Medicina, Life science exellence show: premiato il progetto formativo Digital neuro hub
Realizzato con partnership Biogen Italia e Sin, per la giuria 'contributo significativo per trasformazione digitale'

Il progetto formativo innovativo di digital health 'Digital Neuro Hub', nato dalla partnership tra Biogen Italia e la Società italiana di neurologia (Sin), ha ricevuto il premio 'Best Marketing Project of the Year' nell'ambito della quinta edizione del Life Science Excellence Award. La giuria ne ha riconosciuto il significativo contributo e valore per la trasformazione digitale della comunità neurologica italiana. Il premio è stato ritirato da Marco Stasi, Digital Excellence Manager di Biogen, e da Claudio Gasperini, direttore Uoc Neurologia, Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, in rappresentanza di Sin.
Il Digital Neuro Hub – informa una nota – nasce dalla necessità di aggiornare le competenze dei neurologi in un contesto di rapida evoluzione tecnologica. La collaborazione tra Sin e Biogen ha dato vita a un percorso formativo d'eccellenza, pensato per 32 neurologi interessati ad approfondire le tematiche della digital health, dalla telemedicina all'intelligenza artificiale. L'obiettivo è migliorare la salute e la qualità di vita delle persone con malattie neurologiche croniche complesse attraverso l'uso delle tecnologie digitali. Nel dettaglio, il Digital Neuro Hub prevedeva un corso intensivo di 4 giorni presso H-Farm a Roncade (Tv), un'esperienza immersiva con conferenze, workshop interattivi e sessioni di networking. Al termine del percorso, i partecipanti hanno sostenuto un esame scritto e orale per ottenere la certificazione di 'neurologo digitale', riconosciuta secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024.
L'obiettivo principale del Digital Neuro Hub è diffondere la cultura digitale nella comunità neurologica italiana, contribuendo alla trasformazione del sistema sanitario. La formazione continua e l'adozione di strumenti operativi avanzati sono elementi chiave per garantire un uso efficace delle digital health technologies nella diagnosi e nel trattamento delle patologie neurologiche. E' fondamentale, inoltre, promuovere un approccio multidisciplinare e una gestione più efficiente dei dati sanitari attraverso l'intelligenza artificiale. Con questo riconoscimento, il Digital Neuro Hub si conferma un punto di riferimento nella formazione dei neurologi del futuro, contribuendo a un sistema sanitario sempre più innovativo e sostenibile. Dato il successo del progetto e l'importanza della formazione digitale in neurologia, è già in programma un'edizione 2025 del Digital Neuro Hub che si terrà a Cascina Erbatici (Pavia) dal 5 all'8 giugno prossimi. L'obiettivo sarà formare una nuova classe di 35 neurologi per acquisire competenze di digital health e conseguire la certificazione di 'neurologo digitale'.

Cerchi qualcosa in particolare?
Pubblichiamo tantissimi articoli ogni giorno e orientarsi potrebbe risultare complicato.
Usa la barra di ricerca qui sotto per trovare rapidamente ciò che ti interessa. È facile e veloce!
Salute e Benessere
Teenager ‘tiratardi’ a tavola più spesso obesi, pesa orologio...


I teenager tiratardi a tavola? Potrebbero avere più spesso un problema con la bilancia. E una spiegazione potrebbe essere nel loro orologio biologico interno. A indagare sulla relazione tra ritmi circadiani, peso e abitudini alimentari negli adolescenti, gruppo anagrafico particolarmente vulnerabile i cui modelli dietetici influenzano la salute per tutta la vita, è uno studio condotto da ricercatori del Mass General Brigham e della Warren Alpert Medical School della Brown University, pubblicato sulla rivista 'Pnas' (Proceedings of the National Academy of Sciences).
Protagonisti della ricerca 51 ragazzi e ragazze di età compresa tra 12 e 18 anni (età media 13,7 anni), che sono stati divisi in 3 gruppi in base all'indice di massa corporea (Bmi): 24 erano nel gruppo di peso 'sano', 13 nel gruppo sovrappeso e 14 nel gruppo obeso. Quello che gli autori hanno scoperto è che gli adolescenti obesi mangiavano di più e più tardi durante il giorno rispetto ai loro coetanei con un peso sano, e che i loro comportamenti alimentari erano fortemente influenzati dall'orologio biologico interno. Perché approfondire questi aspetti? Perché il problema dell'eccesso di peso coinvolge tanti giovanissimi e inciderà sempre di più. Guardando solo agli Usa, fanno notare gli autori, entro il 2030 si prevede che circa la metà degli americani sarà in una condizione di obesità, condizione che contribuisce all'insorgenza di malattie croniche, tra cui diabete e cancro.
Ricerche precedenti avevano evidenziato connessioni tra sonno, modelli alimentari e aumento di peso. Gli scienziati rimangono incerti sul ruolo del sistema circadiano, il nostro orologio biologico interno, nel modellare i modelli alimentari. Nel nuovo studio, gli adolescenti in sovrappeso o obesi hanno consumato più calorie in orari più tardivi rispetto ai partecipanti con peso sano, con risultati che dimostrano che i ritmi circadiani svolgono un ruolo fondamentale nello spiegare l'assunzione calorica in orari più in là nella giornata osservata negli individui a rischio obesità. "Quando abbiamo iniziato questo studio – spiega Frank Scheer, professore di Medicina e direttore del Medical Chronobiology Program al Brigham and Women's Hospital – sapevamo che il sistema circadiano influenza la fame e il metabolismo. Ciò che non era chiaro, tuttavia, era se il sistema circadiano, quando isolato dalle influenze dei cicli ambientali e comportamentali, inclusi i cicli di luce, sonno e attività, influenzasse direttamente il consumo di cibo. Lo studio è il primo a dimostrare che l'assunzione di cibo è regolata dal nostro orologio biologico interno".
Gli adolescenti nei gruppi obesità e sovrappeso hanno consumato significativamente più calorie nella sera circadiana. I ricercatori non hanno trovato differenze significative nel tempo di sonno totale fra i 3 gruppi o all'interno di questi. Il sistema circadiano è composto da trilioni di orologi virtualmente presenti praticamente in tutti gli organi, tessuti e cellule, che preparano la nostra biologia e il nostro comportamento alle mutevoli richieste del ciclo giorno/notte. E' noto che l'influenza del sistema circadiano differisce tra le persone, a causa di una combinazione di fattori genetici, comportamentali e ambientali. Questo studio evidenzia in modo unico la correlazione tra classe di peso, calorie consumate e ritmi circadiani negli adolescenti, una popolazione poco studiata.
Per controllare le influenze esterne sul ritmo circadiano, i ricercatori hanno rimosso tutti gli indizi temporali esterni dall'ambiente del laboratorio, inclusi orologi e accesso alla luce esterna. I partecipanti hanno avuto 6 opportunità di mangiare a orari fissi durante la fase di veglia, con un menu standardizzato. Potevano consumare tutto il cibo che desideravano durante ogni pasto. I ricercatori hanno monitorato il cibo mangiato e l'apporto calorico. Durante il giorno, gli adolescenti potevano partecipare a una varietà di attività, tra cui lavori manuali, guardare film (con le luci dello schermo abbassate) e giocare a giochi sociali. I risultati dell'esperimento hanno mostrato che i cambiamenti nel sistema circadiano durante il giorno e la notte hanno influenzato significativamente il consumo di cibo in tutti i partecipanti. In tutti e 3 i gruppi, l'assunzione di cibo ha raggiunto il picco nel tardo pomeriggio e nelle prime ore della sera ed è stata più bassa al mattino, anche dopo aver tenuto conto di fattori comportamentali e ambientali, dimostrando che l'orologio biologico del corpo ha un impatto diretto su quanto mangiamo nei diversi momenti della giornata.
Sebbene lo studio abbia dimostrato l'impatto del sistema circadiano sull'assunzione di cibo e abbia rivelato differenze tra i gruppi in base al peso, non si può sapere quale fattore venga prima. Sono necessari studi futuri per determinare se l'influenza del controllo circadiano sull'assunzione di cibo contribuisca ai cambiamenti di peso, o se i cambiamenti di peso influiscano sul controllo circadiano dell'assunzione di cibo o una combinazione dei due. "La natura critica dello sviluppo adolescenziale per preparare il terreno per una vita di salute evidenzia la necessità di comprendere i ruoli svolti dai processi di sonno/veglia e del ritmo circadiano per il comportamento alimentare", conclude la ricercatrice principale dello studio, Mary A. Carskadon, della Warren Alpert Medical School. "Le conoscenze acquisite aprono le porte a potenziali interventi che possano migliorare la salute degli adolescenti in futuro".
Salute e Benessere
Medici ambiente, ‘residui farmaci contaminano e sono un rischio per la...


"I farmaci e i prodotti per la cura della persona sono usati quotidianamente per favorire la salute ed il benessere. Da anni però sono diventati motivo di preoccupazione emergente per le istituzioni europee e internazionali e per gli scienziati. Residui di numerosi farmaci sono stati rilevati nelle acque superficiali e sotterranee, nei suoli e nei tessuti animali in tutto il mondo, con concentrazioni variabili a seconda del tipo di farmaco e della vicinanza alle fonti di contaminazione. Tra le sostanze più frequentemente riscontrate vi sono antidolorifici, antimicrobici, antidepressivi, contraccettivi e antiparassitari. Inoltre, tracce di alcuni farmaci sono state trovate persino nell'acqua potabile. I residui dei prodotti farmaceutici possono entrare nell'ambiente durante la loro produzione, utilizzo e smaltimento". Così l'Isde Italia-medici per l'ambiente, nel position paper 'Farmaci e prodotti per la cura della persona: contaminanti di interesse emergente', appena pubblicato.
"L'inquinamento causato da alcuni prodotti farmaceutici e da alcuni conservanti, additivi, coloranti è un problema emergente, con prove ben documentate sui rischi per l'ambiente e, in particolare, per la salute umana in relazione alla resistenza antimicrobica", rimarca l'associazione. "La diffusione di questi contaminanti è ormai un problema globale – afferma Vitalia Murgia, co-autrice del documento – Ogni giorno farmaci e cosmetici vengono utilizzati da milioni di persone, ma pochi si chiedono cosa succeda ai residui di queste sostanze una volta rilasciati nell'ambiente".
Negli ultimi anni, le analisi condotte a livello internazionale hanno rilevato la presenza di principi attivi farmaceutici e composti chimici in fiumi, laghi e persino nelle acque potabili, riporta l'Isde. Sostanze progettate per agire sull'organismo umano finiscono così per alterare ecosistemi interi, interferendo con la vita acquatica e accumulandosi nelle catene alimentari. "Non possiamo più ignorare il problema – avverte Agostino Di Ciaula, presidente del comitato scientifico di Isde e co-autore dello studio – Sappiamo che alcuni di questi composti hanno effetti tossici e di interferenza endocrina, eppure la regolamentazione fatica a stare al passo con le evidenze scientifiche".
'Le istituzioni devono intervenire, il consumo di medicinali è destinato a raddoppiare entro il 2030'
La questione non riguarda solo l'ambiente, ma anche la salute pubblica. "L'esposizione a lungo termine a queste sostanze potrebbe contribuire all'aumento di malattie croniche, squilibri ormonali e disturbi dello sviluppo", segnala l'Isde. Per questo chiede alle istituzioni "un intervento immediato, con un monitoraggio più rigoroso delle acque e delle matrici ambientali, la promozione di tecnologie che portino alla progettazione di farmaci e additivi efficaci e meno impattanti sull'ambiente, la sensibilizzazione degli operatori sanitari e dei cittadini alla necessità di limitare il problema".
"Non si tratta solo di proteggere l'ambiente, ma di difendere la salute delle persone – concludono Murgia e Di Ciaula – Abbiamo bisogno di un cambio di rotta nelle politiche produttive, ambientali e sanitarie che coinvolga l'intero ciclo di vita dei farmaci: dalla produzione alla prescrizione, fino al consumo e allo smaltimento. Poiché il consumo di farmaci è destinato a raddoppiare entro il 2030, ogni giorno che passa senza interventi concreti aumenta la quantità di queste sostanze disperse nell’ambiente, aggravando il problema della contaminazione degli ecosistemi. La nostra associazione invita produttori, medici, operatori sanitari e cittadini ad agire in modo responsabile adottando pratiche virtuose, ciascuno nel proprio ambito, per ridurre questo fenomeno e promuovere una regolamentazione più efficace e più rispettosa dell'ambiente".
Salute e Benessere
Brunetta, ‘in arrivo disegno di legge delega Cnel su stili di vita’


"Stiamo preparando un disegno di legge delega Cnel sugli stili vita, nella chiave della sostenibilità del welfare. Abbiamo scelto un approccio olistico, che investe la sfera della sanità, ma anche molte altre dimensioni, come lo sport, la formazione, il lavoro. Vogliamo coinvolgere tutti i ministeri competenti, per costruire insieme una nuova narrazione. Perché gli stili di vita non possono dipendere dalla pubblicità dei grandi produttori di beni di consumo, che inducono a cattive abitudini e i cui effetti ricadono poi sulla salute e quindi sulla sostenibilità degli schemi di welfare. E' un discorso delicato, dove la logica autoritaria e paternalistica non serve. Occorre invece educazione, cultura, libera partecipazione. Su questo stiamo lavorando". Lo ha spiegato il presidente del Cnel, Renato Brunetta, al convegno 'La sanità integrativa tra sfide, riforme ed esigenze di una nuova narrazione', organizzato oggi a Villa Lubin dall'Osservatorio nazionale welfare e salute (Onws).
"Il mio sogno – ha detto Brunetta – è che nelle scuole si possa insegnare la corretta alimentazione, i comportamenti che fanno star bene, la qualità della vita. I lavoratori e le loro rappresentanze, i corpi intermedi, le parti sociali, il volontariato possono svolgere un ruolo centrale per favorire una sostenibilità consapevole, legata agli stili di vita".