del sonno sono tra i più diffusi nella società odierna e sono spesso causati dal classico stile di vita frenetico delle metropoli, che genera stress e ansia.
Per migliorare il riposo, è essenziale adottare abitudini che favoriscano un equilibrio psicofisico, evitando, tra l’altro, eccessi di alcol, caffè, tè e cioccolato (tutte sostanze stimolanti) può aiutare corpo e mente nello stabilizzare i ritmi sonno-veglia, così come consumare pasti leggeri la sera per non rendere difficoltosa la digestione.
Prima di passare, quindi, a parlare di integratori, ci teniamo a ricordare quanto queste pratiche siano benefiche, così come l’assunzione di tisane rilassanti, che possono rappresentare un valido supporto e che, uniti all’utilizzo di integratori formulati con principi attivi naturali, possono rivelarsi efficaci per un sonno più sereno.
I principi attivi da ricercare negli integratori
La scelta tra i vari integratori per dormire meglio dipende chiaramente dal modo in cui il proprio sonno è disturbato e spazia tra i diversi principi attivi giusti e utili per favorire rilassamento e serenità.
Melatonina e Griffonia
La melatonina, prodotta naturalmente dall'organismo, è l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia. La sua produzione aumenta al buio, ma con l’età tende a diminuire, rendendo spesso necessario un’integrazione per migliorare la qualità del riposo.
La Griffonia simplicifolia, invece, è una fonte naturale di 5-HTP, un precursore della serotonina, che favorisce il rilassamento mentale e il benessere emotivo, rendendoli particolarmente utili in caso di difficoltà a dormire legate allo stress.
Valeriana, luppolo e melissa
Tra i rimedi più noti per favorire il sonno, la valeriana è apprezzata per le sue proprietà calmanti e sedative: un ingrediente fondamentale in molti integratori specifici per contrastare l’insonnia.
Il luppolo, grazie ai suoi estratti titolati, ha un effetto rilassante che contribuisce a ridurre l’agitazione notturna.
La melissa, invece, è rinomata per il suo duplice effetto: da un lato promuove il rilassamento, dall’altro allevia stati d’ansia e tensioni che possono interferire con il sonno.
Glicina
La glicina è un amminoacido e neurotrasmettitore che svolge un ruolo essenziale in molte funzioni del corpo umano, tra cui il sonno, in quanto sostiene i ritmi circadiani coinvolti nel ciclo sonno-veglia. È utile in caso di insonnia, riduzione temporanea del sonno e bisogno di migliorare la qualità del sonno.
Passiflora e tiglio
La passiflora è un’altra pianta con proprietà benefiche per il sistema nervoso, la cui azione distensiva e antispasmodica aiuta a calmare la mente e a favorire un riposo profondo.
Il tiglio, ha un effetto sedativo delicato che lo rende adatto per coloro che cercano un aiuto più soft per rilassarsi prima di andare a dormire.
Teanina
Un alleato meno conosciuto ma altrettanto efficace è la teanina, un amminoacido presente nelle foglie del tè che, pur non inducendo direttamente il sonno, aiuta a ridurre lo stress e favorisce uno stato di rilassamento, risultando particolarmente utile per chi fatica a dormire a causa di preoccupazioni o pensieri ricorrenti.
Scegliere l’integratore giusto
Ogni organismo reagisce in modo diverso agli integratori, perciò è importante considerare le esigenze specifiche prima di scegliere un prodotto. Un’analisi attenta delle proprietà dei principi attivi e il consiglio di un esperto possono essere fondamentali per trovare la soluzione più adatta alle proprie necessità.
Se vuoi approfondire l’argomento o hai qualche domanda, contattaci. Il nostro team di professionisti sarà felice di risponderti e aiutarti a trovare il prodotto più adatto alle tue esigenze. Inoltre, puoi visitare il sito comproinfarma.it per scoprire una vasta selezione di integratori naturali e soluzioni dedicate al tuo benessere.
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Salute e Benessere
Valastro: “Violenze contro personale Cri, 394 casi dal 2018, fenomeno...
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“Un fenomeno che non sembra accennare ad arrestarsi”.
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“Tra il 2018 e il 2024, si sono verificate complessivamente 394 segnalazioni di aggressioni agli operatori Cri. Attacchi verbali e fisici che, nella maggior parte dei casi, vedono come autori gli stessi beneficiari del soccorso. Stando ai dati in nostro possesso, dal 2023 al 2024 le aggressioni sono passate da 63 a 68. Un aumento di circa l’8% in appena un anno. Un trend preoccupante che racconta un fenomeno che non sembra accennare ad arrestarsi”. E’ l’allarme lanciato dal presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, in occasione della Giornata Nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato.
“Ogni atto di violenza a danno degli operatori sanitari compromette, oltre che la loro sicurezza, quella dei pazienti. Questi episodi ostacolano l’operato del personale sanitario a supporto di chi ha bisogno di assistenza e cure – aggiunge – È già grave che ciò accada in contesti ordinari, in ospedale, in ambulanza, mentre si interviene per soccorrere qualcuno, lo è ancora di più in quei contesti emergenziali dove l’aiuto di un sanitario può fare la differenza tra vivere e morire”, ha detto facendo riferimento ai 32 operatori umanitari del Movimento internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa morti nel 2024 mentre prestavano servizio di assistenza alla popolazione in zone di conflitto.
Salute e Benessere
Schillaci: “In pandemia compresa importanza operatori e medicina...
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Il ministro a margine dell’evento per la Giornata nazionale del personale sanitario: “Diritto costituzionale alla salute garantito dai professionisti”
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“La pandemia ha segnato profondamente la vita di tutti noi e del Servizio sanitario nazionale. Dalla lezione della pandemia dobbiamo capire cosa non ha funzionato ed è, penso, in primis, la medicina territoriale. Stiamo lavorando per far sì che ci sia una sanità più moderna è vicina ai cittadini. Dalla pandemia abbiamo imparato quanto siano importanti gli operatori sanitari che sono al centro della nostra attenzione”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a Roma a margine dell’evento per la Giornata nazionale del personale sanitario, che si celebra oggi “La sanità è cambiata e ci vogliono anche nuove competenze per vincere le sfide che ci aspettano. Dalla medicina digitale alla telemedicina”.
“Questa giornata è nata sull’onda della pandemia e dello straordinario impegno di tutti i professionisti che sono stati in prima linea a combattere il virus” di Covid-19. “Ma oggi vogliamo rendere omaggio alle donne e agli uomini che ogni giorno, nei propri ambiti di competenza, contribuiscono a garantire il diritto alla salute. Un diritto, lo ricordo, che è l’unico a essere definito fondamentale dalla nostra Costituzione”. ha poi aggiunto il ministro: “Sebbene il personale dipendente sia cresciuto negli ultimi anni – ha sottolineato – c’è ancora un problema di carenza, che si è determinato nel corso degli anni e si è acuito dopo il 2020. Dobbiamo fare i conti poi, purtroppo, con una disaffezione al servizio sanitario pubblico e le conseguenti difficoltà nel reclutare professionisti, con il picco della curva pensionistica, soprattutto per alcuni profili, e con condizioni di lavoro che spesso non consentono un adeguato bilanciamento tra lavoro e vita privata. Alla luce di tutto ciò, lavoriamo per disporre di una forza lavoro in numero adeguato, ma soprattutto competenze aggiornate”.
“Questo governo – ha rivendicato il ministro – ha fatto della salute dei cittadini una priorità della propria azione. Abbiamo destinato la nostra attenzione in particolare a sostenere il capitale umano del Servizio sanitario nazionale, nella consapevolezza che valorizzare il personale vuol dire migliorare il Ssn. Si può fare di più? Certo. Ritengo tuttavia che abbiamo dato segnali importanti”.
“Entro il 2026 saranno pronte le nuove strutture territoriali necessarie per il rafforzamento dell’assistenza sul territorio, che proprio durante la pandemia ha mostrato il lato vulnerabile del servizio sanitario. Sono stati aperti cantieri già per il 70% delle strutture e procediamo secondo la tabella di marcia del Pnrr – ha sottolineato – Ma perché queste strutture siano pienamente funzionanti c’è bisogno di personale. Su questo, ricordo che con la Finanziaria del 2024 abbiamo garantito le risorse alle Regioni, già ripartite (250 milioni nel 2025 e 350 milioni nel 2026). Nelle Case di comunità ci saranno équipe multispecialistiche, inclusi psicologi e assistenti sociali nell’ottica di una presa in carico sociosanitaria”.
“E sarà cruciale l’apporto dei medici di famiglia. Voglio rassicurare, rispetto alle notizie in circolazione nelle ultime settimane – ha precisato – che nessuno ha intenzione di rompere il rapporto di fiducia tra cittadino e medico. Vogliamo, invece, rafforzare questa alleanza offrendo alle persone un ulteriore punto di accesso dove il medico di famiglia potrà fare la sua diagnosi e avvalersi se necessario dello specialista. Stiamo lavorando con un approccio costruttivo insieme alle Regioni e non mancherà certamente il dialogo con le categorie con cui in questi due anni c’è sempre stato un canale aperto. Ma come ho avuto modo di dire in altre occasioni, dobbiamo avere il coraggio di cambiare. Modelli nati quasi 47 anni fa non sono francamente più adatti alle esigenze mutate. Su questo credo che siamo tutti d’accordo”.
Salute e Benessere
Aggressioni a operatori, Ordini infermieri: “Legge dà i primi...
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Mangiacavalli (Fnopi), ‘abbiamo il caso in cui il pm ha chiesto 1 anno e il giudice ne ha dati 2’
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“La legge che è stata approvata sull’arresto in flagranza di reato anche in differita” per le aggressioni ai sanitari, “mi viene segnalato da uno dei miei Ordini, ha già dato i primi risultati. Di fronte all’ennesima violenza, mai giustificabile, il pubblico ministero ha chiesto 1 anno e il giudice ha portato la condanna a 2 anni. Grazie, perché questo è un segno concreto e tangibile dello sforzo che è stato fatto e di cui vi ringraziamo”. Così Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi, Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche, questa mattina a Roma si è rivolta al ministro della Salute, Orazio Schillaci, partecipando all’evento per la Giornata nazionale del personale sanitario.
“Abbiamo bisogno di lavorare sulle professioni che rappresentiamo, sulla nostra formazione accademica, innanzitutto, che si traduce in un percorso di carriera ed economico. Il nostro Servizio sanitario nazionale è preziosissimo. A quasi 50 anni, c’è però bisogno di una manutenzione straordinaria, di pensare a nuovi modelli, a nuove modalità per affrontare le sfide che abbiamo di fronte come Paese, come professioni sanitarie, sociosanitarie e sociali” con “una società che invecchia” e un “inverno demografico” ha aggiunto Barbara Mangiacavalli.
“Si tratta di rilanciare il valore della formazione infermieristica nel nostro Paese – spiega Mangiacavalli – perché è un patrimonio nazionale, un ulteriore tassello di quel ‘made in Italy’ che dobbiamo difendere e promuovere, a tutela di tutta la popolazione. Abbiamo bisogno dell’innovazione tecnologica e dei processi organizzativi e assistenziali – elenca – abbiamo bisogno di modelli organizzativi e di strumenti di welfare adeguati non solo ai bisogni dei cittadini, ma anche alle crescenti responsabilità e ai ruoli sempre più decisivi per il futuro dell’assistenza nel nostro Paese. Noi infermieri siamo un elemento chiave su cui intervenire, perché valorizzare le professioni infermieristiche significa garantire al Paese anche il contributo che queste figure possono, devono e vogliono dare”.
Questi, conclude la presidente Fnopi, sono anche “i temi al centro nel nostro congresso nazionale che si apre fra un mese esatto a Rimini”, che conta “ormai quasi 5mila infermieri” e che vuole “dare spazio a idee, progetti, innovazioni e ogni novità che possa mantenere l’eccellenza sanitaria del nostro Paese”.