Giacomoni (Consap): “Assicurare agli italiani un futuro migliore”
Un convegno a Roma per i 30 anni della concessionaria
Assicurazione automatica contro i rischi legati alle catastrofi naturali in presenza di un mutuo garantito da Consap all'80% da includere "direttamente nella rata del mutuo". E' la proposta avanzata dal presidente Consap Sestino Giacomoni in occasione del convegno per i 30 della concessionaria.
Un'assicurazione automatica contro i "rischi catastrofali", come già avviene per gli incendi "per evitare che a causa di una catastrofe naturale chi ha sottoscritto un mutuo si ritrovi con la casa distrutta e ciò nonostante debba continuare a pagare le rate del mutuo", sottolinea il presidente Consap. "Soprattutto nel caso delle giovani coppie, considerata la garanzia dell'80% - osserva ancora - sarebbe un bel gesto se fosse la banca stessa nel momento in cui concede il mutuo a farsi carico del premio".
Giacomoni ha dunque sottolineato la necessità che in Italia si crei una maggiore "cultura assicurativa facendo in modo che i cittadini si assicurino per sé stessi ma anche per il bene della collettività sottoscrivendo spontaneamente la polizza contro le calamità naturali invece di vederla come una tassa imposta dall'alto".
Attraverso il Fondo per le vittime della strada negli ultimi 30 anni sono stati pagati oltre un milione di danneggiati per un totale di 9 miliardi di euro. Lo ha indicato il presidente della Consap Sestino Giacomoni al convegno '30 anni di Consap - Assicuriamo agli italiani un futuro migliore', in occasione del trentennale dell’azienda, svoltosi alla Camera.
L'evento che ha visto il saluto istituzionale del presidente della Camera, i messaggi del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e, tra gli altri, la partecipazione del ministro per gli Affari Ue Raffaele Fitto e il ministro degli Esteri Antonio Tajani, è stato l'occasione per fare un bilancio della lunga attività di Consap e del suo ruolo fondamentale come strumento "di tutela e di garanzia" per imprese e cittadini, ha detto Meloni. La mission della concessionaria dei servizi assicurativi pubblici è infatti quella di rendere un servizio alla collettività nel campo assicurativo, nel campo economico-finanziario e nel campo della tutela degli interessi di consumatori e utenti.
Giacomoni ha quindi citato, tra gli strumenti gestiti da Consap il Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa e del Fondo per la sospensione dei mutui prima casa, entrambi strumenti di sostegno per le famiglie italiane e per i giovani. "La casa e lo studio - ha sottolineato - sono i due pilastri su cui i giovani possono costruire il loro futuro”, soprattutto in periodi particolarmente drammatici come gli anni che stiamo vivendo, caratterizzati da una pesante crisi economica, oltre che dalla pandemia.
Sul Fondo Strada ci sono "2 miliardi ancora da recuperare": da qui la necessità di "rivedere e rendere più efficiente il sistema per il recupero crediti".
"Per comprendere la rilevante funzione sociale del Fondo, è sufficiente ricordare che, negli ultimi 30 anni, le persone coinvolte in incidenti con veicoli non assicurati sono state più di 1 milione e sono stati pagati dal Fondo Strada un totale di 9 miliardi di euro", ha spiegato Giacomoni. "Dobbiamo ancora recuperare 2 mld di euro crediti. Per questo occorre rivedere ed efficientare il sistema per il recupero crediti", aggiunge. "La volontà mia e del Cda che presiedo è quella di diversificare l’attività di riscossione - spiega il presidente Consap - avviando un test pilota con una società specializzata nel recupero dei crediti assicurativi, senza costi a carico del Fondo, ma prevedendo una percentuale sui crediti recuperati. Siamo in attesa del parere del Ministero vigilante per procedere su questa strada".
Al tempo stesso, prosegue ancora, "riteniamo indispensabile combattere in tutti i modi il fenomeno dei non assicurati, inasprendo la normativa e magari arrivando, non solo a sequestrare, ma proprio a confiscare le auto non assicurate, rivendendole per ripagare i danni causati".
Modificare ed ampliare le finalità del Fondo studio per i giovani includendo la possibilità di sostenere le spese per gli studi universitari e per gli alloggi.
"Il Fondo rappresenta, per i giovani, un'opportunità per accedere al credito bancario - sottolinea Giacomoni - così da affrontare autonomamente il percorso formativo e, successivamente, entrare nel mondo del lavoro". Ecco perché "occorre ampliarne le finalità includendo, ad esempio, la possibilità di sostenere le spese per gli studi universitari e pagare l’affitto se sono fuori sede. Occorre pubblicizzarlo maggiormente e coinvolgere un numero più ampio di istituti di credito", conclude il presidente Consap.
Economia
Scioperi, oltre 50 a gennaio tra stop nazionali e proteste...
Treni e Tpl a rischio. Tornano in piazza anche le tute blu
Sono 54 gli scioperi in programma per il mese di gennaio 2025, esclusi quelli revocati, stando al calendario della Commissione di garanzia. I trasporti restano i protagonisti della protesta dei lavoratori, e quindi dei disagi per i cittadini. Ma c'è anche lo sciopero nazionale della scuola il 10 gennaio che coinvolgerà, per l'intera giornata, il personale docente e ata aderenti al sindacato Csle e tutto il personale educativo scuole comunali di ogni ordine e grado.
Le date da segnare, invece, per chi deve spostarsi utilizzando Tpl e ferrovie, sono il 10 e il 25 gennaio (mentre per chi deve spostarsi via mare, la data da segnare è quella dell’8 gennaio quando a scioperare saranno i rimorchiatori napoletani dalle ore 12.00 dell'8 gennaio alle ore 12.00 del 9, e i lavoratori di Caronte & Tourist isole minori e Siremar).
Il 10 gennaio
Iniziamo dal 1 0 gennaio, prima giornata nera dei trasporti. Treni a rischio con lo sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori Rfi (dalle ore 21.00 del 9 gennaio alle ore 20.59 del 10) mentre il Tpl farà i conti con lo sciopero nazionale di 4 ore (con articolazione oraria a livello territoriale). Sul fronte del trasporto aereo, nella stessa giornata sciopereranno anche i lavoratori di handler, della Sea spa e addetti alle pulizie.
I trasporti, le altre date
Il percorso a ostacoli su rotaia continua il 12 gennaio con una serie di scioperi regionali, dai lavoratori Trenitalia in Abruzzo che si fermeranno dalle ore 09.00 alle ore 16.59, a quelli di Rfi a Firenze (dalle ore 09.00 alle ore 16.59); il 13 gennaio la protesta arriverà in Sardegna (i lavoratori Rfi si fermeranno dalle ore 09.01 alle ore 17.00).
Altra giornata no per il Tpl locale sarà quella del 21 gennaio: le proteste metteranno a rischio i trasporti di Vercelli e Biella (dalle ore 08.30 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 a fine servizio); di Bari, Taranto e Lecce e in Puglia in generale per lo sciopero dei lavoratori di Ferrovie del Sud Est e delle Ferrovie Appulo Lucale, dalle ore 15.40 alle ore 19.39. In Sicilia la protesta del Tpl arriverà il 24 gennaio con lo sciopero dei lavoratori Sais Autolinee dalle ore 9.00 alle ore 13.00.
Treni di tutta Italia di nuovo nell'occhio del ciclone il 25 e 26 gennaio: lo sciopero nazionale plurisettoriale, del trasporto merci su rotaia e del trasporto ferroviario coinvolgerà il settore dalle ore 21.00 del 25 alle ore 20.59 del 26.
Il 26 gennaio a rischio anche il tpl genovese (scioperano i lavoratori Atm del servizio extraurbano dalle ore 10.30 alle ore 14.30 per il personale viaggiante e dalle ore 10.30 alle ore 14.00 per il personale addetti alle biglietterie). Il 31 gennaio invece toccherà a Milano, Monza e Brianza (gruppo Atm personale viaggiante di superficie, metropolitana, agenti di stazione).
Metalmeccanici
A gennaio tornano in piazza anche le tute blu, protagoniste già delle proteste del 2024 insieme con i trasporti: nutrito il calendario degli stop che coinvolgeranno i metalmeccanici. Si inizia il 13 gennaio con lo sciopero di 8 ore dei lavoratori Siram e Graded di Caserta, dei lavoratori delle aziende del comparto in Umbria che si fermeranno per l'intera giornata, e dei lavoratori Codemar di Marcianise (8 ore). La protesta continuerà il 14 gennaio con lo sciopero per l'intera giornata delle aziende del comparto di Trento; e il 15 gennaio quando le tute blu delle aziende del comparto si fermeranno nel Lazio, a Salerno, in Lombardia per lo sciopero unitario indetto dai sindacati.
Economia
Disoccupazione in calo a novembre, ma sale per i giovani
Istat: il tasso di disoccupazione è sceso al 5,7% (-0,1 punti), mentre quello giovanile è salito al 19,2%. L’inflazione a +1,3% rispetto all’anno scorso
A novembre il tasso di disoccupazione è sceso al 5,7% (-0,1 punti), mentre quello giovanile è salito al 19,2% (+1,4 punti). Lo comunica l'Istat. Inoltre, fa sapere l'istituto di statistica, il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-1,6%, pari a -24mila unità) per le donne e i 25-49enni, mentre aumenta nelle altre classi di età e, seppur lievemente, anche tra gli uomini. Il tasso di inattività sale al 33,7% (+0,1 punti).
A novembre, rispetto al mese precedente, il numero di occupati cala lievemente (-13mila unità), attestandosi a 24 milioni 65mila. La diminuzione coinvolge solamente i dipendenti a termine, che scendono a 2 milioni 652mila; aumentano invece i dipendenti permanenti, che salgono a 16 milioni 264mila, e sono sostanzialmente stabili gli autonomi, pari a 5 milioni 149mila, spiega ancora l'Istat.
L’occupazione è in crescita rispetto a novembre 2023 (+328mila occupati) per l’aumento dei dipendenti permanenti (+500mila) e degli autonomi (+108mila), a fronte del calo dei dipendenti a termine (-280mila). Su base mensile, il tasso di occupazione è stabile al 62,4%, quello di disoccupazione scende al 5,7% e il tasso di inattività sale al 33,7%.
Inflazione
A dicembre, secondo le stime preliminari, l’inflazione è stabile a +1,3%. Nella media 2024, la crescita tendenziale dei prezzi al consumo si attesta all’1,0%, in forte calo rispetto al +5,7% del 2023.
La netta attenuazione dell’inflazione nell’anno appena concluso è per lo più imputabile alla marcata discesa dei prezzi dei Beni energetici (-10,1% da +1,2% del 2023). Anche nel settore alimentare si assiste a un rapido ridimensionamento della dinamica dei prezzi (+2,3% da +9,8%) che tuttavia resta ben al di sopra del tasso di inflazione. Nel 2024, l’inflazione di fondo si ferma a +2,0% (da +5,1% del 2023). A dicembre, il trascinamento dell’inflazione al 2025 è +0,3%.
Quanto al carrello della spesa è in frenata a dicembre: il ritmo di crescita su base annua dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona lo scorso mese si è attenuato, passando da +2,3% a +1,9%, mentre è cresciuto quello dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,6% a +1,8%), comunica ancora l'Istat nelle sue stime preliminari dell'inflazione di dicembre 2024.
Economia
Giorgetti ministro delle Finanze dell’anno per The...
"Dopo essersi guadagnato la stima del pubblico per i suoi tentativi di ridurre il crescente deficit italiano e di sostenere gli investimenti pubblici"
Giancarlo Giorgetti è il ministro delle Finanze dell'anno secondo The Banker, ''dopo essersi guadagnato la stima del pubblico per i suoi tentativi di ridurre il crescente deficit italiano e di sostenere gli investimenti pubblici, con un piano a lungo termine per ridurre l'enorme rapporto debito/pil del Paese''. Essere il ministro delle Finanze italiano, si legge nell'articolo, ''è un compito ingrato. I problemi economici che affliggono il Paese sono molteplici: crescita lenta, bassa produttività, elevata evasione fiscale e uno dei più grandi debiti pubblici al mondo. Tali sfide spiegano perché negli ultimi due decenni molti governi italiani abbiano fatto ricorso alla nomina di ministri delle Finanze per lo più tecnici''.
Giorgetti, nominato nel 2022, ''è una notevole eccezione'', secondo The Banker. ''È un veterano operatore politico, considerato un membro moderato e relativamente filoeuropeo del partito della Lega, che fa parte della coalizione di governo di destra in Italia. Sebbene non fosse la prima scelta del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Giorgetti è rapidamente emerso come una voce pragmatica in un governo che i critici lamentano essere spesso fin troppo amante della retorica e della politica populista. Le sue rinomate capacità di networking sono venute alla ribalta nel suo ruolo di Ministro delle Finanze, attingendo alla sua vasta carriera politica''.
Prima di diventare ministro delle Finanze, ha trascorso quasi tre decenni come membro del parlamento, ''per lo più negoziando dietro le quinte per conto di altri, tra cui il leader della Lega Matteo Salvini'', scrive The Banker. In particolare, ha ricoperto la carica di presidente della commissione Bilancio della Camera tra il 2001 e il 2013. Ciò ''lo ha aiutato molto a negoziare con i gruppi politici dei parlamenti e con la legge di bilancio annuale dell'Italia''.
L'anno scorso Giorgetti ''ha fissato obiettivi ambiziosi per colmare il crescente deficit dell'Italia e sostenere gli investimenti pubblici, per poi iniziare a ridurre l'enorme debito del Paese a partire dal 2027'', scrive The Banker. ''Ha in programma di aumentare la tassazione sulle aziende che operano in settori che beneficiano di condizioni commerciali favorevoli: una proposta del 2023 per una tassa extra sulle banche ha dovuto essere diluita dopo aver causato una svendita in borsa. Gran parte del miglioramento del saldo fiscale probabilmente deriverà da entrate fiscali aggiuntive. Tuttavia, Giorgetti ha anche introdotto misure restrittive, chiedendo ai diversi ministeri di realizzare risparmi totali per 4 miliardi di euro''.
Il ministro sta inoltre ''supervisionando la privatizzazione del creditore salvato Monte dei Paschi di Siena e della compagnia aerea nazionale Ita Airways. La major petrolifera statale Eni ha già completato la vendita di una quota di minoranza della sua attività di biocarburanti all'investitore di private equity Kkr per poco meno di 3 miliardi di euro'', ricorda The Banker. La Commissione europea ''ha elogiato il suo lavoro, ritenendo la legge di bilancio 2025 dell'Italia in linea con le sue raccomandazioni e norme, e descrivendo il piano di rimborso del debito del Paese come "credibile" e "sostenibile"'', si legge nell'articolo.
Il via libera dell'Ue all'Italia ''è stata una vittoria significativa per Giorgetti e il governo italiano, considerando che pochi paesi hanno rispettato gli impegni e le regole del blocco'', secondo The Banker. In effetti, la commissione ''ha rimproverato un certo numero di paesi, tra cui Germania e Paesi Bassi, per aver speso troppo. A ottobre, l'agenzia di rating Fitch ha alzato l'outlook per l'Italia da stabile a positivo''.
The Banker ricorda che la riscossione delle entrate quest'anno è stata migliore del previsto e ha permesso al governo di puntare al deficit del 2024 al 3,8% del pil, al di sotto della stima di aprile del 4,3%. L'Italia è stata sottoposta a una procedura per deficit eccessivo dall'Ue, dopo che il suo deficit del 2023 ha raggiunto il 7,2% del pil. Si prevede ora che il deficit del Paese scenderà al di sotto del limite del 3% stabilito dall'Ue nel 2026. Si prevede che il debito nazionale salirà al 137,8% del pil nel 2026, dal 135,8% del 2024, prima di diminuire marginalmente nel 2027.
Tuttavia, l'Italia ha ridotto il suo debito di quasi 20 punti percentuali del pil rispetto al picco del 2020. È tra i pochi paesi dell'eurozona ad aver riportato il suo rapporto debito/PIL ai livelli pre-pandemia. A dicembre, Giorgetti ha avvertito che il settore industriale del paese rischia una flessione, attribuendo l'impatto della scarsa performance dell'economia tedesca, in particolare, al ricco e più industrializzato nord italiano. Ciò peserà sulla crescita del pil italiano del 2024, che il governo a novembre ha rivisto al ribasso allo 0,7%, dall'1% precedente. ''Eppure, Giorgetti ha rassicurato i mercati e l'Ue'', conclude The Banker.