Fondazione Cariplo, Urbani: “153 mln per 4 attività filantropiche”
Il direttore generale spiega le quattro linee programmatiche previste per il periodo 2024-2027
Fondazione Cariplo, che da oltre 30 anni promuove la vita delle comunità, sostenendo i soggetti che operano sul territorio e che sono più vicini ai bisogni delle persone, ha presentato le attività filantropiche che metterà in campo dal 2024 fino al 2027. Gli interventi si snoderanno lungo quattro direttrici strategiche: “Abbiamo stanziato un budget importante: 153 milioni di euro di erogazioni, ovvero di contributi a fondo perduto. La prima linea programmatica è rivolta alla creazione di valore per le comunità, aiutandole a trovare una vocazione che le valorizzi in un mondo eterogeneo”. Con queste parole, Sergio Urbani, direttore generale di Fondazione Cariplo, ha illustrato le caratteristiche delle quattro attività, a margine dell’evento “Credere insieme nel futuro”, durante il quale la Fondazione ha parlato del proprio ruolo per le comunità e il territorio.
L’impegno complessivo della Fondazione in questo primo ambito è di 52,6 milioni di euro, che andranno investiti nel sostegno alla creazione e allo sviluppo sostenibile di ecosistemi territoriali. Diverse le attività previste per questa prima sezione di investimenti, tra cui “Call for ideas Strategia Clima”, per la quale sono stati stanziati 3,3 milioni di euro per aumentare le capacità di adattamento al cambiamento climatico e di mitigazione dei suoi effetti, e anche il Bando “Luoghi da rigenerare”, per cui verranno investiti 5 milioni di euro per favorire la riapertura e restituzione alle comunità di luoghi fortemente simbolici, anche attraverso percorsi di ascolto e coinvolgimento della cittadinanza e delle istituzioni.
Ammontano a 24,7 milioni di euro, invece, i fondi stanziati a supporto della seconda linea programmatica, che consiste nella riduzione della disuguaglianze, intervenendo sulle diverse forme di povertà e fragilità: “La seconda linea programmatica è quella di contrastare le povertà, quindi le disuguaglianze che in questo momento stanno esplodendo - spiega Urbani - e non hanno più solo una matrice materiale, ma spesso hanno anche una matrice culturale, digitale e di accesso alle opportunità. Abbiamo tantissimi strumenti per cercare di intervenire su questo problema”.
A generare disuguaglianza e povertà non è, infatti, solo la dimensione economica. La povertà può toccare molteplici aspetti, come, ad esempio, quella educativa e culturale. L’impegno di Fondazione Cariplo a tal proposito si traduce, anche in questo caso, nella realizzazione di diversi bandi, previsti per il 2024, come “Alla scoperta della cultura”, per cui sono stati investiti 2,5 mln di euro per generare un’offerta culturale di prossimità, occasioni di scoperta del patrimonio culturale locale, del paesaggio e, in generale, del territorio o il Bando “Neetwork”, che vede anch'esso 2,5 mln di euro di investimenti per aumentare la capacità di intercettazione, di accompagnamento e di attivazione di neet fragili, dai 18 ai 29 anni, disoccupati da almeno 3 mesi, mediante inserimento nel mercato del lavoro o, laddove possibile, la ripresa degli studi.
Fondazione Cariplo opera all’interno di un territorio che, per quanto importante, non può concepirsi autonomamente, pertanto, ha la necessità di essere in costante relazione con altri territori, locali ed internazionali: “La terza linea di mandato è quella di allargare i confini, superando quelli del nostro territorio che, peraltro, ci caratterizza, in quanto molto spesso i problemi devono essere collocati nella loro dimensione corretta - sottolinea Urbani - Una dimensione che oggi si raffronta con l'Europa, per esempio per l’acquisizione di risorse e nel digitale vanno completamente ripensati per cercare alleanze e soluzioni in altri paesi”.
Tra le attività concepite dalla Fondazione per questa terza direttrice strategica vi è la collaborazione attiva con Fondazione Telethon, attraverso il bando “Malattie rare con Telethon”, per cui sono stati stanziati 2,7 mln euro per esplorare il genoma umano nella sua interezza al fine di creare volumi di dati sempre maggiori, che rendano più robusti ed efficaci gli approcci sperimentali, col fine ultimo di velocizzare le risposte della ricerca.
Con la quarta linea di mandato, la conoscenza diventa presupposto per valutare i fenomeni e prendere decisioni, in quanto, continua Urbani: “Riguarda la creazione delle condizioni abilitanti, quindi non è finalizzata a un progetto specifico ma al rafforzamento della capacità della comunità di fare ricerca attraverso i centri universitari, aziendali o delle organizzazioni del terzo settore, che sono i soggetti che realizzano i progetti che noi sosteniamo, aiutandoli a maturare competenze in campo digitale e sviluppando la loro capacità di collocarsi in processi di trasformazione resi necessari dallo scenario dovuto al cambiamento dei tempi”.
Il direttore generale della Fondazione Cariplo, conclude con una riflessione sugli enti no profit che, soprattutto in Lombardia, rappresentano una rete preziosa: “Le povertà in questo scenario di crisi di deglobalizzazione sono raddoppiate. Una percentuale molto ristretta delle persone sta terribilmente bene, mentre le persone che registrano problemi di povertà, anche in città come Milano, che è tra le città percepite come ricche e di successo, sono sempre di più. Bisogna analizzare le povertà, capire dove si trovano, che natura hanno e avere un approccio molto allargato. In questo, il terzo settore riesce ad essere vicino alle persone con un approccio non burocratico, ma molto adattivo e rispetto alle esigenze è un’arma formidabile”.
Economia
Adr, Troncone: “Urgente avvio lavori per espansione...
L'ad: "Pronti investimenti per altri 9 miliardi per aumentare capienza, scalo chiude 2024 a 50 milioni passeggeri"
L'"espansione" per l'aeroporto di Fiumicino, che chiuderà il 2024 sfiorando i 50 milioni di passeggeri, "è già una priorità", in relazione alla forte crescita del traffico soprattutto intercontinentale di lungo raggio di Ita e degli altri vettori. Emblematico anche il dato delle festività natalizie: al Leonardo da Vinci sono previsti 1,5 milioni di passeggeri dal 20 al 31 dicembre e in breve tempo la capienza dello scalo sarà ai limiti. E' il messaggio dell'amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Marco Troncone, che al 'Corriere della Sera', indica per lo scalo, "forte" di questi numeri, le sfide imminenti, come quella dei flussi di arrivi per il Giubileo, e le prospettive di crescita e di sviluppo nel futuro con una spinta ai piani di espansione mantenendo anche il timone della sostenibilità acustica.
Il riferimento è al piano di investimenti privati da 9 miliardi per l’aeroporto della Capitale, il cui iter di approvazione è in corso dal 2021 e ancora non concluso. Troncone, per evitare la "congestione", indica per Fiumicino il limite di 60 milioni di passeggeri: "Oggi siamo dentro i limiti ma l’espansione è già inevitabile - afferma - viste le previsioni rischiamo di arrivare tardi e avere periodi di sofferenza se non ci diamo una mossa. Se vogliamo far lavorare bene Fiumicino come un hub per l’Italia ed il bacino del Mediterraneo, e quindi puntando sulle ondate di connessione, in particolare verso i mercati strategici, nella prima parte della giornata verso il Nord America e nella parte finale della giornata verso il Sud America e l'Asia, dobbiamo farlo da subito".
"Lufthansa - aggiunge il ceo di Adr - ha delle aspettative dall'aeroporto anche in termini di quantità, oltre che di qualità". Le prospettive migliori per Fiumicino dal matrimonio Ita-Lufthansa derivano, per l’ad, dal Nord America "dove potrebbero aggiungere destinazioni anche utilizzando United Airlines". "Prevediamo un rafforzamento sul Sudamerica (Brasile e Argentina) e Messico. Sull'Africa si potrebbe intensificare la connettività con il Nord e sicuramente puntare di più sulla parte sub-sahariana", conclude Troncone.
Economia
Usa, anche Panama nel mirino di Trump: “Potremmo...
Dopo il Canada, definito il 51° Stato americano, il presidente eletto attacca anche le tariffe imposte alle navi Usa
Dopo il Canada, che ha bollato di recente come il 51mo stato degli Usa, ora Donald Trump prende di mira anche Panama, attaccando le "ridicole" tariffe di transito imposte alle navi americane che utilizzano il Canale e minacciando la ripresa in mano agli Stati Uniti del controllo della rotta di navigazione. In un post sul suo social Truth ha suggerito che la Cina abbia una crescente influenza sul canale, che è tuttavia una rotta marittima chiave per gli scambi delle imprese americane tra Atlantico e Pacifico e per gli interessi di Washington.
La minaccia di Trump
"La nostra marina e il nostro commercio sono trattati in modo particolarmente ingiusto. Le tariffe (di transito) che Panama pretende sono ridicole", ha scritto il presidente eletto. "Questa + truffa + totale contro il nostro Paese finirà immediatamente", ha promesso. Il controllo del Canale di Panama, completato dagli Stati Uniti nel 1914, è stato interamente restituito al paese centroamericano nel 1999, in base a un accordo firmato dal presidente democratico Jimmy Carter nel 1977. “Spettava solo a Panama gestirlo, non alla Cina o a nessun altro”, ha scritto trump. “Non permetteremmo MAI che cada nelle mani sbagliate!” Se Panama non sarà in grado di garantire "il funzionamento sicuro, efficiente e affidabile" di questa rotta marittima, "chiederemo allora che il Canale di Panama ci venga restituito, per intero e senza domande", ha dichiarato Donald Trump. Le autorità panamensi non hanno reagito immediatamente alla pubblicazione di Donald Trump.
Il Canale di Panama
Secondo le stime, circa il 5% del traffico marittimo mondiale passa attraverso il canale, che consente alle navi che viaggiano soprattutto tra l'Asia e la costa orientale degli Stati Uniti di evitare una lunga deviazione attraverso la punta meridionale dell'America meridionale.
L'intensificarsi degli scambi e i pericoli rappresentati da altre rotte hanno tuttavia creato un 'ingorgo' agli imbocchi del Canale, con navi costrette ad attendere diversi giorni il proprio turno per attraversare la struttura e - in alcuni casi - vere e proprie aste per assicurarsi un passaggio anticipato. A ottobre l'Autorità del Canale di Panama ha annunciato di aver registrato nell'ultimo anno fiscale un fatturato di quasi cinque miliardi di dollari (+1%), confermando la struttura come un elemento fondamentale del Pil nazionale.
Il risultato è tanto più significativo in quanto - a causa della siccità nella regione che ha limitato le possibilità di transito - il numero di navi che hanno attraversato il Canale è sceso a 9.944 unità (-21% sui dodici mesi precedenti. Per l'esercizio in corso, invece, è previsto un ritorno alla normalità, con un totale di navi in transito stimato intorno a 12.500 unità e ulteriore conseguente aumento dei ricavi a 5,62 miliardi di dollari.
Economia
2024: per ‘L’Espresso’ la ‘Persona...
La piccola di soli due anni è il simbolo delle sofferenze che i conflitti causano sui più vulnerabili: di tutti i bambini libanesi, palestinesi, israeliani, ucraini a cui è stata strappata via la gioventù
Nel 2023, la copertina de L’Espresso dedicata alla persona dell’anno ha accolto il volto di Elena Cecchettin. Nel numero del 20 dicembre 2024, il settimanale - che sta per compiere il suo settantesimo compleanno - ha scelto di assegnare il riconoscimento a Ivana, una bambina libanese di due anni, già vittima della guerra. Durante un bombardamento israeliano, è stata colpita la sua casa nella cittadina di Tiro. Il corpo della piccola, che pesa appena otto chilogrammi, è stato avvolto dalle fiamme. Sua madre è riuscita a salvarla e, insieme all’altra figlia, sono scappate verso Beirut. Ormai sono passati due mesi da quel giorno e Ivana è ancora ricoverata in un ospedale per grandi ustionati della capitale. La madre è con lei, non ha un altro posto dove andare poiché “dell’appartamento sono rimaste solo le ceneri”, mentre suo marito non ha più un lavoro.
Ivana è il simbolo delle sofferenze che i conflitti causano sui più vulnerabili. È il simbolo di tutti i bambini libanesi, palestinesi, israeliani, ucraini a cui è stata strappata via la gioventù. Raccontare la storia di Ivana è un dovere, perché richiama tutti a non ignorare le conseguenze delle armi. È lei la persona dell’anno, “con l’auspicio che nessun bambino subisca più, mai più, un destino simile“, afferma il direttore de L’Espresso, Emilio Carelli. “Le immagini di volti segnati dalla paura e dal dolore di bambini feriti e traumatizzati non possono lasciare indifferenti. Dovrebbe essere impegno primario per tutti noi proteggere i diritti dei minori, promuovere la pace e garantire che nessun altro bambino debba subire il peso devastante della guerra. E allora facciamo in modo che il 2025 sia l’anno in cui non solo parliamo di pace, ma la realizziamo”.