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Intervista esclusiva a Daniela Ioia: «Ho amato Rosa da quando lessi lo stralcio di copione per il provino»

È raro trovare un’attrice che coniughi talento, passione e amore per la propria terra come fa Daniela Ioia. Con il suo ruolo di Rosa Picariello nella soap opera “Un posto al sole”, è riuscita a toccare i cuori di molti italiani. Abbiamo avuto l’occasione di chiacchierare con lei su come Napoli influenza il suo lavoro, l’importanza dello sport e del teatro nella sua vita e molto altro ancora.

FOTO DI GIUSEPPE D’ANNA / FremantleMedia

Ciao Daniela, benvenuta su Sbircia la Notizia Magazine. In che modo le tue radici hanno influenzato la tua arte e la tua percezione del teatro e del cinema?

“Sicuramente aver vissuto e vivere a Napoli mi consente di avere più materiale umano a cui ispirarmi, maggiori sollecitazioni per interpretare i miei personaggi. Io poi sono una che osserva molto e Napoli offre situazioni, scenari fantastici e contraddittori. È un teatro a cielo aperto.”

La tua carriera ha avuto inizio con la messa in scena di “Miseria e Nobiltà” nel 2000. Puoi raccontarci un aneddoto o un momento particolare di quella esperienza che ti ha fatto capire che la recitazione sarebbe stata la tua strada?

“In verità sapevo di avere una grande passione per la recitazione dalle elementari. A scuola infatti avevo già mostrato interesse per le attività artistiche. L’esperienza di ‘Miseria e Nobiltà’ è stata strepitosa. Avevo 16 anni, mi sentivo nel paese dei balocchi. Abbiamo girato alcune piazze campane con lo spettacolo e mi divertivo tanto. Ci spostavamo in pullman, si facevano scherzi, battute; lì ho capito che la passione era davvero forte e concreta, ma la consapevolezza che la strada giusta per me fosse la recitazione l’ho avuta anni dopo.”

Il personaggio che interpreti in “Un posto al sole”, Rosa Picariello, è diventato molto amato dagli spettatori. Potresti condividere con noi qualche dettaglio su come hai costruito questa figura e quali sfide hai affrontato nel renderla tanto accattivante per il pubblico?

“La mia amata Rosa. L’ho amata da subito, da quando lessi lo stralcio di copione per il provino. Ho letto in quelle righe una Napoli che amo, che rispetto, fatta di gente semplice e forte che lotta con i denti per riscattarsi e non lasciarsi travolgere dalle cose sbagliate che sono intorno, dai pregiudizi e dalle difficoltà che spesso schiacciano. Sono una che osserva molto, come ti dicevo, ho semplicemente osservato senza giudizio, ma proprio solo una semplice osservazione di ciò che avevo intorno. Ho ascoltato confidenze, ho assistito a litigi, ho incontrato persone. E quando leggo le battute di Rosa è come se tutto questo venisse a galla e allora la sua voce diventa la voce di tutte le anime che ho incontrato.”

Hai partecipato a numerosi laboratori artistici, tra cui quello diretto da Emma Dante nel 2012. Qual è il consiglio più prezioso che hai ricevuto in questi ambienti di formazione?

“Ho frequentato davvero tanti workshop e tutti diversi tra loro. Ho imparato da ognuno qualcosa. Il consiglio più prezioso che ho appreso è quello di essere aperti e predisposti al cambiamento, alla dinamicità, a non adagiarsi. Con il cuore e con la mente.”

Dall’equitazione al canto, passando per il podismo e la prepugilistica, come queste diverse passioni influenzano la tua interpretazione dei ruoli e il tuo benessere psicofisico?

“Lo sport è un elemento fondamentale della mia vita, delle mie giornate. Mi fa star bene, mi aiuta a canalizzare le mie energie. A scaricare tensioni e stress. Una giornata che inizia con una scazzottata o con una corsa non ha eguali.”

Parli diversi dialetti italiani. In che modo questa abilità ha arricchito la tua recitazione e ti ha permesso di immergerti meglio nei personaggi?

“Sono una che studia e sono molto diligente. Quindi se è richiesto, approfondisco e mi cimento anche in altri dialetti. Con il siciliano ho proprio un amore, e mi riesce abbasta bene. E poi un’estate della mia adolescenza ero in vacanza con i miei zii in Grecia e improvvisai un grammelot, che però non era greco, ma sembrava più polacco e negli anni l’ho mantenuto. (Questa cosa mi fa ridere)”

In “Gomorra” hai interpretato Tiziana Palumbo, l’alter ego femminile di Genny Savastano. Come hai affrontato la preparazione per un personaggio così complesso e in che modo ti ha cambiato come attrice?

“Gomorra è stata la mia prima esperienza importante televisiva e cinematografica. Quindi ha fatto un po’ da apripista ed è arrivata nel momento in cui decisi di voler essere una attrice nella vita. Il personaggio di Tiziana era una donna forte e determinata, colta e molto arrivista. Fu una bella sfida anche perché era l’unico personaggio a non essere una camorrista tipo, ma forse per questo era ancora più cattiva perché subdola e falsa.”

‘La nostalgia’ era in lizza per gli Oscar 2023. Come hai vissuto questo riconoscimento internazionale e quale impatto ha avuto sulla tua carriera?

“I film di Mario danno sempre grandi soddisfazioni. È stato emozionante. La mia partecipazione fu voluta da Mario Martone che mi chiamò un pomeriggio spiegandomi il progetto. Anche se il mio è un cammeo, sono stata felice e onorata di essere stata nei pensieri di un regista del calibro di Martone e di aver partecipato ad un film in lizza per gli Oscar. Questo è un primo segno del destino :-)”

Hai partecipato al calendario 2021 dei lavoratori della Whirpool di Napoli. Cosa ti ha spinto a sostenere questa causa e come vedi il ruolo dell’artista nel contesto sociale?

“Hai toccato un pezzo di cuore. Con i lavoratori della WHIRLPOOL c’è un legame profondo. Io ho semplicemente acquistato il loro calendario ma con loro ho condiviso i momenti di occupazione della fabbrica, le ore di presidio quelle dure, fatte di lacrime silenziose, tensioni e sorrisi nervosi. Abbiamo fatto teatro insieme, li aiutavo così. Giocavamo ad interpretare scene, li ho aiutati nella preparazione di un flash mob a piazza Dante quando il comune donò loro una panchina come segno di solidarietà. Ho seguito a distanza e qualche volta presenziando, tutte le loro iniziative e oggi con loro festeggio la riqualificazione e l’assunzione da parte della Tea Tek dei 300 e più dipendenti. Il ruolo dell’artista oggi è di fondamentale importanza nel sociale e nella società. L’artista può essere la voce delle minoranze, possiede spesso la possibilità di coinvolgere, influenzare. Attraverso l’arte si può denunciare, far riflettere, raccontare e dare punti di vista diversi. Oggi invece ho la sensazione che si usi l’artista più come testimonial, per marketing e basta.”

Sei sentimentalmente legata ad Antimo Casertano, anche lui attore, e avete un figlio, Jacopo. Come riesci a bilanciare la vita familiare con una carriera così impegnativa?

Non è semplice, ci vuole tanta collaborazione. Facciamo di tutto per assicurare al bambino una certa stabilità e routine, con non poche difficoltà. Santi subito: i nonni, tutti e quattro e le due babysitter.

Dopo un percorso artistico così ricco e variegato, quali sono le nuove sfide che ti attendono nel panorama cinematografico e teatrale italiano e internazionale?

Sicuramente mi vedrete ancora nei panni di Rosa Picariello, poi sarò in vari teatri sul territorio nazionale con lo spettacolo di Paolo Caiazzo separati ma non troppo’ insieme a Gennaro Silvestro e Maria Bolignano e poi ancora teatro con la mia compagnia Teatro Insania nata nel 2018 insieme al mio compagno e il mio monologo sulla maternità MAMMA,MA’ . Spero presto arrivi un bel ruolo al cinema e una esperienza all’estero. Ma sono fiduciosa , le cose accadono quando è giusto che debbano accadere.

© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma.

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Interviste

Intervista esclusiva a Fabrizio Eleuteri: successi in TV,...

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Sono tre gli importanti progetti che vedono attualmente impegnato Fabrizio Eleuteri. Formatosi al laboratorio Don Bosco diretto dal rettore Carlo Nanni, l’attore romano fa parte del cast fisso di Citofonare Rai 2, il programma della domenica condotto da Paola Perego e Simona Ventura, e prossimamente sarà al cinema con The Contract, il film internazionale prodotto da Massimiliano Caroletti che segna il debutto alla sceneggiatura di Eva Henger. Lavori che vanno ad aggiungersi all’impegno in Vita da Carlo, la serie con protagonista Carlo Verdone. Tra sogni e progetti, Eleuteri ci ha spiegato come è nata la sua passione per la recitazione, svelandoci la sua passione per il ‘regista del brivido’ Alfred Hitchcock.

a cura di Roberto Mallò

Fabrizio, ogni domenica i telespettatori possono vederla, in diretta, a Citofonare Rai 2. Che tipo di esperienza è? Come si trova all’interno del cast?

“Citofonare Rai2 per me è partito in maniera sperimentale, con la doppia conduzione di Paola Perego e Simona Ventura. Sono entrato a far parte del cast a partire dalla seconda edizione ed ora mi ritrovo alla quarta stagione, la mia terza consecutiva. All’inizio mi avevano prospettato un ruolo del portiere che entrava, faceva il suo balletto fintamente sexy e non si curava delle due conduttrici. Le stesse che, ogni volta, mi rimproveravano simpaticamente in diretta: ‘Guarda che non sei qua nello spazietto tuo, che fai il sexy e così via. Qui hai un ruolo, devi portare le cose che ti chiediamo. Abbiamo bisogno dei tuoi servigi per sbrigare le cose della giornata. Se arriva un ospite lo fai entrare, se c’è una cosa da portare dentro lo fai tu’. Io, per tutta risposta d’accordo con gli autori, entravo con le noci e le olive, le mangiavo e non lasciavo loro niente. All’inizio, insomma, ero questo portiere un po’ matto e sciocco che faceva danni”.

E pian piano il personaggio si è evoluto…

“Esattamente. Dallo scorso anno ho iniziato ad annunciare qualche servizio, oltre che inserire qualche curioso aneddoto su qualche personaggio piuttosto che un altro. In questa edizione affianco Gene Gnocchi nelle sue follie estemporanee. Sono il suo ‘partner in crime’. Il mio personaggio è diventato quasi una spalla per Gene. All’interno della trasmissione mi trovo molto bene, c’è molto feeling con tutti, in special modo con l’autrice Serena Costantini, che è un pezzo di cuore. E non posso negare di trovarmi molto bene con Paola Perego. Oltre alla professionista che tutti conosciamo, lei è sempre dolcissima con tutto il cast. Si prende sempre cura di qualsiasi persona all’interno di Citofonare Rai 2 e del cast stesso. E Simona Ventura è sempre il solito uragano che va a destra e sinistra e stravolge tutto e tutti. Citofonare Rai 2 è davvero una delle poche trasmissioni in cui ci divertiamo anche nel backstage”.

Per chi fa il suo mestiere, un programma in diretta come Citofonare Rai 2 insegna tanto, no?

“Sì. E’ un discorso completamente diverso dalla formazione che uno può avere o al teatro o al cinema. In quest’ultimo ti prepari un determinato ruolo e sai che devi girare una determinata scena con altri attori, che comunque puoi ripetere qualora qualcosa non andasse bene. Al contrario, nella diretta deve filare tutto liscio. Si respira la tensione che è tipica del teatro, ma è diverso, a partire dalle telecamere che ti circondano. Ovviamente, tu cerchi sempre di fare il tutto in maniera egregia. Le aspettative sono abbastanza alte e cerchi di fare di più. Nonostante tutto è però bello avere quell’adrenalina tipica della diretta. Soprattutto considerando il fatto che Citofonare Rai 2 è una diretta nazionale, che tiene compagnia ai telespettatori per tante ore e li accompagna in tutta la domenica mattina fino all’ora di pranzo”.

A cosa si deve, dal suo punto di vista, il grande successo del programma? Cresce negli ascolti di anno in anno..

“La trasmissione conserva degli abiti molto leggeri, non parla di fatti di cronaca nera. Se ci pensa, nei primi appuntamenti, Paola e Simona venivano un pochino prese in giro quando cantavano insieme, ora è diventato un vero e proprio must atteso e coinvolgiamo gli ospiti a cantare con loro di volta in volta.. Il programma ha sempre avuto come obiettivo principale quello di mettere in risalto i personaggi che hanno fatto parte della televisione italiana. Gli ospiti spaziano dal comico, come Lopez e Solenghi che parlano del trio, Lino Banfi, Al Bano con le figlie, solo per fare alcuni esempi, che ti raccontano come è stato vivere con un gigante della musica italiana così in casa. Gli aneddoti, gli spazi qua e là, il collegamento di Antonella Elia e le gag di Gene Gnocchi danno poi al programma quell’atmosfera leggera e spiritosa della quale abbiamo bisogno adesso più che mai”.

La trasmissione di Rai2 non è l’unico progetto che la vede coinvolta in questo periodo. C’è anche il film internazionale The Contract, nel quale ha recitato al fianco di Jane Alexander.

“Esatto, interpreto il migliore amico del personaggio interpretato da Jane. Il film, come è stato detto all’anteprima mondiale de Il Cairo, è un thriller psicologico. Non di certo un action thriller. Al centro della scena c’è l’attore Eric Roberts, che interpreta un giornalista caduto in disgrazia che prova a intrufolarsi nella scena del crimine di un suo collega. Da lì cerca dunque di ricostruire tutto il puzzle che ha portato a questo efferato omicidio. Si rivolge così a tante personalità e personaggi diversi tra loro: ci sono il caporedattore, un prete e una ragazza che lavora in un night, interpretata da Jane Alexander e che fa parte della trama che mi vede coinvolto, dato che cammino al suo fianco in diverse situazioni. Più Roberts indaga, più c’è questa scia di sangue che si va piano piano ad allargare. E lui ha questo testimone, interpretato da Kevin Spacey, all’interno di una sorta di riformatorio/manicomio, che sembra abbia delle chiavi di interpretazione di questo omicidio ben più profonde di quanto non stia dicendo. Quindi man mano che accadono le cose, Eric Roberts torna a chiedere conto a Kevin Spacey di quello che sta accadendo. A volte questo personaggio dà di matto e non si capisce cosa voglia dire. Le altre volte cerca di infilare delle pulci nelle orecchie a Eric Roberts per dare un diverso punto di vista di ciò che sta accadendo. Era da parecchio che non si vedeva un film simile in Italia, dove per vedere un thriller bisogna ritornare ai tempi di Dario Argento. Ed è credo la primissima volta che un produttore indipendente come Massimiliano Caroletti annoveri nel cast due attori internazionali del calibro di Spacey, che ha vinto due premi Oscar, e Roberts. Da questo punto di vista, The Contract è un esperimento già riuscito”.

C’è molta curiosità attorno al film perché rappresenta anche il debutto alla sceneggiatura di Eva Henger.

“Sì, c’è davvero molta curiosità. Ne hanno parlato anche varie testate americane. Forse in Italia siamo cintura nera nello scetticismo, magari però stavolta non trionferà il pregiudizio. Personalmente, ho avuto la fortuna di assistere all’anteprima ed è piaciuto molto. Tuttavia, sono curioso di capire come verrà accolto negli Stati Uniti e ovviamente qui da noi in Italia”.

Jane Alexander la conosceva già o vi siete incontrati per la prima volta su questo set?

“Avevo visto i lavori precedenti di Jane, tra cui quelli diretti da Cinzia TH Torrini. Non l’avevo mai incontrata prima, ma è stata davvero carina e siamo rimasti amici. E’ una di quelle persone che ti aiutano davvero sul set, che ti danno la loro energia. Al termine di una scena straziante di The Contract mi ha dato un abbraccio capace di trasmettermi davvero una grossa energia. Credo sia, davvero, una professionista di una caratura internazionale.

C’è anche un terzo lavoro: Vita da Carlo. La serie di Carlo Verdone. Il suo personaggio, nella terza stagione, è stato ampliato rispetto a quello che abbiamo visto nella seconda.

“Sì, il personaggio di Riccardo, il fidanzato di Sandra (Monica Guerritore), ha uno sviluppo carino. Viene coinvolto in una cena, in casa Verdone, nella settima puntata. E lì accade di tutto, nel buon segno della commedia italiana. C’è al centro un grande equivoco, condito da una rivelazione, e scoppia un vero e proprio parapiglia. Il tutto ha come sfondo la Santa Notte di Natale. Scherzi a parte, lavorare su un set con Verdone, Guerritore, Stefania Rocca e Filippo Contri è stata una bella opportunità da una parte ed un continuo divertimento dall’altra”.

Parlando un po’ di lei. Quando è nata la sua passione per il mondo della recitazione?

“Sono il terzo di quattro figli, tutti maschi. Nessuno aveva mai lavorato nel mondo dell’arte nella mia famiglia. Mi ricordo che, con le prime paghette, quando avevo circa 11 anni, mi andavo a comprare in edicola i film in bianco e nero di Alfred Hitchcock. Settimana dopo settimana investivo lì la mia paghetta. E mia madre non riusciva a capire cosa me ne importasse di quei film lì, dato che poi nel mio tempo libero andavo a giocare a calcetto con i miei amici. Tuttavia, ero totalmente folgorato da Hitchcock: andavo ad informarmi su ogni scena e ogni aspetto dei suoi lavori, compresi gli interpreti e i vari registi, passando per il trucco, il montaggio, gli effetti speciali. Avevo una passione dentro che è venuta fuori, senza che nessuno la sollecitasse. Pensi che una volta ho chiesto a mia madre quanto pagassero Bud Spencer e Terence Hill per fare uno dei loro film che trovavo bellissimi. E lì lei mi ha detto: ‘No, amore di mamma, questi sono attori ed è un lavoro. Loro interpretano una parte e vengono pagati per questa cosa’. Una cosa che a me non tornava, non pensavo che fosse un mestiere e che venissero pagati. Per me poter recitare era già di per sé un premio.  Anche perchè poi io ho mosso i primi passi in teatro e lì, quando hai il fuoco sacro della recitazione dentro, non stai tanto a guardare la remunerazione. E il lavoro dell’attore in sé è abbastanza precario, ci sono dei periodi in cui lavori tantissimo e in altri poco e niente. Se non sei abituato a prendere le porte in faccia stai malissimo. Ci saranno sempre delle persone che ti diranno che non sei in grado, che non sei preparato. Sei non hai una buona corazza o una famiglia che ti sostiene non riesci ad andare avanti. Potresti mollare, soprattutto quando ti sei preparato per un ruolo che sentivi davvero tuo e invece non ti prendono minimamente in considerazione. Per fortuna, oltre ai miei fratelli con i quali ho un bellissimo rapporto, ho una moglie e una figlia che mi supportano tantissimo e a cui devo praticamente tutto”.

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Interviste

Intervista esclusiva ad Alberto Rossi: «Con la paternità un...

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Alberto Rossi. Livorno. Un ragazzo con un sogno gigantesco e il coraggio di seguirlo fino in fondo. Fin da giovane, si buttava a capofitto nel mondo dello spettacolo, come chi sa che quella strada è la sua e non c’è un piano B. A soli 25 anni era già sotto i riflettori, con il debutto in “Un posto al sole” che l’ha reso un volto amato da milioni di italiani. Eppure, Alberto è un uomo che si reinventa, che esplora, che cresce.

La paternità – con Ada – ha cambiato tutto. È come se l’amore per sua figlia gli avesse aperto nuovi orizzonti, spingendolo a vedere la vita da una prospettiva più profonda, più vera. Poi c’è il mare, la vela, il tennis. La voglia di navigare, di scoprire, di confrontarsi con sé stesso. E il teatro? Sempre nel cuore, come un amore mai dimenticato. In ogni progetto, in ogni battuta, c’è una parte della sua anima. E quando parla di futuro, non è solo lavoro: è curiosità, è passione, è quella luce negli occhi di chi ha ancora tanto da dare e da scoprire.

La nostra intervista esclusiva

*Foto di Giuseppe D’Anna

Ciao Alberto, benvenuto su Sbircia la Notizia Magazine! Qui ci piace andare oltre la superficie, scavare davvero dentro la tua storia. Vogliamo parlare dei sogni, dei successi, delle paure, delle sfide che ti hanno trasformato nell’uomo e nell’artista che sei oggi. Il tuo percorso ha attraversato il cuore dello spettacolo italiano, lasciando segni indelebili. Tu sei un racconto che merita di essere ascoltato, pezzo dopo pezzo, emozione dopo emozione. Oggi siamo qui per raccontare questo viaggio insieme a te.

Dopo aver conseguito il diploma all’Accademia “Silvio d’Amico”, hai debuttato in “I ragazzi del muretto” solo due settimane dopo. C’è stato un momento in cui hai realizzato l’impatto che questo rapido inizio avrebbe avuto sulla tua carriera o tutto è accaduto così velocemente da sembrare quasi surreale?

“Surreale no, perché dentro di me, in un certo senso ci speravo e me lo aspettavo. Avevo sempre e solo voluto fare quello che stavo riuscendo a fare e si stavano materializzando tutti, non solo i miei sogni, ma anche le aspettative e i desideri.”

Il tuo primo film, “L’olio di Lorenzo”, è stato un progetto internazionale diretto da George Miller. Come ha influenzato la tua visione dell’industria cinematografica italiana ed estera iniziare la tua carriera cinematografica in un contesto così globale?

“Beh, è stata un’esperienza su un set da Formula 1… difficile trovare così tanto spiegamento di mezzi su un film italiano…”

Interpretare Michele Saviani per oltre 25 anni ti ha permesso di crescere insieme al personaggio. In che modo la tua evoluzione personale ha influenzato Michele? Ci sono aspetti del personaggio che hanno a loro volta plasmato te come individuo?

“No, nella maniera più assoluta no! Michele rimane in camerino quando ne svesto i panni.”

Nel 2006 hai diretto alcuni episodi di “Un posto al sole”. Come ha arricchito questa esperienza la tua comprensione del processo creativo? C’è qualcosa che hai scoperto sul set che ti ha sorpreso come attore-regista?

“Volevo tantissimo fare quell’esperienza. E quando finalmente ci sono riuscito, è stato un po’ come coronare un’altra conferma di ciò che sentivo di avere e di poter comunicare in altro modo e forma.”

La tua partecipazione a “Notti sul ghiaccio” ha mostrato un lato di te inedito al pubblico. Quali sfide hai affrontato nel padroneggiare il pattinaggio artistico? C’è qualche lezione che hai portato con te nel tuo lavoro attoriale?

“Mah no, era tutto un altro contesto. Anche lì era Formula 1, Milly Carlucci, Rai 1, prima serata… poi tante botte, tanti lividi, tanta fisioterapia dopo… però bellissimo, magico.”

Il tatuaggio con il nome di tua figlia Ada è un gesto d’amore visibile a tutti. Come la paternità ha influenzato il tuo approccio alla vita e alla professione? In che modo questo nuovo ruolo ha arricchito la tua espressività artistica?

“Con la paternità un uomo finalmente diventa tale. Fino a quel momento non puoi percepire in tutt’altro modo la vita. Tutto diventa entusiasmo, paura, bellezza, crescita, magia… non si può definire la paternità… poi di una figlia femmina…”

Sei appassionato di tennis e vela, sport che richiedono concentrazione e armonia con l’ambiente. Vedi delle similitudini tra queste discipline e la recitazione? Come contribuiscono al tuo equilibrio personale e professionale?

“È sport, la vela significa mare, acqua, quindi il nostro inconscio, sul quale mi piace navigare (son figlio di un ammiraglio). Il tennis è disperazione, solitudine, analisi, tostissimo ma bellissimo. Soprattutto da vedere, poi ora con Sinner e company….”

Hai avuto la fortuna di lavorare con un maestro come Pupi Avati, su progetti intensi e pieni di significato come “I cavalieri che fecero l’impresa” e “Il signor Diavolo”. Raccontaci: cosa ti è rimasto di quelle esperienze?

“Due belle esperienze con un maestro. Per scavare ancora un po’ più a fondo le mie capacità.”

Ci sono opere o personaggi che sogni di interpretare per esplorare nuove dimensioni della tua arte?

“Dopo che per più di 30 anni dai Ragazzi del Muretto ad Upas, mi piacerebbe interpretare un personaggio demoniaco, malefico, al limite dello splatter come quelli della serie Monster.”

Essendo una presenza costante in “Un posto al sole” sin dal suo inizio, hai vissuto l’evoluzione della televisione italiana. Come percepisci i cambiamenti nel modo di raccontare storie in TV e quale pensi sia il futuro delle soap opera nel panorama mediatico attuale?

“Ma il futuro siamo solo noi, siamo stati i primi e siamo ancora lì… siamo passato, presente e futuro…”

In un mondo dominato dai social media, mantieni un equilibrio tra condivisione e privacy. Come gestisci la relazione con i tuoi fan attraverso piattaforme come Instagram? Quale ruolo credi che i social abbiano nel rapporto tra attore e pubblico?

“Mi divertono, li frequento parecchio ma non ne abuso.”

Guardando al futuro, c’è un ambito artistico o un progetto inedito che vorresti esplorare, magari al di là della recitazione, come la scrittura, la produzione o una nuova forma di espressione creativa?

“Con la produzione ho dato e non credo che ripeterò l’esperienza. Mi sono scottato troppo, per il resto si vedrà….”

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Interviste

Intervista a Nadia Carbone, event manager e direttrice...

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A cura di Laura Solimene

Tra le figure professionali più ricercate e affermatesi negli ultimi anni, quella dell’EVENT MANAGER ricopre sicuramente un ruolo fondamentale nel settore degli eventi ancorché, probabilmente, non tutti ne conoscano ancora le numerose e svariate sfaccettature. Cominciamo col dire che un Evento, al contrario di quanto molti pensano, non è solamente un momento di svago, ma fa parte di una vera e propria strategia di marketing aziendale volta ad aumentare la consapevolezza del brand e persino ad acquisire potenziali clienti.

Un evento ben pensato, ben organizzato e ben strutturato, infatti, porterà alla realizzazione di una grande varietà di benefici: a partire dalla creazione di valori fino alla generazione di profitti e nuovi flussi. Uno strumento complesso e articolato che però richiede un’organizzata pianificazione, gestione e coordinamento di competenze diverse, oltre a tanta creatività.

Ecco perché è fondamentale per un’azienda non improvvisare ma affidarsi a professionisti del settore: un event manager è infatti la scelta vincente per tutte quelle società e realtà che desiderano ottenere il massimo da un evento, senza che alcun dettaglio sia trascurato. Ma in cosa consiste esattamente l’event planning e soprattutto cosa fa in pratica un bravo event manager? Per saperne di più ed approfondire l’argomento, abbiamo raggiunto e intervistato la pugliese NADIA CARBONE, fondatrice e direttrice artistica del GENERATION FILM FEST, e con all’attivo oltre 10 anni di esperienza nel settore EVENTI, per farci raccontare i retroscena di una figura professionale che spesso opera dietro le quinte.

Benvenuta, Nadia. Da quanti anni lavori nel settore degli eventi e quando hai capito che avresti potuto fare della tua passione un lavoro?

“La mia è un’esperienza che dura da oltre 10 anni. Nel 2012, durante il Premio Noto all’eccellenza del M° Adriano Pintaldi, io ero l’inviata per un’emittente televisiva locale e fu lo stesso Pintaldi a chiedere al direttore del canale televisivo di farmi presentare le serate sul palco. In seguito mi riconfermò nelle successive edizioni 2013/2014, permettendomi di affiancarlo anche nell’organizzazione e dandomi la possibilità di dialogare e premiare grandi icone del cinema italiano come Giancarlo Giannini, Lina Wertmuller, Pupi Avati ed Enrico Vanzina. Ho capito, fin da subito, che quell’esperienza sarebbe stata solo l’inizio di un cambiamento nel mio percorso artistico!”

Ritieni che, oggi, ci si possa ancora improvvisare “organizzatore di eventi”?

“In generale, credo che nessuno possa svegliarsi al mattino e decidere di svolgere un lavoro senza avere la giusta preparazione o esperienza. Premesso ciò, mi dispiace dire che invece, purtroppo, nel mio settore, è all’ordine del giorno improvvisare! Sono tutti organizzatori, registi, attori, scrittori…”

Sei giovane, tuttavia hai già numerosi eventi (di successo) nel tuo bagaglio professionale…

“Esatto! Il primo grande evento nel quale decisi di mettermi in gioco ‘autonomamente’ fu il Gran Galà della Cultura, nel 2014, senza dubbio un duro banco di prova. In quel periodo studiavo anche ideazione, organizzazione di eventi e show televisivi con il Dir. Rai Carlo Orichuia, grazie al quale – e in aggiunta agli insegnamenti del M° Pintaldi, – compresi tutto ciò che un libro o degli appunti possono solo fare immaginare. Si trattava di un lavoro commissionato dall’Archeoclub -Oria, una grande soddisfazione per me portare a termine due edizioni con ospiti del calibro di Lino Capolicchio, Sandra Milo, Monica Setta, Maurizio Casagrande, Sebastiano Somma e molti altri… Negli anni successivi ho poi spaziato con svariati generi di manifestazioni: musicali, sociali ed editoriali, spesso subentrando come produttrice oltre che a curarne la direzione artistica.”

In quale tipologia di eventi ritieni di essere più specializzata o di annoverare più esperienza?

“Sicuramente in quelli culturali, inerenti all’arte, alla letteratura e al cinema in particolar modo, in quanto mi permettono di dare spazio e voce anche al mio lato artistico. Il mio ruolo, naturalmente, muta in base al genere di manifestazione e alla tipologia di cliente, è chiaro che occorre un’organizzazione e un iter burocratico differente per ciascun singolo settore. Ad ogni modo, che si tratti di un evento sociale, politico o relativo allo spettacolo, il focus è portare a casa l’obiettivo che ci si prefigge.”

Quali sono le maggiori difficoltà incontrate nel tuo percorso come direttrice artistica?

“L’essere giovane e, al contempo, donna. Sai, a volte mi sono ritrovata a far fronte a situazioni imbarazzanti. Quando mi ritrovo davanti a clienti o fornitori, o anche collaboratori, non è raro sentirmi dire: ‘Ah, ma sei giovanissima!’ oppure ‘Una donna, complimenti!’ o ancora ‘Per chi lavori?’. E quando rispondo: ‘In realtà sono io che ti pago!’, spesso leggo nei volti altrui diffidenza o anche solo stupore. Purtroppo, soprattutto al sud, esiste ancora quel sottile maschilismo, figlio dell’ignoranza e del patriarcato. Tuttavia, non mi sono mai lasciata intimorire o scoraggiare e, oggi, posso dire a testa alta di essere l’artefice di tutto ciò che ho creato. E non è poco!”

Ci spieghi perché è così importante che un’azienda scelga di puntare sugli eventi per promuovere il proprio brand?

“Gli eventi, da sempre, sono una cassa di risonanza per le aziende, ecco perché è fondamentale curarne tutti i dettagli: dalla promozione al valore sociale. Sponsorizzare un evento, inoltre, è un’opportunità per i brand di ampliare la visibilità e rafforzare la propria immagine utilizzando il contatto diretto con il pubblico. È una strategia che, se ben studiata, può portare benefici duraturi come quello di instaurare partnership di lungo termine e aumentare il fatturato.”

Quali doti indispensabili dovrebbe avere un bravo organizzatore di eventi?

“Sicuramente la pazienza, la tenacia e la capacità di problem-solving. Inoltre è importante creare un ambiente di lavoro sereno e propositivo, chi svolge la mia professione ha il dovere di motivare e rispettare qualsiasi ruolo all’interno dello staff: si potrà pur essere il motore di una grossa cilindrata, ma senza gli altri pezzi non si corre da nessuna parte! Personalmente, nel team, sono una che preferisce ‘agire’, dando il buon esempio, piuttosto che impartire ordini.”

Tra tutti gli eventi da te organizzati, qual è quello che ti rende più fiera?

“Senza ombra di dubbio il GENERATION FILM FEST, il mio brand, e sottolineo ‘MIO’. Ho ideato questo format cercando di riportare tutto il mio bagaglio formativo ed esperienziale. Racconto il cinema italiano, la sua storia fino ai nostri giorni, attraverso ospiti, incontri, proiezioni e mettendo a confronto le varie generazioni. Da qui, ho dato inoltre vita ad una serie di eventi collaterali, come masterclass, workshop e la realizzazione di un cortometraggio che vedremo nel 2025. Senza nulla togliere a tutti gli altri eventi, il GFF è senza dubbio il progetto più importante e difficile da organizzare e portare avanti nel tempo, in termini di risorse ed energie.”

Ci sveli qualche tuo progetto in corso d’opera?

“Proprio in questi giorni sono in piena fase organizzativa di un evento che si terrà in primavera a Lugano e che vedrà protagonista il Luxury Magazine POPULAR (edito da Resalio Produzioni). Sarà un evento che farà parlare molto, non solo per i numerosi successi ottenuti durante il primo anno di vita del magazine, ma anche per gli ospiti che ne faranno parte, tra imprenditori, case nobiliari e artisti. È la prima volta che organizzo un evento fuori dall’Italia, spero possa essere il primo di una lunga serie!”

Esiste ‘il progetto’ nel tuo cassetto dei sogni da realizzare?

“Io non sogno un solo progetto/evento in particolare, ma tanti, tantissimi… forse anche troppi! (ride, ndr)”

Nadia, salutandoci, dove e come ti vedi tra dieci anni?

“Mi piacerebbe tramutare in realtà tutto ciò che scrivo. Creare arte è certamente ciò che mi rende felice, non desidero altro. Ovviamente mi piacciono le evoluzioni e anche gli ardui obiettivi da raggiungere, per cui, sono certa che fra dieci anni, se mi intervisterai nuovamente, avrò ancora molto altro di cui raccontare!”

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Dall'allontanamento di Angelo Madonia all'abbandono di Guillermo Mariotto: tutto quello che è successo nel dance show di Rai 1 Non...

GR Audio (Giornali Radio)1 ora ago

Rubrica delle buone notizie del 21 dicembre

GR Audio (Giornali Radio)1 ora ago

GrAudio edizione delle 14:30 del 21 dicembre

Sport2 ore ago

Sinner, i tifosi scrivono all’Atp: “Kyrgios...

La lettera è stata inviata ed è diventata virale sui social Jannik Sinner nelle ultime settimane è stato bersaglio preferito...

Cronaca2 ore ago

Natale, la chef degli animali avverte: “Sì alla pasta...

Sonia Orlandi alias Cheffadog e i suoi suggerimenti natalizi: "Attenzione anche ai fritti e ai cibi salati" Come ogni anno,...

Cronaca2 ore ago

Attentato a Magdeburgo, Viminale convoca riunione Comitato...

All'indomani dell'attentato in Germania con 5 morti e oltre 200 feriti All'indomani dell'attentato di Magdeburgo, in Germania, il Viminale ha...

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Thiago Motta: “Valutiamo condizioni Cambiaso. Yildiz?...

Il tecnico della Juventus ha parlato in conferenza stampa, alla vigilia della partita di campionato contro il Monza "Il Monza...

Economia3 ore ago

2024: per ‘L’Espresso’ la ‘Persona...

La piccola di soli due anni è il simbolo delle sofferenze che i conflitti causano sui più vulnerabili: di tutti...

Economia3 ore ago

Nautica, via libera a patente per minorenni

Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale Via libera alla patente nautica per minorenni. Il decreto che permette anche ai minorenni...

Spettacolo3 ore ago

Tre prime serate Rai per Diaco: arriva...

La prima domani su Rai1 dedicata ai 35 anni di Telethon, poi il 26 dicembre e il 2 gennaio su...

GR Audio (Giornali Radio)3 ore ago

GrAudio edizione delle 12:30 del 21 dicembre

Spettacolo4 ore ago

‘Last Christmas’ è di nuovo hit natalizia...

Primo posto in Uk per la canzone natalizia degli Wham!: è il secondo anno consecutivo 'Last Christmas' degli Wham!, pubblicata...

Cronaca4 ore ago

Giubileo e possibili rischi sanitari, cosa dicono gli...

Ciccozzi: "Serve monitoraggio virus, consiglio mascherina in luoghi affollati". Bassetti: "Tanti pellegrini dal Sud America, lì Dengue ha fatto danni"...

GR Audio (Giornali Radio)4 ore ago

GrAudio Flash delle 11:50 del 21 dicembre

Cronaca4 ore ago

Donna investita a Pisa, ipotesi omicidio volontario....

Nuova pista nelle indagini di Volterra dopo la morte di Fabiola Capresi, 57enne falciata da un'auto Ipotesi omicidio volontario per...

GR Audio (Giornali Radio)4 ore ago

GrAudio edizione delle 11:30 del 21 dicembre

Esteri4 ore ago

Ucraina sotto attacco, oltre 100 droni lanciati dalla Russia

Kiev: "1.860 militari russi uccisi nell'ultimo giorno di guerra". Onu: "Oltre 12.000 civili uccisi da inizio conflitto" La Russia ha...

Economia5 ore ago

Tredicesima 2024 più bassa per privati al Sud: Milano al...

I dati della Cgia: in Lombardia oltre 2200 euro, in Calabria poco più di 1100 euro La tredicesima 2024 è...

GR Audio (Giornali Radio)5 ore ago

GrAudio Flash delle 10:50 del 21 dicembre

Curiosità5 ore ago

L’app Intesa Sanpaolo e il curioso mistero di “rutto.mp3”:...

A volte gli imprevisti bussano alla porta nei modi più strani. E stavolta, ci ritroviamo di fronte a una curiosità...